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Lo smartphone smarrito

By 17 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

10 anni fa partii dal mio piccolo paese natio in cerca di miglior fortuna verso un paese del Nord Italia, una grande città, lasciai la mia terra a malincuore, i miei amici, i miei ricordi e soprattutto i miei genitori la mia ragione di vita…nonostante la mia terra di origine non offrisse niente ad un giovane laureato, né sul campo lavorativo ne sul fronte divertimento, torno tutti gli anni almeno 1 volta a ritrovare i miei e magari qualche amico rimasto anche se non &egrave proprio il massimo venire a passare le ferie in un paese così dove tutti sparlano degli altri e cercano sempre appigli per inventare storie e inciuci inesistenti su persone.

Questa volta decisi di scendere in aereo, di solito vengo in macchina, tutto quel caldo infernale di agosto e i più di 1000 km di distanza mi fecero optare per un viaggio quanto meno più rilassante…

Era una giornata anonima come tante altre, ad agosto la mia grande città di adozione diventava come tutti gli anni una città fantasma, presi il pullman che mi condusse all aeroporto, feci tutte le prassi fino ad accomodarmi sul mio posto assegnato, accanto a me si sedette una coppia, marito e moglie, credo sui 35 anni, o giù di lì, si sedettero senza nemmeno salutare e così fu per tutta la durata del viaggio, non scambiammo nemmeno una parola.

Per mia natura ogni volta che prendo l’aereo scendo sempre ultimo, non mi piacciono le resse che si creano all’arrivo e dato che non c’era nemmeno il pullman che di solito ci accompagnava in aeroporto, visto che l’aereo si era accostato accanto all’ingresso aspettai che scendessero tutti prima di schiodarmi dal mio posto.

Mi accinsi a scendere quando oramai sul aero motore non c’era più nessuno e mi accorsi che sul sedile accanto c’era uno smartphone, uno di quelli di ultima generazione, immaginai dovesse essere della coppia accanto a me, ma la curiosità di spiarlo era tanta, che prevalse alla razionalità, non volevo rubarlo, avrei potuto comprarmi tutti quelli che volevo, ma spiare il suo contenuto e visto che sono un tecnico informatico non era così tanto difficile per me.

Uscì dall aeroporto subito visto pure che non avevo bagagli con me presi il bus che portava al paese, mi sedetti da solo negli ultimi posti, dovevo fare ancora un ora di viaggio circa per arrivare a casa, tirai fuori dalla tasca il telefono e lo avviai, era un modello uguale al mio quindi lo conoscevo abbastanza bene, all’accensione del terminale mi accorsi che non aveva nessun codice di blocco, allora per prima cosa disattivai la app TROVA IL MIO TELEFONO, senza problemi. per evitare che potessi essere rintracciato, poi tolsi la sim per evitare che squillasse od altro, dopo queste operazioni aprii la cartella foto, c’&egrave ne erano tantissime, cominciai a scorrerle, e oltre alle classiche foto di compleanni vari festeggiamenti e selfie che vanno ora di moda ce ne erano molte anche in costume da bagno, e guardandole devo ammettere che la signora mi arrapava tanto, la app delle foto mi permetteva anche di vedere dove erano state scattate e notai che molte erano in un paese vicino al mio, cera una cartella a parte però nominata Io e Marco, quando la aprii non volevo credere ai miei occhi, erano foto della coppia completamente nudi e in atti sessuali espliciti…la situazione mi stava eccitando ed anche parecchio, mi passarono molte idee strane in testa, volevo scoparmi la ragazza, mi piaceva, era una grandissima gnocca, alta circa 170 cm, fisico snello e curato, capelli lisci e castani poco sotto le spalle, due tette non eccessivamente grandi ma il giusto da far girare un uomo a guardarle, anche il culo non era da meno, quei leggins attillati lo mettevano in risalto, un culo sodo che sembrava parlasse da solo, si vedeva che era una persona curata, era sempre perfetta nel giusto, senza troppi eccessi.

Il quel telefono c’era tutto il suo mondo, come d’altronde in quasi tutti quelli che posseggono in uno smartphone, c’era Facebook in bella mostra, i suoi contatti, gli sms e whatsApp, le sue caselle di posta elettronica, anche il suo archivio elettronico era scoperto da codice…

La prima cosa che feci dopo questa bella visione fu fare un backup di tutto sul mio portatile, visto il mio lavoro non viaggiavo mai senza…quando ebbi finito riposi tutto e pensai il da farsi Feci passare alcuni giorni dal ritrovamento, esplorando accuratamente il terminale così ebbi accesso a tutta la loro vita, la bella signora si chiamava Elisa ed aveva 37 anni, gestiva un attività per conto proprio, era sposata con Antonio, anche lui aveva una propria attività, e avevano due figli, erano brava gente da quello che avevo potuto dedurre, avevano un sacco di amici/parenti, avevo tutta la rubrica telefonica, gli sms, ero padrone del loro profilo Skype e Facebook…potevo perfino accedere al loro conto in banca tramite la loro applicazione ed entrarci tramite degli appunti camuffati da contatto telefonico, conoscevo il suo paese, le loro attività, praticamente tutto.

