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Racconti Trans

La visita militare… orgia trav. in caserma (giorno 2)

By 30 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

La visita militare’ orgia trav. in caserma (giorno 2)

Ciao a tutti, sorelline e maschioni. Ecco un nuovo racconto della vostra Giulia Trav.

Spero vi piaccia. Buona lettura!

Il giorno successivo mi alzai prestissimo. Durante la notte avevo dormito poco. Le immagini del rapporto intenso con il mio bel capitano’ il programma che mi ero fatto per la nuova giornata’ l’emozione di andare in caserma vestita con intimo femminile’ tutto quanto aveva contribuito a rendermi elettrica.

Feci colazione prima di tutti e andai a vestirmi per arrivare in tempo alla fermata dell’autobus.
Con mia sorella avevo passato un paio di ore il pomeriggio del giorno prima a provare alcune mise.
La mia scelta era caduta su un completo formato da guepiere trasparente con reggicalze, calze e perizoma di colore nero con merletti.
Indossai la guepiere con estremo piacere. Modellava il mio busto ed in particolare la mia vita in maniera impeccabile e le coppe non rigide non sottolineavano troppo le mie scarse tettine. Certo era un poco osé rischiare di portare un tale indumento femminile sotto una semplice maglietta. Ma quella mattina faceva piuttosto fresco e con un giubbottino non lo avrebbe notato nessuno.
La dolce carezza delle calze sulla mia pelle ha sempre suscitato in me una emozione sconvolgente e già assaporavo le ben più gradevoli carezze del mio capitano sulle mie gambe levigate e così messe in valore dal soffice nylon.
Allacciai i reggicalze con cura bilanciando bene la loro posizione sulle mie cosce’ mi guardai allo specchio’ il mio culetto da donna era messo in giusto rilievo e feci una serie di moine adorabili per meglio accentuare la mia femminilità.
Infine indossai il perizoma all’interno del quale i miei minuscoli attributi maschili sparirono quasi formando appena un piccolo gonfiore indefinito.
Dopo avere indossato il resto dei miei vestiti scesi giù per le scale. Mia madre mi aspettava per dirmi ciao’ le si leggeva in faccia che era ancora preoccupata. La tranquillizzai e partì per strada fiduciosa che la bella giornata fosse di buon augurio.

Camminai fino alla fermata dell’autobus non potendo fare a meno di sculettare dalla felicità’ tanto non c’era quasi nessuno!
L’autobus arrivò abbastanza puntuale e salì’ due passeggeri appena. Scelsi il posto che preferivo e feci il breve viaggio verso la caserma guardando Firenze che si svegliava lentamente.

La caserma era già affollata di giovani reclute. Mi sentivo più tranquilla, quasi a mio agio. Così notai in particolare un ragazzo moro bellissimo con il quale stavo per fare conoscenza quando ci fecero entrare in massa all’interno.

Fila lunghissima e attesa estenuante. Speravo che il mio bel capitano sarebbe venuto a cercarmi subito all’entrata. Ma così non fu. Aspettai quasi un’ora che scorresse la fila verso una porta anonima.
Finalmente entrai anch’io ma ebbi una brutta sorpresa’ davanti a me due sottufficiali brutali facevano spogliare i ragazzi per prepararli ad entrare in una stanza radiologica.
Ma come era possibile? Il capitano mi aveva assicurato che non avrei dovuto più spogliarmi in pubblico!
Ebbi un colpo al cuore! Benché i ragazzi fossero soltanto torso nudo per l’obbligo di una lastra ai polmoni mi sentì mancare all’idea di dovermi togliere giubbotto e maglietta davanti a tutti!
La mia guepiere mi avrebbe tradita all’istante.
Quando il sottufficiale della mia fila venne verso di me per ripetere l’ordine di mettermi torso nudo lo guardai inebetita e incapace di muovere un muscolo. Allora si arrabbiò e mi insultò. Oggettivamente ero nell’impossibilità di eseguire l’ordine ricevuto.
Questi non avendo pazienza venne verso di me e mi spogliò contro la mia volontà. ‘forza cretino’ non abbiamo tempo da perdere’ ma tu guarda che imbecille!… e dai’ via questa ma” rimase sorpreso un attimo davanti alla mia guepiere’ poi scoppiò in una risata sonora che attirò l’attenzione di tutti.
Ero rossa di vergogna, piegata per cercare di nascondermi alla vista del personale della caserma e delle reclute. Avrei voluto sprofondare per sparire definitivamente.

