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Racconti di Dominazione

Vita da schiave – Capitolo Due

By 14 Marzo 2020Aprile 4th, 2020No Comments

Il Raqs Bar si trovava in centro, all’Esquilino, quartiere multietnico per eccellenza della Capitale. Il tragitto in auto dallo Studio sarebbe durato 30 minuti circa e Gaia ne approfittò per fare alcune domande sulla serata: “Rashida, allora nello spettacolo delle 21:30 chi saremo a danzare ? Io, te e Aisha ?” – “Sì” disse Rashida “con la coreografia che abbiamo già provato la scorsa settimana, quindi tu sarai quasi sempre al centro. Poi ne faremo un’altra in quattro, insieme a quella ragazza, ti ricordi che c’era alle prove di tre settimane fa ? Quella Alessandra, bruna, capelli ricci e occhi scuri, è italianissima ma se non fosse per il colore della pelle sembrerebbe più araba di me !” – “Sì me la ricordo” disse Gaia “ma quello che non mi ricordo benissimo è la coreografia che avevamo provato insieme a lei” – “Per quello ti sono venuta a prendere con tanto anticipo: così possiamo provarla prima dello spettacolo con tutta calma”. Gaia ricordava che con questa Alessandra si era creato subito un buon feeling perchè le era sembrata una persona solare e cordiale. “Ok” disse Gaia “ma e invece per il secondo spettacolo, quello nel privè ? A Studio mi hanno detto che dovrò ballare in topless o addirittura nuda. Padron Shareef ti ha detto qualcosa di più preciso al riguardo ?” – “Sì tesoro” disse Rashida “all’inizio danzeremo io te e Aisha come nella prima coreografia, dopo qualche minuto dapprima ti slacceremo il reggiseno e danzeremo per un altro paio di minuti, dopodichè ti slacceremo anche i veli che ti coprono sotto e danzerai principalmente tu mostrando le tue grazie per un altro po’. Quindi per il privè non dovrai indossare il costume bianco dei primi due spettacoli ma quello turchino col reggiseno a fascia e la gonna quella solo coi veli davanti e dietro che si allaccia da un lato e ti lascia scoperti i fianchi e le gambe, ovviamente senza slip sotto. Obiettivamente tesoro tu sei l’antitesi di una donna orientale: sei bionda, con gli occhi azzurri, slanciata e pure con le curve nei posti giusti: vederti eseguire la danza del ventre, e bene perché sei anche brava, e per di più nuda secondo me sarà uno spettacolo eccitantissimo. Padron Shareef vuole offrirlo ad un nuovo facoltoso cliente orientale del Raqs Bar che, così mi ha detto, sarà molto spesso a Roma per lavoro da qui in avanti. Comunque quando arriviamo, dopo le prove con Alessandra, facciamo anche qualche prova io te e Aisha per il secondo spettacolo. Ma non ti preoccupare, pensa solo a danzare e a sprigionare la tua naturale sensualità”. – “Rashida, danzerò nuda in un ambiente in cui tutti saranno vestiti, al ritmo di musiche che sono sensuali già ascoltate sull’autobus e con luci soffuse, se non sprigionassi sensualità dovrei seriamente preoccuparmi !” disse Gaia. Entrambe scoppiarono a ridere e il tempo di qualche altra chiacchiera, arrivarono nel garage accanto al Raqs Bar, parcheggiarono ed entrarono poi nel locale.

“Buonasera Padron Shareef” disse rispettosamente Gaia entrando nel locale ancora senza clienti. Shareef le rispose perentoriamente senza ricambiare il saluto: “Vai in camerino a cambiarti per le prove, lì troverai anche Alessandra e Aisha. Rashida, poi, come d’accordo, provate in sala il primo spettacolo tutte e quattro, il secondo spettacolo, invece, lo proverai tu insieme a Gaia direttamente nel privè tanto Aisha sa cosa deve fare. Forza che non abbiamo un minuto da perdere”. Shareef valutò che non sarebbe stato il caso di far assistere Alessandra al secondo spettacolo, visto che non solo non era una schiava, ma non sapeva che le sue altre tre colleghe lo fossero”. Rashida rispose prontamente: “Certo Padrone, come desidera”.

Le prove erano filate senza intoppi e subito dopo era iniziata la serata vera e propria e tutto stava andando come previsto: gli ospiti del Raqs Bar mangiavano con soddisfazione le pietanze che venivano loro servite ai tavoli e la cena era allietata dalle musiche e, soprattutto, dalle danze delle quattro ballerine.

Verso la mezzanotte, il locale si era quasi completamente svuotato ad eccezione di alcuni clienti che stavano sorseggiando degli amari e fumando il narghilè. Entrò l’ospite orientale verso il quale Shareef si prodigò in salamelecchi, l’ospite fu accompagnato da Aisha nel privè e da Aisha stessa gli fu servito un cocktail di benvenuto. 

Dopo qualche minuto, Rashida entrò nel camerino e disse a Gaia: “Tesoro, è ora. Sopra il costume indossa quella cappa che ti coprirà per un maggiore effetto sorpresa nel privè”.

Rashida si fece precedere da Gaia: la guidava velocemente da dietro, attraverso la sala principale, quasi che Gaia fosse una sua prigioniera, e la condusse nel privè. In sala Alessandra vide la scena e le sembrò un po’ strana, anche se aveva notato il carattere autoritario di Shareef e la rudezza con la quale trattava i suoi dipendenti, e le altre danzatrici in particolare, e quindi non le dette molto peso anche perchè toccava a lei concludere la serata in sala danzando da sola per i pochi ospiti rimasti.

