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Umori

By 11 Luglio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Se non lo avete ancora fatto, leggetevi la prima parte etero, dal titolo “Primavera”, e commentate

Passarono le settimane e la relazione tra lo studente e la professoressa continuò. Helene aveva riflettuto sulla opportunità di quel rapporto, nel quale il partner aveva la metà dei suoi anni e per giunta era anche amico di suo figlio. Questi dubbi e queste esitazioni, però, si smaterializzavano quando era in sua compagnia, quando cioè non si sentiva altro che una femmina ancora giovane ed attraente impegnata e dare e a ricevere piacere. Lui si dimostrò un amante gentile e discreto : non la cercava insistentemente , non brontolava per i suoi orari di lavoro, non la metteva mai a disagio. Erano addirittura arrivati a non vedersi per sei giorni a causa di reciproci impegni. Avevano subito stabilito che quella relazione non dovesse portare disordine nelle loro vite. Helene era soddisfatta ed appagata sessualmente come non lo era da diversi mesi. Era convinta che tra di loro non ci fosse amore e che non ci potesse essere, sebbene lei avesse iniziato a provare un sentimento di attrazione non solo sessuale nei suoi confronti. Non gli chiese mai se stesse frequentando altre ragazze : vietarglielo sarebbe stato assurdo ed inconcludente. Si era buttata nel lavoro e negli impegni familiari con rinnovato entusiasmo ed il figlio Claudio era stato il primo ad accorgersi della luminosità che il volto materno aveva iniziato a sprigionare. Non sapeva quanto sarebbe durato un simile equilibrio, ma , fino al giorno della inevitabile rottura, avrebbe fatto di tutto per ricavare da quel rapporto la massima gratificazione. Helene ancora non immaginava quanto altro piacere stesse per irrompere nella sua vita’.

Un giovedì sera di inizio giugno, uscita dalla facoltà, decise di andare a fare una passeggiata tra gli alberi ed i vialetti del vicino parco pubblico. A quell’ora il verde era affollato di persone in cerca di relax e di freschezza dopo giornate fitte di impegni ed appesantite dal caldo tardo primaverile. Mentre camminava sotto l’ombra di due file parallele di tigli, le arrivò un SMS da Alessio. Il testo del messaggio diceva ‘ Questa notte ho sognato di baciarti in mezzo alle cosce’. Helene avvertì un brivido caldo e rispose ‘ Questa sera ho da fare , ma domani no. Pazienta.’ Ridacchiò e ripose il cellulare nella borsa, sentendosi come una liceale impegnata a gestire la sua prima tresca amorosa. ‘ Liceale io ? Sono passati millenni da quando ho smesso di esserlo ‘, pensò.
Un grosso mastino napoletano avanzava a passo fiero tirandosi dietro un anziano padrone. Alcune giovani madri spingevano i passeggini con dentro i loro figli. Helene si sedette su una panchina ed aprì il libro che stava leggendo in quel periodo. In lontananza scorse una figura dalle fattezze femminili che correva velocemente. Helene abbassò gli occhi sulla pagina e si lasciò velocemente rapire dalla narrazione del romanzo.
:’ Ciao Helene. Sei sempre l’intellettuale di un tempo.’ La donna alzò la testa e rimase come fulminata dalla vista della persona che le stava davanti.
:’ Vedi come è simpatica la vita?’ Proseguì la persona. Helene si alzò dalla panchina e finalmente esclamò :’ Nicole !’ Le due donne si abbracciarono. Helene rise :’ Sei madida di sudore.’ :’Oh,scusa, ho corso per quasi un’ora.’ Nicole era ansimante dentro una attillata tuta bianca e grigia. La sua migliore amica, una persona che non vedeva da due anni, era improvvisamente ricomparsa.
:’Sei tornata”
:’Si, ma resterò in città solo due settimane. Poi ripartirò per il Kuwait.’