Avevo una grande opportunità, dopo anni di soprusi e umiliazioni subite ed infinite seghe, finalmente avevo la mia chance, quella donna mi arrapava, potevo adesso vendicarmi di tutte le derisioni subite in passato, potevo stare dall’altra parte per la prima volta nella mia vita

Visto il mio lavoro non mi ci volle molto a fargli recapitare una mail, le scrissi le testuali parole:
“Cari coniugi De Luca, purtroppo per voi oggi la vostra esistenza in un modo o nell’altra cambierà, sono in possesso di informazioni compromettenti al vostro riguardo, ho ritrovato uno smartphone che mi da praticamente accesso alla vostra vita, ho i contatti dei vostri amici, colleghi e parenti, sono in possesso delle vostre foto compresa la cartella IO E MARCO, sono anche in possesso dei vostri archivi virtuali oltretutto ho anche cambiato le password per impedire vostri accessi futuri, attraverso un software creato da me in persona se state leggendo questa mail adesso sono in possesso anche del vostro pc e tutto il suo contenuto, ma non &egrave questo il vostro problema, se sarete disponibili ed accondiscendenti non vi accadrà nulla continuerete a fare la vita di tutti i giorni solo con qualche piccola alternativa, altrimenti domani tutti i vostri contatti avranno la visione della suddetta cartella IO E MARCO comprese le vostre due figlie, vi aspetto questa sera su Skype alle ore 22 per nuove info, non preoccupatevi vi contatto io, vi consiglio di essere puntuali perché odio i ritardi o domani avrete una belle sorpresa. LA VOSTRA VITA &egrave CAMBIATA sta a voi decidere come”.
Master Rasputin

Passai quelle ore che mi distaccavano all’appuntamento in fremito, subito dopo cena dissi ai miei di non disturbarmi che il giorno dopo avrei dovuto consegnare un lavoro importante e sarei andato a dormire presto, subito dopo cena salutai i miei e mi chiusi nella mia camera, creai un nuovo account su Skype e mi auto aggiunsi ai loro contatti, alle 22 in punto avviai la video chiamata, che prontamente rifiutarono, così mandai una chiara ed esplicita foto di Elisa (così si chiamava la bella signora in questione) con solo delle auto reggenti seduta su una sedia e con le mani che si allargava la fica per metterla in bella mostra, potrei inviarla a tutti i contatti di Skype già questa sera, e domani a tutti i vostri contatti telefonici, stampare tutto il campionario e pubblicarlo su qualche sito porno, che ne dite?
Riprovai a fargli avviare la loro cam questa volta con successo.

Dall’altro lato dello schermo c’era Marco, il marito, anche lui come la moglie un bel ragazzotto, 37 anni come la moglie, fisico curato il giusto, completamente rasato alto sui 180 cm carnagione scura da tipico meridionale, tutti vestiti firmati come la moglie.

Marco cominciò subito ad insultarmi e riempirmi di minacce, voleva impaurirmi ma io non mi scomposi, non avevo paura, per la prima volta in vita mia ero sicuro di me, cosi rincarai la dose, non puoi permetterti di parlare “coglione” gli dissi, da parte mia la cam inquadrava il loro smartphone che avevano perso, era in bella mostra e feci per inviare la stessa foto tramite un mms ad un qualsiasi contatto della loro rubrica così mi fermò.

Io potevo vedere in bella mostra Marco ma lui poteva vedere solo il suo terminale, per il momento avevo deciso così, non volevo farmi vedere, lo vidi immediatamente abbassare i toni e chiedermi scusa, sembrava adesso un agnellino in gabbia, bene visto che hai capito fissiamo le regole del gioco, gli dissi, per cominciare vai a chiamare tua moglie la voglio qui davanti in meno di 5 minuti, lo vidi fissare la cam per qualche secondo e subito dopo alzarsi, Elisa arrivò quasi immediatamente, era bella come il sole ed arrapante anche con quello squallido e castissimo pigiama che indossava, era tutto bianco un pantaloncino poco sopra il ginocchio e un top largo sostenuto da due sottili bretelle, gli imposi di sedersi accanto al marito in modo che fossero tutti e due visibili dal monitor, così fu senza opposizione, erano davanti a me anche se separati da uno schermo, bene adesso comincia il gioco, da ora in poi tu non sarai più Marco ma sarei il cornuto o il coglione e dovrai rispondermi si PADRONE o si SIGNORE, tua moglie da ora in poi sarà la mia puttana, a questa parola Marco si alterò, senza battere ciglio da parte mia inviai l mms, ad un contatto preso dalla rubrica a caso, li vidi entrambi sbiancare dalla paura, ma fortunatamente per loro il contatto in questione era PAPà, era il padre di Elisa, la mia nuova puttana, che essendo anziano non aveva un cellulare capace di leggere gli mms ma solo per le chiamate, dal gesto però intuirono che facevo sul serio e avrei potuto continuare con tutti gli altri contatti a disposizione.