Entrarono nel privè dove Aisha stava servendo con deferenza un liquore all’ospite orientale, il tutto condito da sorrisi ammiccanti. Rashida e Aisha si scambiarono uno sguardo d’intesa e mentre Aisha fece partire la musica, Rashida sempre dietro a Gaia, le slaccio la cappa lasciando che l’ospite la ammirasse in tutto il suo splendore.

Le tre danzatrici si disposero per iniziare la danza secondo la coreografia prevista ed iniziarono. La danza proseguiva con grande soddisfazione dell’ospite orientale; ad un dato momento, Rashida fece un cenno con lo sguardo a Gaia, con la quale aveva concordato che sarebbe stato l’inizio della variante del loro numero. Gaia lo colse al volo, si posizionò davanti a Rashida con le braccia in alto, quando sentì lo sgancio del reggiseno abbassò le braccia a coprire il seno e impedire la caduta del reggiseno e continuando a danzare. Rashida sfilò il reggiseno da sotto le braccia di Gaia e lo gettò a terra. A quel punto la musica fu messa con un ritmo più forte e Rashida ed Aisha si muovevano intorno a Gaia chiedendo con le  movenze dei loro corpi, di lasciar andare le braccia e scoprirsi. Come da copione, Gaia si ritraeva, finchè Aisha e Rashida non le presero un polso a testa e, aprendole le braccia, ‘con la forza’ la ‘obbligarono’ a mostrare i suoi seni perfetti al loro unico spettatore, il quale alzando il bicchiere a mo’ di brindisi segnalò di aver molto gradito. La musica tornò più lenta e meno ritmata e per un paio di minuti riprese la danza.

La comunicazione fatta di sguardi d’intesa tra le tre danzatrici proseguì per un altro paio di minuti quando Rashida disse, sempre con gli occhi, a Gaia che il momento clou era giunto: Gaia posizionò le braccia distese ai due lati, accentuando il movimento del busto e, giocoforza, dei bei seni, come ad offrire allo spettatore tutta se stessa. Aisha le si avvicinò al fianco sinistro, dove la gonna di veli aveva un laccio annodato che univa, insieme al laccio dell’altro fianco i due lembi anteriore e posteriore che componevano la gonna, sciolse il nodo e Rashida la sfilò via dalla parte destra: Gaia continuò la danza girando anche su se stessa e dispiegando così all’estasiato ospite tutto lo splendore delle sue grazie. Anche le sue colleghe diedero il loro contributo ad innalzare il livello di sensualità dello spettacolo, slacciandosi e gettando via i rispettivi reggiseni. 

La coreografia, si accorse Gaia, non veniva più rispettata dalle sue colleghe, ma visto che erano arrivate quasi alla fine, non diede grande peso alla cosa.

Ma il motivo di questa variazione lo sentì tutto dopo qualche secondo sulla natica destra: un forte bruciore insieme all’inequivocabile suono di un colpo di frusta la lasciarono senza fiato. Era stata Aisha, che non vista da Gaia, aveva preso una delle fruste appese ad una parte e la aveva colpita. Gaia fu presa alla sprovvista – “Continua a danzare” le sibilò Aisha. L’altra frustata le giunse su una coscia da Rashida che impugnava una frusta simile e disse: “Hai sentito Aisha ? Continua a danzare, il nostro ospite ha il diritto di godersi lo spettacolo sino in fondo” – “Ragazze ma questo non era previsto e poi mi state colpendo troppo forte, mi lascerete dei segni” – “Forte ? questo è forte !!” disse Aisha colpendola per ben due volte: alla schiena e sull’altra natica. – “Aaahhhh !!” urlò Gaia. In quel momento entrò Shareef al quale Gaia si rivolse: “Padrone, questo non era concordato con lo Studio, la prego, faccia cessare queste frustate così violente !”. Gaia era una schiava bene addestrata e sapeva che sottrarsi ad una punizione o una tortura non era previsto nel rapporto schiava / Padrone, ma aveva anche capito che qualcosa non andava. Shareef le si avvicinò e presala per un braccio le sussurrò solo: “Il falco è atterrato sulla rocca”. Era la parola d’ordine per quella sera. Se veniva usata, in situazioni simili da un altro Padrone, significava che quel trattamento era stato concordato col Padrone della schiava e quest’ultima non poteva sottrarsi.