Nicole era ingegnere e due anni prima era stata assunta da una compagnia petrolifera Francese che trivellava il deserto Arabo. Si conoscevano fin da quando erano bambine e la loro amicizia era nata pur essendo caratterialmente molto diverse : timida e silenziosa Helene, vivace ed intraprendente Nicole. Probabilmente si era trattato di una sorta di reciproca compensazione. Due anni prima la possibilità di trasformare radicalmente la sua vita e di rendere più brillante la carriera avevano allontanato Nicole dall’Italia e dal giorno della partenza non era più ritornata. Ovviamente lei ed Helene avevano continuato a tenersi in contatto ma questo non poteva certo risarcirle della perdita subita. Helene ricordava con dispiacere la mattina in cui aveva accompagnato l’amica in aeroporto ma era altresì felice per la straordinaria opportunità capitatale. Non c’era mai stata invidia sul versante lavorativo, considerato che anche Helene poteva a pieno titolo ritenersi soddisfatta ed appagata.
:’Vedo che continui a praticare sport. Quando sei ritornata ?’ :’ Sono in città da questa mattina. Se non ti avessi incontrata sarei passata in serata da te per fare il punto su questi due anni di pausa.’ Helene ripose il libro nella borsa e sorrise :’ Beh, anche a me il lavoro ha dato un po’ di soddisfazioni.’ :’ Ma gli uomini no” Helene ripensò al padre di Claudio e subito dopo ad Alessio :’ A questo proposito è successo qualcosa nell’ultimo periodo.’ Nicole era incuriosita :’ Se non hai da fare possiamo parlarne per tutta la serata.’
Helene avrebbe dovuto lavorare ad un progetto dell’università ma stabilì che Nicole non poteva non essere la sua nuova priorità, almeno per quella sera. Rispose :’ Non ho nulla da fare.’ :’Bene,allora incamminiamoci verso casa mia.’ :’ Non è il caso, ho la macchina a pochi metri da qua. ‘ :’ Perfetto’.’ :’ Senti Nicole, andiamo a casa mia, è più vicina. Ti metto a disposizione la doccia per rinfrescarti.’ :’ Se non disturbo’.’ :’ Assolutamente, saremo sole, Claudio è da suo padre.’
Lo sguardo di Nicole, notò Helene, era particolare, quasi enigmatico. Gli occhi stavano lanciando messaggi di difficile comprensione. Helene liquidò velocemente la cosa e si rallegrò dell’incontro appena avvenuto. Nei minuti successivi, durante il percorso in auto, Nicole tornò a guardarla con quella inedita e curiosa espressione. Helene le sorrise e le chiese la prima cavolata che le passò per la testa :’ Ti pagano abbastanza per poterti permettere tutti gli estetisti e gli altri lussi che amavi tanto qua in Italia ? ‘ Nicole, continuando a fissarla, le rispose con tono basso :’ Se non lo facessero ritornerei in Italia cavalcando un dromedario.’ Nicole toccò la mano dell’amica quando lei ingranò la seconda. Fu un contatto fugace, delicato e quasi impercettibile, ma tanto bastò a mettere Helene in una situazione di imprevedibile disagio.
:’ Siamo quasi arrivate .’ :’ Mi ricordo dove abiti, manco da appena due anni.’
Uscirono dalla vettura e presero l’ascensore. Helene guardò il sudore colare dal collo dell’amica e dirigersi verso i prominenti seni. Provò l’anormale impulso di asciugarlo, ma anche quello di toccare la sua pelle liscia ed ambrata.
:’ Cosa fai, guardi la mia abbronzatura ? Il sole del deserto non perdona.’ Helene non riuscì a ribattere ed in quel momento si aprì la porta dell’ascensore. Erano quasi le 9,30.
:’ Non c’è bisogno che ti dica nulla. In due anni la casa non è cambiata.’ :’ Già, credo che saprò orientarmi. Non ti dispiace se faccio un po’ di vapore, no ?’ :’ Certo che no, fai come se fosse casa tua.’ Nicole andò in bagno. Pochi istanti dopo Helene sentì il rumore dell’acqua scrosciante. Senza essersi cambiata andò in cucina e versò dello spumante in due coppe. Quando tornò in sala per poco non le fece cadere entrambe : al centro della stanza c’era Nicole, completamente nuda ed asciutta, che la fissava.