Allora coglione hai capito che faccio sul serio? Adesso per la tua ribellione devi essere punito, alzati in piedi e spogliati completamente, poi mettiti in ginocchio e chiedimi umilmente perdono…temendo un altro invio non se lo fece ripetere, si spogliò velocemente, aveva un bel fisico, curato e scolpito ma in mezzo alle gambe non era un gran che, vederlo umiliarsi così mi gratificava, Elisa seduta accanto a lui la vedevo tremare di terrore, restava zitta, volli rincarare la dose di umiliazione, glissi di offrirmi sua moglie come puttana e di poter disporre di lei a mio piacimento, per indurlo cominciai a smanettare ancora col cellulare, &egrave così il COGLIONE ubbidì senza fiatare, si rivolse verso la camera dicendo: MIO PADRONE LE OFFRO MIA MOGLIE ELISA IN DONO COME PUTTANA, AFFINCHé POSSA DISPORRE DI LEI A SUO PIACIMENTO, bravo gli dissi adesso tocca alla mia puttana, gli inviai un brano musicale ( Sarah Connor – Sexual Healing ) e su quelle note gli intimai di cominciare uno streaptease e di farlo in modo sensuale perché se non mi fosse piaciuto avrei inviato una serie di immagini a qualcuno a casa della loro rubrica, Elisa si alzò dalla sedia dove era seduta e mentre il marito avviava la musica, lei iniziò ad ancheggiare sensualmente, la mia eccitazione cresceva, Elisa sembrava nata per fare la puttana, si muoveva a ritmo di quelle note prima facendo cadere a terra i pantaloncini del pigiama, mostrando in tutto il suo splendore le sue gambe perfette, portava una mutande a brasiliana bianca in pizzo, come piaceva a me senza saperlo, che nulla lasciava all’immaginazione, aveva un culo che sembrava fosse stato disegnato da Picasso, bello sodo ed all’insù proprio come lo avevo sempre sognato nelle mie seghe, doveva essersi allenata a dovere per avere un fisico così alla sua età e dopo due gravidanze, si girò di spalle e sfilò le spalline sottili della parte sopra del pigiama facendolo cadere ai piedi, si voltò coprendosi i seni con le braccia, la musica ancora non era finita visto i pochi indumenti che aveva addosso, ti ho detto di fermarti PUTTANA gli ordinai con tono autoritario, notai che a tutto questo anche il marito si stava eccitando, al mio ordine Elisa cominciò a piangere ma continuò sfilandosi anche quel l’ultima barriera che la proteggeva dalla mia visione, tolse le mutande, era bellissima, gli ordinai di sedersi come nella foto che gli avevo mostrato, a gambe larghe e con la fica aperta, ma a differenza della foto le mani che gliela aprivano per mostrarmela dovevano essere quelle del marito.

Elisa piangeva, il marito rassegnato ma con occhi pieni di rabbia, acconsentirono, ne fui soddisfatto, quella bella e stretta fica, anche se con quei peli color miele era uno spettacolo, avevo registrato tutto, tutto l’intero spettacolo, ora li avevo un pugno.

Bene adesso vi detter’ le mie regole, ogni mancanza sarete puniti con un invio &egrave un prelievo forzoso dal vostro conto corrente, provate a chiudere o cambiare conto o quant’altro e sarete sputtanati per sempre.

Ed ora cari coniugi fisseremo delle regole per tutta la durata del gioco, il divertimento durerà finché ne avrò voglia…

Regola Numero 1:
Voi siete i miei giocattoli e per tali verrete trattati.
Regola Numero 2:
Quando vi rivolgerete a me dovrete appellarmi come ” MIO SIGNORE ” o ” GRANDE RASPUTIN “.
Regola numero 3:
Massima puntualità oraria, non ammetto ritardi.
Regola numero 4:
Niente sesso se non autorizzato da me.
Ragola numero 5:
Accetterete di buon grado tutte le perversioni che io vorrò farvi in dono.
Regola numero 6:
Dormirete in letti separati fino a quando io non deciderò il contrario.
Regola numero 7:
Ogni vostra disubbidienza sarà punita con un invio di materiale compromettente nei vostri confronti a qualche vostro conoscente.
Regola numero 8:
Non potete farmi domande se non dopo previa mia autorizzazione.

Queste sono le regole essenziali imprescindibili, avete capito miei schiavi cercate di impararle a memoria perché ve le chiederò quando sarà il momento, ed ora leggetele ad alta voce insieme davanti alla telecamera e senza lacrime Puttana che non sei altro, chiedetemelo come se mi stareste chiedendo un favore.

Erano ormai entrati nella parte marito e moglie, come due automi cominciarono a leggere le regole, erano nel panico totale potevo chiedergli quello che volevo, gli avevo preso il tempo di pensare.

Finito di leggere Elisa, la mia splendida puttana, sbottò in un pianto ininterrotto, perché? Cosa ti abbiamo fatto di male? Cosa abbiamo fatto di male al mondo per meritarci tutto questo? Lasciaci in pace per favore, ti prego!!!! Continuava a supplicarmi, ed a me piaceva, era la prima volta che qualcuno si piegava al mio volere, erano brava gente da quello ne avevo potuto dedurre dal loro cellulare, non rompevano il cazzo a nessuno, avevano delle attività molto in vista in paese ed erano conosciuti da praticamente tutti, ma le tipiche persone che trattavano tutti con sufficienza se non reputavano alla loro altezza, se non avevano i vestiti firmati non potevano essere degnati di un loro sguardo, come ad esempio i ragazzi di colore che oggi affollavano le strade del paese…il destino vi aveva messo sulla mia strada, gli risposi, e vi aveva messo per farvela pagare, per farvi diventare un po’ umili, per mettervi alla pari di chi oggi muore di fame, di chi non può permettersi capi costosi; la serata non &egrave ancora finita, adesso lurida Puttana mettiti in ginocchio davanti a quel Coglione di tuo marito, e fagli un bel pompino di quelli che ricorderà per sempre, mettici impegno perché il prossimo sarà a data da destinarsi, solo quando e se io lo vorrò.

