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Racconti di DominazioneTradimentoVoyeur

La mia esperienza di traditore tradito, parte 5

By 1 Ottobre 20215 Comments

La mia esperienza di traditore tradito, parte 5

Angelo arrivò poco prima di mezzogiorno in spiaggia; era gongolante e sorridente. Aveva una piccola telecamera in mano.
La moglie gli chiese : hai trovato quello che cercavi? Lui: tutto; ho persino trovato a buon prezzo questa piccola telecamera per immortalare questa bellissima vacanza e si accomodò sulla sdraio.
Mia moglie lo salutò. Si vedeva che fosse preoccupata. Era distesa sull’asciugamano rivolta al mare e dopo pochi minuti avvenne quanto le aveva anticipato.
Città e fantascienza emersero da un discorso che stava facendo con la propria moglie e mia moglie fece quello che le era stato ordinato.
Fu per lei un fulmine a ciel sereno ed io mi spostai ed allontanai per non metterla in imbarazzo, ma soprattutto per vedere se avrebbe obbedito. La vidi ruotare di 180 gradi le gambe sbuffando come fosse stanca della precedente posizione. Spostò anche il cuscinetto di gomma che teneva sotto il capo, poi diede un’occhiata verso la moglie di Angelo e me per sincerarsi che non la stessimo guardando con particolare attenzione e pian piano divaricò le gambe fermandosi in una posizione accettabile “sbattendogli” la figa in faccia. Lui con sguardo fisso gli fece un cenno con il capo. Si leggeva che non fosse soddisfatto e mia moglie comprese ed allargo le gambe al limite dello strappo pubico. Adesso sì che si era offerta bene. Lui fece sempre con il capo un gesto di approvazione. Lei rimase in quella ludica posizione finchè lui non distolse lo sguardo, ma passò almeno mezzo minuto.
Quel giorno disse il nome di una città accompagnato da fantascienza più di cinque volte persino mentre eravamo seduti al tavolino del bar e vidi ogni volta mia moglie affannarsi per poter mettersi come voleva lui ed aprire le gambe in quel perverso, ma erotico movimento. Ad un certo punto non capii più se ne soffriva o se le piacesse perché all’ennesima sua richiesta lo fece con nonchalance e tanta classe con un movimento naturale e sorrideva. Sorrideva anche lui, mentre io facevo finta di non accorgermi di nulla.
Aveva cominciato a piacerle il giochino? Boh
Sta leggendo un messaggio e la vedo aggrottare la fronte. Cosa ci sarà scritto?
Devo riuscire a leggerlo e potrei riuscirvi più tardi durante il rientro a casa per il pranzo quando lei è solito recarsi in bagno per alcuni minuti sperando che non lo cancelli.
Avvenne come sperato, lei entra in bagno e io prendo il suo cell e immetto il codice di attività. Ci sono più utenti wats up che le hanno scritto questa mattina e non risulta nessun Angelo. Certo lo avrà registrato con uno pseudonimo, ma non posso aprirli tutti. Che stupido i messaggi sono per cronologia e quando è arrivato quel messaggio erano almeno le 12. Ve ne sono due intorno a quell’ orario. Apro il primo mandato da Alba; la solita sfiga non c’entra nulla, le ricordava di chiamarla al rientro per un pranzo insieme. Sarà stata una collega di lavoro.
Il secondo l’ha mandato Vicino, potrebbe essere un cognome lo apro e rimango basito, solo poche parole: domani ci divertiamo, preparati
“Chiudo” il telefono rimettendolo dove l’avevo preso ed esco in giardino.
Quali altre prove la aspettavano?
Un altro giorno stava terminando e sapevo che un momento clou era quello della mia doccia, era l’occasione per Angelo, in quei pochi minuti di parlarle di persona senza essere visto da nessuno.
Dopo la doccia verificai la mia app. Era venuto e le aveva dato un pacchetto dicendole: mettile stasera è un mio regalo; è sottinteso che devi usare una gonna , meglio mini. Incuriosita e sospetto spaventata conoscendolo aprì subito il pacchetto. Erano delle mutandine nero di un tessuto abbastanza trasparente, a vederle nulla di strano sino a che lei ci infilò la mano e la vidi passare attraverso le mutandine.
Erano mutandine da troia. Gli amici ben informati (quelli che andavano a puttane a pagamento) raccontavano che quel tipo di mutandine le usavano le puttane per far sesso specialmente in inverno senza doversi spogliare e stare senza mutande. Sollevi la gonna, la signora si piega o si siede su te o altra posizione che lo consenta e zac il cazzo è dentro.
