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ESTREME PERVERSIONI DI FLORANCE E LA SUA PADRONA

By 18 Maggio 2011Febbraio 9th, 2020No Comments

Mimmo L scrittore hard production:
Estreme perversioni di Florance e della sua padrona.

Florance, è una ragazza di venticinque anni di origine francese, alta un metro e settanmtacinque, bionda, capelli a caschetto, quinta misura di reggiseno, una fica semi rasata e labbra carnose.
Lei, lavora come addetta alla reception in un albergo di una piccola cittadina in provincia di Milano.
A Florance, non gli manca niente, però, ha un piccolo problema: è molto assatanata di sesso, a lei piace farlo con tutti,uomini e donne, specie con donne mature e grasse, piace essere sottomessa e gli piace, leccare la fica pelosissima di una donna anche sessantenne.
La titolare dell’albergo, madame Lia, è una donna molto grassa, alta un metro e settanta, bruna, con una decima misura di reggiseno, una fica abbastanza slabbrata e pelosa; una tipa autoritaria, alla quale piace, sottomettere le ragazze e anche i ragazzi che lavorano con lei; e a Florance, questo eccitava molto.
Una sera, la signora Lia, fa accomodare Florance nel suo ufficio e gli propone di fare un gioco sadomaso, con lei alla presenza del marito, un tipo contemplativo, al quale piace guardare la moglie mentre fa la schiavista, e lui, ovviamente si masturba.
Lia: Florance?
Florance: dica signora!
Lia: ti prego di accomodarti nel mio ufficio!
Florance: come desiderate signora!
Lia: ascolta, Florance!, i ragazzi e le ragazze che lavorano per me, oltre a svolgere il normale lavoro, dovranno giocare con noi!, inteso me e mio marito!
Florance: in che senso?
Lia: intendo sessualmente parlando, tu, mi piaci molto, Florance! E desidero, che diventi la mia schiava,mi dovrai assecondare in tutto e per tutto, dovrai anche fare la sguattera, strisciare ai miei piedi, se te lo chiedessi!
Florance: oh!, signora Lia!. Le debbo confessare, una cosa: adoro!, essere dominata dalle donne più grandi di me!, mi piace la ciccia!, mi piace la fica pelosa!, ad esempio, lei, mi eccita molto!, sono già tutta bagnata!
Lia: oh!, cosi mi piaci!, e di un po’, hai avuto già qualche esperienza?
Florance:Bèè!, ho spiato le mamme delle mie amiche!, in modo particolare, c’è ne era una, la signora Mimma, che amava farsi rasare la fica (prima di venire a lavorare da lei, facevo la parrucchiera), poi, prima di rasargliela, gli e la leccavo! E mi piaceva leccarle anche i piedi!
Lia: adesso, facciamo una piccola prova noi due, poi, dovrai farlo alla presenza di mio marito Ciccio, lui, è un voyeur, piace guardarmi, mentre mi faccio una ragazza!, però, niente paura, lui e solo contemplativo!, al massimo, si masturba!
Ora, Florance!, inginocchiati per terra! E passa sotto la mia scrivania, inizia a baciare prima la punta delle scarpe!, prima l’una, poi l’altra! E poi, me le togli!
Florance: ai suoi ordini!, signora Lia!
Lia: dovrai rispondermi: ai suoi ordini!, padrona!
Ok: ai suoi ordini padrona!, ripeté Florance.
Dopo, che le ebbe tolto le scarpe, annusandole e baciandole per bene, si alzarono entrambe in piedi(Lia, era seduta alla poltrona), e ordina a Florance, di toglierle la camicetta, sotto la quale, aveva un reggiseno di pizzo nero.
Lia: ora, sbottonami e toglimi la camicetta!
Florance: come desiderate, padrona!, per me, ogni vostro desiderio, è un ordine!, sono la vostra schiava!, la vostra sgualdrina!