Gaia l’aveva memorizzata come suo dovere e rispose solo: “Mi scusi Padrone sono a sua completa disposizione”. – “Riprendete la danza !” ordinò Shareef alle sue due schiave. Aisha e Rashida non si fecero pregare e, ad un ritmo sempre più incalzante iniziarono a colpire Gaia con le frustate: schiena, natiche cosce davanti e dietro, pancia e, per fortuna con meno intensità, ma sempre in modo da provocarle dolore, anche sul seno. I colpi erano fortissimi, non solo le stavano lasciando dei segni ma in alcuni punti le stava anche uscendo il sangue. Poi Rashida, su ordine di Shareef consegnò la frusta all’ospite orientale, il quale, preso dall’eccitazione e non sapendo usarla iniziò a colpire Gaia senza criterio. Gaia cadde a terra sfinita dalla sofferenza. Solo per un riflesso condizionato riuscì a frapporre un suo braccio tra la frusta e il suo viso. “Non può essere questo un ordine dello Studio” pensò “non può assolutamente esserlo e devo fare qualcosa o questo tizio mi ferirà seriamente o mi lascerà dei segni a vita o anche peggio ! Nel contratto di schiavitù non sono di certo previsti trattamenti disumani o invalidanti o che lascino tracce o segni o ferite permanenti”. Rashida, alla vista di Gaia sfinita e ferita a terra disse: “Padrone, scusa ma così rischiamo di farle troppo male e di metterci nei guai !”. Anche Shareef, preso dall’eccitazione, non le diede retta e anzi disse ad Aisha: “Continua ! Ci sono parti del corpo su cui è stata frustata troppo poco !”. Gaia fece appello alle forze residue e al suo istinto di sopravvivenza. Si tirò su e a testa bassa, senza neanche guardare, raggiunse la porta del privè, l’aprì e corse urlando “Aiuto !” verso il camerino dove aveva il cellulare. Alessandra, vedendola correre completamente nuda, sconvolta e ferita smise di danzare anche per l’ultimo tavolo di ospiti rimasto ed urlò: “Oddio ma che succede ?!?”. Gaia riuscì a raggiungere il camerino e a comporre dal suo cellulare il numero di emergenza del centralino dello Studio: non serviva parlare, bastava chiamare il numero in memoria al primo posto della rubrica e una richiesta di aiuto veniva reinoltrata automaticamente dal centralino su tutti i numeri dell’ufficio. Era una misura di sicurezza pensata da Paolo per le sue schiave quando si trovavano fuori.

Shareef aveva chiesto a due suoi camerieri di dargli una mano, e inseguì Gaia nel camerino che non aveva porta ma solo una tenda, la trascinò fuori ed avrebbe voluto costringerla a riprendere lo spettacolo. In quel momento entrò di corsa Paolo, seguito da Sergio, il suo amico di Milano, il quale aveva anticipato a sorpresa di un paio di giorni il suo arrivo a Roma. Paolo, per festeggiare l’amico, aveva deciso quella sera di uscire e portarlo a vedere l’esibizione di Gaia. Con loro c’erano anche Flaminia, Claudia e Francesca, quest’ultima  una delle sue tre amanti. L’allarme ricevuto da Gaia, li raggiunse sulla strada tra il garage, dove avevano parcheggiato il pulmino, e il locale. Accelerarono il passo quasi correndo e, i due uomini per primi, seguiti a pochi passi dalle tre donne, fecero letteralmente irruzione nel Raqs Bar. “Lasciala immediatamente !!” urlò Paolo a Shareef, il quale, per tutta risposta gli si avventò contro colpendolo con un pugno in pieno viso. Paolo provò a schivarlo ma ci riuscì solo parzialmente. Il successivo stava per arrivare. In quei pochi secondi fece appello alle poche cose imparate negli anni qua e là nei corsi di boxe e di difesa personale, respirò, fece scivolare il colpo dell’avversario su un braccio e gli diede un calcio su una rotula per farlo sbilanciare e cadere a terra. Funzionò. Sì, funzionò alla perfezione soprattutto quando Claudia, per completare l’opera iniziata dal Padrone, colpì un secondo dopo Shareef da dietro con una sedia e gliela spaccò letteralmente in testa e mettendolo fuori combattimento. Gli altri due si erano avventati su Sergio, il quale la carriera nell’Esercito l’aveva proseguita e di certo non dietro ad una scrivania: il primo aggressore lo stese con un solo colpo ben assestato, al secondo fece in modo decisamente più efficace quello che Paolo aveva pensato per Shareef e lo atterrò. Avevano ripreso il controllo della situazione, fatta eccezione per un quarto tizio che, uscito dalla cucina e  armato di un coltellaccio, prese la rincorsa alle spalle di Sergio. Rashida gli fece uno sgambetto e il tizio precipitò a terra. Subito dopo ci fu l’accadimento che nei ricordi di quella serata instillò in tutti i presenti un dubbio: fu lo schiacciamento, operato da Francesca col tacco 10 del suo stivale, della mano del tizio che stava per riprendere il coltello, o la sediata infertagli, stavolta, sicuramente con più grazia e più classe di Claudia, ma in maniera altrettanto efficace, da Flaminia a farlo definitivamente desistere ? Ai posteri, come di prammatica, spetterà l’ardua sentenza. Anche Alessandra che era spaventata dalla rissa e, fino ad allora, era rimasta paralizzata dal terrore, si schierò in uno dei due campi contrapposti e, anche solo per istinto, scelse quello di Gaia: mise un piede sul manico del coltello e lo spinse con forza lontano dal quarto sgherro a terra, facendo finire l’arma sotto ad una pesantissima credenza in modo da renderla irrecuperabile nell’immediato.

“Prendete delle tovaglie e legateli !” disse Sergio a Paolo, estendendo l’ordine perentorio anche alle tre donne che erano con loro. Sergio aveva preso il comando della situazione, un po’ per deformazione professionale, un po’ perché era il più lucido essendo abituato all’uso della forza. Gli ospiti del tavolo erano scappati via, Aisha si era rifugiata nel privè insieme al tizio orientale e da lì avevano assistito alla rissa.

“Francesca, amore, presto vai con Flaminia a prendere il pulmino e portalo qui davanti !” disse Paolo concitato, lanciandole le chiavi. Francesca le prese al volo e disse “Dai Flami svelta !”. Le due donne uscirono dal locale.

