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Racconti 69Racconti Erotici Lesbo

Adriana va dalla massaggiatrice

By 26 Agosto 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Adriana si passò le mani sulle gambe e sulle braccia. L’ultima cosa che avrebbe voluto era presentarsi non perfettamente a posto all’appuntamento col tanto atteso massaggio settimanale. La massaggiatrice era Valeria la sua migliore amica d’infanzia e di studi.
Adriana sentì con piacere sotto le dita la dolce sensazione della pelle liscia. Si accarezzò le braccia e poi le sue mani scesero verso le gambe fino alle dita dei piedi, per poi risalire verso l’inguine anch’esso da pochi minuti depilato e un po’ irritato.
Aveva lasciato una sottile striscia rettangolare di peli proprio sopra la vulva. Le piaceva tenere quella striscetta perché quando si sgrillettava la sensazione dei peli la rassicurava e la faceva sentire donna matura.
Si osservò allo specchio e sorrise rassicurandosi e complimentandosi con se stessa per le form e del corpo che ancora erano belle e sode.
Nel guardarsi allo specchio pensò che secondo lei quella striscetta nera rendeva la sua figa molto provocante sia gli uomini che alle donne. Per rassicurarsi che fosse ancora una femmina si passò un dito nella fessura della figa, lo inzuppò nella vagina e lo tirò fuori umido di succhi. Se lo portò alle narici, lo annusò e lo avvolse con le labbra facendoselo andare avanti e indietro nella bocca gustandone il profumo ed il sapore. Ciò le causò un’eccitazione unica, molto particolare che si concretizzò nell’idea di farsi un ditalino.
Si mise sulla poltroncina della camera da letto, Pose le gambe sui braccioli divaricando le gambe. Con una mano teneva una gamba e con l’altra mano cominciò a sgrillettarsi. Il clitoride era gonfio e turgido e lei se lo scrollava con sempre più vigore.
Si fermò un attimo prima di venire nonostante la voglia irresistibile. Nonostante la forte tentazione preferì resistere e pensare all’idea di godere sotto il tocco sapiente e delicato delle mani di Valeria.
Le era successo molte volte di eccitarsi durante un massaggio, mentre Valeria esplorava le pieghe più intime del suo corpo e, qualche volta, senza averlo mai confessato a nessuno, era pure arrivata all’orgasmo.
L’idea di farsi fare da Valeria le aveva irrigidito i capezzoli, allungandoli. Bastava sfiorarli per avere sensazioni da far agitare tutto il corpo. Il livello di libidine si stava innalzando. Tutte le sue mosse, l’abbigliamento ed i pensieri erano finalizzati a Valeria che non le avrebbe negato un profondo e travolgente orgasmo.
Si chiedeva se l’amica avesse mai notato come a volte le si dava in maniera un po’ troppo audace. Il solo pensiero, ad esempio, di cosa potesse passare per la testa di Valeria quando lei le offriva, senza vergogna, il culo sperando che lo sguardo dell’altra si concentrasse rapito sul bocciolo palpitante la mandava in estasi. Si immaginava di vedere Valeria che le baciava la rosellina anale e lei che guardava l’amica farlo. Le piaceva vedere due donne amarsi. Le sarebbe piaciuto essere anche con un’altra donna e Valeria li a vederle durante l’amplesso. Si piaceva all’idea di essere una guardona, anche di se stessa.
Quante volte Adriana, presa da una smania irrefrenabile, sdraiata sulla pancia mentre Valeria la stava massaggiando, spingeva lo sfintere per mettere in evidenza il suo buco del culo!
Mentre spingeva, sperava che un dito di Valeria finisse, come per caso, a sfiorarle l’ano. Adriana godeva intimamente pensando all’amica che non poteva non vedere che il buchetto le si apriva e pulsava invocando la sua attenzione e le carezze che solo una donna può dare.
Adriana, che già indossava scarpe a tacco alto, si voltò di schiena e si piegò in avanti e guardandosi tra le gambe vide il culo allo specchio. Si passò un dito sull’ano rugoso titillandoselo e poi se lo infilò.
Era un bel culetto sodo con l’ano che spiccava prepotente tra le chiappe, un ano circondato dal largo alone scuro con i peli appena rasati. Certo non era il culo di una teenager ma era ancora molto bello.
Adriana non aveva mai avuto delle natiche sode a grandi da ciò ne derivava che il suo non era uno di quei culi con la spaccatura lunga e profonda. Infatti non c’era bisogno di allargarle le natiche per arrivare a vederle l’ano. Il solco tra le natiche era breve e si apriva subito sotto l’osso sacro senza lasciare niente all’immaginazione.
Era un culetto molto arrapante, uno di quei culi che se lo metti a pecorina ti regala un orifizio anale così pronunciato che la figa non la vedi neanche, uno di quei culi ‘tutto buco’ come diceva Franco, suo marito.
Adriana si mise ritta in piedi. Fantasticò di essere nuda come era adesso in mezzo a una folla di persone. L’idea la stava facendo sbordare senza toccarsi. Ormai il suo cervello ragionava solo in termini sessuali; tutto era fatto e realizzato per il sesso, per la sua figa.
Lei era dotata di un ano particolarmente sporgente e rugoso. Era un ano che piace molto agli uomini. Anche Franco suo marito gradiva questo particolare e lei non aveva mai disdegnato di essere inculata.
Con gli anni il suo buco di culo era diventato estremamente sensibile e godurioso e aveva acquisito sempre più carattere, a tal punto che anche un profano di penetrazioni anali non avrebbe avuto dubbi di trovarsi di fronte a un meraviglioso culo rotto, il culo rotto con cui Adriana, durante i suoi massaggi settimanali, cercava di provocare i desideri più perversi e libidinosi della sua migliore amica.

Adriana arrivò puntuale all’appuntamento. Suonò il campanello e dopo qualche secondo venne ad aprirle Roberta, la figlia di Valeria.
Roberta era una ragazza di ventitre anni coi capelli lunghi, lisci e scuri e gli occhi verdi, magra e ben proporzionata nelle forme del corpo. Il volto della ragazza era reso ancora più sbarazzino dai capelli raccolti in una coda di cavallo. Indossava una camicetta e una minigonna quadrettata.
– Ciao, Adriana. disse Roberta abbracciandola forte.
– Ciao, tesoro, che piacere vederti. Come stai? le chiese Adriana ricambiando l’abbraccio e subito scostandosi per ammirare la bellezza di quella ragazzina che aveva visto crescere.
– Bene, bene, e tu?
– Tutto bene, grazie…. e l’università? Non ti manca molto per finire, vero?
– Mi mancano quattro esami e poi finalmente discuto la tesi.
– Bravissima, davvero brava …. e poi ogni volta che ti vedo mi sembri più bella. .. Giuliano e ancora il tuo maschio?
– Sì.
– Anche lui è davvero un bel ragazzo.
Roberta le sorrise.
– E Valeria?” riprese Adriana,
– La mamma è dovuta uscire per delle commissioni urgenti
– Non mi dire che si è dimenticata del mio massaggio!
– No, no, non preoccuparti, mi ha detto che saresti venuta. Dovrebbe rientrare al massimo entro un’ora
– Ma io non ho tutto questo tempo. Tra poco più di un’ora ho una lezione a casa
– Nessun problema, te lo faccio io il massaggio
– Come?
– Sai, sono diventata bravina a fare massaggi. E’ da un po’ che mamma mi sta insegnando, e poi ho frequentato anche un corso. Qualche cliente adesso chiede di me espressamente. La signora Longhi, per esempio. La conosci?”
– Certo che la conosco, ma non sapevo che anche tu fossi una massaggiatrice
– E invece ho imparato alla grande e ormai sono quasi meglio di mamma. Scherzo!
Disse sorridendo Roberta
– E comunque vedrai che tra poco mamma sarà qui e se non sarai soddisfatta le dirò di non farti pagare nulla
– Valeria mi fa da sempre un prezzo speciale
– Lo so, lo so. Che dici, iniziamo?”
– Dai, andiamo.
Adriana seguì Roberta nella stanza attrezzata.
– Vuoi qualcosa da bere? Un’aranciata, un tè, una coca cola Le chiese Roberta,
– Mmm… un bicchiere d’acqua andrà benissimo, grazie.
Roberta allontanandosi disse
– Vado e torno… devo soltanto fare una telefonata altrimenti poi mi dimentico, ci metto un attimo, intanto puoi metterti comoda e sdraiarti
Adriana rimase lì un po’ frastornata dalla novità e dall’idea che fosse la figlia di Valeria a farle i massaggi.
L’idea di farsi fare il massaggio da questa ragazza la imbarazzava e la eccitava.
La ragazza l’aveva vista nuda ma un po’ di anni fa e nonostante il suo arrapamento era timorosa di mostrarsi a lei.
Adriana si tolse il reggiseno e tenne le mutandine. Le sembrava di essere troppo sfrontata e temeva di passare per una troia mettendosi nuda davanti a Roberta. La figa depilata forse sarebbe stata interpretata come un chiaro segnale sessuale.
Poi si sdraiò a pancia in su sul lettino.
Si infilò rapidamente un dito sotto gli slip, se lo passò nella figa e la sentì aperta e bagnata.
Sentì che era ancora in calore pensò che forse bisognava trovare una scusa per andarsene.
Fece appena in tempo a togliere il dito che arrivò Roberta.
– Ecco l’acqua” disse la ragazza.
Adriana si mise a sedere per bere e sentì che il sapore dell’acqua era buono, diverso dall’acqua che bevevo lei a casa. Sentiva un sapore leggermente dolciastro che le asciugava la gola e le faceva venire continuamente sete. Pensò che fosse il tipo di acqua
Roberta le aveva offerto anche due ottimi cioccolatini che mentre parlava li ingoiava in bocca uno dopo l’altro. I due dolcetti trattati erano stati trattati poco prima dalla ragazza con una sostanza in grado di allentare ogni freno inibitore. Era stata una idea di Valeria, da utilizzare all’occorrenza per scaldare l’ambiente.
Poi Adriana tornò a sdraiarsi.
– Adesso chiudi gli occhi e rilassati. disse Roberta accendendo lo stereo, “al resto penso io. Vedrai che non ti farò rimpiangere la tua migliore amica”
Adriana ubbidì. Chiuse gli occhi e rilassò la mente lasciandosi avvolgere dalla musica e dalle mani della figlia di Valeria.
“Lo sai che hai davvero un bel corpo?” le disse Roberta, “Se non ricordo male hai la stessa età di mamma…”
– Io e Valeria abbiamo fatto tutte le scuole insieme, dalle elementari fino all’università
Valeria replicò
– Hai delle gambe magnifiche,…. e che pelle liscia
Roberta versò un liquido oleoso sulla pancia e sulle gambe di Adriana per poter fare il massaggio che iniziò dai piedi risalendo poi lentamente lungo le gambe, il ventre, i seni, le spalle, le braccia, il collo, il viso.
Adriana si era abbandonata languidamente sotto le carezze esperte delle mani di quella ragazza. Non avrebbe immaginato di rilassarsi tanto in fretta. Una grande e piacevole calma si faceva strada dentro di lei. Era l’effetto dell’acqua e dei cioccolatini.
La voce di Roberta la sorprese mentre stava per addormentarsi.
– Adriana! Adriana!
– Sì !!”
– Adriana, scusa, posso toglierti gli slip?
– Come?… Gli slip?
-Sì, il tanga. Sarebbe meglio se lo togliessi. Con mamma le togli sempre
Senza aspettare il permesso di Adriana Roberta fece scivolare lungo le gambe della donna.
– Non so se…
Borbottava Adriana senza senso ormai senza freni inibitori.
– Oh, non pensarci il massaggio verrà ancora meglio. disse Roberta.
La ragazza notò subito l’estrema cura con cui era depilata la figa dell’amica di sua madre.
Adriana si sentiva svuotata e priva di forze. Le sembrava che i muscoli del suo corpo sfuggissero totalmente al suo controllo.
L’emozione del momento la paralizzava ed era come se nel suo intimo godesse nel sentirsi in balia di Roberta.
La ragazza le sfilò il tanga dai piedi lo allontanò.
Poi afferrò le caviglie della donna e in un attimo le sollevò le gambe verso l’alto spingendole un po’ all’indietro.
Con quel movimento la figa di Adriana si aprì e sotto la passera Roberta vide la bella rosa dell’ano di Adriana.
– Cosa fai? ebbe la forza di chiedere Adriana.
– Osservavo che sei depilata anche dietro. disse Roberta.
– Come dici?
– Ti radi anche il buco. Hai un gran buco.
Adriana sembrò tornare in sé.
– Mah! Roberta! Ti sembra il modo di……
– Su, su! siamo tra donne, no? la interruppe la ragazza, “Anch’io mi depilo, cosa credi?”
Detto questo, Roberta riabbassò le gambe di Adriana e si sganciò la gonna.
Immaginate la sorpresa di Adriana nel vedere che Roberta era nuda sotto la mini.
– Guarda! le disse la ragazza voltandosi e allargandosi le natiche.
Adriana era ammutolita e guardava attratta dalla visione delle parti intime della ragazza. Non riusciva a staccare lo sguardo dalle natiche di Roberta. Era troppo bella.
Pensava che era lì sdraiata su quel lettino e aveva davanti a sé la figlia della sua migliore amica che si teneva i glutei aperti per mostrarle il culo depilato.
Notò la forma delle pieghe dell’ano e ne dedusse che sembrava un orifizio molto avvezzo alle inculate.
– Visto? Anch’io mi depilo ma, non dirlo alla mamma, ma l’ho già preso nel culo.
Adriana, agitatissima, ma con una gran voglia in corpo, fece per alzarsi ma la sensazione di spossatezza tornò a impadronirsi di lei. Riuscì appena a muoversi per poi riabbandonarsi sul lettino.
– Adesso mettiti a pancia in giù” le disse Roberta voltandosi, “devo finire il massaggio…”
– Mi sento molto stanca. replicò Adriana
– Che succede?
– Non lo so. Non riesco quasi a muovermi.
– Dev’essere l’effetto del mio massaggio. E’ molto rilassante. Se non ce la fai a voltarti ti aiuto io
Così dicendo Roberta prima mise Adriana su un fianco e poi la girò sulla pancia.
– Vista così sei ancora più eccitante. Hai un culetto apertissimo e che bucone rugoso!!!”
Disse la ragazza avvicinando il nasino al solco delle natiche per sentire l’odore dell’ano sporgente della donna.
Adriana non ebbe la forza di replicare. Nonostante tutto sembrava concedersi a quella situazione. Tutto quello che aveva sognato avvenisse con Valeria stava avvenendo con sua figlia.
– Tra le chiappe hai un odore da vacca. Diceva Roberta dando leggeri colpi di lingua all’orifizio,
e continuò
– mmm…. hai un buco di culo che sa di sborra. Mi rimane il sapore sulla lingua… mmm… mmmm…”
Adriana era fuori di sé per l’eccitazione. La lingua della ragazza la mandava in estasi.
– Perché non fai pulsare l’ano come fai con mamma? continuò Roberta, “Mamma me l’ha detto, sai? Mi ha detto che non riesce a spiegarsi perché durante i suoi massaggi il tuo buco di culo palpita frenetico. Fallo anche adesso così mi eccito anch’io. Spingilo all’infuori mentre mi sgrilletto”
Adriana non resistette alla tentazione e spinse il buco come faceva con Valeria.
Roberta la guardava con uno sguardo intenso e ricco di piacere muovendo le dita sul clitoride – mmm… dai, così… continua… continua… mmm… si sta aprendo tutto… il tuo culo rotto si sta aprendo al massimo… mmmmm… spingi… dai, spingi…
Così dicendo, Roberta infilò un dito nella figa di Adriana. Lo estrasse bagnato bagnato e lo sfregò sull’ano carnoso e dilatato della donna prima di penetrare nel retto fino alla nocca.
“Mmmm… sto godendo…” diceva la ragazza, “ti chiavo il culo con il dito. Troia! Lo senti che ti sto chiamando nel culo? Ti piacerebbe un bel cazzo, vero? Mmm… ti inculando con il dito e godo… aaaah… mmmmm… godo… godoooo… GODOOOO…”
Anche Adriana fu travolta da un orgasmo che le tolse i sensi residui. Le sue gambe si irrigidirono, le dita dei suoi piedi si arricciarono e il suo sfintere anale si aprì ritmicamente intorno al dito di Roberta mentre la sua figa si allagava. Sbrodò sul lettino e restò li esausta. Si rilassò addormentandosi dove si trovava.
Adriana si riebbe nel momento in cui sentì i click ripetuti di una macchina fotografica.
Ancora rintontita, come appena uscita da un sogno, si voltò di scatto e si mise a sedere sul lettino. Si trovò di fronte Giulio, il ragazzo di Roberta, con in mano una macchina fotografica digitale. Adriana si coprì le tette e la figa come poteva e provò a dire qualcosa.
“Giulio… come ti permetti! Io… io… esci subito di qui…”
“Ho solo fatto qualche foto, signora …” disse lui, “ha proprio un gran bel culo”
“Ma come osi! Non sono mica una troia!”
“No, non lo è …..anzi se potesse mettersi a pecora, con la schiena inarcata e il culo bene in alto sarebbe perfetto…”
Roberta si era allontanata in un’altra stanza.
“ROBERTA!” gridò Adriana, “ROBERTA! ROBERTAAA!!!”
Roberta entrando nella stanza completamente nuda con le scarpe a tacco altissimo
– Fai come dice lui, Adriana! vedrai che saranno delle bellissime foto… il tuo buco di culo è praticamente già su internet da stasera… però ci serve qualche altro scatto.”
“ROBA DA MATTI!!!” urlò Adriana scendendo dal lettino, “fatemi andare via”
Giulio insistette
“Mi faccia fare solo qualche altro scatto e non metterò la sua faccia da pompinara su internet. In effetti, mentre lei era lì assopita, ho preso diverse foto di figa, ano e faccia. Vedrà che ce n’è una in cui la si vede con un bel vibratore messo nel culo… chissà cosa diranno i suoi amici!…. e poi mi ha detto Roberta che prima vi siete fatte una bella goduta insieme”
“Dai, Adriana!” la abbracciò Roberta, “il sonnifero che ti ho fatto bere ha fatto effetto. Mentre dormivi, io e Giulio abbiamo fatto un piccolo video in cui scopiamo. Mi sono anche fatta inculare. Adesso ho il buco quasi slabbrato come il tuo. Il video si conclude con me che gli faccio un pompino e lui che ti sborra sul buco del culo… e c’è anche una foto con te che hai il suo cazzo tutto in bocca”
Adriana si passò una mano sulle natiche.
“Vedi?” le fece Roberta, “hai ancora un po’ della sua sborra … e poi Giulio mi ha chiesto se poteva incularti, ma abbiamo aspettato che ti svegliassi perchè sarà più divertente per lui aprirti il culo mentre sei sveglia… e anche per te…”
Adriana, rassegnata e già tutta bagnata, si mise a quattro zampe sul pavimento lubrificandosi l’ano con lo sperma che aveva ancora sulle chiappe.
E Roberta le si mise di fronte.
“Vedrai che ti piacerà” le disse sussurrando la ragazza baciandola sulle labbra, “Non c’è nessuno che sa sfondare il culo come lui. Vedrai che Giulio ti riempirà il culo e ti lascerà un litro di sborra dentro”
La bocca di Adriana si aprì e le loro lingue si intrecciarono in un bacio saffico che dimostrava l’intensa voglia delle due donne.
Giulio scattò qualche foto di quel culo meraviglioso, poi si slacciò i pantaloni e appoggiò il cazzo già duro sull’ano violaceo e pulsante della donna.
Adriana non aspettava altro e non vedeva l’ora di essere riempita dal cazzo e dalla sborra.

Il ragazzo prese Adriana per le mani delicatamente con le mani facendole fare un giro per osservarla meglio prima di darle il suo sesso.

Adriana era ancora euforica per la situazione precedente che non avrebbe mai immaginato e tanto meno che fosse lei la protagonista.

Roberta continuava ad accarezzarla sensualmente sui fianchi e sulle mammelle, soffermandosi sui capezzoli che erano diventati rigidi e dritti. Quasi delle punte.

–          Come ti senti Adriana?” disse Roberta.

–          Mi sento arrapata e pronta come una vacca da monta. Devo essere impazzita, ma questa pazzia mi piace e la voglio fare. Non pensavo di essere così eccitante per me stessa. Sto colando sbroda come una ragazzina.

Allargando le gambe e guardandosi disse

–          Mi vedi?

–          Si, ti vedo. Mi lasci prendere la tua sbroda con le dita?                   Chiese Roberta

–          E’ quello che voglio. Il profumo che sto mandando dalla mia figa mi sta eccitando e resisto malamente. Se continuiamo così sarò costretta a farmi un ditalino.

Adriana era ancora sotto l’effetto dei cioccolatini trattati con la sostanza speciale che diminuiva il senso del pudore. Questo le consentiva di dire ciò che desiderava senza remore; quelle remore che l’avevano sempre bloccata nei rapporti con gli altri e che non aveva solo con Valeria.

Adriana non sapeva del trattamento fatto ai cioccolatini.

–          Vorrei essere chiavata e riempita in tutti i buchi che ho. Giulio tu vuoi farmi questo favore?

–          Certamente. Ti soddisferò mettendotelo anche in culo. Quando ti ho messo il dildo ti è piaciuto. Ora voglio gustarmi il tuo culo. Te lo infilerò nel retto e ti sentirai piena. Te lo voglio lasciare per allargarti bene prima di sborrarti dentro. Roberta di leccherà il grilletto così sarai più a tuo agio. Inizialmente lei filmerà tutto con la telecamera così poi guarderemo cosa abbiamo fatto.

Giulio ha continuato il suo discorso dicendo

–          Vorrei vederti fare un clistere. Roberta ti aiuterà a farlo. Lo hai ma fatto con tuo marito?

–          A dirti il vero non l’ho mai fatto però Valeria mi ha detto che è molto piacevole farlo e che si gode tanto.

–          Vieni in bagno, tesoro”. Disse Roberta prendendo per mano Adriana “ho tutta l’attrezzatura che usiamo sia io che mamma. Lo faccio spesso perché così sento meglio il cazzo di Giulio dentro.  Poi… vedrai che meraviglia!

Adriana si mosse con passi corti e sensuali, sculettando e sfregandosi come una gatta su Roberta.

Arrivati in bagno la ragazza le si mise di fronte e la baciò teneramente mettendole le mani a coppa per raccogliere le mammelle. Poi si strinse ad Adriana e le accarezzò le spalle, i fianchi e scese fino ai glutei andando ad esplorare lo stato dello sfintere con le dita.

Si allontanò e disse sorridendo con voce gentile e carica di significato sessuale

–           Ti puoi piegare un po’ in avanti?

–           sai che sono eccitata? Ho una voglia matta di avere qualcosa dentro. Mi sento in calore. Oggi con voi voglio essere porca.

–           E’ quello per cui siamo qui tutti e tre insieme.

Nel frattempo Roberta aveva preso da un armadietto un dildo collegato ad un tubicino ed una sacca di plastica.

–           Ora stai ferma e vedrai che ti sentirai piena. Giulio inizierà tra un attimo le riprese.

–           Oh Sii! Poi voglio vedermi sullo schermo con il dildo nel culo.

Roberta infilò il dildo delicatamente nel culo di Adriana.

–          Questo per te non è grosso. Sei abituata a prenderne di migliori, vero?

–          come lo sai?

–          Me lo ha detto mamma

–          Quanto pensi che siano grandi quelli che ho preso?

–          Dimmi tu che cosa ti hai messo dentro. Non essere timida. Mi piace sentirlo da te, siamo in confidenza e non ci devono essere segreti fra noi due. Ormai siamo amiche.

–          Tutto è iniziato un giorno quando tua madre mi stava leccando di là, in cucina. Ero inginocchiata sul tavolo e lei mi leccava sia il buco del culo sia la figa con un’unica passata. Visto che spingevo all’infuori il buchetto e che si era allargato perché abituata a prendere il cazzo di mio marito, lei mi ha messo a tradimento un piccolo cetriolo. Sul momento sono trasalita. In altre momenti avrei rifiutato ma in quel momento era quel che ci voleva. Avevo necessità come ora di essere sfondata. E’ stato un piacere unico, ineguagliabile. Da li è iniziata l’usanza di mettermi cetrioli fino anche melanzane. Valeria poi ha usato su di me, ed io su di lei, carote e candele di cera, sai! quelle a torciglione..

 

–          Ecco! Brava! E’ così che ci si confessa. Io l’ho preso perché Giulio me lo voleva far provare. Ero restia pensando al dolore di essere sfondata e pensavo che mai più avrei potuto essere chiavata in culo. Invece, come vedi, sono un’amante dell’inculata.

Adriana era ancora inchinata in avanti e Roberta le aveva infilato un pochino il dildo senza che se ne fosse accorta; questo dimostrava che Adriana aveva il culo aperto ed elastico ed inoltre era abituata ad aprirlo.

Il suo corpo era preda del piacere di sentirsi qualcosa dentro. Era piacevole sentire il dildo dentro il culo.

Roberta si mise fra le gambe e iniziò a leccarle la figa mentre Giulio filmava la scena.

Adriana si guardava allo specchio e si vedeva con il culo proteso all’indietro e le natiche semiaperte mentre quel paletto di lattice duro stava entrando inesorabilmente dentro. Tutto questo accadeva mentre Roberta non le dava tregua sui capezzoli.

Giulio disse

– Introducilo lentamente lo deve sentire tutto dentro. Deve sentirsi dilatare.

La donna si sentiva allargare da quel dildo che si faceva strada nel budello. Si sentiva aprire, squartare. Era la prima volta che si faceva fare un clistere davanti agli altri ma non era intimidita anzi si sentiva orgogliosa di averlo fatto e ne traeva tutto il piacere che ne derivava.

Quando sentì che il dildo era tutto dentro si sentì impalata. Era quello che desiderava fin dal momento del risveglio.

L’idea di essere impalata la faceva sentire ormai in preda al massimo piacere e si sentiva sensuale ed erotica.

–          mmmm…… che bello! Avrei voglia di quei cioccolatini che mi già hai offerto. Avevano un sapore speciale. Oggi mi voglio abbandonare alla lussuria.

–          Te li darò dopo che avremo finito. Giulio ora apri l’acqua.

Il ragazzo ha aperto il rubinetto e l’acqua è entrata lentamente nell’intestino di Adriana.

Il liquido tiepido iniziò a entrare lentamente nell’intestino. Adriana si sentì riempire ulteriormente perché aveva già dentro anche il dildo.

– Sto godendo tanto, sapete! Mi piace avere il dildo nell’intestino. Sono arrapata. – – Com’è il mio clito? Grosso vero? Me lo sento esplodere.

Tutte le sensazioni erano concentrate tra il culo e la figa.

Aveva voglia di fare la pipì; non ce la faceva a trattenersi.

Roberta le leccava la figa e soprattutto il grilletto.

Lo stimolo era incessante.

Per dare spazio a tutta quell’acqua che entrava comprimendo la vescica fece uno zampillo giallo.

–          scusami, tesoro, non volevo … Ti è piaciuta?

–          Molto buona la tua pipì. Me ne dai un altro poco? Ha un buon sapore. Disse Roberta che aveva ricevuto lo spruzzo direttamente nella bocca.

Ora Adriana si sentiva piena ed il ventre le faceva un po’ male. Mugolava di dolore e piacere mentre quell’acqua continuava a entrare nel corpo e la gonfiava.

Era al limite della sopportazione; fece per raddrizzarsi ma Roberta la bloccò. Ora la donna mugolava e si lamentava. Sentiva la mano della ragazza scorrere vellutatamene sul ventre ormai teso.

Era piena d’acqua. Roberta passandomi la mano sul ventre disse

– Sei piena come una vacca incinta…sei proprio un animale da monta e sei pronta a farti montare?

Adriana a quel punto non capì più niente. Il lavoro svolto dalla lingua di Roberta, le parole che aveva appena sentito, il fatto che Giulio la stesse filmando nel momento di maggiore intimità le stavano creando delle contrazioni in tutto il corpo.

Ormai le sue mani non potevano stare ferme; correvano sul ventre teso e si erano andata a fermare sul pube. Non potevano scendere più giù perché della figa era padrona Roberta.

Un esplosione di piacere la travolse; dolore e piacere. Non capiva più niente. Si era immedesimata ad una vacca. Parole insensate e gemiti sempre più forti si spandevano nel bagno ed infine il rantolo dato da un orgasmo fantasmagorico la travolse. Era il piacere, niente altro che piacere dato da quella situazione.

Era andata per un “massaggio” dalla sua cara amica e ora si trovavo riempita d’acqua mentre un uomo la stava riprendendo come una pornostar ed una ragazza molto bella la masturbava e beveva la sua pipì.

Si sentiva una bestia da monta. Le piaceva, si detestava ma non voleva che il momento finisse. Si accorse che non ne poteva fare a meno.

Roberta prese in mano la cannula grossa del clistere che le entrava nel culo, la fece roteare lentamente in modo che lei sentisse acuite tutte le sensazioni che le provocava.

Era tutta uno spasmo, tutta un brivido incontrollabile; ormai era un otre pieno d’acqua e lo stimolo era oltre ogni limite.

Per lei fu un delirio, era piena, si sentiva esplodere, doveva defecare e non poteva perchè era tappata da un cazzo teso e duro, gonfio fino all’estremo. A lei ora non interessava, era stravolta dal piacere e quasi in maniera automatica abbassò il suo busto fino a toccare terra tenendo il culo sollevato ed esposto alla telecamera.

Roberta estrasse lentamente il dildo del clistere e i muscoli del suo sfintere ebbero uno sussulto. Si sedette sul water e evacuò l’acqua.

La sua rosa posteriore si richiuse immediatamente.

–          ora chiavatemi. Lo voglio. Voglio sentirmi piena nuovamente di qualcosa di vivo. Non resisto. Presto!

Giulio passò la videocamera a Roberta, tenne Adriana inchinata come quando le fu inserito il dildo.

Con le dita si lubrificò lo sfintere e un po’ del gel lo mise facilamnte con due dita all’interno.

Stavolta era il cazzo ad entrare.

Il sesso del ragazzo era lubrificato e scivolò duro e prepotente nell’intestino di Adriana. Lui la teneva per i fianchi. Adriana si era voltata per guardarlo in volto. Il suo era stravolto dalla libidine.

Roberta aveva avvicinato alla bocca due cioccolatini trattati che Adriana gradì molto.

–          mi hai imboccato come si fa ad una bestia. Ora mi sento tale. Vorrei un cazzo nella figa. Giulio mettimelo anche nella figa.

–          Eccomi anche davanti, mia bella troia. Ti piace, lo senti come ti apro? Vuoi che ti sborri nella figa? Hai il culo aperto. E’ roseo e bello. Ora ti metto tre dita dentro così te lo tengo aperto. Voglio sentire il mio cazzo nella figa in modo da toccarmelo con le dita da dentro il culo.

Giulio era la parossismo così come Adriana.

Roberta filmava tutto in presa diretta.

Adriana guardava si guardava intorno con sguardi languidi e piccoli gemiti di piacere mentre Giulio da dietro, incurante della presenza di Roberta e del fatto che stesse riprendendo l’azione, le mordeva l’orecchio e aumentava il ritmo delle spinte.

– è questo che volevi Adriana? Quante volte lo hai sognato allargandoti il culo da sola? Disse Giulio

Tra un gemito e l’altro Adriana rispose

–          – Siii! Sei stato tu a farmelo sognare, a volerlo, sono tutta vostra. Mi piace essere aperta da voi. Sfondami Giulio! Allargami il più possibile!

Roberta era anche lei al massimo dell’eccitazione. Colava dalla figa riprendendo Giulio e Adriana. Sospirava e gemeva contorcendosi sulle gambe.

Avrebbe voluto la sciare la telecamera per prendere parte anche lei alla goduria degli altri due. L’ambiente era saturo di ormoni e odori sessuali.

–          Lo senti come ce l’ho duro?”  le disse Giulio “senti quanto è grosso…. e tu volevi perderti questi piaceri della vita per quel pisellino che si ritrova tuo marito?

Roberta aggiunse

–          Non vedi che gode solo a vedersi scopata dagli altri

Adriana ascoltava incapace di proferire parola. Giulio aumentava sempre più la potenza dei suoi colpi ed ogni volta Roberta le ricordava quanto fosse troia.

–          fai sentire a Giulio quanto stai godendo. Digli quanto è più grosso di quello di tuo marito.

Adriana era capace di emettere solo alcuni gemiti di godimento.

Allora lui le morse animalescamente l’orecchio per obbligarla a parlare

– forza, foglio sentirti!.

e lei

– ohh siii! amore, il tuo è molto più grosso!

– Brava, ed ora dimmi che ora sei la mia troia!

e lei rispose

– mmm si, mmmm siiii è veroo! no… nooo…. siii  lo sono

Giulio tornò a morderle nuovamente l’orecchio sinistro.

Lei emise un gridolino di dolore, poi guardò negli occhi Roberta e disse

–          siiiiiiiiiii sono la sua troietta, amore!

–          Brava, così mi piaci, devi ubbidire a noi, da oggi farai tutto quello che vogliamo sia io sia Giulio, siamo intesi?

Questa volta senza un secondo di esitazione lei rispose prontamente quasi urlando “siiiiiiiiiiiiii” e in quell’attimo, prima uno e poi l’altro vennero in quella posizione con Giulio  che le sborrava nella figa.

