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Racconti Erotici Lesbo

La storia di Monica – Cap. 5.7 – Il viaggio di nozze 2a parte

By 27 Luglio 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

L’incontro con Eva fu l’unica nota piacevole della mia prima settimana di viaggio di nozze. Purtroppo per me suo marito le stava sempre attaccato come un francobollo, rendendo così impossibile qualunque altro rapporto fra noi due. Non mi rimase così che dedicarmi alle varie ‘attività’ del resort, e decisi d’iniziare con una serie di massaggi rilassanti.
Per le prime tre sedute mi mandarono una donna asiatica, a dir poco brutta, che fra l’altro parlava pochissimo, ma in compenso molto brava con le mani.
Alla quarta seduta mi ritrovai davanti un bel ragazzo, del tipo ‘palestrato ma non troppo’, che mi fece venire fin da subito più d’un cattivo pensiero.
Durante il massaggio scoprii che si chiamava Ken ed era canadese, che si era trasferito li come lavoratore stagionale, anche se gli sarebbe piaciuto rimanere ben più della durata del contratto, ma soprattutto che non aveva nessun legame fisso.
Non so il perchè, ma passai quasi tutto il resto della giornata a pensare a lui, in special modo a come dovesse esser appagante dal punto di vista sessuale. Cercai quasi di ricordarmi il passare delle sue mani sul mio corpo, lanciandomi in un sogno senza fine su noi due avvolti dal piacere sopra il tavolo dei massaggi. Finii col ritrovarmi poco prima di cena, dentro la vasca a masturbarmi come un’ossessa, infilandomi non so quante dita dentro la passera, pensando al mio bel canadese che mi possedeva nelle più diverse posizioni, fino a riempirmi col suo seme.
Il giorno seguente mi preparai al massaggio come se dovessi incontrare un’amante.
Mi feci un lungo bagno usando diversi oli profumati, che donarono alla mia pelle una lucentezza diversa dal solito. Mi truccai con cura, facendo in modo che sembrassi una donna ‘acqua e sapone’, ma esaltando allo stesso tempo i lineamenti del viso ed il contorno delle labbra.
Quando arrivò Ken indossavo solo una corta vestaglia di raso viola, che ben lasciava in mostra le mie gambe, ed ebbi quasi fretta di mettermi sulla panca per il massaggio. Mentre mi posizionavo rimanendo nuda, con solo un asciugamano a coprirmi il sedere, lui si girò dandomi le spalle, ma ebbi quasi la certezze che mi stesse osservando attraverso un piccolo specchio che aveva di fronte.
Ken iniziò col massaggiarmi le gambe, e sperai fin da subito che togliesse l’asciugamano per toccarmi il sedere, e dar via a quel rapporto che desideravo con tutta me stessa. Quando invece le sue mani passarono dalle cosce alle spalle, compresi che dovevo esser io a fare il primo passo, e non mi rimase che aspettare il momento giusto.
Quando poi mi chiese di girarmi e srotolare un po’ l’asciugamano, in modo da coprirmi dal seno al pube, decisi che non avrei aspettato neanche cinque minuti. Così seguii le sue indicazioni, ma non appena le sue mani risalirono sino alle ginocchia, tirai il alto l’asciugamano, lasciando scoperta in modo inequivocabile la passera.
“Sono dieci giorni che non scopo e credo che la mia fica abbia proprio bisogno di un bel massaggio.” gli dissi aprendo un po’ le gambe.
Lui non disse nulla, ma semplicemente allungò le mani dalle caviglie sino all’inguine, per poi passare i pollici sulla parte più esterna delle grandi labbra, facendomi uscire dalla bocca un piccolo gemito. Con una lentezza quasi esasperante, si spostò per mettersi alla mia destra, e poggiare un dito proprio sopra il clito, che iniziò a massaggiarmi delicatamente, facendomi eccitare a dismisura.
Quando poi m’aprì la passera per passarci dentro la lingua, iniziai a godere a tal punto d’avere un orgasmo che mi spezzò il fiato.
“L’astinenza non ti fa bene.” mi disse sorridendo forse sorpreso anche lui dalla mia reazione ai suoi sapienti tocchi “Dai girati che voglio scioglierti un po’ altrimenti vieni subito un’altra volta.”
Mentre mi mettevo a pancia sotto, mi sentii quasi in imbarazzo per aver avuto quell’orgasmo così precoce, ma poi mi bastò risentire le sue dita sulla passera, per lasciarmi nuovamente andare. Quando poi la sua bocca si poggiò sul mio buchetto, sentii chiaramente i miei umori colarmi lungo le cosce, e pensai solo a godere. Ken mi leccò con calma ogni poro del mio ano, e solo quando decise che era ben bagnato, c’infilò delicatamente un dito dentro.
“Sei ancora troppo tesa.” mi disse prima di far cadere dell’olio vicino al mio buchetto.
Questa volta il dito scivolò dentro con molta più facilità, ma lui non era ancora contento, tant’è che quasi mi sodomizzò col collo della bottiglietta dell’olio, per ungermi ancora di più.
“Ora si che ci siamo.” sentenziò infilandomi nel retto gli indici delle due mani.
