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Trio

Martina e Patrizia in vacanza

By 27 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutti i ragazzi desiderano e sognano, invidiando anche in modo spasmodico, chi ha già raggiunto la maggiore età ed anche chi sta vivendo quel tempo così da poter soddisfare le proprie scelte e prendere le decisioni in autonomia e non essere più dipendenti da quelle dei genitori. Tralasciando perdere i casi in cui, complici genitori troppo protettivi o affezionati in cui i ragazzi non lasciano casa fino a quasi alla mezza età, è possibile comodamente affermare che, fino al compimento dei 20-25 anni, è praticamente impossibile fare le proprie scelte in autonomia.
Riconosco di essere fortunato perché la decisione di andare a vivere da solo da ragazzo avendo avuto l’indipendenza economica ottenuta con grandi sacrifici mi hanno permesso di fare a modo mio tanto che aA ventitré anni sognavo di passare la mia prima estate da solo ma, al tempo stesso, avrei potuto godere della presenza della mia unica, vera, irrinunciabile compagna: l’aria condizionata, come negli uffici dell’azienda in cui lavoravo.
Avevo però un ostacolo nella mia dolce metà che si chiamava Patrizia. Una ragazza che inizialmente aveva ben poco in comune con me infatti io ero, e sono, una persona molto silenziosa, pigra e spesso burbera, che non ama le feste, la musica ad alto volume o i luoghi in cui ci siano più di tre o quattro persone. Patrizia al mio opposto era una ragazza molto allegra, almeno in apparenza, che amava circondarsi dei suoi amici, ballare, ridere e fare chiasso. Oltre all’attrazione fisica non so che cosa ci legasse e così il nostro rapporto era costellato di contrasti e contraddizioni.
Ovviamente, Patrizia desiderava andare al mare ad agosto, balneare ed abbronzarsi sotto il sole cocente ed in compagnia delle sue amicizie rumorose e per me tutt’altro che gradevoli. Di tutti i suoi amici, infatti, solo due o tre erano sopportabili e la maggior parte di essi provavano per me la stessa diffidenza e lo stesso disprezzo che avevo io per loro. Ogni litigio, contrasto e discussione furono inutili ed il risultato fu che Patrizia sarebbe andata al mare con i suoi amici ed io l’avrei seguita non tanto per poter stare con lei quanto per poterla tenere d’occhio.
Patrizia aveva lunghi capelli biondi che le cadevano fino a metà schiena erano mossi e davano l’idea della sofficità, i suoi occhi erano chiarissimi come l’acqua marina ed avevano nel taglio un qualcosa che ricordava l’oriente. Il suo corpo era fonte di eccitazione costante, abbondante nel sedere senza essere brutto e sformato, ma soprattutto ciò che mi piaceva era il seno di una quinta misura naturale, morbida ed irresistibile. lei, come tutte le donne, fingeva di vergognarsi delle sue forme, definendosi troppo grassa, sformata e troppo bassa ma erano in pochi a non fasi attrarre dalle sue forme rotondeggianti in modo sexy.
Avevo conosciuto Patrizia quando era fidanzata con un altro uomo ed io, al tempo, mi ero dato parecchio da fare per portargliela via e nei mesi iniziali del nostro rapporto scoprii che aveva l’abitudine di flirtare, giocare con i sensi e la sua figura, osare e, soprattutto, tradire ed io, benché non mi importasse molto di lei, non gradivo essere tradito anche perché, oltre che dai ragazzi, dovevo guardarmi anche dalle donne. Non era un segreto che Patrizia amasse intrattenersi in compagnia delle ragazze, quanto in quella dei ragazzi. Ciò mi aveva inizialmente stuzzicato tante fantasie ma mi rendevo conto che i pericoli con lei sarebbero stati doppi.