Sono ritornata dalla mia amica estetista. Che cosa fosse accaduto in quelle casa non lo sapevo. Com’è che ho scopato e mi son lasciata fare un clistere ed anche fotografare?
Mi son meravigliata di me stessa ma l’idea di tornare li da Roberta e Giulio e fare sesso con loro è da due settimane un desiderio che sta crescendo dentro di me e non riesco a fare a meno di pensarci.
Il pensiero ed il ricordo di quel giorno ormai aveva cambiato le mie giornate e i miei desideri sessuali.
Non so quante volte mi sono ritirata in bagno ed in camera da letto per toccarmi e sgrilletrami perché il clitoride era sempre eccitato e mi dava sensazioni incredibili. Mi mettevo anche qualche dito nel buchetto posteriore. Mi chiedevo se fossi diventata ninfomane.
Non desideravo altro che vestirmi con abiti leggeri e qualche volta sono uscita di casa senza indossare slip sotto la gonna. L’aria fresca mi dava sensazioni meravigliose che aumentavano la voglia di fare sesso e soprattutto di mandare messaggi ormonali per dire: scopatemi, sono pronta, sono a vostra disposizione.
Nella mia mente i rapporti coniugali ormai erano saltati. Scopavo con mio marito, gli consentivo anche di farmelo mettere dietro, ma i miei pensieri erano sempre rivolti a quei due ragazzi che mi avevano fatto scoprire un nuovo modo di interpretare il sesso. Lui era molto sorpreso dalla mia voglia che dimostravo con la figa sempre bagnata e pronta ad essere riempita.
La mia figa colava a tutte le ore perché la voglia di sesso era perenne.
Una mattina, dopo che tutti sono usciti di casa ed ormai al limite della resistenza, ho chiamato per telefono la mia amica estetista che mi ha salutato con estusiamo e tanta felicità dicendomi di andare da lei immediatamente che così avremmo potuto parlare di tante cose e vedere delle cose carine oltre al piacere di stare un po’ insieme.
Non me lo feci dire due volte lasciando tutto il da fare casalingo. Speravo di trovare Giulio e Roberta. Le mie lezioni e tutto il resto erano l’ultimo pensiero.
Ad aprirmi la porta fu proprio lei Valeria, la mia amica estetista. Era vestita con una bella gonna chiara di tessuto leggero ed una camicetta bianca senza maniche aperta sul davanti. L’apertura lasciava vedere la profonda insenatura tra le due mammelle; questo indicava che non indossava reggiseno.
“Come stai? Non ti sei più fatta sentire, ne vedere! Tutto bene?” mi disse abbraciandomi e stringendomi a lei.
“si, tutto meravigliosamente bene, grazie!
“Fermati un attimo, Adriana, fatti vedere. Sei meravigliosa; come mai? Ci sono novità che io non so ancora?”
Ebbi un attimo di esitazione. Avrei voluto dire che ero sempre in calore e che non aspettavo altro che andare da lei per farmi toccare la figa e godere con la figlia ed il suo fidanzato.
Lei si accorse del mio attimo di riflessione.
“Vieni qui” disse prendendomi per mano e accostandosi a me come mai avava fatto prima.
Mi fece tanti complimenti per la bellezza che lei vedeva in me. Debbo confessare che ne ero lusingata e che anche lei era bella e affascinante con il vestito che indossava.
Nel frattempo mi carezzava le braccia e le gambe mentre mi parlava ma io non capivo niente; mi godevo ciò che lei mi faceva.
In un attimo mi ritrovai con le sue braccia sulle mie ed anche le sue labbra.
Ero stravolta. Non aspettavo altro. Volevo fare sesso con chiunque e farlo con lei nella casa dove ero stata scopata, ed anche di più, era per me il top della goduria.
Allungai la mia lingua nella bocca di Valeria che gradì moltissimo e altrettanto fece lei con la lingua che andò ad esplorare la mia. Succhiai la sua lingua come fosse un dolce. La mia figa già calda chiedeva solo di essere presa in considerazione.
Sotto al gonna non avevo intimo e non avevo indossato reggiseno. I miei capezzoli erano già turgidi e li spinsi contro Valeria affinchè capisse che volevo essere sua.
Ci baciammo per non so quanto tempo. Le mani reciprocamente esplorarono i nostri corpi e le sensazione che ne derivarono aumentarono la mia eccitazione tanto che inizia ad ansimare.
Valeria andò sotto la mia gonna a verificare con le mani lo stato della mia figa: era calda e umidissima. Sentivo il profumo erotico particolare e caratteristico dei miei liquidi che sgorgavano abbondanti come ormai da giorni.
Il tocco delle sue dita mi fece andare ancora di più su di giri. Aprii le gambe e così lei scoprì che il mio sesso era nudo. La sua lingua continuava le evoluzioni sulla mia accompagnate anche da gemiti d’amore e di goduria.
Mi ritrovai con le sue dita intrise dei miei umori vaginali sulle mie labbra e le succhiai gradevolmente.
“Adriana eri venuta per la depilazione del pube?”
“beh! Ora te lo posso dire con sincerità: sono venuta per essere toccata sul grilletto che da giorni è eccitato e non riesco a calmarlo”
Scostandosi un po’ da me Valeria disse “Vieni di là che staremo più comode” e si avviò verso la sua camera matrimoniale.
La situazione si era svolta nell’ingresso soggiorno. Nell’avviarci verso la sua camera vidi dei cioccolatini su un piato d’argento ed esclamai
“ hai cioccolatini in ogni parte della casa. Ti sei, per caso, fatta un pasticcere?”
“Si, ho uno spasimante pasticcere e mi sa che prima o poi dovrò ‘dargliela’. In fin dei conti non è male come uomo”. Valeria era divorziata da più di dieci anni e, da voci che circolavano, si sapeva che aveva degli amanti, non molti ma sempre dei bei uomini.
“Ne gradisci uno?”
“No, mi fanno ingrassare”
“Ma questi sono veramente speciali. Posso garantirtelo” rispose Valeria che nel frattempo ne aveva avvicinato uno alle mie labbra. “ in camera ne ho altri di sapore diverso che a me piacciono in modo particolare”
“mi stai facendo mangiare queste meraviglie e poi se ingrasso come faccio?” dissi
“A me le donne ossute piacciono poco, preferisco quelle con un po’ di carne. Sai quando depilo le donne magre mi sa sempre di dover toccare qualcosa di delicato pronto a rompersi. Tu invece sei perfetta, quindi quattro cioccolatini che ti fanno? … e poi tuo marito non ti fa faticare?”
Il sapore dei cioccolatini era veramente speciale e per godermeli meglio ne presi anche una altro che morsicai mentre ci avviavamo alla camera. Nel breve tragitto si sentiva il rimore dei tacchi della padrona di casa che erano altri 10 centimetri e la rendevano più alta di me. Le scarpe erano dei sandali di colore rosso fuoco allacciati con una fascetta di pelle sopra la caviglia e non avevano zeppa.
“Come vedi cara Adriana qui c’è il mio campo di battaglia. Qui amo e soffro. Qui mi do piacere e ne offro”
La stanza era bella e sulle sedie e poltroncine c’erano molti capi di lingerie costosissima. Valeria si avvicinò dopo aver sollevato la serranda per far entrare la luce del sole offuscata appena da una tenda di seta a fiori molto preziosa. Allungò la mano e mi diede da gustare un altro cioccolatino. Il sapore era diverso dai precedenti e debbo dire che il gusto era veramente superlativo. Valeria mi baciò sulle labbra poggiando il suo ventre contro il mio.
“ Ti piacciono, vero?”
“si, ottimi”
“Gusta questo” disse infilandone un altro tra le mie labbra “ ora siediti dove vuoi”
E continuando disse “cambiamo argomento. Ho sentito con le mani che sei depilata bene. Te lo sei fatta da sola?”
“già, da sola. Te l’ho detto che sono in calore e non riesco a fermarmi. Mi piace avere la figa liscia e nuda. Quando mi sgrilletto la sensazione della pelle liscia mi fa godere di più”
“quante volte ti sei fatta?” mi chiese la mia amica
“quattro ed anche cinque volte al giorno e poi anche di notte, mentre Mario mi monta, godo come una porcellina”
“Bene! Lo sai che anche io lo faccio non meno di tre volte al giorno e mi paice essere vista e pensata nuda. La mia figa è sempre ben depilata così come tra le natiche” dicendo queste parole Valeria si denudò togliendosi la camicetta e la gonna. Non indossava biancheria intima e quindi le sue scarpe erano il solo oggetto che indossava.
Mi sedetti sul letto e lei girava per la camera nuda prendendo la lingerie e provandola senza fissarla al corpo ma solo presentandola e chiedendomi un parere.
Più passava il tempo e più mi sentivo strana. Era una sensazione piacevolissima. Mi stava prendendo un leggero torpore ed avrei voluto stendermi sul letto. Il desiderio di essere scopata continuava e nella mente ritornò il ricordo di Roberta (figlia di Valeria) e di Giulio, suo fidanzato. Speravo che rientrassero a casa. In tal caso avrei chiesto a loro di essere scopata anche davanti alla mia amica. Ormai la voglia era tale che qualunque freno inibitore era rotto e mi sarei fatta montare come una bestia; volevo avere un mega orgasmo con i miei amanti.
“perché non provi anche tu ad indossare questi capi?” mi chiese la mia estetista-amica.
“proprio lo vuoi?” risposi
“sarebbe bello vederti e poi una come te merita queste cose” controbattè
Mi spogliai molto rapidamente lasciando cadere i vestiti, pochissimi, e mi tolsi anche le scarpe.
“prima di indossare questa lingerie indossa questi sandali da schiava. Hanno il tacco alto e ti slanceranno parecchio. Hanno il tacco alto da 12 e ti sentirai tirare un po’ i polpacci ma vedrai che ne varrà la pena”
Ubbidii senza obiettare niente. Mi sentivo bene con lei e facevo con naturalezza tutto ciò che mi chiedeva. Intanto le grandi labbra erano molto bagnate ed il profumo di figa stava riempiendo la stanza inebriandomi.
Indossai i sandali e la mia amica si chinò per allacciarli.
“Ora guardati allo specchio. Hai visto? Sei diventata una gran figa solo per avere ai piedi i tacchi alti. Ti piaci?”
“Si mi piacio molto” e dopo un istante di esitazione “ Ora però vorrei … una cosa”
“Dimmi!” rispose Valeria
“Vorrei farmi un ditalino davanti a te. Vorrei che mi guardassi. Voglio farti partecipe del mio piacere e mi farebbe piacere se tu mi aiutassi a godere”
La risposta non si fece attendere.
“vieni qui e siediti su questa poltroncina. Metti le gambe sui braccioli. Ecco! Cosi! Ora sei pronta a godere. Fatti ammirare” Anche io ho voglia di vederti e sto già colando alla sola idea di quel che ti farai”
Iniziai così a toccarmi l’interno delle cosce con le due mani. Poi una salì a prendere in mano la mammella sinistra mentre l’altra iniziava ad andare dentro la mia figa e uscire umida per finire sul clito. La testa la portai all’indietro. Valeria si portò dietro di me e iniziò a baciarmi ripetutamente mentre le sue mani erano impegnate a toccarsi. Le lingue si incrociarono e le labbra reciprocamente succhiarono le rispettive lingue.
“Si amore. Fai così, mi piaci da morire. Mi stai eccitando. Sono tutta bagnata. Dai Adriana! affonda dentro di te le tue dita. Fammi sentire il sapore della tua figa” mi disse Valeria mentre il mio respiro diventava un ansimare sempre più forte.
“Mi stai guardando?” chiesi
“Si, Adriana, lo sto facendo e mi stai facendo sciogliere”
Tra una frase e l’altra i sospiri, i mugugni e i rantoli rompevano il silenzio della camera.
Mi agitavo, tremavo e vibravo per il piacere.
I miei occhi erano chiusi e li riaprii quando sentii la lingua di Valeria andare a leccare la mia figa. La guardai e lei incrociò lo sguardo con me. Dapprima leccò le grandi labbra, poi sentii entrare la lingua nella vagina e succhiare accompagnando i movimenti con dei mugugni di piacere da parte di entrambe. Infine la lingua salì a sollecitare il mio clitoride; il mio corpo iniziò a tremare ed a contrarsi. I muscoli diventavano più duri. Sollevai le gambe ornate dai sandali allungando i piedi ed esplosi in un urlo a bocca spalancata mentre la mia mano stringeva la mammella sinistra, il bacino tremava, si sollevava in preda a delle convulsioni disordinate, le gambe si aprirono ulteriormente e la figa si aprì come non mai facendo uscire piccoli getti di liquido che finirono direttamente nella bocca di Valeria.
Lo scuotimento continuò non so per quanto tempo ed infine iniziò a scemare. Il respiro rallentò e la mia testa cadde oltre la spalliera. Le mani raccolsero i capelli e poi si allungarono per abracciare Valeria che era li davanti a me che continuava a godermi con gli occhi. Mi baciò sulle labbra lungamente.
“ora cara Adriana devi far venire anche me. Tu sei stata favolosa. Poche volte ho visto una donna godere come hai fatto tu. Ti invidio perché vorrei godere anche io come te. Dai! Aiutami a venire”
Valeria si era piegata sulle ginocchia e i suoi sandali rossi erano tornati ad eccitarmi al solo vederli.
La mia amica aveva aperto le gambe e la sua figa ora era ben in vista. Io mi misi dietro di lei e le chiesi di voltarsi verso lo specchio per poterla vedere in volto durante la masturbazione.
Iniziò lei a toccarsi sempre più velocemente il clitoride. Sentivo il rumore delle dita fregare sulle labbra della figa, rumore che aumentava sempre di più a causa della secrezione dei liquidi che fuoriuscivano. Allungai le mie mani ed a quel punto lei si dedicò al suo seno tirando verso lato i capezzoli che erano diventati lunghi e duri.
La masturbazione ora la stavo conducendo io.
Dallo specchio la vedevo godere: era uno spettacolo incredibile.
Valeria sporgeva in avanti il busto come ad offrire le sue mammelle ad un ipotetico succhiatore, il suo corpo vibrava, le gambe si allargavano sempre di più, nel muoversi perdeva l’equilibrio ma io la reggevo e le sue spalle si appoggiavano al mio petto. La sua testa era ora a fianco alla mia. Mi volto un poco e la bacio. Lei risponde infilandomi la lingua profondamente ed è ora che la sento agitarsi, scuotersi e aprire la bocca per gridare il suo piacere dell’orgasmo. Un orgasmo improvviso e violento.
Si appoggiò a me per tutto il tempo dopo l’orgasmo. Il suo volto era diverso ed era più bello di prima.
Ripresasi, Valeria mi baciò a lungo sulle labbra dopo avermi spinto sul letto ed essersi stesa al mio fianco.
“Sei stata fantastica, cara Adriana, ti dovrò metter far le mie amanti. Ti giuro! Mi hai fatto godere come poche volte.
“Anche tu, mia cara, hai fatto altrettanto con me”
“Vorresti dire che sono meglio di un maschio?”
“Essere chiavate è un’altra cosa. Vorrei essere chiavata anche adesso. Te l’ho già detto che è da giorni che ho voglia perenne”

“Eccole qui le porcelline!”
Questa frase non pronunciata da noi ci sorprese non poco. La voce era di una ragazza. Chi poteva essere? Non avevamo sentito entrare in casa nessuno!
Era Roberta.
Io mi vergognai di farmi veder con la madre su un letto a lesbicare ma Roberta prontamente
“mamma ti ho visto mentre Adriana ti toccava. La situazione mi ha eccitato molto ed anche io ho provveduto a soddisfarmi, vedi? Mi sono tolta il perizoma”
Nel frattempo Roberta si era avvicinata a noi e aveva allungato le sue dita, intrise di liquido vaginale, alla mia bocca. Il gusto era ottimo e le leccai con vero piacere.
“cara Roberta, Adriana da oggi è la mia amante. Dopo che abbiamo fatto l’amore così bene avrei voglia di farle provare questi indumenti che anche tu hai indossato. Che ne dici?”
“Dovrebbero starle bene. In fin dei conti sono della sua taglia”
Io continuavo ad ubbidire senza pormi dubbi e senza remore facevo ciò che madre e figlia mi chiedevano.
Indossai vari capi ed alla fine rimasi avvolta da una guepiere che sosteneva le mammelle dandole consistenza e facendo si che i capezzoli fossero esposti in avanti in modo che la loro protuberanza fosse ben marcata. Sulle gambe pendevano le stringhe che sarebbero servite per sostenere delle calze. Io non le indossavo ma c’erano anche quelle poggiate sulla spalliera di una sedia. Il vedermi allo specchio con quel indumento mi faceva sentire un’altra. Avevo l’aspetto di una gran figona pronta all’uso ed era quello che volevo. Infatti ero di nuovo pronta a farmi un altro ditalino oppure essere presa davanti e dietro.
“Adriana, che ne dici se giocassimo tutte e tre?”
L’idea non mi era mai venuta prima ma la cosa non mi dispiaceva.
“Mamma hai offerto ad Adriana i cioccolatini?”
“Le ho offerto quelli che ci sono qui sul cassettone” disse Valeria
“Brava! Sono i migliori e sono quelli che fanno più effetto” rispose Roberta
Io non capivo più niente.
Roberta si avvicinò a me e mi mise in bocca un’altra pralina di cioccolato
“Questa per poter diventare una vera troia” e mi depositò sulla lingua la pralina
E continuò “vuoi diventare troia, vero?”
“si, è vero lo voglio. Sono già una troia vestita così, non basta?” risposi
“Vedrai che diventarlo è facile e piacevole” soggiunse Roberta e Valeria annuiva mentre si toccava fra le gambe.
Valeria si avvicinò a me e mi baciò profondamente ed incurante della figlia, mi mise due dita dentro la figa che era di nuovo pronta. Allontanandosi da me quel tanto che basta per ammirare due capezzoli ben turgidi e dritti la mia amica ebbe a sussurrarmi all’orecchio
“Vorrei abbellirti con dei gioielli; due sui capezzoli e altri nella figa. Ti va?”
Ormai ero andata. L’effetto dei cioccolatini era in atto; non reagivo più ed avevo perso ogni senso di pudore. Volevo solo sesso e nient’altro.
Roberta mi chiese di mandare un messaggio ai miei per dire che sarei rimasta a pranzo da Valeria ‘causa ritardo nella depilazione’. Era chiaramente una scusa ma non potevo e ne volevo fare altro.
Inviato il messaggio Valeria si avvicinò a me con due gioielli pendenti che mi applicò dolcemente ai capezzoli. Sul momento feci una smorfia di dolore ma poi la sensazione fu unica; era come toccarsi i capezzoli continuamente.
Su idea di Roberta ci spostammo nella camera dove Valeria faceva l’estetista
“Ora Adriana stenditi sul lettino ed apri le gambe come se dovessi depilarti. Fammi vedere questo gioiello di fighetta che ti ritrovi. Ma guarda! Sei di nuovo pronta! Allora è vero sei in calore continuo! Che bello! Ora vedrai quanto sarai bella e quanto farai arrapare i maschi… ed anche le femmine”
Inebetita dal piacere e dalla libidine risposi “dai, sbrigati! Ho voglia di avere un bel cazzo nella figa”
Senza rispondere alla mia richiesta Valeria, aiutata dalla figlia, aprirono la mia vulva e applicarono, senza che sentissi dolore, qualcosa alle grandi labbra ed anche qualcosa poco sopra il mio clito.
Poi mi aiutarono a sollevarmi e mi condussero, lodando la mia bellezza e mia sensualità estrema, davanti all’armadio con lo specchio.
Mi vedevo splendida, una vera femmina da monta continua assatanata di maschi; una vera ninfomane esibizionista.
Mi abbracciarono sia la mia amica che continuava a baciarmi sulle labbra ed anche infilando la lingua in bocca, sia la figlia.
Ero in loro balia e ne ero felice.
Roberta a quel punto esclamò “ ora ti faccio delle foto perché una figona di tal genere non è facile vederne e voglio un ricordo”
Mi misi in posa prima da sola, poi con Valeria e inscenammo una scena lesbica. Poteva sembrare falsa ma in realtà Valeria era già andata sul mio clito e lo massaggiava tra due dita. Io già ansimavo e sentivo una eccitazione particolare dovuta ai gioielli applicati.
Aprivo la bocca sempre di più ed ansimavo sempre più frequentemente sotto l’effetto dei tocchi delle dita. Le mie mani si dedicavano al seno che aveva due capezzoli duri che non necessitavano di cure essendo stretti dalle pinzette dei gioielli.
Stavo di nuovo godendo come una bestia.
Dalla figa sentivo uscire liquidi in abbondanza e ogni tanto Valeria mi faceva succhiare le sue dita bagnate di me. Roberta fotografava.
Poi poggiai il collo sulla spalla di Valeria, i mugugni erano lamenti di piacere libidinoso, la figa era esposta ed aperta a chi la volesse, la bocca si apriva sempre più ed infine uno scuotimento profondo ed improvviso mi fece urlare ed agitare fortemente tanto che Valeria mi sostenne.
L’orgasmo era arrivato, forte e prepotente, mi aveva presa tutta da capo ai piedi.
In quel momento Roberta mi disse
“apri gli occhi e guardati, questo il primo passo per diventare troia ed ora lo stai diventando”
Iniziai a rilassarmi e per alcuni minuti non capivo che cosa mi stesse accadendo, ero in trance.
Mi risvegliai sul lettone con al fianco Roberta che mi accarezzava i fianchi e le natiche andando aritmicamente a toccare il buchetto del culo.
Valeria aveva preparato il pranzo. Le pietanze erano ottime ed il vino aveva un sapore gradevolissimo.
Ci sedemmo a tavola ridendo e scherzando su quel che avevamo mattonelle ore precedenti. Io ero nuda con solo i gioielli applicati ed i sandali a tacco alto, madre e figlia nude con solo le scarpe anch’esse a tacco alto.
Dopo pranzo Roberta mi mostrò le foto fatte sul suo computer. La cosa mi eccitò di nuovo ed allora chiesi a lei, mentre la madre era lontana, di Giulio dicendole che volevo essere scopata da lui.
Mi rispose facendomi notare che la sera era lunga e quindi ci sarebbe stata questa possibilità.

 

L’indomani mattina durante le sue quotidiane operazioni di pulizia corporea Adriana si guardò e si trovò bella. Fece una doccia per eliminare gli odori generati il giorno precedente.

Il marito ed i figli erano già usciti per le mansioni giornaliere. Lei ne approfittò per stare nuda e ammirarsi con quello strano oggetto, datole da Valeria, che tolse durante la doccia e istintivamente si riapplicò.

Si sedette davanti al suo tavolo da trucco si imbellettò e si profumò.

Alla fine si vestì per uscire a fare delle compere ma, come per ognuno di noi, cercò il suo telefonino. Era introvabile e non rispondeva alle chiamate fatte dal telefono fisso, finché sentì la voce di Valeria.

– ciao carissima! Tutto bene? Lo sai che per me sei stata una vera e propria sorpresa? Sono felicissima che ti sia aperta ed abbia goduto così tanto. Hai fatto godere anche me e mia figlia. Passa qui più tardi per riprendere il telefonino così potrò darti un bacio ed anche … quelle prelibatezze che sai.

Il telefonino era a casa sua, era stato dimenticato a causa dell’agitazione e certamente era l’ultimo suo pensiero durante quelle meravigliose ore passate a godersi il sesso come mai era accaduto prima.

Per uscire di casa indossò una camicetta nera , aperta sul davanti per porre in evidenza le sue mammelle, non portava reggiseno e la punta dei capezzoli si era evidente sotto la seta, niente collana ma al polso solo un bracciale di colore verde smeraldo intenso.

Indossò delle calze velate bianche trattenute da un reggicalze celeste e ai piedi mise delle scarpe bianche a tacco alto aperte sulle dita e legate alla gamba da dei laccetti che si incrociavano intorno alla caviglia.

Il contrasto con tra gonna e calze era evidentissimo.

Per strada e nei negozi tutti si voltavano ad ammirarla. I ragazzi la guardavano da davanti e da dietro mangiandosela con gli occhi, gli altri maschi rimanevano ammutoliti e le donne si lasciavano andare a commenti scaturiti dalla gelosia ed invidia di non essere all’altezza di quella bellezza. Le ragazze si mordevano le labbra e poggiavano il dito in bocca cercando di fissare nella mente la figura che le passava davanti. I commenti erano i più svariati. Era una bella figona e tale si sentiva.

Nel camminare il clito era sempre stimolato dall’aggeggio che si era applicato sotto il tanga. L’eccitazione le faceva tenere i capezzoli sempre duri. La gonna ballava con lei per l’andatura scodinzolante dovuta ai tacchi da dieci.

Suonò al campanello di Valeria.

– Sono Adriana

L’amica le aprì la porta “Mi dai la borsetta?”

Nel contempo Valeria si avvicinò ad Adriana e senza preamboli la baciò in bocca raccogliendo delicatamente  la testa con tutte e due le mani, spingendo il bacino contro quello dell’altra donna. I capezzoli di Adriana erano durissimi, l’amica se ne accorse e andò a stringerli fra le dita facendo aumentare il desiderio di sesso e l’eccitazione.

Valeria aveva una gonna aperta a spacco sul davanti e scarpe con tacco medio.

– gradisci uno dei soliti cioccolatini?

– come potrei non rifiutarli? Sono veramente speciali.

Si strinsero in un abbraccio lungo baciandosi rimanendo in piedi come se due lesbiche si fossero ritrovate ed ri-innamorate dopo tanti anni.

Adriana fu presa per una mano e l’amica la condusse nella saletta dove effettuava il massaggio delle clienti.

Sul lettino c’era una ragazza all’apparenza di poco più di trent’anni.

Le gambe erano spalancate ed era visibilissimo il suo sesso ben depilato e leggermente arrossato a causa del trattamento subito.

– è venuta a trovarci Adriana! Vi conoscete? Disse Valeria rivolta alla donna sul lettino

– No. Piacere di conoscerti. Io sono Susanna

– Adriana allungò la mano e si strinsero in segno di amicizia.

Susanna era rimasta sul lettino completamente nuda.

Valeria aveva ripreso a massaggiare Susanna mentre Adriana rimaneva in piedi ad osservare il lavorio delle mani su quel corpo.

Mani che vagavano ed esploravano e ripassavano su ogni angolo anche più remoto del corpo ma che sempre più spesso si fermavano dalle parti del sesso e sparivano anche tra le cosce andando a titillare il buchetto posteriore.

In una ciottola c’erano dei cioccolatini che Valeria porse a Susanna e ne prese uno tra le labbra, si avvicinò ad Adriana e lo passò nella sua bocca in modo molto sensuale ed erotico.

– Questi sono diversi da quelli che hai assaggiato ieri; sono un po’ piccanti ed il gusti sono ben miscelati. Non ti pare?

– Si, mi piacciono. Son tentata dal mangiarne un altro.

– fai pure.  rispose Valeria che nel frattempo ne aveva messo un altro fra le labbra di Susanna.

Adriana, già eccitata, al vedere quel massaggio era sempre più preda del desiderio di fare sesso.

– Susanna che ne dici di voltarti e mettere i piedi per terra? Disse Valeria

La richiesta fu esaudita ed ora si vedeva benissimo il buchetto del culo di Susanna ben esposto e di colore leggermente scuro con lo sfintere chiuso ed uniformemente arricciato.

Adriana girava per la stanza perché non c’era possibilità di sedersi. Valeria la osservava e le lanciava sguardi in cui chiedeva consenso alle azioni svolte sul corpo dell’altra donna.

– Aspettatemi qui e tu Susanna non spostarti da questa posizione.

Valeria si allontanò e ritornò dopo pochi secondi con un dildo nero in mano. Si era spogliata dei vestiti ed era totalmente nuda ma mantenne le scarpe che potevano servire a metterla alla stessa altezza delle amiche. Fece cenno a Adriana di non parlare.

– Ora amore mio – rivolta a Susanna – mi dirai se questo che sto per fare ti piacerà più delle altre volte.

– che cosa vuoi farmi?

– lo capirai da sola

Valeria nel frattempo aveva lubrificato con l’olio usato per il massaggio il dildo ed ora si preparava a farlo entrare dentro Susanna.

– fammi vedere meglio la tua fighetta, allarga le gambe. Ecco così!

Adriana già colava abbondantemente ma non sapeva che fare; non voleva esporsi davanti alle due amiche ma allo stesso tempo si sentiva esplodere dalla voglia di sgrillettarsi. Deglutiva continuamente la saliva prodotta dall’eccitazione.

Non essendoci sedie e non volendo perdere neanche un secondo delle scene che si presentavano, Adriana si sbottonò la camicetta ed estrasse le mammelle dal reggiseno. Un attimo dopo si calò la gonna ed apparve una donna in calore che sia agitava sulle gambe ben tese sulle scarpe a tacco alto.

Si appoggiò al muro ed iniziò a sgrillettarsi guardando il lavoretto che Valeria faceva a Susanna.

La voglia era incontenibile e le altre due donne la guardavano. Ormai il dado era tratto e la libidine era a livelli incredibili e tali da farle perdere ogni pudore.

Adriana guardava lei e nello stesso tempo inseriva lentamente nel buchetto di Susanna il dildo. A tale trattamento la giovane donna rispondeva ansimando ed incitando Valeria ad incularla sempre più profondamente.

I gemiti e le grida di goduria, segno di grande piacere, invadeva tutta la stanza e si espandeva no nella casa.

Adriana appoggiata al muro si era inarcata e le sue dita masturbavano furiosamente il clito. Il suo braccio sinistro era dietro la testa, il seno era sporgente ed i capezzoli dopo il trattamento iniziale erano duri come pietre, i capelli le coprivano parte del viso. Si offriva ed aspettava che una delle donne si accorgesse di lei. Susanna si levò improvvisamente dal lettino con il dildo nel culo e si inginocchiò davanti ad Adriana, che aveva allargato le gambe, iniziando una leccata di clito con passaggi profondi della lingua nella figa.

Valeria si era anche lei accovacciata dietro Susanna e continuava a sussurrare frasi d’amore di apprezzamento per tutte e due le donne mentre aritmicamente faceva entrare ed uscire il dildo dalla sua giovane amante. Contemporaneamente la sgrillettava e le dava gli incitamenti affinché godesse anche lei.

Adriana era ormai al massimo dell’eccitazione e dopo non molte passate di lingua esplose con urla e sussulti, gemiti e rantoli in un orgasmo fantasmagorico spruzzando i suoi liquidi nella bocca di Susanna che li ricevette molto volentieri.

La giovane donna si alzò e distribuì direttamente dalla sua bocca il nettare ricevuto.

Adriana nel frattempo non reggeva più in piedi e si accovacciò anche lei continuando a toccarsi rallentando il ritmo delle sue dita.

Con il viso stravolto dall’orgasmo ricevette il bacio profondo di Valeria ed anche quello di Susanna che con la lingua nella sua bocca ebbe uno scuotimento forte ed aprì le gambe restando immobile; era venuta anche lei.

Valeria rallentò il movimento delle sue dita e infine le tolse dalla figa di Susanna portandole alla bocca di Adriana.

– che ne dici di questo sapore?

– Molto buono. Mi piacerebbe assaggiarlo un’altra volta.

– calmati! Ora è troppo presto per rifartelo assaggiare. Lascia riposare la mia Susanna.

– Valeria, sai di che cosa ho voglia?

– dimmi!

– vorrei essere chiavata.

– se viene Giulio ti darà tanto di quel sesso che ti soddisferà.

– speriamo che venga presto ed anche Roberta che potrà assistere alla mia chiavata. Tu potrai sgrillettarti guardandoci, non credi? Rispose Adriana

 

 

Forse Adriana si era assopita per qualche istante e non si era accorta che anche Valeria si era accovacciata al suo fianco a le aveva passato un braccio attorno alla vita.

“Come ti senti? – le disse

Adriana prosegui “Sono stremata ma soddisfatta. Mi rimane sempre la voglia di essere riempita nella figa da un maschio; sai quei bei maschi che te lo fanno sentire grosso e caldo fino in fondo.

“A chi stai pensando? A qualche attore porno?

“No. Mi basterebbe il maschietto di tua figlia. – rispose Adriana.

Dopo qualche attimo di silenzio in cui osservarono entrambe Susanna assopita sul lettino, Valeria riprese a parlare rivolgendosi ad Adriana

“Vieni di là sul mio letto che ti massaggio un po’. Ne hai voglia?

“Certamente! Per tutto l’oro del mondo non mi perderei un tuo massaggio.

Il rumore dei tacchi riecheggiò per la casa mentre le due donne andavano nell’altra camera.

Adriana si gettò letteralmente sul letto e Valeria iniziò a massaggiarla sulle spalle. Il rilassamento di Adriana era totale e dopo qualche minuto iniziarono i suoi piccoli lamenti di piacere e soddisfazione di cui Valeria era orgogliosa.

Man mano che i movimenti delle mani scendevano verso i glutei i suoni emessi da Adriana andavano ad aumentare finché un lungo gemito fu emesso quando Valeria le titillò la rosetta posteriore.

Ormai le mani lavoravano sui glutei e sempre più spesso solleticavano il buchetto. L’olio faceva si che lo scivolamento avvenisse senza arrossature o inceppamenti sulla pelle.

Adriana aveva allargato le gambe e ad ogni passaggio rilassava la zona come a comunicare alla sua amica che era pronta alla penetrazione anale.

Che cosa gradisse Adriana era facile: un cazzo. Ma anche un dito o qualcos’altro sarebbe stato bello e le avrebbe procurato un orgasmo.

Il suono del campanello di casa interruppe il massaggio e Valeria andò alla porta: era Guido, il fidanzato di Roberta.

Valeria andò ad aprire la porta coprendosi con una vestaglia semitrasparente di colore celeste.

“Ciao, capiti a proposito. C’è una persona che vuole rivederti.

Dicendo ciò Valeria accompagnò Guido in camera da letto dove immobile a gambe larghe, braccia allungate e viso voltato dalla parte opposta della porta c’era Adriana.

Guido con movimenti delicati le si avvicinò, la baciò sulle spalle e sul collo. Adriana lasciò fare pensando che fosse la sua amica. Poi si voltò e con sua grande sorpresa ma felicità si trovò a guardare il maschio negli occhi. Non ci fu esitazione e tantomeno vergogna a trovarsi con un maschio nuda li sul letto.

Si baciarono intrecciando le lingue e incollando le loro labbra. Anche Guido aveva voglia di lei. Dopo la scopata dei giorni precedenti aveva riflettuto e si era accorto che gli piaceva Roberta perché ragazza giovane e fresca ma il piacere che le aveva dato Adriana non riusciva a dimenticarlo. L’aveva sentita più donna, più disponibile, più adatta alla monta, era colei che lo aveva portato ad un livello di piacere sessuale che un ragazzo senza esperienza non può immaginare.

Il maschio rapidamente si spogliò e il suo membro era eretto. Adriana raccolse i capelli dietro la nuca ed  incurante dell’amica presente, prese in bocca il sesso di Guido, lo assaporò facendolo entrare nella sua bocca fino alla gola. Di seguito, mentre Guido già ansimava per la goduria, si inginocchiò sul bordo del letto esponendo la figa ed anche il buchetto posteriore come a dire a Guido: scegli tu, io sono pronta. L’importante e che tu ti accoppi con me e mi faccia godere.

Guido le toccò con le dita la figa che colava liquidi anche dalle grandi labbra, quindi decise di scoparla nella figa. L’entrata fu delicata e la femmina si sentì aprire. Emise un gemito di liberazione “finalmente!” era il pensiero ed era esattamente ciò che lei voleva e di cui aveva un grande desiderio nonché la motivazione della sua presenza li in quella casa.

Iniziò la cavalcata di Guido che tra rantoli, urla, grida parole di piacere sessuale, incitamenti, apprezzamenti per le sensazioni provate, nonché il classico rumore di corpi che sbattono a seguito di accoppiamento che proseguì per tanto tempo.

Valeria guardava ammutolita ed estasiata i due accoppiati e si eccitò. Se ne accorse passando le dita sulla sua figa accorgendosi che il suo piccolo bottoncino era di nuovo duro e pronto all’uso.

Pensò che Susanna le avrebbe potuto dare una mano ad avere un altro orgasmo. Andò quindi nella saletta massaggi e la trovò che si stava riprendendo esplorando il suo corpo. La prese per mano e, facendole segno di non parlare e fare silenzio, la condusse in camera da letto.

Lo spettacolo che osservavano le due donne sulla porta della camera era dei più eccitanti: un uomo giovane ed una donna che chiedeva a voce alta di essere montata, scopata, riempita di sesso, soddisfatta. La figa di Adriana si era allargata per ricevere il cazzo di Guido che la riempiva fino all’utero dandole dei colpi incredibili accompagnandoli da frasi che eccitavano ancora di più la donna che chiedeva di essere sbattuta come una troia.

Adriana era inginocchiata sul letto e Guido era su di lei con il cazzo nella figa ed arrivava a toccarle le mammelle e gliele stringeva. Ogni strizzata di capezzoli era un gemito di piacere per la donna che si sentiva più femmina che mai.

Guido infine le venne nella figa e fu tanta la sua sbroda che scivolò sulle cosce di Adriana.

Lei non era venuta ma voleva avere un orgasmo da favola, di quelli indimenticabili. Chiese a Guido di leccarle la figa. Per fare questo si distese sul letto aprendo piegando le gambe esponendo così la sua figa alla visione dei presenti.

Guido si stese anche lui sul letto. Tirò all’indietro la pelle del monte di Venere ed ecco che apparve il grilletto. Iniziò prima a passare la punta della lingua sull’inguine di Adriana che rispondeva ansimando e muovendo il suo corpo con scatti di apprezzamento e sollevando il bacino in modo che l’uomo potesse goderla maggiormente. Guido, poi, concentrò i passaggi della punta della lingua sul grilletto e le infilò contemporaneamente due dita nella figa muovendole verso l’alto. Per Adriana questo fu il massimo del piacere. Lei si sentiva ormai persa in un mare di follia sessuale a cui per niente avrebbe rinunciato e che le aveva annebbiato la mente facendole dimenticare la cognizione del tempo e del luogo. Per lei essere a casa della sua amica o in pubblico in quel momento non ci sarebbe stata differenza; si sentiva esibizionista e voleva essere ammirata.

Valeria e Susanna nel frattempo si baciavano e si sgrillettavano a vicenda leccandosi i capezzoli e, a turno, scendevano a leccarsi la figa ed anche il buchetto del culo.

Un urlo di Adriana annunciò il suo orgasmo che la fece arcuare e la scosse in ogni parte del corpo. Guido la teneva per le mani. La sbroda di Adriana colò tra le labbra di Guido che apprezzò gustandone la bontà. Con sulle labbra il sapore della figa della donna Guido si avvicinò alla bocca di Adriana e la baciò. Lei rispose allungando la lingua ma senza capire molto di quel che accadeva perché era ancora sotto effetto dell’orgasmo che l’aveva scossa molto.

Guido vedendo anche Valeria e Susanna che stavano per venire andò ad aiutare ma soprattutto a leccare la figa di Susanna che era in quel momento la più disponibile a farsi leccare e lo fece fino a che la ragazza non venne nella sua bocca.

Quando Adriana si riprese, si levò dal letto e baciò Guido per ringraziarlo del meraviglioso orgasmo che le aveva procurato e per fargli capire che era un maschio meraviglioso.

Tutte quattro le persone, dopo aver scherzato ed essersi bonariamente presi in giro, si rivestirono ma Adriana chiese a Susanna di poter indossare le sue scarpe perché avevano il tacco alto ed erano a strisce di colore bianco e rosso acceso con un tocco di eleganza non da poco.

Il rientro a casa fu sereno e normale come se niente fosse accaduto.

La notte anche il marito volle andare a dormire con Adriana. Lei si sentiva soddisfatta dopo la monta di Guido ma l’essere montata da un altro maschio la eccitava e non poco.

Dopo i preliminari il marito entrò nella sua figa meravigliandosi di trovarla così disponibile e bagnata. Lei rispose che lo desiderava ma sapeva perfettamente che aveva dentro ancora lo sperma di Guido.

L’essere scopata da un altro maschio le fece venire in mente di essere una esibizionista e soprattutto l’immaginarsi che potesse essere scopata da due o più maschi la eccitava al punto che dopo aver fatto arrapare il suo maschio venne con un urlo che il marito dovette soffocare una mano.

 

Per soddisfare il mio desiderio di essere scopata ed anche guardata avevamo da tempo organizzato con Valeria un sabato notte in discoteca e finalmente quel giorno era arrivato.
Ero veramente eccitata. Mi ero truccata e fatta bella. Volvo essere guardata e volevo far eccitare i maschi. Quel pomeriggio mi sono trovata per una combinazione quasi rara, ad essere sola in casa e ne ho approfittato per provare calze, scarpe, lingerie, guardare il mio corpo, depilarmi e curare in modo particolare la figa e le sue vicinanze, nonché il culetto e l’interno delle natiche.
Invece non andò così. La madre di Susanna, la mia amica del cuore Valeria, l’aveva invitata ad unirsi con noi ed anche lei mi disse al telefono di essersi messa in tiro.
Casualmente venne a trovarmi un amico di infanzia e che, con non poche resistenze, convinsi a venire con noi anche se si prospettava una serata da “candela”. Forse lo convinse il mio aspetto. Ero veramente una gran figa.
Passammo a prendere madre e figlia ed andammo in discoteca dopo esserci fermate in un pub per bere qualcosa.
Già li mi accorsi che i maschi erano attratti dal mio aspetto ma anche da quello di Susanna e Valeria. Le femmine lanciavano sguardi a volte di voglia altre di invidia totale.
Valeria e Susanna erano entrambe acconciate da favola tanto da sembrare sorelle. Un body ed una gonna lunga per la figlia ed un vestito stretto e corto per la madre che lasciava trasparire le grandi mammelle con gradi capezzoli e le cosce lunghe valorizzate da uno spacco che lasciava vedere per un istante il reggicalze.
Presentai Andrea e dai modi e sguardi capii che a loro piaceva.
Così entrammo nel locale e dopo un po’ io e Susanna iniziammo a ballare e a strusciarci, a pomiciare senza preoccuparci di Valeria che era con Andrea. Loro bevevano e ridevano al banco del bar.
Poi anche loro scesero in pista a ballare. Susanna con dei sorrisi e sguardi vogliosi nei miei confronti mi faceva capire di essere felice che la madre si divertisse ballando.  Andrea, da buon maschio, non tardò a corteggiarla. Lui aveva un’età molto più giovane di Valeria ma erano in sintonia. Sembravano fatti uno per l’altro.
Si vedeva benissimo che il suo cazzo duro strusciava sul culo di Valeria sempre più divertita, forse aveva bevuto un po’, poi li vidi baciarsi e, li vide anche Susanna.
Mentre tornavamo a casa in auto, seduti nel sedile posteriore Andrea abbracciava Valeria, la baciava con tutta la lingua in bocca e le palpava le grosse mammelle. Susanna non credeva ai suoi occhi ed assisteva zitta ed impallidita.
Ke mani di Andrea ormai erano da tempo sotto la gonna e dalle espressioni di Valeria mi resi conto che godeva non poco. Capiva che le stava facendo un ditalino. Infatti le sue gambe erano aperte, vibravano, sentivo mugolii ed il respiro era affannato proprio come quando ci si masturba.
Salimmo a casa di Valeria ed Andrea avviciAndreasi e baciandomi sulla bocca mi chiese di portarla Valeria in camera da letto perché voleva chiavarla. Anche Susanna era arrapata e diceva che anche lei aveva voglia di cazzo.
Così salimmo su in camera della figlia ma lei continuava a guardare invidiosamente la madre.