Lia: oh!, cosi, mi piace sentirti parlare, Florance!, adesso mi volto, slacciami il reggiseno!, e inizia a leccarmi i capezzoloni!, che mi sono già venuti duri!, ohh!!, Florance!, continua!!, tirami giù la gonna!!, strappami le mutande!!, metti la tua manina in mezzo alle mie cosce sudate e lardose!!, poi, ficca le dita dentro la mia ficona bagnata!, spingile tutte dentro!, mentre mi lecchi e mi succhi i capezzoli!!, della mia latteria da gran vacca!!, dai, accontenta la tua padrona!!
Florance: come desiderate, madame!
Lia: oh!1, sii!, continua!, con quelle dita! e con quella lingua!, ohh!!, sii!!
Adesso, inginocchiati!, cagna!!, mentre io mi siedo con le cosce spalancate! E tu, mi dovrai prima sfilare le calze!(Lia, aveva un paio di calze parigine nere), E poi, mi dovrai leccare e baciare i piedi!, fino ad arrivare alle cosce!, per assaporare il lardo!, sentire l’odore acre del mio sudore e adorarmi, come se fossi una Dea!!
Florance: obbedisco!, padrona!
Dopo, che Lia, si ebbe eccitata per bene, sottomettendo e ‘umiliando’ Florance, improvvisamente, ordina alla ragazza, dapprima di spogliarsi, e poi di sottometterla, recitando la parte della padrona; insomma, i ruoli s’invertono.

Lia: oh!, Florance!, ora desidero che tu ti spogli, dopo che lo avrai fatto, ho in serbo una sorpresa per te!
Florance: come desiderate!, padrona!
Florance, si spogliò, si tolse dapprima la divisa che aveva, a cominciare dalla giacca, poi, pian pianino si tolse la cravatta e la camicetta bianca, sotto la quale aveva, anch’ella un reggiseno di pizzo nero, che fece volare subito via, i suoi capezzoli, si erano induriti e padrona Lia, incominciò ad assaporarli e succhiarli.
Lia: oh!, Florance!, che bei capezzoli duri!, che hai!, sii!!, sono belli duri!!, oh!!,’piccola mia’, quando vorrei avere la tua età!!
Adesso, ti prego, lascia che la tua padrona ti abbassi la gonna!, voglio assaporare la tua bella fighetta stretta; a proposito!, come c’è l’hai!, ancora vergine?, o, qualcuno t’è l’ha deflorata!
Florance: no!, madame!, sono stata deflorata da un mio amico di scuola, avevo appena compiuto i diciotto anni!, ricordo, che eravamo in gita scolastica, una gita di quelle che durano due o tre giorni!, eravamo, guarda caso! In albergo, io e il mio amico Marco, che a me, piaceva da morire!, decidemmo(di nascosto dai nostri professori), di passare la notte, nella stessa stanza!, io, quella sera, ero molto eccitata!, pensate un po’, madame, che quel giorno per me, era un continuo sgrillettamento!, appena capitava l’occasione, mi allontanavo dai miei compagni!, per cercare un posto tranquillo per potermi sditalinare, come una lurida, pazza scatenata!
e, come le dicevo, io e il mio amico Marco, passammo una notte fantastica, mi fece indossare un completino intimo(perizoma e reggiseno bianchi, con un paio di autoreggenti sempre bianche, mi disse che dovevo recitare la parte della candida infermiera, in cerca di coccole da parte del suo paziente malato di sesso; poi mi bendò, perché, doveva essere tutto un mistero e mi fece distendere sul letto in posizione supina, con le cosce scandalosamente aperte, sali anche lui sul letto, con le manine, mi tolse pian pianino il perizoma, poi, chinò il capo sulla mia vulva e iniziò a leccarmi tutta la fica, dal clitoride, fino alla profondità della vagina!
Lia: oh!, Florance, continua!, continua che già sto venendo!!
e, nel frattempo, l’aveva denudata tutta.
Florance: poi, mi fece mettere a sessantanove e mentre io, gli e l’ho slinguazzavo e succhiavo, lui, affondava la sua lingua nella mia fighetta, poi, venne il bello! Mi fece distendere di nuovo sul letto, mi tolse lentamente il reggiseno, e iniziò a succhiarmi e torturarmi i capezzoli, divenuti turgidi, mentre sentivo il suo cazzo, divenuto duro come una mazza di ferro, pronto per trapanare la mia fregna e lacerarmi l’imene! Insomma, madame, quel giorno, mi sentii scandalosamente puttana e troia; insomma una sgualdrina!