Dovetti subire ingiurie grossolane e sberleffi di ogni genere. Il sottufficiale se la spassava alla grande mostrandomi a tutti quanti come un animale da baraccone. Io ero distrutta, piangevo a dirotto e lo imploravo di permettermi di indossare il mio giubbotto.

Ad un certo punto però , richiamato forse dallo schiamazzo, si presentò sulla porta che avevo varcato dieci minuti prima un maggiore dall’aria severa che mise fine al mio tormento. Il tenente che lo accompagnava gridò un ‘AAAttten..ti!’ perentorio che zittì la sala.
Tutto il personale della caserma rimase immobile sugli attenti’ non doveva succedere spesso perché erano tutti sorpresi!
I ragazzi nella stanza non osavano fiatare.
Io restavo lì piegata, il viso pieno di lacrime praticamente ai piedi del sottufficiale che mi aveva maltrattata.

Il maggiore avanzò verso di me e mi chiese su un tono accomodante se andava meglio. Io ancora frastornata non risposi’ allora mi aiutò ad alzarmi’ mi rivestì alla meglio con il giubbotto e mi accompagnò fuori dalla stanza lanciando uno sguardo terribile al sottufficiale al quale promise: ‘ ne parleremo più tardi!’

Fui accompagnata lungo il corridoio verso una rampa di scale che salì con difficoltà fino ad un ambulatorio.
Il maggiore mi fece entrare e congedò il tenente che ci aveva accompagnato.

‘Lei deve essere la recluta di cui mi ha parlato il capitano ***. Devo ammettere che la sua descrizione era ben al di sotto della realtà’ mi disse con un accento napoletano abbastanza marcato.
Io lo ascoltavo un poco stordita ancora ma mi rendevo conto che il capitano aveva parlato di me ad un suo superiore e il fastidio di questo dettaglio mi fece riprendere i sensi.
‘Mhm’ vedo che inizia a reagire’ non deve meravigliarsi che il capitano *** mi abbia parlato di lei’ siamo amici e sono l’ufficiale psicologo della caserma’. Incontro talvolta giovani come lei che hanno una personalità ‘ diciamo poco adatta alla vita militare’ quanto meno alla guerra. A giudicare dal suo aspetto e dai suoi gusti in materia di indumenti direi che &egrave molto più portato per’ l’amore’ e pronunciò quella parola con una insistenza accattivante che me lo fece considerare in maniera diversa.

Il maggiore doveva avere una cinquantina d’anni, piuttosto basso, leggermente calvo, uno sguardo intenso e un grosso naso prominente. La sua pancia era leggermente rotonda. Non aveva un fisico attraente ma la sua persona emanava autorità e comprensione che creavano un misto di fiducia e di soggezione.

Mi tranquillizzò del tutto in poco tempo parlandomi gentilmente e usando un tono di voce rilassante. Mi chiese di me. Risposi raccontando in breve la mia storia e confessandogli le mie pulsioni sessuali.
Poi gli raccontai quello che era successo il giorno prima chiedendogli se sapeva niente del capitano***.
Mi rispose che gli era stato affidato un incarico improvviso la mattina stessa e che sarebbe arrivato tra poco. Un battito al cuore più forte degli altri mi fece capire quanto sperassi di rivederlo di nuovo. Forse la giornata non era del tutto persa.

Il maggiore mi fissò intensamente e mi chiese se ero disposta a dare dimostrazione della mia femminilità anche con lui. Ovviamente non stava pretendendo nulla’ solo se lo volevo’ ed anche per avere una prova ancora più tangibile delle caratteristiche della mia personalità.
Io lo guardai divertita e per tutta risposta mi alzai e sganciai i miei pantaloni.
I jeans scivolarono via sulle mie calze con estrema facilità e rimasi presto davanti a lui nella mia mise sexy.
Lui mi guardava con ammirazione e visibilmente con desiderio. Io ancheggiavo come una puttana ed avanzavo verso di lui quando sentì bussare alla porta.

Il maggiore, un poco amareggiato, mi spinse verso il paravento dell’ambulatorio e chiese chi fosse. Una voce conosciuta rispose virilmente ‘ sono il capitano ***, maggiore’ posso entrare?’
Il maggiore si rasserenò e mi fece cenno di rimanere nascosta poi rispose: ‘ prego capitano’ entri pure!’

