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OrgiaRacconti di Dominazione

Usata da tutti

By 19 Febbraio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Appena lui aprì la porta incrociò lo sguardo di lei abbandonata sul divano a guardare la tv, si aprirono i loro sorrisi.

– Ciao Jos&egrave
– Ciao Sabrina, ho delle novità importanti per la tua ambizione, mi faccio una doccia e ne parliamo.

Ne avevano parlato per mesi, ed alla fine lui era riuscito a trovare chi poteva aiutarla, potrei fare di tutto pur di riuscirci le disse una sera con uno sguardo deciso e vispo.

Il profumo del bagno schiuma di lui colpì il suo olfatto, lei si alzò dal divano, richiudendosi nella sua vestaglia e si diresse in bagno.

– Allora?
– Sei impaziente? Tranquilla, ricordi quando hai detto che eri disposta a tutto?
– Certo ma il mio tutto può essere diverso dal tuo
– Beh io ti ho presa in parola, preparati abbiamo un appuntamento, sono persone molto influenti, metti il vestito nero scollato e non farmi tante domande tanto lo sai che sono bastardo e ti lascerei nel mistero no?

Lei uscì dal bagno divertita da quell’approccio ed andò nella camera, l’abito nero? No troppo elegante metterò una gonna nera con una camicia verde.

Poco dopo lui uscì dai vapori della doccia bollente e vide che si stava infilando le scarpe, nere, con il laccio alla caviglia.

– Al solito, hai fatto di testa tua
– Non mi sentivo a mio agio con il vestito nero, così mi trovo meglio.

Arrivarono davanti ad un palazzo di tre piani, e lui ribadì la domanda

– Qualsiasi cosa?
– Dai scemo, rispose lei sorridendo.

L’ascensore si fermò al secondo piano, le porte si aprirono con il classico cigolio lei fece per uscire ma il suo polso sinistro venne serrato dalla mano destra di lui.

– Dove vai? Le disse con un tono fermo e la voce bassa, spogliati, tieni solo le scarpe e lentamente percorri il corridoio alla tua destra, entra nell’ultima stanza a sinistra la numero 15.

Lei rimase qualche secondo ferma, inebetita, ma il tono ascoltato non ammetteva repliche, aveva capito perfettamente che quello era il prezzo da pagare per ottenere quello che aveva sempre desiderato.

L’aria condizionata le fece subito avere un brivido e sentì i capezzoli indurirsi, uscì dall’ascensore ed appena imboccò il corridoio di destra trasalì’. Davanti ogni porta vi era un uomo, tutti ben vestiti, tra i 40 ed i 50 anni la osservavano e commentavano a voce bassa.

– Vai avanti Sabrina.

La voce di Jos&egrave la risveglio da quello stato di torpore ed iniziò a camminare seguita da lui, lentamente, con gli occhi bassi per non incontrare gli sguardi decisi che le scrutavano il corpo in ogni anfratto. Arrivata davanti alla porta 15, l’uomo che le era di fronte la guardò per un tempo esasperatamente lungo, passò un dito seguendo il contorno dei suoi seni e poi scese giù fin al monte di venere, li aprì la mano e diede un piccolo colpetto sulle grandi labbra che la fece sobbalzare.

Lo scatto metallico della serratura automatica era il segnale.

– Prego signorina entri pure, e si sieda su quella poltrona.

Lei eseguì, entrò e venne avvolta da un profumo di muschio misto all’odore acre del tabacco, si sedette e rimase con gli occhi bassi.

– Sa benissimo che se vuole raggiungere il suo traguardo deve fare quel che le chiedo’ e quel che le chiederò &egrave far sborrare me ed i miei amici. Useremo il suo culo e la sua bocca a nostro piacimento e lei farà in modo che ognuno di noi abbia la sua parte di godimento. Sono stato chiaro signorina?

Sabrina sa perfettamente che non può rifiutare, non avrà mai quel che ha chiesto e quella &egrave la sua unica occasione, e con un gesto della testa annuisce.
L’uomo si alzò dalla sua poltrona di pelle nera andò di fronte a lei ed estrasse dai pantaloni il suo cazzo duro colpendola su paio di volte sulle guance poi lo appoggiò sulle labbra e forzandone l’apertura.
Provò ad alzare gli occhi a guardarlo in faccia, sperava fosse uno scherzo ma la voce di luì la blocco immediatamente.

– Troia! Apri la bocca e lavorami il cazzo.

Non se lo fece ripetere la seconda volta, dischiuse le labbra ed iniziò con la lingua a fare delle spirali intorno alla cappella, era abbastanza larga, non enorme, ma riusciva con una leggera difficoltà a prenderla tutta in bocca. Si impegnò in quel pompino fino a che non sentì che il cazzo iniziava a pulsare.

– No puttana, non credere di cavartela con un semplice pompino! Questa sera ti inculiamo a fondo e ripetutamente.

Sentì dei passi entrare nella stanza e subito dopo una mano poggiarsi sulla sua spalla. Capì che doveva alzarsi e così fece senza aspettare che qualcuno degli uomini entrati glielo dicesse.

– Ehi, guarda questa troia cos’ha combinato sulla poltrona! Ci ha sbavato sopra la vacca ha la fica bagnata.
– Questa ha una voglia di essere inculata che non vede l’ora, allargala un pochino tu che poi entro io’. disse un’altra voce provenire dalle sue spalle.

Un paio di mani forti la tirarono verso la scrivania che era coperta da un panno in velluto nero, la sollevarono e ce la sdraiarono.

– Troia alza le gambe!

