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Racconti Erotici LesboTrio

L’amica lesbica

By 28 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia moglie lavora per il Comune, &egrave coordinatrice delle iniziative per gli asili nido della città e spesso incontra operatrici culturali che si occupano dell’infanzia.
Una sera tornando a casa più tardi del solito, mentre si toglieva i sandali che mettevano in risalto i suoi bei piedi, curatissimi come sempre, esordì dicendo che finalmente aveva incontrato una ragazza in gamba, nettamente superiore alla media e veramente appassionata di bambini, come lei insomma.
‘Dicono che sia lesbica, ma a vederla &egrave l’emblema della femminilità, tra l’altro molto raffinata’
A quelle parole mi si alzarono le antenne ed anche qualcosa di altro. E’ sempre stata una mia fantasia il sesso a tre con due donne’
Ma mia moglie che ha sempre le antenne ritte e sembrò leggermi nel pensiero, guardandomi divertita, aggiunse:
‘Guarda che le lesbiche, almeno quelle vere, disdegnano proprio il cazzo, anzi non lo sopportano proprio, quindi non farti venire idee strane”
‘Scusa cara, ma la maliziosa sei tu, io non ho detto nulla, hai fatto tutto da te’
‘Quindi intendi dire che non ti interessa più la tua fantasia del sesso a tre, che mentre scopiamo ti fa venire l’uccello più duro e mi fai dire le solite porcate, con l’altra che mentre mi scopi ti lecca il culo etc etc?’
‘Se fai così mi viene duro e poi mi devi accontentare”
‘Ok lasciamo perdere che devo preparare la cena, magari dopo cena facciamo qualcosa’
Quando diceva così voleva dire che aveva più voglia lei di me ed infatti durante la cena dalla sua canotta da casa potei più volte notare i suoi capezzoli ritti con lei che ancheggiava stranamente andando dal tinello alla cucina. A me nel frattempo era venuta un’erezione spaventosa e anche dolorosa, alla semplice idea di sfregargli il cazzo sui capezzoli e schizzarle il mio sperma in faccia, come spesso amavamo concludere le nostre scopate.
Appena finito di cenare, fu lei a prendere l’iniziativa:
‘Guardiamo un filmino?’
‘Sicuro’
‘Fammene vedere uno con il sesso a tre’ disse con un lampo starno negli occhi.
Armeggiai un po’ e ne trovai uno in cui una ragazza spompinava il suo ragazzo e un’altra ragazza, peraltro fantastica, si sditalinava sul divano di fronte a gambe spalancate.
Poi il ragazzo si accucciò davanti e cominciò a leccare la fica, mentre le due si guardavano languidamente.
A quel punto, per il dolore, dovetti tirare fuori il cazzo e subito mia moglie iniziò a carezzarlo languidamente, prima si infilò il pollice in bocca e poi lo sfregò sul filetto. Dalla cima dell’uccello, quasi subito, iniziò a uscire un rivolo di presperma e lei si affrettò a spargermelo sulla cappella che diventò paonazza dal piacere.
‘Se fai così ti vengo in mano ‘
‘Brutto porco non ti azzardare!’ E così dicendo staccò la mano dalla mia fava durissima e cominciò a spogliarsi. Prima si tolse la canotta, mettendo in mostra la sua terza piena con i suoi capezzoli rosa, meravigliosa. Si avvicinò e mi disse:
‘Leccami i capezzoli, maiale! Guarda come gocciola il tuo cazzone’ Godeva tanto a farsi leccare i capezzoli, &egrave una delle sue zone erogene preferite e quindi iniziò a smaniare, ruotando il bacino in modo provocante.
Quindi mentre le leccavo i capezzoli con una mano aperta le strusciavo la fica da sopra le mutande, che trovai zuppe di umori, era super eccitata, molto eccitata.
‘Vorresti che ci fosse qui una porca a vederci, vero? E magari a farti una pompa mente mi lecchi le tette!’
‘Siiii, vorrei schizzarle in gola un litro di sborra e poi vedervi baciare tra di voi mentre vi passate lo sperma’
‘Sei un vero maiale! Vuoi vedere una foto della Lucia, la ragazza che ho conosciuto oggi, così mi dici se la chiaveresti, brutto porco!’
Così prese il cellulare e me lo passò con lo sguardo a troia. Mia apparve l’immagine di una ragazza veramente bella, occhi scuri e capelli castani lunghi lisci, con un paio di occhiali leggeri da vista, che la rendevano ancora più intrigante. In un’altra foto era insieme a mia moglie in piedi mentre parlavano e notai subito il suoi sandali con tacco alto e il tallone scoperto, come piace a me.
‘Porco, lo vedo che le stai guardando i piedi, sono belli vero?’ E così dicendo mi prese il cazzo tra i piedi iniziando una sega fantastica, mentre io continuavo a scorrere le foto. Poi si avvicinò a me e guardammo insieme le foto mentre ci leccavamo la lingua a vicenda e lei mi leccava i capezzoli.
‘Ti piacerebbe che fosse lei a leccarti i capezzoli, vero maialino? E deve essere anche brava visto che sicuramente le lesbiche si leccano i capezzoli dalla mattina alla sera’
Stavo impazzendo.
‘Basta, ora ti chiavo!’
La spinsi giù sul tappeto, le misi un cuscino sotto la schiena e gli infilai il cazzo dentro.
‘Bravo Luca, dammelo tutto, questo cazzoneeee! Mettimelo fino alle palle. Ti piacerebbe che Lucia fosse qui e ti infilasse la lingua su per il buco del culo, che ti inculasse con le sue dita affusolate e ti facesse leccare i suoi piedi bellissimi, vero porco?’
Stavo per venire, non ce la facevo più, continuavo a sentire la lingua di quella ragazza, che mi leccava il culo, me in realtà volevo che lo facesse mia moglie’.
Così glielo sfilai, con suo grande disappunto e perentorio le dissi.’
‘Si vorrei che mi infilasse la lingua nel culo, ma ora fallo te, ti prego!’
Senza scomporsi minimante si avvicinò, mi fece mettere sulla schiena e tirare le gambe indietro fino quasi a poggiare i piedi sulle mie spalle e così mi trovai con il buco del culo in piena vista.
‘Che maiale sei, te lo sei almeno lavato per bene?’ E mentre lo chiedeva si abbassò velocemente cominciando a leccarmi il culo con la lingua a punta, voleva infilarmela dentro, stavamo impazzendo tutti e due.
‘Sono una troia, guarda come come ti inculo con la lingua, ma non venire maiale’
‘ Non vengo porcona , ti voglio venire in faccia’
‘E magari vorresti sborrare in faccia anche a Lucia, vero?’
‘Si, mi piace un sacco, la voglio chiavare insieme a te, la voglio sentire venire con il cazzo dentro”
‘Allora chiavami subito’.
Mi salì sopra e cominciò a scorrere su e giù sulla mia pancia mentre mi slinguava a mille.
‘Sto per venire, Luca, sto per venire, sborra anche tu, vienimi dentro’
Cacciò un urlo disperato ed io schizzai nella sua fica come un idrante, sentii almeno sei o sette schizzi che partivano.
Eravamo distrutti. Dopo un interminabile silenzio, Carla sentenziò.
