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Racconti Erotici Lesbo

La vergine e la puttana

By 4 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Come spesso succede tutto nacque per caso.
Avevo voglia di fare due chiacchiere inutili e chi meglio della mia amica di sempre Lory poteva prestarsi a questo mio bisogno ?
Così andai a prenderla all’uscita della scuola nella quale insegnava per proporle un aperitivo. Quando la vidi le feci un cenno colla mano al quale rispose facendomi capire di pazientare un attimo. Stava parlando con una donna, pensai una sua collega, molto bella anche se non faceva nulla per metterlo in mostra.
Quando arrivò da me ci salutammo con un semplice bacio sulla guancia, ma non potei fermare la mia innata curiosità.
“Dimmi chi era quella li ?”
“Chi la vergine di ferro ?” mi rispose sorridendo.
“Come la chiamiate non lo so, però ha un suo fascino.”
“Lascia perdere che &egrave tempo sprecato. Se &egrave vergine passati i trenta non &egrave normale.”
“Dai non esagerare come al solito, magari non sarà maiala come te…” le dissi facendole l’occhiolino.
Lory si fece seria prima di dirmi un “Guarda che non sto scherzando” che mi lasciò stupefatta.
“Però se vuoi i particolari l’aperitivo lo paghi tu.” concluse prendendomi il braccio.
Una volta sedute al nostro solito bar, lei cominciò a spiegarmi quello che sapeva.
“Per prima cosa si chiama Sabrina, ha trentadue anni e non hai mai avuto un rapporto completo. Certo qualche volta c’ha anche provato, ma &egrave sempre scappata prima che qualcuno la facesse diventare donna. So che &egrave timidissima e si confida con me credendomi una santa, e detto fra noi anche per questo dimostra di non capirci nulla.”
“Magari &egrave lesbica e non te lo vuol dire.” chiesi sempre più interessata.
“Ti piacerebbe vero ? Ed invece no anche se crede che con una donna magari sarebbe più facile, però torniamo a monte, lei non si sblocca e se uno l’avvicina scappa.”
“Potresti mandarmela al consultorio, di li a costo di chiuderla dentro a chiave, non scappa.” dissi ben sapendo che era una cavolata.
“Pensa che il massimo me l’ha detto qualche giorno. M’ha confessato che vorrebbe trovare una ‘puttana lesbica’ perch&egrave crede che pagando si liberebbe dei suoi fantasmi. Ora dimmi che non &egrave scema.”
“Magari lei &egrave scema, ma tu di certo sei stronza.” le dissi con tono molto serio.
“E perch&egrave ?” mi rispose stupita
“Perch&egrave se vuole una da pagare gliela trovo subito, eccola !” continuai facendo seguito alle parole coi gesti, indicando me stessa con le mani.
“Serena a te l’alcool fa male, tu non ti sei mai prostituita.”
“Ma lei mica lo sa, quindi domani o quando la vedi le dici che una tua amica t’ha raccontato d’essere andata con una puttana specializzata in donne sole. Di certo vorrà sapere di più ed a questo punto tu lei darai il mio numero ed il gioco &egrave fatto.” dissi come se fosse la cosa più semplice del mondo.
“Serena lo sai che a volte mi fai paura ? Sembri uno di quei personaggi diabolici da soap opera, solo che tu sei vera !”
“Lory io sono un genio, tu no.” le dissi per farla arrabbiare.
“Ok genio paga gli aperitivi e aspetta la chiamata. Ma coi soldi che ti darà mi porti a cena al mare o giuro che ti strozzo.” mi rispose ridendo.
“Certo e poi cosa farei senza di te.”

Due giorni dopo Lory mi chiamò per dirmi che aveva parlato con Sabrina e che questa s’era dimostrata molto interessata a conoscere la prostituta lesbica. Mi raccontò anche che le aveva chiesto un contatto e che lei glielo avrebbe fatto avere al più presto.
Passarono altri tre giorni quando, poco prima di cena, suonò il mio cellulare. Il numero che comparve non era fra quelli in memoria, ma subito pensai a Sabrina.
“Pronto.”
“Pronto, parlo con la signora Serena ?” rispose timidamente una vocina decisamente molto timida.
“Si sono io chi parla ?” chiesi con tono che reputai ‘professionale’.
“Mi scusi se la disturbo, mi chiamo Sabrina ed il suo numero mi &egrave stato da un’amica. Ecco io volevo chiederle se &egrave possibile … cio&egrave vorrei sapere se lei …”
Capii subito che se non intervenivo lei avrebbe tergiversato col rischio che chiudesse la telefonata, così presi io l’iniziativa.