Ora Andrea, ancora vestito era su Valeria e simulava un amplesso e lei godeva, godeva come una cagna. Poi le sbottonò il vestito e incominciò a succhiarle i seni che si vedevano errano sempre più duri. Era una donna splendida ora vestita solo in reggicalze nero e perizoma con Andrea che sopra si muoveva su e giù.
Susanna mi chiese di far smettere il mio amic, ma come potevo?
Era la madre che voleva.
Così per rassicurare Susanna la baciavo e nel contempo le sfilai le mutandine insieme alla gonna.
Poi inizia a leccarla li. Sapevo che non era vergine ed era eccitata alla vista della madre infuocata dalla libidine.
Dei gemiti provenivano dalla stanza adiacente.
Io mi dedicavo a Susanna leccandola con passione e metodo, correndo lungo la sua natura introducendo la mia lingua il più possibile all’interno per poi riuscirne, quindi correvo lungo le grandi labbra e mi intrufolavo soffermandomi sul clitoride a cui alternavo dei colpi di lingua a dei piccoli morsetti. Quando sentivo che era prossima all’orgasmo mi allontanavo dedicandomi alle sue bellissime tette che accarezzavo, baciavo e leccavo, i suoi capezzoli sembrava volessero esplodere, mentre  giocavo con il suo seno non tralasciavo di accarezzarle la fighetta  introducendo le dita e godendomi il suo calore ed i suoi gemiti. Smettevo solo per ritornare tra le sue gambe.
Aveva un buon odore, diverso da quello della madre che conoscevo bene, Susanna ansimava sempre di più sino a quando: “con la lingua sei davvero brava, mi stai facendo morire, brava mi fai godere, continua così dai, brava, dai vengo, vengoooooooooo” e mi ritrovai in bocca una calda colata che ingoiai. Non aspettavo altro.
Tra i suoi gemiti e quelli di Valeria, che era nell’altra camera, mi sembrava di impazzire ed avevo una gran voglia di godere anch’io. Ero entrata nella parte della sottomessa perché mi ritrovai a chiedere a Susanna se potesse darmi un po’ di piacere.
Susanna, mi diede una lieve carezza sul clito “povero  pisellino, hai tanta voglia, vero?, guarda com’è teso il piccolino”, poi ritrasse la mano e mi rispose che non poteva fare nulla intimandomi di non pensare neppure per un attimo di  farmi un ditalino perché probabilmente più tardi, quando era quasi sicura, sarei riuscita a godere.
Infine mi disse di riprendere ad accarezzarla e leccarla su tutto il corpo.
Malgrado la voglia pazzesca di sbrodare, cominciai a dedicarmi alla mansione affidatami  con l’orecchio proteso a quello che accadeva di là. Ebbi quasi un sussulto quando senti Valeria urlare per l’ennesima volta, questa volta era però diverso, poi capii che lui la stava schiaffeggiando. Per un istante pensai di intervenire ma poi con ancora maggior foga mi ributtai a leccare la fica di Susanna. Tra il sapore intenso della sua figa, i suoi gemiti e sentire Valeria che chiedeva al suo amante di sculacciarla quando lo desiderava, pur di avere ancora il suo grosso cazzo in premio, mi sembrò di andare in corto circuito, senza volerlo e senza toccarmi iniziai a spruzzare avendo un orgasmo inaspettato.
Era la prima volta che provavo un simile appagamento nello sbrodare,  alcuni schizzi colpirono la gamba di Susanna. Senza che lei mi chiedesse nulla immediatamente mi piegai ed iniziai a pulirla leccando il mio stesso umore, lei mi guardò amorevolmente ed aggiunse “visto pisellino!, te l’avevo detto che ti avresti goduto comunque, ho capito da subito che ti eccita terribilmente sentire scopare la tua amica da un vero uomo e ti piace essere sottomessa”.
Rimasi sovrappensiero. Mentre ero così assorta mi sentii chiamare da Valeria. Mi precipitai nella stanza a fianco: Valeria era alla pecorina ed aveva sulle chiappe i segni rossi e ben visibili delle mani di Andrea.
Rivolgendosi a me Andrea mi disse che mi voleva premiare per avergli presentato una così bella vacca e  per questo potevo assistere all’inculata di Valeria.
Nonostante avesse già sborrato il suo cazzo divenne nuovamente durissimo.
Il solo pensiero di quel cazzo enorme nel culetto della mia Valeria mi faceva letteralmente impazzire di piacere.
In realtà avevamo sia io che lei avevamo già qualche volta praticato sesso anale ma a lei, a quanto mi disse, non era piaciuto granché; ora ero proprio curiosa di vedere come avrebbe reagito.
Andrea mi ordinò di prepararla e pertanto mi spinse quasi con forza con la bocca verso il corpo di Valeria.Iniziai a leccarla. Passavo lungo la sua bellissima fighetta che era un lago ed aveva un afrore che mi mandava in estasi, poi passavo alla rosellina dell’ano affondandoci la lingua dentro. Continuai per un po’ con questa operazione sino a quando lei si mise quasi ad urlare: “brava! preparami bene per il mio stallone, uhmmm come lecchi bene”. Quindi si inarcò ed ebbe un orgasmo. A quel punto Andrea mi fece segno di sollevarmi e mi riempì le mani di un lubrificante che ebbi cura di spalmare con delicatezza ed attenzione sul buchino di Valeria.
Pensavo di aver terminato la mia funzione ma lui mi riempì nuovamente le mani e mi fece segno verso il suo bastone. Mi ritrovai così a spalmare il suo mastodontico cazzo. Tenerlo in mano dava ancor meglio la sensazione di quanto fosse grande e grosso.
 Nel farlo lo stavo lentamente segando e la cosa mi piaceva; ero stordita e confusa , lo sentivo durissimo, percepivo la sua potenza , per un attimo ebbi un indicibile invidia.
“ Ehi, Valeria, ci stai prendendo gusto? ti piace il mio cazzo?”
“sì, è bellissimo e grossissimo”
Andrea mi guardava e sorrideva aggiungendo che prima o poi me lo avrebbe fatto assaggiare ma ora doveva pensare alla sua nuova troietta, “certo, ti prego però non farle troppo male”.
Vidi Andrea posizionarsi dietro Valeria. Guardavo con apprensione il suo grosso cazzo che giocava intorno al buchetto del suo culetto infilandosi solo per un piccolo pezzettino di cappella, Lui mi ordinò di baciarla, così con piacere andai davanti a Valeria che aprì gli occhi ed accolse la mia lingua in bocca. Aveva le labbra gelide eppure il suo corpo era sudato ed accaldato.
Dopo averla baciata le chiesi come andasse e cosa provasse. Lei guardandomi mi disse che aveva paura ma era terribilmente eccitata e non vedeva l’ora che lui la prendesse così dopo avrebbe potuto rigustarselo davanti.
Capii che era successo qualcosa perché lei spalancò la bocca emettendo un suono soffocato, contemporaneamente Andrea disse che il più era fatto.
In effetti  la sua grandissima cappella aveva forzato per intero l’entrata. Erano entrambi nudi. Lui aveva cacciato il suo grasso cazzo ed ora le era dentro e la dilatava.
Lei non ne aveva mai provato uno così grande. Le faceva un po’ male ma godeva e strillava.
Domandai alla mia amica se volesse smettere ma lei, mordendosi le labbra, mi fece segno di no con la testa.
Intervenne Andrea: “diglielo che sei la mia troia e che desideri prenderlo tutto nel culo”.
 Valeria era come una marionetta, guardandomi negli occhi disse: “Andrea è un amore. Mi sta spaccando, mi brucia da morire ma sono la sua troia e voglio essere brava prendendolo tutto nel culo sino in fondo”
Non ho idea di quanto sia andata avanti quella specie di tortura, lei nonostante il dolore non gli chiedeva di smettere anzi avevo notato che collaborava spingendo il suo culetto all’indietro per farsi inculare meglio. Poi iniziò ad ansimare: “ oh Dio amore, comincia a piacermi, mi fa male ma mi piace, è bello, tesoro sento che sto godendo, mi piace, mi piace, mamma mia che bello, sì dai, ancora, sfondami tutto il culo”.
Andrea cominciò così a muoversi sempre più forte, le dava dei colpi violentissimi , aggrappato ai fianchi di Valeria affondava con colpi vigorosi e profondi,: “troia diglielo quanto godi” e lei prontamente “amore è vero: sono una troia, sto godendo come mai prima, Dio! Adriana, come mi incula bene, è un toro, non resisto più, che cazzo, che cazzooooooo” . Godette come mai prima l’avevo vista con una intensità profonda. Era bellissima, una dea!.
Andrea era molto esperto ed era entrato in sintonia con lei e non la faceva sbrodare fermandosi sempre sul più bello mentre lei lo implorava che venisse e le desse nella figa la sborra.
 decise a scaricare tutto il suo seme nella vagina di Valeria. Ne emise tantissimo al punto che uscì dalla figa mentre lei ululava gridava incurante della figlia che aveva visto tutto.
Solo ora mi accorsi di Susanna appoggiata allo stipite della porta che si menava con violenza. Mi avvicinai per baciarla e misi le mani su i suoi glutei. Nell’accarezzarli sentii fra le dita qualcosa di duro: era un dildo che si era messa ventre ed era simile per dimensioni al cazzo di Andrea.
Oramai gli orgasmi si susseguirono uno dopo l’altro. Valeria godeva in maniera indescrivibile anche con la penetrazione anale; Andrea le dava dei colpi incredibili, alternava il ritmo da lento e profondo a convulso, quasi violento e spesso accompagnava il tutto con delle sonore pacche sul culetto che Valeria apprezzava.
Dopo numerosissimi orgasmi della mia amica venne anche il momento di Andrea che decise di scaricare tutto il suo seme nella vagina di Valeria: “adesso ti riempio di sborra” e affondando ancor più nel corpo di lei e tenendola per i fianchi iniziò a riempire la figa di calda e dolce sborra,
Ne emise tantissima al punto che uscì dalla figa mentre lei ululava gridava incurante della figlia che aveva visto tutto.
Mentre Andrea eruttava sborra,Valeria dal canto suo non smetteva di incitarlo: ” riempimi tutta, oh sì è bellissimo… com’è calda mi stai facendo un bel clistere”. Anche lei ebbe il suo ennesimo orgasmo, quando lui uscì dalla figa della sua femmina, un rivolo abbandonante di sperma colò lungo le cosce della mia amata amica.
Io non riuscivo a togliermi dalla mente le immagini a cui avevo e da poco assistito.
Tutto in Valeria era sensuale si capiva che quel tipo di sesso era per lei non solo appagante ma forse irrinunciabile.
Passammo tutti una notte tranquilla la mattina dopo mentre facevamo colazione Susanna disse che la madre sembrava persino più bella, il sesso le faceva bene, io non potei che confermare: Valeria era davvero radiosa. Anche la figlia lo era forse perché erano state soddisfatte o forse perché avevano capito di essere due troie.

Da quando ho iniziato a frequentare per sesso la mia amica Valeria ho cambiato look ed anche aspetto estetico. Mi sento ancora, nonostante i figli, piacente e piena di voglie. Piaccio ai maschi e loro piacciono a me.
Ho un cruccio:  i peli. Oltre a quelli classici delle ascelle e delle gambe che elimino e quasi non ricrescono più, quelli del pube non riesco a combatterli e a farli crescere meno. Non ho tanti peli, però non so per quale motivo, il boschetto sul monte di venere è sempre molto rigoglioso. Per dirla in parole povere mi devo depilare spessissimo. Mi sento molto a mio agio con il pube depilato ed ai maschi piaccio molto di più. Appena inizia la ricrescita li rado nuovamente perché tutti quelli che mi hanno leccato la figa, marito compreso, mi dicono che è brutto e toglie molte voglie il sentire il ruvido dei peli che crescono; mi dicono anche che sembra che abbia la barba intorno al mio tesoro.
Devo essere sincera: dopo le esperienze con Valeria, Roberta e il suo fidanzato, ho avuto degli amanti maschi ed anche qualche femmina.
Non mi vergognavo più degli sguardi ed apprezzamenti dei maschi che cercavano di avvicinarmi. Avevo capito che una bella donna deve essere amata ed io volevo esserlo.
Avevo cambiato totalmente look. Ora portavo vestiti aderenti e mostravo il mio corpo che a me piaceva e notavo che anche per gli  altri era un piacere almeno per gli occhi.
Saranno stati i miei vestiti aderenti che indossati rimarcavano molto il mio corpo, sarà stato il colore dei miei capelli, saranno state le scarpe molto vistose indossate, sarà quel non so che attira i maschi, ma il risultato è che volevo fare sesso. Quindi quando avevo l’occasione mi concedevo con piacere. I miei amanti sono sempre stati incuriositi dal mio pube.
Ora i miei capelli ed ogni altro pelo del corpo sono di color rosso rame e così anche quelli intorno alla mia figa che è ciò che piace e mi da sensazioni meravigliose: è la parte a cui tengo maggiormente.
La casa dove abito è molto grande e da qualche mese, d’accordo con mio marito e l’unico figlio che ancora abita qui con me, ho deciso di affittare una stanza a studentesse nella speranza, in cuor mio, che siano belle e magari sessualmente predisposte.
Qualche giorno fa ero rimasta affascinata dalla mia coinquilina Michela. La vedevo girare per casa con molta discrezione e seduta in salotto con lei a prendere un caffè mi ha impressionato molto la sua bellezza. Nella nostra convivenza siamo molto pudiche e riservate; di conseguenza non mi era mai capitato di vederla nuda, io invece abituata a farmi vedere e godere degli sguardi altrui, giravo per casa quasi nuda anche per provocarla, quando i miei familiari non erano a casa.
Ho avuto l’occasione che sia mio figlio sia mio marito sono fuori per circa 10 giorni per affari.
Uno dei giorni scorsi, Michela, la studentessa che abita con me, stava poco bene e sono andata in camera sua per vedere se le servisse qualcosa. Come al solito avevo bussato alla porta senza ricevere risposta alcuna. Ero quasi tentata di andare via, ma poi ho pensato che poteva davvero sentirsi male ed allora l’ho chiamata a bassa voce:
– Michela…
Nessuna risposta. Poi sollevando un po’ la voce:
– Michela.
Niente. A quel punto mi sono preoccupata e pensavo che le fosse successo qualcosa; allora sollevando la voce:
– Michela!
Niente ancora.
Mi sono preoccupata veramente e, decisa, ho aperto la porta e sono entrata. Dormiva.
Era sul letto a pancia in giù coperta solo dal lenzuolo.
Mi avvicino, le tocco la fronte e mi rendo conto che la febbre dovuta all’influenza era diminuita e la temperatura era tornata normale. Le accarezzo i capelli e faccio per uscire dalla stanza. La sento muoversi nel letto, la mia carezza evidentemente deve averla disturbata. Mi volto per vedere se si fosse svegliata e vedo che si è completamente scoperta. Adesso è messa di lato in posizione fetale.
Nel guardarla mi imbarazzo: è completamente nuda.
Michela è una bellissima ragazza, bionda, occhi azzurri, seno abbondante, snella, fisico scolpito dal anni di sport.
L’esatto contrario di me che sono una donna matura con il corpo ben tenuto, tante di lentiggini, con un bel seno e con un sedere secondo me bello e sodo come piacciono ai maschi.
Il corpo di Michela mi attrae. Lei è nuda sul suo letto ferma quasi a chiedere di essere ammirata. Ciò che ha attirato la mia attenzione è la completa assenza di peli sulle grandi labbra.
Dalla posizione in cui si trova non riesco a vedere il suo monte di venere che è coperto da una striscia di lenzuolo e sono curiosissima di sapere se è anch’esso depilato.
Faccio per andare via quando la sento nuovamente muoversi. Il lenzuolo si è spostato. Adesso è supina, con le gambe aperte e, come pensavo, anche il suo monte di venere è depilato. La guardo e poi scappo in camera mia.
Non so per quale motivo, non pensavo mai di potere essere attratta da questa ragazza.
In questi mesi ho avuto rapporti sessuali con Valeria e sua figlia ed anche altri uomini ma mai avrei pensato a Michela che per me è come una figlia.
Ma ora la mia vagina dice l’esatto contrario, è grondante di umori. Mi piace masturbarmi ed oggi non riesco a farne a meno pensando a lei. Vorrei tanto dedicarle un ditalino e tutta la mia gioia nel godere.
Apro la camicetta, sollevo la minigonna, scosto quasi inesistente triangolino minuscolo di tulle del perizoma che indosso e mi penetro lentamente con due dita e assaggio più volte il mio sapore.
Le gambe tramano sui tacchi che porto, mi piego un po’e risalgo ritmicamente con il movimento delle dita sulle ginocchia, mi appoggio allo stipite della porta e sto per venire quando mi viene il desiderio di depilarmi come Michela.
Il solo pensarci  mi fa esplodere in un orgasmo imprevisto di cui devo soffocare totalmente i mugolii e rimane solo l’ansimare come segno udibile.
La voglia di godere non è passata e sono sola in casa con lei. La sogno nuda che si avvicina e mi mette una mano fra le gambe sollecitandomi ad aprirle per farmi toccare nel mio intimo.
Mi getto sul lettone cos’ come sono.
Mi riprendo e mi spoglio.
Michela sembra dormire profondamente e per esserne sicura mi affaccio alla sua porta; mi voglioassicurare che non si sia alzata.
Nuda vado in bagno.
Con sapone da barba dei miei maschi di casa e lametta mi insapono. Con la mano ferma inizio a radermi. Ma ecco che sento Michela bussare alla porta.
– Adriana fa presto! Devo entrare urgentemente!
– Ok Michela dammi due minuti!
Cavolo! l’accappatoio è in camera, mi son dimenticata di riportarlo in bagno.
– Miky mi andresti a prendere l’accappatoio? Sono nuda!
– Ma che accappatoio, fammi entrare, non ti guardo, ho veramente urgenza!
Ed ecco che apre la porta ed entra. Si dirige verso il water.
Io resto ferma ed immobile sul bidet. Non sono mai stata così imbarazzata. Ho una lametta piena di peli in mano, la vulva piena di sapone e la ragazza a fianco sul water.
Mi volto per guardarla, non aveva neanche fatto in tempo a rivestirsi ed era ancora nuda anche lei.
– Grazie Adry. Adesso esco subito.
– Non ti preoccupare Michela, siamo tra donne e viviamo insieme prima o poi sarebbe capitato.
Ci guardiamo in faccia e scoppiamo a ridere.
– Ma che stai facendo?
Mi chiede ed io divento viola per l’imbarazzo.
– Ehm! niente.
– Come niente? Che stai facendo con quella lametta? Sei matta? Non si fa con la lametta; o con la crema depilatoria o con la ceretta!
– ….. E non lo sapevo.
Ci  ridiamo su nuovamente, ma da parte mia è una risata un po’ forzata.
– fai una cosa, Adry, sciacquati tutto quel sapone e vieni in camera mia.
– Cosa vuoi fare?
– Ti do una mano nel depilarti. Dai è tanto tempo che volevo entrare più in confidenza con te, penso possa essere una buona occasione.
Mi prende alla sprovvista, ma ormai sono in ballo. Mi guardo la micina e mi rendo conto che sono stata sorpresa sul fatto e dopo tutto il suo aspetto va sistemato; non posso restare con i peli tagliati solo in parte e per di più in malo modo. Michela mi ha trovato con i lavori in corso.
Pulitami dal sapone mi rendo conto che ho fatto un po’ di danni; mi sono graffiata in più punti con la lama e sono depilata a chiazze.
– Adry, ti dispiace se resto nuda? Sai, quando sono in camera non mi vesto mai e faccio sempre di corsa quando bussi per entrare. Da oggi in poi non ti farò aspettare più fuori dalla porta!
– Ok, nessun problema.
– Allora scegli cera o crema?
– Sei tu la maestra!
– Allora cera, fa un po’ male ma ricrescono più lentamente.
Michela inizia a strappare i peli, fa un male cane ma nel giro di pochi minuti ha finito il lavoro. Si vede che è esperta.
A estirpazione finita riconosco che ha fatto davvero un bel lavoro.
Prende uno specchio per farmi guardare meglio. Istintivamente mi tocca le labbra e le sposta per farmi vedere che ha tolto ogni traccia di pelo.
Non resto indifferente al suo tocco e lei se ne accorge. Mi ha toccato nelle parti sensibili e dato che l’eccitazione precedente non era passata le labbra durante la depilazione hanno continuato a bagnarsi. Lei non ha detto niente durante la depilazione ma non può non aver visto la figa aperta e grondante oltre che profumata dagli umori che producevo ed i loro profumi erotici.
– Posso fare una cosa?
Sono incerta e rispondo.
– Cosa?
– Volevo farti un massaggio con dell’olio profumato, la ceretta è sempre un trauma per la pelle. Anzi se vuoi ti faccio un massaggio total body.
– Va bene!
Mi dice di mettermi a pancia in giù ed inizia a cospargermi la schiena d’olio ed a massaggiarmi delicatamente partendo dal collo fino a scendere al fondo schiena, fermandosi all’inizio delle natiche. Con l’olio e mi unge le gambe e me le massaggia come mai nessuna massaggiatrice aveva fatto, neanche Valeria; è partita dall’interno fino ad arrivare all’esterno salendo dai piedi fino alle natiche.
E’ bravissima.
Sono bagnata come non mai, mi sta eccitando moltissimo, mi sta stimolando ed il fatto che Michela  sia nuda, mentre mi massaggia, mi fa sciogliere.
Attendo con ansia che mi tocchi le natiche, ci arriva, aspetto che me le apra e finalmente me le massaggia, le apre e va alla rosellina nascosta, la apre e la fa richiudere dolcemente. Sento il mio ano e la mia vulva esposti al suo sguardo, come se i suoi occhi fossero dotati di tatto. Con le dita li tocca piano, li solletica. Ho i brividi.
Mi dice di voltarmi a pancia in su e mi massaggia anche davanti.
– Ti va di provare un altro tipo di massaggio?
– E sarebbe?
– Mi ungo anche io e ti massaggio con il mio corpo.
– Come posso dirti di no?
– Lo so che non puoi dirmi di no, non so se sono eccitata più io o tu.
Era quel che volevo sentire. Aveva capito e visto che ero predisposta ad avere un rapporto con lei.
Avvicina la sua fighetta di giovane ragazza ai miei occhi. La vedo grondante di umori, faccio per leccarla ma si sposta e si unge tutta anche lei. Una volta unta si allunga su di me. Il suo viso verso i miei piedi ed i suoi verso il mio viso.
Si muove su di me.
Sono in estasi ed  inizio a mugolare.
Punta le ginocchia sul letto e si mette a 90 gradi spingendo le sue labbra più intime sulle mie della bocca. Mi viene istintivo leccare e lei inizia a fare lo stesso.
Mentre mi lecca mi penetra inizialmente con una e poi con due ed alla fine con tre dita.
Non ho il coraggio di penetrarla, ma assaporo i suoi dolcissimi umori.
La sento mugolare.
Si ferma. Riprende il gioco.
Sono ormai sciolta e godo moltissimo.
Stacco la bocca dalla sua vulva e guardo la sua fighetta depilatissima. E’ aperta e profumata. Le sue labbra sono bagnate ed il suo clito sporge per essere titillato.
Avvicino la punta della lingua vincendo gli spasmi che mi sta creando Michela.
– Siii! Bravissimahhh!
Riprendo a leccarla. Mi piace immensamente e non mi staccherei mai da lei.
Mi sta mandando tra le stelle. Lei continua a leccarmi giocando con la lingua sul mio clito. Continua a toccarlo, leccarlo sulla punta ed anche alla base, lo lascia e poi lo riprende come il gatto con il topo.
Chiudo gli occhi, agito scompostamente le gambe, sollevo il bacino ed ecco che arriva il mio urlo.
– Ssssiiiiiiiiiiiihhhhhhhhhhhhhhhh!!!!! Sto venendoooooooooooo. Godooooooo!
Non so quanto duri il mio urlo.
Continuo a leccarla ed ecco che apre ancora di più le sue gambe per offrirmi il suo fiore umido e profumato.
Solleva la testa dalla mia figa ed ecco il suo urlo. Uno spruzzo non molto abbondante esce dalla sua intimità e lo raccolgo nella mia bocca; è magnifico.
Si rilassa un po’ su di me dandomi ogni tanto dei colpi di lingua che gradisco non poco. Io continuo a godermi i suoi succhi intimi che mi stanno facendo tornare voglia.
Lei si volta, mi viene accanto, mi bacia sulle bocca mettendo la lingua tra la mia e restiamo abbracciate così fino al giorno dopo.

Valeria, la mia amica di infanzia e di studi, nel parlare del più e del meno mi aveva incuriosito su certi indumenti intimi che nei negozi di città non riuscivo a trovare; un po’ mi vergognavo a chiederli, ma nessuno, neanche le commesse più intraprendenti, mi hanno mai proposto. Era vero che vestivo eccentrica e anche colorata ma io cercavo qualcosa per l’intimo che fosse speciale e che mi facesse sentire erotica e arrapante. Lei mi disse che li acquistava da Irene che era sua amica e ci si poteva fidare per la riservatezza e serietà “chissà che non diventi anche tu sua amica” mi disse con un tono che lasciava intendere tante cose ma soprattutto una: sesso.
La chiamai al telefono e ci demmo appuntamento a casa mia in ore senza familiari che potessero interrompere la mia privacy.
Suonò il citofono e dall’altra parte una voce di donna si annunciò come Irene. Acquistavo gli indumenti intimi in negozio e fino a quel momento non avevo avuto avance da nessuno, ne maschio ne femmina. Con qualche palpitazione riposi dicendo: “Si le apro, 7° piano”. Aprii la porta e rimbombò nelle scale il portone che si chiudeva, dei tacchi fecero alcuni passi e poi sentì chiamare l’ascensore. Socchiusi la porta aspettando che si aprissero gli scorrevoli dell’ascensore.
All’arrivo dell’ascensore al piano vidi una donna forse un po’ più giovane di me, probabilmente sui 42-43 anni. Era molto elegante; indossava una giacca blu scuro in tinta con la gonna al ginocchio e mi fece subito sentire mal vestita. Sapeva che l’appuntamento era fissato subito dopo pranzo ma non pensavo che la venditrice si sarebbe presentata così presto e non mi ero preoccupata di mettermi qualcosa di decente per coprirmi.
La signora sorrise dolcemente e si presentò come Irene, anche se ci eravamo già parlate al telefono.
Feci accomodare la donna in salotto che tenevo spesso chiusa, aprii la porta a vetri, accesi la luce e le indicai il divano; oltretutto avendo già l’avvolgibile con le stecche larghe, che filtravano la luce esterna, era anche l’ambiente più discreto della casa. Le dissi di mettersi pure a suo agio.
Irene aveva con sé una grande borsa nera che appoggiò a terra con cura accanto a sé, sempre con lo stesso dolce sorriso mi disse
“Bene, quindi lei è interessata ai nostri prodotti, vero?”
“Sì, è vero,” dissi “ma, le va un caffè prima di iniziare ?”
“Oh si, grazie” rispose sorridendo Irene. Questo fu quasi un tentativo da parte mia per temporeggiare un po’ visto il grande imbarazzo nel quale ero, pur sapendo, che poco dopo mi sarei dedicata a quella vendita che ritenevo ‘particolare’,. La donna non era certo venuta a propormi un corredo.
Accennando un sorriso di cortesia che non nascondeva un grande imbarazzo mi allontanai andando in cucina. Ebbi l’accortezza di togliermi il grembiule a fiori, per le pantofole non aveva senso cambiarle ora con un paio di scarpe.
Nel frattempo Irene, tra se e se pensò che quell’aria un po’ tesa, anche se cordiale ed accogliente, non prometteva niente di buono per una buona e proficua vendita, ma era anche conscia che in quel lavoro è una cosa da prendere in considerazione soprattutto con donne un po’ sopra gli anta.
Era già una buona premessa che questa cliente non avesse problemi di figli o mariti che potessero tornare all’improvviso.
Poco dopo ritornai in sala con un vassoio e due tazzine di caffè fumanti, lo poggiai sul tavolino, chiese come aggiustarlo di zucchero e mi sedetti di fianco di Irene.
“Per iniziare, le dirò una cosa: ogni volta che mostro i miei oggetti le signore li trovano un po’ ridicoli, ma non si preoccupi. Ormai ci sono abituata.”
Sorrisi appena. Ero nervosa e volevo quasi ritirare la richiesta di visita fatta alla venditrice.
“Ecco, ora le mostro il nostro catalogo, lo guardi e se c’è qualcosa che la affascina posso farglielo vedere dato che porto con me la maggior parte dei prodotti.”
Irene mi passò un catalogo patinato senza alcuna intestazione. Lo prese con le mani che tremavano un po’ e lo sfogliai nervosamente.
Sentivo su di me lo sguardo di Irene e non sapeva bene dove o cosa guardare.
Non vedevo biancheria intima o lingerie erotica, tipo quella usata dalle modelle nei film o foto porno, ma vedevo vibratori e cose simili per uso femminile.
Rimasi per un attimo meravigliata e pensavo che Irene avesse sbagliato catalogo. Il mio imbarazzo era evidente e chiesi ad Irene della lingerie.
“Oh! Mi scusi! Pensavo che volesse vedere subito queste cose e poi ‘arredamento’ ?”
Riprendendomi dalla sorpresa e per sdrammatizzare la situazione dissi
“E’ comunque interessante. Sono curiosa. Posso sfogliarlo?”
“Certamente! Vedrà che ne rimarrà sodisfatta” replicò Irene
Valeria, con cui avevo una grande amicizia e confidenza, aveva insistito a dire che se avessi acquistato lingerie porno per posta probabilmente non sarei stata soddisfatta della qualità.
D’altra parte non avevo alcuna intenzione di entrare in un sexy shop e così Valeria mi aveva suggerito questa sua amica che faceva la rappresentante anche di una società che produceva non solo di lingerie ma anche questi oggetti.
In effetti era una mia idea acquistare un vibratore per molte ragioni, ma la principale era la mancanza di soddisfazione della mia vita sessuale perché ritenevo che le occasioni per allacciare nuovi rapporti non sono poi così tante e poi perché avevo voglia di godere e venire anche in solitudine e sognare accoppiamenti strani ed anche di lesbicare con altre femmine.
Sfogliando il catalogo, notai che non c’erano solo vibratori ma anche tanti altri strani oggetti come lingerie di pelle e metallo e anche manette!
Provai a concentrarmi sui vibratori. Sembravano classificabili in due categorie: quelli realistici e quelli non realistici. Pensai che fosse preferibile qualcosa di liscio e semplice, invece di quelli simili a “peni venosi”.
“Mmmhh, forse questo potrebbe andare” dissi, puntando il dito su un aggeggio bianco a forma di rossetto.
“Ok, che misura?” chiese Irene.
Questo mi spiazzò completamente.
“Misura? Ummm, credo vada bene media.”
“Ok, allora sarà quello da 18 cm,” ha replicato Irene mentre rovistava nella sua borsa da dove tirò fuori un oggetto che somigliava a quello del catalogo e me lo passò. Lo soppesai con cautela per saggiarne il peso dando dei delicati colpi con un’unghia la superficie di plastica dura e poi guardai Irene smarrita.
“Mi sembra vada bene, ” dissi vagamente, non sapendo bene quali caratteristiche avrei dovuto valutare.
“Oh, certo, questo non è niente male, ” mi disse Irene. “Provi ad accenderlo e vedrà cosa voglio dire.”
Armeggiai senza risultato e così Irene si accostò, girò la base e improvvisamente l’oggetto prese vita nelle mie mani creando delle vibrazioni in tutto il suo braccio. Fu istintivo ridere per l’emozione e per le sensazioni che avevo.
“Oohh! Adesso capisco cosa vuol dire!
“Irene sorrise dolcemente.
“Naturalmente, non potrà essere sicura che è quello giusto finché non lo prova,” mi disse.
Prontamente risposi “No, suppongo di no!”
“E allora, vuole farlo qui o da qualche altra parte dove si trova più a suo agio, come su un letto?”
“Cosa vuol dire?” chiesi, facendo finta di non conoscere l’attrezzo. In realtà lo sapevo bene.
“Beh, non considero mai conclusa la vendita finché il cliente non è completamente soddisfatto del prodotto.”
Non ero sicura di aver capito cosa intendesse Irene che continuò
“…E allora, se Lei mette le gambe sul divano e si toglie le mutandine, non è necessario che si tolga la gonna, vedrò se è il prodotto adatto a lei.”
Mi venne l’ansia e deglutii per l’emozione, le remore che ancora avevo verso alcune persone, per i gesti intimi che avrei fatto e l’espormi davanti a colei che ancora mi dava del Lei.
“Sta dicendo… che vuole che io lo provi… ORA?”
“Certo,” mi disse Irene senza alcuna preoccupazione mentre dalla borsa prendeva un paio di guanti di lattice.
Guardavo attonita mentre prendeva anche un tubetto di gel lubrificante e lo spalmava sulla punta del vibratore.
Voleva proprio che lo provassi ora!
Fingendo di essere dal ginecologo, mi misi in piedi, sollevai la vestaglia fin dove poteva ed abbassai il perizoma scoprendo la peluria nera triangolare non eccessiva il cui vertice scuro affondava tra le mie morbide cosce chiuse ed un po’ più rada sulla parte superiore; lo sfilai del tutto poggiandolo sul tavolino di fianco al vassoio con le tazzine di caffè.
Mi chiesi perché Valeria non mi avesse avvisata così almeno mi sarei messa un paio di mutandine meno scandalose.
Irene mi guardò appena e batté con la mano sul divano per invitarmi a sedere; cosa che feci sollevando i piedi e appoggiandoli sui cuscini. Aprii leggermente le gambe.
Irene sorrise, vedendo i riccioli neri della mia figa
“Togliamo le pantofole così sei più comoda”
Era passata a darmi del tu. Ne dedussi che era entrata in confidenza con me e voleva diventare mia complice.
“oh si! grazie”.
Nonostante la mia aria banale e casalinga sfoggiai un bel piede curato e smaltato.
Poi con le mani inguainate Irene spalmò un altro po’ di gel lubrificante sulle labbra della ma figa.
“E’ sempre meglio abbondare con questo” disse “almeno finché non trovi la lingua di qualcuno per fare la stessa cosa!”
Irene sorrise ancora verso di me che stavo temevo il contatto freddo ed invasivo delle dita gommate e del gel.
“Dio mio,” pensai “lasciamo che finisca in fretta; le dirò che mi piace, qualunque cosa si provi, e almeno poi sarà finita!”
“Apri le gambe un po’ di più, cara,” disse Irene. “Alcune signore preferiscono tenersi le ginocchia con le mani mentre eseguo la prova per lasciarmi un accesso più facile!”
Misi un piede a terra e l’altro dietro lo schienale del divano.
Mi sentivo completamente esposta e vulnerabile.
“Adesso devi solo rilassarti,” disse Irene mentre, molto lentamente, infilava la punta liscia del vibratore nella mia figa. Mentre spingeva con dolcezza mi guardava in faccia per vederne le reazioni. Mi stavo morsicando il labbro e mi aggrappavo con le mani al bordo del divano.
Quando fu infilato a metà, Irene si fermò.
“Ecco. Aspettiamo un attimo perché ti abitui alla sensazione prima di accenderlo. Come lo senti?”
Annuii senza alcuna espressione nel viso.
“Ok,” dissi senza muovere un muscolo.
Irene sorrise, si chinò e con l’altra mano accese il vibratore a bassa intensità.
Avevo preso un vibratore dentro di me ma questa volta la forma diversa e le sensazioni erano particolari. Mi trovavo impreparata alla fortissima sensazione che sentivo nel mio ventre; era bellissimo e chiusi gli occhi con voluttà.
“Mmmhh, penso che ti piaccia,” sorrise Irene. “Proviamo con un’intensità maggiore.”
Ora il piacere era ancora diventato più intenso con ondate che prendevano tutto il mio corpo. Le labbra rosa della figa, che sembrava una guarnizione attorno al vibro, diventarono molto più umide e colavano ad indicare l’aumento del piacere che le vibrazioni avevano provocato.
Gemetti appena e mossi i fianchi spingendo il pube verso l’alto per infilarmi il vibratore un po’ più dentro. Irene tenne ferma la base per lasciare che mi impalassi da sola.
“Eccolo qui, cara,” mi disse per incoraggiarmi.
“Mmmmhh, questo mi piace,” dissi “Lo prendo.”
Improvvisamente Irene spense le piacevoli vibrazioni e tolse il giocattolo, lasciando Adriana svuotata.
“Oh!” esclamai.
“Ne sei sicura?” mi chiese Irene guardandomi con volto dubbioso.
Mi rannicchiai in posizione seduta restando oscenamente nuda con le gambe aperte e la figa in bella mostra.
“Credo… credo di sì,” dissi osservando Irene per avere un consenso.
“Non credo. E’ solo che molte donne fanno lo stesso tuo errore e cioè quello di innamorarsi del primo che provano. Come fai a giudicare realmente se non ne provano altri? Non è possibile, no?”
“Credo… credo di no” dissi.
“E allora, perché non provarne qualcun altro che può piacerti e vedere cosa ne pensi?”
Nel frattempo Irene tirò fuori dalla borsa un panno bianco che aprì sul tavolino e sui cui appoggiò il vibratore unto di gel e dei miei umori. Frugò ancora nella sua borsa e prese un vibratore leggermente più grosso, cromato. La testa era leggermente a forma di fungo.
“Ecco, QUESTO è adatto per l’utente più esigente,” disse Irene. “Proviamo, mettiti comoda di nuovo.”
Feci quello che mi aveva chiesto. Irene sollevò le gambe ben allargate.
Questa volta fu meno delicata nell’infilarlo. Non ce n’era bisogno dato che ero già abbondantemente bagnata. Lo accese e in poco tempo mi dimenai sul divano.
“Oh, sìì!!!” dissi ansimando. “Questo è fantastico.”
“Vedi!” disse Irene. “l’avevo detto!”
Irene spinse il vibratore un po’ di volte dentro e fuori per dare tutte le sensazioni possibili.
 Il vibratore cromato costava quasi il doppio del primo.
Quando Irene vide che stavo iniziando a godere un po’ troppo estrasse di nuovo il vibratore improvvisamente.
“Oh! Oh! DEVO prendere questo!” dissi con gli occhi che scintillavano.  Il mio seno era esposto a Irene e le mammelle avevano le grosse punte dei capezzoli turgide puntate verso la venditrice.
“Hmmm,” disse Irene. “Ne proviamo ancora uno, ok?”
“Ok,” dissi e mi distesi ancora sul divano pronta a ricevere il nuovo oggetto. Irene armeggiava  ancora nella borsa.
Estrasse dalla borsa un fallo finto enorme. Era lungo circa 25 cm ed era coperto di venature e con una cappella rosa, ruvida, che sembrava vera. Rimasi esterrefatta e deglutii ma Irene mi rassicurò.
“Ho visto finora un sacco di donne e so perfettamente cosa desidera la tua figa, cara Adriana!”
“Ne sei sicura?” dissi “Sembra mostruosamente grande!”
“Non ti preoccupare,” disse Irene “Sarò più dolce che posso. Comunque mi sembri già ben allargata e lubrificata!”
Mi sentii po’ imbarazzata per questi spudorati riferimento alla mia figa che ora stava lasciando sul divano i suoi succhi.
Irene appoggiò la testa del grosso cazzo finto sulle mie grandi labbra. Con le dita, sia io che Irene aprimmo le labbra della mia figa per permettere alla ‘bestia’ di entrare.
Respirai profondamente mentre l’oggetto mi riempiva lentamente.
“Oh Dio, oh Dio!” gemetti mentre Irene spingeva inesorabilmente dentro di me l’oggetto. Non mi ero mai sentita così riempita in vita mia.
Irene sorrise, “Mi fermo per un attimo, vero? Così ti abitui alla dimensione!”
Annuì, ero incapace di parlare.
Irene continuò, “Naturalmente quest’oggetto è un po’ costoso, ma nel prezzo è compreso anche il suo fratellino: una versione anale del fratello più grande.”
Dalla borsa prese una versione più piccola del fallo finto un po’ più grande di un dito.
“Ecco. Questo va qui!” disse Irene, appoggiandone la punta sul mio buchino posteriore già tutto bagnato dai succhi che uscivano dalla figa.
Senza chiedere nulla infilò la punta nel mio buchino che era vergine. Non avevo mai nemmeno pensato di infilarmi oggetti nel sedere, ma ora Irene con la massima calma stava violando l’altra mia intimà. Mentre la punta entrava dentro di me sentivo che premeva contro l’altro fallo finto e quando Irene cominciò a muoverli entrambi sentii che strusciavano uno contro l’altro creando vampate e contrazioni in tutto il corpo.
Per evitare che io avessi un orgasmo Irene non mise in funzione i vibratori.
Ancora una volta Irene, per far si che godessi di più ed apprezzassi il piacere dovuto ai vibratori, li ritirò un attimo prima che avessi un orgasmo.
Restai lì sul divano, distesa, ansimante e tutta sudata, con le gambe aperte e le mie intimità piene, svuotata da degli oggetti che gradivo molto occupassero e mi allargassero.
Sentirmi piena era una sensazione unica: mi sentivo veramente una troia in calore e ne ero fiera.
Mi sentivo completamente svuotata dopo che Irene aveva sfilato i due falli finti e le sensazioni non erano adatte al momento; ero in calore e volevo godere.
Irene le sorrise: “Allora li vuoi questi?”
“Sì, sì, questi vanno bene,” disse Adriana.
“Questo grosso può avere come extra anche una cinghia di aggancio.”
“Cinghia?” disse Adriana. “A cosa serve la cinghia?”
“Oh, se per caso tu ed il tuo partner volete giocare, uno si può legare addosso ed usarlo sull’altro.”
“Ma come funziona?” chiesi.
Irene si fermò a pensare per qualche istante.
“E va bene, ti mostro come si fa,” disse. “Ma dovrò togliermi la gonna.”
“No, ti prego, non ti disturbare,” disse Adriana. Ma in cuor suo era quello che voleva.
“Non ti preoccupare,” disse Irene. “E’ da tanto che non lo faccio e se sarò un po’ arrugginita dovrai perdonarmi!”
Irene si tolse la gonna lasciandola cadere a terra, la raccolse lentamente esponendo le sue curve, la piegò e la appoggiò sullo schienale di una sedia mostrandomi il suo meraviglioso lato posteriore.
Restai sorpresa e vedere che indossava un bellissimo paio di calze nere, con la giarrettiera, accompagnate da un perizoma piccolo e trasparente nella parte anteriore. Irene sorrise per rassicurarmi e poi si legò addosso il fallo finto mettendolo in posizione in modo da far apparire una mostruosa erezione.
“Oohh, adesso capisco!” dissi.
“Ecco. Adesso se credi può avvicinarti”
Mi avvicinai e con voce suadente mi chiese
“Ora, per favore vuoi piegarti sul tavolo?”
Lo feci in silenzio, scoprendo il mio culone da quasi cinquantenne.
“Ora, normalmente il tuo partner dovrebbe avvicinarsi da dietro in questo modo,” disse, posizionandosi dietro di me. “Poi dovrebbe penetrarti….. così!”
Scostò facilmente un po’ con le dita le morbide natiche, fino a scoprire la figa gonfia e bagnata rendendola completamente esposta, poggiandoci la punta dell’enorme fallo finto contro le grandi labbra rosa; era da tempo che mi depilavo completamente
Irene si aggrappò ai miei fianchi e spinse l’oggetto dentro l’utero per un po’.
Sospirai e mugolai con voluttà.
Da uno specchio della sala vedevo Irene sorridere  a se stessa mentre spingeva avanti completamente, fino in fondo. Poi iniziò a pompare nella vagina, imburrata di umori, avanti ed indietro con perizia; evidentemente non era la prima volta che lo faceva e lo sapeva fare molto bene: sembrava un maschio.
Ero inebetita da quel piacere mi aggrappava al tavolo disperatamente ma felice di quello che stavo facendo.
“Ecco…vedi…è proprio…come…quello vero…forse però….è….più grosso!” disse ansimando Irene, mentre mi pompava con foga, spingendo ogni volta fino in fondo nella mia figa. La grossezza era tale che la mia figa sembrava fuori allenamento.
Io la assecondavo felicissima di essere riempita da quell’oggetto e spingevo con i fianchi per farmi chiavare da quell’oggetto di gomma dura al meglio.
Un attimo prima che avessi l’orgasmo, Irene si ritirò, lasciandomi svuotata e disperatamente desiderosa di penetrazione.
“Se ti piace questo tipo di cose, c’è ancora qualcosa d’altro che vorrei mostrarti,” disse, togliendosi le cinghie e depositando il fallo finto unto e lubrificato dalla mia figa sul panno aperto sul tavolino.
L’aria nel salotto era diventata viziata e i profumi dei liquidi femminili che stavano sgorgando da una mezz’oretta dalla mia vagina umida ed anche da quella di Irene avevano impregnato l’ambiente.
Ero completamente abbandonata e distesa.
Ora c’era una buona confidenza con Irene e l’acquisto della lingerie era stato dimenticato.
Chiesi ad Irene quale altra sorpresa volesse mostrami: “Cosa c’è adesso?”
“Questo!” disse Irene, brandendo un fallo finto con due punte lunghissimo.
“Oh mio Dio!” dissi “A cosa serve?”
Irene rise. “Vuoi VERAMENTE che ti mostri come si usa?”
“Uhm uhm” annuii in segno di approvazione.
Irene ancheggiò e si arrotolò il perizoma sopra la giarrettiera per poi toglierlo, poi si distese sul divano e mi invitò a mettermi davanti a lei sempre con le gambe aperte. Anche lei era totalmente depilata e le sue labbra erano rosa e molto piccole, quasi inesistenti. Mi venne il dubbio che le avesse fatte tagliare.
“Ecco, questa estremità deve essere infilata qui,” disse, spingendo una delle due punte dentro la mia figa completamente allargata e bagnata. “E l’altra va….qui.”
A questo punto Irene aprì completamente la gambe mostrando la sua figa già tutta bagnata e si mise  in un colpo solo tutta l’altra metà dell’oggetto.
Ora eravamo attaccate assieme come due gemelli e cominciammo a muovere i fianchi per impalarci nel fallo finto. Ogni movimento mandava vibrazioni all’altra attraverso l’oggetto. Le due vagine aumentavano il loro colare così le ondate di piacere derivanti dai propri movimenti fluivano una verso l’altra.
Ci agitavamo e mugolavamo spingendo con forza e dimenandoci tutte, chiavando ed essendo chiavate.
Ci abbracciammo per coordinarci meglio.
Un bacio ci unì anche nella bocca, le lingue si incrociarono e assaporai la saliva Irene.
I nostri gesti erano lenti e profondi. Volevo continuare così per tanto tempo ed Irene lo capì.
Ogni tanto le mani andavano a sollecitare i nostri clitoridi e ad inzupparsi di umori vaginali per portarli alla bocca dell’altra. Le labbra della bocca avevano ormai il sapore delle nostre fighe.
Irene scopandomi mi faceva sentire più troia che mai. Ero ormai tutta dedita al sesso con lei.
Eravamo tutte sudate per lo sforzo ed il viso era trasformato dalle smorfie di piacere. Irene sorrise guardandomi negli occhi:
“questa sarebbe stata una buona vendita, oltre che molto piacevole… mi piaci tanto. Vuoi venire? Io ci sono vicina”
Non finì di dirlo ed ecco che la sua testa andò verso l’alto, la bocca si aprì, le gambe si portarono dietro i miei fianchi e mi tenevano fissa con il doppio fallo finto profondamente nella sua intimità, si agitò con dei fremiti; era il segnale evidente di un orgasmo in arrivo.
Un urlo lungo insieme all’aumento della respirazione con la bocca oltre a “vengo! Tesoro mio mi stai facendo venire. Siiihhhh!!!! Ti ho tuttaaaaaa dentroooooo” ful’evidente manifestazione del raggiungimento dell’orgasmo.
Io continua a spingere e non molto dopo esplosi violentemente con il mio orgasmo sollevandomi su lei e portando le braccia dietro la mia testa per offrirmi tutta a lei mentre l’oggetto nella figa mi era arrivato fino all’imboccatura dell’utero.