Sentì il passo sicuro dell’uomo entrare e i due si salutarono amichevolmente. ‘Allora?… che ne &egrave della mia giovane recluta?’ chiese il capitano. Ed il maggiore rispose: ‘beh!.. ha avuto fortuna che l’ho trovata quasi subito’ sennò quei bruti del piano di sotto l’avrebbero fatta a pezzi!’.

E così dicendo venne verso il paravento e mi chiese di uscire in bella vista. Il mio bel capitano fu entusiasta di vedermi. E la mia lingerie lo sedusse al volo.
‘sei bellissima!… veramente bellissima!… una troietta da sogno!’. Io sorrisi e chiesi un bacio che non osò rifiutarmi’ anche davanti al maggiore.

Il capitano mi palpò le chiappette e disse al suo superiore: ‘se questa bellezza lo vuole ti proporrei una doppia’ che ne dici?’
Il maggiore lo guardò divertito e girando il suo sguardo verso di me rispose: ‘ beh!… se il nostro femminiello qui accetta’.’

Io rimasi poco sorpresa’ di fatto stavo già pensando alla cosa da qualche istante e mi sentivo morire dalla voglia. ‘io sono pronta ad essere la vostra troietta se voi ufficiali gentiluomini sarete carini con me’. Con questo li baciai entrambi gustosamente ed accarezzai con gioia le loro belle divise.

Loro si guardarono divertiti e complici. Avevano già avuto altre occasioni così? Chi lo sa? In ogni caso io ero lì in mezzo a loro e la cosa mi eccitava da impazzire.

Il maggiore fece una telefonata rapida per segnalare ad un ufficiale di grado inferiore che voleva non essere disturbato fino a nuovo ordine.

Iniziai quindi a sculettare come la puttana che sono e a strusciarmi contro di loro. Mentre mi strusciavo contro l’uno iniziavo a spogliare l’altro, alternando il piacere. Il mio bel capitano era già in tiro. Sentivo il suo arnese già in forma che mi accarezzava il culetto. Ma ero curiosa di scoprire cosa si celava dietro al gonfiore della patta del maggiore.
Così mi sbrigai a spogliarlo e quando vidi gli slip con quella bella protuberanza il cuore mi montò in gola.
Mi misi in ginocchio tra i due ufficiali tenendo con presa ferma il lungo membro del mio bel capitano e giocando con gli slip del maggiore. Poi gustando il profumo di sesso maschile che già mi inebriava potei fare scivolare l’ultimo lembo di tessuto che mi separava dalla belva.
Una vera e propria belva in effetti. Un cazzo di una quindicina di centimetri a riposo ma con una circonferenza da paura!

Rimasi meravigliata di tanta carne nella mia mano! E i testicoli poi’ belli, pelosi, rigogliosi’ un vero spettacolo!

Volsi in alto lo sguardo verso il maggiore che sorrise e mi chiese: ‘ ti piace, cara?’. Non risposi ma presi subito in bocca anche se con qualche difficoltà la bella cappella del suo cazzo che reagì immediatamente al mio desiderio.

Intanto il capitano mi accarezzava dappertutto soffermandosi in particolare sulle mie cosce lisce e sulle mie chiappette frementi. Si era inginocchiato anche lui e mi avvolgeva con il suo grande corpo mentre succhiavo e leccavo con gusto crescente il pene turgido e nodoso del maggiore.

Il capitano chiese un poco di considerazione e lo accontentai sorridendogli dolcemente e baciandogli la cappella. Così mentre il maggiore prendeva posizione su di una sedia, io mi misi a leccare con passione il pene eretto che mi aveva deliziato il giorno prima.

Dopo un poco alternavo i membri dritti nella mia bocca avida e con piacere leccavo l’uno per poi succhiare l’altro, mordicchiavo i grossi coglioni del maggiore per poi spompinare meglio il lungo cazzo del capitano. Ero in una foia tremenda e i due maschioni mi sorridevano soddisfatti della mia arte.

Non ne potevo più’ così chiesi di essere sodomizzata all’istante. Il mio capitano mi baciò e chiese di potere iniziare per primo.
Meglio! Così la sua lunga verga avrebbe fatto strada nel mio buchino voglioso preparando il terreno per la proboscide del maggiore. ‘&egrave molto carino da parte sua capitano” risposi’ e, dopo essermi tolta il perizoma, mi posizionai a pecorina davanti a lui, le chiappette bene in vista e lo sguardo languido da troietta che faceva impazzire i maschi.
Il maggiore volle però dare una occhiata ai miei miseri attributi che accarezzò con evidente piacere e curiosità esprimendo la sua totale sorpresa. Fino ad allora non gli era mai capitato di vedere organi maschili così poco sviluppati. ‘sei proprio una femminiella!’ mi disse con mia infinita soddisfazione.

