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Racconti Erotici Lesbo

Storia di una ragazza qualunque – 15° capitolo – Epilogo

By 23 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi svegliai col profumo di un buon espresso che Claudia mi portò a letto.
“Oggi niente lavoro.” mi disse con un sorriso “Ho chiamato per dire che non ti senti bene, e con l’occasione mi sono presa un giorno di ferie, tanto ne ho in abbondanza.”
La ringraziai tenendo gli occhi bassi, vergognandomi per come mi ero presentata da lei la sera prima.
“Anna stammi bene a sentire, non hai nessun obbligo di giustificarti con me, la vita &egrave tua, soprattutto quella privata, e poi dimmi chi non ha mai fatto delle cazzate.” Intuendo la ragione del mio imbarazzo
“E’ che, più che di comprensione ho bisogno di sfogarmi, ma solo se hai voglia di ascoltarmi.”
“Abbiamo tutto il tempo che vuoi.” mi rispose sdraiandosi “Basta che inizi dal principio, sai non vorrei passare per scema se non ti capisco !”
Le raccontai tutto, partendo dalla casuale scoperta che i miei non erano una coppia tradizionale, dei miei rapporti incestuosi ancor meno normali, di Marco e dei suoi vizi privati, sino alle corna che gli misi al villaggio, sino all’orgia in casa sua.
Parlai quasi ininterrottamente per due ore, scoppiando a volte a ridere, ma finendo col piangere sulla sua spalla, fermandomi solo quando Claudia perdeva il senso del mio racconto.
“Non si può certo dire che sei stata tranquilla, visto che ti sei ‘dimenticata’ di aggiungere quello che hai fatto con me e le altre.” mi disse accarezzandomi la testa “Ma ora non &egrave il caso che ci pensi troppo, te l’ho detto, hai fatto solo una cazzata, ma in fondo che te ne frega, quelli quando mai li rivedi più, e poi che ti possono fare ? Chiederti di scoparti di nuovo ?”
“No non &egrave quello.” le risposi mentre mi asciugavo le lacrime con un fazzolettino di carta “E’ che io sono passata da un estremo all’altro, dall’essere una ragazza fin troppo tranquilla, a diventare una da orgia, col risultato che adesso non so neppure io cosa voglio dalla vita.”
Rimanemmo a lungo in silenzio, immerse nei nostri pensieri, in una pace quasi irreale che mi fece guardare Claudia sotto una luce diversa dal solito.
Cominciai ad apprezzare sempre di più la sua sottile bellezza acqua e sapone, i suoi lineamenti fini ed eleganti, gli occhi chiari e profondi che facevano venire la voglia di perdersi dentro.
Soprattutto compresi che come me era una ragazza dal passato burrascoso, che cercava quella stabilità necessaria per poter programmare un futuro che non fosse fatto solo di rapporti usa e getta.
Non volevo però che pensasse in alcun modo che per me lei fosse solo un ripiego, una seconda o ancor peggio un’ultima scelta, e non sapendo cosa fare rimasi ferma.
Forse anche lei aveva i miei stessi pensieri, o magari fu un lungo gioco di sguardi a farle muovere il primo passo, quello che io non avevo il coraggio di fare.
“E se diventassi la tua schiavetta ?” mi chiese sorridendo.
A quel punto non seppi più trattenermi, le passai una mano fra i capelli per tirarla delicatamente a me, e la baciai sfiorandole le labbra.
“Schiava no, amore si.”
Ci ritrovammo sdraiate una accanto all’altra, dandoci baci sempre più passionali, che non erano solo più un tenero contato di labbra, ma veri scambi di vero amore. La sua bocca divenne una fonte inesauribile di sottile piacere, anche darle un dolce morso sul labbro mi dava la carica per continuare e volerla mia per sempre.
So bene che non si può raggiungere l’orgasmo dando dei baci, ma noi raggiungemmo una specie di Nirvana, nel quale tutte e due ritrovammo un po’ noi stesse, togliendoci le maschere che portavamo inconsapevolmente tutti i giorni.