Stamattina ho maledetto la sveglia che insisteva perché mi alzassi.
Alla fine mi sono costretta ad alzarmi.
Sono andata a letto presto e poi mio marito arrapato chissà come mi ha scopata. Si è quietato solo dopo essere venuto dentro di me.
Vi assicuro che oggi le mie intenzioni erano di continuare a dormire ancora un bel po’ nonostante il sonno notevolmente in cui ricordo di aver fatto strani sogni.
Mi alzo, nuda come avevo dormito, metto a fare il caffè, mi lavo un paio di volte il viso e quando riesco finalmente ad aprire bene gli occhi la silhouette del mio corpo riflessa nello specchio del la-vandino mi attrae mi fa fermare a guardarmi.
Beh! non ci crederete, ma non mi sono mai trovata così bella.
Non per vantarmi, sia chiaro ma mi sono veramente piaciuta. Pensavo al quella figura nello specchio come se non fossi io.
Pensavo anche a come mi vedesse lui, il mio amante a cui piacevo tantissimo. Ora capisco veramente il perché.
Il mio corpo mi è apparso come qualcosa di meraviglioso, mi sono eccitata nel guardarmi.
Forse è stata questa la molla che mi ha spinto definitivamente verso la decisione di concedermi al mio amante che non aspetta altro che la mia figa, non saprei dirlo.
Mentre la caffettiera fa il caffè torno in camera per mettermi i pochi capi lasciati sulla sedia la sera prima.
Uno sguardo alle calze, un altro fuori della finestra alla giornata che si prepara afosa, uno sguardo al ricordo del pizzo che esce da sotto la gonna e indosso le scarpe a gambe nude.
Voglio uscire in fretta di casa prima che mi assalgano i dubbi.
Il resto della giornata è già programmato.
Bevo il caffè, faccio colazione, un po’ di trucco ed esco svelta da casa.
Quando sono per strada comincio a sentire imbarazzo.
Sono veramente nuda, se ne accorgono tutti.
Mi sento tutti gli sguardi addosso, in autobus azzardano a toccarmi il culo due persone. Per fortuna che hanno il buon gusto di farlo attraverso la gonna, ma continuo a temere che qualcuno possa spin-gersi oltre e dilettarsi direttamente con la fighetta che comincia a bagnarsi. E’ lì sotto, pronta, a pochi centimetri dagli sguardi di chiunque.
Così come le mie tette, falsamente coperte da un sottilissimo strato di tessuto trasparente bianco, sotto il quale si notano chiaramente i capezzoli che si stanno drizzando ed indurendo.
Salgo in ufficio, entro e tutti mi fanno i complimenti.
Mi dico che a qualcosa almeno serve vestirsi così, anche se intuisco che tutti i maschietti e forse an-che delle femminucce non vorrebbero nient’altro che portarmi a letto.
Qualcuno, scherzando, lo dice pure.
Nell’attesa di lui soffro per la mancanza di aria condizionata che si è guastata.
Ad un certo punto non ho resistito ed ho dovuto togliermi la giacca restando ancora più nuda.
Due spalline sottilissime a coprirmi le spalle, le tette totalmente in vista da qualsiasi angolazione. I capezzoli ritti a far bella mostra di sé.
Un collega mi porta un caffè, comincia a massaggiarmi le spalle, mi guarda dritto dentro la scollatu-ra. Se potesse mi scoperebbe lì. La cosa non fa che eccitarmi ancora di più, la figa è bella bagnata, ma continuo imperterrita con le mie interviste.
Esco dall’ufficio, e Giuliano è lì sotto che aspetta. Gli sorrido, lui accenna un sorriso. “Vedi, ho de-ciso per il sì.”
“Non lo dubitavo. Anzi, quel che dubito è che tu nonostante tutto abbia messo gli slip. Già non hai messo le calze…”
“Ma faceva caldo. Però per l’altra cosa ho fatto la brava”
E’ imbarazzante. Ci sono i miei colleghi, che già si stanno chiedendo chi sia questo estraneo. Cerco di tagliare corto “Dove hai lasciato la macchina?”
“Aspetta. Non ho ancora avuto la prova che tu mi accetti realmente. Mi devi dimostrare rispettando le mie preferenze”
“Sì, fra un po’ andiamo. Dai!!”
“No no, lo voglio vedere subito. Solleva la gonna e fammi vedere”
“Ma…!!”
“Ne deduco che ti sei messa gli slip. Lo sai che ho sempre voglia di te e che ora ti voglio scopare senza Roberta”
Ero nelle sue mani. Giuliano mi piaceva veramente tanto e mi faceva sentire una vacca da monta.
“Non ti devi vergognare. Hai scelto che la tua sessualità non ti appartienga più, di cosa hai da ver-gognarti? Altrimenti significa che hai deciso altrimenti. Ma non sei coerente con quello che hai fatto con Roberta e Valeria. Credi che madre e figlia siano delle santerelline?”
Volevo dargliela vinta.
Frugo un po’ in borsa e faccio cadere una penna. Mi inchino con tutto il bacino tenendo le gambe ben distese. Sono praticamente piegata in due nella speranza che la gonna già corta salga e scopra abbastanza da far capire che non porto gli slip.
Con una mossa fulminea mi volto verso di lui con il sorriso sulle labbra e rossa in volto.
“Non ho visto nulla. Porti gonne troppo lunghe” mi dice Giuliano con tono scocciato.
“Tastami, se vuoi” rispondo
“Sei tu che devi mostrarmi, non io a dover cercare”
Non mi resta altro da fare che tirare su con le mani la gonna fino a scoprire l’inizio della figa.
Sto per riabbassarla velocemente ma lui “Aspetta, non ho ancora visto bene. Potresti portare degli slip neri”
Il cuore mi batte all’impazzata, mi sento così esposta e questo mi eccita da morire.
Fino a poche settimane fa non avevo idea di cosa fosse l’esibizionismo e non avrei mai detto che mi avrebbe potuto eccitare.
“Okay, andiamo”
Mi riabbasso la gonna in fretta e furia e lo seguo fino all’auto.
Saliamo.
“Togliti quei vestiti.”
Comincio lentamente: prima le scarpe, poi sfilo la giacca e la gonna, ma esito alla canottierina. Siamo ancora in città e non è difficile vedermi.
Alle sue insistenze, obbedisco, sono tutta nuda in auto ed è ancora giorno.
Certo, per mettermi in imbarazzo, è un vero maestro.
Il bello è che tutto questo mi eccita tantissimo. L’idea che ora sia senza la mia amica Valeria e che sua figlia Roberta non sia presente mi da un sottile piacere che mi fa colare la figa. Mi fa sentire sua come una donna da monta; esattamente ciò che sono e desidero sempre.
In pochi minuti siamo nella sua casa e scendiamo in cantina.
“Sdraiati qua sopra a gambe larghe” indicandomi un lettino tipo studio medico.
Mi aveva detto di non depilarmi la figa, che lo avrebbe fatto lui.
Da tre settimane non andavo da Valeria in attesa che Giuliano mi chiamasse per andare con lui.
“Ora ti tolgo tutti i peli superflui dal tuo corpo”
Beh, me l’aveva detto che mi avrebbe depilato la figa.
Mi rilasso e lui inizia il lavoro.
In pochi minuti sono di nuovo bambina.  Sento la sensazione di fresco piacevolissima e soprattutto penso a quando lui mi chiaverà; allora sentirò la base del suo cazzo toccare il mio pube segno che lui sarà totalmente dentro di me fino all’utero. Vorrei che mi riempisse di sborra e magari mi ingra-vidasse.
Mi alzo, saliamo di nuovo al piano terra e mi guardo in uno specchio vicino al letto: uno spettacolo arrapantissimo. Sembravo un’attrice porno, una vera MILF.
“Quando ti ho chiavato ho visto che non eri del tutto vergine di culo. Fammi vedere!” porgendomi un piccolo fallo di gomma di un paio di centimetri di diametro.
Mi sdraio, alzo le gambe, lubrifico un po’ il cazzo passandolo tra le grandi labbra bagnate ormai quasi costantemente, quindi inizio a spingere per farlo entrare nel culo.
In effetti sento un po’ di bruciore ma poi entra senza grossi problemi.
“Bene, vediamo con quest’altro” dandomene uno di un paio di centimetri e mezzo di diametro ed un po’ più lungo sui dodici centimetri.
Nell’estrarre quello più piccolo sento un po’ di dolore ma già sono preparata.
Così Giuliano vuole che mi inculi con vari dildo fino ai tre centimetri e mezzo e sedici di lunghezza.
Quest’ultimo è entrato non senza un certo sforzo.
Queste operazioni mi hanno fatto sbrodare non poco; la mia fica pulsava vistosamente, i miei ca-pezzoli erano ritti e duri, il mio culo dolorava, io ansimavo e lui ha capito che forse era meglio fer-marsi.
“Tienilo dentro per un po’, per abituarti, e raccontami la tua giornata nel frattempo. Mettiti comoda. Gradisci un po’ di vino?”
“Che significa mettiti comoda? Un po’ di vino?! Ho un cazzo nel culo!”
“Ti ci devi abituare. Fai finta di non averlo. Mettiti seduta. Tieni, bevi.”
Obbedisco. Certo fa male, ma dopo un po’ riesco a sorseggiare il vino e inizio a raccontargli l’imba-razzo ma anche il sottile piacere che provo nell’espormi in pubblico.
“Sai che domani ho il giorno libero? In ufficio facciamo i turni: si lavora o il sabato o la domenica, però poi si ha un giorno libero infrasettimanale”
“E allora?” replico “Potremmo vederci. Hai detto che devi rinnovarmi il guardaroba”
“Mhh, avrei da lavorare. Ma se stasera fai la brava, domani andiamo. Però non puoi venire con ve-stito dozzinale. Dovrò farti provare un po’ di vestiti della mia ex ragazza, forse ne troviamo uno che ti sta bene e che puoi mettere domani, in attesa che ti regali io qualcosa”
Nel sentire queste parole mi sono perduta con i pensieri. Nella mia mente passano immagini e pen-sieri che abbattono le miei barriere con lui. Giuliano già mi aveva filmata con la sua ragazza Roberta più di una volta ed aveva pubblicato in rete le foto, ma ora volevo essere solo per lui. Ero attratta dal suo sesso, da come mi sentivo in confidenza, dai suoi modi e, non ultimo, il pensiero che mi scopasse senza la sua Roberta, figlia di Valeria.
Ora lui si avvicina. Ha in mente qualcosa.
“Sdraiati a gambe larghe.”
Senza troppi convenevoli, con le mani mi apre le grandi labbra e comincia a leccarmi la fica.
Gli lascio fare ciò che chiede e nel sentire la sua lingua “Cazzo! sei un grande nel leccare!”
In pochi minuti giungo all’orgasmo con un misto di piacere e di dolore avendo ancora il cazzo di gomma nel culo. Ogni contrazione della fica è anche una contrazione del culo ed ogni contrazione del culo è un’onda di dolore, ma godo, godo come una pazza. Altro che leccate di Valeria!
Raggiunto l’orgasmo e alla fine dell’eccitazione, faccio per togliermi il cazzo finto “Allora non ci siamo capiti!”
“Va bene! va bene! E’ una sensazione strana camminare con qualcosa nel culo. Ma non è sgradevole. Si sculetta solo un po’ di più”
Vado in bagno dove Giuliano ha preparato una vasca piena d’acqua calda. Mi sdraio e la pancia co-mincia a mettersi in moto, un po’ per il caldo, un po’ per l’invasione. Cerco di non badarci, alla fine riesco a rilassarmi.
L’acqua mi copre tutta. Sono anni che non mi sento così bene.
Sono eccitatissima e contemporaneamente tranquillissima. Riesco quasi ad addormentarmi tanto sono rilassata.
Ad un certo punto arriva con un piatto di verdure al gratin e comincia ad imboccarmi. Oddio, non è che mi vada molto di mangiare vista la situazione, ma il gioco è divertente.
Finito di mangiare mi ordina di uscire ed asciugarmi, senza togliermi quel cazzo di gomma, ma non faccio in tempo a respirare per il sollievo, che si presenta con una cintura di contenimento, con at-taccato un altro fallo, un po’ più piccolo.
“Vuoi gli slip? Eccoli! Davanti sono assorbenti, così non mi sporcherai i vestiti della mia ex con i tuoi umori”
Infilo il fallo nella figa ed allaccio la cintura; è talmente stretta che la parte davanti mi passa dentro le grandi labbra, dividendole nettamente e lo spettacolo è notevole.
Mi guardo per un po’ nello specchio e mi sento contemporaneamente una schiava e amazzone.
Sono fiera di me, del mio corpo, della mia bellezza, della leggera sottomissione a cui mi sottopongo godendone gli effetti.
Comincio a capire che spreco siano stati tutti gli anni passati a coprirmi il corpo con indumenti larghi che ne nascondevano le forme. Penso a quanti ragazzi avrei potuto far cadere ai miei piedi.
Ma penso anche che almeno per il sesso sono ormai sono di proprietà di un solo uomo.
Mi chiama e lo raggiungo nella stanza dove si amavano con la sua ex. L’armadio è aperto e c’è una quantità incredibile di vestiti e di scarpe.
“Hai detto che porti trentotto di piede”
“Sì.”
“Bene, come la mia ex lei.”
Mi cambio gli indumenti ed inizio la sfilata.
I vestiti sono di tutti i tipi, ma hanno un minimo comun denominatore: le gambe non sono mai co-perte per più di metà coscia.
Non c’è modo di salvarsi: dovrò andare in giro seminuda a mostrare le mie forme e far godere con gli occhi i passanti.
Dopo i primi dieci vestiti comincio a sentirmi stanca. Il cazzo nel culo comincia a dolere; il continuo inchinarmi, alzarmi, sedermi, piegarmi è una continua stimolazione della fica e del clitoride, ci mancherebbe. Inoltre per ogni vestito provo almeno un paio di scarpe e non sfilo avanti e indietro per tutta la stanza a farmi ammirare da lui.
Le scarpe anche hanno una caratteristica comune: i tacchi altissimi.
Camminarci indossandole  è un impresa di equilibrismo.
Se non l’avete provato non potete sapere e ne immaginare come sia piacevole sculettare con un og-getto nel culo; è piacevole e mooolto eccitante.
Mi sentivo terribilmente puttana a mettermi in mostra con nessun velo indosso che sottolineasse le mie curve ed a sculettare su sandali costituiti da due striscioline di cuoio sulle dita  del piede e sulla caviglia e dieci centimetri di tacco, avendo nel frattempo i genitali iperstimolati da quella cintura strettissima.
Avrò provato non so quanti vestiti e per ognuno avrò indossato almeno un paio di scarpe. La mag-gior parte erano sandali décolleté, stivali o sabot, non potevo fare a meno di zompettarci e sculettarci sopra.
Alla fine, quando sono mi son sentita totalmente stremata, arriva la decisione “domani metterai una gonnellina nera plissettata, che arriva poco sotto l’inguine e che si alza al primo refolo di vento, una camicetta di cotone semitrasparente, che ti sta molto attillata ed un paio di sandali neri, con due stri-scioline di cuoio e “solo” nove centimetri di tacco a spillo. E’ solo un prestito. Solo i vestiti che compreremo insieme saranno tuoi”.
Mi spoglio e rimango nuda finalmente senza tacchi.
Rimetto tutto a posto nell’armadio e in una bustina i pochi centimetri di stoffa conservo gli indu-menti per domani.
Il culo è ormai quasi totalmente desensibilizzato, la fica fradicia, anch’essa è piuttosto dolorante.
Com’è cambiata la mia visione delle cose da ieri mattina.
In questo momento il sesso è nettamente il primo pensiero nella mia testa. Sono felice per quest’e-sperienza.
“Togliti quella cintura e poi mettiti carponi sul letto.” Messaggio più che chiaro.
Mentre mi slaccio la cintura e la sfilo delicatamente dalle grandi labbra purpuree per l’arrossamento, lui comincia a spogliarsi.
Un fortissimo bruciore mi invade tutto l’inguine ma finalmente sono nuda.
Mi metto carponi, con le gambe aperte ed il culo bene in mostra. Chi l’avrebbe mai detto che Adria-na, quella che a diciotto anni si era scandalizzata perché il suo secondo ragazzo le aveva tolto la maglietta e il reggiseno, si sarebbe trovata totalmente nuda, carponi in attesa di essere inculata e e, per di più, felice di ciò.
Con tutto il bruciore procurato dalla continua frizione con quel cazzo di gomma nel retto, sento a malapena il suo cazzo che si appoggia al mio buco e che entra.
Ma quando comincia a spingere è tutt’altra sensazione rispetto a quelle provate finora: dolore, piace-re, piacere, dolore. Un misto inspiegabile.
Giuliano si appoggia tutto su di me, mi prende le mammelle tra le mani, comincia a manipolarle stringendole e tirandole in avanti mentre continua ad affondare il suo cazzo nel mio culo.
Lo fa entrare tutto.
Sento le mie viscere che gemono e non sanno se lamentarsi o ringraziare.
Ho ancora i capelli legati a coda. Giuliano li prende e comincia a tirare. Istintivamente spingo la testa all’indietro ma poi devo fermarmi. Lui continua a tirare e mi fa male.
Urlo. Tira più forte, spinge più forte il suo cazzo nel mio culo. Urlo di nuovo.
Sento il suo cazzo irrigidirsi e gonfiarsi dentro di me. Il suo liquido caldo e viscido comincia ad in-vadermi. Un altro paio di spinte e si abbandona sul mio corpo.
E’ così bello sentire Giuliano così soddisfatto per il piacere che si è preso da me ed abbandonato con tutto il suo peso su di me con tutto il suo calore ed il suo cazzo, ancora nel mio culo, che pian piano si affloscia mentre avverto gli ultimi spasmi di piacere che lo attraversano.
Mi bacia la schiena. Si rialza lentamente.
Rimango interdetta: posso alzarmi anch’io? Mi porge una mano, mi aiuta a rialzarmi.
Un po’ di sperma cola dal mio culo sulle cosce ed un rivolo arriva fino sul piede.
Andiamo nella vasca; lui appoggiato con la schiena alla parete della vasca, io con la schiena sul suo petto.
Comincia a lavarmi, a massaggiarmi, a baciarmi tutta. Sa essere così dolce. Mi eccito, ma stavolta è quasi amore.
E’ successo poco altro: ci siamo asciugati, rivestiti, ho preso la bustina con i vestiti per domani e mi ha lasciata andare a casa.
Domattina mi passa a prendere, andiamo in centro per comprare qualcosa per me.
Certo sono piuttosto imbarazzata all’idea di girare praticamente nuda sculettando su nove centimetri di tacco ma l’ho pur sempre scelto io.
Sono eccitata e stanotte dormirò nuda .
Purtroppo non posso masturbarmi. Che peccato…!
Di sicuro domani potrò essere eccitata già dall’inizio per lui.

È un venerdì pomeriggio, un meraviglioso giorno di sole, e sono pronta a godermi le meritate vacanze.
Sono in città da sola. Sono a casa perché il mare mi stanca e poi voglio un po’ di tempo per me e godermi la mia intimità. I figli e il marito sono nella casa al mare.
Avrò un mese tutto per me.
Amo molto Giuliano; nei miei pensieri è l’unico uomo della mia vita e ora che sono sola posso dedicarmi a lui con più attenzioni.
Anche la sua ragazza è andata al mare con Valeria, la mia amica massaggiatrice ed ormai una delle mie amanti.
Quando arrivo a casa, non c’è ovviamente nessuno,
Penso a Giuliano e vorrei chiamarlo al telefono per sapere se è disponibile “Giuliano sarà uscito” penso. Cosi decido di salire in camera mia per cambiarmi di abito e, a dire il vero, desidero denudarmi vista l’alta temperatura.
In effetti lo spogliarmi mi da molto sollievo.
La mia casa è su due piani; al piano superiore c’è la zona notte.
Tengo chiuse le serrande alle finestre e lascio filtrare solo poca luce in modo che ci sia penombra nell’ambiente.
Chiamo Giuliano come mi ero promessa e lo invito a da me.
Le altre volte ci siamo amati a casa di Valeria oppure in albergo fuori città.
Lui entra in casa timoroso e sono io a metterlo a suo agio “Non c’è nessuno, amore mio. Sono tutti al mare”
Lui gira per casa ed io vado a rinfrescarmi sotto la doccia. Lo invito con me ma lui rifiuta dicendo che ne ha fatto una pochi minuti prima di uscire da casa sua per essere pronto a scoparmi.
Nell’uscire dal bagno noto che la porta della mia camera da letto è aperta e avvicinandomi, posso vedere Giuliano nella mia stanza.
Sembra che stia cercando nella cesta della mia biancheria sporca.
“Cosa starà facendo” ho pensato.
Mi sono nascosta un po’ e sbirciando da dietro la porta ho visto Giuliano prendere un paio di mie mutandine usate e portarsele al naso per poi aspirare con piacere i miei odori.
Mentre fa questo, Giuliano si siede sul mio letto, si abbassa i pantaloncini e, mentre tiene i miei slip sul naso con una mano, con l’altra si masturba.
Ero sconvolta, sapevo che tutti i ragazzi si masturbano, ma era anormale che un bel ragazzo come lui usi i miei slip per masturbarsi.
La mia meraviglia fu grande. Non sapevo cosa fare ed allora scesi al piano inferiore e mi inventai di aprire al porta di casa e sbatterla forte, chiamandolo per fargli capire che ero uscita e rientrata in casa.
“Giuliano, sono a casa! Sei ancora qui? Scendi amore che ti offro un caffè”
“Stai bene bene?” mi chiede lui.
“Certo amore e da oggi abbiamo un intero mese tutto per noi due sei contento?”
“Si Adriana. Molto”
“Lo credo bene” penso io ancora turbata per la scena che avevo visto di nascosto.
Abbiamo parlato ancora un po’ seduti al tavolo di cucina a sorseggiare il caffé finche gli dissi che andavo ad indossare qualcosa di più comodo.
Sono salita in camera per cambiarmi ed ho cercato le mutandine usate da Giuliano: erano bagnate della sua sborra.
Giuliano ha goduto dentro le mie mutandine.
Da quel momento non ho fatto che pensare a Giuliano con i miei slip in mano.
Giuliano era molto interessato a me come una femmina e lo deducevo dal rigonfiamento dei suoi pantaloncini.
In quel momento capii che lui era un giovane uomo voglioso di sesso.
Un giorno, mentre Giuliano era in piscina, andai in camera per sistemarla dopo che la guerra amorosa notturna l’aveva ridotta ad un campo di battaglia.
Lui durante la notte mentre mi scopava ed ero vicina all’orgasmo mi chiese se avessi riviste pornografiche.
La risposta negativa era naturale; troia com’ero non avevo bisogno di riviste porno.
Però mi venne un dubbio. Così andai in camera di uno dei miei figli e frugai nell’armadio e li notai alcune riviste porno e un album per ritagli in una scatola proprio in fondo all’armadio.
Non avevo tempo per guardarli.
Di pomeriggio Giuliano mi disse che doveva uscire e che sarebbe tornato dopo circa due ore.
Come lui uscì mi sono precipitata a vedere le foto e le riviste porno nell’armadio.
I giornali erano molto spinti e alcune foto erano state ritagliate.
Ho aperto l’album scoprendo dove erano finite le foto mancati. Erano state ritagliate e incollate formando una specie d storia a fumetti.
Nello sfogliare l’album mi accorsi che tutte erano incentrate su un solo tema: l’incesto. Figli che facevano sesso con le loro mamme, padri e figlie e quando arrivai all’ultima pagina, il colpo finale.
C’era un foto di una ragazza che veniva scopata alla pecorina, solo che mio figlio aveva tagliato la testa della ragazza e ci aveva messo una mia foto. C’era anche una dettagliata storia scritta in cui mio figlio faceva del sesso con me.
Nascosi tutto e andai in cucina a bere qualcosa, pensando a quello che avevo visto.
Il vedere e leggere foto e storie porno mi aveva eccitato e già ero molto bagnata nella figa. Ero sola e nonostante le scopate senza tregua notturne con Giuliano ero di nuovo in calore.
Mi immaginavo montata da Giuliano in un accoppiamento di lussuria animale.
Al ritorno di Giuliano, ero in giardino a prendere il sole. Giuliano si cambiò e mi raggiunse. Indossavo un piccolo bikini e per tutto il pomeriggio Giuliano non ha staccato i suoi occhi da me.
Lo baciavo e toccavo per tenerlo eccitato e far crescere in lui la voglia di montarmi la notte.
Io indossavo degli occhiali da sole e lui non poteva veder che anch’io lo guardavo.
Sotto il costume ho notato il rigonfiamento che aveva. Sapevo che cosa c’era nascosto e già sognavo che mi entrasse per farmi godere.
Poco dopo chiedo a Giuliano di spalmarmi della crema sulla schiena.
Non appena ha cominciato a spalmarla ho visto il suo rigonfiamento diventare ancora più grosso.
Finita l’operazione s’è seduto al mio fianco.
Io mi sono voltata e ho cominciato a parlargli e prendendo il discorso un po’ alla larga, gli chiesi dei suoi studi, degli amici e.della sua attuale ragazza, figlia della mia amica Valeria.
“Giuliano, quante ragazze hai avuto?”
“ma perché mi fai queste domande?”
“Perché vorrei conoscerti meglio. Fino ad ora mi hai fotografata, montata, inculata, sborrata, baciata anche davanti a Roberta”
Mi accorgevo di non fare un ottimo discorso ma prosegii “Quello che sto cercando di dirti, Giuliano, è… beh! se hai qualcosa di cui vuoi parlare, se c’è qualcosa che ti preoccupa o che vuoi discutere, io sono sempre pronta a risponderti. Qualsiasi cosa. Intendo davvero tutto amore”
“ok Adriana”
Lui è rimasto sorpreso e non ha detto parola. Si è disteso sul lettino.
Poi mi sono sdraiata e devo essermi appisolata, mentre pensavo a lui ed a come mi dava le soddisfazioni più grandi del sesso senza trascurare che le mie amiche lesbiche mi procuravano un altro tipo di piacere.
Quando riapro gli occhi e vedo Giuliano seduto vicino a me, che guarda il mio corpo. Vede che sono sveglia “Adriana, dicevi sul serio prima, quando dicevi che ti potevo chiedere di qualunque cosa?” mi chiese.
“Qualunque cosa tu voglia” dissi.
“sai ci sarebbero un paio di cose, di cui non sono sicuro. Ma non so se sei la persona giusta con cui parlarne. Sai mi sento imbarazzato”
“Giuliano, non c’è motivo di essere imbarazzati, forza dimmi! Siano ormai amanti e tra noi c’è molta confidenza”
“ok, sai è circa il bacio.
Ogni volta che bacio ho paura di sbagliare e di essere preso per un imbranato. Hai voglia di farmi vedere come si bacia?”
Mi metto a sedere
“Baciare non ha regole fisse, le persone baciano in modi differenti. Ciò che è bello per uno, può essere spiacevole per un altro. Alcune persone tengono le labbra aperte, altre chiuse. Alcuni fanno in modo che le loro lingue si tocchino durante il bacio esplorando la bocca della donna”
Giuliano si alza e viene verso di me. Io mi piego di lato e le nostre labbra si toccano. Sento la sua lingua cercare di separarmi le labbra. Io apro le mie labbra e la sua lingua saetta nella mia bocca. Le sue mani salgono sulle mie spalle avvicinandomi a lui. Le mie tette si schiacciano contro il suo torace. Tutto sembra avvenire molto velocemente. Lui mi bacia profondamente.
Posso sentire il suo cazzo premere su di me.
“Wow, per uno che ha detto di non saper baciare ti posso dire che non hai nulla di cui preoccuparti” gli dico
“Sono andato bene?”
“sei stato bravo, molto bravo”
Giuliano, si siede pensieroso
“Amore hai ancora qualcosa da dirmi?”
Sembra in imbarazzo a dire altre cose e poi con incertezza “A essere sincero, si. Sai riguarda il sesso, nel senso, so come sono fatte le ragazze, ma è tutto il resto che mi spaventa e mi preoccupa. Cioè, quando sborro non mi metto il problema della loro eventuale gravidanza. Per chiarire: non riesco a tirarmi indietro quando sborro e lascio dentro di lor lo sperma”
In quel momento mi ricordai che poche settimane prima ho visto una videocassetta di educazione sessuale in videoteca e cosi dissi a Giuliano che se voleva si poteva noleggiare quella cassetta per potergli spiegare tutto, guardandola assieme, spiegandogli le cose su cui non si sentiva sicuro.
“certo! Che bella idea! sarebbe stupendo!”
Cosi il pomeriggio noleggio la cassetta per guardarla dopo cena.
Dopo cena mi faccio una doccia e mi cambio gli abiti. Mi sento eccitata da quando ho baciata con Giuliano questo pomeriggio sono sempre un lago; la mia figa cola in continuazione.
Decido che questa sera sarò il suo più grande interesse, voglio fargli un regalo, indossando un vestito molto sexy e rivelatore.
Non indosso reggiseno, mi guardo allo specchio, il vestito è cosi basso, che i miei capezzoli sono quasi visibili.
Indosso un piccolo e sottile paio di mutandine nere e calze nere con reggicalze nero.
Mi trucco in modo fresco, poi mi riguardo dallo specchio.
Mi vengono altri pensieri “Cosa sto facendo?”, mi chiedo “mi sto facendo sexy per sedermi a guardare un video di educazione sessuale con il mio amante preferito. Sto facendo la cosa giusta?”
Non mi sono mai vestita cosi sexy. Mi sento tale e quale a una puttana e la cosa mi eccita da morire.
Tiro un sospiro profondo e scendo le scale.
Giuliano sta guardando la TV, e quanto mi vede s’alza in piedi e dice “Wow, Adriana sei stupenda!!”
Lo ringrazio e mi verso un drink molto forte.
“Ok, sediamoci sul divano e guardiamo la nostra lezione e ricorda, hai promesso di chiedermi, se vedi qualcosa di cui non sei sicuro. Senza imbarazzo ok?”
Mi dice che l’avrebbe fatto, ci accomodiamo sul divano e guardiamo il video.
La cassetta  inizia dall’incontro della coppia, i primi corteggiamenti, fino al primo bacio e poi si arrivava ai preliminari, il cosiddetto petting.
Quando hanno preso a toccarsi e a giocare assieme coi loro corpi nudi, ho fermato il video e ho chiesto a Giuliano, se avesse domande.
“Credo, si. Quando lui ha toccato le sue le sue…” Giuliano indica le mie tette “come le devo chiamare? Seni o tette?”
“La gente usa entrambe queste parole. Tu chiamale nel modo in cui ti senti più a tuo agio. Io adoro chiamarle mammelle, anche perché le mie sono grandi, come sai bene per averle prese più di una volta in mano”
“Ok .Pensi che il maschio le potrebbe far male se le schiaccia troppo forte?”
Mi sfilo le spalline dalle spalle e mi abbasso il vestito. Mostrando le mie tette e i loro capezzoli ora duri.
Giuliano allunga e piega a coppa le mani sulle mie tette e delicatamente le strizza, poi dedica le sue attenzioni ai miei duri capezzoli sfregandoli fra le sue dita facendoli divenire ancora più grossi e più duri.
“Le tue mammelle sono stupende, morbide e lisce”
“uhmm!!, Sai a noi donne piace molto quando si leccano i capezzoli. Lo fai anche a me?”
Giuliano afferra un capezzolo tra le sue labbra e lo succhia forte, prima uno poi l’altro, mentre nello stesso tempo continua a giocare con le mie mammelle.
In quel momento fremevo e mi scioglievo sotto i tocchi di Giuliano sulle mie mammelle.
Lo guardavo con sguardo carico di libidine mentre mi succhiava le tette.
Ho sollevato la sua testa dalle mie tette.
“È abbastanza per adesso, continuiamo a guardare il film” dissi.
Non mi sono preoccupata di coprirmele.
Ora nelle immagini la ragazza del film sta masturbando il ragazzo.
Il cazzo del maschio era duro e lei si è abbassata per leccarlo, baciarlo e succhiarlo per ppoi farlo sparire nella bocca fino in gola.
Fermo la cassetta. Chiedendo a Giuliano cosa ne pensa
“io spesso gioco col mio pene. Pensi che abbia conseguenze?”
“Che intendi dire con ‘gioco’? Forse ti masturbi? Guarda che è naturale per i ragazzi della tua età masturbarsi, anche le ragazze lo fanno, anche se non lo dicono”
“Anche tu ti masturbi Adriana?”
Gli rispondo sinceramente.
“Si Giuliano, lo faccio anche io. Ho bisogno del sesso e quando non ho te che mi usi, devo cercare di soddisfarmi da sola al meglio che posso”
“Come lo fai?”
“Penso che lo vedremo dopo. Ora penso che tu mi vorrai far vedere come ti tocchi. Sai mi piacerebbe vederti venire come quando sei da solo”
Giuliano si alza in piedi e il suo cazzo salta fuori.
Ho preso il suo cazzo più di una volta e l’ho trovato sempre bello e grosso, ma ora mi sorprendo perché è la prima volta che lo vedo accuratamente. Le altre volte era per me un qualcosa che doveva entrare nella figa per farmi venire e darmi la sua sborra. Ora lo accarezzo e mi piace toccare con le dita le sue grosse vene ed anche il calore che emana. E’ lungo come minimo 17 centimetri .
Giuliano si siede al mio fianco e il suo cazzo si erge dritto “masturbavi tuo marito?”
“Si”
“Lo faresti anche a me?”
Glielo prendo in mano e lo comincio a toccare. Lo masturbo lentamente, non voglio farlo venire, lo faccio solo per poco tempo.
Giuliano geme di piacere, e poi mi chiede “Nel video, la ragazza aveva il suo cazzo in bocca. Lo faresti anche a me?”
“D’accordo amore, ma solo un pochino, va bene?”
Abbasso la mia bocca sul suo cazzo e comincio a leccarlo e a baciarlo. Lo lecco dalla base fino alla punta e gli prendo in bocca la cappella succhiandogliela un poco con delicatezza. Penso che sia abbastanza e sto per staccare la testa “ti prego, non ti fermare. Ti prego continua. Mi fa sentire cosi bene. Ti prego Adriana”
Io volevo far del bene al mio amante cosi mi sono nuovamente chinata su di lui questa volta ingoiandolo più in profondità e succhiandoglielo più forte.
Mentre sto spompinando Giuliano sento le sue mani sulle mie tette che cominciano a strizzare i capezzoli. Mi faceva sentire cosi bene.
Poi come era inevitabile Giuliano schizza nella mia bocca mentre lo stavo succhiando, riempiendola con la sua calda gustosa sborra.
Lo tiro via, la sua sborra esce dalla mia bocca e vedo che il suo cazzo continua a schizzare la sua calda crema.
“Giuliano, non avresti dovuto farlo, questo non sarebbe dovuto succedere” gli dissi.
Giuliano capì che ero contrariata “Adriana non arrabbiarti, è successo così velocemente, mi spiace!”
Mi pulisco il volto dal suo sperma
“non sono arrabbiata caro, solo che ad alcune ragazze non piace che l’uomo le venga in bocca. A me piace ma dovresti dirlo quando sei pronto per sborrare avvisando la donna che ti sta succhiando”  e proseguo “guarda, per dimostrarti che non sono arrabbiata con te ti farò qualcosa di speciale. Qualcosa che t piacerà moltissimo”
Mi riabbasso sul suo cazzo che si era solo ammosciato un poco. Era ancora coperto dalla sua sborra cosi ho cominciato a leccarlo, pulendoglielo, gustando e inghiottendo la sborra.
Non ho dovuto aspettare molto per vederglielo di nuovo duro.
Smetto di succhiarlo ,e mi siedo al suo fianco, baciandolo. La sua lingua saetta nel profondo della mia bocca.
“Sei stupenda. Mi ricorderò sempre di avvisare che sto per sborrare”
Guardammo il resto del video,
Giuliano mi abbraccia, mettendomi un braccio attorno alla spalla e posandomi la mano sopra una mammella, in un gesto del tutto naturale.
Ora è lui che inginocchiato tra le mie gambe mi sta leccando e succhiando la figa.
Fermo ancora il video, Giuliano mi guarda senza parlare “ad una ragazza piace quando un ragazzo gioca con la sua vagina. La fa sentire bene”
Giuliano comincia a ridere
“Perché ridi?”
“Niente, tu l’hai chiamata vagina, fino ad adesso l’ho sempre sentita chiamare Figa o passera”
“Ok. La chiamerò come vuoi tu. Come stavo dicendo, ad una ragazza piace quando un ragazzo si abbassa fra le sue cosce e lecca e gioca con la sua figa.”
“Si. Mi piace quando usi parole sporche”
La cosa stava andando tropo in la sfuggendo al mio controllo, non mi aspettavo che le cose prendessero questa piega.
Devo decidere quanto ancora più lontano posso andare.
Ho lasciato spontaneamente che Giuliano giocasse e succhiasse le mie tette, gli ho fatto un pompino e l’ho succhiato fino a farlo venire.
Ho deciso, gli lascerò esplorare la mia figa per pochi minuti e poi metterò un freno alle mie lezioni di sesso.
Dico a Giuliano di inginocchiarsi sul pavimento in fronte a me; lo fa sfilandosi la maglietta.
Ora è nudo.
Io mi alzo in piedi e mi sfilo il vestito. Mi sono sfilata le mie mutandine.
Sono in piedi di fronte a lui e indosso solo delle calze nere e il reggicalze.
Mi siedo sul divano e divarico le mie lunghe gambe.
Le mie gambe spalancate danno a Giuliano un’ampia visione della mia figa di donna matura e vogliosa.
Lo guardo e lui si avvicina alla fica e l’annusa.
L’ho visto prima annusare le mie mutandine sporche; sembra attratto dall’odore di muschio, dall’odore femminile che la mia figa emana.
“Bene, potresti leccarmi le labbra della mia fighetta. Fallo con tenerezza e dolcezza, poi puoi infilare la tua lingua nel profondo della mia fighetta e potresti farci scivolare dentro un dito per esplorarla tutta. Vedrai poi guarda cosa succede”
Io mi metto a mio agio sul divano e lo guardo mentre segue le mie istruzioni.
Inizia leccarmi la mai passerina e non passa molto prima che lanci la sua lingua più in profondità nella mia dolce e succosa fighetta
“Ora mettici dentro un dito “
Il suo dito mi entra dentro facilmente “va bene cosi? Faccio bene?”
Ho voglia di gemere a voce alta per il piacere che sto provando ma temo che qualcuno nelle abitazioni vicine mi senta.
La lingua di Giuliano mi sta facendo letteralmente impazzire.
“siiihhh!! stai andando benissimo ora fai scivolare nella mia passerina ancora un altro dito. Metticene quanti riesci e spingile poi vai avanti e indietro”
Lui segue le mie istruzioni.
Mi sento tendere la figa, guardo in basso e vedo che Giuliano ha tutta la mano infilata dentro. Giuliano è riuscito a fistarmi e sta agitando la sua mano dentro la mia figa ormai rilassata, gaudente e fradicia.
Cercavo di trattenere i gemiti ma poi mi uscì un grande sospiro di piacere.
“siiiihhh! Amore è cosi bello, non fermati. amore non ti fermare!”
Poi è successo.
Sono venuta.
Il mio corpo si irrigidisce e trema, afferro i cuscini e lancio un grande urlo.
Giuliano pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato, si ritrae togliendo le sue dita dalla mia figa.
Lo guardo con gli occhi lucidi e il fiato corto “Va tutto bene tesoro, Non preoccuparti. Ho urlato perché mi hai fatta sentire appagata. Mi hai fatto godere tanto. Sappi che ero arrapata tantissimo e non vedevo l’ora che venissi. Quando sei venuto schizzando il tuo sperma ti sei sentito meglio vero? Bene adesso tu mi ha dato la stessa sensazione.”
“Significa che ho fatto bene?”
“Sei stato grande. Penso che tu di sesso ne sappia abbastanza? Che ne dici di fermarci qui adesso?”
“Non abbiamo finito. Ci sono ancora cose che vorrei provare. Per favore, non fermarti qui”
La mia testa stava girando. Avevo già lasciato che accadessero troppe cose.
“No Giuliano, non possiamo continuare ora. Sono troppo stanca.