‘Se ci fa questo effetto, solo a pensarla, dobbiamo davvero provare a portarla da noi’
La serata di sesso con mio marito mi aveva sinceramente stravolto, soprattutto in relazione alla fantasia di fare sesso a tre con Lucia. Non che fino ad allora non avessimo avuto fantasie varie, ma per la prima volta queste fantasie erano associate ad un volto ed a una persona vera, esistente e raggiungibile’.
Io ho trentatré anni e mio marito trentacinque, non abbiamo figli e vogliamo goderci la vita e come per tutti il sesso &egrave molto importante a tale scopo.
Comunque la mia curiosità, già presente fino dal primo incontro con Lucia, aumentò al massimo. Dovevo sapere tutto di lei, oltre a quanto già noto e cio&egrave che aveva ventinove anni, era lesbica e conviveva con una professoressa di un liceo classico. Fisicamente era tanta roba, bellina di viso, alta 1.65, con due belle gambe slanciate, fianchi perfetti ed un seno bellissimo, più piccolo del mio, ma una seconda piena che trasmetteva sesso puro.
Quando veniva in Comune, con quel suo incedere reso naturalmente flessuoso dai sandali con il tacco, più di un maschietto si voltava rapito, e alcuni talmente rapiti che non si curavano nemmeno di non farsene accorgere. Insomma per farla breve una gran figa. Ma era lesbica e qui stava il nocciolo della questione o meglio qui stava il mio interesse’.
Intanto, approfittando del mio ruolo, trovai il modo di vedere la sua compagna, la famosa professoressa di lettere del liceo. Rimasi attonita: praticamente un uomo vestito da donna, sui quaranta, completo giacca e pantaloni beige di gabardina, una camicia blu scura ed una cravattina rossa improbabile, senza seno e addirittura le scarpe a punta con le stringhe! Ma, dico io, come faceva Lucia a stare con quella lì!?
Però quando me la presentarono mi resi conto che aveva un fascino magnetico, sia per come parlava sia per il suo modo di guardare, sembrava un maschio alfa, insomma mi sentii immediatamente intimidita, messa sotto.
Intanto mi fissava il seno con grande naturalezza e la mia maglietta nera con scollo a v sotto il tailleur rendeva il solco tra le mie tette abbronzate, bello evidente. Mi guardava quasi irridendomi, come se pensasse già a me come un oggetto sessuale , da leccare tutta, partendo dai miei meravigliosi piedini con le unghie smaltate rosso fuoco. Mai un uomo mi aveva guardata così. In un attimo, come in un flash improvviso, me la vidi addosso mentre mi leccava i capezzoli e mi infilava la lingua in bocca. Cazzo mi stavo bagnando le mutandine.
Per l’imbarazzo che provai rischiavo di essere sgamata da quella virago e così estrassi il telefono e inventai una chiamata in ingresso che non c’era, spostandomi dal suo raggio visivo. Cazzo se mi ero eccitata, avrei voluto masturbarmi subito.
Comunque ripresi il controllo e fatte le dovute (inventate) proposte di coordinamento mi congedai rapidamente.
Tornai in ufficio agitatissima: se quello era il tipo di donna che Lucia amava, ero in grossa difficoltà, io ero l’opposto, oltre a godere con il cazzo in tutti i modi, amavo essere dominata e trattata come troia, volevo essere sottomessa sessualmente, fare godere il mio maschio. Dovevo trovare una strategia, ma quale?.
Intanto fissai un incontro con Lucia per i laboratori della nuova stagione che partivano a settembre.
Al solito arrivò facendo incetta di sguardi vogliosi, ma come sempre senza apparentemente curarsene.
Notai che si era messa una catenella alla caviglia e sinceramente, non la facevo adatta a lei, anche se quella caviglia così sottile era perfetta per quel ninnolo dorato. Mi sentii una strizzata al ventre notevole’
Anche lei si curava molto i piedi e le unghie, smaltate però di blu con i brillantini. Notò il mio sguardo, un po’ troppo insistente e mi chiese :
‘ Che c’&egrave, non ti piace il blu sulle unghie? Ho voluto cambiare e me lo sono dato anche sulle mani’.
‘No, no &egrave che non ci ho ancora fatto l’abitudine, io sono ancora per il classico rosso, al massimo un bordeaux non troppo scuro’.
‘Classica insomma, ed infatti sei sempre elegante e porti bene tutto’.
‘Grazie del complimento, ma anche te sei sempre in tiro, qui i maschietti mi hanno subissato di richieste sul tuo conto..’
A queste parole avvampò, avevo centrato il bersaglio!
L’imbarazzo era evidente, ma sembrò voler sviare il discorso, si spostò i capelli lisci su un alto e si sedette cambiando il discorso.
A questo punto dovevo scegliere, o lasciavo cadere il discorso in modo signorile oppure calavo il mio poker.
Scelsi la seconda via, procedendo con un grande tatto:
‘Scusa se mi permetto, ma se dobbiamo lavorare insieme preferisco togliere qualsiasi imbarazzo o malinteso e farti sapere che sono a conoscenza del tuo rapporto con la professoressa Giunti, e non solo non ti giudico, ma la mia stima professionale nei tuoi confronti non &egrave cambiata di una virgola, devi credermi’
‘Grazie Carla, non &egrave da tutti andare al nocciolo in questo modo, ma mi hai tolto un bel peso, non &egrave facile sai, sempre guardare gli altri e capire quello che sanno o quello che pensano di te. Ormai ho quasi trenta anni, tuttavia ancora stento ad abituarmi alla mia diversità’.
Sinceramente queste sue parole mi fecero tenerezza, così dolce e quasi indifesa, nelle mani di quel maschiaccio della professoressa..Così aggiunsi:
‘E poi ti devo dire che ho conosciuto la professoressa proprio la settimana scorsa’.
‘Ah si? E che effetto ti ha fatto?’
Non potevo dirle che mi aveva quasi spogliata e scopata con lo sguardo, ma dovetti sinceramente ammettere che mi aveva colpito:
‘Ha un gran fascino, &egrave magnetica’
‘Ed &egrave una gran donna, con una cultura infinita , piena di interessi ed a dispetto del suo apparire, ha una grande sensibilità’
‘Si vede che ne sei innamorata, basta guardarti mentre ne parli’
‘Grazie, queste parole mi fanno un grande piacere, vuole dire che per te avere davanti una lesbica non &egrave un problema’ E diventò tutta rossa.
‘Ma proprio no, nessun problema, non ho mai avuto pregiudizi sulla sessualità delle persone, e poi qualche volta capisco perché le donne diventano amanti, con tutta la prevedibilità che il sesso etero contiene’.’.
Lo dissi ridendo, ed anche mentendo, perché a me il cazzo piace davvero parecchio, ma dovevo in qualche modo accendere il suo interesse.
‘Perché dici così? Forse non sei soddisfatta di quello che hai? Non mi sembrerebbe a vederti sempre così solare, quasi raggiante’
