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Il negozio

I capezzoli sono duri per il freddo. Non risparmiano certo in aria condizionata. Mi sistemo i capelli dietro l’orecchio, non sono abituato ad averli così lunghi. Lascio cadere il lembo di una gonna che tenevo in mano e mi incammino verso il reparto intimo.

Ad ogni passo il plug mi preme la prostata, meno male che la cintura di castità evita rigonfiamenti. Mi tiro su il jeans e mi fermo davanti ad un muro di mutandine e reggiseni abbinati. Porto la mano al mento e cerco le più adatte. I miei occhi si fermano su un paio di string verdi pisello con reggiseno push-up.
Il tessuto liscio mi piace, non è la solita plasticaccia. D’altronde Nicole non mi consiglierebbe mai dei negozi scadenti.
Ho deciso, le prendo sia verdi che rosse e mi dirigo alla cassa. Sorrido pensando alla prima volta che sono venuto, la cassiera era più imbarazzata di me.

Il plug

Il plug inizia a vibrare, Nicole deve essere tornata a casa. Mi fermo di colpo, prendo in mano la prima cosa che mi capita davanti. Di colpo fa caldo. La seta fredda mi scivola tra le dita.
Stringo il culo e tiro su i jeans, devo essere dimagrito. La nuova dieta e il programma di esercizi che mi ha dato sono duri ma danno risultati. Mi tocco la pancia piatta soddisfatto.
La vibrazione costante mi fa tremare le gambe, mi appoggio allo scaffale e riprendo a osservare la camicetta bianca. Sembra da uomo, se non fosse per i bottoni al contrario nessuno si accorgerebbe della differenza.
Tento di distrarmi e mi metto a giocare con la catenella che mi ha regalato Nicole. Rigiro il ciondolo dorato su se stesso, ricorda il tatuaggio di Nicole un asso di picche laccato di nero però ha una J bianca al centro.

la commessa

Una commessa appoggia una camicetta ben piegata su un tavolino espositivo “Posso aiutarla?” Si rassetta la divisa nera e mi viene incontro “ha ottimi gusti, la sua ragazza è fortunata” tira giù la gruccia con la camicia di seta e guarda l’etichetta “sa la taglia?”
Lascio cadere il ciondolo e riprendo a guardare la camicia “è una M.” Il plug continua a vibrare, mi sforzo di sorridere.
La commessa inarca un sopracciglio e piega leggermente la testa “si sente bene?” La sua mano morbida mi tocca la spalla. Speriamo non si accorga della stringa del reggiseno. “Si sì, è l’aria condizionata” accenno un sorriso.
Si allunga sfiorandomi col seno e cerca tra le camice “eccola!” Mi sorride appoggiandomela sul petto “si, dovrebbe andare” mi fissa il collo, lo sguardo malizioso non mi lascia dubbi.. ha capito. Avvicina le labbra rosse al mio orecchio “se la vuoi provare te la porto io nel camerino.” Soppesa il ciondolo e sorride.
Il pene preme disperato contro il metallo. Cerco di rimanere impassibile “non serve grazie” prendo la camicia.
Gli occhi verdi mi scrutano, sistema il ciuffo biondo dietro l’orecchio “sicuro che vada tutto bene? Mi sembra dolorante”
Abbasso lo sguardo e divento rosso “certo signorina, grazie mille” le passo affianco dirigendomi verso la cassa.

Il numero

La sua mano mi ferma e un alito caldo mi sfiora l’orecchio “fa tanto male la sotto?” Mi preme il seno sul braccio “scommetto di sì…” la lingua mi bagna il lobo “se vuoi chiamami” molla la presa mi mette la mano in tasca e tira fuori il cellulare.
“Ecco fatto, ci conto” mi sorride soddisfatta facendo l’occhiolino e torna al tavolo per piegare camice.
Rimango di sasso e la osservo ancheggiare. Mi tocco il petto, il ciondolo nella fretta l’ho lasciato fuori, lo rimetto sotto la camicia. Che cazzo è appena successo? Chissà che cosa mi dirà Nicole..
Il plug continua il suo lavoro e dalla gabbia escono gocce che bagnano le mutandine. Corro verso la cassa e pago, per fortuna non c’è fila.

