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Racconti EroticiTradimento

Pompino con ingoio a giovane sconosciuto

By 5 Luglio 2021No Comments

Pomeriggio. Passeggiavo tranquilla. Ero immersa nella natura, odori di primavera, arietta fresca, serenità. In una piazzola, un’auto grigio chiaro parcheggiata. Passando accanto alla macchina, notai all’interno un uomo intento a guardare il suo telefonino. Immediatamente notai che lui alzava lo sguardo e mi guardava con insistenza. Ressi lo sguardo, non esitai un attimo, ma tirai dritto per la mia strada. Ero tranquilla, non eccitata, non ancora…

Al ritorno, l’auto era ancora li, con il maschio che rialzò lo sguardo e mi guardò. Un ragazzo con jeans e giubbotto, occhiali e dall’aria trasandata. Incrociammo gli sguardi e subito in me partì una forte voglia di cazzo. Immediatamente immaginai la scena del suo cazzo nella mia bocca, subito fui colta dalla voglia di fargli un pompino.

Mi guardai attorno, e vedendo che non c’era anima viva, mi calai sul finestrino e lo salutai. Rimase visibilmente sorpreso dal mio atteggiamento chiedendomi se ci conoscessimo. Gli dissi che era la prima volta che lo vedevo ma che mi intrigava il suo sguardo, che avevo bisogno di un pò di compagnia…. non confessandogli che avevo invece bisogno del suo cazzo in bocca.

A questo punto mi invitò ad entrare in macchina ed io mi affrettai ad ubbidire. “Cosa fai”? chiesi. E lui rispose: “niente, passo un pò di tempo”.  Mi disse di chiamarsi Giuseppe, di avere 27 anni, di essere fidanzato da poco più di un anno. Gli dissi il mio nome, la mia età e un pò di cose circa il mio compagno, mia figlia, il lavoro. Temevo che i miei 52 anni lo “raffreddassero”, che un ragazzo di 27 anni non fosse poi così interessato ad una ultra cinquantenne…. Invece mi disse: “come siete troie voi donne mature… nessuna”!

Scoppiai a ridere dandogli ragione. Come se lo conoscessi da sempre, gli confessai che ero molto focosa e vogliosa, che amavo trasgredire senza tirarmi mai indietro, di essere sempre pronta a tutto nonostante avessi un compagno, di non avere limiti di decenza o altro, che nulla mi fa schifo, bevo tutto, sborra, piscio, mando giù tutto senza fare tanto la schizzinosa, di non fare distinzioni di razza o età, basta che il mio maschio sia dotato di un bel cazzo, sia porco e abbia desiderio di sfondarmi tutta, culo, figa, bocca, il cazzo dappertutto e in ogni modo. Insomma, con voce dolce, gli dissi di essere estremamente troia e porca. Maliziosamente notai che aveva la patta gonfia, era evidente che la situazione e il mio parlare lo stessero eccitando molto, cosa che stava accadendo pure a me.

Decisi di divertirmi un pò col suo cazzo, col cazzo di un perfetto sconosciuto, di fargli un bel pompino! Senza una parola, gli calai la zip, sbottonai il bottone dei suoi calzoni e tirai fuori il bel cazzo già dritto e duro. “Uh, che bel cazzo hai” dissi. “Ti piace”? rispose, ed io aggiunsi: “si, molto, grosso e noduloso, bella cappella dura e da succhiare tutta, come piace a me! Me lo metti in bocca”?

Non rispose nulla, ma mi prese la testa dietro la nuca e se la portò sulla patta. Immediatamente, ormai fuori di testa dall’eccitazione e dalla voglia di cazzo, gli calai completamente i jeans e i boxer e cominciai a fargli un gran pompino.

Cominciai con un vero e proprio assolo di lingua sulla sua cappella dura, dal forte odore e dal sapore pungente; impazzita di piacere la leccavo tutta, dalla punta al prepuzio. Roteavo la lingua sulla punta del cazzo facendolo impazzire di piacere tanto che prese a mugolare e godere come un porco. Intanto gli palpavo i coglioni e gli accarezzavo in maniera eccitante l’interno delle cosce. Piano piano, con qualche difficoltà data la posizione, scesi giù a leccargli il buco del culo. Con la lingua glielo accarezzavo, cercavo di ficcare la punta nel suo culo avvertendo un certo odore di sudore, intanto con la mano facevo in modo da tenerglielo duro segandolo delicatamente.