“Gaia, tesoro come stai ?” le chiese Paolo. “Padrone mi brucia ovunque e mi sento debole”. Sergio disse a Rashida: “Ehi tu ! C’è un posto pulito dove farla stendere ? Prendimi il kit del pronto soccorso, ce ne dovrebbe essere uno !”. – “Sì da questa parte c’è un posto dove sdraiarsi” disse Rashida – “Il kit del pronto soccorso lo prendo io !” disse Alessandra. Le pulirono, disinfettarono e bendarono le ferite meglio che fosse possibile in quelle condizioni, poi Paolo disse: “Gaia devi farti forza, dobbiamo portarti via e andare da un medico. Dove sono le tue cose ?” – “Sono da questa parte” disse Alessandra mentre si stava togliendo il costume e si stava rivestendo in fretta e furia. Vi aiuto a mettere insieme le cose di Gaia”. Paolo guardò Gaia con aria interrogativa come a dire “Ma questa chi è ? Ci possiamo fidare ?”. Gaia, avendo capito al volo, annuì. Paolo disse, anzi ordinò, ad Alessandra: “Prendi le cose di Gaia, mettile in una tovaglia annodata se necessario e sbrigati, potrebbero arrivare i rinforzi di quel verme”. Gaia disse: “Padrone, Alessandra non c’entra con quello che è successo, portiamola via con noi, starà più al sicuro”. Rashida disse: “Gaia ti prego, dì al tuo Padrone se posso venire anche io, vi ho aiutato e Padron Shareef non mi perdonerà mai, me la farà pagare cara !”. Paolo che aveva sentito disse: “Sergio che ne dici ? La controlli tu ?” Sergio annuì e Paolo rivolto a Rashida: “Va bene ma sbrigati a cambiarti, non posso farti girare per Roma in topless”.

Tornarono in sala e trovarono Aisha con le braccia legate dietro la schiena da Francesca; Claudia aveva legato l’ospite orientale insieme agli altri. 

“Flaminia è qui fuori sul pulmino col motore acceso, presto andiamo !” disse Francesca. – “Un momento” disse Paolo riferendosi ad Aisha “questi vermi da quello che Claudia mi ha appena riferito, stanno dando la colpa a lei di quanto è successo. Non ci credo perchè è una schiava ma prima o poi si libereranno e  potrebbero convincerla a negare quanto accaduto e ad insabbiare tutto, per cui direi di portarla con noi. Francesca, insieme a Claudia portala al volo di là, falle prendere tutte le sue cose e cerca di coprirla come puoi, non c’è tempo di farla rivestire. Ma tenetele le braccia legate dietro la schiena”. Fatta prigioniera Aisha, e fatta sommariamente rivestire con la cappa che era stata usata prima per Gaia, si precipitarono fuori e salirono sul pulmino con Flaminia già seduta al posto di guida, Paolo e Francesca davanti, sui posti di mezzo fecero distendere Gaia con Claudia che le reggeva la testa, mentre Sergio con Alessandra e Rashida sedeva nell’ultima fila. Senza farsi vedere dai rari passanti e senza troppe formalità prima di salire avevano senza troppi complimenti fatto distendere Aisha nel vano bagagli ordinandole di stare sdraiata, muta e ferma o le avrebbero fatto quello che lei aveva fatto a Gaia (quest’ultima affermazione era una bugia, ma serviva in quel momento per non avere contrattempi). Paolo disse: “Flami intanto allontaniamoci da qui, vai verso piazza Re di Roma, poi imbocca l’Appia verso fuori Roma e non ti fermare finchè non te lo ordino”. – “Sì Padrone” rispose Flaminia ingranando la prima e segnalando con la freccia sinistra la partenza del mezzo agli altri utenti della strada. “Amore e adesso ?” chiese preoccupata Francesca – “E adesso” disse Paolo “andiamo dal medico del Club. Sergio controlla quelle due là in fondo e l’altra nel bagagliaio, le abbiamo appena conosciute e non voglio altre sorprese per stasera”. – “Certo !” rispose prontamente Sergio. Paolo prese il telefono e compose un numero direttamente dalla tastiera e disse: “Mike-Alpha-Victor-2-6-0-4 richiedo assistenza per codice 9, ripeto richiedo assistenza per codice 9. D’accordo stiamo arrivando con 3 NC, forse 2. D’accordo, provvedo immediatamente”. Chiuse la conversazione e rivolto all’affascinante guidatrice disse: “Flaminia, appena puoi accosta il pulmino. Sergio, l’assistenza medica di cui Gaia necessita le può essere data subito in un centro ad elevata sicurezza e ad accesso ristretto, per cui tu e le due danzatrici che siedono con te dovete tornare allo Studio. Prendete un taxi. Claudia, vai anche tu e una volta arrivati assegna a ciascuno una delle stanze libere, per stanotte possiamo ospitare anche le due ragazze ma tenetele d’occhio. Francesca, tu passa dietro e occupati di Gaia, mentre la danzatrice nel bagagliaio può rimanere dov’è”. Fatti sbarcare i quattro passeggeri, Paolo ordinò a Flaminia di riprendere la marcia sino alla sede del Club dove era disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 un’equipe sanitaria di pronto soccorso composta da un medico e da una infermiera.

