Skip to main content
Racconti Erotici Lesbo

La storia di Anita – 5° capitolo di Serena e Laureen

By 25 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando Cinzia tornò in ufficio ebbi una piacevole sorpresa, non tornai fra le altre ‘seconde segretarie’ ma rimasi con lei.
‘E’ inutile e stupido farti fare avanti e indietro.’ mi disse facendomi sedere di fronte a lei ‘Fra qualche mese me ne andrò e questo sarà per sempre il tu posto, o almeno finché lo vorrai.’
Così fece sistemare una piccola scrivania ed ebbi anche una sedia più comoda ed un PC nuovo. Passammo la pausa pranzo da sole a parlare di Matteo e di come ormai fossimo una coppia fissa, oltre che naturalmente di tutto quello che facevamo nel mio appartamento. Lei ascoltava attentamente interrompendomi solo per darmi dei consigli su cosa fare in determinate situazioni che mi erano ancora poco chiare.
Passammo alcuni giorni che definirei tranquilli, Cinzia non sembrava toccata dal fatto che Matteo non la chiamasse più per gli ‘straordinari’, anzi una sera mi lasciò con lui dicendomi ‘Goditelo tutto’ dandomi un lungo bacio in bocca che mi sciolse come un ghiacciolo al sole d’agosto.
Qualche pomeriggio dopo accadde qualcosa che pensavo fosse impossibile, Cinzia dopo una telefonata in cui disse solo ‘Si Dottoressa, certo Dottoressa, ha ragione Dottoressa.’ perse la pazienza.
‘Troia puttana !’ esclamò furiosa ‘Ma guarda se questa stronza deve rompere così !’
‘Cinzia che succede ?’ le chiesi immediatamente ‘E non mi dire ‘nulla’ perché non t’ho mai vista così.’
‘Quella stronza della Dottoressa Boiro non ha ricevuto i suoi documenti e da la colpa a me invece che al corriere !’
‘Se vuoi glieli porto io, basta che mi dici dove andare ….’
‘Anita davvero lo faresti ?’
‘Certo stasera non ho nessuna voglia di fare l’extra, sarà che mi devono venire le mie cose, e se tu mi copri mollo i documenti e me ne vado dritta a casa.’
‘Sei un amore !’ mi rispose sorridendo ‘Lasciami il tempo di stamparli, intanto ti d’ho l’indirizzo e stai tranquilla, non &egrave lontano e ti copro io col Dottore.’
Dopo cinque minuti uscii dall’ufficio per recarmi in quello della Dottoressa Kya Boiro fondatrice e presidente dell’omonima società di pubblicità, che in breve tempo era diventata leader nel settore a livello nazionale.
Appena arrivai al piano, che occupava del tutto gli uffici di quella società, fui accolta dalla sua segretaria Vittoria, una bellissima donna che sembrava uscita dalla copertina di Vogue, e vicino alla quale mi sentii una stracciona nel mio vestitino di mezza stagione.
Ma quello stupore fu ancora nulla rispetto a quello che ebbi quando entrai nello studio della Dottoressa di almeno ottanta metri quadri, ma soprattutto quando la vidi.
Era altissima, e lo capii anche se era seduta coi piedi sulla scrivania, con un viso nel quale spiccavano due occhi grigi quasi a mandorla e due labbra non carnose, ma estremamente sexy.
‘Dottoressa sono la segretaria dell’avvocato Saveri e le ho portato la documentazione che voleva.’ dissi imbarazzata.
‘Io sono Kya, i titoli li usano gli incapaci.’ mi rispose col sorriso di chi ti sta prendendo in giro.
‘Va bene Kya, se li vuole guardare …’ continuai allungandole la cartella mentre Vittoria chiudeva la porta uscendo ridacchiando.
Lei prese i documenti senza dire nulla, così rimasi in piedi in attesa delle sue firme.
‘Sembra tutto a posto e poi l’avvocato sa fare il suo lavoro.’ disse come se stesse parlando da sola ‘E poi in ballo c’&egrave solo qualche milione di euro …’
Stavo perdendo la pazienza quando le sue parole mi lasciarono alquanto interdetta.