E per provargli quanto lo ero ripresi la mia posizione davanti al mio capitano e iniziai di nuovo a spompinare il suo cazzone.

Mentre leccavo e succhiavo adattavo sempre più la mia bocca alla grossezza del suo glande e potevo finalmente prenderlo giù fino alla gola. Un piacere immenso!
Nel frattempo il capitano mi aveva già leccato la rondellina rosa e si apprestava ad entrare in me.
Lo fece prima con dolcezza’ spingendo con calma’ poi quando la cappella penetrò gridai di piacere con voce vellutata e spinsi indietro istintivamente le chiappe per invitarlo a prendermi fino in fondo.
Dopo qualche minuto ero totalmente impalata. Il membro del maggiore, gustosissimo, spinto giù in gola ed il lungo pene del capitano che scorreva in me facendomi provare violenti spasimi di piacere. Ero in una foia pazzesca! Agitavo il culo, spompinavo senza ritegno’ e i due ufficiali si eccitavano a vicenda insultandomi con passione.

La sgroppata durò almeno un quarto d’ora quando il maggiore chiese di potere invertire i ruoli. Ormai il mio culo era tutto un brodo e bello largo’ acconsentì con voluttà. Il capitano si sedette sulla sedia’ ebbi diritto ad un cuscino sotto le ginocchia e mentre prendevo a succhiare il suo membro umido dei miei e dei suoi dolci umori il maggiore avvicinò la sua grossa cappella al mio buco di culo.
Quel maiale mi penetrò però senza riguardi e mi fece urlare di dolore. Pensavo di potere accoglierlo senza difficoltà ma la sua circonferenza era tale che feci fatica ad accettarlo in me. Lui però, pur sensibile in apparenza, era adesso piuttosto violento. Mi montò con una foga che mi fece piangere. Il mio capitano se ne stava lì senza fare niente’ avrei tanto voluto che mi aiutasse!

Pur sentendo male non volevo però cedere. Sapevo che il mio culetto si sarebbe presto adattato al suo calibro. Così tenni duro. E dopo qualche interminabile minuto il dolore iniziò ad attenuarsi. Smisi di piangere ed i suoni che emanavo furono di nuovo di piacere.
Presto fui in grado di riprendere la fellatio al mio bel capitano e, allo spiedo come ero, a godermi con gioia questa scopata.

Passarono forse dieci o dodici minuti quando il maggiore mi chiese di cavalcarlo. Si sdraiò su una coperta per terra e mi chiese di venirmi ad impalare sul suo cosone.
Il mio capitano mi aiutò. A dire il vero il mio culetto slabbrato mi faceva ancora un poco male ma non potevo certo rifiutare il suo invito’ così posizionai bene le mie gambe ai lati dei suoi fianchi e, accomodando il suo grosso membro all’entrata del mio ano, mi lasciai calare giù. La posizione mi aiutò a godere appieno della sua circonferenza. Adesso potevo aprirmi meglio a lui e così scivolò in me senza fatica.
Qualche secondo più tardi ballavo già su di lui scendendo giù fino ai coglioni mentre prendevo in bocca la lunga asta che mio capitano, seduto, mi offriva con amore.

La cavalcata si fece presto molto intensa poiché il maggiore iniziò a dimenarsi sotto di me’ e in breve tempo lo sentì che ansimava e tremava sempre di più. Un attimo ancora ed esplose dentro di me un lungo getto di sperma caldo bollente che gustai appieno stringendo le chiappe e lanciando un dolce mugolio di estasi mentre stringevo a morte il pene turgido del capitano.

Il maggiore si accasciò per terra ‘ io perfezionavo ancora il suo godimento ballando sulle sue cosce pelose quando il mio capitano mi chiese un poco di attenzione. Lo guardai con sottomissione ed accettai di farmi scopare da lui.

Appena lasciai il maggiore un rivolo di sperma colò fuori dal mio culo slabbrato’ lo raccolsi sulle dita e lo bevvi con gioia. Aveva un ottimo sapore. Mi promisi di gustarne maggiormente più tardi. Ma intanto mi posizionavo sdraiata di lato e il capitano mi penetrò facilmente da dietro. Prese a pompare con ritmo crescente e presto fu in grado di scoparmi con foga facendomi impazzire di gioia.
Per aumentare il mio piacere mi ero anche messa a leccare il membro moscio ma ancora umido del maggiore che se ne stava lì disteso alla mia merc&egrave. Ritrovai così il buon sapore del suo sperma che bevvi fino all’ultima goccia.