“Possiamo guardare il resto del video?”
“Ok Giuliano, finiamo il video”
il video riparte.
Ora la coppia si sta accoppiando in svariate posizioni.
Quando la casetta finisce spengo il televisore.
“Bene, l’abbiamo visto tutto, adesso penso che possiamo andare a letto. Mi piaci tantissimo. Ho cercato di insegnarti qualcosa sul sesso e vorrei che tu abbia una mentalità aperta sul sesso e non avere segreti con me. Non ci sono solo filmati e foto da pubblicare in rete”
L’attiro a me e gli bacio le labbra
“Giuliano voglio che tu mi prometti che tutto questo sarà sempre’ un segreto fra di noi, nessuno, nessuno dovrà mai sapere cos’abbiamo fatto in questi meravigliosi giorni che passeremo da soli a fare sesso in questa casa. Me lo prometti?”
“Vuoi dire che mi mostrerai quanto sei troia?”
“Si, continueremo. Voglio che tu infili il tuo cazzo dentro di me. Puoi strofinarmelo sulla mia passera e ti lascerò infilarci dentro la cappella e altro ancora”
Giuliano ora era molto felice.
“grazie Adriana”
Notai che il suo cazzo si era un po’ afflosciato
“Penso che te lo posso far tornare duro di nuovo, non credi?”
Gli prendo il cazzo in mano e lo sego. Non passa molto tempo perché sia di nuovo duro.
“Bene, penso che sei pronto ora”
Mi stendo sul pavimento e apro al massimo le mie gambe.
Dico a Giuliano che se prima mi leccasse la mia passerina prima di usare il suo cazzone sarebbe una bella anteprima.
Giuliano si stende far le mie gambe e lecca, gioca e succhia con la mia figa. Continua insistentemente con la lingua e prima che possa rendermi conto ha infilato dentro anche tre dita.
Non passa molto tempo che sono al secondo orgasmo.
“Ok Giuliano, sono pronta. Passa il tuo cazzo su e giù sulle labbra della mia figa”
Giuliano fa come richiesto e il suo glande entra un po’ dentro la mai fessura.
“È bello, molto bello. Siiihhhh!!!! “Sihhh!! Giuliano! Sei perfetto”
“Posso entrare un poco di più Adriana?”
Con la testa gli dico di si
Giuliano da un affondo di reni e spinge il suo cazzone in profondità dentro la mia figa
“oohh! Giuliano che bello sentirti dentro. Mi è piaciuto molto quando sei entrato”
Il mio istinto dice che dovrei farlo smettere perché la voglia potrebbe passare a tutti e due ed allora a letto ci si andrebbe solo per dormire facendo brutte figure.
Ora vorrei allontanarlo ma lui mi sta facendo godere e non voglio che si fermi.
Giuliano sta pompando ancora, facendo urtare il suo glande contro il mio utero.
Mentre mi sta chiavando, gioca e schiaccia le mie mammelle, succhia i miei capezzoli, mi bacia, forzando la sua lingua nella mia bocca. Sta mettendo in pratica tutto ciò che gli ho insegnato ed anche ciò che ha visto in TV nella lezione privata.
Il mio amante mi sta scopando, chiavando, aprendo e tenendomi aperta. Si sta comportando da vero maschio infoiato.
Ricordando quello che gli avevo detto Giuliano mi avverte che sta per venire.
“Devo godere fuori?”
“No Giuliano, non fuori, vieni dentro caro. Lascia che la tua sborra si depositi dentro la figa della donna che a te piace. Riempimi con la tua sborra”
“aaahhhh!!!! Sto sborrandoooooo!!!”
Le parole sono accompagnate da un grosso colpo di reni mentre mi svuota dentro tutta la sborra. Lo spazio dentro la vagina non è maolto perché è occupato dal su cazzo e la sborra la sento scivolare fuori lungo le cosce.
Lui è spossato e si stende sopra di me. Il suo cazzo tremante è ancora duro dentro di me.
Si rilassa e poi delicatamente mi bacia.
“Grazie Adriana. Grazie per esserti lasciata scopare. Ne avevo una voglia incredibile. Con Roberta non godo così tanto”
Vorrei approfondire l’argomento ma “Andiamo caro” gli dico prendendolo per mano. “Andiamo a fare una doccia e poi a letto”
Siamo molto stanchi, parleremo domattina. Ci diamo il bacio della buonanotte e ci addormentiamo abbracciati.
“Buonanotte Giuliano, ti amo tesoro”
“Anch’io Adriana”
Nel salire le scale per andare a dormire penso a quello che è successo, come possono ora le cose tornare alla normalità, ora che mi sono fatta fottere dal mio amante in casa mia?
Devo cercare di far si che tutto quello che è successo in questa casa non si potrà mai più ripetere perché è abitata da mio marito che ignora che io sia così erotica.
Penso che Giuliano abbia avuto molto di quello che potevo dargli e che ora farà felici molte ragazze
Imi sveglio e non trovo Giuliano al mio fianco. Sento la porta aprirsi: era Giuliano che tornava dal bagno.
Lui sale sul mio letto. È nudo. Il suo cazzo è durissimo. Si siede.
“C’è qualcosa che non va?”
“no Adriana, non riesco a non pensare a quello che è successo”
Mi volto e Giuliano si culla addosso a me. Sento il suo duro cazzo premermi sul culo “Adriana, il mio cazzo è cosi duro che ha cominciato anche a farmi male”
Lo guardo in volto “Vuoi che ti faccia sentire meglio?”
“Si ti prego.”
Porto una mia mano a scivolare sul suo petto e gli prendo in mano il cazzo durissimo.
Giuliano geme a voce alta “Per favore , me lo succhieresti?”
Gli prendo il cazzo in bocca e lo succhio, facendolo arrivare fino alla gola come lui mi ha chiesto.
Giuliano mette le sue mani sulla mia testa e mi costringe a ingoiarlo sempre di più.
Mi spinge contro il suo bastone come se mi stesse chiavando nella bocca.
So che non può resistere come prima e infatti sento il suo cazzo cominciare a fremere “sborro Adriana!!” dice a voce alta
Questa volta sono pronta; non levo la mia bocca e continuo a succhiarlo finche non mi da tutto il suo sperma nella bocca. Inghiottisco il più velocemente che posso e continuo finché non smette di godere.
Torno a stendermi sul letto.
“Ora ti ho fatto stare meglio? credo che potrai dormire”
“Grazie Adriana, sei meravigliosa”
Quando apro gli occhi era mattina e Giuliano era al mio fianco abbracciato a me. Lo guardavo pensando che da oggi le cose non sarebbero più state le stesse.
Quel ragazzo che mi aveva scopato, inculato e di cui avevo assaporato nella mia bocca il suo sperma, ora era il mio amante.

 

 

Valeria era tornata dalle vacanze.
Non la cercai perché mi vedevo con il ragazzo della figlia che mi scopava così bene che non sentivo voglia di lei.
Era un po’ di tempo che non la sentivo o la vedevo, così che mi era venuta l’idea di chiamarla. Mi recai da lei, suonai. Mi aprì il portoncino, salii le scale, arrivando alla porta del suo appartamento: mi aspettava con la porta socchiusa ed entrai. Mi accolse con molta gentilezza, facendomi accomodare nel salotto, indicandomi il divano e chiedendomi se gradissi prendere qualcosa. Optai per il caffè. Si recò in cucina per prepararlo, raggiungendomi subito dopo, sedendosi di fronte a me sulla poltrona.
Portava una gonna a portafoglio, abbastanza sciolta e corta.
Nel sedersi, ebbi modo di apprezzare la bellezza delle sue gambe, percepire il triangolo del collant sopra il bianco degli slip.
Quando sentì il caffè salire, si alzò, tornando con il vassoio, tazzine e quanto altro. Sedette e mi porse la tazzina.
Presi a bere il caffè bollente con calma, lei faceva altrettanto e il discorso di perdeva in considerazioni generiche e abbastanza di circostanza. Quando ebbe posato la propria tazzina, l’invitai a sedersi accanto a me, sul divano. Si alzò, si avvicinò allo stereo, l’accese e si sedette al mio fianco.
Nell’accavallare le gambe, non potei fare a meno di apprezzarne l’eleganza.
In lei c’era qualcosa che non capivo. Prima di andare in vacanza era molto affabile mentre ora era distaccata e non cercava l’intimità
Valeria accostò i lembi della gonna, quasi con pudicizia.
I nostri discorsi divennero a mano a mano più amichevoli quasi come nella primavera.
Avevo voglia di fare sesso con lei.
Mi decisi: passai un braccio sul collo di lei, la sentii prima indecisa, poi rilassarsi.
Quasi spontaneamente la avvicinai a me baciandola su una guancia.
Lei accettò il bacio fugace e poi volse il viso verso di me per un bacio nella bocca; le nostre labbra si toccarono, le lingue penetrarono l’una nella bocca dell’altro, si unirono ed il bacio divenne lungo, caldo e partecipato.
Ero eccitata ed arrapata. La libido era alta e sentii che la figa stava anche rilasciando i primi umori.
L’abbracciai. Valeria rispose al mio abbraccio.
Le mie mani scesero, lentamente, cercando l’apertura della sua camicetta, rinunciando quasi subito per toccarle le tette attraverso la stoffa.
Poi ripresi a cercare i bottoni della camicetta slacciandoli dall’alto verso il basso.
Infilai una mano sotto la stoffa della camicetta e scostando il reggiseno giunsi con le dita ai capezzoli che erano già eretti, turgidi e duri.
La mia amica ricambiò facendo scivolare la mia giacca e slacciando la camicia.
Quando mi ebbe denudato il torso e la mia figa nel frattempo si era bagnata le tolsi la camicetta.
Il reggiseno si allacciava sul davanti, tra le coppe; lo slacciai, liberandole le mammelle che sembravano galleggiare nell’aria.
Avvicinai la mia bocca ai suoi globi leccandole i capezzoli, muovendo la lingua intorno con ampi giri, lenti, lasciando che la mia saliva si posasse sulla pelle ed anche sui capezzoli. Lei reagiva, ansimando, mugolando e dando segni chiari di piacere. Il suo invidiatissimo corpo era scosso come da scariche elettriche e rispondeva al trattamento che le facevo.
Ad un certo punto sentii una sua mano premere delicatamente sui pantaloni all’altezza del pube con un lento movimento circolare, quasi un massaggio appena accennato.
Infilai una mano nel mezzo delle gambe percependo al tatto i collant.
Valeria non si oppose a quel indiscreto ingresso anzi fece in modo da facilitarmi, divaricando leggermente le gambe.
All’improvviso le richiuse premendo le gambe sulla mia mano quasi come fosse una carezza o anche un invito.
Accolsi l’invito sospingendola delicatamente indietro quasi a farla distendere sul bracciolo del divano.
Girò il corpo nella mia direzione.
Aprii i lembi di quella gonna corta, quasi una minigonna, slacciai la chiusura lasciandola cadere.
Le mie mani corsero al cinturino del collant, lo tirai verso di me. Lei sollevò leggermente il bacino per consentirmi di sfilarlo ed io lo arrotolai con calma lungo le gambe.
Quando ebbi completato lo sfilamento del collant le presi un piede, lo portai alla bocca prendendole tra le labbra un alluce.
Lo succhiai come fosse stato un piccolo cazzo.
Poi tornai verso di lei; aprii le gambe, scostai il triangolo del perizoma e con un dito le massaggiai la figa cercando del clitoride e di tanto in tanto facendolo scorrere nella fessura tra le grandi labbra.
Mugolava ed ansimava sempre di più sotto quel massaggio.
All’improvviso mi scostò sollevando il busto e prendendo la posizione di seduta.
Valera mi chiese di alzarmi in piedi ed io ubbidii ponendomi davanti a lei.
Armeggiò con la cintura dei pantaloni fino ad aprirla. Slacciò il bottone superiore. Lentamente fece scendere la zip e  poi sospinse verso il basso i pantaloni lasciandoli scivolare lungo le mie gambe fino agli stinchi.
Valeria arretrò poggiando la schiena contro il divano e  guardandomi senza parlare.
Si mise di nuovo in piedi e avvicinò le sue mani al mio micro perizoma facendomi osservare come fosse bagnato.
Con decisione me lo sfilò.
La figa apparve in tutta il suo splendore. Mi ero preparata per lei depilandomi e curando con delle creme tutta la zona puberale ed inguinale.
Valeria avvicinò il viso, poggiò le sue labbra sulle grandi labbra e con la lingua pulì l’umore vischioso che le aveva inumidite.
Quindi le labbra circondarono il clitoride come fosse un piccolo cazzo.
Con una mano passò a toccarmi una natica infilandosi nel solco, allargandolo; muovendo le dita lungo di esso, dall’alto al basso, raggiunse lo sfintere.
Muoveva la testa e sentivo le sue labbra stringermi il clito muovendosi intorno.
Sentivo la lingua titillare il clito sulla estremità dove maggiore è la sensibilità.
Ruotò leggermente la testa imprimendo alle labbra un movimento di torsione attorno al clito che mi fece sussultare.
Dopo un po’ smise; sollevandosi si sfilò il perizoma.
Colsi l’occasione anche io per liberarmi del tutto degli indumenti che in quel momento erano veramente d’impaccio.
Nude ci trovammo adagiati sul divano sdraiate e ripresi a dedicare la mia bocca ai suoi seni finche’ non mi girai a leccarle dentro la figa.
Sentii le mani di Valeria guidare il mio corpo in modo da assumere la posizione del sessantanove.
Io la aiutai e mi ritrovai con la sua figa nella mia bocca.
Leccavo senza sosta spostando di tanto in tanto la lingua dal clitoride alle grandi labbra, spingendola dentro, tornando al clitoride, con una serie di movimenti ripetuti, durante i quali le mie mani si davano da fare per aprirle sempre di più la figa o per tenerla aperta per facilitare l’accesso della mia lingua.
Non so quanto durò quel sessantanove, ma ad un certo punto sentii che voleva smettere, almeno il sessantanove.
Mi lasciai scivolare di lato giù dal divano.
Lei, libera dalla presenza del mio corpo sopra di lei, sollevò la schiena e si mise seduta, guardandomi con gli occhi velati e un sorriso enigmatico sulle labbra.
Senza dire altro, si sollevò, girandosi e appoggiando le braccia sul divano, formò una specie di triangolo con il vertice in alto costituito dal suo meraviglioso culo.
Da sotto i cuscini apparve un dildo.
In quella posizione mi chiese di prenderla da dietro alla pecorina.
Mi misi in piedi anche io ponendomi alle sue spalle dirigendo il dildo verso la sua figa all’interno di quel triangolo lussurioso che, in quel momento, formava il suo corpo.
Come l’avvicinai alla figa mi accorsi che con una mano si era resa disponibile per pilotarlo verso la giusta destinazione dove entrò facilmente  scostando i peli.
La figa di Valeria era calda, accogliente e stretta, giusta per dare nuovi stimoli a chi se stava godendo
Muovevo dentro la fica il dildo con ritmo lento, misurato, cercando di valorizzare le sensazioni soprattutto per lei.
Le mie mani la tenevano sui fianchi bianchi e sodi, segnate dal triangolo dell’abbronzatura del costume e così muovevo il dildo avanti ed indietro in quella figa calda e umida, scivolosa, accogliente, ma una vera e propria morsa attorno al dildo.
Sentii che stava per venire rilasciando la sborra, bianca, densa e profumata e feci in modo che si stendesse sul suo culo.
Sentii che fremeva e si lasciava andare in un mugugno di piacere nel percepire il calore della sbroda sulla sua pelle.
Lasciai per un momento il dildo dentro di lei e con le mani spalmai la sbroda sulla pelle, sul culo, alla base della schiena.
L’osservare valeria che veniva aveva fatto venire anche me.
Mi inginocchiai alle sue spalle e con un dito guidai la mia sbroda verso l’ano di lei, lo impiastricciai di sbroda e quando mi sembrò coperto e ammorbidito ci spinsi dentro un dito.
Lei spinse all’indietro il culo assecondando i miei movimenti così il dito le entrò nell’ano.
Spinsi con ancora maggiore decisione.
Quando il dito fu un po’dentro lo ruotai lentamente come fosse un cazzo minuscolo che le profanava il culo.
Sentivo il suo piacere salire nuovamente fino a che non sussultò con scosse violente, lasciando scendere abbondante liquido dalla figa che le colava lungo le gambe.
Valeria si accasciò sul divano. Io mi sedetti sul tappeto ai suoi piedi .
Restammo così per un po’.
Poi mi propose una doccia insieme. Ci andammo tenendoci per mano.
Lei ebbe l’attenzione di prendere la mano che era più era intrisa di sbroda e stringeva il dito che le avevo messo nel culo.
Sotto la doccia assieme ci lavammo l’un l’altra non mancando di stimolarci nuovamente nelle parti più sensibili.
Ci asciugammo reciprocamente con il fon proprio per godere ancora di più dei nostri corpi.
Mi rivestii.
Valeria mi accompagnò alla porta, ancora nuda. La aprì ponendosi al riparo di essa e, salutandomi, mi invitò come sempre a tornare.

I ragazzi e mio marito erano ancora nella nostra casa al mare.
Erano i giorni dopo metà settembre. E stavo cenando, guardavo i soliti telegiornali. Avevo in programma di mettermi a letto per leggere un libro.
C’era un programma televisivo che mi interessava e ho deciso di cambiare idea, rinunciando alla lettura.
Ultimata la cena, ho sparecchiato e sono andata andai in camera da letto.
Acceso il televisore l’ho sintonizzato sul canale che mi interessava e mi sono spogliata indossando della lingerie leggera per la notte.
Non avevo ancora indossato il pigiama estivo quando sento suonare il campanello.
Ho Indossato una vestaglia chiedendomi chi fosse ed sono andata ad ad aprire.
Sulla porta c’erano Roberta e Valeria.
“Disturbiamo? Abbiamo pensato di venirti a trovare. Ci fai entrare?”
Le ho fatte accomodare, scusandomi in modo infantile dell’abbigliamento. Scusarmi era superfluo perché loro conoscevano bene il mio corpo. Sarei potuta rimanere anche nuda o spogliarmi in quel momento davanti a loro.
“Volevo andare a letto e vedere la televisione”
“Non ti preoccupare, fece Roberta, forse piace anche a noi vedere la TV!! Non credi?”
 Valeria “Possiamo vederla anche noi con te?”
“Ok, accendo la TV in sala”
“Non importa, veniamo a vederla in camera”.
Sia la visita, sia questa disponibilità allusiva, e, soprattutto, l’atteggiamento delle due mi avevano spiazzato, come al solito. Davanti a loro mi trasformavo; non capivo più niente e pensavo solo al sesso.
In camera da letto Valeria si è spogliata della giacca che indossava rimanendo con una maglietta con un ampio scollo che metteva molto in evidenza i seni abbondanti, senza essere esagerati, che aveva e che spesso mi eccitato.
Per il resto, aveva un paio di pantaloni molto attillati che rendevano giustizia la sua splendido corpo mostrandolo chiaramente. Si è seduta sul letto, togliendosi le scarpe.
Roberta aveva un tailleur senza particolarità, abbastanza attillato ai fianchi, indossato su una camicetta bianca con gli orli decorati.
Anche Roberta si è seduta sul bordo anteriore del letto appoggiando le mani.
In quella posizione la giacca del tailleur “tirava” un po’ e lei la aprì lasciandola aperta.
Io non sapevo cosa fare. Mi trovavo impacciata davanti a chi conosceva bene le mie intimità ed i miei gusti sessuali.
Mi sono seduta sul letto vicino al comodino volgendo lo sguardo verso la TV.
Pochi istanti dopo Roberta si è rivolta a me con un modo abbastanza deciso.
“Volevi vedere questo? Se vuoi. oppure possiamo vedere … di meglio …”
“D’accordo, se vuoi cambiare canale, fai pure”
“No, intendevo, non hai qualche …” ed esitò leggermente “DVD?”
“No, mi spiace. Noleggio raramente dei DVD”
In quel momento interviene Valeria “Sai! non qualche DVD dei soliti … capisci … intendiamo qualcosa di caldo”
Mi stavo rendendo conto che si stava creando una situazione interessante; di quelle che piacciono a me.
“Non importa” ha proseguito Roberta “il problema può essere risolto con una dei ‘nostri”
Così dicendo, si era alzata dirigendosi verso la sua ampia borsa, l’ha aperta e ha tolto un DVD.
“Vediamo questo e speriamo ti piaccia” disse inserendolo nel riproduttore.
“Come funziona?”
Mi sono avvicinata a lei per insegnale l’uso e per accenderlo.
Piegandomi per premere il pulsante di accensione mi sono accorta che la camicetta di Roberta era più slacciata di prima.
Dall’apertura si vedevano le rotondità dei seni, si percepiva il ricamo delicato delle coppe del reggiseno.
Il DVD aveva dei titoli in inglese e una musica languida faceva da colonna sonora.
Comparve il titolo “Amsterdam” e Valeria ha precisato “E’ stata fatta in Olanda …” lasciando in sospeso la frase.
Si vedevano due donne interamente nude, nella posizione del sessantanove.
Sopra stava una dai capelli scuri, di cui si vedeva solo la nuca, la schiena, il bel culo e una parte della gambe aperte, con la testa immersa tra le gambe aperte dell’altra, che aveva una testa bionda immersa tra le gambe pure aperte dell’altra e che stavano leccandosi voracemente la figa  reciprocamente.
La colonna sonora musicale era stata sostituita dalla registrazione dei loro rumori, dei risucchi, delle strusciate, dei mugolii delle due ragazze.
La scena è durata molti minuti e la figa era in ebollizione bagnando le mutandine leggerissime che porto quando sono a casa.
In quella situazione inattesa mi sentivo leggermente in imbarazzo non sapendo quale contegno darmi o quale atteggiamento assumere.
La situazione che si stava creando mi intrigava
Con la coda dell’occhio vedevo Roberta che si era tolta del tutto la giacca del tailleur e che stava sbottonava completamente la camicetta.
Nel video osservavo l’immagine che lentamente si era allargata così che si vedevano i corpi nudi delle due donne per intero.
Roberta, alzatasi in piedi dal bordo del letto, armeggiava con i pantaloni. In un battibaleno li aveva aperti, fatti scivolare ai piedi e definitivamente tolti rimanendo con un mini perizoma finissimo di alta classe. Si è poi distesa sul letto.
Ormai era chiaro come sarebbe andata avanti la serata e il mio imbarazzo era a quel punto venuto meno.
Roberta di era tolta la camicetta e si era liberata anche del reggiseno. Si è distesa sul letto non guardando più la TV e si era avvicinata a Valeria, sua madre. Con una mano le ha scostato il perizoma lasciando intravedere la fessura della figa. Con l’altra mano armeggiava con la gonna, slacciandola. Si è avvicinata ancora a Valeria facendo scendere la gonna a metà coscia mettendo in evidenza un perizoma bianchissimo di tessuto velatissimo. Con entrambe le mani ha fatto scorrere verso l’alto la maglietta di Valeria.
I seni di Valeria si stagliavano sul corpo anche se contenuti dal reggiseno.
Roberta ha scostato una delle coppe, cominciando a leccare il capezzolo della mia amica per qualche istante.
Poi si sono svincolate reciprocamente per togliersi i residui indumenti; in breve erano entrambe del tutto nude per poter riprendere subito le loro ben poco caste attenzioni reciproche.
Fu nel momento in cui la scena del film cambiò, che Valeria e Roberta nude presero a baciarsi reciprocamente con foga incrociando le gambe a forbice in modo che una loro gamba fosse sulla figa dell’altra.
Le due donne del video, prima intente nella posizione del sessantanove, cambiarono posizione.
In quel momento mi sono accorta che le due donne della cassetta altro non erano che loro stesse.
“… Ma siete voi, due …!!!” esclamai.
Roberta voltandosi verso di me lasciando le labbra della madre Valeria “Certo! cosa credevi che ti avessimo portato qualcosa commerciale?”
“L’abbiamo fatto due mesi fa durante le ferie quando siamo andate in Olanda. Lì abbiamo trovato uno studio specializzato e abbiamo potuto girare le scene” aggiunse Valeria.
Si sono alzate, mettendosi a sedere sul letto “Adesso c’è qualcosa d’altro. Vieni qui con noi … cosa aspetti?”.
Sono salita sul letto, ancora con la vestaglia addosso: come fui sul letto, si sono avvicinate e, collaborando tra loro, mi sfilano la vestaglia.
“E togliti anche queste …” mi dicono riferendosi alla maglietta e alla mutandina che indossavo.
Valeria si è dedicata alla maglietta, Roberta alla mutandina che rivelava la mia figa già pronta e disponibile
Stando nuda del tutto, la mano di Roberta si è dedicata alla figa, Valeria alle mie mammelle.
In quel momento, nel film si vedevano due uomini, dei quali uno nero, entrambi nudi, con il cazzo a penzoloni, ma non floscio.
Il nero si notava non solo per il colore, ma anche per la lunghezza del cazzo e la sua grandezza.
I due si avvicinarono alle due donne, salirono sul letto del set dove esse si trovarono e subito si vide l’immagine di Roberta che afferrava con le mani il cazzo del nero e se lo portava alla bocca.
Durante questo inizio di scena, sentivo che Valeria con un dito era entrata tra le grandi labbra e mi titillava il clito. Mi stavo già sciogliendo e quelle carezze le gradivo molto.
“Questo aveva un cazzo favoloso” fu il commento di Roberta.
“Vedrai …” aggiunse Valeria.
Sentivo la mano della mia amica dare ad un dito un movimento verso l’alto e verso il basso dentro la mia figa e con il pollice girare sul clitoride.
Nello schermo vedevo l’altro uomo si era dedicato a Valeria e le aveva posto il cazzo, ormai indurito, tra le tette, Valeria faceva scorrere le tette lungo quel cazzo.
La mano di Valeria accelerava il movimento nella mia figa che cominciava a rilasciare liquido vischioso.
Le mie mani erano sul seno di Roberta.
Nel video Roberta aveva assunto la posizione adatta per la pecorina, mentre Valeria si era distesa sulla schiena davanti a lei rispetto alla telecamera.
Il nero si era posto alle spalle di Roberta col cazzo diritto che appariva ancora più grande.
Le ha messo le mani sui fianchi e l’ha infilata da dietro penetrandola nella figa.
Nell’audio del video si sentivano i gemiti di piacere di madre e figlia e l’ansimare dei due uomini.
L’altro maschio, il bianco, si era posto in modo da penetrare Valeria da sopra e si notava come la sua mano gli guidasse il cazzo nella direzione giusta per allargarla.
Io guardavo il video inebetita mentre le loro mani esploravano con dolcezza il mio corpo andando anche sulle gambe ed i piedi.
Mi è venuto spontaneo dire “Dai. adesso guardiamo”
L’uomo che stava scopando Valeria si muoveva ritmicamente dentro di lei, il nero continuava la sua pecorina avanti indietro nella figa di Roberta.
Ad un certo punto ho sentito Valeria dire in italiano “Adesso mettimelo in culo …!”
Il nero ha detto qualcosa di incomprensibile ma Valeria si sottratta e lui l’ha lasciata fare; quando si è messa alla pecorina alzando il culo all’aria ha indicato lo sfintere con la mano. In quell’istante ho capito perché avesse preso quella posizione.
Il maschio ha allungato una mano fuori campo ed è ricomparsa con un tubetto da cui ha fatto uscire della crema bianca che ha spalmato con cura l’ano di Valeria. Poi ha diretto il cazzo verso il culo di lei.
La telecamera aveva cambiato posizione. Roberta non si vedeva più e tutta l’immagine era incentrata sul buco del culo sollevato verso l’alto e il cazzo diretto verso lo sfintere.
La scena era molto curata.
Si vedeva con estrema chiarezza il cazzo appoggiarsi all’ano, premere, spingere, allargare ed entrare quasi di colpo.
In quell’attimo di scena si sentiva Valeria emettere una specie di guaito  “Fai piano … mi fai male!”
L’uomo recependo il desiderio della mia amica ha rallentato la penetrazione. Si è mosso più lentamente ma sempre tenendo il cazzo ben piantato in quel culo in cui oramai era penetrato.
In quel momento, è comparsa la testa di Roberta sotto Valeria raggiungendo con la lingua la figa della madre. Ci è riuscita aiutata da alcuni aggiustamenti del corpo di Valeria; quindi Roberta ha preso a leccare la figa della madre per partecipare a quell’accoppiamento tanto erotico.
L’uomo, ormai sicuro nella sua posizione, ha fatto dei movimenti per cercare di ruotare il proprio cazzo nel culo di Valeria.
Evidentemente il primo impatto era superato perché gli ansimi e mugolii di Valeria esprimevano un piacere selvaggio.
La telecamera si è allontanata dalla scena  lasciando vedere come il nero stesse leccando la figa a Roberta che continuava a leccare quella di Valeria.
A quel punto il nero ha interrotto la leccata, si è alzato ponendosi alle spalle dell’uomo che stava inculando Valeria.
Quando il bianco ne ha sentito la presenza alle spalle, si è chinato in avanti ha aperto le natiche con le mani e il nero tenendole aperte con una mano con l’altra ha impugnato il proprio cazzo dirigendolo verso il culo dell’altro uomo.
In breve, la telecamera si è spostata alle spalle del nero, lasciando intravedere una scena abbastanza simile a quella dell’inculata di Valeria ma ora il nero stava inculando il compagno di scena.
La scena è cambiata ancora mostrando il quadro d’insieme: il nero inculava l’uomo, che a sua volta inculava Valeria, con Roberta sempre intenta a leccare la figa di Valeria con decisione e passione.
Per mostrare scene in quel genere probabilmente, le telecamere dovevano essere più di una e il montaggio doveva avere fatto il resto.
Di questi film me ne intendevo avendone visti in casa con mio marito di nascosto da miei figli. A dire il vero ne vedevo anche di nascosto anche quando ero sola e la voglia era veramente impellente.
Ad un certo punto del film ho sentito la voce di Roberta “Adesso lo voglio anch’io nel culo, fatemelo provare!”
La frase era stata detta quasi come la gentile richiesta di un favore.
Nella scena Valeria si era liberata del cazzo che teneva tutto sino in fondo nel budello e subito anche i due maschi si sono separati.
Roberta si è messa alla pecorina “voglio quello nero nel culo” e ha fatto un cenno con la mano. I
L’uomo di colore esaudendo la richiesta e con il cazzo ancora in tiro le si è avvicinato portandolo all’altezza giusta per la penetrazione.
Il nero ha preso il tubetto di crema che ha spalmato subito sul cazzo e ne ha fatto uscire dal tubetto altra crema mettendola nella mano che ha poi spalmato sull’ano della predestinata Roberta.
Si è notato che nel distribuire la crema le ha infilato un dito nel culo che ha generato un movimento di reazione all’introduzione del corpo splendido di Roberta. Ritratto il dito, ha impugnato il cazzo e lo ha diretto decisamente verso lo sfintere della ragazza.
Di nuovo la telecamera ha mostrò tutti i momenti dell’inculata.
Il cazzo del nero era ben più grosso di quello dell’uomo bianco.
Ero a bocca aperta e gradivo ciò che Valeria mi stava facendo sul clitoride e il lavoro di Roberta sui capezzoli
Nel video al momento di forzare l’ano si colta la maggiore difficoltà all’introduzione avvalorata anche dall’urlo che Roberta ha fatto, a cui seguì “Dai, bel cazzo, spingi forte!! che male che fa!! … spingi … daii! … dai !! ti voglio tutto dentro”
Il nero non si è fermato di fronte all’urlo, ma ha continuato imperterrito, deciso, fino a che, quasi con uno schianto, si è capito che quel grosso cazzo aveva rotto un po’ lo sfintere della ragazza ma era anche finalmente entrato in Roberta.
La giovane ragazza si è lasciata andare a un sospiro che era una specie di mugugno a denti stretti.
Il suo corpo ha reagito assecondando la penetrazione ed i movimenti che il grosso cazzo faceva dentro di lei.
Nel frattempo, l’uomo bianco aveva fatto mettere Valeria con la schiena poggiata al letto, le aveva sollevato il bacino così e le gambe flessuose le aveva portate all’indietro a livello delle spalle; questo gli permetteva di scoparla stando in piedi con il cazzo in verticale.
L’immagine si è soffermata sulla figa di Valeria mostrando il cazzo che le stava trapanando la figa e sui movimenti del cazzo per poi spostarsi sul volto dell’uomo in cui era evidente la tensione del piacere intenso, della lussuria per poi tornare a riprendere la scopata là dove avveniva.
L’immagine seguente ha mostrato il volto di Roberta la cui espressione diceva tantissimo sul piacere ed il godimento intenso che stava provando.
All’improvviso le immagini sono tornate sulla figa di Valeria e sul cazzo che la stava scopando con piacere fino a che l’uomo non ha estratto il cazzo dalla figa bagnata, lo ha preso con una mano e ha emesso uno spruzzo spargendo i getti dello sperma sul ventre della mia amica e sulla superficie della vulva.
Poi a seguire l’immagine è passata all’altra coppia dove c’era Roberta le cui urla si sentivano mentre Valeria veniva scopata.
Il nero ansimava e insisteva nella sua inculata con colpi sempre più decisi, sempre più violenti, fino a che ebbe convulsioni ripetute segno evidente che anche lui stava sborrando. Ma non ha tolto il suo cazzo dal culo di Roberta.
L’immagine successiva mostrava Roberta che era stata riempita dal cazzo del nero ed anche dalla sua sborra calda.
Lentamente il nero ha estratto il cazzo, che stava diminuendo di dimensioni, dal culo di Roberta; si poteva vedere benissimo come colavano le ultime gocce di sperma.
Estraendolo dal culo era fuoriuscita anche un po’ di sborra che colava lungo le cosce di Roberta.
La telecamera ci ha fatto vedere anche il culo di Roberta che si chiudeva  e palpitava ormai non più tenuto aperto dal grosso cazzo.
Valeria si sollevò avvicinandosi al nero e gli ha preso il cazzo tra le labbra aiutandosi con una mano a solleticargli i testicoli.
Con la lingua lo ripuliva dei residui di sborra. Una volta pulito si dedicò meglio a praticargli un pompino appassionato.
Roberta era esaustae , si è distesa e rigirandosi sul letto.
L’uomo bianco ha iniziato ad accarezzarle le mammelle ed i capezzoli, poi le mani scesero lungo il corpo giù giù fino alla figa che ha aperto con cura facendo scorrere un dito nel verso della fessura iniziando così a masturbarla con studiata dolcezza guardandola negli occhi.
L’uomo poi ha preso un dildo trasparente dentro cui si notava la presenza di un liquido.
Ne ha appoggiato la punta sulla fessura, lo ha passato più volte sopra ed infine lo ha puntato diritto all’entrata della figa.
Il cazzo di plastica è entrato facilmente, essendo la figa lubrificata, prima solo con la punta, poi sempre di più fino a circa metà della sua lunghezza.
Le mani dell’uomo bianco hanno lasciato il dildo per consentire alla telecamera di riprenderlo con cura infilato nella figa di Roberta, poi lo ha afferrato nuovamente e lo ha mosso avanti ed indietro e con un movimento a vite affinché la ragazza lo sentisse meglio dentro di se
Di tanto in tanto queste immagini lasciavano il posto alla ripresa del volto di Roberta, estasiata che lasciava capire quanto stesse godendo in quella situazione, oppure riprese del pompino che Valeria stava praticando al nero.
Valeria era così brava che il nero riprese le proprie convulsioni, segno di una nuova sborrata confermata dall’immagine di un rivolo di sborra che usciva dalle labbra di Valeria nonostante ne avesse ingoiato un bel po’.
Con la lingua ha tentato di recuperare la sborra che le colava e fin dove la lingua poteva arrivare.
Nell’immagine successiva Roberta si era sollevata avvicinandosi alla madre e le stava leccando la sborra residua sul mento per poi dedicarsi quindi ad un appassionato ed intenso bacio saffico.
Roberta con mia grande sorpresa continuava a tenere il dildo ben infilato nella figa, anzi ne aveva preso il controllo con la propria mano.
Dopo un po’ le due donne si sono messe una sull’altra per un sessantanove. Valeria si preoccupò di togliere molto lentamente il cazzo finto dalla figa della figlia.
Fatto ciò si sono dedicate ad un intenso e vivace sessantanove in cui i corpi delle due erano continuamente scossi dai brividi del piacere e libidinosa voluttà.