“Diciamo che vuoi incontrarmi o sbaglio ?”
“No non sbaglia, vorrei vederla, ecco lei ha centrato il punto.”
“Senti Sabrina per prima cosa diamoci del tu, poi io sono libera sabato, per l’orario fai tu.”
“Certo va benissimo facciamo alle tre, solo come funziona, ecco io sono un po’ inesperta di queste cose.”
“Vengo io da te , solo devi dirmi che tipo di rapporto vuoi.”
Mi resi conto che m’ero calata completamente nella parte, e ciò mi divertiva moltissimo.
“Perch&egrave che tipi ci sono ?” mi chiese dimostrando tutta la sua inesperienza.
“Dalla tua risposta posso capire che per te sia la prima volta con una donna quindi direi che un rapporto base, senza eccessi, sia l’ideale. Se poi cambi idea non c’&egrave problema, porto sempre qualcosa di speciale.”
“Si si hai ragione, ma dimmi per il prezzo ?”
In quel momento mi resi conto che avevo pensato a tutto tranne che ai soldi, insomma non essendo mai andata a puttane non potevo neanche sapere quanto costassero. Poi pensai alla cena che avrei dovuto offrire a Lory e chiesi 150 euro, cifra che lei accettò senza dire nulla.
Finita la conversazione mi misi a ridere da sola pensando allo scherzo che stavo facendo a quella donna, ma anche alle risate che mi sarei fatto a cena con Lory che di certo avrebbe voluto tutti i dettagli.

Il sabato, subito dopo aver pranzato, iniziai a prepararmi per quello strano incontro piena di dubbi. Cosa mettere ?
Come comportarmi, aggressiva o dimessa ?
Andare subito al sodo o tergiversare ?
Alla fine pensai che Sabrina voleva si una puttana, ma soprattutto una donna con la quale a suo modo aprirsi, così scelsi un abito intero a fiori ed un completo intimo nero poco appariscente. Visto che era arrivato il primo caldo non indossai le calze, scelsi dei sandali con un bel tacco, ed una volta riempita la borsa di giochini erotici, mi recai a casa di Sabrina.
Il suo appartamento era in un quartiere periferico, costruito negli anni del boom economico, ma il palazzo era tenuto molto bene mascherando l’età. Arrivai con pochi minuti di ritardo, e la voce che mi rispose al citofono trapelò un’attesa non certo tranquilla.
“Sabrina ?” chiesi dopo aver suonato.
“Si sei Serena ?”
“Si a che piano sei ?”
“Terzo aspetta ti apro.”
Una coppia d’anziani stava uscendo dall’ascensore proprio mentre ero nell’ingresso del palazzo, non so perch&egrave mi salutarono come se fossi una personalità importante, e risi di questo mentre salivo al suo piano. Non feci in tempo a suonare il campanello che lei m’aprì.
“Serena prego accomodati.” mi disse affacciandosi alla porta.
L’appartamento era fin troppo sobrio, minimalista quasi all’eccesso, però ben pulito ed ordinato.
“Scusami ma non sono abituata a ricevere persone in casa mia.”
Il suo tono era quasi imbarazzato, quasi avesse paura di far vedere che un’estranea entrasse in quel guscio che era la sua dimora.
“Lascia perdere ho visto di peggio, solo sediamoci, penso tu voglia dirmi qualcosa o vuoi iniziare subito.”
“No parliamo prima, vedi per me &egrave tutto così strano …”
Non la feci finire che la portai su di un piccolo divano dove ci sedemmo ovviamente molto vicine.
Sabrina parlò ininterrottamente per almeno un quarto d’ora raccontandomi le sue ‘esperienze’, ma soprattutto le paure che da sempre la bloccavano. E più parlava e più ero attratta da questa donna di certo unica per l’estrema timidezza, ma piena d’una umanità rara ai giorni nostri.
Alla fine le feci un’unica domanda, la sola che mi sembrasse logica.
“Sabrina perch&egrave hai scelto una donna per sverginarti ?”
Lei strinse le spalle e prese un bel respiro.
“Perch&egrave ho sentito che fra donne c’&egrave più dolcezza e tu non mi fai paura. Non che voglia offenderti ma sei più o meno come me, insomma normale.”
“Senti ho capito tutto o almeno lo credo, sappi che mi potrai fermare in qualunque istante, non voglio fare niente che tu non voglia.”
“Va bene però intanto eccoti i tuoi soldi.” mi disse tirando fuori alcune banconote dalla tasca del giacchino che indossava “Se poi ne vuoi altri non c’&egrave problema, chiedili senza esitare.”