Lo usano le puttane, ma anche nelle coppie libidinose le signore ne fanno uso. Arrapa molto.
Adesso le vedevo dal vero la prima volta. Quella sera mia moglie aveva una gonna mini, proprio come aveva chiesto lui; non mi sforzai di vedere cosa avesse sotto. Ero più preoccupato e confesso curioso degli sviluppi.
Mi resi conto che il mio atteggiamento fosse cambiato, penso sia stata una forma di difesa psicologica.
Oggi dico che non ero più incazzato, o triste, o disperato. Ero diventato un asettico osservatore interessato a vedere cosa succedeva a quella donna che solo casualmente era mia moglie.
Facemmo la solita passeggiata Guardavo la sua gonnellina oscillare ai suoi movimenti e mi chiedevo: pensa se la gente qui intorno sapesse che mutandine sono li sotto.
Ci accomodammo ad un tavolino e prendemmo da bere; Angelo, seduto proprio in fronte a lei le disse, in un contesto appropriato, le parole magiche. Lei agì dopo qualche secondo. Vidi il movimento, ma ne sua moglie ne io potemmo vedere cosa accadeva, lui si. Non poté vedere l’intera fenditura, ma qualcosa si ed il sorriso sul suo viso lo confermò ; era quello di uno soddisfatto.
Tornammo a casa; eravamo già nel giardino quando lui disse: è una così bella serata che propongo di andare a vedere le stelle al buio dalla spiaggia., devono essere uno spettacolo.
Sua moglie disse: sono stanca, passo; metto a letto i bambini e prendo un po’ d’aria in giardino . Allora si rivolse a noi: voi?
Un pensiero veloce mi frullò in testa. Vuoi vedere che…
Chiesi a Anna: ti va?
Lei: si, perché no? Ma, i bambini?
Mi parve in buona fede.
Dissi: ho un’idea, metto a letto io i bambini e ne approfitto per andare in bagno. Aggiunsi con un finto sorriso: quella bibita fredda non mi deve aver fatto bene e mi toccai la pancia, poi se Chiara da un occhio anche ai nostri ragazzi vi raggiungo.
Chiara va bene? Disse: si, volentieri.
Mia moglie: dai ti aiuto e andiamo insieme.
Io: è inutile essere in due e poi devo andare in bagno
Dove andate chiesi ? Rispose subito lui che non voleva farsi sfuggire l’occasione: al muretto dei nostri bagni, quello vicino alle cabine. Sai dov’è?
Si, lo so..
Cominciate ad andare vi raggiungo subito .
Persero un po’ di tempo per mettersi in moto ed in quel po’ di tempo avevo già messo a letto i bambini in modo un po’ raffazzonato, ma poi avrei provveduto. Li vidi allontanarsi nell’oscurità. Dissi a Chiara : vado.
Lei un pò sorpresa: già fatto? Si, sono bravo, ma poi casomai li mette meglio a posto Anna.
Corsi e per un sentiero parallelo raggiunsi la spiaggia da un altro punto. C’era una bella oscurità rinforzata dai pini che proiettavano le loro ombra e mi nascondevano.
Stavano arrivando e non andarono lontano. Il muretto era tra la spiaggia e la pineta e faceva da confine fuori dalla zona d’ombra. Angelo la fece sedere e si sedette in una posizione strategica. Erano a pochi metri dall’ingresso alla spiaggia e potevano vedere per un bel tratto se qualcuno potesse arrivare dalla pineta per il sentiero che avevano fatto loro, quello più diretto alle case.
Angelo guardò con attenzione in quella direzione e ascoltò. Non vide o sentì alcuno. Ero a meno di 10 metri da loro invisibile tra rami e oscurità, ma vedevo e sentivo con la cuffia molto bene
La prese per una spalla facendola avvicinare dicendo: abbiamo come minimo 10 minuti.
Mia moglie intese subito a cosa si riferisse . Era quello che si aspettava accadesse in quella ser o no? Fece resistenza, magari virtuale, ma la fece .Ma sei pazzo? Possono vedere. E poi tra poco arriva Paolo.
Chi vuoi che venga qui e se ci sbrighiamo tuo marito arriverà tardi. Era chiaro per cosa.
Non perse tempo e la umiliò o se preferite la sottomise anche in quell’occasione. Le disse: tiramelo fuori e le portò la mano alla patta dei pantaloncini che si chiudeva con dei bottoni come la mia. Fu d’istinto che guardai la mia, aveva 5 bottoni verticali più uno in alto orizzontale.
Lei obbedì, ormai non mi sorprendevo più per la sempre sua totale obbedienza, le avrebbe chiesto sempre più. Lei si piegò al suo fianco per farlo. Non fu così semplice visto che essendo lui seduto sul muretto schiacciava la patta.
