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Gemelle per la pelle

By 18 Marzo 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

‘Mi fa schifo la matematica!’ Sbuffo sonoramente, buttando la penna nera ed il quaderno per terra.
Jane, seduta sul suo letto, alza un sopracciglio.
‘Devi studiare, Chloe. Sennò lo sai cosa succede?’
Lo so bene, cosa succede.
Succede che il professore mi metterà in punizione. Fortuna che l’ultima volta mi ha lasciata a sistemare le classi con i bidelli.
Guardo mia sorella, identica a me.
Io e Jane siamo gemelle, praticamente uguali. Lunghi capelli rossi, lentiggini su un naso a patatina, occhi a mandorla color nocciola. Pesiamo entrambe 50 kg e siamo alte un metro e sessanta. Ma l’altezza non &egrave mai stata un problema. Ci piacciamo, ed abbiamo sempre apprezzato i commenti non tanto galanti che gli uomini ci sussurrano o urlano in mezzo alla strada.
Abbiamo diciotto anni appena compiuti, e frequentiamo l’ultimo anno nello stesso liceo, in classi separate.
‘Io voglio strozzarlo, quello.’ Sussurro, pensando al vecchio professore di matematica. Un viscido di sessant’anni, che dovrebbe andare in pensione. Uno che non si risparmia commenti sarcastici quando mi presento a scuola con una minigonna raso fica, che non dispiace per niente ai miei compagni di classe. Eppure, lui &egrave uno vecchia scuola. Non guarda troppo una donna, e nemmeno voglio immaginarmi da quanto non scopi.
Intanto, Jane si &egrave messa dietro di me e massaggia lentamente le mie spalle nude. Indosso un toppino rosso e dei pantaloncini di jenas. E’ metà maggio, la scuola sta per finire e si muore di caldo chiuse in casa a studiare.
‘Dai.’ Sussurra nel mio orecchio, dopo essersi abbassata. ‘Dimmi come si fa quella disequazione.’ Chiudo gli occhi, cedendo sotto le mani della mia gemella, che mi manda in estasi con i suoi massaggi.
‘Allora, x ed y vanno ‘ooooh.’ Sospiro, quando le sue mani scendono e toccano i miei capezzoli ormai duri.
Sì, io e mia sorella ci divertiamo insieme. Ed anche molto. Abbiamo iniziato a dodici anni, con vari strusciamenti sul cuscino e baci con la lingua. E dopo aver perso la verginità con i nostri rispettivi fidanzati, ci siamo date alla pazza gioia.
Intanto, Jane ha sbottonato i miei pantaloncini, trovando immediatamente la mia fica fradicia e senza mutandine.
‘Puttanella.’ Sussurra, facendo roteare il pollice sul clitoride. I miei talloni ormai sono finiti sulla scrivania, i pantaloncini per terra, e mia sorella ha infilato un dito dentro di me.
‘Voglio farti il culo, oggi.’ Dice, mentre bagna le due dita nei miei umori e le porta nel mio buchetto. Sa quanto mi piace prenderlo dietro, a differenza sua. Inarco la schiena e sospiro.
‘Shhh, Chloe. Mamma e papà sono nell’altra stanza.’ Questo dovrebbe preoccuparci, ma non &egrave mai successo: &egrave pieno giorno, mia sorella ha il medio infilato nel mio buchetto e il pollice nella mia fica fradicia, mentre i nostri genitori sono nel salone a guardare la TV.
Vorrei trovare la forza di alzarmi, buttarmi sul letto e farmi scopare la fica dal nostro vibratore preferito. Eppure, Jane tiene la sua mano sinistra sulla mia spalla, immobilizzandomi. Quando capisce che voglio alzarmi, spinge più forte.
‘No, troietta. Finché non ripeti matematica non vieni.’ Dopo aver pronunciato queste parole, stringe il clitoride fra il pollice e l’indice, mandandomi in estasi.
‘S-stronza.’ Lei ride, e di gusto.
‘Sì?’ Le sue dita di fermano, mentre io sbrodolo sulla sedia di pelle. Voglio venire, e non voglio farlo da sola. E so che quando mia sorella vuole una cosa, la ottiene.
‘Okay. La ripeto.’ Comincio a dire parole sconnesse, buttando occhiate fugaci sul libro. Intanto le sue mani sono tornare dove erano prima.
Mi sgrilletta velocemente, e quando sto per finire di ripetere la lezione e venire, lei toglie la mano. Mi esce un sospiro di frustrazione.
‘Mettiti a carponi sul letto. Ora torno.’ Esce dalla stanza, e torna qualche minuto dopo, avviandosi verso lo stereo e mettendo la musica al massimo.
‘Ho detto a mamma e papà che abbiamo bisogni di svagarci un po’, e che la musica ci avrebbe aiutate.’ Se mamma e papà sapessero cosa facciamo per svagarci, penso.
