Skip to main content
Racconti Trans

La visita militare… orgia trav. in caserma (giorno 1)

By 14 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La visita militare’ orgia trav. in caserma (giorno 1)

Ciao a tutti, sorelline e maschioni. Ecco un nuovo racconto della vostra Giulia Trav.

Spero vi piaccia. Buona lettura!

La cartolina della visita militare arrivò nel mese di giugno 1978. Avevo appena compiuto 18 anni e quella cartolina portata da un vigile urbano in persona mi colpì tanto per la sua ufficialità che per la sua incongruenza con la mia natura.
Sul momento feci finta di nulla ma ero profondamente turbata e preoccupata. Chissà come avrei affrontato quella prova’ io femminuccia ancora crisalide.
Mia madre che ormai era al corrente delle mie tendenze sessuali era alquanto allarmata mentre mio padre che cercava ancora illusioni sulla normalità del proprio figlio salutò quella notizia con buon umore e raccontandomi la sua esperienza.
I suoi discorsi mi misero in agitazione. Mi immaginavo in grosse difficoltà di fronte agli altri ma nello stesso tempo l’idea di essere inserita in una caserma piena di maschioni mi eccitava tantissimo e, di notte, iniziai a fare tanti sogni erotici!
Mi sorella era molto divertita. Mi ero da tempo confidata con lei e mi sosteneva in ogni situazione, ma in quel caso si permise di sfottermi’ mi addirai ma in fondo non potevo darle torto. La situazione era al limite del surreale. Non solo avevo poco del maschio ma ho sempre avuto zero propensione per l’aggressività. ‘ Suvvia…’ mi disse mia sorella ‘ almeno sai ubbidire ad un uomo!’ e si mise a ridere. A quella buona battuta mi misi a ridere anch’io e mi passò l’arrabbiatura.

La visita era fissata per la fine di settembre. Pensavo che quel lasso di tempo mi sarebbe stato sufficiente per prepararmi.
In realtà l’estate fu molto intensa per me e scivolò in fretta. Conobbi 2 ragazzi interessanti ed un amico di famiglia mi scopò parecchie domeniche con la scusa di portarmi a pescare con lui. Di pesci neanche l’ombra, a parte quelli comprati al mercato per giustificare il nostre uscite. In compenso mi facevo fare l’amore nel suo camper dalla mattina alla sera. Un vero stallone! Ma questa &egrave una altra storia’

Quando arrivò settembre cominciai a pensare seriamente alla famosa visita. Ero consapevole che una dichiarazione di omosessualità mi avrebbe concesso il congedo ma non volevo urtare la sensibilità di mio padre. Così decisi di andare alla visita senza dichiarare niente. A dire il vero non avevo molte chance di passare per un ragazzo normale ma mi dissi che stava ai militari valutarmi.

Arrivai al distretto di Firenze una mattina piuttosto fresca di fine settembre, in orario come al mio solito negli appuntamenti.
Una fila interminabile di ragazzi aspettava di entrare . Io ero un poco a disagio ma in fondo felice di trovarmi in mezzo a tanti maschi, alcuni dei quali erano veramente dei bei figlioli.
Per non destare sospetti avevo deciso non solo ovviamente di non indossare lingerie ma anche di andare dal barbiere il giorno prima per farmi accorciare i cappelli ed avere così un aria vagamente più maschile. Speravo di migliorare così la mia condizione.
Le prime tappe sembrarono darmi ragione. Richieste di generalità, prime informazioni, due parole con i ragazzi con cui ero aggruppato’ tutto sembrava procedere tranquillamente.

Dopo mezza mattina però le cose si complicarono quando passammo ad effettuare la prima batteria di visita.
Altezza 1.70cm, peso 55kg, torace 61cm. ‘Dimensioni non molto adeguate!’ mi disse un sottufficiale medico che oltretutto osservava stupito il mio corpo di efebo.
‘Che cos’&egrave questo?’ mi chiese mentre teneva tra due dita il mio cazzino. ‘Beh!… cio&egrave’ insomma lo vede cos’&egrave!’ gli risposi piena di vergogna.
La mia destinazione fu allora una stanza triste e appartata dove un gruppo di 6 ragazzi mingherlini aspettavano in silenzio. Ci guardavamo curiosi ma notai subito che nessuno di loro aveva l’aria effeminata’ mentre tutti loro notarono immediatamente quella differenza in me.

Stavamo lì in mutande ad aspettare da almeno dieci minuti. Aria pesante. All’improvviso si presentò un ufficiale medico, un capitano, alto circa 1.90cm, capelli corti impeccabili, con baffi curati e sguardo fiero che, con voce stentorea ci ordinò di spogliarci del tutto. Ci togliemmo le mutande uno dopo l’altro. L’ufficiale ci passò in rassegna davanti e dietro. Mi sentì osservata più degli altri’ anzi osservata da tutti che non potevano non notare le dimensioni ridicole dei miei genitali’.poi ordinò agli altri di passare in una altra stanza e rimasi da sola con lui.