Mi staccai dalle sue morbide labbra giusto il tempo di togliermi la maglietta che m’aveva prestato per la notte, e sfilarle la camicetta e il reggiseno, poi mi rituffai su quella bocca che non aspettava altro che rincontrare la mia.
Adesso però non mi bastavano più i suoi lunghi baci, e l’assaporare il gusto della dolce saliva di Anna, volevo vederla godere usando solo il mio corpo. Così scesi con la lingua sul suo lungo collo gustandomi l’odore di donna che emanava a profusione, unito al calore dato dalla voglia di piacere.
Con molta calma giunsi al suo seno, che presi prima in mano come se fosse una coppa di champagne prezioso, apprezzandone il bouquet di sensazioni che mi donava all’olfatto. Passai le labbra e la lingua su quelle colline sino a lasciarle completamente umide, finendo la mia opera poco prima che Claudia mi chiamasse a se tirandomi dolcemente per i capelli.
“Anna non resisto più, fammi godere o muoio.”
Le tolsi quelle inutili barriere che erano rimaste, sfilandole la gonna insieme agli slippini, arrivando a vedere la sua micina pregna di umori, che fu subito irresistibile. Passai un paio di volte la lingua lungo tutto il suo spacco, facendola fremere di quel piacere tanto cercato, ma riempiendomi il palato di quel nettare che non volli tenere solo per me.
Così lo portai alla sua bocca, e lei fu subito golosa di tanta bontà da gustare insieme, ma sempre più vogliosa di quel piacere che ormai volevo anch’io.
Quasi senza accorgercene ci trovammo con le gambe incrociate, e le nostre bollenti fichette a stretto contatto, che si sfregavano una contro l’altra, senza mai smettere di baciarci con una passione che sfiorava quasi l’irruenza.
“Sto venendo, Anna sto venendo !”
“Anch’io, &egrave l’orgasmo più bello della mia vita !”
Un’autentica frustata mi aprì la testa arrivando dritta al cervello, lasciandomi immobile per alcuni secondi senza fiato. Ne seguirono altre, meno violente, ma non per questo meno piacevoli, sino a quando non mi accasciai sul suo corpo, ancora vogliosa di provare quelle sensazioni così sconvolgenti e piacevoli.
La mia bocca scivolò velocemente dalla sua sino all’interno delle sue gambe, dove il frutto del suo orgasmo sgorgava in abbondanza, tanto invitante da esser quasi un peccato non prenderlo.
Leccai con calma la passera di Claudia, gustandone il sapore di calda femmina in calore, eccitata ancor di più dalla consapevolezza che ero stata io a renderla così. Il sentirla fremere ad ogni passata di lingua, o succhiata di un labbro intimo, o piccolo morso del clito, accresceva la voglia di andare sempre più avanti, come se il tempo non esistesse più.
In quei momenti compresi la mia vera natura, solo con lei mi sentivo me stessa al cento per cento, senza più alcuna necessità d’assecondare la persona con cui facevo sesso, o bisogno di dimostrare a me stessa cos’ero in grado di fare. Ero fra le gambe di una donna che avevo maltrattato, ma che nonostante questo, aveva voluto darmi una seconda possibilità, quella di capire chi fosse e cosa cercava.
Non volli neanche penetrarla con un dito, vedendola venire dopo che le avevo donato solo la mia bocca, come se tutto il resto del mio corpo non servisse a nulla.
Mi mossi solo quando il suo respiro tornò quasi regolare, per sdraiarmi a pancia sotto al suo fianco, ed attendere il suo bacio, che non tardò ad arrivare, seguito subito da un altro, e un altro ancora.
Compresi subito che Claudia voleva rendermi il piacere che le avevo da poco fatto provare, così mi abbandonai alle sue dita che scorrevano sulla mia schiena, dandomi un senso di leggerezza. Quando però arrivarono fra le mie natiche, istintivamente le indurii, per poi rilassarmi non appena coi suoi baci mi toccò con la lingua un lobo.
Allargai le gambe di quel tanto che bastava per far scorrere la punta delle sue dita intorno alle grandi labbra, stringendole un attimo quando ci passavano in mezzo.