Intanto, sono nuda e a carponi sul letto. Jane apre il nostro armadio, tirando fuori il vibratore rosa da 22 cm.
Lo accende e lo ammira, prima di infilarselo nella bocca.
‘Allora troietta, pensi che domani riuscirai a prende un 6 in matematica?’ Uno schiaffo arriva dritto sul mio culo, facendomi contrarre i muscoli.
Sa bene anche quanto mi piace, essere presa a schiaffi. Essere umiliata. E lei &egrave la dominatrice perfetta.
‘S-sì.’ Sussurro, sentendo la vibrazione sul mio clitoride turgido. Voglio soltanto venire, e non manca molto.
‘Sei solo una zoccoletta, Chloe. Che si fa scopare a pecora dalla sua gemella. Non ti fai schifo?’ Senza preavviso, il vibratore entra in un colpo solo nel mio culetto. Inarco la schiena per il dolore, mentre lei si mette sotto di me ed inizia a leccarmi la fica fradicia.
Lunghe lappate, che mi portano presto vicina all’orgasmo.
‘Aaaaaah così daaai.’ Intanto il vibratore si muove. Dentro e fuori.
‘Così?’ Jane addenta il mio clitoride, morsicandolo e succhiandolo fino a che non schizzo sulla sua faccia, che diventa fradicia.
Non faccio in tempo a riprendermi dall’orgasmo squassante, che la butto sul letto e la spoglio.
A differenza mia, che sono totalmente depilata, Jane ha qualche pelo rosso sul monte di venere, perfettamente curato.
So cosa fare, perché conosco perfettamente ciò che le piace. Tintillo il suo clitoride con due dita, mentre con la lingua lecco dal buchetto fino alla sua fica già fradicia. Continuo così, finché non viene sulla mia bocca e ancora le gambe sulle mie spalle.
Quando mi rialzo, ci scambiamo un bacio appassionato insieme ai nostri umori.
‘Lo sai che c’&egrave, Chloe?’ Sussurra, riportando le mani sulla mia fica.
‘C-cosa?’
‘Se domani non prendi la sufficienza in matematica, il professore ce lo scopiamo insieme.’ Sussurra, con un sorriso malizioso che le incornicia il viso.
Vaffanculo. Vaffanculo. Alla fine ieri l’ho ripetuta matematica, tralasciando la parte con Jane. Ci siamo divertite, sì. Ma abbiamo anche studiato.
Allora perché sono così incazzata? Perché quel vecchio professore mi ha messo l’ennesimo cinque. Quest’anno ho la maturità, e non posso permettermi di prendere certi voti. Stamattina ho messo una minigonna raso fica, ed una maglia a maniche lunghe che lasciava in bella mostra le mie tette, coperte da un reggiseno a balconcino. Ma lui, niente. Non si &egrave lasciato abbindolare dal mio abbigliamento, e sicuramente nemmeno ha ascoltato la mia interrogazione. Ormai, avrò per sempre un voto stampato in faccia per lui.
‘Allora?’ Trovo Jane in bagno con le sue compagne di classe, intente a fumarsi uno spinello.
‘Cinque. Mi ha messo cinque.’ Dico arrabbiata, prendendo la canna e portandola alle mie labbra colorate di rosso. La mia gemella allarga gli occhi.
‘Cinque? Ma ieri abbiamo studiato.’
‘Sì. E mi ha messo cinque, Jane.’ Dico ancora, passando lo spinello alla sua amica.
‘Quello vuole solo una cosa, Chloe. Scopare. Ho saputo che se la fa con la bidella del secondo piano.’ Dice una, che ascoltava la nostra conversazione.
‘Quello non scopa da una vita, te lo dico io.’ Ribatto, accasciandomi per terra. Fra un mese ci sarà il consiglio, ed io ho quella maledetta insufficienza.
‘Te lo assicuro. Anna della quinta B un giorno gli ha beccati. Lei a pecora, e lui che la sculacciava.’ Dice infine, prima di buttare la sigaretta ed uscire dal bagno. Dopo pochi minuti la campanella suona, ed il bagno inizia a svuotarsi. Restano soltanto Jane e Chloe.
‘Ti ha già dato una punizione?’
‘Sì. Devo preparare l’auditorium per domani.’ Rispondo a Jane.
‘Perfetto. Ti ricordi quello che ho detto ieri?’ Sgrano gli occhi. Me lo ricordo benissimo.
‘Ho un ragazzo, Jane. Un conto &egrave farlo con te, ed un altro &egrave tradirlo completamente.’
‘Tesoro, se non lo vuoi fare ci penso io.’ Con il fatto che siamo completamente identiche, la maggior parte delle volte ci divertiamo a scambiarci.