Elisa si inginocchiò davanti a lui, che era già nudo, in un solo boccone la vidi ingoiare interamente il cazzo del marito, non era enorme, ma nella media, avevano paura di me, lo leggevo nei loro occhi, le sue mani afferravano le chiappe del marito e faceva uno spettacolare saliscendi con le labbra serrate, lo tirava fuori dalla bocca e faceva roteare la rinvia attorno alle palle fino a raggiungere la cappella, per poi farlo risparire dentro, gli intimai di farsi venire, quando sarebbe stato il momento, sul palmo della mano, e di non sprecare niente o sarebbe stata punita, Elisa sembrava avesse fatto scuola di pompini, era assatanata, alternava il lavoro di bocca con un gioco di mano che mandava in estasi quel coglione del marito, sembrava un attrice da film porno, lo vidi irrigidire le gambe e mettergli una mano nella testa per dargli il ritmo, non ci volle molto a farlo venire dopo quel pompino da cinema che gli aveva fatto quella troia della moglie, lo tirò fuori dalla bocca, e se con la mano sinistra continuava a segarlo, la destra era pronta ad accogliere il suo seme, contro ogni previsione, Marco venne con una abbondante sborrata che quella puttana della moglie non si fece scappare, nemmeno una goccia, lui esausto cadde sulla sedia, mentre lei mi guardava con in bella mostra il palmo colmo di sperma, sembrava un martire in attesa di esecuzione, gli ordinai di spalmarselo per bene tutto in faccia, si guardò per qualche secondo la mano e con la faccia visibilmente schifata chiuse gli occhi e cominciò a spalmare tutta la sborra sul viso, fino al collo, era uno spettacolo osceno tutto questo, per finire gli dissi di leccare tutto quello che era rimasto sulla mano e pulirla per bene, da brava cagna quale era esegui l’ordine.

Brava gli dissi, avevo registrato anche quella serata dal mio monitor, e prima di chiudere gliela feci rivedere, capirono di non avere più scelta &egrave la loro reputazione sarebbe dipesa da me, la vostra serata per oggi finisce qui, mi sentirete presto però, mi conoscerete presto, adesso tu sporca puttana vai a dormire nel tuo lettone matrimoniale completamente nuda e sporca di sperma, e lascia accesa la cam per tutta la notte, ti sorveglierò non dovrai alzarti se prima non avrai il mio ordine la stessa cosa tu coglione arrangiati dove vuoi ma lontano da tua moglie non toccarla fino a nuovo ordine… Rimasi a guardala finché nonsi addormentò, era bellissima, e nello stesso tempo troia con quella faccia da brava ragazza sporca di sborra, che si solidificava, era agosto tempo di ferie quindi potevo permettermi di farla dormire nuda, approfittando anche del fatto che le figlie oramai maggiorenni erano in vacanza per conto loro.

Una volta certo che si fosse addormentata ne approfittai anche io per farmi una dormita, avevo in serbo una giornata piena per lei il giorno dopo.

Non riuscì a dormire tanto, ero molto eccitato, non ero il tipo che dorme tanto, mi svegliai presto, e quando guardai il monitor vidi che ancora dormiva profondamente, così mi preparai una bella colazione e cominciai a consumarla davanti al mio terminale che nel frattempo non smetteva dì registrare, si svegliò qualche ora dopo guardandosi intorno, e non ricevendo nessuna notizia rimase seduta sul letto, la ammirai per qualche minuto, era tutta spettinata ma sempre bella, mi piaceva, era una di quelle donne che sono belle anche senza trucco, gli anni di sport e la maniacale cura del corpo si vedevano, la salutai con un caloroso BUONGIORNO PUTTANA a tutto schermo, lei rimase in silenzio, ma la incitai a rispondere a dovere, BUONGIORNO PADRONE, vai a fare colazione e fatti una doccia che abbiamo delle cose da fare oggi gli dissi, muoviti hai un ora di tempo, non vestirti, ti dirò io cosa mettere dopo, guardò l’orologio, si alzò dal letto e la vidi sparire dietro la porta, quando tornò dopo qualche ora avvolta in quell’accappatoio bianco mi sembrava quasi di sentire il suo profumo, si presentò davanti al suo pc e si sedette ai piedi del letto, gli chiesi se avesse dormito bene e se fosse ben riposata, Si Signore fu la sua risposta, ed intanto gli mostravo le foto che avevo sul suo smartphone smarrito, alzati e mostrami tutte le minigonne e vestitini che hai gli dissi, aprì l’armadio e fece scorrere un po’ di roba potevo vedere chiaramente tutto il suo contenuto, il loro portatile era dotato di una webcam in HD, optai per una minigonna in jeans non troppo corta ne troppo lunga, le adoro, feci lo stesso per la parte sopra, un toppino bianco un po’ trasparente con bretelle corti che lasciava intravedere un po’ di pancia, per le scarpe decisi di fargli indossare un sandalo aperto con una zeppa alta 10 cm che gli slanciavano le gambe e gli modellavano il culo, semmai ce ne fosse bisogno, l’intimo gli dissi di mettere un completino bianco in pizzo coordinato reggiseno super push-up che si vedeva sotto il top trasparente e brasiliana sempre in pizzo, gli diedi del tempo per vestirsi e truccarsi a piacere suo ma senza esagerare.

