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Vacanze Romane

By 24 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Ho capito tutto. Tu sei Camilla, come lei cerchi il tuo padrone. Sinceramente, penso che mi fai schifo, ti facevo molto più sveglia, ti ho trattata sempre alla pari e tu chiedevi solo di essere comandata e maltrattata. Se è questo quello che hai sempre voluto, buona fortuna, tu in realtà non hai mai fatto per me, sono stato io a credere che tu fossi migliore di come sei. Scusa, ma se è così, neanche un’amicizia può esserci tra noi, hai perso tutta la stima che avevo nei tuoi confronti, che era l’ultima cosa che mi legava a te. Si, perchè ti credevo superiore alla massa, pensavo di stare con una ragazza che mi potesse tenere testa ed invece sono stato io ad abbassarmi al tuo livello. Vai da uno che vuole una schiavetta, lui si che ha le palle!’
Dopo questo illuminante sms, ne arrivano altri, tutti pieni di dolci insulti e cavolate, una più grande dell’altra… ha capito tutto, lui! Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Sono sull’autobus, e più di qualcuno si gira per guardarmi. Magari sto ridendo un po’ troppo rumorosamente, ma… non riesco a contenermi! Ha capito tutto! Tento di soffocare le risate, e mi mordo il polso per smettere di fare rumore. La mia amica, quella che gentilmente mi ospita per questa settimana di vacanze, mi guarda, quasi per accertarsi se sono davvero impazzita, o se sono ancora recuperabile. Sembra pensare che in qualche modo lo sono, perchè aspetta che mi calmi, ed inizia l’interrogatorio.
‘Perchè ridi? E, soprattutto, deve essere qualcosa di davvero buffo, per farti ridere così! Chi ti ha scritto cosa?’
‘Il mio ex… mah, dice che ora ha davvero capito chi sono… evidentemente non è molto sveglio, visto che otto anni non gli sono bastati…’
‘Ancora lui??? Ma perchè continui a sentirlo? Anche se solo come amico! Vi siete lasciati più di un anno fa, mandalo definitivamente a quel paese e basta! Mi sta antipatico già dall’anno scorso, quando ti aveva scritto tutte quelle cattiverie quando eravamo a Londra, e tu come una scema ci sei pure rimasta male! Mandalo a quel paese ora, o lo faccio io!’
‘Eh, mi sa che questa è la volta buona davvero… Mi ha appena detto che… Mah, lasciamo perdere, non mi va neanche di parlarne’
Come al solito, bastano 3 secondi per farmi passare dalle risate incontrollate a questo senso di cocente delusione. Delusa. Di nuovo. Mi chiedo se mai riuscirò ad evitare che questo ragazzo mi faccia del male. Altro che padroni, comandi e maltrattamenti! L’unico che mi può far male è quello che, come sempre, si erige a paladino di non-so-cosa, e decide che quello che faccio è sbagliato. Che quello che provo è sbagliato. Che quello che voglio è sbagliato. A quanto pare, quella sbagliata sono io. Punto.
Prima che io possa passare all’emozione giusta, ossia incazzarmi con quel pirla che è il mio ex, magari iniziare a sfogarmi tirando calci a qualcosa, o andarlo a prendere per le orecchie e fargli baciare la terra sulla quale cammino, la mia amica reclama la mia attenzione.
‘So cosa ti ci vorrebbe ora, una bella valvola di sfogo, ed ho tutta l’intenzione di dartene una’
‘Dici? Mi dovrei fidare?’
Con lei è tutto così semplice. Bastano 3 parole, e subito iniziamo a scherzare e prenderci in giro di nuovo. Non siamo due tipe romantiche, tutte cuoricini, nomignoli affettuosi e cose simili. Ci offendiamo pesantemente per più della metà del tempo, ma… Lei mi conosce bene, anche se è un anno che non ci vediamo. Con lei non devo nascondermi.
Arriviamo a casa sua, dovremmo prepararci per uscire questa sera, ma… Onestamente, ho bisogno di altro. E lei lo sa.
La casa è vuota.
Neanche il tempo di chiudere il portone, e la sento prendermi per i fianchi, e baciarmi. Non è un bacio innocente. è pieno di passione, è pieno di desiderio, è un bacio ardente, di quelli che ti fanno cadere in uno stato di eccitazione senza fine, di quelli ai quali ti aggrappi come fossero la tua sola possibilità di salvezza. Di quelli che vorresti continuassero in eterno. Di quelli difficili da interrompere, e solo per un ottimo motivo. Sfilarle la canotta, beh, è un ottimo motivo. Lascermela sfilare, beh, forse è un motivo anche migliore.
è una gara a toglierci i vestiti, a spogliarci velocemente, anche se c’è il rischio che una delle sue coinquiline entri in casa e ci trovi così. Strette l’una contro l’altra, seno contro seno, le nostre mani corrono sul corpo dell’altra, accarezzano, sfiorano, delicate come solo le mani femminili possono essere.
Il rumore dell’ascensore che si ferma al nostro piano ci fa sussultare, e correre verso il bagno. Ci chiudiamo dentro, e ci infiliamo nella doccia. Restiamo così qualche istante, quasi a riprendere fiato, mentre l’acqua scorre sui nostri corpi, quasi ad accertarci che per l’altra non siamo state troppo brusche, troppo precipitose. Ma non lo siamo state. Tra di noi è già successo qualcosa, quasi un anno fa, e questo è solo quello che entrambe avremmo voluto anche allora.