Appena arrivarono Gaia fu fatta stendere su un lettino e la dottoressa in turno, che si chiamava Monica e che era una vecchia conoscenza di Paolo chiese: “Ciao Paolo, ciao Francesca, cosa è successo ?”. Le raccontarono l’accaduto mentre Monica iniziò subito a rimuovere le bende e a vedere meglio da vicino i vari segni e ferite. Le lavò e le disinfettò e poi mise delle garze. La visitò. Poi rivolta a Paolo: “La cosa migliore è che adesso riposi e quindi resti qui stanotte e anche qualche giorno se necessario. E’ presto per dirti se resteranno dei segni permanenti oppure no, comunque per il resto sta sostanzialmente bene. Certo è in stato di leggero choc e ancora un po’ agitata ma credo che non sia niente di più che qualche giorno di riposo non possa curare. A proposito, ma vedo che hai un bel segno anche tu all’occhio sinistro, vuoi che ti dia uno sguardo ?”. – “Sì grazie” disse Paolo. Monica lo invitò ad entrare nel suo studio dove rimasero soli. Paolo aggiunse: “comunque sta messo peggio il mio orgoglio, se non fosse stato per il mio amico e, per dirla tutta, anche di Francesca e delle mie schiave non so se sarei qui a raccontartela”. – “Beh” disse Monica “sulle tue doti di lottatore non entro in merito, ma conosco poche persone che hanno un amico, un’amante e, forse soprattutto, delle schiave pronti a gettarsi in una rissa per la salvaguardia del loro amico / amante / Padrone. Di questo, stanne certo, ne puoi assolutamente essere fiero”. – “Grazie Monica” disse Paolo “le tue parole mi sono sempre state di grande aiuto, ma perchè poi abbiamo smesso di frequentarci ?!?” – “E che ne so” disse Monica con una punta di divertita irritazione “tu stai sempre a lavorare o a giocare con le tue innumerevoli schiave, io sto sempre qui dentro…..vabbè comunque ci siamo entrambi sbagliati, evidentemente !”. Entrambi risero, poi Monica aggiunse: “Dai vai che stai benissimo, torna dalle tue donne che ti aspettano. Gaia invece voglio tenerla in osservazione oggi e per un altro paio di giorni almeno; se ci fossero dei problemi la farò ricoverare in un ospedale. Non credo che ce ne saranno, ma non si sa mai. Ma voglio anche controllare l’evoluzione delle ferite e fargliele curare dall’infermiera. A proposito, l’altra, la ballerina che stava in topless e che hai portato legata, l’ha visitata al volo l’infermiera, le ho anche dato un’occhiata io e sta benissimo, le abbiamo solo dato un po’ di acqua ed è di là sorvegliata dalle ragazze della sicurezza. Le abbiamo tolto i pochi vestiti che indossava ed è stata ammanettata nuda, che devo fare ?” Paolo disse: “Al momento è una schiava con un Padrone che non può occuparsi di lei per cui è una schiava vagante e pertanto per il Club occuparsene è un dovere. Visto che ha tenuto un comportamento violento, me la puoi tenere sotto custodia sino a stasera, massimo domani, quando la vengo a prendere o ti faccio sapere le disposizioni del Club ?” – “Certo Paolo, per te questo ed altro” disse Monica con aria complice.

Francesca e Flaminia lo aspettavano fuori. Anche loro erano distrutte: la faccia stanca e il trucco sfatto, avrebbero solo voluto dormire. Presero un caffè, dissero a Gaia che qualcuno sarebbe tornato dallo Studio a farle compagnia nel pomeriggio e, risaliti sul pulmino, stavolta con Paolo alla guida, tornarono a casa.

Quando entrarono, verso le 9:30, l’attività lavorativa era già in fermento e Clara e Serena li accolsero preoccupate di quanto accaduto ma anche sollevate vedendoli sì stravolti, ma sostanzialmente in buona salute. Clara disse: “Sergio e Claudia ci hanno raccontato tutto: come sta Gaia ?”. Paolo rispose: “Sta tutto sommato bene, è trattenuta in osservazione alla clinica del Club. Oggi pomeriggio decidiamo chi va a farle compagnia. Anzi stabiliamo dei turni, non voglio che stia troppo sola in clinica. Allora non perdiamo la calma: qui le cose come vanno ? Clara ma che ci fa Sergio alla scrivania di Gaia ?!?”. – “Ma no niente” disse Clara “Si è offerto di darci una mano perchè ci ha visto in difficoltà con due elementi in meno: l’ho messo a rispondere al telefono, non è ovviamente esperto ma è molto diplomatico e per il momento ci sta aiutando a tenere botta in questo momento che siamo con l’acqua alla gola”. 

Paolo riprese: “Francesca tu pensi di andare al lavoro stamattina ? Vuoi che ti accompagni ?” Francesca rispose: “Ma no hai un casino da fare qui dentro, adesso chiamo e li avviso che non sto troppo bene e vado all’ora di pranzo”. Paolo riprese a dare ordini: “Flaminia tu fila a letto a dormire, per oggi sei esentata dal lavoro per tutto il giorno. Clara, Serena ma delle due nostre ospiti chi se ne sta occupando ?”. Serena disse: “Sono confinate in una stanza videosorvegliata, le sta tenendo d’occhio Sergio dal monitor della sua scrivania. Hai già dei progetti per loro ?”. Paolo rispose perentorio: “Oggi pomeriggio dobbiamo assolutamente riunirci tu, Clara ed io e fare il punto della situazione sia per lo Studio ma anche, e direi soprattutto, nei confronti del Club per quello che è successo stanotte”.

Paolo disse a Serena: “Sere adesso vado a fare una doccia e mi cambio, subito dopo porta nella mia stanza Alessandra che delle due danzatrici nostre ospiti è quella italiana”. Serena rispose: “Certo, intanto vado di là che oggi è peggio del solito, poi mi avvisi tu quando devo farlo ?”. Paolo annuì e si ritirò nella parte abitativa dell’appartamento.