:’ Nicole, che stai facendo ? Ci sono problemi ?’ Sussurrò Helene in modo quasi impercettibile. :’Dimmelo tu Helene’in auto ti ho vista un po’ accaldata ed agitata.’ Fece qualche passo verso di lei :’ Perché non vieni con me sotto la doccia ? ‘ Helene era pietrificata. Nicole era ormai prossima a lei. Prese i bicchieri dalle sue mani e li appoggiò su un mobiletto. Helene sentiva il respiro caldo dell’amica sul collo, poi avvertì le sue mani toccarle dolcemente il vestito all’altezza dei seni. :’Nicole , cosa” :’ Rilassati, sarà una splendida serata.’ Nicole la baciò sulle labbra. Helene fu attraversata da un brivido che le scosse la schiena e le flagellò le gambe. Temette di perdere l’equilibrio. Nicole, in un crescendo di audacia, infilò una mano sotto la gonna dell’amica e le toccò le mutandine.
:’Nicole, no’.’
:’Invece si, Helene, sii te stessa, fai ciò che desideri.’ Nicole ritrasse la mano e fece scorrere le dita sul collo dell’altra. Helene avvertì una sensazione di umido .
:’ Se tu non lo volessi fare le mie dita non ti trasmetterebbero il senso del bagnato” Helene realizzò di essere eccitata e bagnata. Nicole aggiunse :’ Grondi di umori tra le gambe, esattamente come me in questo momento. Accetta la verità e rassegnati.’
Detto questo si mise l’altra mano sul pube e si toccò con forza. Con le dita umide di liquidi toccò le labbra di Helene :’Annusa e lecca’è inebriante.’ Helene aprì la bocca e succhiò l’indice ed il medio di Nicole, improvvisamente desiderosa di fare l’amore con la sua amica. Nicole cominciò a svestirla con velocità e destrezza. Sembravano delle mitologiche divinità antiche. Helene era molto alta e snella, con i capelli biondi e lunghi, la pelle bianca quasi diafana, i seni piccoli con i capezzoli induriti dal desiderio. Nicole era di poco più bassa, aveva un corpo elegante e morbido, i seni sodi e rotondi, la pelle baciata dal sole orientale. Due entità quasi metafisiche che si ammiravano mute e nei cui occhi era leggibile l’imminente alchimia dei corpi e dei fluidi. Helene disse :’ L’acqua deve essere pronta.’ Nicole annuì. Si presero per mano ed andarono in bagno. Dalla doccia si stava alzando una colonna di vapore e dalla finestra aperta faceva il suo ingresso la refrigerante aria regalata dall’oscurità.
Ricoprirono i loro corpi di sapone e si pulirono con perizia. Nicole strofinò la spugna sul pube di Helene e lei gemette, quindi le morse un orecchio e sussurrò :’ Voglio possederti” Helene replicò :’ Anche io.’
La schiacciò sulla parete e la baciò in fronte, sul naso, sulla bocca, sul collo. Scese più in basso , si inginocchiò e , sotto l’acqua scrosciante, le leccò la vulva. Si aiutò con le mani per dilatare il varco e spinse la lingua nelle profondità della vagina. Helene scosse il corpo, percorsa da onde di piacere , mise una mano sulla testa dell’amante per avvicinarla ancora e con l’altra si aggrappò alla doccia. Nicole la baciava e la leccava senza sosta. Helene si resse con forza all’acciaio della doccia quando venne e credette di stare per sradicarlo dal muro. Nicole si alzò in piedi e la baciò in bocca con passione, trasferendole il sapore inebriante degli umori vaginali.
:’ Adesso, mia bellissima amante, andiamo in camera a toccarci” Helene non poteva non obbedirle. Uscirono dalla cabina, bagnate e nude, sgocciolando dappertutto. In queste selvatiche condizioni si gettarono sul letto. Le loro mani frenetiche si cercavano, si accarezzavano, si esploravano, rendendo materia viva e pulsante un sentimento che Nicole provava già da molti mesi. Si sistemarono in modo da avere i bacini aderenti ed i corpi che si fronteggiassero. Quindi si sdraiarono sul lenzuolo, tenendo i busti alzati con i gomiti, e cominciarono a strofinare le vulve ed i clitoridi. I quattro seni danzavano insieme al resto dei due tronchi mentre le fighe si toccavano con energia. Nicole alzò il braccio sinistro, Helene quello destro e le loro mani si strinsero, ciascuna spingendo nel verso contrario all’altra. Helene venne per prima. Un istante prima dell’orgasmo fermò il movimento, tese il corpo come una corda ed alla fine emise un grido di eccitante soddisfazione.