‘Mentre metto le firme fai qualche giro su te stessa.’
‘Scusa non ho capito.’ risposi perplessa.
‘Hai capito benissimo, gira su te stessa un paio di volte voglio guardarti bene.’
Pur non comprendo il perché feci quanto richiesto mentre lei si alzava e si metteva vicino a me.
‘Lo sai che sei una bella ragazza certo, non curatissima, ma con un gran bel potenziale.’ mi disse senza togliersi dalla faccia quell’ironico sorriso.
‘Grazie Kya, ecco non so che dire … anche tu sei una bella donna.’
‘Hai visto Vittoria ? Era come te, prima d’incontrarmi.’ continuò a dire mentre si mise a giocare col fiocco del mio vestito ‘Oggi gli uomini sbavano dietro di lei, certo i maschi non sono intelligenti per natura …’
Non sapevo che fare, quella donna ci stava provando con me !
Quello che più mi lasciava stupita, non era tanto il fatto che non mi conoscesse affatto, quanto che una bella donna come lei volesse me, una comune ragazza come se ne incontrano a centinaia in ogni strada.
Ma quando mise le sue labbra contro le mie mi lasciai andare senza pensarci, lasciandomi avvolgere dal suo odore, un misto di frutti esotici e birra scura. Le sue mani danzavano fra i miei capelli sfiorandomi il collo mentre i suoi baci si facevano sempre più insistenti, ma sempre a bocca chiusa. Sembrava quasi un gatto che giocava col topo chiuso in un angolo, fino a quando non allungai le mani e le aprii la giacca che lei fece cadere a terra. Sotto indossava un top chiaro che lasciava ben capire la mancanza del reggiseno, le aureole scure sembravano due frutti del peccato mal celati da quella sottile stoffa. Volevo spogliarla, vedere il suo corpo nudo ed assaggiarlo con la lingua, ma Kya mi fece fare mezzo giro per trovarsi alle mie spalle. Mi baciava sul collo, le mani mi palpavano il seno per poi correre su tutto il mio corpo ed esplorarne ogni anfratto. Stavo lentamente andando in estasi e non avevo la minima idea di dirle di smettere, lei mi aprì il vestito scoprendomi solo dalla vita in su, e fu forse un piccolo soffio d’aria più fresca a risvegliarmi. Mi girai cercando la sua bocca, la trovai aperta e non esitai a violarla con la mia lingua. Finalmente assaggiai la sua saliva che si mescolò subito alla mia, quasi non respirava per come ero attaccata a lei, ma non importava. Allungai una mano che finì dritta in mezzo alle sue gambe alzando di poco la sua gonna corta, ebbi solo il tempo per sentire il pizzo umido delle sue mutandine, che lei mi spinse contro la scrivania. Mi trovai sdraiata e Kya mi fu subito sopra, mi spostò il reggiseno per tuffarsi su un mio capezzolo già turgido e leccarlo tutto intorno, poi lentamente, troppo lentamente per com’ero eccitata, la sua lingua salì fino al mento per ricomparire fra le mie labbra.
‘Mi stai facendo impazzire.’ riuscii solo a dire riprendendo fiato.
‘Fra donne il tempo non conta.’ mi rispose sensuale ‘Noi possiamo non fermarci mai.’
Kya mi sfilò del tutto il vestito ed io tolsi del tutto il reggiseno, per un attimo vidi nei suoi occhi il desiderio d’avermi completamente, ma quello era anche il mio volere e così alzai la schiena per trovarmela di nuovo in piedi davanti a me. Ci scambiammo numerosi piccoli baci mentre le sfilavo il top scoprendole le piccole ma deliziose tette leggermente a pera che presi in mano per succhiarle.