Cedetti ala desiderio di Patrizia e decidemmo di andare al mare in una località rinomata. Giunti a destinazione, alloggiammo in un residence affollato, rumoroso dove c’erano molti ragazzi e ragazze festanti i cui giochi e divertimenti non erano solo la nuotata amichevole o la ballata in discoteca. I primi giorni li ho passati a scoraggiare i potenziali pretendenti dalla mia ragazza rischiando di creare risse tra cui uno di loro che sorpresi a toccarle il seno per nulla scoraggiato dalla mia presenza ma invogliato dalla mia fidanzata. Il suo atteggiamento libertino, che non mi avrebbe infastidito più di tanto se a me fosse stato permesso lo stesso comportamento con una ragazza del loro gruppo, mi ha infastidito molto ed alla fine del secondo giorno di vacanza protestai con lui facendo si che gli altri mi sentissero.
In camera ebbi anche un alterco con  Patrizia dicendole che non mi importava se lei dava la figa voleva paragonandola ad una troia.
Chiusa violentemente la porta alle spalle mi allontanai dal residence non senza ricordare agli altri di stare lontani dalla mia ragazza ed andai a passeggiare sulla spiaggia libera con il sole non sufficientemente caldo.
Camminai per qualche minuto prima di accorgermi di essere seguito. Improvvisamente mi sembrò di sentire gli occhi di qualcuno addosso che mi stava seguendo, Fingendo di guardare il mare notai con la coda dell’occhio che effettivamente qualcuno lo stava facendo. Mi voltai e riconobbi subito la persona: era Martina. Aveva un fisico simile a quello di Patrizia sebbene leggermente meno abbondante, meno formoso, due bellissimi occhi castani , un vestito decorato da migliaia di rose rosse disegnate, lunghi splendidi capelli rossi ottocenteschi.
Per un attimo ebbi paura ma poi sospirai rilassandomi “Martina, come mai qui?”
Martina era forse la migliore amica  di Patrizia e tra le poche amicizie che sopportavo. La figura di Martina era bella, intelligente e dolce, sempre gentile e disponibile con tutti ma, contrariamente alla sua amica Patrizia, era molto discreta nei suoi pensieri ed esternazioni.
Per lei avevo avuto sempre un debole, non lo nego.
“Non te la prendere, lo sai come è fatta.” esordì Martina, appoggiandomi una mano sulla spalla “Patrizia fa la stupida ma non ti tradirà, ti vuole bene”
 “Sono pronto a scommettere che Patrizia ora sarà con uno degli amici a divertirsi. Vuoi scommettere?”
Martina sospirò sapendo che era difficile far capire certi concetti alla sua amica che si comportava impulsivamente. Purtroppo Patrizia non vedeva altra realtà che non fosse la sua. La sua migliore amica però la pensava diversamente
“Non preoccuparti. Te la tengo d’occhio io!” mi rispose Martina“Sei un ragazzo simpatico e con lei fate una bella coppia. Lei mi ha detto che sta bene con te”
Così dicendo Martina mi baciò la guancia furtivamente prima di tornare di corsa verso il residence quasi non ci fosse un secondo da perdere per fermare la sua amica affinché non compisse qualcosa di poco corretto. Io, invece, mi dedicai a sbollire la mia rabbia passeggiando con i piedi immersi nella fresca acqua marina fino a quando non mi sentii sufficientemente sereno.
Giunto al residence aprii la porta dell’alloggio e mi diressi verso la mia camera, o meglio, mia e di Patrizia, ma mi fermai sulla porta avendo sentito dei rumori particolari che mi incuriosirono. Erano squittii, fruscii, respiri, i tipici segni che fanno subito capire cosa stia accadendo dentro una stanza. Fui preso dalla gelosia e pensai che tutti fossero usciti per andare a cena e Patrizia era stata lasciata sola con qualche ragazzo. “Perfetto!” pensai nell’abbassare la maniglia della porta “La colgo sul fatto e la faccio finita con questa storia! Meno male che Martina doveva tenerla d’occhio e che doveva farle da angelo custode!” e così aprii la porta.
Rimasi a bocca aperta esattamente come le persone che avevo appena sorpreso.
