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Racconti Erotici Etero

Giulia

By 25 Luglio 20232 Comments

Alla fine di giugno del 1984 arrivai a Lido di Spina con l’intenzione di spassarmela.
Ero stata promossa all’ultimo anno di liceo, avevo compiuto 18 anni da poco, avevo già voltato, avrei cominciato a prendere la patente a Settembre quando sarei tornata a casa, cercavo un ragazzo che mi scopasse per bene, non come quello che mi aveva sverginato l’estate precedente, venuto appena entrato.
Ritrovai quasi tutta la compagnia, Anna, Danilo, Renato, Ilaria, Luigi.
Dopo qualche giorno, arrivò Rita, era arrivata con alcuni amici, ma sarebbe dovuta tornare, solo Giorgio, sua sorella e una sua amica sarebbero rimasti per qualche settimana.
Rita li accompagnò al nostro ombrellone e ce li presentò, e fu così che poi incontrammo Giorgio e le due ragazze fuori la sera.
Li invitammo a stare con noi, e io puntai subito su Giorgio, era un ragazzo tranquillo e ricambiò volentieri la mia attenzione. Luigi invece si dedicò alla sorella e all’amica mostrando chiaramente una indecisione riguardo le sue preferenze.
Ilaria e Renato erano una coppia consolidata e per forza di cose Danilo cominciò a interessarsi ad Anna.
Con Giorgio ebbi subito una bella intesa, ed eravamo sempre insieme, mi abbracciava spesso e mi cingeva con il braccio ogni colta che passeggiavamo o ci fermavamo da qualche parte e ogni scusa era buona per palparmi il culo o le tette.
Quando poi ci spostavamo in auto, se io e lui stavamo sul sedile dietro in privato mi infilava la mano dentro la scollatura della maglietta, avevo le tette che erano due coni che stavano su da soli e non avendo bisogno del reggiseno spesso per il caldo non lo mettevo. Se ne accorgeva subito e non mancava occasione di accarezzarmi i capezzoli facendoli indurire.
Organizzammo una cena attorno al fuoco in spiaggia, allora si poteva, sfruttavamo quel paio di chilometri di spiaggia selvaggia a sud del centro abitato.
Grande ballotta attorno al fuoco a cuocere le salsicce infilzate nei rami scortecciati, e a fare giochi dove immancabilmente qualcuno si ritrovava senza slip.
Quella sera grazie a uno di quei giochi mi ritrovai completamente nuda coperta solo da un asciugamano, tra l’oscurità e il riparo di fortuna credo di non avere mostrato nulla volevo che vedesse solo Giorgio, ma dovevo sostenere la concorrenza di un nuovo arrivo: Alessandra.
Quella piccola troia dal culo grosso, le gambe muscolose e il seno piccolo ipnotizzava i ragazzi con due bellissimi occhi celesti, quasi verdi che spuntavano da sotto una massa di ricci qua con qualche ciocca ossigenata. Non so come facesse a competere col mio fisico da modella, ma Giorgio guardava più il suo viso del mio corpo non più vestito.
Alla fine del gioco presi posto tra loro due con l’intento di mettere della distanza tra lui e Alessandra, e ci riuscii, me ne resi conto quando sentii le dita di Giorgio percorrere l’interno della coscia fino a raggiungere il ciuffo che avevo tra le gambe. Ero incazzata con lui avrei voluto prenderlo a schiaffi ma non potevo, se ne sarebbero accorti tutti che mi stava accarezzando la figa. Mi ero seduta tra loro per distrarlo, eccitarlo, sedurlo, invece era lui che eccitava me e ci sapeva fare, aveva raggiunto il mio bottoncino e mi stava facendo impazzire.
Dovevo rimanere impassibile nonostante mi provocasse un orgasmo dietro l’altro, e questo mi faceva incazzare sempre di più. Non so come sarebbe finita ma ero sicura di una cosa: quella sera non l’avrebbe avuta, le la mia né quella di Alessandra
Alla fine della serata Giorgio mi riaccompagnò a casa, e io tenni fede al mio proposito, lasciandolo con un evidente promontorio al cavallo dei pantaloni. Ero certa che dopo averlo lasciato in un simile stato di eccitazione, se mai avessimo scopato, mi avrebbe fatto senz’altro toccare il cielo con un dito.