Feci con calma, andai a farmi una doccia rilassante anche io, quando tornai era pronta davanti allo schermo che mi aspettava già vestita come le avevo detto e truccata, aveva messo un leggero trucco che la rendeva sofisticata aveva lo smalto rosa della sera prima alle unghia delle mani e dei piedi che spiccava sulla sua carnagione perfettamente abbronzata, prima di impartirgli nuovi ordini gli dissi di chiamare il marito per ulteriori aggiornamenti, il suo viso emanava un misto di rabbia, rancore, terrore, rassegnazione e sottomissione, Marco dall’altra stanza arrivò subito, per la prima volta decisi di mostrarmi per quello che ero, li feci sedere accanto, allargai la cam in modo potessero vedermi bene, anche in faccia, gli dissi, nel caso vi venisse in mente di fare qualcosa nei miei confronti, la qualsiasi cosa, sappiate che sono un ingegnere informatico, ho creato un software apposta per voi, se almeno una volta al giorno non schiaccio una combinazione di tasti sul mio portatile, tutto il materiale in mio possesso finirà in rete prima, e poi ad uno ad uno a tutti i vostri contatti e sui vostri social, questo per essere chiari, ripetei con voce alterata, poi ripeto la scelta sta sempre a voi, e con questo COGLIONE ti congedo oggi non ho bisogno di te, vattene via, mestamente a testa bassa se ne andò nell’altra stanza, Elisa era lì invece, assorta nei suoi cupi pensieri, tremava, aveva paura, con te invece PUTTANA dobbiamo chiacchierare un po’, ad esempio spiegami perché hai due figlie già maggiorenni alla tua età, parlami un po’ di te, della tua vita passata del tuo lavoro i tuoi amori tutto, cerca di essere quanto più sincera possibile conosci le conseguenze se dovessi venire a sapere che mi ha mentito.

Elisa cominciò a raccontarsi, mi chiamo Elisa ho 37 anni e faccio la make-up Artist, mi sono diplomata alla BCM di Milano dopo essermi sposata ed avere avuto due figlie, grazie ad essa sono conosciuta in tutto il territorio regionale, ho partecipato anche a manifestazioni nazionali, nella mia vita ho avuto solo due uomini, ma solo una storia importante, quella con Marco, mio marito, &egrave stato il mio unico e grande amore, ci siamo conosciuti quando avevo 17 anni, venivo da una storia che all’epoca consideravo importante, anche se molto piccola, sono sempre stata una romanticona, mi ero lasciata col mio fidanzatino col quale stavo da più di un anno, &egrave stato il mio primo bacio, ma niente sesso con lui solo soft, facevamo con le mani e basta, poi &egrave arrivato Marco,il mio grande amore, ed a 17 anni sono rimasta incinta di Ilaria, che oggi ha 20 anni, ci siamo sposati presto, avevo solo 18 anni e sono rimasta incinta un altra volta di Martina, Marco &egrave stato il mio primo e vero uomo, abbiamo condiviso tanti momenti belli e brutti e ci amiamo come il primo giorno.

Ok per adesso va bene gli dissi, io ti seguo dal mio terminale tramite l’applicazione installata sul tuo nuovo, ci vediamo tra 40 minuti davanti al parcheggio sud del centro commerciale alle porte della città, i parcheggi erano numerati, così gli diedi il numero dove fermarsi, aspettami in macchina PUTTANA non scendere abbiamo delle cosette da fare oggi.

Fu puntuale, appena arrivò scesi dalla macchina e mi avviai verso la sua, apriì la portiera e saliì sulla sua, parti forza e senza domande gli intimai, Elisa era impaurita, era fuori di casa con un estraneo nella sua auto sola ed indifesa, io ci ero cresciuto in quelle zone quindi le conoscevo bene, anche perché tutti gli anni tornavo al paese, la portai in uno squallido albergo dove ai miei tempi era frequentatore da puttane, era abbastanza lontano dal suo paese da evitare fosse riconosciuta anche se non essendo lontanissima il rischio c’era sempre, entrammo dentro, Elisa capi che tipo di albergo era, chiesi al receptionist davanti a lei se era possibile avere una camera senza registrazione, lui la scambiò per una puttana o per la mia amante forse, dopo averla squadrata dalla testa ai piedi, mi fece l’occhiolino e mi diede una chiave, lei era visibilmente imbarazzata, rossa in volto così ci avviamo verso la camera.