Nicole non aveva smesso di strofinare il suo pube contro quello dell’amica e pochi secondi dopo si lasciò anch’ella possedere dal godimento. Rimasero in silenzio per uno o due minuti. Helene cambiò posizione e si stese al fianco di Nicole. Le leccò dolcemente la guancia e le sussurrò :’ Non sapevo che desiderassi fare l’amore con me e ti sono grata per avermi fatto conoscere questa nuova bellezza della vita.’ Nicole la guardò sorridente :’ In Kuwait eri sempre nella mia mente. Quando ci siamo lasciate ho cominciato a pensare a te in modo diverso rispetto a prima.’ Si accarezzarono teneramente per un po’, poi Nicole disse :’ Voglio mostrarti la prova del mio desiderio, una prova che spero ti riempia di soddisfazione.’ Helene guardò incuriosita l’amica alzarsi dal letto ed uscire dalla camera. Ritornò subito dopo con una foto sgualcita che Helene riconobbe subito: se l’erano fatta scattare in aeroporto poco prima che il volo decollasse. Era spiegazzata e scolorita.
:’ Nicole, è così che conservi una cosa tanto preziosa ?’ La rimproverò Helene.
:’ C’è una buona ragione. La porto sempre con me perché in questi due anni è stata il simbolo del nostro legame di amicizia. Quando ho iniziato a desiderarti ed a voler fare l’amore con te ho anche sentito il bisogno di fare una cosa” Helene stava lentamente cominciando a capire. Nicole proseguì :’ Ogni sera, per quasi due anni, mi sono strofinata questa foto sulla vulva, l’ho impregnata dei miei umori , immaginando di toccare il tuo corpo, di baciarti”
Helene era commossa per quella sorta di rito pagano che l’amica aveva silenziosamente e fedelmente ripetuto per mesi e mesi e replicò :’ Mi pare che rimanga una sola cosa da fare’una cosa che solo io devo fare.’ Prese la foto dalla mano di Nicole e se la premette sulla figa’

Sono graditi i commenti dei lettori L’aria stagnante e cupa era irrespirabile. Il sudore colava sul suo collo, sulla sua fronte, lungo tutto il suo elegante fisico atletico. Non poteva muovere gli arti. Non poteva uscire da quella stanza. Non poteva più tornare indietro. Effettivamente non poteva, ma la ragione profonda della sua permanenza silenziosa su quel materasso era che non voleva muovere gli arti, che non voleva uscire dalla stanza, che non voleva tornare indietro. Si domandò cosa le fosse successo e si rispose che stava semplicemente vivendo un’eccitante avventura. Null’altro. Eppure non era cosa da poco trovarsi distesa sul letto di un appartamento non suo, legata mani e piedi alle sbarre di quel morbido giaciglio e sotto gli occhi bramosi di un maschio visibilmente eccitato. Che tra lei ed il ragazzo ci fosse un computer rendeva la situazione ancor più strana ed inedita. Su di un piccolo mobiletto sistemato accanto al letto era appoggiato un moderno portatile sormontato da una web cam. Sul monitor era visibile un bellissimo ventenne biondo completamente nudo che teneva stretto, nella mano destra, un pene semieretto. Helene distolse la vista da quella presenza digitale e guardò il soffitto, da cui pendeva un bel lampadario. Poi gettò lo sguardo ai suoi lati e si concentrò sulle fonti di quella innaturale luminescenza, ossia due coppie di candele. La combustione della cera spandeva nel locale una luce soffusa e mistica, regalando ad Helene la sensazione di trovarsi immersa in una ancestrale liturgia magica. Le corde che la limitavano non erano molto strette. Lei giaceva completamente nuda ed i suoi vestiti erano sistemati sulla spalliera di una sedia. Ripensò a come era finita li. Due sere prima, mentre stava uscendo da quello stesso appartamento, la sua amica amante le aveva sibillinamente rivolto parole riguardanti una misteriosa sorpresa erotica. Quella mattina, pochi minuti dopo essersi svegliata, era stata raggiunta da un SMS di lei che recitava ‘ Alle 22 a casa mia’. Helene aveva trascorso la giornata nella trepidazione più estrema, tanto che nemmeno il furioso coito vaginale e poi orale avuto con Alessio quel pomeriggio aveva rimosso dalla sua testa la curiosità. Alle ventidue in punto Helene sapeva che cosa la sua amica stesse preparando con tanta cura e sulle prime non aveva accettato. Le buone maniere che avevano sempre guidato la sua condotta, la timidezza, l’educazione, la paura, le sconsigliavano di accettare. Accanto a questi parametri se ne erano però accostati altri, chiamati eccitazione, desiderio, trasgressione, ignoto. Erano bastate poche, dolci, parole della sua amica ed amante per far pendere irrimediabilmente la bilancia della sua determinazione dalla parte della trasgressione. Le aveva detto di non avere timore, di rilassarsi, che il loro ospite virtuale sarebbe stata una presenza positiva e che avrebbero goduto moltissimo. Helene aveva ceduto.