Lia: e come è finita, poi?
Florance. Dopo che mi ebbe succhiata e leccata per bene, ricordo che quel giorno, sbrodai almeno una decina di volte, lui, appoggiò il suo arnese vicino alla mia fessura! E iniziò a spingere!, spingere!!, spingere!!!, fino a sfondarmi l’imene! E farmi uscire molto sangue!!(Lia: continua, continua!, adoro!, le storie di sesso con il sangue!!),sangue della mia verginità, ormai perduta!, sangue, che leccai e odorai dal lenzuolo!, perché mi eccitava molto!
Lia: oh!, bella storia!, adesso, chinati!, appoggiando le mani sulla scrivania!, vorrei prima sculacciarti e poi fustigarti, se saprai resistere!, dopo, dovrai farlo tu a me!
Florance: come madame, comanda!
Madame Lia, aveva nel tiretto della sua scrivania, un frustino, lo estrasse, e dopo aver prima con le mani sculacciato il deretano di Florance, iniziò a fustigarlo di santa ragione, facendolo divenire rosso.
Florance, dapprima, urlava per il dolore lancinante, poi, quelle urla, si trasformarono in gemiti di goduria e piacere, fino a farle colare la fica!
Florance: ohh!!, sii!!, continuate padrona!!, ohh!! Ahhh!!, coloooo!!!!
Lia: brava!, Florance!, hai saputo nello stesso tempo soffrire! E godere!; adesso, riposiamoci un po’, poi, voglio che tu, faccia la stessa cosa a me; noi due, diventeremo delle ottime amiche! E nello stesso tempo complici!, se sapremo condividere le nostre perversioni e depravazioni sessuali.
Florance: d’accordo, madame!, consideratemi pure la vostra schiavetta!
Lia: e tu, oltre a considerarmi la tua padrona!, considerami anche la tua troiona!
Florance: ai vostri ordini!
Dopo, che ebbero mangiato una veneziana, e bevuto un bicchierino, madame Lia, dapprima si toglie il vestito lungo nero,che si era messo per riposarsi, mostrando per intero a Florance le sue mastodontiche cosce, il suo ventre mappamondo, che ricopriva tutta la sua fregna, ed infine, voltandosi: il suo enorme deretano con il buco ricoperto di peli neri!
Florance: avete un buco peloso, madame!, adoro le donne con i peli!, mi fanno eccitare da morire!
Lia: oh!, Florance!, pare che abbia trovato la sguattera che fa per me! Poi ordinò: visto!, che ti piace e ti ecciti, prima di frustarmi, accarezzami tutte le chiappe!, fin sotto le natiche!, poi, ficca la lingua nello sfintere, senti l’odore e leccalo tutto!
Florance: obbedisco!, madame!
Cosi fece, le accarezzò, prima tutte le chiappe, ficcando la mano in mezzo alle natiche, poi, si chinò leggermente, appoggiò il capo sul deretano di madame Lia, con la bocca a direzione del retto, prima annusò, in quel momento, madame Lia, emise una rumorosa scorreggia puzzolente, poi, tirò fuori la lingua, e iniziò a leccarle tutto il buco del culo!
Quando, gli e lo ebbe slinguazzato per bene, madame Lia, supplica Florance di prendere il frustino e di frustarla, perché, solo cosi, avrebbe raggiunto l’orgasmo.
Lia: complimenti!, Florance!, sei un ottima leccatrice!, adesso, fammi sbrodare, prendi il frustino e frustami!, potresti dirmi anche qualche parolaccia!
Florance: come desiderate, madame!
Florance, iniziò a fustigare e a chiamare la sua padrona: vacca, troia , puttana!, mentre, madame Lia, raggiungeva l’orgasmo.
