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Non lo saprai mai

By 31 Maggio 2020Giugno 12th, 2020No Comments

Voi due, in fondo, se vi raffrontate attentamente v’assomigliate molto, dal momento che siete more e avete gli occhi blu, nascete e vi formate ambedue a Mérignac nel distretto di Bordeaux in Francia, però non vi conoscete né vi frequentate. Cléophée non sa nemmeno che tu esisti, che sei viva, poiché lei non sa né si rende conto, che le labbra più consistenti e polpose che abbia mai visto sono le tue, lei non immagina per nulla né suppone minimamente, che l’altra sera io t’ho riaccompagnato e che quelle spesse labbra si sono sciolte amabilmente e deliziosamente sulle mie snodandosi e disperdendosi. Cléophée non sa, che in effetti io t’ho afferrato dietro la nuca per tenerti volutamente incollata a me, lei non presume che t’ho leccato il collo e in conclusione t’ho annusato per bene.

In verità, lei non sa, che la mia mano ha percorso ogni centimetro della stoffa del tuo vestito color smeraldo lucente, esplorandolo fino ad afferrarti un seno, lei non suppone che io ho provato a resisterti trattenendo la mia mano. Lei non ritiene opportuno né reputa che tu hai le tette così grosse e dure, perché troppo calda ed esageratamente dolciastra è la tua pelle, assai perbene e smodatamente travolgente il tuo profumo delicato di sudore e di vaniglia, abbondantemente calda la tua bocca che mi succhiava il dito e lo stringeva tra le labbra, inoltre assai lascivo e libidinoso è persino il sapore di quella bevanda, assieme allo stropiccio della tua sottana che ripercorreva le tue gambe ammantandole, per il fatto che lei non è al corrente di quanto è concretamente avvenuto.

Cléophée non t’ha visto appoggiata al tavolo con le gambe divaricate e non ha controllato quei lembi di pelle bianca nuda scrupolosamente tra il velo delle tue calze autoreggenti e il pizzo nero delle tue mutandine. Lei non sa che sono finita in ginocchio e ho sfregato il viso sul tuo pube, per questo motivo non padroneggia né percepisce il tuo profumo, dal momento che non è per nulla consapevole che io t’ho scostato le tue mutandine umide, che ho accarezzato la tua foltissima peluria disegnata e ho leccato la tua splendida fica, per questa ragione non conosce né distingue il tuo individuale sapore. Cléophée non sa tu che mi tenevi la testa tra le mani, mentre io ti stringevo le chiappe con le mie, nel momento in cui la lingua mi scivolava nella tua pancia scaldandoti il cuore. Non intende né ha cognizione, quanto io t’ho bevuto e non sa in che misura tu hai goduto, non sa che mi sei venuta comodamente in bocca, che sei colata agevolmente sul mio mento e sulle mie guance. Non ha nemmeno visto quanto eri incantevole e deliziosa, mentre ti scuotevano le contrazioni muscolare del piacere, non ha visto quella lacrima di benessere e di felicità velare il blu dei tuoi occhi, per tutto il tempo che mi tiravi a te per baciarmi e per leccare la dolcezza della tua fica.

Raphaëlle, l’altra femmina che tu non conosci, non può giammai sapere né apprendere che ti sei messa a piangere mentre io ti spogliavo e ti portavo sul letto, dato che non ha mai saputo quanto mi volevi e quanto io fino a quella sera avevo eccessivamente resistito. Raphaëlle non è al corrente che io nuda accanto a te ho leccato le tue lacrime e le tue tette, che t’ho detto che ti volevo anch’io, durante il tempo in cui appoggiavo in maniera indecente e spudorata la mia eccitazione sul tuo viso. Per tutte queste vicende Raphaëlle non saprà mai quello che m’hai fatto, non comprenderà né avvertirà mai l’attaccamento né la dedizione con cui lo hai fatto, perché soltanto io t’ho visto, mentre con gli occhi chiusi ti sei presa in bocca tutto di me e m’hai mangiato e succhiato fino a farmi tremare, non saprà mai quello che t’ho fatto e la voglia con cui l’ho fatto.

Io ho espanso unicamente in quella maniera il tuo bel didietro e t’ho reclamato sollecitandoti in ultimo come ti sentissi, nel tempo in cui posteriormente di te lo esaminavo soppesandolo con enorme venerazione, tenuto conto che semplicemente e sobriamente io ho appreso e udito la tua ferma opinione che non scorderò mai, in quanto esclusivamente io t’ho leccato il sudore lungo la schiena, mentre ti scopavo con quel dildo prediletto a te tanto gradito, nel tempo in cui la tua fica si scioglieva attorno a me.

Esclusivamente io t’ho visto in tal modo, abbandonata, adagiata e in conclusione sottomessa, nel tempo in cui con il viso sul cuscino, con i gomiti appoggiati sul materasso e con il sedere all’aria, intanto che ansimando pronunciavi appassionatamente il mio nome. Raphaëlle non saprà che sei stata nuda, abbracciata e stretta entusiasticamente a me per parecchie ore dimenticando tutto il resto.

Raphaëlle, invero, non saprà mai effettivamente che tu mi ami vivamente, visto che non saprà in nessun caso che per una notte intera io Léopoldine, t’ho profondamente amato, intimamente ammirato e svisceratamente apprezzato, realmente sul serio più di me stessa.

{Idraulico anno 1999}  

 

 

 

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