La scena durò un tempo che a me sembrava senza fine
Fino a alla colonna sonora ed alcuni titoli di coda io ero sempre nel mezzo tra le due femmine; le tenevo abbracciate con le mani sulle mammelle.
La mia figa sbrodolava a volontà.
“Ti e’ piaciuta? L’abbiamo girata in Olanda, durante le ferie. Abbiamo trovato uno studio specializzato, con set completo compresi gli attori. Pensa, che non ci è costata nulla, anzi ci hanno dato anche pagato … e non solo, ma abbiamo potuto farci anche il personale dello studio”
Per quanto le conoscessi non avrei mai pensato che avessero potuto girare un film hard.
“E’ stata un’orgia fantastica. Pensa che hanno partecipato anche altre turiste, in tutto saremmo stati una ventina, tra maschi e femmine. Abbiamo scopato sul pavimento, del resto caldo perché era una moquette. Ci hanno detto che hanno ripreso anche l’ammucchiata con telecamere fisse senza operatore e che avrebbero fatto un disco con le scene migliori. Hanno promesso di mandarcela appena montata…”
“Si … montata … come ti ha montata il nero!!” mi venne da dire.
Poi, rivolgendosi a me “Ma, adesso, veniamo a noi”
Subito Valeria si chinò verso il mio clitoride prendendolo in bocca.
Roberta spinse il mio corpo in modo che mi distendessi. In questo modo; Valeria non aveva difficoltà a continuare la sua magnifica leccata alla mia figa.
Sentivo le mani di Roberta posarsi sulle mammelle e massaggiarle, scendere sui fianchi ed allargare le gambe per far si fossi offerta meglio a Valeria.
Mi sollevarono le gambe e sentivo che una di loro mi divaricava le natiche; un dito mi percorreva il solco tra di esse, giunse all’ano lo toccò, lo sollecitò e lo spinse contro.
Senza rendermene conto ho reagito serrando i muscoli anali ma lei ha spinto con maggiore decisione fino a farne entrare una falange.
Con l’altra mano continuava a masturbarmi torturando felicemente il clito
Una volta entrato nel culo lo sfintere si è rilassato consentendo a Roberta di iniziare a muoverlo, ruotarlo e spingerlo ancora più a fondo.
Contemporaneamente la sua lingua scorreva lungo la colonna vertebrale bagnando la pelle con la saliva e dandomi brividi nuovi ed inaspettati.
Valeria spostandosi davanti a me fino a mettere la sua figa  alla portata della mia bocca mi ha dato modo di fare con lei un sessantanove mentre la figlia continuava a lavorarmi alle spalle.
Poi cambiammo posizione e chiesi alle due di mettersi l’una sopra l’altra in modo che potessi scoparle a turno infilando il dildo prima nella figa di quella delle due che si fosse distesa e poi di quella che le fosse sopra.
Fu Roberta a distendersi e Valeria a porsi sopra con il culo verso alto; così cominciai a scoparle a turno.
Le due si baciavano intensamente sulla bocca.
Valeria non aspettava altro perché ha sollevato il bacino venendomi incontro per facilitarmi nella penetrazione.
In breve il dildo ben era infilato nello sfintere di Valeria che si contorceva e faceva sì che da questa penetrazione ne traesse il massimo del godimento.
Io non riuscivo a resistere e mi toccavo la figa mettendo anche le dita dentro. Non sapevo più come fare ed avevo una voglia irresistibile di venire.
Improvvisamente, vedendo madre e figlia baciarsi e farsi scopare dal dildo che scambiava di culo andando da una all’altra ebbi un violento orgasmo con una sbrodata a spruzzi abbondanti che non avevo mai avuto e fremiti convulsi, ripetuti.
Ci rilassammo, distendendoci vicine, mettendomi in mezzo tra le due.
Roberta mi guardò con un sorriso malizioso e velato. La sua mano percorse il mio petto, scese verso la figa dove incontrò la mano della madre.
Le due mani si unirono tra loro e, insieme, presero contatto con le mie cosce al centro delle quali c’era la mia figa grondante e profumata dagli umori.
Dormimmo nude così sul letto senza neppure pensare a coprirci.
Domani sarebbe stato un altro giorno da passare con due buone amiche.

E’ già da tempo che esco di casa senza dire dove vado e quando sono costretta dico che vado da Valeria che in casa è diventata una persona conosciuta e che non desta sospetti. Supponngo che mio marito pensi che abbia un altro uomo e che faccia sesso con lui.

In realtà l’altro uomo c’è ma ho anche scoperto altri lati del piacere sessuale.

Credevo che ormai il sesso fosse una parte secondaria della vita ma ho conosciuto in questi ultimi mesi lati del sesso che non mi sarebbero mai venuti per la testa se mi fossi limitata a vivere in ambiente familiare e a fare la casalinga che aspetta il suo uomo ed i figli. La mia sessualità pensavo si fosse addormentata e si risvegliava solo raramente. 

Poi il restare sedotta dai piaceri, che costantemente mi fanno conoscere Valeria e sua figlia con il suo fidanzato, sono indubbiamente tali da tenermi viva e farmi sentire ancora donna e soprattutto mi sento femmina ma solo per poche persone. Ripenso che da ragazza ho fatto le mie esperienze ma poi da molto giovane mi sono fidanzata e poi sposata con un ‘buon partito’ che ora scopro avere dei limiti. In ogni caso mio marito mi rendeva sempre felice e quando non lo ero facevo buon viso a cattivo gioco.

Oggi sono stanca. Sono seduta sulla poltrona con la testa all’indietro, non ho pensieri e mi disinteresso di tutto il resto. Mi accorgo che il mio corpo mi sta chiedendo qualcosa e so bene che la sua richiesta è fare sesso. Sono appena tornata da fare spese e sarà il rilassamento o forse la splendida giornata di sole, oppure ancora gli sguardi dei maschi ma anche delle femmine al mio passaggio che mi hanno fatto venire una voglia insistente di toccarmi. Il pensiero va a Valeria che non vedo da tanti giorni.

La chiamo al telefono e mi invita a pranzo. Se in famiglia sapessero i nostri passatempi s’arrabbierebbero moltissimo e sicuramente dovrei divorziare.

Dopo pranzo a casa di Valeria ci si sposta nel salotto a guardare alla tv gli spettacoli pomeridiani in cui si parla di ricerca di un uomo e duna donna non posso fare a meno di ritenermi la donna più fortunata della Terra. 

Penso che la vita è proprio bizzarra. Se mi avessero detto che Valeria e sua figlia sarebbero divenute mie amanti non lo avrei mai davvero creduto e tantomeno avrei creduto all’essere scopata con grande piacere dal fidanzato di Roberta. Per me è ancora tutto così strano, spesso mi ripeto che dovrei piantarla, che sto abusando di loro, la verità è, però, che se smettessi mi sentirei ancora peggio.

Roberta era una castana naturale di capelli ed ora li aveva leggermente mossi come si usa adesso, un fisico da ballerina con curve giuste ai fianchi. Il seno era a dir poco splendido ed il culetto era evidenziato da bellissimi ed eccitantissimi glutei che i ragazzi ammiravano e che certe ragazze avrebbero voluto. Quel pomeriggio avevo necessità di andare in bagno per orinare e insistetti per entrare in bagno mentre lei si faceva una doccia ed avevo già detto a sua madre Valeria che era mia intenzione di depilarmi e chiedevo a lei di dedicare un po’ di attenzione al mio corpo. Valeria mi diceva spesso che ero pudica e mi diceva che da bambine ci eravamo ripetutamente viste nude. Roberta mi faceva soffrire un po’ lasciandomi fuori a trattenere la vescica piena, poi aprì la porta ed io entrai ma lei non uscì. Le chiesi di lasciarmi nella mia intimità ma le mie opposizioni valsero poco per lei che restò in bagno per pettinarsi come se niente fosse senza remore mettendomi un po’ in imbarazzo. Scherzando si avvicinò a me e quanto accadde dopo fu solo piacere. Era il piacere di guardare il sesso di una donna e di entrare nell’intimità femminile di colei che continuava a ripetermi di essere sua e voleva essere fra le mie braccia gemendo per il piacere che le stavo procurando.

La stessa situazione si ebbe con Valeria. Avevo scoperto che Valeria aveva una paura incredibile della penetrazione vaginale da quando scoprì l’amore lesbico e ciò le causava il non fare sesso con i maschi. Per quanto avesse un fisico straordinario con curve generose e morbide, non era mai riuscita a trovare un fidanzato, anzi probabilmente, le sue uniche esperienze di sesso erano quelle avute con me in quei mesi. Contrariamente alla figlia Roberta, che col passare del tempo desiderava da me prestazioni sempre più ravvicinate nel tempo, Valeria era più tranquilla e mi bastava chiederle qualcosa perché lei mi soddisfacesse sempre con un sorriso di felicità stampato sul volto. 

Il risultato fu che facevo sesso con le mie amiche preferite con un accordo perfetto. Quella sera, forse per la voglia di trasgredire, mi uscì una battuta che sul momento pensai fosse azzardata.

Erano entrambe davanti a me sbirciando il loro smartphone e pronunciai queste parole

“Certo che siete proprio diverse! Non sembrate madre e figlia”

Sobbalzarono nel sentire la frase e Valeria fu la prima a rispondere. 

“Che intendi dire?”

“voglio dire che in fatto di gusti siete diverse. Cioè avete preferenze quasi opposte ma entrambe avete un qualcosa in comune”

“Specifica meglio” mi chiese Roberta

Così parlammo per qualche minuto delle differenze fra di loro. 

Valeria amava andare a ballare e era molto interessata ad esaltare il suo fisico. 

“Sapete fare bene solo una cosa” ed allora le vidi rivolte con lo sguardo verso di me entrambe incuriosite. 

“Ma davvero non ne parlate fra voi?”

Si finsero sorprese.

Ero consapevole del fatto che provassero imbarazzo reciproco e ciò mi divertiva. dissi che era insolito, per Valeria, lasciare l’iniziativa agli altri e discutemmo anche su Roberta che era più disinibita di quanto non sembrasse. Mi venne istintivo per dare una svolta alla discussione dire con tono malizioso “Dovremmo provare a farlo tutti insieme qualche volta. Che ve ne pare dell’idea?”

Valeria credette ad uno scherzo “Io…non so se sia corretto e piacevole?”

“Beh! Non c’è niente di male in quel che facciamo perciò, quando volete, non dovete far altro che dirlo” replicai. Così dicendo ci sollevammo dalle poltrone ed andammo nella camera di valeria per stenderci su un grande letto matrimoniale king size.

Tanta era la voglia di godere che mi spoglia prima di loro. Madre e figlia si avvicinarono silenziosamente a me con passi felpati ed atteggiamento lussurioso.

Roberta si gettò letteralmente addosso baciandomi con passione scambiandoci le lingue nelle rispettive bocche. Mi lasciai andare e sentii che Valeria si era avvicinata e stesa sul letto. Lasciai le morbide labbra di Roberta per voltarmi e baciare delicatamente Valeria. 

Scoppiammo a ridere tutte e tre per qualche istante, poi cominciò il vero divertimento.

Stesa sulla schiena, Roberta mi aveva offerto la sua fighetta liscia e completamente depilata. La stavo leccando avidamente e lei stava gemendo come una ninfomane proprio come era per natura. A lei piaceva essere leccata ed io non ero certo avara nel farla godere in quel modo. Valeria ci guardava ed avrebbe potuto attendere il suo turno, ma su consiglio della figlia, prese a leccarmi la schiena ed il collo per scendere poi tra i glutei a solleticare la rosellina posteriore. 

La situazione era da film porno: avevo la figa di Roberta tra le labbra leccandola avidamente per assaporarne gli umori mentre distesa su di me in un favoloso 69 mi stava succhiando il clito e Valeria si dedicava al resto del mio corpo. 

“Siete due troie pazzesche ragazze!”

Roberta mi afferrò per i capelli e mi riavvicinò subito alla figa lasciata colpevolmente senza attenzioni.

“Piantala di parlare! Ohhh…Oddio si…brava!”

Valeria guardò la situazione. Non le sarebbe dispiaciuto essere al posto della figlia, adorava quando rivolgevo quel tipo di attenzioni alla sua fighetta. 

“Adriana, facciamo cambio?”

“Uhmmmmm no…dai girati…”

“Cosa?”

Roberta sorrise, mi offrì una vista completa della sua figa e poi costrinse la madre a offrirle la propria. Prima di affondare il volto negli umori della figlia sentii dire a Valeria.

“Ci penso io alla tua fighetta, tu continua pure a dedicarti ad Adriana che fra poco vuole la figa piena”

Descrivere il piacere di quel momento? Difficile. Sentivo Valeria succhiarmi il clito e nel contempo avevo la figa di Marisa che mi grondava umori sul volto. Stavo benissimo. Poi, finalmente, dopo un primo Roberta decise di sgrillettarsi. 

Spostò Valeria, suggerendole di guardare perché presto avrebbe dovuto farlo anche lei.

Roberta suggerì alla madre di indossare uno strap on e mentre ciò avveniva disse rivolta alla madre “Non metterle fretta. Voglio chiavarla quando ne avrà voglia”

Vidi Valeria che si stava puntellando il cazzo di silicone diritto alla figa e lo fece svanire dentro di se in un colpo. Fu impossibile per lei trattenere un gemito di piacere.

Si stava chiavando con lo strap on ma chiesi se il piacere fosse solo il suo. Io ne stavo morendo e desideravo avere quell’oggetto dentro mentre lei mi leccava la figa.

A quel punto Valeria indossò e fissò ai fianchi lo stap on ed Adriana la afferrò i per i fianchi. Valeria non si oppose e chiese a Roberta di posare nuovamente la figa sul volto ed una prima avida leccata fece subito comprendere quanto quella piccola troietta fosse eccitata. Valeria cominciò a penetrare poco a poco Adriana utilizzando la lingua come un piccolo cazzo e di pari passo alla penetrazione iniziò a gemere. Ben presto i gemiti di godimento stavano trasformandosi in grida di piacere. L’eccitazione fu tale che Adriana sospinse il capo di Valeria fin sui suoi seni chiedendole di leccarle i capezzoli e di mordicchiarli.

Andarono avanti così non so per quanto, poi, improvvisamente Adriana si rese conto di essere prossima ad una esplosione orgasmica. 

“Vengo! Vengo! Vengoooooo!”

-Oh si…si…dai sorellina…vieni!”

Valeria provò a dilungare l’orgasmo ma ormai il punto di non ritorno era superato ed Adriana esplose agitandosi, tremando in modo parossistico reclinando la schiena ed urlando. 

Eravamo tutte e tre sul letto. Valeria contentissima per la venuta di Adriana ed anche Roberta che nel contempo aveva raggiunto l’orgasmo ma Adriana ne la madre si erano accorte che fosse venuta

Roberta sorrise. Portò le mani sulla vulva e l’aprì, mostrando un fiotto caldo di sbroda che colava. 

“Se ti piace tanto, perché non me la lecchi?”

“Giusto! Ripulisci tua figlia, non vorrai mica lasciare perdere tutta quella sbroda meravigliosa, vero?”

Valeria divenne rossa, ma si piegò in avanti ed in effetti si mise a ripulire la vagina di Roberta con molta più passione e cura di quanto non credessi. E così, mentre Valeria leccava la figa della figlia, Adriana guardò l’amica e cominciò a sditalinarla. Inoltre si piegò verso Valeria, le sollevò una gamba fino a vedere nuovamente la vulva e li, senza attendere, riprese a leccarla. 

 

L’inverno è passato senza che Valeria ed Adriana si siano incontrate. Adriana non aveva neanche visto Guido e tantomeno Roberta la sua fidanzata figlia di Valeria. Valeria si era appena trasferita nel suo nuovo appartamento, finalmente, era riuscita ad abbandonare il nido e raggiungere la tanto sognata indipendenza.
Fin dai tempi delle scuole superiori Adriana era amica per la pelle di Valeria, poi si erano perdute di vista e quando si sono ritrovate il sesso è stato il fil rouge che le unisce. Ora che Valeria si sta trasferendo la sta aiutando a con gli scatoloni di quella che sarà la nuova vita della sua adorata amica.
“Sai che ti dico Vale? Prepariamo subito la cena e beviamoci quella bottiglia di vino rosso che ti hanno regalato!!”
“E io sai che ti dico? Che questa è un’idea brillante” rispose euforica.
Cenarono e come spesso accadeva, esagerarono col vino confortate dal fatto che erano sole. Il vino aveva cancellato i discorsi “political correct”,
A fine cena Adriana e Valeria alticce si erano trasferite in camera da letto di Valeria e discutevano dei loro caratteri e delle loro preferenze sessuali. In un tratto delle loro chiacchiere Adriana ebbe l’occasione di dire all’amica in modo sarcastico “Ti conosco da una vita, sempre con quell’aria da santarellina, ma secondo me, dentro di te si nasconde una delle più grandi maiale della galassia!”
Valeria esplose in una risata fragorosa ma non smentì le parole della sua amica “Sai! Diciamo che parecchie volte mi sono divertita e non mi lamento affatto!”
Adriana la squadrò ma non fu sorpresa e disse ridendo “Hai capito! Sembri una monaca ma intanto prendi spesso il treno del piacere, eh?”
“Mah! Ti dirò che ultimamente non li prendo di frequente, questi treni sembrano tutti vecchi e cigolanti!”
Senza dar risposta, Adriana spinse Valeria sul letto crollandole poi di fianco ridendo di gusto e crollando addormentate.
Nel cuore della notte, Adriana si leva dal letto, si avvia verso il bagno in preda ad un gran mal di testa. Raggiunto il bagno, si guarda allo specchio osservando i suoi capelli lunghi biondi che mettevano in risalto i suoi occhi, pensò ad alta voce “Però! non sono affatto male!”
A quel punto si denudò per farsi una doccia notturna per cercare di alleviare quel mal di testa dovuto al vino. Tolti i vestiti osservò quel suo corpo nudo e lo trovò favoloso, un seno molto generoso e candido, un corpo rotondetto ed aggraziato. Nel frattempo Valeria si era svegliata e l’aveva seguita; ora la stava fissando di nascosto restando nell’ombra sull’uscio della porta del bagno.
Al vedere il corpo candido della sua amica, si sentì fremere; era una sensazione stranissima e mai provata prima. Presa da una forza non voluta si incamminò verso di lei, le cinse le spalle con le braccia, baciandola sul collo nei punti che sapeva essere più erogeni, talvolta mordicchiandola, le disse che l’avrebbe masturbata. Il bagno non tardò a riempirsi di sospiri, Adriana era paralizzata dal piacere e dal vortice di sensazioni che si stavano creando in di lei per effetto delle carezze e del calore del corpo dell’amica a contatto con il suo. Le mani di Valeria accarezzarono lentamente i fianchi partendo dall’alto fino a raggiungere le mammelle candide che accarezzò con le dita tremanti per l’eccitazione. La mano destra provava a contenere nel palmo i generosi seni di Adriana, mentre la sinistra stava scendendo verso il basso accarezzandole il ventre.
Un brivido indescrivibile percosse entrambi i corpi delle donne allo stesso tempo, era un segnale che per rendere più accesi i loro istinti e più caldi i loro corpi.
La mano di Valeria arrivò alla figa di Adriana, che era ormai sempre più eccitata, il suo umore era straripato ed aveva già imperlato le labbra della figa. Per facilitare l’ingresso delle dita della mano dell’amica aprì dolcemente le sue gambe per accoglierle. Le sensazioni erano così particolari che sembrava la prima volta che lesbicava con la sua amica quando dolcemente la toccava con la mano, piano piano con un fare che solo una donna può attuare per sedurne un’altra.
Il respiro di Valeria era caldo ed il sentirlo sul collo faceva eccitar ancor più Adriana. Adriana si inarcò per offrire le sue mammelle alle mani di Valeria affinché stuzzicasse i capezzoli con le unghie per darle quelle sensazioni bellissime che la facevano godere tanto da farle colare i suoi umori vaginali lungo le cosce anche senza toccare il grilletto. Finalmente Adriana si girò e baciò Valeria con un bacio lungo e focoso. La sua lingua accarezzava quella di Valeria che non riusciva e non voleva togliere le mani dal suo seno. Ora anche Adriana incrociando le braccia con quelle di Valeria scolpiva energicamente il seno della sua amica fremente sotto le sue mani.
“Vieni! Cambiamo ambiente! Una cosa del genere merita uno sfondo più comodo” disse Valeria, che prese Adriana per mano e per condurla nella camera da letto baciandola in continuazione come a proteggerla ed assicurarla che il sesso sarebbe stato soddisfatto nel migliore dei modi.
Valeria la fece distendere sul letto, si chinò su di lei e iniziò a percorrere con la lingua tutto il suo corpo, la sua bocca avida la fece giungere al delirio. Con un gesto imperioso ma non violento, afferrò le caviglie, le spalancò le gambe e mise la sua testa tra le sue gambe e per Adriana fu il paradiso.
La lingua dell’amica era così morbida e i suoi baci erano ancora una volta sicuramente diversi da quelli di un uomo.
Adriana, presa dal vortice piacere, decise di contraccambiare. Chiese all’amica di stendersi sul letto e ripeté le stesse azioni che Valeria aveva fatto a lei portando la sua bocca sulla figa che bagnatissima non aspettava altro che la sua lingua; la leccata le strappò gemiti di piacere assoluto. La lingua scivolava calda sul clitoride e su tutta l’ampiezza delle grandi labbra; era un dolce supplizio, un’estasi infinita, un piacere infinito e pervasivo che sperava durasse una vita.
Quel dolce massaggio fatto con la lingua di Adriana continuava a stimolare i punti giusti: le labbra, l’attaccatura dei seni, il cespuglietto piccolo profumato, l’interno delle cosce.
Il trattamento cominciò a dare i suoi frutti. Valeria aveva gli occhi spiritati, nel frattempo si dedicava ad Adriana baciandola con trasporto, assaporando le sue dolcissime labbra carnose, che sembravano proprio il giusto complemento in quel momento così erotico.
“Mi sei sempre piaciuta” sussurrò Adriana all’orecchio di Valeria, che per tutta risposta la baciò. Quella giornata di ardore e passione si spense così con le due amanti abbracciate che si accarezzano il seno a vicenda in quella che sarà la giornata più dolce della loro vita.

E’ da tempo che ho in Valeria un’amente speciale. E’ vero che faccio sesso con mio marito e che lui non sospetta niente del mio rapporto con Valeria ed è vero che più passa il tempo e più mi guardo allo specchio e più divento vanitosa. I miei vestiti sono sempre più colorati e giovanili, hanno colori vivaci e meno ‘signorili’ e ciò fa eccitare gli uomini che mi vedono facendoli girare e fermarsi a guardare, così come le donne mi guardano e sicuramente esprimono un giudizio tutto basato sull’invidia. Se fosse per la voglia che ho di fare sesso con la mia amica, con sua figlia ed il suo fidanzato, dovrei divorziare ma i figli ed il marito non sono facili da lasciare. Per ciò che riguarda il sesso essere scopata clandestinamente da Guido, fidanzato di Roberta, leccata da Roberta, figlia di Valeria e da Valeria stessa è molto intrigante e questa clandestinità mi piace e mi stimola tanto da sentirmi veramente femmina e non solo fattrice ed anche madre.
Mi descrivo. Sono Adriana, nonostante sia ormai una donna matura non sono per niente male. Sono madre di due figli che, essendosi diplomati ed emigrati all’estero per studio, marito che lavora in banca per tutta la giornata, ho quindi praticamente la casa tutta per me e potrei invitare la mia amica ogni volta che voglio per passare le ore di voglia solitaria a divertirmi con lei.
Ho un fisico mozzafiato, due belle tette abbondanti ed il culo sodo, gambe toniche e la pelle bruna, quello che si definirebbe una tipica bellezza mediterranea. Tutti gli uomini che incontro mi dicono che sono proprio una bella figa e non do loro torto.
Roberta mi ha chiamato e mi ha invitato ad andare in discoteca il prossimo mercoledì. L’invito mi è parso strano e mi chiedevo perché di mercoledì e non di venerdì oppure di sabato.
Non ho badato tanto a questo dilemma e per il mercoledì mi sono fatta trovare pronta. Ho chiesto per telefono a Roberta come mi dovessi vestire e lei gentilmente mi ha consigliato suggerendomi di essere sexy e provocante “Sai ci saranno tanti bei maschietti e penso che tu non li voglia deludere!”
In effetti quando sono entrata in quel locale di bei ragazzi ce n’erano tanti e c’era solo l’imbarazzo della scelta. Alcuni di loro si sono avvicinati e mi hanno squadrata; sicuramente era uno sguardo di valutazione del mio aspetto e con la mia immagine impressa nella mente chissà che cosa hanno fatto nella loro intimità.
Mi sono divertita così ad adescare ragazzi sulla ventina che potrebbero benissimo essere i miei figli. Quando mi sono decisa di avvicinarmi al bancone per prendere da bere ho notato due bei ragazzi che mi fissavano le tette.
Sorridendo a loro e succhiando una bibita dal bicchiere con la cannuccia in modo e pose molto esplicitamente sensuali, senza aprire bocca per vedere se i due ci sarebbero stati, mi sono arcuata ed ho evidenziato le mie tette aprendo così forzatamente la profonda scollatura del vestitino che indossavo. Loro videro benissimo che non portavo reggiseno e che in modo implicito e silenzioso stavo offrendo le mie tette.
I due rimasero impressionati nel guardare le mie mammelle così belle ed offerte generosamente alla loro vista, d’altro canto in quel momento ho avuto la possibilità di dare un’occhiata al loro fisico ed ho subito notato un rigonfiamento apprezzabile all’altezza del loro inguine. Dalle dimensioni che comparivano dal pantalone sembravano veramente enormi.
Dopo aver preso il bicchiere drink in mano, prima di allontanarmi, ho sorriso maliziosamente ad entrambi sorseggiando la bevanda ma guardandoli negli occhi con il mio sguardo piena di voglie. Poco dopo non mi ha sorpreso sentirmi tastare il culo: era uno quei due ragazzi ai quali avevo sorriso e al tocco sorrisi ancora una volta mentre muovevo il culo sulla patta dell’altro. Inoltre ho allungato il braccio libero ed ho fatto mettere di fronte l’altro ragazzo per potergli leccare e baciare il collo. Uno di loro era scuro di capelli e si era sistemato alle mie spalle. Ho sentito le sue mani sui fianchi e si è appoggiato tanto per potersi sfregare su di me come ad incularmi con il suo sesso rigido anche attraverso il vestitino.
Mi viene un pensiero ‘strano’, penso che la casa è libera ed allora lo partecipo a loro due “Volete fare una cosa a due? Che ne dite di andare a casa mia?”
Un invito non si poteva rifiutare e i due ragazzi accettarono. Salutai Roberta ed il suo Guido con un sorriso malizioso che lasciava capire tutto quel che stavo andando a fare.
Uno dei ragazzi era chiaro di capelli e si chiamava Maurilio, l’altro Mario. Guidò Mario ed andammo a casa mia con la sua auto. Nel tragitto Maurilio, che non guidava, mi aveva già messo le mani nelle cosce e ha passato tutto il tempo del tragitto a baciarmi e leccarmi sul collo sciogliendomi.
In pochi minuti eravamo già a casa completamente nudi. Io ero in ginocchio ed avevo di fronte il cazzo splendido di Mario, Maurilio era di fianco; li spompinavo a turno facendoli godere fino quasi a portarli all’orgasmo.
Mi sentivo come una vacca-matura-che-fa-i-pompini.
Ad un tratto presero loro il comando della situazione mettendomi sdraiata sul lettone e Maurilio messosi tra le mie gambe iniziò a passare il suo cazzo tra la figa ed il culo; alla fine si decise ed entrò in me con forza ed in profondità fino a toccarmi la cervice dell’utero. Il mio giovane amante pompava come un toro mentre io godevo come una vacca in calore e piena di libidine in cerca di sesso sfrenato.
Pensavo a Valeria che mi voleva vedere scopata. Non so dove fosse ma le avrei raccontato dell’accoppiamento con i due giovani stalloni.
Maurilio mi riempiva molto bene. Sembrava avere un cazzo adatto perfettamente alla mia figa. Godevo tantissimo e lo trovavo piacevole.
Da buon giovane stallone aveva energie enormi e mi scopò con grande soddisfazione mia e sua. L’inesperienza si vedeva. Era molto infoiato e i suoi movimenti erano a volte scoordinati ma una caratteristica: erano sempre profondi. Aveva anche una bella resistenza e oltre ai suoi respiri profondi non sentivo molte altre parole se non che le piacevo e che lo stavo facendo godere. All’arrivo dell’orgasmo con un grugnito e tre parole “Ecco! Vengo! Vengo! Vengo!” non sentii altro. Il suo sperma mi ha letteralmente allagato la figa. Con la mano sono andata a verificare quanto ne stesse uscendo dalla figa e per istinto naturale mi portai le dita alla bocca. Il profumo del suo seme bianco e cremoso era estremamente eccitante ed il gusto ottimo.
Si allontanò da me stanco ed andò a sedersi su una poltroncina che utilizzavo per il trucco.
Mario, che guardava me scopata e Maurilio che mi chiavava, si segava ma non veniva; per rallentare il suo orgasmo smetteva di masturbarsi e poi riprendeva nell’attesa che Maurilio mi venisse dentro.
Ora toccava a lui. Lui mi leccò per bene il culo e passando sulla figa assaporava lo sperma della’amico. La sua saliva la depositava sia sulla figa sia sullo sfintere. Senza dire niente mi inculò in un solo colpo. In altre occasioni avrei urlato per il dolore ma per fortuna sono abituata. Anche lui a dimensioni non scherzava.
Godevo così tanto che non so nemmeno io quante volte sono venuta.
I vicini di casa, considerate le mie urla che sicuramente hanno udito, avranno pensato “Senti quella troia del piano di sopra quanto gode stanotte” ma ho pensato anche che qualche maschio sentendomi si sarà di sicuro segato sborrando a spruzzo.
Mario e Maurilio non si fermarono ad una scopata. Erano belli carichi di sborra e me la depositarono dentro di me più e più volte sfondandomi figa e culo per tutta la notte.
Peccato che non ci fosse Valeria e che non mi abbia fotografata Roberta! Il servizio fotografico sarebbe stato memorabile.
La notte la passammo a fare sesso sfrenato così come desideravo. Alla mattina ero pienamente soddisfatta anche se la voglia di fare sesso con una donna mi era rimasta.
Alle prime luci dell’alba ci ritrovammo all’alba stesi nel letto, io soddisfatta come poche volte nella mia vita e loro accanto a me come due figli che cercano le coccole della mamma.
Mi sarebbe piaciuto riprovare ad essere scopata da quei due maschietti ventenni e per non perdere l’occasione dopo averli rimessi a posto come due figli dopo la colazione chiesi loro i numeri di telefono, non si mai!
Ora sto ripensando a quella notte e mi sa che mi sgrilletto davanti a Valeria.