‘No, non dico questo, la mia vita sessuale &egrave buona, solo che delle volte la sessualità maschile &egrave troppo prevedibile e qualche volta se mi avvicino a mio marito solo per coccolarlo, lui si eccita quasi subito e finisce che facciamo sesso. A volte mi perito a spogliarmi davanti a lui quando andiamo a letto, basta che veda qualcosa e quasi mi salta addosso. Non dico che non mi piaccia, ma però”
‘Non credere che fra donne sia molto diverso, tutto dipende dalla personalità di ognuna e da come vive il sesso..’ Mentre diceva questo accavallò due volte le gambe, mostrandomi le sue belle cosce tornite ed abbronzate, come se non trovasse la posizione. Che si stesse eccitando?
Sicuramente con quei discorsi Lucia si era eccitata, lo denotava anche un lieve rossore sulle guance e una agitazione sulla sedia abbastanza inusuale, però preferii evitare di spingere troppo sull’acceleratore e portai il discorso sul lavoro, cosa che sembrò fare piacere anche a lei, perché la vidi tranquillizzarsi.
Comunque sia il nostro rapporto, dopo quella riunione, cambiò radicalmente e diventammo di fatto amiche. Non era infrequente che ci sentissimo per telefono anche solo per salutarsi e scambiare due chiacchiere o chiedere consigli su come procedere in certi lavori. Ma, almeno per me non era amicizia, io volevo fare sesso con lei e poi con lei insieme a mio marito. Spesso fantasticavo e vedevo lei a gambe aperte che si faceva un ditalino, mentre io spompinavo mio marito e poi passavo a leccare la sua fica ed anche il suo buco del culo e poi tornavo a fare la pompa a mio marito, alternando le due cose, fino a quando non prendevo una enorme schizzata in bocca e versavo lo sperma nella sua fica tenuta aperta dalle sue dita smaltate di blu. Una mattina dovetti andare in bagno a farmi un ditalino acquattandomi a gambe larghe sulla tazza, respirando un evidente odore di piscio, cosa che aumentò ulteriormente la mia eccitazione. E venni un sacco, soffocando i miei gemiti e bagnando la tavoletta, mentre immaginavo lei in ginocchio sul pavimento piscioso che si bagnava il viso con i miei umori.
Alla fine arrivò l’occasione che aspettavo, la mia pazienza fu premiata anche se ancora non immaginavo come.
‘Ciao Carla, come va?’ mi sentii telefonare di prima mattina.
‘Tutto bene, come mai così presto?’
‘Volevo invitarti a cena da me stasera, anche perché Giulia vuole conoscerti, dopo che le ho parlato tanto bene di te. Inoltre si ricorda di te e del colloquio che avete avuto al liceo’.
A quelle parole, immediatamente ebbi una fitta di eccitazione al basso ventre. Che avevano in mente? Forse niente, ma io dubitavo che l’invito fosse a caso.
Quando a pranzo lo dissi a mio marito, vidi subito il suo interesse accendersi, visto che era a conoscenza del mio piano.
‘Guarda che stasera ti scopano” Vidi subito il suo sguardo da porco.
‘Può darsi, ma io sono tranquilla, devono scoprirsi loro. E poi se qualcuno mi scopa sarà sicuramente la Professoressa, perché Lucia non credo pensi a me in quel senso. Forse mi vuole fare scopare da Giulia, questo potrebbe essere.’
‘Che ne dici se scegliamo insieme la tua biancheria intima per l’occasione?’
‘Sei proprio porco’
‘Si lo sai, ma ti piaccio così, vero?’
Si avvicinò a me e mi infilò una mano su per la gonna palpandomi il culo con grande trasporto.
‘Giù le mani, che dobbiamo lavorare! Che ne dici di questo completino di pizzo nero? Molto classico e non si sbaglia mai, con il nero’
‘Provatelo un po’, così ti do un giudizio più preciso” Già sapevo come sarebbe andata.
Mi tolsi maglietta e gonna con studiata lentezza, poi mi sfilai le mutandine, appoggiandomi alla spalliera del letto e sollevando il culo.
‘Che gran fica sei! Mi fai arrapare come una bestia!’
‘Non ci vuole molto a farti arrapare, soprattutto se io voglio FARTI arrapare, sei proprio un maialino’
Mi guardai la sottile striscia di pelo nero che sovrastava le grandi labbra completamente esposte e mi trovai porca, molto porca. Volevo che Luca godesse, volevo la sua sborra in bocca ed in faccia, mentre io non dovevo venire, dovevo mantenermi eccitata per la cena.
‘Vieni qui, tira il fuori il tuo cazzo’
In un attimo lo tirò fuori e subito si piazzò davanti alle mie gambe aperte, proprio di fronte alla mia fica coperta appena dalle mutandine di pizzo.
‘Guarda come &egrave grassa la tua fica’ E prese la mia polposa fica tra pollice ed indice, stringendola e torcendola, ‘
‘Aaahhh, fermo, stai fermo, non voglio venire. Dammelo in bocca’
Io con la schiena appoggiata sulla testiera del letto, Luca si mise in piedi con la fava ormai durissima davanti alla mia bocca e me la cacciò dentro tenendosi saldo alla parete con le mani aperte. Mi chiavava la bocca e lo spingeva di lato allargandomi la guancia.
‘Come godo, sei troppo bella e troia, ti piace il mio cazzo?’
‘Si, &egrave bello il tuo cazzo, &egrave un gran cazzo. Godimi in bocca’ Cominciai a tirargli una sega mentre lo leccavo avidamente tenendo la lingua fuori e strusciandoci sopra il suo filetto, su e giù, su e giù.
‘Aaaahhh, vengoooo, succhialoooo tutto!’
Il primo schizzo lo presi in bocca, ma poi me lo puntai in faccia continuando a segarlo e un diluvio di sperma mi investì. Occhi, naso, capelli. Mi grondava dal mento sul seno e fino sulle cosce. Ero fradicia di sperma.
Luca quasi era in preda agli spasmi e si buttò giù sul letto a corpo morto, con la fava ancora in erezione.
Così mi buttai sopra di lui e gli feci un altro pompino, stavolta con violenza, fino a quando venne ancora chiedendo pietà.
‘Allora, questo completino non credo sia più il caso, alle lesbiche la sborra fa schifo, guarda come &egrave macchiato del tuo sperma’ Direi di fare una doccia e poi si guarda.
Passai il resto del pomeriggio a curarmi i piedi e le mani, smaltandomi le unghie di un rosso fluo un po’ da troia, ma comunque che andava bene per lo scopo che mi ero prefissa. La Professoressa avrebbe capito al volo cosa mi aspettavo da lei e da Lucia. Per il vestito scelsi un abito completo nero con disegni floreali lungo appena sopra al ginocchio e dei sandali neri di tela con una bella zeppa di corda.
Mi girai di fronte allo specchio, mentre mio marito completamente nudo a gambe larghe sul letto, si godeva il mio défilé davanti allo specchio.
‘Stasera le farai impazzire, vestita così, sei bellissima. Mandami un messaggio e se puoi qualche foto su whatsapp.’
‘Caro ti ho appena fatto due pompini e già pensi a farti le seghe?’ Risi sguaiatamente sollevandomi il vestito per fargli vedere il mio culo sodo che allargavo con le mani mentre mi piegavo in avanti. Mi sentivo proprio troia’.