Come d’accordo, dopo una mezz’ora, accompagnata da Serena e anche da Clara, Alessandra fu condotta nella stanza di Paolo. “Alessandra, prego siediti” esordì “sarai un po’ scombussolata come un po’ tutti noi dopo gli eventi di stanotte, immagino. Sere resta anche tu”. Alessandra, con tono concitato senza quasi neanche prendere fiato, iniziò: “Come sta Gaia ? Si è ripresa ? Sono gravi le sue ferite ? Sì io sto abbastanza bene. Beatrice, una delle ragazze che ho visto lavorare di là mi ha fatto fare una doccia e mi ha fornito un asciugamano e questa tuta. E grazie per avermi portata con voi ed ospitata: ero sconvolta e avrei avuto paura a restare allo Shanti con Shareef e i suoi uomini. Ma voi chi siete ? Un residence ? Uno studio professionale ? E poi perchè alcune di loro, tra cui Gaia ora che ci penso, ti chiamano ‘Padrone’ ? Anzi ora che mi ricordo anche Rashida ha chiamato ‘Padrone’ Shareef quando ha chiesto di essere portata via, mamma mia ma chi siete ?”. Alessandra era un fiume in piena, provava sentimenti contrastanti, faceva domande a raffica senza neanche aspettare le risposte. Paolo capì che la cosa principale era rassicurarla affinchè si calmasse: “Alessandra intanto ci tengo a dirti due cose. La prima è grazie perchè ieri sera comunque una piccola grande mano ce l’hai data: non mi è sfuggito il tuo calcio al coltello di quello squilibrato e grazie anche per l’aiuto subito dopo nel darci una mano a prenderci cura di Gaia la quale sì, sta decisamente meglio anche se non sappiamo se le ferite le lasceranno dei segni che, per essere eliminati, richiederanno futuri interventi di chirurgia plastica. Ma non è in pericolo di vita, è sempre rimasta cosciente e non ha nè ossa rotte e nè danni permanenti a parte l’incognita di cui ti ho detto che è più estetica che funzionale. E speriamo che tra qualche giorno torni qui a trascorrere il resto della convalescenza.

Per quanto riguarda la struttura che vedi, si tratta semplicemente di uno studio professionale di cui sono il titolare, alloggiato in questa metà di questo grande attico. L’altra metà è destinata ad abitazione. Alcune delle donne che hai conosciuto mi chiamano ‘Padrone’ perchè tra noi intercorre un rapporto di dominazione in cui loro rivestono il ruolo di schiave. La dominazione che preferisco è principalmente intellettuale anche se anche qui vengono erogate delle punizioni corporali che però mai e sottolineo mai potrebbero, hanno potuto o potranno mai provocare ferite, invalidità o peggio. Oltre che la mia attività lavorativa, quindi, questo Studio è anche il mio harem dove vivono alcune donne che mi amano in un rapporto paritario, altre che hanno deciso di appartenermi, le schiave, appunto, e per di più lavorano anche per me con un, peraltro, regolare contratto a norma di legge ricevendo una regolare retribuzione. Francesca e Clara sono mie amanti, Clara lavora anche qui per me; Serena è una dipendente libera, l’unica che non abita qui e tutte le altre sono schiave”. Dire che Alessandra fosse meravigliata era dire poco, non le sembrava concepibile che potesse esistere una tale organizzazione nel 2019, ma a quanto pare così stavano le cose. “E tu invece ?” proseguì Paolo “cosa fai di bello nella vita ? La danzatrice professionista oppure hai anche altre esperienze nel tuo curriculum ?”. Alessandra rispose: “La ballerina è una attività che pratico per passione e poichè, pare, che non sia proprio da buttare via, ne ho fatto una attività collaterale per arrotondare. So ballare anche bene il tango e anche altri generi ma la danza orientale e il tango sono i miei preferiti. Tre mesi fa ho perso il lavoro a causa di una ritrutturazione aziendale, ero impiegata nella reception di un grande albergo del centro, parlo correttamente inglese e francese perchè ho vissuto lunghi periodi all’estero prima di rientrare definitivamente in Italia tre anni fa. Sono originaria della Puglia e qui a Roma vivo in affitto in un appartamento con altre ragazze. Stavo, proprio in questi giorni, valutando di tornare a casa nella mia regione se non trovo un lavoro”. Paolo guardò fugacemente Clara e Serena le quali avevano già capito che a Paolo Alessandra interessava o come altra schiava o come altra impiegata libera o anche come altra impiegata-schiava. Alessandra aveva forse anche inconsciamente percepito questo interesse visto che aveva praticamente raccontato il suo curriculum vitae poc’anzi. Alessandra proseguì: “Ma questa storia della schiavitù è pazzesca ! Ma come è possibile ? Cioè tu hai il potere di obbligare qualcuno a fare qualcosa che non vuole ?”. – “Alessandra” replicò Paolo “Padrone e schiava si scelgono: una schiava decide di appartenere ad un Padrone, e quindi di cedere il controllo di una parte della propria vita ad un’altra persona ma sempre all’interno di regole ferree e precedentemente concordate. Se vuoi lo puoi chiamare contratto.” Alessandra disse: “Un contratto di schiavitù, quindi ?” – “Sì” rispose Paolo e aggiunse: “E’ meglio se ci chiariamo coi fatti. Beatrice vieni nella mia stanza insieme a Stella”. Non c’era ovviamente bisogno di aggiungere immediatamente e infatti dopo un attimo le due ragazze entrarono nella stanza. Paolo disse: “Stella subito dopo pranzo prendi una delle auto piccole e vai a trovare in clinica Gaia e resta con lei sino a dopocena. Ovviamente il Club sarà avvisato del tuo arrivo e della tua permanenza. Beatrice tu invece sei qui perchè ho bisogno di dare una dimostrazione del rapporto schiava / Padrone. Clara, amore, con che cosa possiamo mostrare ad Alessandra questo concetto nel modo più esaustivo ?” Clara: “Amore direi di andare sul classico, se sei d’accordo” Paolo: “Perfetto !”. Clara proseguì rivolta a Beatrice col tono come se le stesse facendo la carineria più grande del mondo: “Beatrice, tesoro, se conosco bene il tuo Padrone, ti ha chiamata qui affinchè tu mostri le tue grazie ora e in questa stanza. Spogliati completamente nuda, anche le scarpe e poi mettiti in posizione ‘uno’ ”. Beatrice eseguì immediatamente togliendo prima la giacca, poi la gonna, poi la camicetta, infine reggiseno e slip e le scarpe. Poi si mise a gambe leggermente divaricate, sulle punte dei piedi e con le braccia dietro la schiena in posizione parallela. Alessandra rimase a bocca aperta per la sorpresa (e anche l’eccitazione ma di quest’ultima sensazione ne prese coscienza in un secondo momento). “Bea basta così” disse Paolo “per tutto il giorno e sino all’ora di cena, pranzo compreso, resterai nuda. Torna alla tua scrivania”. Beatrice si rilassò prese i suoi vestiti e tornò al suo posto. Come sempre in questi casi, essere usata dal Padrone davanti ad estranei le provocava una forte eccitazione. Beatrice sperava di poter contenere gli effetti di questa eccitazione e di non lasciare tracce sulla sua sedia. Paolo aggiunse: “Stella torna anche tu al lavoro”. Poi rivolto ad Alessandra: “Come hai visto non c’è poi niente di così drammatico, sono dinamiche che si instaurano tra persone consenzienti. Beatrice potrebbe decidere di non essere più la mia schiava. Certo io potrei anche decidere di licenziarla e, inoltre, non potrebbe più vivere qui. Ma potrei anche decidere di continuare a farla lavorare qui come impiegata libera e quindi avrebbe una normalissima vita fuori dall’orario di lavoro. Certo dovrebbe comunque accettare la schiavitù delle sue colleghe. E’, come ti dicevo, il caso di Serena”. – “Sì ho visto…” disse ancora un po’ incredula Alessandra. 