Lia: oh!!, Florance!, continua!, continua!, continua!, chiamami puttana!, siii!1, chiamami zoccola!!!, siii!! Coloooo!!1, ahhhhhh!!!!!!!!, è stato stupendo! Adesso, per finire, accomodati sulla poltrona, e apri le cosce, voglio leccarti la fica.
Florance: d’accordo, madame!, la mia passera, è a vostra disposizione!
Florance, si sedette, stravaccata, con le cosce, oscenamente aperte, come una baldracca sulla poltrona, e madame Lia, s’inginocchiò, facendole sollevare le gambe, appoggiando i piedi sulle sue spalle possenti, avvicinò il capo alla passera della ragazza, tirò fuori la lingua, e iniziò a leccarla, dapprima, giocherellando con il clitoride, r poi, facendola roteare all’interno della cavernetta rosea, facendo godere la ragazza, come non aveva mai goduto in vita sua.
Florance: oh!1, padrona!!!, leccate!, leccate!, si, si, ahh!! Ummmm!!, ohh!!, si, che bello!!, sto venendooooo!!!, forza, ficcatela fino in fondo quella lingua!!, sii coloooooooo!!!!!!!!!
è stato fantastico, madame!
Lia: sono contenta!, adesso, puoi andare a casa, questo, è un piccolo regalo per te!
Madame Lia, prese dal tiretto della scrivania, una mazzetta da circa cento pezzi da cinquanta euro, e gli e la diede; e, ricordati, domani, sei ospite a casa mia, con mio marito!
Florance: va bene!, Madame.

Capitolo secondo
L’indomani, dopo che Florance ebbe terminato il suo turno di lavoro, si reca a casa di madame Lia, dove ovviamente ad attenderla, c’era lei(la grande padrona) e suo marito Ciccio.
Per l’occasione,madame aveva preparato un bel pranzetto a base di cibi afrodisiaci, il tutto condito da dell’ottimo brachetto.
Madame Lia, indossava, un vestito lungo nero, un paio di stivaloni a mezza coscia e, da sotto un body in pelle nera, mentre Florance, era vestita, con un paio di jeans vita bassa(le si vedeva tutto l’ombelico), e una maglietta decolté nera( le si vedeva il canaletto delle tette).
Ciccio, era un tipo sulla sessantina, alto all’incirca un metro e sessanta, capelli grigi brizzolati, e un arnese abbastanza grosso, che si rizzava, solo quando vedeva la moglie sottomettere le ragazze e, ovviamente anche i ragazzi.
Dopo che ebbero finito di pranzare, i tre, si recarono nella cosiddetta camera rossa del peccato e delle torture, dove madame Lia, sottometteva le sue’vittime’, ovviamente consenzienti(vi è da dire, che madame e suo marito, abitavano in una sontuosa villa alla periferia della città, dotata di piscina, con quattro camere da letto, di cui una adibita a camera delle perdizioni, e delle torture, dove Madame e suo marito, davano libero sfogo alle loro perversioni e depravazioni estreme).
Nella camera rossa delle torture, vi era, oltre al normale lettone, un catafalco, ricoperto di un panno di velluto nero ricamato in oro, con un cuscino di egual colore, dove la sottomessa, veniva fatta distendere a pancia in giù, con il deretano rivolto verso il soffitto e le mani ammanettate.
In quella posizione, la sottomessa, viene sottoposta, alla pratica molto dolorosa, per chi la subisce dello scioglimento della cera bollente delle candele sulle chiappe ed anche in mezzo alle natiche; una trave di legno, posta all’altezza del soffitto, dove la sottomessa, viene, prima legata a mo di Karadà e poi, fatta salire sulla sedia ed appesa legando le mani al sostegno stesso, ed infine frustata.
Quando i tre, entrarono in camera, madame Lia, con voce autoritaria, ordina al marito di denudarsi e di sedersi sulla poltrona.
Madame Lia: spogliati!, sporco guardone! E guarda, come , la tua mogliettina, riduce in schiavitù questa ragazza!
Ciccio: oh!, madame!, questa ragazza, è una ragazza diversa dalle altre, sta facendo eccitare anche me!, pensa che sto già sborrando nei pantaloni!, solitamente, non mi succede mai!