Avrei voluto supplicarlo di scoparmi senza più alcun indugio, ma quel ditalino anale era così piacevole, che non osai dire nulla, lasciando che mi facesse ciò che voleva. Solo quando agli indici aggiunse anche le dita medie, provai per un attimo del leggero dolore, ma mi bastò abituarmi a quella presenza per ritornare a rilassarmi abbandonandomi al piacere. Ken alternava le quattro dita al solo pollice, accompagnandolo però ad un vigoroso massaggio della passera, che per certi aspetti era meglio di una scopata.
Ebbi un secondo orgasmo, questo molto più piacevole anche perchè quasi ‘aspettato’, che lui mi fece gustare sino alla fine, rallentando sempre più i movimenti delle mani, che infine lasciò immobili sulle chiappe.
“Vieni qui.” gli dissi battendo la mano sulla panca proprio sotto il mento “Vedi a me piacciono le cose dure e belle grosse.”
Ken si mise davanti a me per darmi un bacio in bocca fin troppo casto, poi gli abbassai i pantaloni e le mutande, per tirar fuori una mazza di notevoli dimensioni. Senza dire nulla passai la lingua intorno alla cappella, per passarla poi più volte lungo tutta l’asta, prima di farla scivolare fra le mie labbra vogliose. Il canadese cercò di darmi un ritmo, ma ben presto si rese conto che ero molto più veloce di ogni suo desiderio, e come avevo fatto prima io, si lasciò andare, godendo della mia bocca.
La mia voglia di cazzo prese ben presto il sopravvento su qualunque altro pensiero, così lo feci sdraiare al mio posto, per impalarmi sul suo pene senza più alcun pudore.
Quell’asta entrò in me fin troppo velocemente, tanto che poco dopo ebbi un altro orgasmo, con lui che mi guardava incredulo.
“Ma tuo marito non ti scopa mai ?” mi chiese con un certo sgomento.
“Lascialo perdere, ora voglio pensare solo a te.” gli risposi alzandomi per girarmi e dargli così le spalle.
Afferrai nuovamente il suo bel cazzo, ma questa volta non l’indirizzai verso la passera, ma direttamente verso la porta del peccato, che lui aveva così ben aperto poco prima con le dita. La mazza mi scivolò nel retto quasi senza trovare alcun attrito, facendomi godere fin da subito.
Iniziai a cavalcarlo a ritmo serrato, come se davvero fossi rimasta in astinenza di sesso non da giorni, ma da anni. Tutto ciò però non mi bastava, era come se mi mancasse quel qualcosa in più che rendeva unico un rapporto. Mi portai una mano sulla passera cercando così ancora più piacere, ma dopo un iniziale momento di quasi estasi, tornai all’insoddisfazione di prima.
“Alzati e mettiti sulla panca.” mi disse Ken distogliendomi dai miei folli pensieri.
Obbedii e dopo che anche lui s’alzò, mi misi carponi sulla panca, allungando subito una mano sulla micia, quasi per impedirgli di scoparmi. Lui comprese i miei desideri e mi sodomizzò con forza, anche perchè oramai il mio ano era dilatatissimo. Nonostante mi fossi comportata da gran puttana, sbattendogli la fica in faccia, e dandogli senza problemi anche il culo, Ken non fu realmente brutale, o almeno non come Stefano quando m’aveva quasi violentata il giorno delle nozze. Scoprii quasi con sgomento, che quel trattarmi da donnaccia mi mancava, quando cioè non avevo più limiti e tutta la mia lussuria aveva la sua valvola di sfogo. Iniziai così a spingere anch’io cogliendo di sorpresa il ragazzo, che sicuramente pensò che fossi una ninfomane ormai senza freni.
“Ma quanto ti piace il cazzo ?” mi disse sbattendomi con tutta la sua forza.
“Tanto peccato che tu ne abbia solo uno.” gli risposi infilandomi quattro dita a cuneo nella fica.
“Domani porto un amico così vediamo se ti bastano due cazzi.”
“E io un’amica così ci divertiamo ancora di più.” dissi pensando ad Eva che certamente avrebbe accettato la mia proposta.
Ken continuò a fottermi senza darmi un attimo di respiro, ma del resto anch’io non desideravo altro che farmi inculare da un vero maschio come lui. Quando comprese che stava venendo mi fece inginocchiare davanti a lui, per poi tenermi ferma la testa con una mano mentre si segava coll’altra.
Il suo seme m’arrivò direttamente sul viso, facendomi sentire una vera troia, e solo quando finì di sborrare, mi spinse il membro in bocca dicendomi di pulirglielo.
“Davvero vuoi fare una cosa a quattro ?” mi chiese mentre si rivestiva.
“Si c’è solo il problema dell’altro cornuto, ma magari mi puoi dare una mano per risolverlo.” gli risposi pulendomi la faccia.
Gli spiegai brevemente la situazione di Eva, dopodiché lui mi propose un’idea che trovai non solo facilmente realizzabile, ma anche sicura sotto tutti i punti di vista.
Mi lasciò mentre mi rimettevo la vestaglia viola senza neanche salutarmi, ma del resto di lui non m’interessava certo l’educazione o la dialettica, ma qualcosa di molto più materiale.

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