In compenso potevo vedere così piegata come il suo culo spiccasse.
Ci mise un po’ ma ci riuscì.
Come mi aspettavo non poteva essere già pronto infatti le disse: dai veloce, ciuccia, abbiamo poco tempo.
Vidi il suo capo sparire sotto la sua pancia e avvinarsi al grembo. Vidi il pratico e caratteristico movimento del capo durante un pompino. Dopo un paio di minuti si tirò su.
Lui: brava, stai migliorando. Il suo cazzo era in vista e rigido.
Mi chiedevo in quale posizione l’avrebbe chiavata? Alla pecorina poggiata sul muretto? Seduta su lui con le gambe intorno ai suoi fianchi? Fu pratico ed intelligente la fece segno sedere di schiena su lui . In quella posizione il cazzo sarebbe entrato facilmente in vagina e con le mani poteva tenere e giocare con le tette mettendole da sotto la camicetta senza doverla spogliare e se fosse arrivato qualcuno bastava lei si spostasse e sedesse sul muretto per tornare ad una posizione normale.
Lui era pronto ma lei? E’ vero che la forma del cazzo di lui favoriva la penetrazione ma con lei “asciutta” non sarebbe stato comunque agevole.
Era seduta con la minigonna aperta sulle cosce di lui; le mutandine dovevano essere quelle con il foro; a breve avrei avuto la conferma. Era quasi tutto pronto. Mancava solo la penetrazione.
Una mano di lui dovette andare sotto la gonna per guidare il cazzo al foro e nel fare questo le dita toccarono la vagina e ne uscì una sua divertita esclamazione: cazzo, ma quanto sei bagnata? Hai voglia anche tu allora?
Non finivo di sorprendermi.
Non vi furono ulteriori parole, la fece sollevare leggermente per i fianchi e la fece calare. Un leggero mugolio di lei e un sospirato si di lui dicevano che era entrato.
Fu un amplesso monotono nei suoi movimenti, ma sempre piacevole per loro.
La guidava per i fianchi su e giù . Non vedevo le espressioni del loro viso, ma sentivo i leggeri gemiti di lei e i “continua di” lui.
Lei poggiava i piedi per terra e la sua era una ginnastica aiutata dalle mani di lui sui fianchi che le davano un supporto fisico oltre che darle un certo ritmo.
La fece sollevare un attimo e poi nuovamente impalare sul cazzo. Un ohh di mia moglie accompagnò la nuova entrata. Avrei voluto vedere cosa stesse succedendo sotto la gonna. Il cazzo di lui che andava su e giù era ancora in vagina o nell’altro buco, o era andato troppo a fondo arrivando a toccarle la cervice?
Dopo poco sentii mia moglie dire, girando il capo a lui: sto venendo.
Perché lo avvisava?
Un colpo al cuore quando gli disse: vienimi dentro, voglio sentirlo ingrossare dentro, mi piace. Era in vagina.
Lui allora le lascio i fianchi liberi e da sotto la camicetta le raggiunse i seni perché vidi la camicetta gonfiarsi in alto
Adesso mia moglie andava su e giù sul suo uccello senza aiuto, doveva essere agli ultimi momenti prima dell’orgasmo. Lui le disse: dai vieni. Veniamo insieme. Da mia moglie usci un sii, era un si del suo orgasmo; le mani di lui, avevano lasciato i seni ,una sua mano la prese a fianco del capo facendole girare il viso al suo. Guardandola le disse: sto venendo anch’io, baciami
E in quegli istanti in cui lei stava ancora vivendo il proprio orgasmo lui le stava versando in vagina il suo sperma e intanto le loro bocche e lingue erano unite
Ero ormai convinto che volesse ingravidarla, non era un must, ma se fosse successo….
Fantastico pensai, il top del sesso.
Lo stronzo, il furbo non so come chiamarlo, si era tolto la soddisfazione di chiavarla come una puttana con le mutandine da sex shop in un luogo dove avrebbero potuto vederli, ma il rischio doveva eccitarlo molto e poi non era sua moglie. Lei era ancora seduta su lui, il cazzo pur dentro la vagina doveva aver finito il suo piacere e si stavano godendo quei secondi post orgasmo e mi venne un’idea. Non era rabbia o ricerca di vendetta, era più un pessimo scherzo. In fondo erano rimasti soli almeno dieci minuti e potevo quindi raggiungerli senza dare sospetti. Feci un brevissimo giro a semi circonferenza ed ero sul sentiero che avevano fatto loro a non più di 50 metri dalla loro posizione. Mi fermai e li chiamai per nome come a farmi indicare dove fossero e loro teste si volsero velocemente verso me. Vidi i loro bruschi movimenti e mi venne quai da ridere. Dissero all’unisono: siamo qui, e mia moglie si staccò da lui e scivolò lateralmente cercando lentamente di allontanarsi dal suo fianco . Avanzavo lentamente, ma vedevo tutto. Lui rimase immobile, non vedevo le sue mani, certamente aveva rimesso il pene nelle mutande e adesso cercava di abbottonarsi, ma non era semplice in quella posizione.