Un’ultima attenzione alle mie splendide gambe abbronzate che rendo lucenti con l’olio di mandorla e alle 20.00 esco in uno stato d’animo a metà tra la tensione e l’eccitazione, chissà come andrà a finire questa serata’
Mi viene ad aprire Giulia, che stavolta &egrave molto più sciolta e femminile con un paio di jeans ed una camicetta bianca tenuta fuori ed ai piedi due ballerine blu. E’ sempre un po’ mascolina, ma mi sorprende.
‘Grazie, ma davvero non dovevi portare niente’ dice gentilmente mentre le passo una bottiglia di Muller Thurgau, da mettere subito nel freezer.
‘Lucia &egrave ancora in doccia e siamo indietro con la cena. A proposito non ti dico di metterti comoda, perché sei bellissima così, quel vestito ti sta divinamente’. Mi spoglia con il suo sguardo magnetico, ecco il primo attacco’
Giulia torna in cucina e sento alcuni rumori dalla zona notte, quando si apre la porta ed entra Giulia, rimango a bocca aperta: indossa un vestito intero nero, scollatissimo per essere senza reggiseno, con ai piedi solo infradito nere, i capelli ancora bagnati raccolti con un semplice nastro rosso. Ma non avevo ancora visto la parte dietro, uno spacco vertiginoso che praticamente le arrivava allo spacco dei glutei. Cazzo se era aggressiva.
Ai piedi il solito smalto blu, come alle mani. Mi bacia dolcemente sulle guance e subito le vedo il seno nudo solo abbassando lo sguardo. Incomincio a bagnarmi.
Poi va di là anche lei dicendo di accomodarmi che tra poco avremmo cenato.
Devo dire che una volta a tavola, la mia tensione si stemperò quasi del tutto, perché furono veramente carine, Giulia soprattutto era di una simpatia travolgente, con battute sempre sagaci e originali. Lucia stravede per lei e la guarda con un’ammirazione sconfinata. Fatto sta che senza parere Lucia mi riempie sempre il bicchiere e praticamente fa in modo che il Thurgau lo beva tutto io, visto che la Prof non beve. Ma forse lo volevo anche io
A fine cena sono praticamente brilla, tanto che un po’ barcollo e cerco il braccio di Lucia per arrivare al divano.
‘Vi aiuto a sparecchiare’ dico in modo velleitario.
‘Stai ferma lì, che sei ospite’ ribatte gentile Lucia.
Così mi metto comoda ed accavallo le gambe, scoprendo generosamente le cosce lucide.
Poi di getto mi tolgo i sandali di tela, desiderosa di avere sui piedi aria fresca.
‘Brava Carla, hai fatto bene a toglierti i sandali, hai dei piedi bellissimi’ dice Giulia mentre mi porta una tazzina di caff&egrave e si side accanto a me, togliendosi anche lei le ballerine.
Arriva anche Lucia e si siede sulla poltrona davanti a noi. Ma non accavalla le gambe, mette i piedi sulla poltrona e si tira comodamente i ginocchi affiancati verso il busto, poggiandoci sopra il mento.
Solo che in quella posizione le si vedono chiaramente le mutandine di pizzo bianco ed il rigonfio della sua fica perfettamente in rilievo.
Incomincio a fremere. Lei si accorge del mio imbarazzo e riporta giù le gambe.
E’ Giulia a scatenare la tempesta.
‘Senti Carla, mi &egrave venuta un’idea bislacca, ma visto i piedi bellissimi che hai, potresti provarti un paio di sandali con i tacchi che ho regalato a Lucia? Lei dice che sono troppo da zoccola e non vuole portarli’
Inizialmente rimango basita, ma poi un po’ perché sono brilla ed un po’ per vanità, accetto.
Giulia li va a prendere, poi si accuccia ai miei piedi e dolcemente li alza e m infila quelle scarpe di vernice lucida con un microscopico laccetto e tacco a punta dodici. Altro che da zoccola, quelle sono sandali da troia di strada!
‘Prova a camminare un po’, insomma facci una sfilata di moda’ ride Giulia, mentre Lucia &egrave vistosamente arrossita.
Mi alzo, poco sicura su quei tacchi a spillo, e inizio a camminare goffamente.
‘Fantastica’ esclama Giulia ormai completamente su di giri.
Poi fa una cosa che mi sconvolge, una cosa da uomo: sempre seduta, mi ferma e mi alza il vestito, mettendo in mostra le mie cosce.
‘Che splendore, hai due cosce da urlo e poi le mutandine rosse!’ L’eccitazione mi ubriaca del tutto.
‘Togli il vestito e sfila in intimo, tu sei una modella da intimo’
Senza risponderle obbedisco e lentamente con fare da troia mi tolgo il vestito.
Ora sono oscena, con reggiseno e mutandine di pizzo rosso e scarpe da puttana di strada.
Ricomincio a camminare lentamente e vedo che Lucia, senza parere si &egrave rimessa con e ginocchia unite e si sta sfiorando le mutandine.
L a serata &egrave partita. Giulia si alza e si toglie la camicetta, mettendo in mostra il suo seno rigoglioso coperto da un normale reggiseno bianco. Si avvicina, mi prende per le spalle ed inizia a ballare languidamente appoggiando il suo seno al mio, senza alcun imbarazzo.
‘Hai il seno più bello che abbia mai visto, senza offesa Lucia, non sei d’accordo?
Lucia come in trance, risponde, anzi ordina’ Toglile il reggiseno, voglio vederlo!’
Con grazia Giulia mi sfila il reggiseno e mi guarda staccandosi da me.
‘Che splendore, cara, hai due tette splendide!’ Con lentezza allunga una mano e mi accarezza il seno, facendo passare il palmo sui capezzoli, che si induriscono istantaneamente. Sotto sono già un lago.
‘Vieni cara siediti sul divano’
Si mette accanto a me e lentamente avvicina le sue labbra alle mie, con dolcezza. Mi sfiora soltanto, a lungo, mentre mi passa il pollice su un capezzolo. Sto perdendo la testa e lei lo vuole. Così tiro fuori la lingua e le carezzo le labbra con grande lascivia.
Davanti a noi Lucia a gambe larghe si sta sfregando la fica da sopra le mutandine e geme, mugugnando frasi sconnesse.
‘Si sto godendo, fate le troie’
Ormai io e Giulia siamo partite. Si toglie i jeans e comincia a leccarmi i capezzoli, mentre sposta le mutandine e mi fa un ditalino con una maestria incredibile, nemmeno io sono così brava a farmeli.
Lucia allora toglie il vestito e si mette accanto a me. Mi bacia con una foga incredibile, mi succhia letteralmente la lingua e poi lecca l’altro capezzolo, ma in modo diverso, più aggressivo, me lo morde fino a farmi male.
Io sto impazzendo e decido di dare una cosa incredibile. Le fermo tiro fuori il cellulare.
‘Voglio mandare una foto a mio marito, continuate a leccarmi!’
Scatto qualche foto in quella posizione oscena a gambe larghe, mentre mi leccano i capezzoli e mi fanno un ditalino.
In quel momento mi sale un orgasmo pazzesco e vengo soffocando le mie grida. Guardo la mano di Giulia che la solleva trionfante, completamente bagnata, fino al polso e addirittura gocciolante e per terra c’&egrave un lago. Ho squirtato. Quasi mi vergogno, ma non mi interessa, ho goduto troppo.
‘Vorrei mandare un whatsapp a mio marito, posso?’
La prof recupera il suo aplomb e mi dice ‘Solo se non si vedono le nostre facce, sai io non voglio alcun rischio’
Scorriamo le foto fatte e ne scegliamo una perfetta, nella quale i loro visi sono completamente coperte dai capelli.
Sparo il messaggio a Luca e ci baciamo dolcemente a tre lingue mentre ci tocchiamo dappertutto
Dopo qualche minuto il suono di un messaggio ci distoglie. E’ un video.
Luca si sta masturbando con forza, mostrando il suo cazzo enorme dal basso e poi gli parte uno schizzo lunghissimo che si stampa sulla sua spalla, seguito da altri meno lunghi, ma ancora notevoli, mentre urla il suo piacere.
‘Ahhhhh, vengo, sei la più bella, mi fai godereeee’
Lucia stravolta, lo fa ripartire e si accarezza la fica con violenza, fino a godere senza ritegno davanti a noi.
‘Vengoooo, si vengo, che cazzo ha tuo marito!’
Finita la situazione non resisto e le chiedo.
‘Non credevo ti piacesse il cazzo’
‘E infatti non le piace più, ma prima di scoprire la sua vera natura, qualche uomo se lo &egrave fatto’ risponde serafica Giulia.
‘E’ vero, ma non ho mai conosciuto nessuno con un cazzo così e quando &egrave venuto in quel modo mi ha impressionato’.
‘Bene a sapersi, chissà’.! ‘ rispondo io ridendo.

