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Racconti Trans

MARTA (par. 4) Ancora un’ultima volta

By 16 Febbraio 2020One Comment

Durante uno dei nostri incontri a tre, dopo 2 ore di sesso sfrenato stesi sul letto, io al centro pancia e cazzo all’aria e le mie due donne (Marta per me era una donna a tutti gli effetti) con la testa appoggiata sul mio petto, una sigaretta accesa in tre (condividevamo tutto), Marta ci dice che ci deve parlare. Ha conosciuto in chat un trans brasiliano che l’ha invitata a stare lì con lei. L’idea del Brasile l’attirava, poter vivere il suo essere liberamente, no che qui in Italia non lo facesse, però lì non doveva far fronte a pregiudizi bigotti. Le dispiaceva lasciarci, ma ci rassicurò dicendoci che staremo stati sempre nel suo cuore, e poi io e Lucia avevamo raggiunto un’intesa sessuale da far paura alle più attive macchine del sesso sfrenato.

Il giorno della partenza arrivò, Marta si presentò all’aeroporto con la sua borsa da viaggio, un bacio appassionato diede ad entrambi (tra gli occhi stupiti e indignati dei passanti) un ultimo saluto con un sorriso appena accennato per nascondere quella lacrimuccia che stava per scendere e “Addio amori miei”.

Quel giorno stetti tutto il tempo con Lucia, che non fece altro che piangere, la consolai al meglio, ma non aveva voglia neppure di fare sesso, la capivo benissimo. L’accompagnai a casa e la sera la contattai in chat, si era ripresa abbastanza.

Marta mancava ad entrambi, non c’era momento in cui non ricordassimo i nostri momenti con lei, soprattutto mentre facevamo sesso. Un giorno, dopo aver bevuto un bel vinello dei castelli confessai a Lucia che la cosa che mi mancava di più di Marta era il suo sesso. Da quando era partita non l’avevo più preso dietro, non avevo più provato il sapore di sperma se non il mio baciando Lucia dopo qualcuno dei suoi pompini, insomma, mi mancava tanto il cazzo, ma non uno qualunque, bensì quello di Marta, quello che mi aveva rotto il culo, l’unico che avessi mai provato.

Detto ciò vidi un po’ di tristezza sul volto di Lucia… “mi dispiace non poterti accontentare” e allora per tirarla su la trombai avanti, dietro e nella sua boccuccia, proprio come le piaceva, venendole sulle tette e spalmandola del mio sperma su tutto il corpo, dopo di che la accompagnai a letto e si addormento senza lavarsi per sentire il mio odore tutta la notte, cosa che la eccitava più di tutte.

Per una settimana non mi vidi con Lucia, poi una sera mi chiama e mi dice che ha una sorpresa per me. Vado da lei (ormai si era trasferita dove abitava Marta) e trovo la vasca idromassaggio preparata proprio come la mia prima volta con Marta. Mi dice di entrare in vasca e chiudere gli occhi senza sbirciare. Entra lei, la sento trafficare, poi sale nella vasca dietro di me. Dietro la schiena sento come un grosso cazzo che piano piano si fa sempre più duro, poi Lucia comincia a baciarmi dietro al collo sussurrandomi di non dire niente. Che strano quello che mi sembrava un grosso fallo comincia a strofinarlo sul mio culo e come se nulla fosse mi muovo agevolandone l’entrata. Mi piego in avanti e sento Lucia salirmi in groppa, ecco quell’arnese mi è dentro, ma come è possibile, è un cazzo vero eppure su di me c’è Lucia, apro gli occhi e vedo davanti a me il portatile acceso, in chat c’è Marta che si sta masturbando guardandoci. Intanto Lucia(???) mi sta scopando il culo, quel cazzo lo sento vivo, lo sento intostarsi e ingrandirsi sempre più. Non resisto, voglio voltarmi, ma Lucia mi dice di aspettare

… cazzo!!!…

Mi è venuta dentro, com’è possibile? non ci posso credere. Mi volto e vedo Lucia con applicato un fallo finto. Finto? non è possibile, mi sembrava vero, lo tocco, lo lecco, è proprio vero, sembra fatto di carne e pelle umana, e poi, cazzo mi è venuta dentro. Piano piano quell’affare si ritrae, provo a fare un pompino e vedo che si fa di nuovo tosto, lecco, lecco, succhio, lo avvolgo con la lingua, tra le labbra, proprio come facevo con Marta, ed ecco che del succo al sapore di sperma vi viene in bocca. eccezionale.

Mi racconta Lucia che aveva contattato Marta in chat raccontandole della mia depressione, quindi le aveva fatto arrivare dall’America quest’ultimo surrogato della scienza erotica: un fallo meccanico fatto degli stessi materiali delle protesi di pene, con in più sensori che tendono ad ingrossarlo e a ridimensionarlo a secondo del piacere che gli si provoca ed un meccanismo che al momento opportuno simula l’eiaculazione a tutti gli effetti, naturalmente corredato di liquido denso al senso di sperma. Viva l’America.

Marta si era gustata via chat tutta la scena, poi ci presentò il suo compagno, un trans di colore alto 1e80, labbra carnose, capelli neri come la pece ma lucidi, lunghi fino ai glutei, un culo tondo da classica brasiliana ed un cazzo con due coglioni sotto che sembrava quello di un cavallo, due tette ben fatte che si tenevano da sole. Si esibirono per noi e devo dire che provai un po’ di invidia nel vedere Marta inculare quello stallone, ma soprattutto vederla prendere quell’affare… Ancora oggi mi chiedo coma le possa essere entrato tutto dentro nonostante il buco di Marta sia bello e che sfondato.

Adesso però toccava a me far godere la piccola Lucia, che si stava cominciando a sentire un po’ trascurata, così le porsi un bicchiere di spumante, ma non lo volle, allora lo bevvi io e piano piano con un bacio lo passai a lei, quello che avvenne è tutt’altro che dire… Lucia raggiunse l’estasi e si accucciolò a me ancora una volta avvolta nel mio odore di uomo.

Quella fu l’ultima volta che vidi Marta in chat e che feci sesso con Lucia. Mi chiamò che il padre aveva avuto un incarico a Parigi e doveva raggiungere i suoi, mi disse che non era il caso di rivederci perchè io avevo una famiglia, lei era stata più che contenta di essere stata la mia amante per questi 6 mesi, ma non poteva continuare… Parigi era lontana e lei non voleva passare per la rovina famiglie.

La rassicurai a malincuore che non era stato così, perchè da quando avevo cominciato a vedermi con Marta prima e con lei dopo, il rapporto con mia moglie anche (e soprattutto) sessuale era migliorato, non so se per rimorso quando tornavo da lei le ero più affettuoso o perchè mi si erano risvegliati gli istinti sessuali di un tempo che per amore le volevo trasmettere.

Un ultimo saluto e poi lei fa come per lasciarmi il grosso cazzo, ma io glielo restituisco, dicendole che a trombarmi il culo non era stato quell’arnese, ma lei, quindi da solo quell’affare per me non avrebbe significato nulla, le dissi di tenerlo come ricordo di quell’ultima sera passata insieme. Un bacio delicato sulla guancia e via, nella mia Panda di ritorno verso casa, verso la mia famiglia.

Da allora non ho tradito più mia moglie, non ho cercato più piaceri anali, questo perchè i piaceri che provavo non erano il cazzo, la bocca o il culo di Marta e Lucia, ma erano loro due, il mio trans Marta e la sua cuginetta Lucia.

Un bacio ad entrambe.

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