Non ho resistito alla voglia lasciata da i ragazzi conosciuti in discoteca e ho chiamato al telefono Maurilio.
Lui è uno studente universitario che vive da solo in un appartamento vicino alla facoltà che frequenta. L’esperienza che ho fatto con lui è stata interessante e piacevole e dato che la voglia di fare sesso clandestino mi intriga sempre più ho azzardato a rifarlo in casa mia di giorno mentre mio marito sta lavorando.
La mia indole di femmina che è stata troppo tempo a reprimere le voglie sessuali sta venendo fuori e questo grazie a Valeria e Roberta. Non dimentico le scopate con il suo fidanzato Guido e tantomeno il sesso fatto con madre e figlia. Con loro ho voglia di rifarlo ma ora che ho conosciuto questi due ventenni me li voglio godere fino in fondo. Se poi mi comporto da troia, allora vuol dire che lo sono.
L’esperienza con lui la ebbi durante le giornate in cui le lezioni all’università erano scarse e lui passava il tempo libero a scolare qualche bicchierino al bar. Ho avuto difficoltà a parlare al telefono con Maurilio perché la sorella lo spiava ed ascoltava le sue conversazioni. Adriana non faceva altro che parlare, anche lei al telefono, con le sue amiche e a mangiare. A casa girava mezza nuda davanti a lui e di conseguenza Maurilio era sempre eccitato davanti a lei. Maurilio poi mi disse che era da quando avevo sedici anni che sognava di scoparla.
Il giorno che lo invitai a casa lui era molto eccitato e non vedeva il momento di scoparmi. Il suo stato era dovuto alla sorella che dopo essersi levata dal letto andò in bagno e la vide nuda.
Io quella mattina ero appena tornata dalla palestra, mi era coricata nel letto con i pantaloni da palestra aderenti e la canottiera nera e stavo sfogliando il mio profilo Facebook. Lui arrivò e baciandoci andammo in camera da letto per giocare sul letto e spogliarci. Lui si accostò a me e mi disse “Mi fai un massaggio per favore”. Maurilio obbedì, cominciando dalle spalle e lentamente è sceso fino ai fianchi, proseguì fino a scendere alle mie bellissime gambe, grosse e lisce arrivando ai miei piedi. In quel momento dissi “Adesso smettila!”
Mi rispose “Me lo hai detto tu di massaggiarti!” ma lui continuò ed io incominciai a mugolare. Lui rimise le mani sui miei fianchi e toccò i miei glutei.  Gli afferrai un braccio e mi portai le dita della mano in bocca per leccarle. In quel momento volevo essere erotica ed il sapore e l’odore della mia figa era un potente afrodisiaco.
Lui sorpreso, non avendo ancora l’esperienza, chiese “Perché fai così?”
“Perché sei stupendo”
Ed io di rimando “Guardami bene! Sono una vacca, vero?”
In effetti la mia mente era già predisposta affinché fossi per lui una femmina da monta proprio come un animale.
“Tu non sei una vacca, tu sei bella come una dea! Tutto il tuo corpo è sensuale, il tuo culo, il tuo seno e le tue gambe, sono una meraviglia della natura!”
A quel punto mi abbassò i pantaloni e poté ammirare finalmente il mio culo nudo che trovò così bello che avrebbe fatto invidia ad una pornostar. Prese a baciarlo, lecMaurilio, ed io afferrai il cuscino per non far uscire i miei gridolini. A quel punto finalmente andò a leccarmi la figa e presi gusto a farlo tardare un po’ per arraparlo ancora di più “Fermo! Maurilio non farlo!!”
Lui ignorò il mio invito e mi leccò la figa.
Mugugnavo dal piacere.
Mi mise due dita dentro e delicatamente le mosse. La mia fica era sempre più bagnata e la sua mano ormai era coperta dai miei umori. Avrei voluto essere scopata perché la voglia era tanta ma il ritardare e non cedere alla sua irruenza mi dava un sottile piacere quasi sadico.
Si mise a leccare e baciare il mio culo, si avvicinò con la lingua alla mia figa e infilò dentro la lingua. Il suo cazzo era ormai durissimo e la protuberanza nel suo slip era evidente e non lasciava dubbi.
Gemevo sempre di più e allargai bene le natiche per lasciare lo spazio libero per essere infilata in profondità.
Ero ancora distesa supina.
Lui entrò in me e sembrò un toro oppure anche un cane preso dalla foia si muoveva disordinatamente dando dei colpi che mi squassavano.
Il suo ritmo aumentò ed io, guardandolo in volto, afferrai bene i suoi fianchi e lo avvicinai a me.
Lui mi scopava ed io felice lo tenni dentro fino a che non sentì che ormai aveva raggiunto l’orgasmo. Prima di emettere lo sperma tolse il suo cazzo dalla mia figa e mi spruzzò la sua bianca crema sulla mia faccia.
Il suo sesso non si ritrasse e rimase tutto in tiro. Lo poté fare perché ventenne. Gli dissi “fammi godere ancora. Voglio essere la tua femmina da monta. Sono arrapatissima e la mia figa si trova bene con te dentro”
Il suo cazzo era uno spettacolo da leccarsi le dita “Maurilio, hai proprio un bel cazzone. Di quanto è?”
“Circa 17 cm suppongo, non l’ho misurato in erezione”
“Mio caro ti sottovaluti! Questo è un cazzone di 24-25 cm ed anche bello grosso. E’ il più grosso che abbia mai visto!”
Il ragazzo nel sentirsi vantare il suo sesso si eccitò ancora di più e me lo dimostrò baciandomi sulla bocca infilandomi la lingua fino alla gola e guerreggiando con mia. Aveva un ottimo sapore.
Mentre mi baciava cominciai a segarlo con movimento fluidi e decisi degni di un’esperta quale ro diventata. Staccatami dalla sua bocca scesi a leccare il glande che rimase inzuppato della sua saliva e passai a godermi la turgidità della sua asta. Poi volevo essere chiavata ed allora mi distesi sul letto con lui davanti a me; avevo le gambe che si agitavano per aria come se fossi una quattordicenne che leccava un lecca-lecca e si godeva il momento del piacere. In quel momento disse “Ti piace Adriana?”
“Si. MI piace sei stupendo Maurilio. Non mi stanco mai di guardarti”
Lui si avvicinò come per darle un altro bacio ma ad adriana porse il suo sesso che lei prese tutto in bocca e lo fece scendere fino alla gola. Ad Adriana venne un conato di vomito; quel sesso così lungo, infilato fino alla gola le aveva provocato il vomito ma lei voleva superare se stessa.  Lui ululando disse che era meravigliato per quanto fosse profonda la gola di quella femmina ed anche che era che lei non faticasse a farlo scendere fino a quel punto. La bocca di Adriana sembrava una seconda figa.
Lui stava nuovamente godendo  e nella totale eccitazione anche di Adriana, lei lo spompinava come una professionista. La scena era paragonabile a quella di un film porno.
Allo specchio lei vedeva lui godersi i suoi giochi della bocca e della lingua e Adriana vedeva realizzare le sue fantasie.
Il susseguirsi delle azioni dei due amanti portarono il cazzo di lui ad uscire dalla bocca di lei e metterlo fra le sue mammelle morbide ed accoglienti facendo un capolavoro di spagnola. Il cazzo del ragazzo scompariva ad ogni movimento e lei leccava la punta.
Lui la pregò “Ti prego Adriana, rimettilo in bocca”
Adriana “ti piace fartelo succhiare da questa vacca, vero?”
“Si, lo adoro”
Adriana riprese a spompinarlo. Il cazzo era sempre più duro in quella calda bocca e lo si vedeva scomparire nella bocca di quella femmina che con quella sua faccia da porca, ad ogni movimento, lo fece venire abbastanza rapidamente schizzando tutta la sborra nella sua bocca. Adriana ingurgitò tutto lo sperma che essendo abbondante le stava colando anche sul seno.
Adriana non riuscì più a trattenersi e tirò verso di se il maschio per baciarlo in bocca. Lui ne approfittò oltre che per baciarla anche per entrare in lei con il suo cazzo turgido per l’eccitazione.
Lei gli disse “Fermo Maurilio, non possiamo metti un preservativo!-potrei restare incinta non credi?”
Lui non le diede ascolto e con un colpo secco entrai dentro di lei. La figa era calda umida e avvolgeva il cazzo con grande piacere di entrambe. Maurilio iniziò a muoversi e Adriana a mugolare per il piacere.
Solo allora lei finì definitivamente di fare resistenza e si abbandonò al piacere aprendosi e donandosi totalmente a lui, giovane ventenne.
Lei strinse le gambe attorno alla vita e lo incitò a scoparla e lui divenni sempre più violento.
Adriana “Bravo Maurilio. Chiavami!!”
“Sei una troia Adriana!!! Ora ti sfondo per bene!!”
Lei incrociò le gambe la sostenni per le ne natiche e continuò a chiavarla.
Adriana lo stringeva forte. Erano entrambe sudati ed il profumo del sesso li che si spandeva nella camera lii faceva eccitare. Lei lo baciò e lui senti la lingua entrare in bocca. Lui si sollevò tenendo il suo sesso accoppiato al mio e mi fece distendere per succhiargli il cazzo. Poi lui si staccò da me e me lo mise dentro la figa. Ero salita su lui che ora era disteso sul letto e cominciai a cavalcare quel bel cazzo. gemevo sempre di più ed ero sempre più vogliosa. Il cazzo di quel giovane stallone era splendido ed era diventato più duro del marmo “Sei un porco Maurilio!! Su piccolo, spaccami!!!!-;
“Adriana sei una vera troia!”
“Si sono la tua troia!!! Sbattimi, ti prego, sfondami!”
Poco dopo cambiammo posizione; Adriana si mise a pecora e si impalò il cazzo dentro. Lei urlava e gemeva “Adriana sto venendo!!!”
“Sborrami dentro Maurilio!!! Riempimi!!”
A questa incitazione lui venne con un potente orgasmo, riempì la fica del suo seme e tutti e due si accasciarono sul letto esausti. Adriana si distese a pancia in giù con il culo ben in vista.
In quel momento il cazzo del ventenne ritornò duro e prese a baciare il culo di Adriana che disse “Sei un depravato, hai ancora voglia?” Non ti basta mai!2
“Ccome potrei non averlo di nuovo duro se ho davanti questa meraviglia della natura?”
 E senza esitare Maurilio cominciò a leccare il buco di Adrian ma lei lo fermò “Fermo Maurilio! Quello è il buco sbagliato!”
Non era vero. Ero già stata visitata li dietro ma era da tempo che di inculate non ne avevo avute perché non mi piaceva tanto.
Maurilio disse “Voglio provare il tuo bel culetto”
“Sono vergine nel culo”
“mmmmmmm questo mi fa eccitare di più” fece Maurilio
Adriana volendo provare a prendere nell’intestino quella magnificenza, andò in bagno e prese del gel per lubrificare il suo sfintere.
Maurilio vedeva quel che Adriana faceva e ne era incantato. Adriana con le dita spalmava il gel anche dentro nell’intestino ed il suo buchetto diventava sempre più largo preparandolo a ricevere quel cazzo maestoso. Lei era arrapatissima nel fare quella operazione davanti al suo maschio che tra non molto l’avrebbe montata.
Maurilio preparò il suo sesso che ora Adriana accarezzava delicatamente; si posizionò con le spalle sul letto e le gambe sollevate poggiandole sulle spalle del suo uomo; lui, non appena capì che lei era pronta lo feei entrare ed Adriana urlò dal piacere perché il suo sfintere si stava allargando oltre ogni limite. Era la prima volta che lei ne prendeva uno di quelle dimensioni.
Lui aveva il cazzo duro e pronto a sborrare dentro Adriana ma sentiva che l’anello del culo gli stava stringendo il pene ma le sensazioni provate erano uniche e mai avute prima. Non appena dentro si mosse  andando dentro e fuori con colpi sempre più forti. Afferrò le mammelle di Adriana e continuò a chiavarla in culo come se fosse nella figa.
Lei lo guardò allo specchio e poiché le tette erano a portata di mano se le mise in bocca succhiando i capezzoli.
Adriana godeva sempre di più come una cagna in calore ed anche Maurilio godeva molto.
Per provare una nuova posizione che le era venuta in mente in quel momento, Adriana fece coricare il ragazzo, si voltò e si infilò, aiutandosi con le mani il cazzo nel culo per poi muovere i fianchi.
La nuova posizione era fantastica e comoda. Tutti edue sentivano i loro sessi godere dell’accoppiamento e più restavano accoppiati e più godevano.
Ora a comandare era Adriana che si alzò e si mise davanti al comò della sua stanza si allargò il culo e mi disse “Chiavami ancora Maurilio, ti prego!”
Lui si alzò e infilò il cazzo nuovamente nel suo culo, misi le mie dita nella sua bocca e lei le leccò mentre mugolava  e la sua figa era un lago. Lei appoggiata al comò sollevò una gamba aiutata da lui che continuava a scoparla. Adriana invasa dal piacere disse “Cazzo si!! Maurilio mi fai impazzire!! Continua a chiavarmi il culo!!! Ahhhhhhhahhhhhhhhhhhhahhhhh !!!!!Siiiiiiisiiiiiiiiiiiii!!”
Si spostarono nuovamente sul letto e lui la distese sul letto, lei sollevò le gambe e si avvicinò ai miei fianchi. Lui continuò a muoversi sempre più forte e lei ormai si teneva aggrappata al letto dal piacere.
I movimenti di lui erano sempre più veloci e lei facilitava l’orgasmo muovendo tutto il suo corpo per sentirlo meglio dentro godendosi le sensazioni uniche mai provate prima.
Maurilio venne in un fortissimo orgasmo accompagnato da parole, sospiri, mugolii e grugniti; Adriana sentì uscire da quel cazzo la sborra che le inondava quel magnifico culo.
Maurilio uscito da dentro di lei mise il cazzo davanti alla bocca e le disse “Puliscilo troia!”
Quelle parole furono la ciliegina finale. Adriana venne anche lei agitandosi in spasmi e urla che a fatica Maurilio tappava con la mano sulla bocca.
Lei prese in bocca il sesso di lui per spompinarlo, lo pulì tutto e lo tenne in bocca fino a che non ritornò moscio. Maurilio infine si distese sfinito, sudato e con il fiatone. Adriana felicissima e soddisfatissimalo abbracciò baciandolo.
“Sei un vero porcellino, ragazzino mio!”
“Senti chi parla! Non lo ho preso io nel culo! E se vuoi saperlo sei proprio una vacca da monta!”
“Stronzetto porta rispetto per le persone più grandi di te! Comunque è stato bellissimo. Ti ringrazio tantissimo. E’ stato splendido fare sesso da sola con te”
“Anche per me. Sei la migliore. Non vedo l’ora di rifarlo”
Così iniziò la nostra storia che ancora continua. Per tenere il ritmo delle voglie di sesso di Adriana, Maurilio ha iniziato ad andare in palestra con lei; è diventato più muscoloso ed sono una vera e propria coppia clandestina.
La nostra vita di coppia continua e tra una cosa e l’altra cominciammo a sperimentare nuove esperienze che fino ad ora sono soddisfacenti.
Valeria sa della nostra relazione e qualche volta la abbiamo invitata. Con Maurilio si è trovata bene anche lei.
Ora Maurilio si sta scopando anche Roberta la figlia di Valeria e sembra che tra poco nascerà un figlio; chi sarà il padre?

E’ arrivata la primavera e mi sento euforica. Ho pensato di andare da Valeria che mi godere sempre tanto. Il suo sesso per me è diventato una droga; non ne so fare proprio ameno. Voglio presentarmi un po’ diversa con abiti più attuali ma non voglio spendere molto. Convengo che se spendo cifre alte ho degli abiti veramente belli che rendono molto sensuale tanto da far voltare chiunque passi per la strada ma non saprei giustificare la spesa con mio marito che da qualche mese mi ha detto che vuole risparmiare per fare delle vacanze più lunghe.
Oggi è giorno di mercato in piazza e fare shopping a basso costo è un qualcosa a cui non so fare a meno. Alcuni dicono che è un passatempo e che ha la stessa funzione di certe droghe che creano dipendenza. A vedere la quantità di persone che fanno questo tipo di shopping c’è da dire che i drogati sono veramente tanti!
In effetti si acquistano oggetti per il solo gusto di spendere perché non c’è una vera necessità degli oggetti acquistati.
In una bancarella di abiti vedo una gonnellina tipo pareo in lycra di colore bianco che attira la mia curiosità e la spesa sarebbe anche piccola: solo 6,90 Euro. La provo su di me vaneggiandomi, la prendo e pago senza discutere il prezzo. Nella zona del mercato riservata agli ambulanti che espongono scarpe, vedo esposti degli zoccoli di legno di colori assortiti con sottili fascette multicolori a tacco alto. Mi trattengo un po’ provandone molti; alla fine ho deciso di fare l’acquisto prendendone un paio che costa solo 9,50 Euro.
Fare shopping è divertente ed a volte perfino eccitante. Tante volte sono tornata casa pensando a qualche ragazzo ambulante immaginando il suo sesso. Che cosa ho fatto? Mi sono sgrillettata furiosamente fino a venire.
Quando vado al mercato trovo sempre ressa e intorno ai banchi c’è sempre qualcuno che ne approfitta per allungare una mano e toccarmi il culo. Se penso che questi gesti sono innocui e che mi fanno arrapare li metto al confronto dall’essere derubata del portafoglio da uno dei numerosi borseggiatori che circolano.
Ormai ho fatto l’abitudine ai palpeggiamenti, reagisco all’offensiva di chi insiste nel toccarmi il culo solo nel caso in cui la palpata si fa troppo insistente superando i limiti della decenza. Molte volte, voltandomi, trovo dietro di me solo donne e ciò non mi dispiace: non mi resta che credere che il mio culetto sia particolarmente gradito a molte di loro.
Per me è diventata una abitudine essere palpata e poiché ho tendenze chiare ad essere anche lesbica il sentire le mani di una dona sui glutei è veramente gradevole e sono cosciente di avere regalato istanti di piacere furtivo a chi ha compiuto il gesto.
Il tipo di palpeggiamento che prediligo è quello con la mano morta, è un tipo di palpata docile, gentile, sensuale. Detesto invece chi volgarmente mi pizzica il culo o tenta d’inserirmi un dito tra le natiche.
Girovagando da una bancarella all’altra, ho acquistato tante cose: due t-shirt, un abito a mezza manica in piqué elasticizzato, per quando andrò in spiaggia, un copricostume, un telo mare turchese con stampe a zebra, un bikini a righe colori grigio perla e bianco ed anche una borsa rigida da mare di plastica trasparente. Ho pensato anche a Valeria e le ho fatto un pensierino.
Ripongo gli oggetti che ho acquistato nelle borse ai lati del carrellino porta spesa e lascio la zona del mercato.
Mancano pochi minuti a mezzogiorno quando vado all’incontro con la mia amica del cuore.
Valeria, vedendomi arrivare, si solleva dalla poltroncina in vimini dove era seduta e mi viene incontro. Ci scambiamo un duplice bacio sulle guance e prendiamo posto al tavolo della caffetteria al riparo dal sole, sotto un enorme ombrellone di colore beige gustandoci il passeggio della gente che passa davanti a noi.
“Come va?” mi chiede Valeria.
“Bene. e tu?”
“Anch’io”
“Ti sei fatta un maschio?”
“Si, mia cara. Si chiama Luca. Ora è a Cagliari. Torna martedì o mercoledì, spero. Lui si occupa di contatti con i politici regionali”
Vorrei chiederle di più su Luca ma non mi sembra il momento e cambio argomento.
“Ti ho preso un regalo. E’ solo un piccolo pensiero e spero che ti piaccia. L’ho visto in una bancarella del mercato, mi è piaciuto e l’ho comprato”
“Ora mi incuriosisce sapere cos’è. Posso sapere almeno cosa hai preso?”
“Prova a indovinarlo!”
“Dai, Adriana non fare la sciocchina. Dimmelo. Non tenermi in ansia”
Valeria è magnifica quando sorride; le sue labbra carnose si schiudono e accenna a mordersi il labbro inferiore. E’ impaziente di sapere cosa le ho comperato e batte nervosamente le dita sul bracciolo della poltroncina aspettando che le consegni il regalo.
Indossa una camicetta bianca, ampiamente scollata e un paio di jeans che per la delicatezza della fattura e i modi eleganti della sua persona le donano un aspetto raffinato e nel contempo sbarazzino come sempre ha avuto. I lunghi capelli castano scuri, raccolti dietro la nuca, a coda di cavallo la fanno apparire più giovane di quanto non sia, eppure siamo coetanee.
Le suggerisco “Potrebbe essere un copricostume, un bikini a perizoma, una t-shirt o una maglietta a vogatore di quelle a spalla stretta. Tu cosa pensi che sia? E’ un qualcosa di personale”
“Dai, non farmi stare male, dimmelo!”
Valeria afferra il bicchiere e sorseggia l’aperitivo.
Con lo sguardo che sempre mi ha affascinato e poi sedotto, seguo le sue labbra che si aprono al passaggio del liquido e se non fossimo in un luogo pubblico mi verrebbe da infilarle la punta della mia lingua nella sua bocca. E’ solo una voglia matta, una allucinazione.
Prendo il pacchetto dal carrellino e dico “Tieni è per te” e le porgo l’involucro.
“Che faccio. L’apro ora?” sussurra Valeria tenendo il regalo fra le dita.
“Beh! Se ti va che gli altri lo vedano”
– Ah! Quindi è qualcosa di cui debba vergognarmi?”
“Ma no, stupidina!”
Con tono deciso Valeria dice “Beh! Allora lo apro” ed estrae dal pacchetto l’involucro in plastica che contiene un bikini in tinta unita con reggiseno con le coppe triangolari.
“Caspita! E’ un bellissimo coordinato bianco! Giusto quello di cui avevo bisogno. Sai ci stavo pensando ed ero incerta se acquistarlo o no. Mi serve anche in casa. Non credi?”
“Dici? Vuoi sedurre qualcuno o qualcuna?” replico scherzosamente in tono malizioso.
“Sì, hai detto bene. Proprio così. Voglio sedurre Luca ed anche te quando verrai a farti vedere nuda per quei lavoretti che abbiamo già fatto. Pensa poi anche a Roberta. A lei un regalo simile piacerebbe tanto. Chissà se il suo ragazzo ti appezzerebbe se ne indossassi uno uguale?”
“Davvero! Ne sono felice. E’ una piccola cosa, lo so. Indossato su una pelle olivastra come la tua il bianco è il colore che più fa risaltare l’abbronzatura e la bellezza delle tue forme” rispondo senza dare seguito alla provocazione fatta che so porterebbe a fare sesso a casa sua nel giro di pochi minuti.
Valeria afferra il reggiseno, ne valuta la consistenza e le dimensioni e fa lo stesso con lo slip
“Ho preso la taglia pensando a me. Sono andata un po’ a naso ma la posso cambiare”
Questa taglia mi sembra piccola. Non credo proprio che contengano le mie tette”
“Ma no, dai. Fai vedere” chiedo a Valeria prendendole dalle mani i capi per valutarli.
“Eppure l’etichetta è chiara”
Ma Valeria insiste “Ti sbagli. Scusa se insisto, ma il reggiseno è di una misura più piccola di quella che solitamente uso io. Lo saprò bene, non credi?”
Ora voglio provocarla “Beh! Per giudicarlo dovrei vedertelo addosso”
Lei immediatamente “Lo indosserò appena sarò a casa, poi te lo farò sapere”
“Beh! Potresti indossarli ora. Così se non è della tua misura posso andare a cambiarlo subito”
“Nooo! Mi piacerebbe, ma come faccio? Non devo dare spettacolo! A casa è un’altra cosa. Tu mi conosci abbiamo confidenza e sai com’è il mio corpo”
“… e se andassimo a casa mia e te lo provi? Poi ti accompagno a casa tua se non vuoi rimanere a pranzo. Oggi, come al solito, sono sola fino alle 17. Che ne dici?”
“Mi sa che è una buona idea” mi fa Valeria guardandomi e sorridendo con molta malizia propria della sua femminilità. Andiamo via dal bar tenendoci per mano, sorridendo e chiacchierando su fesserie, giusto quelle di due donne che stanno entrando in calore e che servono solo a farle stare bene.
Io mi sento sempre dannatamente attratta da Valeria e dal suo corpo ed anche ora che a passi svelti andiamo verso casa mia non mi sento turbata dall’intimità che c’è fra di noi e cerco di reprimere la forte attrazione che provo verso lei.
Entrate in casa andiamo verso il bagno. Varco la porta  e lei mi segue appresso. Ci ritroviamo in uno spazio esiguo; uno specchio a muro dietro due lavandini sono su una parete e sul lato opposto ci sono il water ed il bidet.
Esco dal bagno dicendo “Ti aspetto mentre provi il costume”
Ma lei prontamente “Ma noo! Dai stiamo insieme. Non mi dire che ti vergogni? Così mi dai un consiglio”
Non so cosa rispondere. Sono succube del suo fascino e della sua femminilità prorompente
Cosa altro potrei risponderle? Vorrei dirle che non vedo l’ora di essere chiusa in quello spazio ristretto insieme a lei e godere della sua intimità.
“Su dai non fare storie, stai con me”
Resto anch’io nel bagno. Lo spazio è esiguo ma sufficiente da permetterci di muoverci con una certa disinvoltura.
“Ti spiace tenere il bikini mentre mi spoglio?” mi fa Valeria
“No, fai pure!”
Mi consegna il costume per liberarsi dei jeans.
“Provi anche gli slip?”
“Sì certo! Dato che ci sono provo anche quelli così mi dici se sono figa abbastanza”
Una volta sfilati i pantaloni toglie la canottiera bianca e posso ammirare l’intimo di pizzo bianco che indossa che è carino davvero, il reggiseno a balconcino le sostiene i seni spingendoli verso l’alto e mandando in avanti capezzoli facendo credere che sotto la canottiera non ci sia alcun sostegno.
Valeria mi chiede “Ti spiace sganciarmi il reggiseno?” e prima che possa risponderle si è voltata con la schiena in attesa che esegua l’operazione.
Stacco il gancio e lascio che il reggiseno scivoli in avanti. Valeria lo toglie e lo appende ad un gancio fissato nel muro che sosteneva solitamente un accappatoio, poi si gira verso di me.
Il sorriso malizioso che traspare dalle sue labbra è incantevole come lo sono i suoi seni. Rimango lì a guardare le forme rotonde e resto stupita nel vedere che i capezzoli sufficientemente prominenti sono turgidi.
“Beh! Sei sorpresa?”
“Cosa?” rispondo, stupita.
“Allora! Pensi ancora che la misura sia giusta?”
“Beh, no… forse hai ragione tu, ma…” balbetto. Ogni volta vederla mi causa un moto di sorpresa e meraviglia che mi incanta. Le sue mammelle sono tonde e sufficientemente sostenute; io sono come lei ma forse per le mie gravidanze sono leggermente pendule.
Le porgo la parte superiore del costume e lei lo indossa. “Che ne dici? Ti sembra una terza, questa?
I lembi a forma di triangolo coprono a stento i capezzoli, segno evidente che per un bikini da esibire in spiaggia è necessaria più di una taglia in più.
“In effetti, ti sta un poco stretto, lo ammetto”
Nonostante la mia frase Valeria sfila il perizoma di pizzo e indossa quelle del bikini. abbasso la testa e constato che ha la passerina ben curata con uno striminzito e rado ciuffo di peli nella parte superiore del monte di venere che spunta un po’ dal perizoma.
Sono eccitatissima e mi sento colare tra le gambe. Sembro una ragazzina quando lei espone il suo corpo a me.
“Ti sta veramente bene” riesco a dire con un fil di voce che riesco a buttare fuori tanto sono eccitata.
“Ti piaccio così?”
“Beh! Sì… Certo che sì!”
“Senti come il tessuto stringe le tette. Ho ragione quando dico che il reggiseno una taglia in meno rispetto a quella giusta? Mi dice mentre mi prende la mano e l’infila sotto la stoffa del costume a contatto di un capezzolo di cui percepisco l’inturgidimento. Il mio cuore ha un repentino aumento delle pulsazioni inconsuete per me. Il fare sesso con Valeria mi porta sempre questi effetti; mi sciolgo davanti a lei nuda e lei che mi seduce come se fossi un’ingenua.
“Che te ne pare?”
“Dico che… hai due tette magnifiche” pronuncio la frase come se volessi liberarmi di un grosso peso.
“Ti piacciono sempre?”
“Sì, certo. Tu sei bellissima”
Non attendo la sua risposta, mi faccio audace e avvicino le mie labbra alle sue. Le sfioro delicatamente, senza premere su di esse. Lei non si ritrae e lascia che la baci senza ricambiare il mio gesto. Oggi il suo atteggiamento è passivo ed ho l’impressione di avere commesso qualche gaffe rovinando così la nostra amicizia. Sollevo le mani, le appoggio al suo viso e le mie labbra sono sulle sue; solo allora sento aprirsi le sue e contraccambiare i miei baci. Le sue labbra hanno un buon sapore, sono morbide e delicate. Sospingo Valeria contro una parete vicina e proseguiamo a scambiarci dei baci. Lei, che soltanto pochi istanti prima era un po’ fredda, ora mi infila decisa le dita fra i capelli attirandomi con forza a sé. Entro nella sua bocca con la lingua, frugo dentro di lei e la sento sempre più fremere di piacere. Le lingue s’intrecciano l’una sull’altra dando ad entrambe attimi di intenso piacere.
Baciare Valeria è molto più gradevole di quanto lo sia mio marito; i baci hanno un gusto particolare che li rende più eccitanti.
Ora sì che la mia figa è fradicia di umori che sento colare fra le cosce. Proseguo nella mia azione incollando le labbra sul suo collo riempiendolo di baci.
Lei cerca di sottrarsi alla mia azione, ma tengo pressata la sua schiena contro la parete. Tutte le altre volte io sono stata la passiva ed ho subito la sua azione; ora ho preso l’iniziativa e la voglio solo per me.
Tra i polpastrelli afferro la punta di uno dei suoi capezzoli e lo spremo, delicatamente, senza farle troppo male. Le tette floride e svettanti, che ho ammirato nel momento in cui si era liberata del reggiseno, li ho finalmente nelle mie mani: sono sempre sode più delle mie. Chino il capo e le labbra sono su di loro.
Infilo la mano sotto l’elastico del perizoma del costume e con le dita raggiungo la sua figa entrando subito dentro; in quell’istante ha un sussulto di piacere. La figa è zuppa di umori come la mia.
La mia lingua è sempre nella sua bocca a godermela e contemporaneamente la masturbo con il dito che tengo dentro la fessura. Il suo respiro si fa affannoso, ansima di piacere lasciandosi sfuggire qualche breve monosillabo dalle labbra.
Tengo la mano appoggiata sul suo monte di venere e con le dita strofino titillo il clitoride; è turgido e ben sporgente.
Ora finalmente ci abbandoniamo a soddisfare i piaceri del sesso.
Sento che in questo momento potrei farle fare tutto ciò che voglio.
Le mordo il collo dietro la nuca e sento le sue gambe flettersi. S’inarca all’indietro con la schiena e pronuncia le prime parole da quando abbiamo iniziato a fare sesso.
“Mi fai morire! Basta ti prego! Smettila!” sussurra, mentre imperterrita proseguo a morderle il collo.
“Ti prego. ti prego!”
La supplica ha il tono di una preghiera continuare il piacere che le sto facendo avere e mi eccita ancora di più.
Tocco l’estremità del clitoride e agito il minuscolo cappuccio che lo avvolge, proseguo nella mia opera nonostante la mia amica tenti di allontanare la mia mano dalla sua tana.
“No… no… lasciami! Ti prego!”
Valeria mugola di piacere e il suo corpo è percorso da un’infinità di brividi: il suo orgasmo è imminente.
“Godo!… Godoo!… Godooo!” Urla ad alta voce accasciandosi sul pavimento del bagno.
Ma non è finita lì. Lei è arrapatissima e ha ancora energie per un lungo orgasmo.
La invito ad andare sul letto matrimoniale dove ho fatto tante battaglie con mio marito e concepito miei figli.
Aiuto Valeria a sollevarsi e continuo la mia zione di baci incessantemente.
Ci stendiamo sul letto senza dirci niente ma ben consce che lesbicheremo a lungo.
“Ooooh….siiiii…..dai…leccami…leccami…siiiii….godo….godooooo!!!”
Ora è Valeria a prendere l’iniziativa. Mi vuole godere e per farlo con la lingua mi tormenta il clitoride, gonfio di desiderio, mentre le sue dita, lunghe e affusolate, masturbano la mia figa piena di umori.
Sdraiata sul letto a cosce spalancate, con le dita che mi martoriano i capezzoli induriti, godo come una porca le delizie dell’amore lesbico con la mia migliore amica,
Continuiamo a toccarci sempre più intimamente unendo le nostre bocche in baci dolci e sensuali.
La mia lingua mulina all’interno della sua bocca con lei che risponde bacio su bacio.
Valeria è esperta e non essendo una ragazzina sa il fatto suo. L’avevamo fatto tante volte anche con la figlia Roberta.
 “Mmmmmh Adriana sei dolcissima!!” mi dice in un momento di tregua.
“Anche tu amore!”
 “Aaaah…..siiii……..siiiii!” il suo corpo freme di desiderio.
Continuo a baciarla entrando con le dita sempre di più nella sua intimità con una mano, con l’altra le accarezzo il monte di venere mentre lei apre le gambe in un silenzioso e dolce invito a continuare.
Ovviamente non mi faccio pregare ed affondo la lingua tra le grandi labbra completamente fradice.
Quando le prendo tra le labbra il clitoride, gonfio di voglia, ha un fremito come fosse stata colpita da una scarica elettrica ed esplode nel suo orgasmo
“Siiiii….godo…..godoooo…….aaaah!!”
Stringeva ed allargava le gambe, inarcando la schiena, spingendo la figa verso la mia bocca.
La lascio calmare poi riprendo a leccarla, suggendo tutto il nettare che esce da quella bella figa.
Poi vuole ricambiare ed è una cosa sublime.
Inutile dire che è stata una giornata splendida giornata di sole e di sesso.
Ora attendo la replica di questa giornata.
Non ho chiesto di Roberta, del suo maschietto Sergio e del nuovo compagno Luca. Ora mi interessa solo godere con Valeria