‘Speriamo che non sia uno dei miei studenti’ pensò. Lo guardò bene e si disse che non poteva esserlo perchè uno così bello non le sarebbe passato inosservato. L’eccitazione intanto aveva raggiunto livelli altissimi e si chiese dove fosse finita la sua compagna di giochi. Dopo averla spogliata e legata era sparita e da alcuni minuti non si faceva vedere. Cominciò a desiderare un bicchiere d’acqua. Alzò la testa e chiamò ad alta voce il nome dell’altra donna. Ci fu un leggero rumore di passi e Nicole entrò in quell’alcova oscura e sensuale. Nelle mani reggeva una bottiglia d’acqua naturale ed una di vino rosso.
:’ Dove eri finita ? ‘ Chiese Helene. ‘ Stavo scegliendo il vino.’ Rispose l’altra laconicamente. Appoggiò il rosso sul pavimento e stappò la minerale. ‘ Immagino tu abbia sete ‘. Helene annuì. Nicole avvicinò la bottiglia alla bocca di Helene e le permise di bere. Molta acqua le cadde sul collo, mischiandosi al sudore, ed altrettanta finì sul materasso. Nicole la versò anche sul corpo dell’amante, sui seni, sul ventre, sulla vulva.
:’ Starai più fresca così.’ Detto questo si sfilò gli slip e si inginocchiò sul letto, a cavalcioni sopra il tronco di Helene. Si strofinò le mutandine sul volto, sui seni e poi se le passò in mezzo alle gambe. Dalla sua bocca uscivano gemiti deboli. Helene la fissava, rapita da quello spettacolo sublime e cercò di liberare i polsi dalle corde, desiderosa com’era di toccare l’altro corpo. Quei vincoli, però, ressero e la constrinsero ad una dolorosa impotenza. Arbitra della situazione, Nicole morse e leccò le mutandine, per poi tenerle sospese qualche decina di centimetri sopra il volto di Helene. Quest’ultima alzò la testa nel disperato tentativo di toccarle con la lingua ma non ci riuscì perché erano troppo alte. Nicole le avvicinava e le allontanava velocemente, impedendo qualunque contatto fisico tra il tessuto e l’amante. Intanto il ragazzo in cam si masturbava ed assisteva alla scena con occhi sgranati e traboccanti di libidine.