Per qualche minuto Kya si lasciò andare gemendo sommessamente, però la tigre che era in lei uscì di nuovo libera e selvaggia. Mi ritrovai di nuovo sdraiata sulla scrivania con le sue gambe fra le mie, questa volta la sua bocca scese più velocemente dalla mia fino alle mie mutandine ormai fradice. Lei con calma le leccò gustandone il sapore prima di togliermele quasi con rabbia, mi aspettavo che si gettasse sulla mia fica gonfia, ed invece ritrovai le sue labbra all’interno delle cosce, che s’avvicinavo al centro per poi saltarlo sadicamente.
‘Ti prego non resisto …’ gemetti chiedendo quasi pietà.
Finalmente la sua lingua arrivò sul mio clito e fu come se il cervello m’esplodesse in mille pezzi.
Lo teneva stretto fra le labbra per tirarlo quasi dentro la bocca, poi m’allargava le grandi labbra per passarci pian piano la lingua in mezzo, e ricominciare da capo.
Non so neanche se ebbi un orgasmo oppure mille, ero completamente abbandonata a quel piacere senza fine che quella donna mi donava senza sosta, perdendo la cognizione del tempo. Kya era molto diversa da Cinzia, aveva dei ‘tempi’ tutti suoi come se i giri dell’orologio non avessero alcun senso d’esistere. Mi sentivo spossata ma piena d’energia allo stesso tempo, e quando lei si fermò non esitai a renderle, o almeno provare a farlo, tutto quello che m’aveva donato.
M’alzai in piedi cercando la sua bocca e la zip della gonna che lascia cadere a terra. Kya era ben proporzionata, con gambe lunghe e dritte, non magre ma toniche, e due estremità non certo da cinese, ma con quelli dubito che sarebbe mai rimasta in piedi.
La feci sdraiare sul tavolo da lavoro e la guardai meglio, era davvero una gran bella donna, perfetta nel suo essere femmina. Non aveva un corpo morbido come Cinzia, ma quasi duro, come se oltre che la vita l’avesse forgiato l’accetta.
Mi chinai con un misto di timore e devozione verso il suo seno per baciarlo dolcemente, volevo in cuor mio essere un po’ come lei, lenta e passionale allo stesso tempo, ma il suo odore sapeva troppo di sesso. Presi fra i denti un capezzolo per tirarlo verso l’alto fino a quando non le uscì un piccolo e sommesso gemito, allora lo lasciai per riprenderlo questa volta con le labbra e succhiarlo con amore.
Feci scivolare una mano sulle sue mutandine, le grandi labbra erano gonfie ed un mio dito ci passò più volte in mezzo facendola sussultare. Con studiata calma scesi dal seno all’ombelico per arrivare poi a quel pizzo pregno d’umori che avevo solo toccato. Spostai quel lembo di stoffa ricamata coi denti e finalmente mi ritrovai il suo sesso davanti agli occhi. Era completamente depilato e ciò esaltava ancor di più la sua forma decisamente particolare, due grandi labbra carnose e sotto poco più di un piccolo spacco dal quale emergeva quasi maestoso un clito di dimensioni notevoli.
Comincia a leccarle la fica facendo fare un paio di giri intorno a quel piccolo pene prima di risalire fino in cima e poi riscendere e ricominciare. Kya gemeva sempre di più riempiendomi la bocca del suo miele di fiori selvaggi, io godevo nel vederla così, sensuale e soprattutto mia. Finii per scoparla a colpi di lingua sino a farla venire mentre lei mi teneva a se prendendomi per i capelli. Dopo l’orgasmo mi tirò a se e mi sdraiai sopra di lei.
‘Ti voglio ancora.’ mi disse fra un bacio e l’altro.
‘Sono tua.’ risposi con un sussurro ‘Fammi ciò che vuoi.’
Mi ritrovai carponi sulla scrivania con Kya vicina che mi accarezzava la schiena come per tranquillizzarmi. Poi divenne un massaggio sensuale, la mani partivano dalle spalle per percorrere tutta la mia parte posteriore, arrivate alle natiche i pollici s’insinuavano nel solco fermandosi giusto un attimo sul buchetto per poi finire la loro corsa sulle cosce e risalire lungo i fianchi.