Non era facile per Adriana resistere alla tentazione di vedere Valeria e fare sesso con lei. La chiamò al telefono e si accordarono per trovarsi il giovedì mattina a casa di Valeria, avrebbero pranzato da lei per poi passare lì il resto della giornata. Valeria abita in collina in una casa con giardino è circondato da un’alta siepe in cui ha installato una piscina. In casa prima di uscire all’aperto c’è una vasca idromassaggio in cui ci si può stare dentro in due comodamente.
Adriana la mattina cominciò a prepararsi: doccia, una leggera stiratina ai suoi capelli neri, una leggera linea di matita agli occhi, intimo e un miniabito nero, sandali con lacci fino al polpaccio che facevano così risaltare le sue gambe ben fatte ed asciutte. Nella grande borsa dai colori primaverili mise il costume visto che le previsioni meteo erano ottime e la piscina poteva diventare invitante e salutare passatempo. Adriana arrivò dalla sua amica a metà mattina, Valeria la aspettava vicino all’ingresso e si salutarono con il classico bacio sulle guance facendosi i complimenti per l’abito di Adriana; lei era splendida indossando degli short in jeans che faceva risaltare le sue natiche ed il reggiseno del costume. Nei giorni precedenti aveva già preso il sole di aprile che rendeva la pelle leggermente abbronzata e lucida rendendola va molto attraente agli occhi. Da buona amica e da padrona di casa Valeria offrì il caffè con dei biscottini all’amica.
Adriana mangiava con gli occhi la sua amica, che per rendere la cosa più eccitante faceva l’indifferente per farsi desiderare.
I loro discorsi, durante il caffè, andarono sui loro ricordi di scuola o di come erano andate le cose in seguito e proseguirono preparando anche l’idromassaggio e i lettini per prendere il sole, ma nessun argomento che riguardasse il sesso.
“Ora è tutto a posto, l’idromassaggio è pronto. Entriamo!” disse Valeria togliendosi i pantaloncini subito imitata da Adriana che spostò le spalline dell’abito facendolo scivolare a terra per poi levarsi i sandali piegandosi in avanti mettendo appositamente in mostra il suo culo ben tornito su cui spiccava il sottilissimo filo del perizoma. La mossa era fatta apposta per attirare l’attenzione dell’amica che continuava a spogliarsi come se nulla fosse.
” Nell’idro si entra nudi, senza costume, così che i sali che ho versato nell’acqua facciano il loro dovere su tutto il corpo”
Questa frase fece nascere un po’ di eccitazione e speranza che Valeria la guardasse. Il gioco di Valeria era spietato; si eccitava nel vedere che Adriana cercava di mettere in mostra il suo corpo per farsi desiderare da lei consapevole che questo gioco avrebbe portato la sua amica ad aumentare il desiderio.
Entrate nella vasca una di fronte all’altra, Adriana riprese a parlare ma Valeria ascoltava distrattamente, chiuse gli occhi e si gustò la bellezza del massaggio dell’acqua con il pensiero che la sua amica era diventata che la sua preda. Adriana era agitata come se stesse friggendo lentamente e si rodeva perché non era quello che si aspettava. La voglia cresceva sempre di più ed allora decise di godersi anche lei la situazione.
Il sole le riscaldava il viso e i getti la massaggiavano. Con la musica in sottofondo si lasciava cullare e così perse la cognizione del tempo venendo riportata alla realtà dall’amica che, sadicamente, disse” Basta! Ora usciamo e tuffiamoci in piscina!”
Valeria con un salto uscì dalla vasca e si gettò direttamente in piscina
”Forza! E’ fantastico, dopo il caldo del massaggio, il fresco di quest’acqua è quello che ci vuole“ disse indirizzandosi ad Adriana restando con il busto fuori dall’acqua, mostrando i capezzoli inturgiditi per la differenza di temperatura. Questo aspetto non passò inosservato ad Adriana che sentì aumentare ancora la voglia di essere amata dalla sua amica. Nell’uscire dalla vasca i capezzoli si inturgidirono e si drizzarono, ciò attirò lo sguardo immediato di Valeria che stava piano piano avvolgendo nella tela della seduzione senza via di scampo la sua amica.
Adriana si tuffo anche lei, riemergendo poco distante dalla sua cacciatrice che si allontanò verso il bordo piscina, uscendone per dirigersi verso i lettini, dove prese un olio idratante che distribuì in modo molto sensuale sul suo corpo lasciando la pelle lucida e leggermente profumata.
Valeria uscì dall’acqua dirigendosi verso l’amica “Vieni, te la metto io. Resta in piedi qui accanto a me” disse con voce sensuale guardandole il corpo.
Le spalmò con sapienti e leggeri massaggi l’olio che fece risaltare la pelle imperlata dalle gocce d’acqua facendo ben attenzione ad esercitare le giuste pressioni sulle tette, nell’interno coscia, sulle natiche ed anche sulla figa.
Questi movimenti molto simili ai massaggi fecero bagnare maggiormente Adriana la quale pensò che il momento atteso da giorni stesse per arrivare. Valeria invece voleva lasciarla arrapare ancora un po’nascondendo a fatica il piacere che aveva nel massaggiarla, nel toccare la figa ed i capezzoli di colei che vedeva sciogliersi piano piano tra le sue mani.
Adriana si distese sul lettino allargando bene le gambe in modo che il sole potesse illuminarle bene anche la figa che appariva bella ed invitante oltre che grande restando immobile ed eccitata per il massaggio. Lo spettacolo offerto dal corpo lucido era dei più eccitanti. Era però disperata perché le sarebbe piaciuto da matti che continuasse quel massaggio. Dette un’occhiata alla fica lucida della sua spietata amica e si sdraiò stancamente turbata con fare lussurioso. Il turbamento la scuoteva dal centro del suo sesso. Non era suo uso essere nuda sotto il sole; ci aveva pensato tante volte e si era immaginata in quella situazione ma la realtà ora era diversa; era la prima volta che prendeva il sole nuda. L’aria sulla figa la faceva bagnare ancora di più, cominciò a stuzzicare capezzoli con due dita, pizzicandoli e disegnando dei cerchietti, ansimando leggermente.
Si voltò per trovare approvazione in Valeria ma la trovò impassibile mentre continuava il movimento umettandosi le dita per bagnare i capezzoli. Con l’altra mano scese verso il pube, allargò le grandi labbra così l’aria entro fresca dentro la sua intimità e far colare un po’ dei suoi umori fuori dalla vagina facendo luccicare le sue grandi labbra.
Si ritrovò a stuzzicare il clitoride durissimo perdendo ancor più il controllo di se.
Piegò sollevando il ginocchio la gamba e passò l’altra mano sotto in modo da poter infilare due dita in quel lago di piacere.
I sensi di Adriana erano ormai nel mare del piacere senza ritorno.
Mugolava e gemeva.
In quel meraviglioso momento non si accorse che Valeria si era seduta ad osservarla compiaciuta, era infatti lì che la sua amica voleva portarla.
Adriana continuò a sditalinarsi inserendo un terzo dito, titillando, agitando e pizzicando il clitoride gonfio e lucidissimo.
Perduta in quel vortice sempre più rapido di sensi in cui si trovava, tolse le dita dalla figa portandole alla bocca per assaporarsi per poi ritornare là dove la voglia irrefrenabile chiamava. Voleva aumentare il piacere senza venire quindi non voleva perdere il ritmo. Aprì gli occhi e trovò Valeria che si era messa a cavallo del lettino proprio sopra al suo viso, con le grandi labbra aperte ed un dito che entrava ed usciva dalla micetta lasciando cadere goccioline del succo sul viso con la speranza che finissero sulla lingua della sua amante.
A Valeria, inebriata da tale vista, le s’illuminarono gli occhi ed il cuore batté più forte nel petto “Era così che volevo vederti: completamente rapita dai sensi, abbandonata nel piacere dell’istinto che ti ha portata a quello che stai facendo” disse Valeria, piegandosi sulle gambe per offrire il suo fiore alla bocca di Adriana.
Adriana andò immediatamente ad intingere la lingua nella figa che aveva davanti. Afferrò valeria per i fianchi per non farla allontanare e leccò per interminabili minuti quella sorgente di piacere in ogni suo anfratto. La sua leccata fu facilitata dall’amica che teneva aperte le grandi labbra con le dita, mentre con l’altra mano giocava con le sue mammelle portandole alla bocca per succhiarsi i capezzoli e titillarli con la lingua.
Adriana portò così Valeria a venire con una tale intensità che le fece cedere le gambe sdraiandosi sul corpo della sua amata amica e la bocca ad arrivare alla figa bagnatissima dandole un bacio. Rimase ansimante e nel mondo dei sogni senza forze per qualche minuto, poi ripresasi dall’orgasmo “Ora voglio occuparmi di lei, della tua figa” disse con tono deciso, risalendo il corpo dell’amata coprendolo di baci soffermandosi in particolare sul seno e sui capezzoli.
Valeria si inginocchiò davanti alle gambe di Adriana che vennero afferrate dalle mani e tuffò la testa in mezzo per giocare con le labbra e la lingua con abilità in modo che ad ogni tocco corrispondesse un mugolio. Non voleva ancora portarla all’orgasmo; la voleva più carica, voleva portarla alla soglia dello svenimento. Valeria era come un ragno non che aveva ancora finito di avvolgere la sua preda. Pertanto rallentava o si fermava non appena avvertiva un maggior irrigidimento, tanto che Adriana disse sussurrando ”sei una stronza… mmmhh… mangiami…sono il tuo frutto..mmhhh…fammi arrivare alle stelle..voglio venire nella tua bocca”
Valeria portò le sue labbra a contatto con quelle di Adriana e la baciò. Le lingue s’intrecciarono per pochi secondi. Poi si mise in piedi, riprese l’olio intiepidito dal sole per versarlo sulle seno di Adriana che disse “ Sembra sborra, mmmm, calda. Che bello!” facendone uscire dal flacone la dose necessaria per tutto il corpo. Lo spalmare quell’olio con un massaggio di cui Valeria era abile, fece cadere Adriana in uno stato di rilassamento che raggiunse il culmine quando Valeria praticò ampi massaggi con tutto il suo corpo appoggiato a quello dell’amica.
Terminato il massaggio si sedette ammirando il corpo lucidissimo della sua preda che continuava ad emettere sospiri e mugolii con gli occhi sognanti. Era quello il segnale che lei attendeva.
Infilò due dita nella fica bagnatissima di Adriana esplorando tutta la cavità fino all’ingresso dell’utero con un movimento rotatorio che fece inarcare la schiena a Adriana che offrì così il suo sesso ad una migliore penetrazione. Le dita divennero subito dopo tre ed entrarono senza il minimo sforzo.
Valeria le ritrasse immediatamente, causando un “ mmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhh” ad alta tonalità.
Adriana era sempre più pronta. Valeria chiuse la mano a cucchiaio, la puntò all’ingresso della fica e con un movimento lento, deciso e continuo la penetrò senza causare dolore, merito dell’olio e degli umori che fuoriuscivano copiosi.
I sospiri e mugolii aumentarono di tono e lunghezza, gli occhi sempre più all’indietro erano il risultato del movimento del polso e delle due dita che solleticavano il clitoride: erano movimenti sapienti, irregolari ma decisi, accompagnati dal movimento del bacino. Il piacere aumentava e Adriana era avvolta da sensi di piacere assoluto.
Valeria non disse una parola temendo di interrompere la magia perciò continuava il suo movimento concentrata a cogliere il minimo accenno di orgasmo di dell’amica. Anche in lei erano vivissime le sensazioni di piacere. Nel proseguire l’azione la rese più regolare, tanto che Adriana si inarcò di nuovo irrigidendo i muscoli, segno che l’orgasmo stava montando, allora il ritmo divenne più veloce.
Adriana venne urlando parole sconnesse, facendo fatica a respirare; aveva un orgasmo di un’intensità tale che tutto il suo corpo era scosso da brividi che la facevano tremare violentemente accompagnando i suoi movimenti sconnessi anche da urla di piacere. L’orgasmo fece schizzare liquidi sul braccio di Valeria che continuava a scoparla con la mano desiderando ed intuendo che quello non fosse un orgasmo esaustivo; ne intuiva l’arrivo di un secondo e ancor più devastante che infatti esplose pochi secondi dopo con uno scatto sulla schiena ed un urlo tremante da parte della sua amica.
Adriana cadde sul lettino tremando sudata, sovrastata dal piacere immane che le stava facendo girare la testa, con gli occhi chiusi, respiri e sospiri interminabili ed incapace di qualsiasi movimento.
Valeria approfittò della notevole lubrificazione per togliere la mano, andando a leccare e succhiare il nettare che le veniva offerto. Succhiava ogni rivolo, la lingua inseguiva ogni goccia, prolungando il piacere dell’amica ed allo stesso tempo permetteva ai muscoli vaginali di rilassarsi. Continuo così per tanti interminabili minuti in cui Adriana, sempre assente, continuava a mugolare per il piacere che la pervadeva fin midollo e le stravolgeva la mente.
Valeria si sdraiò su di lei appoggiando la testa sul seno per ascoltare i battiti che cuore impazzito sussurrandole parole dolci e baciandole il collo. Restarono così abbracciate per tanto tempo in cui Adriana si riprese.
Guardò poi l’orologio e si rese conto di ciò che le era successo: erano solo le 12.30 di una giornata che era solo all’inizio.
Ad Adriana pareva trascorsa una vita, tante erano le sensazioni ed emozioni passate nel cuore e nella testa, di cui l’ultima era causata dall’abbraccio della sua amica che ascoltava i battiti del cuore; si sentiva fortemente attratta da lei e non solo fisicamente.
“Non ho mai goduto così tanto ed intensamente. Sei una maestra in queste cose! Non ero mai arrivata a perdere i sensi. Per quanto tempo sono rimasta svenuta?“
Valeria non riusciva a staccare l’orecchio dal petto, era affascinata dal battito che si era normalizzato. Le sensazioni forti avute le avevano fatto scendere alcune lacrime. Adriana avverti le gocce che caddero sul seno e spostando la testa vide il viso rigato dell’amica. Avvicinò le labbra a quelle di Valeria e le asciugò le lacrime dandole dei piccoli baci. Questo gesto rilassò il volto di Valeria che replicò con un sorriso fissando i suoi occhi intensamente trasmettendo il sentimento che provava.
Le bocche si unirono in un bacio carico di amore, sospirarono senza mai staccarsi, le menti erano completamente vuote, il cuore prese il sopravvento ed il fuoco della passione avvolgeva le due femmine.
“Ti voglio bene Adriana” furono le parole di Valeria “Molto bene”.
Il tono non lasciava dubbi. Si baciarono di nuovo guardandosi negli occhi per carpire le emozioni che provavano, emozioni che sfociarono in una risata rilassante.
Adriana fece sollevare in piedi la sua amante che si alzò e restò in un equilibrio instabile. Presala per mano corsero a tuffarsi in piscina. Lì si baciarono sott’acqua abbracciandosi, poi riemergendo cominciarono un gioco fatto di schizzi d’acqua, rincorrendosi nuotando e quando la seconda raggiungeva l’altra le dava uno schiaffetto sul culo o sulla figa. Valeria fece si mise sul dorso esponendo le tette e la figa. Adriana disse ridendo” Ora facciamo una bella respirazione artificiale alla paziente” e si immerse per tornare a galla con il viso giusto tra le gambe, dando un bacio e leccando quella splendida fighetta morbida e liscia di Valeria ottenendo l’effetto di farla sussultare e chiudere le gambe intorno al suo collo dicendo “ Ancora! Ti voglio, dammene ancora!“
Adriana la accontentò ma chiese di spostarsi sedute a bordo piscina per rinfrescarsi mettendo i piedi a bagno ma arrivata lì lei entrò totalmente in acqua, nel punto dove poteva stare in piedi, mentre Valeria restò seduta.
Valeria si sedette al bordo piscina e legò le gambe sulle spalle dell’amica che riprese il gioco, leccando e succhiando il bottoncino già duro, passando la lingua tra la vulva ed la rosellina posteriore dando così l’effetto contrastante del caldo-freddo della lingua e dell’acqua che la portò in pochissimi minuti all’orgasmo.
A Valeria quell’orgasmo non era sufficiente. Ripresasi dall’orgasmo, prese per mano la sua bella e la fece sdraiare sull’erba del prato del giardino, si sdraiò fronte a lei incrociando le gambe in modo da mettere a contatto le due fighe per muovere il suo bacino contro quello l’altro che all’unisono sfregava per ottenere la miglior eccitazione.
 Vennero contemporaneamente miscelando i loro succhi che leccarono avidamente subito dopo con un fantastico sessantanove, accompagnato da una masturbazione anale; un dito che entrava ed usciva contemporaneamente a entrambe.
Adriana fu la prima a inserire il secondo dito, subito imitata dall’altra. Si leccavano le fighe di nuovo ben bagnate e si penetravano in sincronia quasi perfetta raggiungendo una eccitazione ed un piacere molto molto alto tanto da sembrare in preda ad una sorta di follia.
Si ritrovarono a guardarsi reciprocamente lo sfintere concentrandosi sulla penetrazione anale arrivata a quattro dita. La vista di quel buco così dilatato le portava ad aumentare il ritmo incitandosi vicendevolmente a chiavarsi ancor di più.
Venne prima Valeria che urlò il suo godimento nella figa di Adriana che, rallentando il ritmo e riducendo le dita, ripuliva dal succo la figa andando anche a lambire l’ano arrossato mentre fremeva sulle ginocchia sotto i colpi che riceveva.
Arrivò poco dopo il suo turno, ma ormai spossata oltre al liquido del piacere non riuscì a trattenere un getto d’urina che arrivò in pieno nella bocca dell’amica amatissima, ma la reazione di Valeria in preda alla foia fu ” mmmmm!!! porcona dai lasciati andare! Falla! Bagnami con la tua piscia calda” facendo posizionare Adriana in ginocchio sopra le tette. Adriana allargò le grandi labbra per meglio dirigere il getto che partendo dal collo cadeva sulle tette e proseguiva scorrendo sulla pancia allagando l’ombelico dove si perdeva in rivoli che scendevano sui fianchi; uno di questi passo sull’inguine sfiorando le grandi labbra e proseguiva insinuandosi proprio in mezzo alle natiche bagnando l’ano gonfio ed a arrossato aumentandone il piacevole bruciore che condito dalla lussuria che provava la fecero tremare e gemere.
Adriana carezzò il corpo di Valeria sfiorandolo con il suo facendola di nuovo rabbrividire. Si rotolarono baciandosi nell’erba accarezzandosi a vicenda le schiene e le gambe.
Adriana si aggrappò a Valeria bloccando l’amante sotto di lei che rapidamente la legò incrociando le gambe sopra alla schiena stringendola a se in modo che le due fiche fossero a contatto. Ora le due bocche erano a contatto. Potevano sentire i leggeri sospiri delle lor bocche e lo scambio di una nella bocca dell’altra.
Rialzandosi si complimentavano a vicenda. Si fecero la doccia lavandosi l’un l’altra non facendosi mancare baci su tutto il corpo e rispalmandosi l’olio. All’ora della merenda Valeria disse ”Il pranzo lo abbiamo saltato ma la merenda no. C’è macedonia con gelato, ti va tesoro mio?“
“Wow! Scommetto che il gelato è sia alle creme che alla frutta!” rispose Adriana conoscendo i gusti dell’amica.
Si prepararono due coppe di macedonia che ricoprirono abbondantemente di gelato. Uscendo dalla cucina per dirigersi sotto lo splendido parasole a forma di vela, dove c’erano un tavolino e quattro splendidi lettini anatomici in midollino foderati dai materassini, Valeria portò tutta la vaschetta del gelato consapevole che avrebbero fatto il bis. Si sdraiarono come le matrone romane sui due lettini vicini e di tanto in tanto si imboccavano ridendo, succhiando maliziosamente i cucchiaini oppure rincorrendoli con la bocca e baciandosi continuamente.
Decisero per il bis di gelato ma per pigrizia lo prelevavano direttamente dalla vaschetta messa in mezzo a loro e Valeria propose un gioco ”chissà che sapore ha questo gelato se lo metto sulle tue tette?”  e nel dirlo appoggiò un’abbondante cucchiaiata nel mezzo ottenendo l’immediato indurimento dei capezzoli per poi pulire con la lingua il solco.
Adriana rispose immediatamente ”Non avrà mai lo stesso sapore di questo!” pescando nella vaschetta con entrambe le mani appoggiando il contenuto direttamente sui capezzoli di Valeria che pulì rapidamente succhiando il tutto con le labbra. L’effetto freddo-caldo la fece infiammare subito “Ma così sarà ancora migliore!” e ne mise una buona quantità sulla figa di Valeria. Il risultato fu un miagolio da gatta in calore non appena avvertì l’effetto della variazione di temperatura.
Adriana allargò le labbra della figa di Valeria spalmando il gelato spingendolo anche all’interno con due dita un po’ facendola miagolare. Continuarono a distribuirsi i vari gusti sul corpo, infilandosi le dita in bocca e succhiandole avidamente e mettendone anche tra il solco delle natiche.
Il gelato si sciolse per la temperatura corporea tra ano e figa e colava lungo le cosce partendo dal seno e distribuendosi anche sulla pancia.
Terminato il gelato, ammirarono l’un l’atra il risultato ottenuto, eccitatissime si baciarono abbracciate, continuando il gioco in silenzio leccandosi vicendevolmente il corpo per pulirsi. Ne approfittarono per sgrillettarsi piacevolmente torturando i clitoridi impiastricciati, lappandoli fino all’ennesimo orgasmo ottenendo una miscela di sapori ed umori davvero unica.
Era tardo pomeriggio e la giornata volgeva al termine ma che poteva riservare ancora delle sorprese.
Dopo essersi date l’ennesimo piacere, Valeria invitò la sua amante a restare per la cena, fatto assolutamente imprevisto per Adriana, che doveva rientrare a casa dal marito, ma accettò di buon grado ”Ok va bene. Avviso Mario che non rientro stanotte. Gli dirò che dormo da te“
“Fai pure. Io intanto mi faccio una bella doccia, così dopo ti lavi con calma“ replicò Valeria.
Mi trattenni al telefono con mio marito per circa venti minuti. Avevo passato una giornata veramente particolare ma non raccontai nulla di ciò che era accaduto; non era il caso di di dire che ero bisessuale. Sentii la voce di Valeria salutarmi dicendo “Oh, ancora al telefono voi due? Non la faccio più tornare a casa, non te la restituisco più, voglio tenerla qui con me!“ con tono scherzoso rivolta a mio marito. Salutai il mia partner felicemente e lui mi rispose parole che esprimevano invidia.
Valeria mi accompagnò in bagno disse “Ti ho preparato la vasca con dei sali aromatici ed una schiuma cremosa, così mentre io preparo la cena ti riposi. Oggi abbiamo faticato tanto!“
Il bagno di Valeria è veramente fantastico. Lo ha rifatto nuovo: doccia multifunzione ad angolo con un piccolo armadio per accappatoi ed asciugamani, una vasca idromassaggio con due posti, un mobile con uno specchio illuminato con faretti in massello di legno e piano di marmo con un ampio lavabo.
Valeria accese il lettore CD con una musica d’atmosfera mentre Adriana si accomodava nella vasca, regolò il computer e le rubò un bacio “Ora lavati e rilassati. Io intanto mi faccio bella per te. Ci vediamo dopo” e chiuse la porta regolando l’intensità della luce per dare la giusta atmosfera al relax.
Immersa fino al collo in quell’angolo di paradiso, Adriana passò circa un’ora in assoluta tranquillità con la mente continuamente immersa in pensieri molto piacevoli.
In quel intervallo di tempo Valeria fece delle telefonate tra cui una alla figlia Roberta che si trovava a casa del suo maschio Guido che già più volte aveva chiavato Adriana con grande piacere di entrambe.
Da quel rilassamento la distrasse Valeria che entrò in bagno ancora in accappatoio “Esci o ti sciogli lì dentro. Vieni nella doccia che ti risciacquo”.
Adriana obbedendo uscì dalla vasca ed entrò chiudendosi nella doccia. La sua amica attivò i comandi alternando i getti freddi con altri caldi osservando, sorridendo, gli effetti sul corpo; sapeva bene che sensazioni producesse tale trattamento. Al termine le porse un accappatoio ed una crema per il corpo delicatamente mente profumata ”Quando hai finito, in camera mia trovi dei vestiti per te. Per la cena ti voglio elegante!“ ed uscì per andare a vestirsi.
Adriana si chiedeva che tipo di vestito le avesse preparato. Asciugandosi si ammirava nello specchio, soppesando il suo seno con entrambe le mani, accarezzandosi i fianchi e le gambe, spalmando la crema che lasciava la sua pelle davvero vellutata donandole una sensazione di fresco. Così constatò di essere effettivamente ancora una bella donna.
Andò in camera di Valeria e sul lettone trovò un bellissimo perizoma in pizzo nero, un abito nero anch’esso che allacciandosi dietro al collo le lasciava spalle e schiena scoperte mettendo in risalto il seno con un profondo spacco anteriore. L’abito era lungo giusto a metà coscia. I sandali che indossava la mattina completavano quel capolavoro sexy esaltando i suoi occhi che brillavano e si ammirò nell’enorme specchio che copriva la parete della stanza “sei proprio figa stasera“ disse mentre si dava un buffetto sulla natica.
Valeria, che era in cucina, sentì il rumore dei tacchi dei sandali nel corridoio ed invitò Adriana a recarsi in sala dove aveva preparato per la cena, nel locale la luce era fioca, trovò candele accese sul tavolo ed i lumini appoggiati a terra in vicinanza dei vetri scorrevoli aperti, che danno sul terrazzo da cui si gode un bel panorama e musica in sottofondo.
La tavola era apparecchiata finemente come nei ristoranti di classe, tre piccole rose gialle su ogni piatto davano il tocco finale.
Arrivò Valeria portando una bottiglia di vino bianco. Ad Adriana apparve una donna magnifica, era uno schianto!
Capelli raccolti a coda, abito bianco in seta e metallo con spalline finissime che si univano dietro spalle ad altri due lacci formando un piccolo fiocco tendendo il vestito per mettere in evidenza il seno e che lasciava la schiena scoperta fin poco sopra i glutei. La donna indossava delle scarpine elegantissime dal tacco vertiginoso completamente aperte.
Adriana rimase senza fiato a quella vista. Era evidente che la voleva sedurre ancora come se per tutta la giornata non lo avesse fatto.
Valeria versò il vino nei bicchieri e brindarono a loro due facendo una bella risata. Si sedettero a tavola e mangiarono della pasta con sugo di gamberetti e code di gambero con i quali giocarono maliziosamente imboccandosi, poi orata al cartoccio. La sete dopo una giornata di sole era notevole e quindi il vino scorreva. Per completare la cena fragole alla panna.
“Che serata fantastica che mi hai offerto, anzi tutta la giornata è stata perfetta” disse Adriana tenendo le mani di Valeria.
”Se la giornata che stiamo passando è deliziosa è merito anche tuo. Dai, torniamo fuori e beviamoci ancora qualcosa” ed andò in cucina mentre Adriana tornava sotto al gazebo dove accese delle torce.
Valeria pochi minuti dopo con passi sensuali ed andamento sculettante si accostò all’amica con una bottiglia di champagne fresco e due coppe “Tu mi vuoi vedere completamente sbronza. Già sono allegrotta, con questo mi stendi!”
La risposta fu “E chi ti dice che non sia ciò che voglio? “ mentre Valeria rideva stappò con un botto la bottiglia. Con il vino riempì le coppe e dette il via ad alcuni brindisi vuotando la bottiglia velocemente “Aspetta, ho ancora una bottiglia, torno subito!”
Adriana cominciava a sentire gli effetti dell’alcool e si sdraiò sul lettino spettatore delle battaglie sessuali durante le ore di sole.
Valeria s tornò con una bottiglia di spumante “Ce lo dobbiamo bere tutto?! “ disse sorridendo mostrandola. Subito dopo ha levato la gabbietta e fatto volare il tappo facendo uno scoppio il tappo. La sua amante avvicinò il calice e lo riempì per poi andare a sedersi accanto a lei per incrociare le braccia e bere una dal calice dell’altra.
“Ora però voglio fare una cosa“ disse prendendo la bottiglia per bere un sorso e subito dopo avvicinò la bocca a quella di Adriana che aprì le labbra per baciarsi con lo champagne; questo bacio combinato con l’alcool riscaldò velocemente le donne. Poiché i vestiti erano molto succinti in un attimo Valeria si spogliò invitando l’amica a fare lo stesso facendola inginocchiare davanti a lei versandosi il liquido nel solco delle tette facendolo arrivare fin giù alla figa dove Adriana leccava tutto risalendo fino ai capezzoli. Poi chiese di ricambiare la bevuta nello stesso modo.

Sdraiatesi una fianco all’altra sul lettino dettero inizio ad un ennesimo sapiente gioco di carezze e baci su tutto il corpo insistendo sul seno ed i capezzoli, con calore, passione ed eccitazione che andavano via via aumentando. Le dita di entrambe scesero sui rispettivi sessi bagnatissimi di umori per giocare con i clitoridi entrando in profondità nelle vagine con movimenti teneri e delicati per aumentarne la secrezione.
L’ambiente circostante seppur all’aperto era carico di passione e desiderio ma cominciava a farsi sentire la stanchezza per la giornata passata afre sesso in continuazione.

Nonostante tutto continuavano a sditalinarsi molto dolcemente incrociando le lingue o mordendosi i capezzoli per darsi i brividi e riaccendere le voglie.
“Vieni, entriamo e mettiamoci più comode! Voglio godermi il tuo corpo e regalarti il mio“ fu la frase di Valeria che fermò le loro azioni.
Andarono nella camera da letto dove c’è il letto matrimoniale a baldacchino che venne chiuso creando l’effetto alcova e Adriana si posizionò sopra Valeria mettendo il suo sesso a contatto con la coscia. Messe così sfregarono i sessi con un movimento languido del bacino accarezzandosi e baciandosi teneramente invertendo i posti e rotolando sul letto finendo col bagnarlo con un breve orgasmo di ognuna sulla gamba dell’altra.
Con uno splendido sessantanove ripulirono il tutto, ma stuzzicandosi ritornò la voglia di godere ancora una volta restando in quella posizione tenendo i clitoridi a contatto con le labbra, penetrandosi con le dita anche i culetti aspettando per venire contemporaneamente.
Dandosi un ultimo bacio Adriana appoggiò ormai esausta la testa sulla spalla di Valeria sussurrò “Sei fantastica! In una giornata mi hai fatto provare tante cose nuove che non avrei mai immaginato “
Ed ottenne in risposta ”E’ stato tutto bello perché ci sei tu. Sei una cerbiatta pazzerella che ha tanta voglia di giocare ed imparare….” le ultime parole che voleva dire non uscirono dalla bocca perché Adriana dormiva.
Valeria ora non sapeva che fare e pensò alla figlia Roberta a cui mandò un SMS “Ciao piccola. Adriana è crollata, dorme qui stanotte. Sto per crollare anche io. Sono cotta anche io, buonanotte”

Durante le piccole orgette che, Valeria ed Adriana, di tanto in tanto organizzavano, quest’ultima aveva manifestato più volte la sua attrazione per le donne. Non che alla sua amica la cosa dispiacesse, anzi, la eccitava enormemente, soprattutto vederla scatenarsi fra le braccia di una bella ragazza.
Dopo le numerose volte in cui avevano fatto sesso era ormai consuetudine che le due donne si scambiassero i maschi ed anche le femmine di turno. Infatti dopo che una di loro aveva goduto ripetutamente, l’altra reclamava la sua parte per vero desiderio. Non sempre l’altra donna accettava il rapporto con Guido e ciò lo faceva sentire un intruso. Valeria gli voleva bene e mai l’avrebbe fatto soffrire però Guido era certo che non si sentisse più attratto sessualmente da lei.
Roberta, figlia di Valeria, lo amava moltissimo e voleva che fosse felice, ma era terrorizzata dal pensiero che il suo ragazzo potesse lasciarla perciò cercava di assecondarlo in ogni modo anche favorendo la sua inclinazione per le donne. Roberta pensava che, se lui fosse stato soddisfatto sessualmente, sarebbe sempre stato con lei anche se non sentiva più attrazione. Pensava anche che in fin dei conti erano stati felici per cinque anni e c’era la possibilità di esserlo ancora. Lei si diceva che il sesso non è tutto; infatti l’affetto e quei vincoli spirituali e materiali che si creano negli anni sono molto difficili da sciogliere senza sofferenza e sono molto più importanti del sesso.
Guido aveva ormai accettato l’idea di non essere soddisfatto sessualmente da Roberta e pensavo che avrebbe trovato una soluzione a questo problema ed anche Roberta, a volte, si sorprendeva a fantasticare rapporti diversi da quelli con il suo maschietto.
Roberta pensava sempre più a Adriana ed anche alla madre Valeria. Le sognava lesbicare e desiderava essere tra di loro a fare sesso in continuazione nelle pose più erotiche e più eccitanti.
A letto con Guido, ormai, trovava piacere solo nella masturbazione e campava sempre scuse per rifiutare il rapporto e, quando si concedeva, si faceva penetrare da dietro mentre si masturbava.
Ovviamente Guido ero eccitatissimo e raggiungeva l’orgasmo in breve tempo, ma lei si sentiva insoddisfatta e, soprattutto, avvilita e mortificata.
Anche lui non era soddisfatto del rapporto sessuale perché godeva rapidamente e non si gustava la penetrazione e lo scopare lento con erotismo e scambi di parole e carezze. Si ritrovarono entrambe frustrati e Guido provava una vera gratificazione erotica solo quando la vedeva scatenarsi in un’orgia.
Durante una vacanza fatta da Roberta in Arabia strinsero amicizia con un’assistente di volo in cui nome era Laura e coltivarono l’amicizia anche tornati a casa. Lei era una donna stupenda di circa quarant’anni, sposata senza figli e con un marito, Matteo, piuttosto insignificante. Sul momento Roberta pensò che fosse una delle solite amicizie di spiaggia che terminano con l’arrivo dell’inverno. Invece appena rientrati in città, cominciammo a frequentarci assiduamente e Valeria diventò loro amica essendo stata presentata dalla figlia ed in questo caso l’attrazione fra Valeria e Laura era così forte che Valeria li invitò a casa sua a cena e subito fu evidente che fra le due donne si era stabilita una notevole simpatia. Loro ricambiarono l’invito ed in poco tempo Roberta e Valeria diventarono inseparabili. Poiché abitavamo nella stessa città fecero la promessa di rivedersi.
Valeria non seppe fare a meno di raccontare dell’amicizia a Adriana che ne fu molto contenta e anche Roberta presente al racconto aggiunse qualcosa di piccante.
Ovviamente, viste le voglie di Adriana quando vedeva l’amica di scuola, sperò di poter stabilire un rapporto anche sessuale con quella assistente di volo e lo manifestò a Valeria. lei non mi parve entusiasta come le altre volte, ma non respinse l’idea; disse però che si sarebbe dovute comportare molto cautamente perché è difficile stabilire un rapporto di amicizia con anche il sesso fuori dalle tradizioni dicendo che non conosceva bene la mentalità della nuova coppia e che avrebbe sondato il terreno con Laura per non rovinare tutto.
Il lavoro teneva Laura lontana da casa anche per molti giorni di seguito, poi però aveva anche dei periodi di riposo ed allora in quei giorni le due amiche s’incontravano spesso.
Spesso le si poteva trovare in cucina a preparare la cena oppure il pranzo del giorno dopo.
Era una costante la presenza di Mario, compagno di Laura e l’uomo, che ad una conoscenza superficiale poteva sembrare stupido e superficiale, rivelava il suo preciso carattere e la sua cultura e ciò era piacevole sia per Roberta che per Valeria., tanto che quest’ultima pensava di presentare ad Adriana la coppia.
Tra Valeria, Mario e Laura man mano che aumentava la confidenza, le libertà sia di linguaggio che di comportamento aumentavano, in particolare il linguaggio si faceva più libero e ben presto cominciarono a farsi reciproche confidenze sul sesso tra una risata e l’altra. Le risatine sarcastiche e vere e proprie risate non erano altro che il modo di scoprire le loro abitudini e gusti sessuali.
Valeria accennò senza approfondire alle sue inclinazioni saffiche e Laura confessò che anche lei, a volte, fantasticava di esperienze simili.
Ogni volta che le due donne si incontravano sia all’arrivo che al commiato si baciavamo con sempre maggior calore e felicità.
Dopo alcuni mesi, in pieno inverno, i figli di Laura andarono in montagna per delle vacanze sulla neve ed inoltre Laura aveva quattro giorni di attesa prima di ritornare a lavorare in volo.
A Valeria prese l’iniziativa e invitò sia Laura che Mario a casa sua “Venite qua da noi venerdì sera? Potreste fermarvi a dormire” disse loro in una telefonata.
Laura e Mario accettarono immediatamente.
Valeria e Roberta erano certe che qualcosa sarebbe accaduto; era da troppo tempo che l’atmosfera era da seduzione e si avvertiva che se non quella sera ma lea seguente si sarebbe fatto sesso.
La sera stessa del loro arrivo a casa di Valeria propose loro di chiamare Adriana per partecipare a “strip poker”.
Valeria aveva decantato le magnificenze del corpo di Adriana e di come fosse diventata sotto le sue mani e numerose esperienze molto disinibita. Disse anche che era sposata e che aveva figli ama tutto ciò non era un ostacolo in quanto l’amica era stanca del solito ménage familiare e da tempo che aveva rapporti lesbici con Valeria.
Durante la cena parlarono del gioco e chiarirono che si trattava di una cosa divertente e che fosse un modo per stare allegri. Sia Mario che Laura accettarono ridendo.
Finita la cena si sedettero attorno al tavolo utilizzando un mazzo di carte da gioco. Stabilirono le seguenti regole: la posta doveva essere costituita da indumenti che, una volta persi, non potevano essere restituiti.
Durante la cena tutti, Adriana compresa, avevano bevuto un po’ più del solito ed erano euforici.
Fin dall’inizio del gioco le tre donne cominciarono a perdere e sembrava che lo facessero apposta ed poco tempo si trovarono vestite solo con gli indumenti intimi. E’ vero anche che Mario si trovò con i soli boxer e che non era poi così male. Nel fare quel gioco ci stavamo divertendo un mondo e l’atmosfera si era surriscaldata, nel frattempo rimaneva ben pochi indumenti da togliere.
Il gioco sarebbe finito quando si rimaneva nudi completamente ma ci poteva essere una continuazione che tutti avrebbero voluto fare.
Adriana, dopo un’ennesima mano perdente, perse il tanga che indossava; era molto imbarazzata e restia a levarle perciò intervenne Valeria “Dai! Ora non ti puoi rifiutare. Hai giocato, rischiato e perso ed ora devi pagare”
Adriana dovette arrendersi ma chiese e le concessero di indossare una vestaglia.
Il gioco continuò e perse Valeria; dovette levarsi il reggiseno. Mentre lo slacciava, gli occhi degli altri erano tutti per lei; era bellissima; alla sua età aveva un corpo da giovane ragazza.
Poi perse Mario e poiché non aveva più niente da togliersi, secondo la regola doveva fare una penitenza stabilita da chi avesse vinto, in quel caso Laura che gli ordinò di leccare un capezzolo di Valeria. Mario lo fece con gran piacere e tutti ridevano. Valeria sentì il capezzolo indurirsi e Mario volle leccare anche l’altro, ma Laura lo trattenne “Ora basta” disse “non devi approfittarne”
Toccò a Roberta, che perse due volte di seguito, e rimase nuda. Anche lei indossò una vestaglietta che non nascondeva niente. Anche lei perse per una terza volta e Mario, che aveva vinto, le ordinò di dargli un bacio sul sesso. Da parte di Roberta ci fu un tentativo di resistenza ma gli altri le ricordarono che le regole andavano rispettate. Allora costretta dalle circostanze si avvicinò all’uomo che aveva un’incredibile erezione. A quella vista tutte le altre donne scoppiarono tutti a ridere, poi si fece silenzio: Roberta si avvicinò a Mario titubante ed apparentemente impacciata e, chinandosi, gli diede un leggero bacio sul glande.
“E’ tutto qui quello che sai fare?” esclamò Mario
“Come dovrei fare secondo te?” rispose Roberta
“Non l’hai mai preso in bocca?”
“Si, certo, ma ora dovevo solo darti un bacio” replicò Roberta
Intervenne Mario affermando che, dicendo “bacio”, lui intendeva una cosa più impegnativa. Roberta allora replicò “Fammi vedere tu come dovrei fare”
“Subito, ecco!” rispose Mario.
Si avvicinò a lei e mise due dita in bocca. Furono solo pochi secondi ma molto espliciti. Le donne guardavano ridendo.
Nelle successive mani perse Valeria e vinse Laura. Le donne e Mario erano completamente senza indumenti con il corpo totalmente nudo.
Anche Laura a quel punto si spogliò ed avendo vinto ordinò a Valeria “Dammi un bacio!”
A quell’ordine tutti ammutolirono e rimanemmo in attesa della reazione di Valeria. Dopo un momento di esitazione lei si avvicinò a Laura ed accostò timidamente le labbra alla sua bocca per un leggero bacio ma inaspettatamente Laura l’abbracciò ed il bacio divenne appassionato.
 Sembrava che non dovesse finire più. Le lingue s’intrecciavano e penetravano l’una nella bocca dell’altra alternativamente. Laura fece cadere la vestaglia e la tolse anche a Valeria, poi cominciò ad accarezzarla sui fianchi, scese con la bocca sulle mammelle e le baciò i capezzoli, li prese fra le labbra e li succhiò. Valeria teneva gli occhi chiusi: era in estasi. Per quelle due donne i presenti non esistevamo più.
Era chiaro che ormai non c’era più bisogno di giocare.
Valeria ci condusse tutti nella sua camera matrimoniale dove molte volte aveva scopato con diversi maschi e lesbicato anche con Adriana e si sdraiò sul letto, attirando Laura con sé. Le due donne si avvinghiarono e ripresero a baciarsi ed accarezzarsi con Valeria che aveva preso l’iniziativa e baciava Laura su tutto il corpo fremendo “Si, si! Così! Ancora, mi fai morire!”
Era uno spettacolo incredibilmente erotico e di potrebbe dire anche pornografico.
Mario guardava affascinato sua moglie tra le braccia di Valeria che si dava il piacere e non sapeva che fare.
Valeria si era abbassata e leccava l’ombelico di Laura, poi le allargò le gambe e scese a baciarle l’interno delle cosce, poi il sesso. Laura urlava come impazzita.
Mario, al colmo dell’eccitazione si avvicinò a Adriana, che inginocchiata sul tetto porgeva oscenamente le sue meravigliose rotondità, e cominciò a leccarle la rosetta anale. Adriana dimostrò di gradire l’omaggio offrendosi maggiormente. Quando Mario l’ebbe lubrificata bene con del gel, avvicinò il membro eretto all’ano e tentò di penetrarla. Adriana sul momento lo respinse con la mano e togliendo per un attimo la bocca dalla figa di Laura, disse “Metti un po’ di crema”
Nessuno si era accorto che Roberta silenziosamente era sparita e non faceva più parte del gruppo.
Valeria prese un tubetto di gel per la lubrificazione vaginale dal cassetto del comodino, si avvicinò e ne spalmò un’abbondante quantità sullo sfintere massaggiandolo bene e penetrandolo con il dito. Con la mano destra poi prese il sesso turgido di Mario lo avvicinai all’ano di Adriana e laura lo aiutò nella penetrazione. Quell’operazione aveva portato Mario al massimo dell’arrapamento.
Valeria la vista della sua adorata Adriana in quella posizione oscena, con quel grosso cazzo che la penetrava mentre leccava Laura fra le cosce e contemporaneamente si sgrillettava, la fece impazzire. Valeria voleva godere e per farlo si mi avvicinò a Mario, gli spalmò della crema sullo sfintere e lo penetrò. Lui inaspettatamente invece di rifiutare, forse abituato a situazioni simili, emise un gemito forse di piacere e nell’arretrare affinché il dito entrasse meglio si sfilò dal culo di Adriana. Valeria ne approfittò per spalmare ancora un po’ di crema e poi lui riprese ad inculare Adriana che continuava senza sosta a leccare Laura la quale ora urlava tutto il suo piacere.
Goderono tutti in modo pazzesco ma Valeria non era ancora soddisfatta; a ciò ci pensò Laura che la strinse fra le braccia, l’accarezzò e la baciò in tutto il corpo soffermandosi sulla figa ed in particolare sul grilletto fino a farla gemere e poi urlare per il godimento.
Dopo quell’incontro molto bello ed esaltante con Laura e Mario, Valeria ed Adriana parteciparono ad altre orge con anche cinque persone.
Passati cinque mesi avvenne ciò che nella mente di Adriana non prevedeva nonostante lei se fosse ampiamente accorta e ne avesse discusso con l’amica: Laura lasciò la casa del marito e si separò andando a vivere da Valeria che divenne la sua amante fissa. Adriana temeva che Valeria da quel giorno volesse fare l’amore esclusivamente con Laura.
In quei mesi Laura e Valeria si vedevano ogni volta che potevano e si fermavano a dormire insieme finché un giorno Adriana la pressò la sua amica e lei rispose che amava Laura e voleva vivere con lei.
“Adriana cara, io amo lei ma amo anche te ma l’amore per quella donna è irresistibile. Non posso vivere senza di lei e senza sentire il calore della sua pelle e della sua lingua. Tu rimani e sarai sempre con me. Puoi venire a fare l’amore e faremo ancora tanto sesso. Ti amo tanto ma con lei ho trovato la persona che amo profondamente. Tu sei sposata ed hai marito e figli. Io sono libera ed ho trovato una partner per la vita. Per dirti quanto mi piaci e quanto voglio continuare a fare sesso con te ti do anche la chiave di casa. Lo dirò anche a Laura quando torna dal viaggio di lavoro che ora sta facendo. Vieni di là con me, ora”
Valeria prese per mano Adriana e la condusse in camera da letto spogliandola e amandola, leccandola e sgrillettandola fino farle avere un orgasmo intensissimo ed appagante. Soprattutto fu rassicurante perché Adriana temeva che la sua amica la volesse lasciare e lei senza il sesso lesbico fatto con Valeria si sentiva perduta.
Da quel giorno Adriana andava quasi quotidianamente da loro perché anche lei si era accorta di amare sia Valeria che Laura. Restava un ostacolo: suo marito che fino a quel momento non sapeva dell’attività sessuale di Adriana la di fuori delle mura domestiche.

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