L’istinto mi diceva di entrare nella camera urlando ma prima che io potessi pronunciare la prima sillaba mi fermai perché per una frazione di secondo ebbi la possibilità di vedere Patrizia e Martina baciarsi, toccarsi amorevolmente i loro seni, in uno stato di confidenza tale da non lasciare dubbi sullo scambio di effusioni.
Appena mi notarono il bacio si interruppe e Martina, visibilmente scossa, si aggiusto subito il vestito coprendo le sue abbondanti tette con il vestito arioso che indossava.
“Mi dispiace, non è come pensi…io…” disse, visibilmente rossa in volto ed iniziando ad alzarsi ma Patrizia la fermò afferrandola per una spalla, baciandole una guancia amorevolmente e ridacchiando nel guardarmi.
“Hai visto amore?” disse Patrizia con uno sguardo di sfida “anche la nostra Martina non è così buona e dolce come credi”
Martina aveva gli occhi lucidi, il suo sguardo era visibilmente imbarazzato, terrorizzato e rattristato. Pochi minuti prima aveva cercato di rassicurarmi ed ora si era fatta cogliere in flagrante mentre baciava, toccava e denudava la mia donna. Le sue colpe però non erano finite.
“Dai, tesoro!” disse Patrizia guardando la compagna negli occhi “di al nostro amico da quanto stiamo insieme?”
Questa domanda fu come una pugnalata ma anche per Martina che confessò balbettando i suoi peccati.
“U-un anno”
Un anno? Ripetei nella mia mente. Io ed Patrizia stavamo insieme da poco più di tre mesi e lei già andava a letto con la sua migliore amica da nove mesi prima che uscissimo per la prima volta.
“Per favore, non arrabbiarti” sospirò Martina, il cui viso ora non tratteneva più le lacrime “noi ti vogliamo bene…e…”
“…e tu sei cornuto!” concluse sorridendo di gusto Patrizia che leccava le lacrime dal volto dell’amica.
“Smettila!” esclamò Martina spingendola via “non fare la stronza, non fare finta che non te ne freghi un cazzo!”
Comportarsi male, dopotutto, era il passatempo preferito di Patrizia e, pensando di non aver oramai nulla da perdere, aveva deciso di divertirsi con i sentimenti di coloro che amava.
“Hai ragione…” disse Patrizia sollevandosi, venendo verso di me con passo deciso e provocante. I suoi capelli erano sciolti e rimbalzavano come nuvole di seta sulle sue spalle non coperte dall’abito bianco che indossava. I suoi occhi più glaciali che mai approfittavano della mia confusione interna per stordirmi, soggiogarmi, utilizzando la bellezza delle forme del suo corpo, delle sue gambe e delle sue cosce appena coperte dalla cortissima gonna bianca aderente e delle sue prosperose mammelle uno delle quali sporgeva dall’abito.
Patrizia mi afferrò i capelli e si fece avanti per baciarmi appoggiandosi a me con il suo petto soffice e caldo. Io feci del mio meglio per resistere ma la sua mano libera che non era immobile si stava già infilando sotto il mio costume da bagno e quando ella mi afferrò il mio sesso accarezzandolo delicatamente sotto la stoffa umida, non mi restò che appoggiare le labbra alle sue lasciando che la sua lingua mi penetrasse la bocca eccitandomi all’istante come non avrei mai potuto pensare di dare in un simile momento.
“Vedi?…” continuò facendo ben vedere alla compagna come mi stava toccando e quanto il mio cazzo fosse diventato duro “…del cazzo mi frega eccome!”
Patrizia continuò a baciarmi e sentivo Martina che singhiozzare abbandonata da una persona che credeva non potesse farle così male ed in quel modo. Pur dispiacendomi per la ragazza non riuscivo a reagire perché ero attratto dal profumo e dalle mammelle nude della mia Patrizia.
Sentii Martina alzarsi ed i suoi passi e dire che voleva andare via ma Patrizia la fermò ancora una volta. Aprii gli occhi quando le labbra della mia ragazza lasciarono le mie e la vidi voltarsi per baciare l’amica che però si rifiutò di ricambiare pur non riuscendo a liberarsi dalla presa dell’amica.