Presi i soldi che misi in borsa provando un po’ di pena per quella donna, ma era venuto il momento di muoversi.
“Dimmi solo che ti piaccio.” le chiesi prendendole la mano e portandola sopra il mio ginocchio facendo risalire di poco il vestito.
“Si sei molto carina.” mi rispose facendo rossa in viso.
“E allora dimostramelo.”
Feci passare una mano dietro la sua nuca e lentamente avvicinai la sua bocca alla mia. Quando entrarono in contatto trovai la sua leggermente aperta e le succhiai piano il labbro inferiore, sino a quando non l’aprì di più. Allora la mia lingua cercò la sua, certo inesperta ma desiderosa d’imparare. Mi sembrò quasi di tornare indietro nel tempo, alle mie prime esperienze saffiche con la loro goffaggine adolescenziale, ma anche con tutta la tenerezza dei primi passi nel mondo del piacere.
Quando mi staccai da lei vidi un sorriso radioso, come se il muro di ghiaccio che lo ricopriva si fosse sciolto come neve al sole.
“Vuoi andare sul letto ?” le chiesi sussurrando vicino al suo orecchio.
“Si.”
La presi per mano e lei mi portò nella sua camera che sembrava più appartenere ad una ragazzina che ad una donna. C’erano bellissime bambole un po’ ovunque anche se sistemate con ordine e cura e quasi mi venne da ridere quando notai quanto la tappezzeria somigliasse molto al mio vestito.
Mi sfilai il vestito che lasciai a terra e come m’avvicinai a lei la trovai dura come una statua, di nuovo preda delle sue paure.
“Sabrina forse &egrave meglio che prima tu faccia qualcosa a me, così vedrai che non c’&egrave d’aver paura del piacere.” le dissi cercando di sbloccarla da quello stato.
“Si hai ragione, solo non so cosa fare.”
Metto la borsa sul letto e ne tiro fuori un piccolo dildo che do a Sabrina, poi mi sdraio sul letto e l’invito a mettersi vicino a me.
“Serena che ci devo fare ?” mi chiede come se in mano avesse un oggetto alieno.
Le prendo la mano col dildo e la porto sopra la mia passera e lei pian piano iniziai a muoverla da sola. Mi eccita più il suo imbarazzo che quello che fa realmente, ma capisco che non &egrave il caso di fare le brave maestrine e che &egrave meglio fingere un certo piacere per toglierle la paura. Mi sfilo le mutandine e lei rimane sorpresa dal fatto che sia completamente depilata.
“E più comodo ed igienico e poi si lecca meglio.” le dico ridendo “Ora però baciami come prima perch&egrave ti voglio.”
Questa volta la sua bocca era già ben aperta quando tocco la mia, e lo sfiorarsi delle lingue molto più passionale. Sabrina lasciò presto il dildo per toccarmi il sesso usando le mani, e se era un’imbranata in tutto, non lo era certo con le dita. Ne faceva passare uno in mezzo allo spacco mentre le altre massaggiavano le labbra, sfiorando in continuazione il clito. Di certo non aveva passato la vita a chiedersi a cosa servisse la fica oltre che per urinare, ed ora mi donava tutta la sua esperienza nella masturbazione. La fermai solo per toglierle il giacchino e la camicetta mettendo alla luce un seno florido, coperto solo da un intimo dozzinale. Poi la lasciai fare per un po’ abbandonandomi a quelle sapienti mani, ma non potevo certo fermarmi li.
“Sabrina ora leccami mentre mi masturbo col dildo, voglio che tu veda che non fa male, anzi provoca molto piacere.
“Si va bene.” mi rispose eccitata.
Il dildo mi scivolò dentro in un attimo anche perch&egrave era decisamente piccolo, e cercai d’affrettarmi ad avere un orgasmo. Ma la sua lingua venne inaspettatamente in mio soccorso. Mi succhiava il clito come un’assatanata, nonostante l’inesperienza, fino a che non venni cercando d’amplificare al massimo il mio piacere.
“Adesso tocca a te.” dissi decisa.
Sabrina ebbe un attimo di tentennamento, ma poi si fece spogliare mostrando un bel corpo che però curava poco. Le gambe erano mal depilate e in mezzo alle gambe aveva un’autentica foresta, ma non potevo fare la schizzinosa, in fondo ero una puttana !