La stanza era umida, avevo un poco freddo. Lui mi osservò con interesse e divertimento. Io mi sentivo ridicola’ ma anche attratta dalla sua persona, dalla sua corpulenza e dalla sua aria autoritaria.

Si assicurò per prima cosa che fossimo realmente soli e mi invitò a passare nel suo studio dove il riscaldamento già acceso mi apportò un sollievo immediato e dolce.
Intanto si era seduto e mi obbligava a stare in piedi, nuda. Mi disse allora: ‘ lo sai che sei molto carina!’
Io rimasi leggermente sorpresa ma più dalla sua sfrontataggine che per il resto’ quel medico aveva fatto poca fatica a capire quale fosse la mia vera natura.
‘Hai un bel sederino a mandolino che mi eccita molto sai’ e poi’avvicinati!’ avanzai verso di lui’Mhm’ i tuoi attributi maschili sono veramente minuscoli’ non avevo mai visto niente del genere!’. Prese un righello e mi misurò il pene. ‘quattro centimetri!… straordinario!’ e intanto mi accarezzava dappertutto. ‘hai la pelle vellutata’ delle gambe ben tornite’ dei fianchi piuttosto larghi’busto e braccia esili ed un bel paio di seni accennati con dei capezzoli adorabili ‘ed il culetto!…largo, prominente e sodo, una meraviglia da accarezzare’ non faremo mai di te un soldato ma con un fisico così potresti diventare la troia della caserma’ che ne dici?’

Io balbettai alcune parole insulse ma lui mi chiuse il becco con un bacio peloso e mozzafiato. Era forte e dolcissimo, la sua lingua mi roteava in bocca. Rimasi inebriata e quando mi strinse a se mi lasciai andare consenziente tra le sua braccia.

Mi baciò ovunque soffermandosi in particolare sulle mie tettine dritte e sulle mie chiappette vogliose. Brividi di piacere mi percorrevano il corpo e mi facevano sciogliere di goduria.

Poi mi ordinò di spogliarlo ed io ubbidiente partì alla scoperta di quel ufficiale malandrino. Sbottonai il camice, poi la sua divisa, feci scivolare giù i suoi pantaloni e mi resi conto che avevo delle chance di passare un momento molto gradevole. Infatti benché non ancora in tiro il suo membro sformava vistosamente gli slip. Accarezzai con dolcezza il gonfiore e provai una gioia infinita a sentirlo reagire e mettersi sugli attenti.

Stavo in ginocchio ormai davanti a lui quando sfilai l’ultimo lembo di tessuto. ‘Capitano!’ esclamai ‘che bel alza bandiera!’ e feci il segno di saluto militare davanti ai suoi 25 cm di virilità e ai suoi bei coglioni voluminosi. Lui sorrise e mi chiese: ‘ ti piace?’. ‘ Oh, siiiii!’ risposi estasiata! Eccome se mi piaceva’ Stava lì a pochi centimetri di me’ lui 1.90cm di potenza, peloso al punto giusto e i suoi attributi maschili di tutto rispetto alla mia merc&egrave!

Ero nell’impossibilità di staccare lo sguardo dal suo pene lungo, turgido e nodoso. Il profumo acido che si espandeva nell’aria mi inebriava. Il capitano mi ordinò quindi di prenderlo in bocca. Non me lo feci ripetere. ‘Signorsì!’ risposi. Era molto gustoso. Iniziai a leccarlo con cura, poi a succhiarlo con dedizione, infine a spompinarlo con passione. Ogni tanto gli leccavo anche i testicoli, grossi e pelosi ma ritornavo ogni volta verso la cappella maestosa e succosa.

Mentre sbocchinavo il capitano mi misi a immaginare le decine e decine di uomini che erano a pochi metri da noi. In quel momento li avrei sbocchinati tutti!

Ero talmente eccitata che il mio buchino colava di piacere sul pavimento. Il capitano se ne accorse e si complimentò con me. Io allora gli dissi che ero ai suoi ordini e che mi sarei volentieri offerta volontaria per essere di inculata seduta stante!

Lui mi guardò divertito, poi acconsentì e mi ordinò di mettermi alla pecorina su un divanetto dello studio. Stavo lì il culo per aria, vogliosa e pronta quando si avvicinò, mi baciò sulle chiappe e mi leccò la rosetta con estrema dolcezza. A quel punto ero tutta un brodo.