Paolo proseguì: “Senti Alessandra, io non sono abituato a perdere tempo, qui a Studio anche quando tornerà Gaia avremo bisogno almeno di una risorsa in più. Tu sembri una ragazza in gamba e comunicativa e da quello che ci hai raccontato, anche piuttosto incline ad apprendere cose nuove e a fare nuove esperienze. In pratica, lo avrai capito, ti sto offrendo di fare un periodo lavorativo di prova qui. Diciamo tre mesi ? Alla fine decideremo insieme cosa fare. Che ne dici ?”. Alessandra aveva la testa piena di domande ma gliene uscì solo una: “OK, ma potrò lavorare coi vestiti addosso ?”. Paolo, Clara e Serena scoppiarono a ridere. “Questo lo vedremo” concluse Paolo “dipenderà anche molto da te. L’orario di lavoro è dalle 9 alle 18 con pausa tra le 13 e le 15. A volte si lavora anche il sabato. Non sei una schiava, ma se non sai dove andare puoi restare nella stanza per un paio di settimane, ma al massimo”. – “OK e come devo chiamarti ?” – “Semplicemente Paolo dandoci del tu, ma per tutti i dettagli parlerai con Serena che sarà la tua diretta referente. Sopra di lei c’è Clara e poi il sottoscritto. Con le altre tue colleghe, schiave o libere che siano, siete alla pari” rispose Paolo e continuò: “Bene, e adesso Serena porta di là Alessandra con te e inizia a farle vedere gli aspetti più semplici del lavoro. Clara, tu invece vai con Sergio nella stanza di Rashida, mettetela nuda, legatele le mani dietro la schiena e portatela qui da me”. – “Con piacere e credo, non solo mio ma anche di Sergio” disse Clara strizzando l’occhio a Paolo mentre usciva dalla stanza.