Quando &egrave arrivata Carla io stavo ancora facendo la doccia, ma appena entrata in soggiorno quando ho visto come era vestita e lo smalto rosso fluo sulle unghie ho capito subito che piega avrebbe preso la serata.
Giulia, al solito brillantissima, con le sue battute ha reso meno tesa la situazione ed io ho fatto in modo che Lucia si scolasse quasi l’intera bottiglia di Thurgau. Infatti ad un certo punto, con un gesto abbastanza fuori luogo, si &egrave tolta i sandali di tela mettendo in mostra i suoi meravigliosi piedini con lo stesso smalto rosso fluo, ma soprattutto uno stacco di cosce favoloso.
A questo punto ho incominciato a sentire un piacevole languore fra le cosce ed ho iniziato a sfregare lentamente gambe per darmi un po’ di sollievo. Poi non ce la facevo ed ho tirato su le gambe a piedi nudi, appoggiando il mento sulle ginocchia, solo che ho notato lo sguardo di Carla fra le mie gambe ed ho capito che così stavo mettendo praticamente in mostra le mutandine di pizzo bianco ed il pacco della mia fica, così le ho rimesse subito giù con un certo imbarazzo.
Ed ecco che Giulia, con la scusa dei suoi bellissimi piedi, se ne esce con la richiesta di provare i sandali tacco dodici da troia che usiamo per giocare fra di noi. Sfacciata, ma geniale, tenuto conto che Carla &egrave quasi ubriaca e ragiona con difficoltà.
Incredibile, ma vero, Carla accetta e Giulia con grande delicatezza, ma con lo sguardo da porca che ormai conosco molto bene, le ha infilato i sandali di vernice nera ai piedi, non tralasciando di farle delle leggere carezze..
Carla, insicura sui tacchi a spillo, ha iniziato a sfilare, cercando goffamente di non cadere, ma allo stesso tempo di essere una modella ‘credibile’.
Ed ecco il lampo che scatena il diulvio: Giulia come se nulla fosse, le alza il vestito e le scopre le cosce fino all’inguine e vedo spuntare delle mutandine rosse di pizzo, veramente da troia. Dopo un’esclamazione di sorpresa e gioia, Giulia le dice di sfilare con indosso il solo intimo e Carla, oramai partita, si sfila il vestito lentamente a mo’ di una vera maiala.
Quando sculettando inizia a camminare, mettendo in mostra il un culo da favola con un paio di mutandine di pizzo rosso alla brasiliana ed un paio di tette splendide, appena coperte dal reggiseno di pizzo rosso, con quei sandali &egrave veramente oscena.
Non resisto più e mi tocco la fica con le punta delle dita da sopra le mutande senza più pudore, in modo da godere di quella vista.
Giulia si alza e comincia a ballare cone lei cingendole le spalle, si toglie la camicetta e sfrega le sue tette su quelle di Carla.
A quel punto io mi sto facendo un vero e proprio ditalino, scosto l’elastico delle mutandine e mi infilo due dita dentro, sfregando il palmo della mano sul clitoride. Giulia dice che &egrave il più bel seno che ha visto ed io allora le intimo:
‘Toglile il reggipetto, voglio vederlo!’
Giulia esegue ed appaiono veramente delle tette spettacolose, una terza piena con due capezzoli rosa scuro contornati da una areola appena più chiara.
Si mettono a slinguarsi sul divano o meglio Carla infila la lingua in bocca a Giulia, mentre io in piena trance da godimento, quasi mugugno:
‘Si sto godendo, fate le troie’
Non c’&egrave bisogno di dirlo, lo fanno già. Giulia lecca un capezzolo a Carla e le sta facendo un ditalino dei suoi, &egrave la più brava del mondo a farli, nemmeno io riesco a farmeli come me li fa lei.
Basta, devo partecipare, mi spoglio tutta e mi sposto sul divano accanto a Carla a leccare l’altro capezzolo, con Giulia che continua il suo ditalino, fra i gemiti di Carla, che ad un tratto ci sorprende del tutto, vuole fare delle foto della scena. Capirò subito dopo perché.
Prende lo smartphone e scatta alcune foto mentre noi continuiamo a leccarla e baciarla come fossimo possedute dal demonio. Io le succhio la lingua emettendo un rumore di risucchio osceno.
E lei viene, viene o meglio squirta, come una fontana, soffocando le grida in gemiti lunghissimi.
Giulia alza sorridente il braccio bagnato fino al gomito dagli umori di Carla, tanto che quando appoggio un piede a terra sento che si bagna di brutto e vedo che si &egrave formato un vero e proprio laghetto. Cazzo che sbrodata ha fatto!
&egrave stravolta a gambe larghe sul divano, con il viso rosso, ma trova comunque la forza di chiedere il permesso di inviare le foto a suo marito (subito mi venne in mente che le avrebbe usato per farsi le seghe, Carla ha sposato un segaiolo, pensai con disgusto.
Giulia, sempre sul pezzo, prima di inviare una foto volle vederle una per una ed anche giustamente, che donna!
Dopo questo siparietto riprendiamo a baciarci, ma stavolta a tre lingue, e vedo Giulia infilare la lingua nell’orecchio di Carla come a volere entrare nella sua testa, mentre le mette indice e medio bagnati di lei in bocca, per farseli ripulire. Io nel frattempo dovevo venire presto o sarei impazzita
Il suono di un messaggio sullo smartphone di Carla ci distoglie da quella libidine di baci, morsi e leccate.
Carla: ‘E’ un video’
Lo apre e cosa si vede? Un uomo sulla trentina che si masturba violentemente a mano piena, ma soprattutto un cazzo enorme, ma veramente bello, con una cappella più grossa del fusto, ma proporzionata e con la pelle lucidissima, segno di un’erezione imponente. Prima di rendermi conto di essere lesbica, qualche ragazzo lo ho avuto, ed uno pensavo fosse ben dotato, ma in confronto non era niente. Insomma un cazzo più bello di quello di Rocco, più grosso di diametro e perfetto nella forma. Se &egrave un segaiolo, &egrave un gran bel segaiolo penso con libidine.
Qualche altro secondo di su e giù e poi un urlo, con uno schizzo di sperma che si solleva violento fino a prendergli una spalla e poi altri quattro o cinque meno violenti, ma comunque sempre lunghi e densi.
Rimango rapita, quindi le strappo il telefono di mano e mi masturbo con violenza mentre rivedo il video, fino a venire urlando proprio mentre veniva anche lui e penso che avrei voluto essere lì con lui per prendere in bocca quella cappella e succhiarla tutta fino a farlo sbrodare un’altra volta nella mia gola.
Carla non può non notare tutto ciò e quando le faccio presente che non avevo mai visto un cazzo simile, conclude, ridendo, con un ‘Bene a sapersi, chissà!’…