“Avanti!” disse Patrizia tirandola a se “non fare la timida! Di al mio ragazzo come stanno le cose oppure devo dirglielo io?”
Ancora una volta Patrizia avvicinò alle labbra di Martina che oppose meno resistenza lasciandosi baciare poco volentieri  ed arrossendo in evidente imbarazzo ma cercando con i suoi occhi il mio sguardo.
Ero molto eccitato dalla situazione ed impazzivo di desiderio di possederla ma ero trattenuto dalle mani della sua amica.
 “Avanti tesoro!” le sussurrò Patrizia dolcemente affondandole nuovamente la lingua tra le labbra e sfregando il petto contro il suo “digli la verità. Non aver paura o remore. Lui è intelligente e capirà”
“Mi piaci…” mormorò Martina con un attimo di esitazione finale.
Patrizia afferrò bruscamente Martina per i capelli, evidentemente non era quello che voleva sentir dire dalla sua amica e lasciando il mio pene eretto e pulsante, estrasse la mano dal mio costume e la usò per fare avvicinare Martina strattonandola.
La mia ragazza mi spostò davanti all’amica come se essa dovesse farmi un annuncio ufficiale e abbracciandola da dietro, baciandole il collo, le sollevò la gonna infilando le mani sotto le mutandine del costume color fucsia con alcuni disegni bianchi. Al tocco delle dita Martina gemette contorcendosi perché Patrizia le massaggiava il clitoride. Ciò la faceva arrossire in volto per il palese imbarazzo di essere masturbata davanti al ragazzo della sua amica.
 “Amore!” disse Patrizia “Ecco, ora hai ciò che mi dici ogni volta dal giorno in cui io e lui ci siamo messi insieme”
“Io…ti voglio…” disse finalmente Martina “…vi voglio insieme, tutti e due per me”
“Brava Sarina…” aggiunse Patrizia, baciando l’amica che in preda alla goduria e libidine si era abbandonata tra le sue braccia che le aprì leggermente le gambe in modo che potesse toccarla con maggiore intensità tra le gambe ed io la vedessi ancor più eccitata.
“E tu amore?” disse rivolgendosi a me “Adesso che sai come stanno le cose tra noi due, sei ancora arrabbiato? Vuoi lasciarmi qui con lei oppure preferisci averci tutte e due solo per te?”
Non risposi, ero paralizzato incantato di fronte a due femmine avvinghiate l’una nell’altra, intente a compiacersi nel tentativo di conquistare la mia attenzione. In quei momenti mi sentivo perduto negli occhi di Patrizia che mi guardava lussuriosa disposta a condividere con me la ragazza che amava pur di non rompere il nostro rapporto. Mi perdevo anche negli occhi di Martina che, tra le dita della compagna, mi chiamava per prenderla e desideravo possederla.
Feci un passo avanti avvicinandomi alle due ma Patrizia subito mi fermò.
“Fermo!” esclamò “Qui non stiamo giocando ! Per iniziare tiralo fuori e mostralo”
Obbedii, abbassandomi il costume da bagno bianco decorato con grossi fiori azzurri fino a farlo cadere ai miei piedi. Presi in mano il mio sesso che puntava dritto verso di loro ed accarezzandolo dolcemente lo mostrai alle due ragazze davanti a me così duro come era.
“Hai visto?” sussurrò Patrizia all’amica facendo appena sentire la propria voce sopra i suoi gemiti di piacere. “E’ proprio come te lo avevo descritto, vero?” le chiese prima di rivolgersi nuovamente a me.
“Ci vuoi?” chiese ed io annuii con la testa “Ci vuoi tutte e due?” ribadì ed io confermai la scelta.
“Non ci basta che ci scopi. Ci devi volere davvero” insistette e questa volta io rimasi fermo esitando non capendo cosa intendesse dire con la parola ‘davvero’. Ero anche convinto che Patrizia avesse ancora qualcosa da aggiungere, infatti, non vedendomi rispondere assunse per un attimo un’espressione lussuriosa nel baciare la guancia dell’amica.