Quel dolce massaggio non fece altro che eccitarmi a dismisura, ma non volli chieder nulla di più, lasciando che fosse lei a dettare i tempi del piacere. Sino a quando non potendo più reprimere le mie voglie, alzai le spalle, mettendomi quasi a carponi cercando di spingere la sua testa contro quel fiume in piena che avevo ormai fra le gambe.
Claudia però non volle darsi per vinta, così scivolò col suo corpo sopra il mio, arpionandomi il seno con le mani, e portando di nuovo la sua lingua sul mio orecchio.
“Non ce la fai proprio a resistere ?” mi chiese lasciva.
“E come potrei … mi stai facendo perdere ogni traccia di decenza.”
Sentii la sua mano correre dal seno alla passera per stimolarla ancor di più, ma questa volta una falange fece capolino al suo interno, facendomi gemere di piacere.
“Claudia ti prego continua, sto impazzando !”
Fu allora che spostò finalmente la sua bocca, portandola dove tanto la desideravo, in quel pozzo di desiderio che non voleva altro che esser prosciugato. E lei bevve tutto, leccandolo con calma partendo da ciò che era più esterno, sino ad arrivare alla sua fonte, dove la sua sapiente lingua fece infiniti giri concentrici, preparandomi al meglio alla successiva penetrazione.
Claudia infatti m’infilò all’improvviso tre dita dentro la passera facendomi venire quasi all’istante, con un orgasmo che mi lasciò distrutta sul letto. Nonostante avessi il respiro quasi inesistente e la vista annebbiata, cercai subito la sua bocca, forse per ringraziarla di tanta passione, ma lei non era certo più in forma di me, e finì sdraiata al mio fianco ansante.
Dopo diversi minuti in cui regnò solo il silenzio, spezzato solo dal nostro respiro che si faceva sempre più regolare, c’abbracciamo felici, stringendoci quasi con forza, neanche ci fosse il pericolo che qualcuno potesse distaccarci.
Essendo entrambe ricoperte di sudore, decidemmo di fare una doccia rinfrescante, ma una volta sotto l’acqua, il reciproco desiderio di donarci piacere prese il sopravvento.
Ci ricoprimmo a vicenda di schiuma che poi toglievamo con movimenti lenti e sensuali, cercando di toccare i punti più sensibili del corpo femminile.
Alla fine la spinsi con la faccia contro il muro, tenendola con una mano all’altezza del seno, mentre l’altra le teneva larghe le natiche, cercando d’intrufolarsi in mezzo a quelle dolci colline.
“Ti voglio veder godere di nuovo, adesso !” le dissi quasi imponendo la mia volontà.
“E io non voglio altro.” mi rispose cercando le mie labbra.
Così, tenendole aperte le gambe con pollice e mignolo, iniziai a masturbarla con le rimanenti dita, accelerando a tratti la mia mano. Lei spinse all’indietro il sedere abbastanza da permettermi di muovermi con agilità, mentre le dita dell’altra mano stuzzicavano senza tregua i suoi capezzoli.
“Oh Claudia, sei così bella quando godi !”
“Tu sei bellissima sempre.”
Dopo quelle parole lei si girò e, appoggiandosi su di me, fece arrivare la sua mano fra le mie gambe dove le sue dita trovarono subito la mia micina pronta ad accoglierle.
Ci masturbammo a lungo, fermandoci quando sentivamo l’altra prossima all’orgasmo, e venendo alla fine insieme accovacciate sulla tazza della doccia, senza mai aver smesso di baciarci.
Giungemmo infine sul letto ancora bagnate, promettendoci eterno amore, ma anche di non voler più ‘cercare’ le nostre strade, che ormai erano unite per sempre.

Fine.

Con la fine di questo racconto vorrei ringraziare l’amico Guido, che con la sua pazienza e gentilezza, contribuisce a far si che non ci siano strafalcioni linguistici, e anche tutti coloro che mi scrivono dimostrando di apprezzare le miei storie, e che sono il miglior stimolo per la creazione di nuove novelle.

Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/

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