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Cazzo che serata! Carla aveva appena goduto con un ditalino, bagnandomi fino al gomito e Lucia era venuta masturbandosi sul video che il marito di Carla aveva mandato a sua moglie mentre si stava facendo una sega con tanto di sborrata colossale.
Sinceramente il fatto che Lucia si fosse così interessata al cazzo del marito di Carla, mi aveva fatto un po’ incazzare, ma ero talmente eccitata che me ne fregai, d’altra parte ero l’unica che non aveva goduto.
Lucia era a gambe larghe sulla poltrona con i piedini nudi a terra sul lago fatto dallo squirting di Carla che a sua volta era a gambe aperte sul divano con la faccia rossa, stravolta dal piacere provato.
Ora toccava a me.
‘Aspettate qua e non vi muovete!’ Ordinai risoluta.
Quindi andai in camera, dove indossai calze e reggicalze nere, misi un paio di sandali rossi tacco dodici e tirai fuori dal primo cassetto un cazzo di gomma da 20 cm che indossai con l’apposito accessorio. Ora avrebbero visto cosa vuole dire essere lesbica.
Entrai, così in soggiorno, trionfante a cazzo ritto, mentre mi accarezzavo le tette.
Carla rimase attonita, mentre Lucia sorridente, mi si fece incontro e mentre mi baciava, cominciò a masturbare il cazzo con grande lascivia.
‘Cosa ci vuoi fare con questo cazzone?. Ci vuoi chiavare, vero?’
‘Vedremo se lo meriterete, voglio vedervi fare le troie! Mettetevi accanto sul divano e fatemi vedere i vostri culi!’
Carla e Lucia si misero a pecora sul divano, appoggiando la faccia sullo schienale.
‘Ora allargatevi le chiappe, voglio vedervi il buco del culo, forza troie!’
Le due non fecero storie e così la mia eccitazione andò alle stelle, quando vidi le loro unghie laccate che allargavano i glutei e facevano apparire le increspature del buchino. Quello di Lucia perfettamente depilato, quello di Carla, un pò più scuro e con una piccola presenza di peli, ma si vedeva che ci era passato almeno un cazzo’
‘Ora vi voglio vedere lingua contro lingua, senza infilarla in bocca, avanti leccatevi la lingua!
Le due, a lingua completamente fuori, presero a slinguarsi e piano piano a mugolare il loro piacere.
‘Ora vi leccherò il culo, avvicinate le chiappe, troie!’
Appena le loro natiche si toccarono presi a leccarle e poi cominciando da Lucia a passare la lingua sul buco del culo, alternando le passate e contemporaneamente infilai due dita nelle loro fiche. Cercavo di infilare la mia lingua dentro al loro culo, mentre gli allargavo le chiappe al massimo.
Era una masturbazione feroce, ma quando vedevo che una stava per godere, tiravo fuori le dita. Le volevo fare impazzire perché poi mi facessero godere ancora di più.
Lucia in particolare, stava impazzendo:
‘Basta, sei cattiva, fammi venire!’
‘Zitta, puttana, tu hai già goduto guardando un uomo sbrodare, non meriti niente!’
‘Carla leccati il dito medio e poi ficcalo in culo a Lucia e tu Lucia, fai altrettanto a lei’
Era uno spettacolo: le dita affusolate di Carla con quello smalto rosso fluo che accarezzavano il culo di Lucia prima di infilargli dentro il dito medio e incominciare un su e giù sfrenato, mentre la mai Lucia faceva altrettanto..
Ma la troiaggine di Carla mi fece impressione, quando tirò fuori l’indice dal culo di Lucia e se lo infilò in bocca leccandolo con gusto per poi porgere la lingua a Lucia, mormorando:
‘Senti il gusto del tuo culo, maialina’. Le due si stavano slinguando con gli occhi aperti, guardandosi come solo due troie possono fare.
A quel punto non mi potei più trattenere e senza preavviso misi il cazzo nella fica di Carla, che era un lago, iniziando a stantuffarla come una furia. Lucia, sapeva già cosa fare, scese dal divano e mi si sdraiò sotto le gambe leccandomi la fica grondante. Mi leccava e mi infilava tre dita dentro, poi quattro e poi cercò di infilarci tutta la mano.
‘Si chiavami tutta, sono una troia’ gemeva Carla, in preda ad un orgasmo che però non volevo farle avere.
Così lo tirai fuori, grondante di umori, con suo grande disappunto.
‘Che cazzo fai, sei una puttana!’
‘Zitta e fammi un pompino, lo so che ti piace fare i pompini, stai zitta e leccami la fava, come se fosse quella di quel cornuto di tuo marito, perché lo sai che stasera lo hai fatto cornuto, vero?’
Come stranita da quelle parole Carla si inginocchiò davanti a me e si mise a leccare il cazzone di gomma, mentre con le dita mi pizzicava i capezzoli.
Lucia stava ormai fistandomi da sotto, ma non riuscivo a godere, così mi alzai e mi misi seduta a gambe larghe con i piedi sul divano , invitando le due a leccarmi la fica insieme.
Fu così, mentre tiravo una sega al cazzo, che le due mi fecero venire alternando le loro lingue e le loro dita nella mia fica, ormai tutta appiccicosa, tutte le mie cosce erano appiccicose.
‘Vengooooooooooooo, si vengoooooooo, ahhhh, come godo, troie, godoooooo!
E strinsi le cosce per fermarle perché il piacere si era fatto insopportabile, non potevo più sopportare alcun contatto sulla mia fica.
‘Ora mi farai venire con quel cazzone, vero?’
‘Infilatelo tutto nella fica e tu Lucia falle delle foto, così il segaiolo stasera si finirà di seghe’
Carla si mise di spalle e si lascò entrare il cazzo dentro, iniziando subito a gemere e Lucia scattava foto su foto, mentre ogni tanto Carla allungava una mano sulla sua fica.
D’un tratto accelerò i movimenti su e giù, che divennero scomposti quando gridò:
‘Ahhhhhh, cazzo, godooooo, oddio come godooo’. Sentii distintamente un liquido caldo che mi colava sulle cosce e mi bagnava fino ai piedi, mentre Carla, continuava a sragionare:
‘Oddio, godoooo, godoooo, sono una grandissima troiaaa!’
Poi accasciò , quasi svenuta.
Io e Lucia mentre scorrevamo le foto ci guardammo stupite e senza temere che ci sentisse dissi:
‘Certo che avevo visto giusto, questa &egrave proprio maiala!’