La feci sdraiare e mi misi sopra di lei ricoprendola col mio corpo. Dopo alcuni baci molto lunghi comincia a scendere fermandomi subito sul suo bel collo affusolato e sui seni, che liberati all’aria sembravano ancora più grandi. Giocai con la lingua coi suoi capezzoli e l’ombelico prima d’arrivare a quel pelo folto che trovai bagnatissimo. Cercai di farmi un po’ di spazio in mezzo a quella peluria per poterla leccare meglio, non fu certo facile ,ma ci riuscii con un’abbondante dose di pazienza. Sabrina gemeva ad ogni passaggio della mia lingua e sentii che stava per venire. Allora mi fermai e presi dalla borsa un piccolo vibratore dotato di stimolatore clitorideo, di quelli che normalmente si chiamano in gergo coniglietti. Senza darle il tempo di dire nulla inizia a penetrarla e non riuscii ad arrivare fino in fondo che ebbe un violentissimo orgasmo. Sperai che i muri non fossero sottili perch&egrave lei urlò a pieni polmoni mentre stringeva le gambe intorno al mio viso. Poi quasi svenne rilassandosi completamente, ma non era mia intenzione finirla li. Così aspettai che si riprendesse del tutto per farle la mia proposta.
“Senti Sabrina, sei una bella donna solo non capisco perch&egrave non curi un corpo così. Se vuoi di ti una mano per renderti ancora più bella e desiderabile.”
“E’ che non avendo una vera vita a certe cose non fai più caso, però hai ragione, dimmi solo quant’&egrave per il disturbo.”
“Lascia perdere i soldi, andiamo in bagno piuttosto che voglio fare un bel lavoro e quindi ho bisogno di tempo.”
Per fortuna portavo con me un epilatore perch&egrave da lei trovai solo delle lamette usa e getta ed un bomboletta di schiuma da barba. Le depilai ascelle e gambe che poi feci aprire per arrivare alla ‘foresta nera’. Li diedi una prima sfoltita con le forbici, poi usai l’epilatore ed infine l’insaponai per bene per usare la lametta e lasciarle solo una striscia di pelo intono allo spacco. La feci lavare per bene e le massaggiai la passera con una sua crema.
“Sei proprio una bella fica da scopare !” le dissi con un sorriso mentre ammiravo il frutto delle mie fatiche.
“E perch&egrave non lo fai ?” mi rispose sgattaiolando in camera da letto.
Quando la raggiunsi era distesa con le mani sopra la testa, disponibile come non lo era mai stata in vita sua, ma soprattutto lo era per me. Tirai fuori dalla borsa i tre strap-on che mi ero portata dietro i li misi davanti a lei.
“E’ giusto che scegli tu.”
Lei prese quello medio pregandomi però di far piano.
“Stai tranquilla, basta che ti rilassi e pensi solo a godere.”
Fu lei stessa ad aiutarmi ad indossarlo mettendosi poi a ridere perch&egrave non aveva mai visto una donna col cazzo. Mi sdraiai al suo fianco e cominciai a baciarle e toccarle tutto il corpo, sentendo crescere in lei l’eccitazione. Ma soprattutto potei apprezzare lo scorrere dei suoi umori fra le sue grandi labbra sino al buchetto e non potei resistere a bere quel nettare. Sabrina però non voleva dei lunghi preliminari, ma un rapporto completo così mi sedetti mettendo le spalle sul testa letto e le dissi di mettersi sopra di me.
“Perch&egrave ?” mi chiese stupita.
“Così sentirai meno male, ma stai tranquilla che dopo ti scopo come si deve.”
Lei si sistemò su di me e puntò la punta del fallo contro l’apertura della passera, ed iniziò una lenta penetrazione mentre io la stringevo a me. Sentivo le sue smorfie di dolore ma cercai di rilassarla dandole dei baci sul collo e mordendole piano le orecchie sino a quando non capii che era entrato tutto.
“Vedi che non &egrave stato difficile.” le dissi guardandola negli occhi “Ora muoviti e prenditi tutto il piacere che vuoi.”
Mentre le mi cavalcava con sempre più foga, io m’avventai su quei seni così belli, palpandoli e succhiandola senza tregua. Sabrina ebbe un primo orgasmo che la bloccò ma io volevo vederla godere ancora. Così senza sfilare il fallo, la sdraiai sulla schiena mettendomi sopra di lei e presi a scoparla con una rara passione.
“Sii mi piace … ti prego non smettere mai … finalmente godoo !” cominciò ad urlare.
“E chi si ferma ! Voglio vederti donna fino in fondo piccola mia.”
“Mm com’&egrave bello … come ho fatto a perdermi tutto questo per tutti questi anni.”