“Amore, vuoi essere nostro?” chiese
Nemmeno se fossi stato pazzo avrei rifiutato il suo volere.
Guardai le due ragazze negli occhi ancora incredulo di ciò che stava accadendo e con una voce resa scarsa e soffocata dall’ emozione ed eccitazione di quel momento mi lasciai sfuggire un timidissimo e mugolato ma convintissimo “si”.
Fu il segnale che pose fine alla tensione del momento. Eravamo in tre in quella stanza ed ognuno di noi desiderava l’altro in maniera uguale e reciproca, inconsapevoli di quanto ci volessimo l’un l’altro e di quanto eccitati dalla nuova scoperta convinti dall’idea che saremmo stati bene nel condividere i nostri piaceri a tre.
Il breve attimo di pausa tra il mio consenso e il prossimo respiro passò improvvisamente. Furono le ragazze a riprendere in mano la situazione; si baciarono lasciandosi andare a dolci sorrisi di piacere, toccandosi da sopra gli abiti mentre le loro lingue si intrecciavano. Il seno scoperto di Patrizia veniva massaggiato da Martina che ancora poteva godere della sua mano infilata sotto le mutandine.
“Ti amo…” sussurrò Patrizia all’amica prima di venire verso di me vogliosa come non mai di farmi perdere ogni cognizione della realtà. Si inginocchiò davanti a me inginocchiandosi in modo felino facendo si che il mio membro super gonfio e quasi sul punto di esplodere si infilasse  tra le sue labbra.
Il piacere che quel momento di estasi mi diede mi risalì il ventre esplodendomi nel petto quando sentii le mammelle di Patrizia sfiorarmi le gambe, una coperta dal suo vestito leggero, l’altra nuda ed esposta, in grado di farmi percepire il suo calore. Gemetti lievemente alzando il capo verso il soffitto ma non ebbi tempo di dire parola. Anche Martina ora si era avvicinata a guardare l’opera di Patrizia che era incoraggiata  ad affondare il mio sesso nella gola. Martina con un dolce movimento delle mani che afferravano la testa di Patrizia dietro la aiutò a prendere sempre più in profondità il mio cazzo ed appoggiò l suo corpo ancora vestito sul mio fianco con le sue gambe morbide e sinuose leggermente divaricate e le sue tette poco abbronzate visibili appena dalla scollatura del vestito appoggiate alle mie spalle.
“Ti avevo detto di non preoccuparti” ridacchiò Martina prima di appoggiare le sue labbra alle mie.
La lingua di Martina era calda, dolce, irresistibile, mi invase la bocca tremante e presto diventò decisa ed esploratrice. Sentii la ragazza fremere e pensai che anche per loro doveva essere un momento nuovo ed immaginai che anche loro dovevano in qualche modo sfogare la tensione sessuale che si era generata e che era diretta alle persone presenti.
Con il mio braccio destro strinsi la rossa a me facendo si che io sentissi il suo ventre e le sue cosce sulla mia pelle nuda. La mia mano le sollevò la gonna vaporosa per poterle afferrarle uno dei glutei così morbido e così sensuale. Al mio tocco lei gemette e con le mani cercò il mio ventre, scendendo poi verso il mio inguine dove Patrizia lavorava con la bocca arrivando quasi alla base del pene cosicché provassi il brivido di piacere che nel contatto con una persona.
La mia altra mano si muoveva su tutto il corpo formoso di Patrizia. Con un gesto quasi automatico infilai la mano sotto il suo vestito bianco scollato della mia bellissima ragazza e la sentii mugolare mentre si sgrillettava succhiandomi e masturbandosi al tempo stesso. Accarezzai la mammella ancora coperta dal vestito passando tra la nuda pelle e il cotone bianco del reggiseno afferrandola con dolcezza e liberandola con delicatezza dal luogo in cui era gelosamente custodita. Finalmente potevo guardare, titillare e toccare quella lecornia sebbene fossi indeciso su chi volevo stringere tra le mani; ero indeciso tra l’incantatrice dalla bionda chioma che mi aveva ipnotizzato ed ora mi divorava golosamente il sesso oppure la fata dai dolci occhi castani e capelli rossi che poggiata al mio fianco accarezzava ogni millimetro del mio corpo.