Quella sera tornai a casa molto tardi, perché dopo il sesso sfrenato che avevamo vissuto, ci furono meravigliose docce rinfrescanti e tante coccole sul divano, tutte nude mentre ci accarezzavamo con dolcezza. Giulia a dispetto del suo aspetto era più femmina rispetto a Lucia che invece si era dimostrata sessualmente più rude, quasi maschile. Per non parlare poi del fatto che era venuta masturbandosi sul video di mio marito che veniva come una fontana. Qualcosa mi faceva pensare che il suo essere lesbica era abbastanza ancora da approfondire….
Quando entrai in casa sapevo che Luca era ad aspettarmi, ma non immaginavo come: tutto nudo a gambe larghe, aperte, con un piede sulla spalliera ed uno a terra stava ancora osservando le foto sullo smartphone. Aveva addosso ancora le macchie della sua sborra.
“Vieni Carla, siediti qui”. Mi fece spazio sul bordo ed io mi sedetti al suo fianco, guardando il suo meraviglioso cazzo non del tutto eretto.
“Che maiale siete, non riesco a smettere di guardare le foto che mi hai mandato! Quanto hai goduto? Quante volte sei venuta?”
“Guarda, alla fine sono venuta due volte sole, ma è stato e sarà indimenticabile”
Così mentre parlavo gli presi le palle in mano con tutto il palmo e le soppesai con finta attenzione.
“Tu quante seghe ti sei fatto? Hai la sborra anche sul collo. A sentirle mi sembrano abbastanza sgonfie” E continuai a toccargli i coglioni. In breve tempo la sua fava diventò dura, non dura come sempre, ma dura.
“Si vede che ti sei fatto le seghe, porco! Quante te ne sei fatte? Non me lo vuoi dire? Allora vediamo se cambi idea.”
Scesi in ginocchio di lato al divano e mentre con il pollice gli sfioravo lentamente un capezzolo, cominciai a slinguarlo sul collo, proprio dove era evidente una macchia di sborra.
Luca cominciò a smaniare ed io continuai la mia tortura: le dita su tutti e due i capezzoli e la lingua tutta dentro un orecchio, a cercare di trovare dove la sentiva di più.
Poi la lingua gliela passai sul naso, cercando di infilargliela nei buchi e quindi gli leccai le labbra evitando però la sua quando la tirò fuori per intrecciarla con la mia.
Buttai un occhio sul suo cazzo, ora era davvero tirato a lucido, con la cappella paonazza.
Io non avevo voglia di venire, anzi non ero neppure eccitata, ma vederlo soffrire nel desiderio di sbrodare nuovamente tutto il suo piacere, mi faceva impazzire.
“Se non mi dici quante seghe ti sei fatto, sarai costretto a fartene un’altra, ma da solo perché se mentre io ti lecco, tu provi minimante a sfiorarti il cazzo, me ne vado a letto e non te la do per una settimana.”
Gli presi un piede e mi infilai l’alluce in bocca, succhiandolo come quando si spompina un uccello, passando la lingua fra le dita. Poi abbassai le spalline del vestito, mi tolsi il reggipetto e cominciai a passarmi la suola del suo piede sui capezzoli, non prima di averla completamente bagnata di saliva con la lingua.
“Tre seghe, mi sono fatto tre seghe, due di fila e la terza dopo mezz’ora. Ma ora voglio chiavarti, mentre mi racconti tutto di stasera”.
“Non se ne parla nemmeno di chiavare. Se farai il bravo al massimo ti farò una pompa, ma devi guadagnartela”.
In quel mentre mi ero messa sul bracciolo di fronte a lui e con i piedi allungati gli sfioravo il perineo, la zona tra le palle ed il buco del culo.
La cosa lo stava mandando in estasi e si vedeva che stava impazzendo per trattenersi dal toccarsi l’uccello e meno male che era venuto già tre volte, sennò sarebbe venuto così.
“Non avrai mica macchiato di sborra il nostro divano, vero maialino?. Fammi vedere, spostati”
Luca si alzò, quasi ridendo del mio gioco, mentre io con la mano passavo su e giù sul divano per trovare le tracce che cercavo. Ed in effetti una la trovai, piuttosto grossa anche, nella zona fra la seduta e lo schienale.
“Guarda qui, che macchia di sperma ho trovato! Fammi vedere come eri messo quando l’hai fatta”
“Si, mi ricordo è stata la terza, ero stanco e mi sono inginocchiato per sfregare il cazzo sui cuscini e quando sono venuto non ho fatto in tempo a bloccare la sborra.”
“Fammi vedere come hai fatto, rimettiti in quella posizione!”
Luca si inginocchiò sul divano, mettendomi davanti il suo culo con le grosse palle che gli penzolavano sotto e iniziò a sfregare il cazzo sui cuscini.
“Fermati subito! Non devi fare niente!”
Così dicendo mi gettai fra le sue natiche e presi a slinguargli il buco del culo, anzi a incularlo con la lingua, come piace a lui.
“Oh si godooooo, sei una troia, una grande troiaaaa!”
“Ah si? Pensi questo di tua moglie? Allora ti devo punire!!”
Mi leccai per bene indice e medio e senza tanti complimenti glieli ficcai in culo, come Giulia aveva fatto con me e Lucia. Lo inculavo con rabbia, ma anche con libidine. Sapevo che gli piaceva. Sfilai le mie dita dal suo culo e me le feci leccare tutte.
“Ora senti il sapore che ha il tuo cazzo quando mi vieni in bocca dopo avermi inculato, porco!”
Dal buchino del suo cazzo stava già gocciolando il liquidino che mi piace tanto e che a quel punto volevo in bocca.
Così mi avvicinai e con la punta dell’indice toccai quella goccia per poi sollevare il dito e mostrare il filo bavoso che si era formato. Con la lingua ruppi quel filo e imboccai il suo cazzo, iniziando a pompare come una dannata senza toccargli l’uccello.
I rumori di risucchio erano osceni come le sue parole:
“Troia, finisci il pompino, ingolla la mia sbroda”
A quel punto gli presi la fava in mano e me l’appoggiai sul naso e sulla fronte e con due o tre colpi lo feci sborrare sui miei capelli, mentre cacciava un urlo disperato:
“Vengoooooo, cazzo, vengooooo, ti imbratto tutta, siiiiii”
Mi alzai tranquilla e decisi che per quel giorno bastava con il sesso.