Vedevo gli orgasmi che uno dopo l’altro le si stampavano in faccia, ed ogni volta le sue gambe stringevano le mie per poi allargarsi e chiedermi d’andare avanti. Mi fermai solo quando mi ritrovai senza forze dopo averla fatta venire per l’ennesima volta.
Con le ultime forze mi sfilai lo strap-on e mi sdraiai al suo fianco mettendo il fallo fra le nostra bocche.
“Leccalo, &egrave il tuo piacere, senti com’&egrave dolce.” le dissi a bassa voce.
Sabrina seguì il mio consiglio per poi fermarsi a guardarmi, senza però dire una parola, così fui io a rompere quel silenzio.
“Qualcosa non va ?”
“No &egrave stato splendido solo che vorrei vederti godere.” mi disse dandomi un bacio.
“E come vuoi farlo ?” le chiesi curiosa.
“Beh vorrei usare quello.” mi rispose indicando lo strap-on “Solo non so usarlo bene come te, anzi non lo so proprio fare.”
“E dov’&egrave il problema ? Alzati in piedi che te lo metto.”
Le fissai con cura la protesi per poi mettermi carponi.
“Prendimi da dietro, &egrave più facile e se proprio non ci riesci mi muovo io.”
Ma lei invece di scoparmi cominciò a leccarmi la passera come una presa dalla frenesia dei pazzi, sembrava quasi la volesse mangiare ma riuscì lo stesso ad eccitarmi oltre ogni misura.
“Dai fottimi ! Fallo ora !” le urlai vogliosa.
“Si, si ora lo faccio.”
Sabrina puntò la cappella di silicone all’entrata della mia fica, poi iniziò a spingere piano tenendomi per i fianchi. Entrò in me con incredibile dolcezza e cominciò a fottermi con molta calma, forse troppa, vista la mia voglia. Così presi a spingere anch’io non capendo che per lei quello era già un buon ritmo.
“Dai Sabrina spingi di più.” le dissi per essere sicura che non avesse paura di farmi male.
“Si però ti voglio toccare tutta !”
Allora decisi che in fondo stavo facendo la puttana e che dovevo andare dietro ai suoi desideri. Così inarcai la schiena e le presi le mani che portai una sul mio seno e l’altra direttamente vicino al clito.
“Mi vuoi ? Eccomi sono tua.”
Le sue mani divennero una nuova fonte di piacere, sia quella che giocava coi miei capezzoli, sia quella che strizzava il mio bottoncino con fare esperto. Solo quando capì che stavo venendo mi fece abbassare le spalle e mi scopò con una certa forza, procurandomi un bellissimo orgasmo.
Ci ritrovammo sul letto l’una vicina all’altra, stanche ma felici, lei per aver sconfitto i suoi fantasmi, ed io per averla aiutata in quel compito. Dopo qualche chiacchiera iniziai a rivestirmi e lei mi colse di sorpresa con una domanda che non m’aspettavo.
“Senti quand’&egrave che ci possiamo rivedere ?”
Ebbi un attimo di smarrimento, di certo non volevo dirle chi ero realmente e che tutto era nato per scherzo, così cercai una difficile via di fuga, ma che era anche l’unica che mi venisse in mente.
“Mai, (perché) !” le risposi decisa.
“Come mai più ! Non capisco, ho sbagliato qualcosa ?” mi chiese incredula.
“No non hai sbagliato nulla e poi non si può neanche fare con una come me. Solo tu volevi toglierti le tue paure e l’hai fatto, che ci sia voluta io non vuol dire nulla. Ora devi vivere, hai già bruciato troppi anni e non devi ripetere gli stessi errori. Cercati un uomo che ti possa voler bene e se scopri che fare sesso con loro non ti piace, bah cercati una donna. Ma non spendere dei soldi per comprare quello che puoi avere gratis e con in più dei sentimenti che io non ti posso dare.”
Sabrina rimase immobile, mi sembrò quasi che stesse piangendo, ma invece dopo un po’ mi fece un gran sorriso che mi rasserenò non poco.
“Hai ragione, e sei una gran donna credimi, potevi approfittare della situazione ed invece mi hai detto quello che non ho mai voluto sentire o capire.”
C’abbracciammo a lungo prima che me ne andassi via da quella casa lasciando una donna ben diversa da quella che avevo conosciuto entrandoci.

La settimana seguente pagai la cena a Lory, la quale non credette molto al mio racconto. Ma si ebbe a ricredere quando, dopo qualche mese, vide Sabrina insieme al suo fidanzato, un bell’uomo che di certo avrebbe apprezzato il suo candore.

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