In strada

L’aria afosa mi coglie di sorpresa all’uscita del negozio. Dall’asfalto salgono delle ondate di caldo. Mi sistemo il colletto della camicia e mi avvio verso la macchina.
La pelle umida non fa presa sulla gabbia che scivola verso il basso tirando con se il pene. Mi tiro su i pantaloni e sistemo le mutandine stando attento a non tirarle troppo per evitare che si vedano. Mando giù la saliva e accelero il passo.

Sul corso oggi non c’è tanta gente. La busta del negozio ondeggia seguendo la mia gamba. Speriamo di non incontrare nessuno che conosco. Aumento il passo. Il plug non mi da tregua e ancheggio cercando di non pensarci. La macchina è vicina. I fantasmini scivolano nella scarpa e uno si arrotola sotto il mio piede destro. Lo ignoro e aumento il passo. Nicole sta cambiando il programma della vibrazione. Voglio gridare.
Blip blip. Apro lo sportello ed entro in macchina. Piegandomi mi scappa un gemito.
Mi sistemo nell’abitacolo e avvio il motore. Una coppia mi osserva dal marciapiede. Devono aver sentito. Ingrano la marcia e vado da Nicole. Se arrivo tardi mi uccide.

Da Nicole

Guardo il cellulare, appena in tempo. Suono il campanello e Nicole mi apre “ti sei divertita Marty?” Doveva essere già dietro alla porta. La pelle Bianca contrasta con l’intimo nero, è stupenda.
Mi fa entrare. “Non proprio, grazie a te stavo per venire nel negozio davanti a tutti” piego la testa sul collo dondolando appena “una commessa si è accorta di tutto..”
“A si? Se avevi l’espressione che hai ora non faccio fatica a immaginarlo” ridacchia prendendomi le braccia “e come è andata?”
“Beh.. ho comprato una camicetta che non volevo e mi ha dato il suo numero” divento ancora più rosso e strofino il piede sulla caviglia.
“Ma brava Martina, sei una rubacuori” ride ancora più forte e mi abbraccia.
Le labbra tornano rilassare e gli occhi si fanno seri “non azzardarti a chiamarla senza il mio permesso!” L’indice mi rimbalza davanti agli occhi. “Non lo farei mai..” abbasso la voce ad un sussurro “ti amo..”

Il bacio

Nicole torna a sorridere e mi bacia. Le sue labbra morbide giocano con le mie e la lingua si fa strada nella mia bocca. Sposto la mano sul suo culo stringo una natica e la tiro a me. La gabbia preme sul suo inguine e il seno di Nicole è schiacciato sul mio petto. La sua mano si fa strada tra i miei capelli e mi afferra la nuca. L’altra mano mi accarezza il fianco e si infiltra nei miei jeans, sposta le mutandine e corre verso il plug.

Mi tolgo le scarpe coi piedi. Mollo la presa dal culo e sbottono i pantaloni che cadono alle caviglie. Li sfilo senza smettere di baciarla e li lancio via con un gesto della gamba. Nicole mi sbottona la camicia e la fa cadere a terra.
Continuiamo a limonare e ci spostiamo all’indietro, lo schienale del divano mi preme il plug. Gemo nella bocca di Nicole che mi bacia ancora più vogliosa. Mi spinge su divano e ci cado sopra di schiena. Lei gira di lato, sinuosa come sempre. Si morde il labbro “oggi scopiamo”. Mi si ferma il cuore e la fisso come fosse un’aliena.

***

Vi ringrazio per l’apprezzamento che mi state dimostrando ;)
Se vi piace questo racconto e i precedenti mettete il like e fatemelo sapere con un commento.
A 20 like pubblico il prossimo capitolo, se lo volete in anteprima potete seguirmi qui

https://sammythesammy.wordpress.com/

L’ho appena creato quindi datemi il tempo di metterlo apposto.
Un bacio dove più vi piace XO

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