Il capitano mi sfondò ulteriormente il culetto’ con mia immensa soddisfazione. Mi teneva la gamba sinistra per aria indugiando sulle mie calze e baciandomi nel collo giocava con la mano destra ad eccitare la mia tettina che sporgeva appena da sotto la guepiere.
Mentre succhiavo ancora il pene del maggiore e mi abbandonavo alle cure del capitano, questi accelerò il ritmo sempre più fino ad essere pronto per l’eiaculazione. Quando lo sentì così vicino all’estasi lo pregai di inondarmi.
Mi baciò sulla bocca in segno di approvazione e uscì di me. Si masturbò appena e lo vidi scoppiare in un lungo fiotto di sperma biancastro e profumato che mi bagnò la guepiere e poi su fino alla gola. Poi avvicinò il suo membro e potei bere il suo dolce seme da alcuni altri fiotti più corti.
Stavo benissimo’ un incanto!

Ci prendemmo un lungo riposo. I due ufficiali parlarono delle loro cose di lavoro mentre io guardavo dalla finestra Firenze a fine mattina. Un brulicare di persone, cittadini e turisti indaffarati.

Poi il capitano si rivolse a me e mi chiese se avevo alcuni vestiti da donne, scarpe con tacchi a spillo compresi. Mi girai e guardandolo gli dissi di si ma perché?

Mi disse che aveva una idea per l’indomani ma avrei dovuto portare il tutto in una borsa da utilizzare il pomeriggio. Di fatto la mattina avrei dovuto partecipare come tutte le reclute ad una sorta di grande test di conoscenze e di competenze . Mentre il pomeriggio se io fossi stata disponibile avremmo potuto divertirci meglio di oggi.
‘ah si?’ chiesi estasiata’ ‘ancora meglio? Allora accetto subito!!!’ e lo baciai per ringraziarlo della proposta.

Il maggiore intanto aveva ripreso ad accarezzarmi con le sue grosse mani. ‘Hai un corpo in sintonia con le tue voglie, cara’ sei bellissima’ una bellissima troietta che ama tanto i cazzi!’

‘Oh, siii! Risposi lasciva e presi a giocare con i loro favoni barlocchi ma meravigliosamente in carne.

Eravamo seduti per terra su una doppia coperta e su dei cuscini per stare più comodi. Dopo un minuto succhiavo e spompinavo già i due grossi membri con delizia’ indugiando con gusto sui loro coglioni rigogliosi mentre essi sditalinavano a turno il mio buchetto.

I due ufficiali erano evidentemente divertiti e complici’ed io ero puttana fino all’inverosimile!

Fu il maggiore a chiedermi di cavalcarlo di nuovo’ questa volta però volle che gli mostrassi il culetto. Così mentre aggiustavo il suo pene eretto a portata del mio buchino già umido sistemai le mie gambe a cavalcioni. Poi mentre il mio bel capitano mi riempiva la bocca di baci mi lasciai impalare a poco a poco.
Il largo membro penetrò slabbrandomi di nuovo il culo ma senza farmi molto male’ anzi dopo pochissimo potei gustarne appieno la larga circonferenza. Infine, intanto che il capitano mi riempiva questa volta la bocca del suo pene, iniziai ad agitarmi per meglio sentire il maggiore in me.

Qualche minuto ancora e mi ritrovai a dimenarmi con mani e spinta delle gambe sul cosone del maggiore facendo ballare tremendamente i miei miseri attributi per aria. Nel frattempo il capitano se ne stava lì a portata della mia bocca a spingermi in gola il suo pene turgido.

La scopata andava ormai avanti a lungo. La mia resistenza non durò però molto ed eccitatissima dalla posizione e dalle sensazioni provate non potei trattenermi. Venni di culo come sempre mi accade schizzando il mio scarso liquido seminale dappertutto e urlando il mio piacere ai quattro venti.

I due ufficiali, sovreccitati dalla mia performance, non ebbero pietà e mi scoparono ancora più forte di sopra e di sotto facendomi impazzire di piacere.