Leccavo il suo culo fino a risalire ai coglioni che leccavo e ciucciavo con foga, poi leccavo il tratto tra culo e testicoli e riscendevo al buco in una girandola di emozioni incredibili.

Dopo qualche minuto mi sollevai un pò e, vedendo che non c’era anima viva, mi tolsi il giubbotto e la maglietta e rimasi nuda dalla cintola in su con solo i fuseaux, le tette con i capezzoli durissimi alla sua mercè. Prese a palparle e accarezzarle facendomi infoiare al punto che mi chinai e gli presi il cazzo in bocca iniziando ad andare su e già sulla grossa cappella. Lui mi calò i fuseaux e la brasiliana e, mentre lo spompinavo, sentii un dito in culo ed uno in figa che presero a stantuffarmi. Immediatamente mi ritrovai la patata bagnatissima.

“Ahhhh che pompino, che pompino” lo sentivo dire mentre si lamentava come un animale sotto i colpi della mia abile lingua che circondava la cappella inesorabile, mentre lo scappellavo con le labbra ingoiando il grosso cazzo durissimo come se volessi mangiarlo. Gli dissi: “mi sborri in bocca”? Rispose: “certo, ti inondo di sborra la bocca”! Ripresi il pompino. Mi fermavo, sputavo sul cazzo e pian piano, scendevo con la bocca facendomelo arrivare fino alle tonsille, bloccata dalla sua mano in un pazzesco soffocone, rimanevo in quella posizione per qualche secondo per poi risalire a corto di aria da respirare, con un lago di bava che si formava gocciolante colando dalla bocca sulla cappella fino alla sua asta e ai coglioni e sul sedile dell’auto. Cinque, sei volte feci questo gioco perverso e eccitante con i conati di vomito che mi assalivano puntuali.

Poi a tratti era lui che prendeva l’iniziativa scopandomi in bocca con foga e violenza; la mano dietro la nuca, mi spingeva ritmicamente e energicamente sul suo cazzo stantuffandomelo in bocca al punto che gli ammortizzatori della macchina cigolavano come se mi stesse scopando la figa. Io, ad occhi chiusi e con le sue dita ficcate in culo e in figa, godevo come una matta con quel cazzo piantato in bocca, le mani ad accarezzare i coglioni. Volevo la sua sborra, la bramavo, volevo ingoiare tutto il prodotto della mia abile pompa, ero impaziente di mandare giù tutto.

Fu un pompino selvaggio, animalesco. O era lui che mi scopava in bocca, oppure ero io che andavo su e giù a ritmo sostenuto sul suo cazzo durissimo e appetitoso. Sapevamo di non avere troppo tempo, che c’era il rischio concreto di essere sorpresi da qualcuno, così non perdevamo tempo; lui voleva sborrare, io volevo farlo sborrare nella mia bocca, era questo il nostro accordo tacito e proibito.

Dopo circa un quarto d’ora, in cui sentivo dolermi mascella e mandibola a forza di succhiare il cazzo, accompagnato da un suo prolungato lamento di piacere intenso, improvviso, puntuale ed abbondante arrivò finalmente il mio premio, arrivò la sborra di cui tanto sono golosa. Tanta, tantissima, densa e calda, dal sapore dolciastro, mi massacrò dapprima il viso che divenne lordo di seme in un attimo per poi invadermi il cavo orale con schizzi così abbondanti e violenti che addirittura un rivolo di sperma mi uscì da una narice! Mentre il maschio era in preda a spasmi dell’addome nello scaricarsi i coglioni, ingurgitavo quella marea di sperma come fosse champagne, ingorda, indecorosa e indecente, con le labbra, parte della faccia, i capelli tinti da poco di rosso mogano e la bocca imbrattate di sperma appiccicoso, godevo nel sentire il maschio godere nella mia bocca mentre potevo avvertire le pulsazioni della cappella turgida mentre mi scaricava in bocca il succo di quell’incredibile e selvaggio pompino.

Finito di sborrare, sazio e soddisfatto, mi offrì delle salviettine per darmi una ripulita al viso e ai capelli, ci rivestimmo e ci salutammo…… Ancora una volta avevo tradito il mio inconsapevole compagno, sparando un incredibile pompino ad uno sconosciuto e godendo tantissimo…. Lo so, sono troia, una grande pompinara….

N.B.: i miei racconti sono reali e non immaginari.

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