Desideravo quel momento da quando l’avevo vista salire e sedersi accanto a me su quell’aereo, con la testa bassa si mise le mani sul viso e cominciò a piangere, la guardai, gli presi una mano, lei mi guardò e gli stampai 5 dita sulla faccia da farla quasi cadere, odio quelli che piangono, tu sei una puttana e per quello verrai trattata lo sai vero? E adesso ricomponiti e non voglio più vederti piangere ma godere, io vi trasformerò, stai attenta hai due figlie grandi, potrebbero fare la tua fine se non peggio, tu mi devi desiderare gli dissi non schifare, non ero certo considerabile un bell’uomo, 170 cm un pò calvo e in carne, pesavo 110 kg ma tutto sommato ero pulito con una considerevole dotazione e non avevo malattie, la presi per il collo e la baciai, le parole che gli avevo detto sulle figlie avevano fatto colpo su di lei, era remissiva, gli ficcai la lingua in bocca, non baciavo una donna da quasi 20 anni, cominciai a leccargli il collo, il suo profumo di femmina mi inebriava, era come se avessi preso 100 viagra tutti insieme, era una donna curata e di classe, la spinsi a terra violentemente mi avvicinai al suo viso e gli dissi di farmi un bel pompino e di soddisfarmi o l’avrei lasciata lì con le conseguenze che avrebbe comportato, era piena estate, e faceva un caldo boia, Elisa cominciò a sbottonarmi i calzoni, li sfilò dai piedi, cominciò a leccarmi il cazzo già in tiro da sopra le mutande, non era molto pratica ma ci metteva passione, mi sfilò le mutande e lo leccò partendo dalle palle e fare su e giù con la lingua per poi prenderlo in bocca e farlo sparire dentro, un servizio molto simile a quello che avevo visto fargli al marito dietro un monitor, ora me lo potevo gustare tutto per me, la presi sotto il mento, la tirai su e la spinsi contro il letto, la feci posizionare con le mani appoggiate ai piedi del letto, tirai su la minigonna e abbassai gli slip, avevo davanti a me quella meravigliosa visione di paradiso, la sua fica tutta per me bella e curata, e il buco del culo, le passai una mano in mezzo alle gambe e mi accorsi che la troia si stava bagnando, glielo ficcai dentro e lei ebbe un sussulto, era stretta e le mie dimensioni superavano quelle del marito sia in lunghezza che in larghezza, con una mano gli tiravo i capelli con l’altra gli accarezzavo il buco del culo, a poco a poco anche lei si stava sciogliendo non poteva farne a meno di godere, io la pompavo di brutto, con violenza, senza ritegno, a poco a poco cominciai ad accarezzargli l’ano mentre continuavo a pomparla, ebbe un sussulto, ma quando la penetrai col pollice un grido di dolore invase la camera, godeva anche lei non riusciva più a trattenersi, così lo tirai fuori, mi sembrò quasi che ci rimanesse male per non averla fatta godere, gli strofinai il cazzo tra le natiche, lei capì che stavo puntando il buco del culo, supplicandomi e cercando trattenere le lacrime a fatica mi disse: “per favore li no, mi fa male”, me ne fregai, meglio risposi voglio romperti il culo in modo da non poterti reggere nemmeno in piedi, non ebbi pietà, era strettissimo feci veramente fatica ad entrare, gli sputai sopra e lentamente la penetrai, strinse più forte che pot&egrave le lenzuola dal dolore e con la bocca morse il cuscino per no urlare, non pot&egrave fare a meno di trattenere le lacrime, ma a me non me ne fregava niente, era una sensazione nuova per me, scopare un culo così stretto, bello, e sodo, sembrava modellato ma uno scultore, a poco a poco aumentai il ritmo, fino a scoparla con violenza, non ci misi molto a venire, una copiosa sbarrata gli invase l’intestino, rimasi dentro di lei ancora un po’, lei cadde stremata sul letto col mio cazzo ancora dentro il suo culo, quando lo tirai fuori dei fiotti di sborra gli colavano tra le natiche e tra le gambe, tanta era la sborra ricevuta, ma molta gli era rimasta dentro, il mio cazzo era sporco del mio sperma, glielo posizionai davanti alla bocca e gli imposi di pulirmelo per bene, come un aspirapolvere lo prese in bocca senza pensarci, con la lingua sembrava davvero aspirarlo, era una sensazione bellissima e nello stesso tempo strana, sembrava volesse strapparmelo a forza di succhiare, quando finì di lucidarmelo per bene gli dissi di riposarsi, la giornata per lei era appena iniziata.
Era una bella giornata d’estate, l’ora di pranzo era passata da un po’, Elisa era ancora sdraiata a letto, muta ed immobile, ma sveglia, stava rannicchiata in posizione fetale con le mani si teneva le caviglie, a me era venuta un po di fame quindi la esortai a ricomporsi perché saremmo dovuti uscire a mangiare un boccone, ci fermammo in una trattoria in zona, con due ampie vetrine che davano sulla passante strada, c’era poca gente dentro, ma il passaggio in strada era trafficato vista l’ora, ci sedemmo al tavolo di fronte la vetrata in modo da essere ben visibili da fuori, dietro di noi c’era solo la parete ma il nostro tavolo era anche il più in vista della sala, la gente che passava poteva benissimo vederci vista era l’ora di punta e in un quartiere tutt’altro che per bene, ed Elisa di certo non passava inosservata, arrivò il cameriere che ci portò i menù, io ordinai un insalata di mare visto che eravamo in un posto di mare, anche lei mi segui nella scelta, mentre aspettavamo le ordinazioni gli dissi di togliere le mutande in modo che tutti i passanti potessero notare le sue parti intime esposte, Elisa sbiancò, la sua faccia dell’espressione chiedeva pietà quasi una supplica, ma il mio sguardo di replicanon ammetteva risposte negative, rossa in viso dalla vergogna e dall’imbarazzo si fece sfilare le mutande dalle caviglie, la stessa sorte toccò qualche minuto dopo al reggiseno, che ripose nella borsetta insieme agli slip, gli ordinai di aprire le gambe e mettere in bella mostra la sua fica in modo che i passanti potessero vederla dalla strada, ci mise un po a metabolizzare la cosa, si vergognava e non voleva aprirle, la minacciai ancora una volta che se non l’avrebbe fatto avrei portato al suo posto le sue figlie, così finì per acconsentire. le aprì, consumammo la nostra insalata, ma quando pens’ che per lei il peggio fosse passato capi che forse doveva ancora venire, in bella mostra in vetrina gli infilai una mano sotto la gonna e cominciai a tintinnare il clitoride col pollice, l’indice e il medio glielo ficcai dentro, potevano vedere le mie mani che la masturbavano solo i passanti in strada e visto la zona dove ci trovavamo non era bella gente, dopo qualche minuto di trattamento Elisa non resistettee si abbandonò al piacere, cominciava a godere come una vacca cercando di soffocare i mugolii che gli uscivano dalla bocca, si puntò con le mani sul tavolo e le caviglie sulla sedia, era tutta bagnata, quando notai però che stava per venire tolsi la mano, lei mi guardò con un espressione interrogativa, perché si chiedeva nella sua mente, non &egrave ancora il momento le risposi, gli dissi di pagare ed uscimmo.

Le strade erano affollate dei tanti africani profughi, quelli che spesso vediamo in tv, e visto il vicino centro di accoglienza la cosa non sembrava strana, dall’altra parte della strada vidi tre di loro in bicicletta rovistare nei cassonetti della spazzatura, dei poveri ragazzi sbarcati in cerca di miglior vita, forse quel giorno per loro era veramente quello fortunato.