Ma posso lasciarglielo fare?
‘Devo essere lì alle tre.’ Acconsento, guardandola piegarsi ed avvicinarsi a me. Allunga la lingua, leccandomi le labbra lentamente. Dopo, passa una mano sulla mia fica coperta dai jeans. Vorrei che mi sdraiasse per terra e iniziasse a leccarmi fino all’orgasmo.
‘Ce lo scopiamo insieme, allora.’ Detto questo mi lascia, uscendo dal bagno.

Sono nuda. Ho un trench avana, e sotto niente. L’auditorium &egrave illuminato dalle luci del sole. E’ pieno giorno, e il professore dovrebbe entrare fra poco. Ha detto che mi guarderà per tutto il tempo, mentre sistemo l’aula. Il trench copre a malapena il mio culetto, ed &egrave proprio questo quello che volevo ottenere. Jane arriverà fra poco. Abbiamo studiato tutto nei minimi dettagli.
‘Holland.’ Il professore entra sbattendo la porta, vestito come questa mattina: un completo grigio scuro, con la giacca che gli stringe sulla pancia. Mi fa schifo, e non so come farò. Quando mi passa davanti, mi squadra dalla testa ai piedi.
‘E’ maggio, Holland.’ Indica il trench a maniche lunghe, ma io alzo le spalle con fare noncurante. Mi mette immediatamente a sistemare le sedie, ed io faccio di tutto per non scoprirmi. Lui intanto si &egrave seduto, ed sta correggendo dei compiti in classe.
‘Spazza anche per terra.’ Ordina, senza nemmeno alzare la testa. Prendo la scopa, ed inizio a spazzare. Dopo, capisco che &egrave arrivato il momento. Spazzo vicino a lui, fino a chinarmi a novanta gradi. Ora ho tutta la fica in bella vista. Sorrido, quando sento il rumore della penna cadere per terra. Mi ha visto, ed anche bene.
Mi alzo facendo finta di niente, continuo a spazzare e dopo qualche secondo a mettermi a pecorina. Sento dei passi dietro di me, e dopo i miei capelli tirati fino all’altro.
‘Ora chiamo immediatamente il preside, Holland. Ti faccio sospendere. Ragazzina impertinente.’ Mi trascina fino all’interno della scuola, ormai vuota. Ci dirigiamo verso l’ufficio del preside, e quando apre la porta senza bussare, resta a bocca aperta. Lì, inginocchiata per terra, c’&egrave mia sorella che sta succhiando il cazzo del Preside. Non faccio in tempo a far riprendere il professore, che gli slaccio i pantaloni ed inizio a strusciare le mani sulla sua patta. Quella che mi si presenta davanti &egrave una verga lunghissima, che mai mi sarei aspettata di vedere. Lo succhio con ardore, perché so che ne dipende il mio voto finale.
‘Siete due puttane.’ Dice il Preside, sbattendo mia sorella sulla scrivania. Inizia a fotterla con ferocia, e le geme. So che sono gemiti finti, perché conosco i suoi. Ma lo sta facendo per me. Il professore prima di venire mi tira su, sbattendomi anche lui sulla scrivania. Mia sorella &egrave sdraiata, mentre io sono a pecorina. Le nostre facce sono a pochi centimetri di distanza, così iniziamo a limonare. Sento la sua lingua dentro la mia bocca, e mi eccita. Ancora di più, quando il professore indirizza il cazzo sulla mia fica.
‘No.’ Sussurro, staccandomi appena. ‘Mi prenda il culo, professore.’ Sorrido lentamente, come una brava scolaretta. Lui diventa tutto rosso, e non ci crede. Infila il cazzo nel mio culo, senza nemmeno preoccuparsi di lubrificarmi.
Godo come una cagna, a differenza di Jane. Il professore inizia a sculacciarmi, e a dirmi ‘cagna’, ‘puttana da strada’ e altri epiteti del genere. Si scarica dentro il mio culo, continuando a spingere per un po’. Intanto il Preside &egrave uscito dalla fichetta di Jane, e l’ha rimessa in ginocchio per farselo succhiare. Mi avvicino a lei, ed inizio ad accarezzarle le tette. Quando il Preside viene, lei tiene tutto in bocca. Dopo, si gira e ci scambiamo un bacio al gusto di sperma.
‘Fate un sessantanove. Adesso.’ Quello &egrave un ordine, e noi due siamo più che felici di esaudirlo.
Ci sdraiamo, e iniziamo a leccarci la fica a vicenda. Lei inizia anche a leccarmi il culo, pieno dello sperma del professore. Veniamo in pochi secondo, io mentre succhio il suo clitoride e lei con quattro dita dentro la mia fica.
Quando ci alziamo, il professore e il Preside sono di nuovo con il cazzo in tiro.
Non finirà mai questa giornata.

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