Ora mi ritrovavo stretto nella morsa delle due ragazze, abbandonato al piacere e al desiderio conscio che ogni movimento era un passo in avanti verso la perdizione.
Sentivo le ragazze gemere toccandosi e lasciandosi toccare da me. Ricambiavano le attenzioni delle mie mani con mugolii di piacere e sospiri sussurrando di tanto in tanto le loro voglie in modo che le loro parole mi tenessero eccitato.
Martina fece un passo indietro lasciandomi alle cure di Patrizia e ritornai alla realtà ma era un modo per, tutti e tre maggiormente nel fiume della lussuria.
Nella stanza si udivano solo i mugolii, i respiri soffusi, i sospiri, i sussurri ed il suono sporco ma paradisiaco della bocca di Patrizia su di me. Di tanto in tanto si sentiva un delicato “Ah, si…” pronunciato da me o da uno dei miei due angeli del piacere. Martina si portò davanti al letto ponendosi di lato rispetto a me ed a Patrizia dove tutti e due potevamo vederla.
Rimanendo in piedi in controluce Martina raccolse i capelli color rame tra le mani sollevandoli per poi lasciarli ricadere alle sue spalle muovendo il suo corpo sinuosamente al suono della musica che usciva dal suo cellulare; era un delicato sottofondo alla sua sensuale ginnastica. Sia io che Patrizia ci fermammo a guardarla come stregati, le nostre mani ancora sui nostri corpi si immobilizzarono alla vista della rossa.
“Vi prego!” disse Martina sospirando mentre le sue mani percorrevano in lungo il tessuto del suo abito “non fermatevi. Continuate e guardatemi”
Lentamente, le mie mani, appoggiate alla nuca di Patrizia, riresero a muoversi, facendo si che ella riprendesse ad assaporarmi, a succhiarmi, interrompendosi solo per leccare delicatamente il mio clade, per poi percorrere tutta la mia asta, vero i testicoli e li, soffermarsi ad assaporarli mentre mi lavorava con le mani. Godevo mentre pronunciavo il suo nome, guardando le sue forme ondeggiare e le sue dita scendere, dandosi il cambio, dal mio inguine al suo, onde dare piacere simultaneamente sia a me che a lei. Non potevo però, come non poteva lei, non alzare lo sguardo vero la nostra compagna, la quale, senza interrompere il suo ipnotico movimento, si era abbassata le spalline del vestito e ci lasciava sbirciare, dalla scollatura abbassata, i suoi seni candidi, sempre meno coperti. Quando finalmente la parte superiore dell’abito si abbassò, lasciando libere le sue mammelle, ci fu un sospiro di piacere da parte mia e di Patrizia nel vedere le curve perfette di Martina rimbalzare ad ogni suo movimento, nell’ammirare le sue mani salire a massaggiare il suo corpo ed a stringere i suoi capezzoli rosei e turgidi tra le dita.
La ragazza continuò il movimento ondulatorio, girando lentamente su se stessa mentre si sollevava la gonna mostrandoci i suoi glutei rotondi mentre nell’abbassarsi di un po’ le mutandine che non caddero a terra prima che lei ci guardasse nuovamente mentre godevamo nel vedere la sua piccola aiuola di peli rossicci, curata e perfetta come tutto il suo corpo, comparire da dietro la stoffa dello slip che non copriva più quel dolce paradiso che non vedevo l’ora di esplorare con il mio sesso.
Martina giocò ancora per qualche secondo con il suo indumento sollevandosi ed abbassandosi la gonna per farci vedere o coprire le sue cosce, il suo sedere, il suo pube, massaggiandosi e stringendosi le mammelle e giocando con i propri capelli. Poi, sollevando bene l’abito sopra li linea della vita, si sedette sul letto divaricando le gambe in modo da mostrare completamente la figa e si dette a toccarsi, sfiorandosi e penetrandosi con le piccole, soffici dita di cui era dotata. Il suo respirò aumentò ed aprì la bocca per fare dei profondi respiri mostrandoci la sua espressione di piacere che ci apparve molto libidinosa.