:’ Ti prego, non essere crudele.’ Gemette la vogliosa. :’ Dipende solo da te..’ Replicò l’altra. Gettò gli slip in fondo al letto, provocando un tripudio di delusione e rabbia sul volto di Helene, quindi prese la bottiglia di rosso che aveva riposto a terra e ne versò alcune gocce sul petto della sottomessa. Si chinò a baciare quei piccoli punti bagnati. ‘ Ottima scelta, è un vino superbo.’ Inclinò la bottiglia e fece uscire una gran quantità di quel liquido buono ed inebriante, che si riversò sulla bocca, sul collo e sui seni di Helene. Nicole, non curante di quanto il materasso fosse fradicio, leccò avidamente l’alcool e quindi anche la pelle dell’amica. Si distese sul suo corpo e si bagnò a sua volta. Le mani libere si muovevano lungo i fianchi della prigioniera, strappandole lamenti di eccitazione. Si dettero il primo bacio in bocca, avido e lungo. Helene spinse il bacino verso l’alto e lo strofinò su quello di Nicole. Lei non cedette alle sue lusinghe e tornò in ginocchio, questa volta, però, sopra il volto di Helene. Le disse :’ Sai cosa devi fare.’ La dominatrice volse lo sguardo al pc e guardò compiaciuta la mano del ragazzo conosciuto solo quattro ore prima in chat che si muoveva lungo il pene. Helene appoggiò le labbra sulla vulva e la baciò. Era come l’aveva conosciuta la prima volta, umida ed attraente, circondata da una corta peluria castana. Il clitoride era in evidenza e cominciò a succhiarlo con l’avidità di una golosa di delizie carnali. Nicole le teneva la testa tra le mani e la muoveva lentamente. Brividi di caldo piacere la scuotevano e rivoli di vino le percorrevano lo spazio tra i seni e le mammelle stesse, fermandosi sui capezzoli quasi impauriti del salto nel vuoto. L’eccitazione crebbe ed alla fine Nicole venne, emettendo un suono animalesco. Gli umori brillavano sul naso, sulla bocca e sul mento di Helene, confondendosi con le gocce di vino.
:’ Brava. Ti sei meritata il feticcio” Nicole allungò un braccio ed afferrò il suo intimo. Lo leccò ancora una volta e poi lo calò sopra la bocca di Helene, questa volta senza allontanarlo subito dopo. La dominata lo annusò e si inebriò, quindi lo morse, lo baciò e lo ricoprì della sua saliva.
:’ Ora basta.’ Disse Nicole. Gettò lo slip sul pavimento e si sporse verso un mobile. Afferrò una delle candele e con un soffio spense la fiamma. Nella stanza l’atmosfera si fece ancora più esoterica. Nicole sfiorò la pancia di Helene con la cera e scese sempre più in basso, fino a raggiungere la sua intimità. Le baciò il monte di venere, facendola fremere.
:’ Ti prego, ho diritto anche io ad un orgasmo’.’ Nicole la guardò , sorrise e riprese a baciarla dolcemente, provocando in lei nuovi fremiti. Sconvolta dall’attesa, incapace di resistere ulteriormente a quello strazio, Helene si lasciò andare ad una volgarità di cui si pentì subito :’ Nella figa, stronza !’ Nicole, tutt’altro che offesa ed anzi eccitata ancor di più, esclamò ‘ Dopo una vita da santarellina ti scopri maiala a 47 anni ?!’ Decise di porre fine a quella languida tortura e penetrò Helene con la lunga candela. Affondò la cera nella sua vagina, muovendola avanti ed indietro con velocità. Helene emise subito un forte gemito di sorpresa e poi stabilizzò le sue emissioni vocali sul livello del gemito continuo ma debole. Ad un certo punto Nicole accelerò il movimento e l’altra scosse brutalmente il bacino e con esso tutto il tronco, pervasa da un crescente piacere. Condividendo l’eccitazione e l’estasi le due donne si muovevano come fossero l’una complementare all’altra, nutrendosi di una felicità sovrumana. Helene raggiunse un orgasmo sconvolgente ed urlò con forza tutta la sua gioia. Nicole estrasse lo strumento dalla vagina , saltò dal letto e si posizionò in piedi davanti alla web cam. Questa volta fu lei a provare la sensazione della cera nelle sue cavità . Muovendosi freneticamente offrì allo spettatore una performance di incontenibile plasticità : il suo corpo era sconvolto da una frenesia diabolica, squassato da onde di energia , distrutto e ricostruito costantemente da una droga potente e micidiale ottenuta dalla miscela di luci, caldo, vino e carne legata’ Alla fine di questa danza Nicole venne ed urlò come Helene prima di lei. Pure il ragazzo si lasciò andare e le due donne videro uno, due, tre getti di sperma fuoriuscire dal suo sesso.
Nicole si stese al fianco dell’amante. Helene disse :’ Bellissimo, ma adesso slegami, ti prego’.’ Nicole la fissò per alcuni istanti e replicò :’ Non crederai sia finita qui” Poi aggiunse :’ Ma in effetti possiamo continuare anche se sei libera !’

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