Venne in me senza difficoltà. Del resto avevo già preso calibri maggiori in passato e poi la mia eccitazione era allo spasimo. Affondò presto tutta l’asta facendomi sentire bene i coglioni. Da prima lentamente, poi più veloce, infine con veemenza mi montò facendomi godere come una troia. Il mio cazzino atrofico si era retratto del tutto ed i miei testicoli pur essendo mignon si muovevano all’unisono delle sue spinte.

Il mio capitano sgropponava come uno stallone. Io mugolavo come una ossessa, posseduta e sottomessa, spingendo indietro il culo voglioso per assecondare la scopata.
Andammo avanti così a lungo. Il tepore della stanza si era trasformato in calore acceso e sudavo dal piacere del nostro rapporto. Un profumo intenso di sesso si sprigionava dai nostri corpi e invadeva tutta l’atmosfera.
Dopo un poco lo sentì cambiare ritmo, anzi fermarsi e poi ripartire’mi insultò più volte con mio sommo piacere ‘lurida recluta troia!”’burbetta puttana! Ti piace, eh? Dì che ti piace!!!’ ed io ‘Oh, siiiii! Siii!!! Mi piace, si ancora!’ oh, si! sono la sua troia signore!” presto le sue spinte divennero più disarmoniche’stava per venire’ e senza chiedermi niente, in un crescendo spasmodico, mi sborrò in pancia senza ritegno. Avrei preferito bere il suo seme ma andava bene anche così. Sentivo il suo nettare copioso e ardente colare nelle mie viscere e mentre sussultava per gli ultimi rantoli di goduria strinsi l’ano per tenerlo quanto più a lungo dentro di me.

Tirò fuori il suo arnese con calma e mi si sedette accanto. Chiesi allora se potevo succhiarglielo. Mi guardò soddisfatto e mi fece segno di si. Io che ero ancora in foia gli leccai con cura il pene ancora umido e tremolante. Il sapore del suo sperma era estasiante. Bevvi così con emozione il resto della sua sborrata.
Davanti alla mia insistenza si sdraiò e potei succhiarlo e leccarlo con tutta calma. Mi soffermavo sul prepuzio, mordicchiavo i suoi testicoli, ritornavo con amore infinito a succhiargli la cappella’. Non la finivo più.

Lui però mi ordinò di sdraiarmi su di lui. Lo guardai. Era molto attraente e il suo tono non ammetteva repliche. Mi sdraiai sul suo petto e mi baciò con passione. I suoi baffi eccitavano le mie labbra e mi abbandonai tra le sue braccia possenti.

Dopo un poco mi chiese alcune cose su di me. Voleva sapere della scoperta della mia femminilità, delle mie preferenze sessuali, dei miei rapporti con gli uomini. Gli raccontai alcune cose che lo fecero sorridere. Era molto curioso. Poi mi chiese se avevo mai indossato intimo femminile. Gli risposi che in genere indossavo sempre lingerie di prima qualità. Lui sembrò eccitato e mi propose di ritornare per il secondo giorno di visita con alcuni indumenti femminili di mia scelta.

Io ero d’accordo ma come avrei fatto a nasconderli? ‘ basta che tu li indossi sotto i tuoi abiti maschili, tanto domani non ci saranno visite mediche bensì dei test psicologici” quand’era così accettai dopo essermi fatta promettere che saremmo stati assieme l’intera mattina.
Intanto sentivo il suo membro ingrossare di nuovo e l’emozione di potere godere ancora della sua virilità mi eccitò tanto che mi misi a fare le fusa come una gatta in calore.

Il capitano si alzò un attimo attirato da delle voci’ ma per fortuna non era niente di particolare e ritornò verso di me. Io ero già sdraiata, le gambe rialzate e piegate, il culo in bella mostra, in attesa di essere penetrata di nuovo. Lui sorrise, si avvicinò, mi baciò e scapellando del tutto il suo membro me lo infilò con calma nell’ano. Io mugolai di piacere in segno di approvazione e lo incitai a scoparmi con foga. Non aspettava altro il bel capitano e così fece facendomi impazzire di goduria.
Mentre mi scopava con ardore si divertiva anche a giocare con il mio cazzino’ tanto da farlo drizzare’ poi eccitato prese il righello e lo misurò. ‘otto centimetri in erezione! Una vera miniatura!’ esclamò. E ci mettemmo a ridere assieme senza smettere di accoppiarci.

Il mio bel capitano con la sua forza fisica mi stava sfondando e schiacciando contro la spalliera del divanetto. Stavo bene, posseduta e soddisfatta tanto che a sorpresa (visto che mi capita assai raramente) sentì che stavo per venire. Allora lo supplicai di scoparmi più forte e, mentre mi assecondava del suo meglio, sborrai con delizia il mio seme biancastro e profumato in un mugolio di voluttà intensa. Lui perfezionò il mio godimento insistendo nella scopata e mi abbandonai del tutto agli spasimi di passione mentre spargevo dolcemente con le dita lo sperma sul mio ventre.