Quando dopo pochi secondi li raggiunsi vidi, ma non lo feci notare, che la minigonna di mia moglie era aperta sul muretto e ciò voleva dire che la passera era a contatto del muretto e che lui aveva ancora un paio di bottoni aperti e si vedeva lo spazio aperto.
Erano staccati più di mezzo metro tra loro e c‘era lo spazio per sedersi e allora mi sedetti tra loro. Per rompere le loro ansie parlarono contemporaneamente, chiedendomi lei: i bimbi? Lui : tutto a posto?. Risposi una volta sola per tutti e due. Tutto a posto e mi sfuggì e voi?
Vi fu un attimo di imbarazzato silenzio e lui guardando il cielo: guarda che stellata, è bellissima. Era vero.
Mi sembrava di sentire l’odore dello sperma e degli umori da loro prodotti aleggiare intorno me. Mi immaginavo le mutande di lui inzaccherate dal suo sperma e il culo di mia moglie che doveva essere appoggiato sul muretto bagnato dallo sperma di lui che uscendo dalla vagina era sotto lei. Con un perverso piacere e divertimento provai ad imbarazzarli. Dissi: non sentite un odore strano? Mi ricorda qualcosa, ma non ricordo cosa. Lo sentite?
Fu lui, era sveglio, a venirne fuori : deve essere l’odore della resina dei pini o quello della salsedine; qui c’è molta umidità.
Dissi: mi sa tanto che hai ragione. Lo vidi rilassarsi e allora guardai mia moglie che volse lo sguardo verso il mare come non accorgendosi del mio sguardo.
Stemmo lì una mezzoretta chiacchierando piacevolmente, mia moglie era poggiata alla mia spalla, poi calò il fresco e decidemmo di tornare a casa
Mi sovvenni dei bimbi che avevo mal lasciato a letto. Dissi: mi è tornato un po’ di male ed additai la pancia, vado veloce

Dissero: vai, vai, corri e risero come mi aspettavo succedesse. Raggiunsi l’appartamento alcuni minuti prima di mia moglie giusto il tempo di mettere bene a letto i bimbi
Arrivò? Mi chiese: tutto a posto?
Si.
Anche quella sera, dopo aver visto lo svolgimento della giornata, anche se ne avevo voglia non provai nemmeno a far l’amore con lei . Temevo ancora il rifiuto e dopo quello che avevo visto avevo il timore psicologico di non riuscire a soddisfarla e ciò mi toglieva il desiderio.
Avevo però paura che questo mio passivo atteggiamento potesse incrementare ancor più la sua dipendenza sessuale da Angelo.
Mi tolse lei dall’ansia dicendomi: ho la vagina infiammata non vorrei mi fosse tornata la cistite; una infiammazione che aveva già avuta e di cui ero a conoscenza. Continuò: domani sarà meglio che vada in farmacia a prendere qualcosa. Mi offrii di andare per lei, ma disse: preferisco andare io che parlo con la dottoressa magari potrà darmi dei consigli.
Non sapevo se mentisse o meno, avevo i miei dubbi; di certo almeno per il resto delle vacanze niente sesso con me.
Il mattino dopo la solita sveglia mattutina e via per la pineta. Mi sentivo libero da tutto ciò che stavo vivendo.
La corsa ti svuota la menta , libera le endorfine, ti dà piacere e rilassatezza e solo dopo il ritorno, la doccia, ed un’ottima colazione mi chiesi se avessero combinato qualcosa.
Avrei visto l’app spia più tardi.
Mia moglie , quando rientrai dalla corsa, indossava una delle sue belle vestagliette. Questa era blu e la rendeva anche elegante.
Era rilassata e tonica. Scherzammo tra noi e i bambini. Era serena e parlammo di quello che avremmo fatto quella giornata , alla fine le solite cose, e ricordo anche che parlammo delle cose che avremmo dovuto fare quando saremmo rientrati a casa nostra
Come potevo pensare che pochi minuti prima l’aveva preso per la prima volta nel culo?
Questo è quello che vidi più tardi dall’app seduto in spiaggia più o meno nel solito punto
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