Mi voltai verso Elisa e gli ordinai di raggiungerli e convincerli a scoparla, anche dietro pagamento di denaro, gli venne un nodo alla gola, quasi svenne a quelle parole non pensava potessi essere sadico fino a quel punto, che si rifiutò di farlo, pensava forse che sarebbe servita solo per il mio piacere personale, ma si sbagliava, “mi hai rotto i coglioni” gli urlai arrabbiato, gli diedi un sonoro ceffone in pieno viso, vattene via Puttana, le tue figlie prenderanno il tuo posto, feci per andarmene ma piangendo mi si aggrappò al braccio, ” farò tutto quello che vuoi ma lascia stare le mie bambine” mi supplicò, ci pensai qualche secondo, “okay va bene ma sappi che &egrave l’ultima volta, non ripeterò mai più un ordine”, va bene rispose visibilmente in disagio.

Attraversammo la strada e ci dirigemmo verso i tre, Elisa era una gran pezzo di figa, e stava per farsi scopare da 3 africani, i 3 parlavano un italiano stentato ma benissimo sia l’inglese che il francese, Elisa masticava bene l’inglese io avevo un livello scolastico ma abbastanza buono da farmi capire, in compenso col francese ci andavo bene, si chiamavano Akil, Prince e Moustapha, erano Togolesi, stavano in Italia da 6 mesi nel vicino centro di accoglienza, apparentemente sembravano avere tra i 30 ed i 40 anni, erano tutti sudati e non avevano un buon odore, abbiamo fame ci dissero, io cercai di fargli capire un po’ in inglese un pò in francese ed un pò in italiano i miei intenti, che la bella donna al mio fianco sarebbe stata disposta a pagarli 500 euro per accontentare ogni loro richiesta sessuale, gli spiegai che non era una prostituta da strada ma una rispettabile mamma e moglie con tanto di fede al dito fino al giorno prima, confabularono qualcosa di incomprensibile per noi nella loro lingua, si girarono verso di me e sempre in un italiano sforzato disse uno di loro “prima soldi”, li invitai a seguirci nel vicino bancomat Elisa estrasse dalla borsetta la sua carta e prelevò i contanti che consegnò a loro, gli chiesi se conoscessero qualche posto dove andare a scopare e facendomi segno con la mano ci invitarono a seguirli, dopo qualche minuto di cammino sotto il sole arrivammo in un vecchio magazzino dismesso, le finestre in alto erano completamente rotte, la porta non c’era più ed il cortile antistante era pieno di erbacce tanto da fare fatica ad attraversarlo per arrivare alla porta, specie Elisa con quelle zeppe alte, doveva essere stato abbandonato da tempo perché dentro era tutto lercio, vetri rotti ovunque e residui di cibo, c’erano dei vecchi materassi e delle coperte buttate lì in un angolo, ci fecero capire che in quel posto avevano vissuto appena arrivati in Italia prima di essere stati trasferiti al centro, Akil era magro con la barba lunga, era completamente pelato indossava dei bermuda blu a fiori gialli, una polo bianca e dei sandali di almeno due misure più grandi ed apparentemente sembrava essere il più giovane del gruppo a differenza di Moustapha che invece dava l’impressione di essere il più vecchio, era pelato anche lui ma a differenza di Akil aveva una piccola cresta da moicano, era altissimo, almeno 195 cm o forse più, un gigante, corporatura normale ed indossava anche lui dei bermuda e una t-shirt blu, Prince invece non seppi collocarlo bene con l’età, credo fosse in mezzo tra i due, era anche quello più in carne, mostrava una pancia che strabordava dalla maglia nera aderente che indossava con dei jeans tutti strappati e delle vecchie infradito ai piedi.

Appoggiarono le loro bici al muro dello stabile e si diressero verso il materasso, Elisa era vicino a me ma vicino ad una crisi di panico, io estrassi dalla mia tracolla una videocamera che portavo sempre durante i miei viaggi e cominciai a registrare, Prince non fu d’accordo sul farsi riprendere ma dietro l’invito di altri soldi da parte di Elisa accettò, invitai Elisa a legarsi i capelli in modo da non rovinare la visione del suo bellissimo viso durante le riprese, questa volta ubbidì subito, apri la borsetta e tirò fuori un elastico di stoffa ed esegui l’operazione.

I 3 nel frattempo si erano tolti i vestiti, quello che avevo sentito dire sugli uomini di colore era vero, non che io fossi messo male come attributi ma con loro non c’era partita, avevano delle mazze impressionanti, Moustapha sembrava essere quello più fornito, non era solo lungo ma era anche largo come il mio polso più o meno, gli altri 2 in confronto non erano niente ma paragonato al mio erano improponibili, di sicuro oltre i 20 centimetri, Elisa alla vista restò impressionata, io la invitai ad avvicinarsi a loro, il tutto mentre con la mia videocamera registravo il tutto, ” FAI LA BRAVA” gli dissi o saremo costretti a ricomimciare da capo, lentamente si avvicinò a loro, Prince gli venne incontro e senza che lei si rendesse conto con quella mazza che gli penzolava tra le gambe le mise una mano sulla nuca e gli infilò la lingua in bocca, Elisa con gli occhi chiusi rispondeva al bacio, con un bel primo piano potetti immortalare le loro lingue che si intrecciavano, nel frattempo Akil gli si era posto dietro e gli leccava il collo, Moustapha invece si trastullava quel grosso arnese poco più in la, Elisa era stretta in un sandwich tra i due, Akil gli aveva tirato su il top e con le sue manome gli strizzava le tette mentre davanti Prince gli tintinnava la fica sotto la gonna.