Giorgio si assentò per qualche giorno per dare la maturità, e durante la sua assenza litigai con Danilo, la conseguenza fu che smisi di uscire con quella compagnia.
In quel periodo avevo il difetto di mangiare poco, perciò mi sentivo fiacca spesso, me ne stavo a letto e non andavo in spiaggia. E poi cosa mi importava, avevo perso gli amici.
Mentre me ne stavo nuda a sonnecchiare nel letto per sfuggire alla calura pomeridiana, Giorgio venne a casa mia e mi raggiunse in camera.
“Ciao Giulia che fine hai fatto?
“Non ho voglia di uscire e vedere i seguaci di Danilo. Tu cosa ci fai qui?”
“Non ti ho visto per qualche giorno, allora ho chiesto a tua cugina che mi ha dato le indicazioni per trovarti”.
“Quella piccola mocciosa, non si fa mai gli affari suoi.”
“Cosa è successo con Danilo? Ti chiama pubblicamente puttana.”
“Dato che io non gliel’ho data, e Anna gliela fa aspettare, per invidia mi denigra.”
“E tu cosa ci fai a casa?”
“Non ho voglia di spiaggia”
“E te ne stai nuda con sopra solo un lenzuolo?”
“Cosa te ne importa?”
“Vai avanti sempre a mezza mozzarella al giorno?”
“Si Papà” Lo chiamavo così ogni volta che assumeva un atteggiamento paternalistico.
Giorgio era uno perfetto, ero sicura che non si era mai fatto una canna.
“È il caso di tirare su l’umore” disse togliendosi la maglietta, e subito dopo anche gli slip del costume.
Lo guardai di fronte a me completamente nudo “Cosa ti prende?”
Tirò il lenzuolo scoprendomi, e appena vide il mio triangolino di pelo tra le gambe gli partì l’erezione.
Si stese nel letto accanto a me e accarezzandomi il seno disse: “Abbiamo qualcosa in sospeso, vediamo dive siamo rimasti.”
Quel giorno ero più tranquilla le lasciai che la sua mano mi accarezzasse, non dovevo trattenermi, eravamo soli.
Riprese ad accarezzarmi la figa, mi fece bagnare subito, e mi portò vicino all’orgasmo, ma interruppe il suo massaggio per prendere posto sopra di me, allargandomi le gambe a appoggiando il cazzo sulla figa.
Presi ad ancheggiare per fare in modo che la sfregasse figa sul cazzo per riprendere da dove aveva interrotto, e lui ne approfittò per guidarlo dentro.
Scivolò veloce fino in fondo e cominciò ad andare avanti e indietro, si interruppe due volte quando stavo per venire, non ne potevo più di stare sulla corda, la terza volta chiusi le gambe dietro di lui e gli afferrai le chiappe tirandolo a me.
Mentre lo tenevo bloccato lo sentii venire, riempirmi e mi sentii liberata.
Mi dissi che avevo fatto una cazzata ma ormai era fatta, mi aveva teso una trappola e ci ero caduta.
Non lo rividi più, come non rividi più gli altri.
Dopo un paio di giorni conobbi Rodolfo, un vero Lupo di Mare, che mi invitò a fare un giro sulla sua barca.
Mentre aravamo distanti da riva ne approfittai per togliermi il reggiseno e prendere il sole in topless.
Rodolfo ne approfittò per togliermi gli slip e prendere me.
Fu la prima di una serie di gite in barca.

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2 Comments

  • Rebis Rebis ha detto:

    Allora, in sé un sarebbe un brutto racconto, fatto salvo alcuni errori qua e là. Il problema è che si tratta proprio di un racconto scritto di getto, con una marea di personaggi a fare da cornice e solo un fondamentalmente importante per la protagonista narrante.
    Oltre a ciò, personalmente devo dire che l’ho trovato un racconto medio (inteso come medio in gradimento) senza infamia né lode. Posso inoltre notificare anche una certa assenza di descrizione e un semplicismo che lo relegano a tale categoria

  • Rebis Rebis ha detto:

    Non sarebbe un brutto racconto, deploro mio errore di scrittura

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