‘Cazzo fammi il culo !’ pensai fra me anche se ormai avevo capito che Kya non aveva fretta.
Solo quando mi aprì le chiappe e ci poggiò le labbra capii che quel lungo preliminare era concluso, la sua lingua penetrò la mia rosellina e scivolò sul mio fiore dischiuso in attesa del piacere. Mi leccò così facendomi ritornare in quel vortice di sensazioni provate poco prima, un lussurioso paradiso di puro sesso saffico.
All’improvviso mi prese per i capelli facendomi inarcare la schiena e due dita irruppero decise nella mia passera. Ebbi quasi un orgasmo, o forse arrivai all’apice del piacere senza neanche accorgermene. Kya mi masturbava quasi con ferocia, ma durò poco e la sua mano lasciò i capelli per accarezzarmi un seno mentre le dita si facevano più lente, ma non per questo meno piacevoli da sentire. Tornò poi selvaggia aggiungendo un altro dito e di nuovo dolce, e così fino a quando non venni urlando senza più controllo il mio piacere. Ma lei non mi diede tregua, con la testa sotto la mia passera e quelle dita pregne d’umori violarono il mio culo. Fu come se quei due sottili pezzi di carne s’allungassero lungo la mia spina dorsale per arrivare dritte al cervello ed esplodervi dentro, un nuovo piacere ancora più violento mi rapì spegnendomi la vista per un lungo attimo senza fine.
Quando aprii gli occhi la vidi seduta al mio fianco che mi toccava un braccio sorridente come sempre, ma questo non era il suo solito ghigno beffardo, ma uno sguardo carico d’amore.
Benché spossata la volli di nuovo e scivolai sul pavimento sotto di lei, le sue natiche dure e scolpite erano li vicino a me, troppo invitanti per lasciarle senza attenzioni. Si potevano prendere quasi una in ogni mano e non potei resistere alla tentazione di accarezzarle, toccarle, palparle. Ci poggiai contro un guancia e ne baciai una mentre con la mano sfioravo l’altra. Il buchetto di Kya era ben stretto chiaro segno di una poca propensione per la sodomia e decisi subito di non forzarla. Però lo leccai a lungo sentendo quasi sulla punta della lingua ogni sua piccola grinza. Poi la mano andò in mezzo alle sue gambe e rapidamente un paio di dita entrarono in quella fessura altrettanto piccola e stretta. Mi mossi con estrema calma come per volerle rendere quella sottile tortura a cui m’aveva sottoposta prima, ogni tanto sfilavo le dita per succhiarle ed assaporarne il sapore quasi per ritardarle l’inevitabile orgasmo.
Quando però vidi che stava venendo feci scivolare un dito in quel buchetto così invitante, lei inarcò la schiena lasciando un gridolino per poi riempirmi la bocca di quell’ambrosia di cui non sarei mai stata sazia, ma che non volli tenere solo per me.
Così mi alzai e la spinsi contro di me, bocca contro bocca, seno contro seno, fica contro fica.
Non fu un semplice bacio, ma uno scambiarsi il proprio sapore, un ultimo dono prima dell’inevitabile addio.
Senza dire nulla ci rivestimmo, Kya mi diede la cartella coi documenti, e solo prima che uscissi non solo dal suo ufficio, ma probabilmente dalla sua vita, mi rivolse la parola.
‘Se un giorno hai bisogno di un posto di lavoro vieni pure da me, di certo una donna come te non può non essere brava anche alla scrivania, magari in un ufficio tutto suo.’
‘Grazie.’ le risposi quasi scusandomi uscendo ‘Ma stai tranquilla che non ti dimenticherò in fretta.’
Tornando a casa ripensai a Kya ed a quello che mi aveva insegnato, mai avere fretta, e quasi non vedevo l’ora di raccontare tutto a Cinzia certa com’ero che lei non fosse del tutto all’oscuro delle tendenze sessuali della Dottoressa Boiro.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

Leave a Reply