Anche Moustapha voleva la sua parte, cosi la sollevarono di peso la fecero inginocchiare sul quel lercio materasso abbandonato, si posizionarono davanti a lei con i cazzi oramai in tiro, vi avvicinai anche io, come se fossi un Videomaker professionista non perdevo una scena, la esortavo a guardare verso la camera mentre si accingeva a prendere in bocca quello meno dotato, quello di Moustapha faceva fatica anche a tenerlo in mano di quanto era grosso, quel gorilla spostò Prince mentre si stava facendo spompinare e si posizionò davanti alla sua bocca, la prese per i capelli e la schiaffeggiava con la sua grossa nerchia, da dietro io invitavo Elisa a prenderglielo in bocca, perciò spalancò la bocca più che potette per accoglierlo che alla fine ci riuscì, Moustapha gli metteva le mani dietro la testa e continuava ad andare avanti e indietro col bacino, gli scopava la bocca che era chiusa a pressione come se avesse un tappo, faceva fatica a respirare, glielo infilava fino in gola, tanto che ebbe dei conati di vomito, lo tirò fuori dalla bocca ed ebbe dei colpi di tosse, i due ai lati intanto andavano avanti a segarsi.

Elisa riprese un po’ di fiato, Moustapha si sdraiò sul materasso a pancia in su, i due la sollevarono ancora una volta e la posizionarono con la fica sulla faccia di quel gigante che diede immediatamente inizio ad una splendida leccata, Akil e Prince si posizionarono davanti a lei per farsi spompinare ancora, mentre Elisa cominciava a sciogliersi sotto i colpi di lingua dei quel bestione, ripeteva lo stesso trattamento subito ai cazzi che aveva davanti alternandosi tra fenomenali leccate fino alle palle, e succhiotti eccezionali come se al posto della bocca avesse una ventosa, la Troia era bagnata e i cazzi dei 3 erano tesi al massimo, Prince prese il posto di Moustapha sotto ad Elisa, che si sedette sopra facendo sparire il suo cazzo dentro, vedevo quella meravigliosa fica aspirare quel grosso fallo, era stretta e la riempiva tutta, era un bel vedere, i colpi erano passati a lenti a violenti, veniva praticamente sollevata quasi di peso con le mani sulle natiche per poi lasciarla ricadere sopra, quando toccò a Akil la fecero posizionare a pecorina sempre con la fica piena da quello che stava sotto, capì che era ora di farsi sfondare anche il culo, stava per subire la prima doppia penetrazione della sua vita, Prince rallentò il ritmo, Elisa si dimenava, aveva paura, non doveva aver molta esperienza di sesso anale visto come era stretta la via d’entrata, mentre il gorilla la teneva ferma Akil sputò sul buco del culo, cominciò a strofinarlo con la cappella penetrandolo prima lentamente per poi aumentare il ritmo, Elisa non resistette al dolore provocato ed emise un urlo che se non fossimo stati fuori mano ed isolati tutti avrebbero sentito, si mise a piangere ma ce ne fregammo tutti, io intanto non perdevo una scena, la sua bocca era piena dal cazzo di Moustapha, gli altri buchi erano occupati da quelli sotto che si alternavano, ma Moustapha non era di certo li per farsi solo spompinare, voleva la sua parte, si alzarono in piedi Prince e Akil e si posizionarono davanti ad Elisa che era ancora a pecora, il bestione si mise dietro di lei in cerca degli orifizi da allargare, se prima aveva pianto per la penetrazione dei due, non osavo immaginare cosa avesse potuto fargli quella enorme verga nera e venosa, Elisa era tutta bagnata e godeva come una cagna in calore, era già venuta due volte ma la sua tortura non era ancora finita, Moustapha cominciò dalla fica, anche lui prima la puntò accarezzando le grandi labbra con la cappella per poi mettergliela dentro, la sua fica gocciolava e ad ogni affondo di quel colosso mi sembrava che dovesse lacerarsi da un momento all’altro, talmente era tesa, ma resistette, quando puntò il secondo canale non penetrò, il buco del culo nonostante fosse già stato violato precedentemente non era ancora largo abbastanza per accogliere quello spaventoso cazzo di Moustapha, ad ogni tentativo Elisa si spostava in avanti impedendo la penetrazione, mi venne un idea, suggerì di fare girare Elisa in modo che la testa rivolta contro il muro in modo da non poter scappare, girarono il materasso di 90 gradi, era in trappola, i due la tenevano giù, in modo da aprire quanto più poteva lo sfintere, gli consigliai di rilassarsi o sarebbe stato peggio per lei, era in una posizione a 4 zampe, le tette sfioravano le ginocchia ed offrivano al mio obiettivo una splendida visione di fica e culo, quando Moustapha si avvicinò all’orifizio la Troia cercò ancora una volta di sfuggirgli, ma stavolta non gli fu possibile, non osavo immaginare quello che stava provando, il buco era dilatato all’inverosimile, come se la stessi penetrando col il mio braccio, Moustapha continuò fino a quando con una copiosa sborrata non gli allagò l’intestino, anche gli altri godettero su di lei, prima venne Prince che prendendola per i capelli gli schizzò nella bocca aperta, colpendola anche al collo ed ai capelli, lo stesso fece Akil, anche lui volle venirgli in bocca, glielo ficcò dentro fino alla gola tanto che Elisa tossì in preda a dei conati di vomito, da brava Puttana quale stava diventando, là invitai ad un finale da ricordare, gli ripulì con la lingua i cazzi per bene poi con le dita raccolse tutto lo sperma in eccesso e se le leccò.

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