Patrizia si masturbava sempre più freneticamente mentre guardava l’amica che dal letto ci guardava come fossimo in un film porno interpretato per lei. Io guardavo le dita della mia ragazza muoversi tra le cosce aperte di Martina senza poterne fare a meno ed anche mi attraeva il suo sguardo voglioso. La sua bocca che percorreva l’asta fino alla base lasciando che fossero le mie mani a decidere quanto andare a fondo nella sua gola. Le sue mammelle piene mi avvolgevano di tanto in tanto facendomi perdere il lume della ragione.
Fu allora che Patrizia non poté più resistere. Si sfilò lentamente la mia asta dalla bocca e attratta dalla sua amica gattonò come un gatto verso di lei che era intenta a godersi lo spettacolo; la sua figa era oramai un lago e la sua voglia di esplodere era evidente e prossima al culmine.
“Vieni qui” sussurrò Martina all’amica lasciandola entrare tra le sue gambe aperte “Fammi godere!”
Patrizia che era tra le cosce della compagna prese immediatamente a sfiorarla ed entrare in lei con le dita per poi divorarla succhiando il suo grilletto tra le labbra mentre la lingua era dentro la figa che assaporava per farla giungere il prima possibile al massimo dell’estasi.
Martina dopo pochi secondi guardando verso il soffitto gridò come un animale “oooooooooohhhhhhhhhhhhhhh!!!!” accompagnando la sua testa all’indietro e afferrando con una mano la nuca della mia ragazza ed aggrappandosi alla chioma per farla affondare ancor più in lei “Leccamela! Leccami sto venendo….AAAAH! Ssssssssssiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!! “Aaaaah!”
Martina tremò e mosse le gambe in modo scomposto stringendole ed anche allargandole. Anche Patrizia ebbe un comportamento simile.
Patrizia Leccava e toccava la sua amica senza mai dimenticare di portare una mano all’indietro per compiacere se stessa infilandosi prima un dito, poi due, tre dita nella figa e lasciandosi bagnare di succhi e piaceri che per me erano nettare divino. Io mi toccavo, guardandole godere, guardando estasiato il volto di Martina mentre veniva, le sue mammelle strette tra le mani, la sua intimità posseduta da un’amica che oramai l’aveva in pugno che la stava facendo venire in un’esplosione di grida e di piacere. Guardavo Patrizia, il suo sedere rotondo ed abbondante che ondeggiava di fronte a me bagnandosi sempre più degli umori che fuoriuscivano. Nell’orgasmo Martina trovò la forza per sollevare la testa e guardarmi piena di piacere, vogliosa e calda.
“Scopala! Falla impazzire!”
Patrizia era già vicina all’orgasmo al punto da essere già tremante e pulsante di piacere. Ciò nonostante non mi feci avanti e togliendo le mutandine che lei finora aveva solo spostato entrai rapidamente in lei prendendo a stantuffare e spingendole con una mano il viso ancor più forte verso la vulva dell’amica che ora mi accoglieva.
Patrizia era al limite. Avrebbe voluto gridare ma poté farlo solo nei brevi momenti in cui la sua bocca si staccava dalla vulva dell’amica concedendosi un attimo di respiro ed esprimendo una sillaba o poco più.
“Siiiihhh!!! Cazzo!” imprecava “Godoooo!” gioiva contorcendosi con me dentro tentando di trovare il fiato per concedersi ancor più preda del suo e del mio piacere.
Martina distrutta dall’orgasmo appena avuto per godersi il piacere post orgasmico si lasciò cadere con la schiena sul materasso divaricando le gambe finalmente rilassate concedendo alla compagna la tregua che le serviva per unirsi a Patrizia nel culmine del piacere.