“Allora Rashida, la voglia che ho è quella di portarti di là, e lasciarti legata nelle mani delle colleghe e amiche di Gaia grazie alle quali, ne sono sicuro, passeresti un bel pomeriggio che ti ricorderesti per un pezzo. E quando finirebbero loro, inizieremmo noi. Ma forse, la punizione peggiore per te sarebbe riconsegnarti a quel verme di Shareef. Mi spieghi perchè avete ridotto così Gaia ?” E mentre glielo chiedeva, si era alzato, le aveva preso tra l’indice e il pollice un capezzolo e glielo strinse in modo da farle male. Male non malissimo, niente di terrificante ma un dolore acuto questo sì glielo provocò. Rashida emise una smorfia di dolore, e disse: “Padrone merito anche più di questo, ma la prego di credermi che sono pentita di quello che Padron Shareef mi ha costretto a fare alla sua schiava Gaia. Gaia è una ragazza bellissima e adorabile sono sinceramente pentita, la prego di credermi, poi mi punisca pure o mi faccia punire dalle sue schiave. Posso almeno sapere come sta Gaia ?”. Rashida era veramente e sinceramente dispiaciuta dell’accaduto, non a caso aveva tentato di far smettere le frustate anche se nessuno dei presenti lo sapeva. Ma aveva intuito, e anche dedotto da come si era preso cura di Gaia, che Paolo non era un padrone spietato e probabilmente le minacce più gravi erano un bluff e sperava che, nella situazione nella quale si trovava, la potesse aiutare. “Padrone” continuò Rashida “sia io che Aisha eravamo sotto costante minaccia di Padron Shareef, ci costringeva ad andare oltre i limiti concordati perchè ci diceva che se avessimo disobbedito se la sarebbe presa non solo con noi ma anche con i nostri familiari nel nostro paese d’origine, anche coi bambini”. Paolo riprese: “Gaia sta meglio e per fortuna non è in pericolo di vita. La tua testimonianza potrebbe servirmi quando sarò ascoltato dalla Presidenza del Club, il che avverrà a breve. Sino ad allora resterai in custodia dentro questo appartamento, farai tutto quello che ti verrà ordinato senza discutere, starai sempre nuda, senza eccezione alcuna, non potrai stare vestita neanche a tavola e sarai punita tutti i giorni sino a nuovo ordine per quello che hai fatto a Gaia. E adesso vai di là da Serena che chiamerai “Signora Serena” la quale ti darà degli ordini che dovrai eseguire come se venissero da me o da Padrona Clara, intesi ?”. Rashida rispose prontamente: “Certo Padrone !”.

Sergio la aiutò a tirarsi su dalla sedia e disse a Paolo: “Senti ma questa bella schiava la mandiamo di là con le braccia legate o gliele possiamo sciogliere adesso ?” – “Amore, scusa posso dire qualcosa anche io alla schiava ?” disse Clara “Certo Clara” disse Paolo. E Clara: “Sergio aspetta a slegarla. Allora tesoro il Padrone è stato sufficientemente chiaro vero ?”. Rashida annuì. “Scusa non ho sentito” disse Clara stringendole l’altro capezzolo sempre più forte. – “Sì Padrona” disse Rashida ricacciando in gola un urlo e respirando più a fondo per sopportare il dolore. Clara prosegui: “Bene, cara la nostra bella ballerina” e mentre glielo diceva le accarezzava entrambi i capezzoli “certo il Padrone o le altre schiave potrebbero farti passare dei brutti quarti d’ora…” e mentre le diceva questa frase le stava stringendo entrambi i capezzoli “ma ti assicuro che anche io conosco tanti bei sistemi per farti passare degli allegri pomeriggi se ti trovo a trasgredire anche una sola delle regole che ti abbiamo elencato poc’anzi o quelle che ti diranno le altre ragazze, ok ?” – “Sì Padrona….” Rashida aveva la voce rotta dal dolore anche perchè si stava imponendo di non urlare “…..sarò ubbidiente sempre e comunque”. – “Sarà molto, ma molto meglio per te” le sibilò Clara lasciando la presa sui capezzoli.

“Sergio, per favore, tu che sei quello che i nodi li ha fatti, adesso slegala” disse Paolo.

Non appena libera, Rashida uscì dalla stanza e andò a prendere ordini da Serena.

Sergio prese la parola: “Certo che siete stati severi…” Clara disse: “Sergio dobbiamo tenerla in pugno, abbiamo una estranea qui dentro, nel cuore del nostro lavoro e dei nostri affetti e non sappiamo chi è e quali vere intenzioni possa realmente avere…”.

Sergio replicò :“C’è però una cosa di cui ieri sera non vi siete accorti anche perchè Clara tu non c’eri e tu Paolo, come dire, avevi ricevuto un buffetto da Shareef ah ah ah !!”. – “Ma guardalo fa pure lo spiritoso, rigira il coltello nella piaga, bell’amico che sei !!” disse Paolo sciogliendosi in una risata alla quale si aggiunse di gusto anche Clara. – “E quale cosa ?” dissero all’unisono Clara e Paolo subito dopo. – “Beh” disse Sergio “me l’hanno confermato sia Francesca che Claudia e Flaminia: il terzo complice di Shareef, quello col coltello che mi stava arrivando alle spalle, non è caduto ma l’ha fatto inciampare Rashida con uno sgambetto. Quindi, per quanto mi riguarda, a me quella ragazza mi ha salvato la pelle ! Certo poi Francesca e Flaminia gli hanno dato il colpo di grazia e Alessandra ha fatto sparire quel coltellaccio”. 

Clara e Paolo si stupirono non poco di quanto aveva appena affermato Sergio il quale continuò: “D’altronde ci ha anche aiutato non poco nel medicare Gaia lì dentro al locale”. – “Sì anche questo è vero” disse Paolo “Però per il momento la punizione giornaliera resta: serve comunque a punirla delle frustate date a Gaia e fa sentire le mie schiave protette. Inoltre, così evitiamo pure che a qualcuna possa anche solo lontanamente venire l’idea di farsi giustizia da sola. Tra loro tendono a fare squadra e a proteggersi l’una con l’altra, per cui credo che saranno piuttosto incazzate con Rashida, non fosse altro che quanto è capitato a Gaia sarebbe potuto accadere a ciascuna di loro”.

Concluso il discorso, i tre uscirono dalla stanza e andarono verso la zona pranzo.

 

Per contattare l’autore: romaster0000@gmail.com

 

 

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