Eseguì senza batter ciglio e sentì la cappella spingere sul buco del culo, che pian piano si dilatò fino ad inghiottirla interamente.

– Voglio entrarci piano un po’ per volta nel culo di questa troia, altrimenti la spacco ed il gioco finisce subito, guarda com’&egrave bagnata’ sta gocciolando come un rubinetto.

Face uscire la cappella aspettò qualche secondo e poi la puntò nuovamente nell’entrata posteriore, questa volta fu meno delicato con un colpo solo le entrò fino ai coglioni e la mossa inaspettata la face trasalire facendole spalancare la bocca per la sorpresa.
Subito sentì due palle gonfie che le premevano in faccia, face saettare la lingua ed iniziò a tamburellare all’attaccatura del cazzo, l’uomo approvò emettendo un grugnito di soddisfazione ed incitando il suo amico a prenderla velocemente e profondamente.

– Dai dai, inculala questa troia, allargala per bene che poi voglio infilarmi anch’io.
– Troia lo sappiamo noi come fare per spaccarti per bene, questa serata te la ricorderai per tutta la vita.

Sentì il cazzo che le era nel culo uscire velocemente lasciandole un senso di vuoto e subito dopo degli schizzi caldi di sborra la colpirono sulle guance.

– Vengo e ti schizzo in faccia troia! Mi piace vedere la sborra che ti cola sul mento raccoglila con la lingua.

Due piccole lacrime uscirono ai lati degli occhi di lei che ripulì le labbra ed il mento dalla sborra dell’uomo.

Ma non era finita.

L’uomo che le premeva le palle in faccia si era spostato con il bacino, adesso aveva la base del cazzo ed il culo di lui che le toglievano il respiro, doveva aprire la bocca leccare e respirare.

– Porca puttana guarda come le hai allargato il culo, adesso dovrò aspettare che si richiuda, prendi il vibratore che glielo metto in fica vediamo cosa succede.

Il cazzo di plastica arrivò in fondo nella sua fica ed il colpo le fece chiudere le cosce.

– Che cazzo fai troia, deve tenere le cosce larghe, poi rivolgendosi ad altri uomini che assistevano disse’. tenetela ferma con le cosce aperte, troia non costringerci a legarti.

In men che non si dica si ritrovò con l’inguine teso mentre quattro mani le serravano caviglie e polpacci impedendole qualsiasi movimento. Il vibratore riprese il suo stantuffare nella fica grondante di bava che colò sul panno di velluto.
Il luccichio dei suoi umori non passò inosservato ed uno dei presenti disse..

– Questa ha bisogno di una lezione sta sporcando dappertutto, prendi quella bacchetta e fagliela sentire sul clitoride vediamo se impara; la bacchetta era una sottile striscia di legno che iniziò a colpirla esattamente sul cappuccio del cazzetto, provocandole delle scosse di piacere che le faceva scoppiare i capezzoli duri ormai per il piacere provato piuttosto che per il freddo.

L’uomo che lavorava con la bocca alla vista di questa scena non riuscì più a trattenersi e menandosi il cazzo le schizzò in faccia e sulle tette con il respiro affannato.

– Ora inizi a prendere le sembianze di quello che sei’una Troia con la T maiuscola, (disse uno dei presenti ridendo in modo cafone) sei tutta sporca di sborra e coli come una cagna in calore.

Uno dei due uomini che le teneva le gambe allargate mollò la presa, il sangue ricominciò a circolare facendole formicolare il piede ma la libertà durò pochi secondi.

– Adesso tocca a me farle il culo da troia’ tienila tu.

– Si ma io voglio infilarglielo tutto in gola, dobbiamo riempirla dovunque questa troia dai inculala a fondo.

L’uomo non si fece pregare e le spinse dentro tutto il cazzo fino alle palle, rimase fermo qualche secondo per permettere al culo di abituarsi alla dilatazione e poi iniziò un movimento lento, facendole sentire tutta l’asta che scorreva nelle pareti intestinali e provocandole delle involontarie contrazioni della fica che eruttava bava come un vulcano, nello stesso istante l’altro le infilava tutto il cazzo in bocca

– Dai scopale la bocca a questa troia, infilaglielo in gola tanto non soffoca, vero che non soffochi troia?

Dalla bocca di lei uscì un mugolio di approvazione mentre succhiava la cappella che le sbatteva contro il palato con voracità tanto che comprese che il cazzo non sarebbe durato a lungo a quel vortice di lingua, infatti dopo pochi istanti esplose in una copiosa sborrata..uno, due, tre schizzi la colpirono sul palato costringendola a mandare giù tutto tra i sogghigni di approvazione di tutti gli altri.

L’uomo che la stava inculando compiaciuto del fatto che avesse ingoiato tutto si sfilo dal culo ormai largo si mise sopra la sua bocca ed inizio ad infilarle il cazzo come se stesse scopando una fica.

– Sei davvero una gran troia Sabrina e le troie come te si scopano così proprio così con un cazzo in culo ed uno in bocca.
– Adesso che hai il culo libero &egrave il mio turno, rilassalo che te lo spingo dentro fino in fondo troia

I due uomini avevano un sincronismo che i precedenti non erano riusciti ad avere e ad ogni colpo nel culo ne corrispondeva uno in bocca, perfetti nel loro essere maschi.

– Ti sborro nel culo Troia, ti sborro nel culo che ti ho allargato
– Anch’io sborro puttana, ingoia tutto non farne colare nemmeno una goccia.

Non sa quanti cazzi ha fatto sborrare ma’.aveva raggiunto il suo scopo.

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