Ero ancora intenta a leccare il mio nettare quando mi ordinò di sedermi su di lui. ‘Signorsì!’ risposi. Ci staccammo un attimo, si sedette sul divanetto ed io, ingorda, mi lasciai impalare dal suo membro eretto e turgido.
Una volta assestata iniziai a cavalcarlo in un crescendo di esaltazione femminile. Ormai ero scatenata e lui faceva fatica ad accontentarmi. Avrei voluto avere a disposizione altri cazzi da succhiare, da scopare e da segare. Ma in fondo quella mattina iniziata nella preoccupazione aveva preso ormai un piega interessante e non mi lamentavo di certo!

Le sue grosse mani massaggiavano con foga le mie chiappe assecondando la nostra trombata e facendomi impazzire di gioia. Io intanto non avevo più ritegno e danzavo su di lui su di un ritmo frenetico. Il suo membro dritto e muscoloso scivolava in me su tutta la sua lunghezza e mi slabbravo il culo con infinito piacere per andare a cercare il contatto con i suoi coglioni.

Il mio bel capitano non sopportò più a lungo la mia frenesia e iniziò a sussultare emettendo dei suoni rauchi inequivocabili. Questa volta ero io a non ammettere repliche e gli chiesi con tono deciso di potere assaporare il suo nettare. Lui sorrise in una smorfia di piacere e acconsentì.

Così mi inginocchiai tra le sue cosce e con molta calma gli praticai una lunga e dolcissima fellatio. Volevo ritardare al massimo la sua sborrata ed allungare così al massimo il nostro comune piacere. Leccai, succhiai e spompinai con molto tatto il suo membro sul bordo dell’eruzione. Infine, quando lo sentì pronto affondai con la lingua e lo sbocchinai con forza. Mi inondò senza pietà di nettare denso, dolcemente saporito e profumato. Ne bevvi quanto più potei e, insaziabile, andai a ricercare ogni goccia di sperma per gustarmelo appieno.

Il mio bel capitano rimase lì sdraiato, rilassato ormai e senza più forze. Io mi alzai soddisfatta e vittoriosa per guardarlo. Era molto bello’ ancora più bello forse adesso. Gli chiesi che ore erano. Avevamo fatto quasi le tredici.

Lui doveva scendere giù in ambulatorio ed io avrei dovuto lasciare la caserma di lì a poco. Chiesi un bacio che mi accordò gentilmente e ci rivestimmo. In realtà io avevo solo le mie mutande! Così mi accompagnò nello spogliatoio dove ormai non c’era più nessuno. Mi rivestì in fretta sotto il suo sguardo malandrino. Sorrise, mi accarezzò il culetto e mi ricordò di presentarmi l’indomani con della lingerie adeguata. Io gli assicurai che lo avrei esaudito e dopo un ultimo bacio mi lasciò andare giù per le scale che portavano all’uscita.

‘Che mattinata!’ pensai mentre tornavo in treno a casa. Ero arrivata in ansia per quella stupida visita ed avevo per fortuna trovato un ufficiale molto garbato e virile che mi aveva fatto l’amore per più di due ore! E mi misi a ricordare, per meglio fissarle nella mia memoria, le sensazioni e le emozioni provate.

Quando arrivai a casa, mia madre, che era molto preoccupata, mi chiese subito come era andata. Le dissi che il primo giorno si era svolto bene ma che non vedevo l’ora di arrivare al giorno dopo. Lei rimase perplessa’ mia sorella invece, quando fummo da sole, fissandomi negli occhi azzardò: ‘hai trovato anche lì un uomo interessante?’ io sorrisi in segno di approvazione e lei: ‘sei proprio una porcellina!’. In quel momento arrivava mio padre. ‘Allora figliolo, tutto bene?’. Ed io: ‘benissimo babbo! Ero preoccupato all’inizio ma sono stati molto gentili!’. La risposta lo lasciò un poco perplesso ma sorrise egualmente per non perdere la faccia e se ne andò, turbato probabilmente.

Rimasi poi da sola con mia sorella e le chiesi allora se poteva prestarmi alcuni indumenti intimi suoi per l’indomani.’Mhm!.. disse’ vuoi proprio stupire il tuo uomo, eh!’ e andammo in camera sua a scegliere la mia mise del giorno dopo.

Fine della prima giornata.

Bacini a tutti e’ un bacio appassionato sul cazzo a tutti i maschioni ‘ se poi volete farmi pervenire i vostri commenti, fatelo al seguente indirizzo e-mail: giulia.cam54@hotmail.it

Leave a Reply