Quando fui esausta il mio capitano mi propose di sdraiarmi sulle coperte e sui cuscini e di lasciarlo fare’ così accettai. Lui si posizionò davanti a me. Tirò in alto le mie gambe che si appoggiò al petto e piazzando le mani sui lati mi penetrò dolcemente’ io ululai di piacere’ abbandonata, persa nelle sensazioni dolcissime provocate dal suo sesso che scivolava ritmicamente in me.
Nel frattempo il maggiore si era disteso di lato e gentilmente mi offriva il suo pene ancora in tiro da leccare.

Così dopo un poco ero di nuovo scopata da ambo i buchini. Il capitano intento a perfezionare il mio ed il suo piacere spingendo fino in fondo il suo lungo pene nelle mie viscere ormai colanti di brodo profumato ed il maggiore attento a farmi gustare con cura la sua grossa cappella saporita giù fino in gola.

Ero talmente smarrita nella goduria che persi la sensazione del tempo e della realtà. Sottomessa’ impalata’ scopata’ ero in estasi!

Fu il maggiore a farmi riprendere piena coscienza. Lo sentì che si agitava sempre di più’ il suo ansimare si fece più forte… mi conficcò il suo pene saldamente in bocca e’ mentre il capitano accelerava il ritmo della sua trombata’ mi lanciò un pieno getto di nettare seminale che quasi mi affogò!

Ero felice di gustare il suo seme ma dovetti ritrarmi per potere respirare ‘ lui mi chiese scusa ma la foga era stata troppo forte’ io sorrisi… imbrattata di sperma che il suo pene schizzava ancora e che leccavo con delizia. ‘non fa niente amore’ risposi ” &egrave veramente dolcissimo e molto buono’ sei perdonato!’

Eravamo intenti ambedue a mutui complimenti quando il capitano fece cenno di non volere essere da meno. Si agitò ancora di più’ mi sfondò sempre più amorevolmente il culo brodoso e poi quando stava per venire scivolò via da me e venne ad inondarmi il volto e la bocca del suo seme biancastro, denso e profumato. Ne bevvi una grande quantità leccandomi le labbra ripetutamente’ mi sentivo davvero una troia’ posizionata a gambe aperte’ vestita da donna’ quei due maschioni su di me’ i loro membri barlocchi in bella vista’ il loro sperma che mi colava sulla faccia ed io che’ guardandoli con immensa sottomissione gustavo lascivamente il sapore leggermente acido del loro nettare.

Rimanemmo un lungo momento così’ sorridenti e felici a chiacchierare. Poi i due ufficiali si accorsero che stava per suonare l’una. Avevano degli impegni inderogabili’ così fui invitata a riassettarmi. Mi indicarono un bagno adiacente dove potermi lavare ed iniziarono a rivestirsi in fretta.

Io ero ancora in preda alla foia e avrei voluto proseguire a lungo i nostri trastulli ma mi rendevo conto che dovevo sbrigarmi per liberare la piazza’ comunque mi consolavo pensando che l’indomani sarebbe stato ‘meglio!’

Quando tornai nell’ambulatorio i due ufficiali erano di nuovo in divisa impettiti e pronti al dovere come se niente fosse successo. Mi aiutarono a vestirmi e mi accompagnarono verso una uscita di servizio. Baciai il maggiore che mi ringraziò per la dolce mattinata prima di sparire in un corridoio buio che portava verso degli uffici alquanto anonimi.

Il mio bel capitano mi accompagnò fino all’uscita e senza effusioni visto che potevamo essere visti mi chiese di rammentare quanto avevo promesso di portare per il giorno successivo. Chiesi qualche delucidazione ma mi rispose sorridendo’ ‘E’ una sorpresa.. vedrai che ti divertirai!’
E su queste parole mi ritrovai per strada’ una stradina al lato della caserma con pochi passanti e meno turisti.

Un’ora dopo ero a casa a pranzo. Mia madre era rassicurata nel vedere il mio sorriso stampato in faccia. Mio padre era sempre più cupo.
In quanto a mia sorella, dopo avere pranzato, dovetti raccontarle tutto’ ‘Sei una gran troia’ ti adoro fratellino!’ mi disse’ ‘e domani dovrai fare colpo!… vieni andiamo in camera mia’ andiamo a scegliere il vestito e la tua lingerie’ così ti faccio vedere anche un paio di scarpe in lam&egrave bianco che ho comprato stamani e che ti faranno impazzire!’

Bacini a tutti e’ un bacio appassionato sul cazzo a tutti i maschioni ‘ se poi volete farmi pervenire i vostri commenti, fatelo al seguente indirizzo e-mail: giulia.cam54@hotmail.it

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