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Per motivi di imbarazzo avevo sentito Carla solo per telefono, non avevo il coraggio di rivederla per lavoro, non sapendo di fatto come comportarmi.

Però il ricordo di quella serata mi sconvolgeva ogni volta che ci pensavo e mi sono masturbata più volte fino allo sfinimento. Giulia d’altra parte, stranamente non era ritornata più di tanto sulla storia tranne una volta mentre mi infilava un dildo nel culo, quando mi disse testualmente “Brutta maialina, ti piacerebbe che ci fosse il cazzo del marito di Carla al posto di questo, vero? “ E infatti a quel pensiero venni subito gridando “Siiiiii….”

Quel cazzone mi aveva veramente impressionata. E alla fine decisi di muovermi, se doveva succedere che lo prendessi quel cazzo, e lo volevo davvero, che succedesse.

Così una mattina fissai con Carla presso il suo ufficio all’ora di pranzo. Mi vestii in modo pudico con un abito girocollo che mi arrivava appena sopra il ginocchio e sandali con un tacco contenuto.

Quando arrivai trovai Carla che mi accolse con un sorriso bellissimo e mi fece un po’ rilassare. Poi senza parere chiuse la porta, mi si avvicinò e mi abbracciò con dolcezza, mentre mi sussurrava: “Finalmente, era tanto che ti volevo vedere..” . quindi mi slinguò un orecchio e mi piazzò una mano sul culo, accarezzandomi con forza per aprirmi le natiche. A quella carezza sentii le ginocchia cedere e mi appoggiai alla porta, anche per difendermi da qualcuno che potesse entrare.

Carla se ne accorse e mi disse “Stai tranquilla, non entrerà nessuno, sono tutti andati a pranzo. Mi alzò il vestito sopra la vita e si mise a guardarmi le mutandine azzurre si pizzo. Mi fece girare e mi abbassò le mutandine, allargandomi le natiche.

“Che bel culo hai Lucia, ora te lo lecco tutto” E comincio a baciarmi le mele bagnandomele tutte di saliva. Poi infilò il naso nel mezzo e sentii, che aspirava profondamente. “Che odore meraviglioso ha la la tua fica…”

Prese a leccarmi il buco del culo, mentre mi masturbava ed io gemevo senza sosta.

“Vuoi che ti faccia venire, vero”

“Si fammi godere, ti prego, mettimi un dito in culo”

Si leccò l’indice e lo fece girare lentamente intorno al buchino premendo appena, sempre masturbandomi con l’altra mano e quando sentì che spingevo il culo in basso, lo fece entrare con decisione tutto dentro. E venni! Cazzo quanto ho faticato a non gridare, venni come una pazza, un orgasmo con le sue dita che si sfioravano dentro i miei due buchi.

Con fare da troia consumata si alzò e guardandomi si leccò entrambe le dita, le infilava dentro la sua bocca come se prima le avesse immerse nel miele.

Ancora ansimante per l’orgasmo, le infilai la lingua in bocca, cercando i miei sapori.

Carla si staccò e dimostrò di essere una vera porca:

“Guarda cosa ti ho preparato, vieni qui accanto a me” Era seduta sulla sua scrivania ed io mi affiancai. Prese lo smartphone e fece partire un video.

Apparve solo il suo viso che sorrideva all’obiettivo e poi le immagini scorrevano sul suo corpo nudo, mentre si accarezzava i capezzoli leccandosi prima i pollici. Con quel trattamento si mise a mugolare “Come godo, come godo, tira fuori la fava, dai”.

Evidentemente suo marito le passò lo smartphone, perché nel video apparve in tutta la sua magnificenza il suo cazzo duro fino allo spasimo, con la cappella lucidissima.

Altro cambio immagine, con Carla che sorride alla camera e comincia a leccare, ma che dico, proprio a slappare la cappella, per poi imboccare più di metà di quel meraviglioso cazzo fino a gonfiare in modo sguaiato la sua guancia.

Ero già bagnata fino a meta coscia per la venuta di prima, ma in quel momento mi stavo bagnando ancora di più.

Dallo smartphone si sentivano i gemiti del marito di Carla ed il suo turpiloquio:

“Si ciuccialo tutto! Che maiala che sei! La vuoi al sborra? Ore te la do…..!” E poi si strozzava per il piacere.

E Carla soddisfatta e sorridente, che continuava a succhiare guardando in camera.

“Ti piace questo video Lucia? A giudicare dalla faccia direi di si” E rise.

Non mise tempo in mezzo, fermò il video, si aprì la camicetta e tirò fuori le tette.

“Se vuoi vedere la fine del video, devi farmi godere. Ora leccami i capezzoli”

Iniziai a leccarne uno mentre gli strizzavo l’altro fra indice e pollice. Alternavo queste carezze a slinguate profonde con lei che uggiolava sempre di più mentre si stava facendo un ditalino sempre più velocemente.

“Ora mi tocco la fica e vengo, si vengooooo!Vengooooo”. Non gridava, ma strozzava in gola le urla. “Oh come godo, godo come una troia, godoooo!”

Quando ebbe finito di godere e si fu ripresa dall’affanno, prese in mano lo smartphone.

Ora vedrai di cosa è capace Luca….

A quelle parole mi misi a sedere su una sedia a gambe larghe e presi a sgrillettarmi, mentre continuavo a guardare lo schermo.

L’inquadratura era dal basso e si vedeva la mano di Carla che smanettava il cazzo di suo marito mentre lo baciava sui capezzoli ed ogni tanto si chinava per spompinarlo. Durante quella sega, le palle di Luca ballonzolavano in modo osceno ed ogni tanto Carla le prendeva tutte in mano e le soppesava, accarezzandole poi con le unghie laccate di rosso fluo.

Dopo un minuto di questo trattamento, l’uomo cominciò a sragionare:

“Cazzo, fammi sbrodare, devo venire, sennò muoio….!”

“Aspetta voglio che mi schizzi in faccia, mi voglio lavare la faccia”

Così dicendo mentre Luca si stava segando si accucciò davanti al suo cazzo enorme e si mise ad incitarlo:

“Vai porco, sbrodami in faccia! “

Un attimo dopo vidi partire uno schizzo di sborra incredibile che la colpì sulla fronte e rimbalzò frazionandosi in altri schizzi facendola sobbalzare all’indietro, poi partirono altri schizzi molto forti e lunghi che le bagnarono tutto il viso e le colarono sul collo, sul seno e la camera inquadrò anche le sue cosce tutte bagnate di sperma. Insomma un diluvio.

Mentre guardavo questo spettacolo osceno, aumentai la velocità con cui mi sfregavo la fica con tutte le dita della mano e venni un’altra volta, sragionando completamente.

“Vengoooo, voglio anche io il suo cazzo in bocca, lo voglio anche nel culo, lo voglio dappertutto, oddio come godo….!

Carla , chiuse il video mi guardò sobbalzare sulla sedia in preda al secondo orgasmo in pochi minuti e disse solenne:

“Si, mia cara, te lo farò prendere anche nel culo, stanne certa!”

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