Madame Lia: visto!, Florance!, piaci pure a mio marito!
Adesso, molto lentamente!, toglimi il vestito, poi inginocchiati!, bacia la punta degli stivaloni, e lentamente, me li sfili!
Florance: come comandate, oh! mia padrona!
Madame Lia: e tu!, porco voyeur!, fammi vedere come ti spogli!,
Florance!, adesso, spogliati pure tu! e distenditi sul catafalco!
Florance, si denudò, madame Lia le mise una benda agli occhi, si distese sul catafalco, con il deretano rivolto verso il soffitto(come da rito), madame, ordina al marito di accendere le candele di colore rosso, simboleggianti la passione e l’amore!
Madame Lia: adesso, Florance!, che ti sei distesa sul catafalco!, voglio vedere, fino a che punto, riesci a soffrire, ti scioglierò la cera delle candele rosse, che sono il simbolo della passione, del fuoco e dell’amore!
Florance: eccomi alla vostra mercé, madame!, io dipendo totalmente da voi! Fate di me ciò che volete!
Madame Lia, sciolse la cera sulle chiappe della ragazza!, facendola urlare di dolore e nello stesso tempo godere!
Florance: ahhhh!!!!, ahhhh!!!, godo come una lurida zoccola!, madame!
Madame Lia: si!, si! Schiava!, voglio vederti soffrire e godere!, io sto godendo come una lurida puttana maitresse!!
e, intanto, il marito, era seduto alla poltrona, che si stava menando una sega di santa ragione, e invitava le due troie, a continuare.
Ciccio: si!, si!, continuate, troie bagasce!, fatemi vedere come godete!, che io, sto godendo come un lurido maiale!, si!, si!
Madame Lia: adesso, caro Ciccio, ti mostro un bello spettacolino; Florance, adesso dovrei legarti alla trave e fustigarti a dovere!, tu, oltre a essere la mia dipendente, sei la mia schiava!, la mia sguattera!, poi ti prometto che mi sottometterò io a te!
Florance: come desiderate!, madame!
Madame Lia e il marito, la legarono con una corda alla trave, tutta nuda!, aveva solo le autoreggenti e madame Lia, iniziò a fustigare, mentre, Ciccio, raggiungeva il primo orgasmo.
Ciccio: continua!, continua!, che sto sborrando, ohh!, falla soffrire a quella lurida cagna!!, sii, umm!!, sborrroooo!!!
Ohh!!, che sborrata!!
Madame Lia, si mise a pecora, e ordinò, supplicando alla ragazza di frustarla.
Oh!, Florance !, frustami, ti prego!
Dopo che si ebbe fatta fustigare, ordinò a Florance di distendersi sul lettone, con le cosce oscenamente aperte e tutta quella fregna semi rasata, in bella vista, madame, s’inginocchiò, salendo sul letto, con il capo vicino alla vulva della ragazza, tirò fuori la lingua, e la iniziò a leccare solennemente, mentre Ciccio, guardava, maneggiando il suo arnese, per farlo ridiventare di nuovo duro.
Florance: ohh!1, madame!!, leccate!, leccate!, sto sbrodandoo!!, ahh!!, sii, che bello!!, sii ahhhhhh!!
è stato sublime!, madame!!
Ciccio: un momento, Lia, vorrei chiavarmela un po’ nel culo!, cosi finisco di godere!
Florance: come preferite!, ecco , il mio deretano! A vostra disposizione!
Florance, si mise a novanta gradi e Ciccio, gli ficcò tutto il suo stantuffo nel retto
Florance: ahhh!1, sii!!, non vi nascondo, che avverto un po’ di dolore!, ma adesso, mi piace!1, mi piace!!, mi piaceeeee!!!
Ciccio: oh!!, godi, ‘piccola’ troietta!, che sborro!1, si !!!!!, sborroooo!!!!, e monsieur Ciccio, inondò tutte le chiappe di Florance della sua calda sborra!

Madame Lia:sei soddisfatto, cornuto?
Una chiavata cosi, non la facevo da almeno vent’anni!
Fine

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