Sono io, questa volta, a prenderla per i fianchi, ed avvicinarla a me, ad assaggiare le sue labbra. Sanno di ciliegia, il suo lucidalabbra preferito. Le sue labbra sono leggermente sbilanciate, con il labbro inferiore più pieno di quello superiore, ma per questo ancora più sensuale. Succhiarlo leggermente, morderlo piano, è una piccola tortura per entrambe, tanto che presto abbandoniamo la delicatezza, e le nostre lingue iniziano a cercarsi di nuovo, affamate, le mani che corrono nei capelli dell’altra, per avvicinarla meglio, per non farla scappare… Sembriamo quasi fuse in un corpo solo, strette l’una contro l’altra nel piccolo spazio della doccia, ed ogni movimento diventa una sensuale carezza per l’altra.
Le mie mani scorrono sul suo corpo, e, anche se ogni movimento è nuovo, sembrano sapere cosa fare da sempre. Sembrano conoscere la strada che dalle sue spalle, scende verso i suoi fianchi, accarezzando prima lateralmente i suoi seni, per poi scendere in vita. Sembrano sapere come accarezzarle il seno, per poi stringerlo più forte, facendo in modo che un piccolo gemito esca dalle sue labbra. è un suono così dolce, quello che esce dalla sua bocca, da quelle labbra così invitanti, che inizio a leccarle e baciarle la pelle del collo, sperando nella stessa reazione, ed ottenendola.
Scendo quindi fino al suo seno, baciandole e leccandole i capezzoli, stringendolo piano tra le mie mani, mentre lei si rilassa ulteriormente sotto il mio tocco, e si appoggia alla parete della doccia, lasciandomi fare ciò che voglio di lei.
Una mano resta ad accarezzarle il seno, mentre l’altra scende sulla sua pancia piatta, spostandosi sempre più verso il basso, ma piano, sapendo che lei freme, impaziente per un mio tocco più intimo, esasperandola quasi, facendole desiderare la mia mano ancora di più, sempre di più, fin quando un gemito esasperato mi convince che magari è ora di accontentarla un po’.
Le mie dita sfiorano il suo clitoride, già gonfio, e lei si inarca leggermente verso di me, come a dirmi che ne vuole ancora, che vuole di più. Resto ad accarezzarlo con movimenti circolari, alternativamente lenta e veloce, con movimenti più dolci o più forti, mentre lei si contorce sotto il mio tocco. Scendo verso il suo sesso, completamente bagnato, e vi immergo le dita, che entrano in lei con facilità, mentre lei inizia ad ansimare, ed io a muovermi sempre più veloce, dentro e fuori di lei.
Esco da lei, ignorando un suo gemito di protesta, e la giro, portandola a darmi le spalle. Prima le massaggio piano la schiena, lungo la colonna vertebrale, poi la spingo contro di me, e la mia mano destra ritrova la strada per il suo sesso, e la penetro così, mentre con l’altra mano le accarezzo l’interno coscia, e poi su fino al seno, mentre lei si lascia andare contro di me, completamente presa dalle mie mani. Continuo e continuo, e la sento sempre più tesa, sempre più vicina all’orgasmo.
All’improvviso mi ferma la mano, e la sento sussurrare.
‘Fallo, so che vorresti, quindi fallo. Fammi ciò che vuoi’
La guardo mentre appoggia le mani alla parete della doccia, e si piega il più possibile nel poco spazio a disposizione, facendo sporgere il suo sedere verso di me.
Lei lo sa, è stata la prima a scoprirlo, quando, un anno fa, siamo state insieme nel primo sexyshop che io abbia mai visitato. Lo ha capito dal modo in cui guardavo il primo frustino che ho mai avuto tra le mani, il primo bavaglio, le prime manette. Lo sa.
Prima glielo accarezzo piano, e poi le tiro il primo schiaffo, la prima sculacciata. Faccio piano, di certo non voglio farle del male, non a lei, così comprensiva, così buona con me. Ne segue un altro, ed un altro, ed un altro, ed un altro ancora, tutti controllati, tutti volti a provocare un altro tipo di piacere, non dolore. Ad ogni schiaffo segue la più delicata delle carezze, ed è come se spedisse una scarica di piacere a tutto il corpo, e le piace, si vede che le piace, si vede da come spinge il suo bel sedere contro di me dopo ogni colpo, come per cercare il prossimo, si vede perchè il suo sesso è ancora più bagnato, e sembra quasi aprirsi. Le do un ultimo schiaffo, e subito le mie dita sono nuovamente dentro di lei, lei che è così calda, così accogliente, e così pronta per il piacere che la coglie dopo pochi movimenti. La sento contrarsi attorno a me, e rilasciarsi con un delicato spasmo. Faccio uscire le mie dita da lei, e la abbraccio piano. Rimaniamo così, sotto l’acqua che di nuovo scorre sui nostri corpi, per qualche minuto. Poi si gira, mi bacia nuovamente, e mi chiede di rilassarmi. Rilassarmi, mentre le sue mani si riempiono di sapone, ed iniziano a massaggiarmi piano, tutto il corpo, dalla schiena fino alle gambe, è la cosa più semplice del mondo.
Con dedizione mi accarezza ed insapona, e ripete lo stesso gesto anche quando porta via il sapone. Ma è quando, mentre mi asciuga, inizia a baciare ogni centimetro del mio corpo, partendo dai piedi, poi sulle gambe, fino ad arrivare al ventre ed i seni, ed il collo, che mi fa completamente dimenticare tutto.
Deposita un ultimo, dolce bacio sulle mie labbra e sorridendo bisbiglia ‘Che dici, usciamo? Stasera ti volevo presentare un amico del mio ragazzo…’
Si, usciamo. Voglio solo continuare a lasciarmi il passato alle spalle.

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