“Si! Amore vengo!” esclamò “Facci godere siamo le tue porche!” prima di abbandonarsi alle follie della sua mente ed esplodendo in un lungo e violento tremito accompagnato da un lungo gemito ed un intenso ululato di piacere durante il quale dovetti letteralmente afferrarmi a lei per non venire sbalzato via come un cavaliere dal cavallo.
Quel tempo mi sembrò infinito. Io stesso mi chiesi come avevo resistito senza scaricarmi in lei. Pensavo anche al dopo; ero conscio dei piaceri che mi attendevano e resistetti fino a quando Patrizia non crollò, cadendo in avanti sul pavimento ai piedi della sua amica ridacchiando con lei, sguazzando nel piacere che viene dopo un accoppiamento violento.
“Ah, che bello! Tesoro mio” disse rivolgendosi a Martina e riprendendo il fiato “E’ fantastico, non è mai stato così bello! Voglio essere vostra per sempre! Sono vostra!”
Martina si fece avanti, scendendo dal letto baciandola. Le due si toccarono ancora strusciandosi vicendevolmente ancora. Ero sul punto di saltargli addosso quando Martina lasciò la compagna a riprendere fiato per qualche secondo e  lasciandomi sdraiare schiena a terra  mi baciò  sottraendosi a me solo per percorrere il mio corpo con la lingua arrivando alla base del mio membro ed assaporandolo come aveva fatto l’amica pochi minuti prima. Fu un piacere paradisiaco ma molto breve.
“Mi fate impazzire” sussurrai, allo stremo delle forze “Vi voglio entrambe!”
“Siamo tue!” rispose lei massaggiandomi tra le sue mammelle in confronto alle quali il paradiso sarebbe parso come un luogo grigio e noioso.
Non potevo più resistere. Dovevo avere anche Martina; dovevo prenderla e così feci. Portai le mani alle sue tette, accompagnandole nel loro movimento nel sentire la pressione passare dalle mie mani alla sua carne e poi ancora alla mia verga. La sensazione era semplicemente unica, quasi surreale. Le mie mani scesero poi più in basso afferrandola appena sotto per incoraggiarla a risalire lungo il mio corpo. Martina mi assecondò ed in un attimo il suo viso fu di fronte al mio ed il mio corpo giaceva caldo ed eccitato tra le sue gambe. Lei si avvicinò e mi baciò lasciandosi afferrare, stringere e strizzare in ogni modo, incoraggiandomi persino a stringerle forte i capezzoli tanto da provocarle un dolore innocuo ma intenso che le scatenò un’espressione di sconvolto piacere sul viso e fece fluire nuovi liquidi dalla sua già bagnata vagina.
Fu quello il momento in cui sentii una sensazione bagnata, calda e piacevole avvolgermi il pene, poi i testicoli e vidi Martina sconvolta come se qualcuno l’avesse colta di sorpresa.
Ambedue guardammo per capire cosa stesse accadendo a Patrizia scoprendo con piacere si era ripresa ed ora, vogliosa di ricominciare a giocare in tre, stava leccandomi e succhiandomi mentre le sue mani, piccole e delicate ma terribilmente curiose, giocavano con lo sfintere dell’amica che arrossiva nuovamente di piacere.
Martina sospirò ancora e gemette brevemente mentre mi baciava un’altra volta. Poi inarcando la schiena e tenendosi a non più di un centimetro dal mio viso, si assicurò che io l’avessi guardata bene, bella, formosa, sudata, bagnata, perfetta, prima di lasciare che l’amica poggiasse il mio membro all’ingresso del suo paradiso.
“Sono tua. Prendimi.” Mi disse
Mentre Martina si lasciava andare su di me, io la spinsi in alto e la penetrai sentendola subito contrarsi su di me prendendo a muoversi, saltellare, scivolare sul mio corpo, muovendosi circolarmente come una danzatrice del ventre, spingendo la mia verga in profondità dentro di se lasciandosi toccare e gemendo, gridando, godendo come una troia concedendomi di essere suo ma, soprattutto, di possedere lei e di avere con lei anche Patrizia. Due femmine nelle mani di un solo uomo, il preludio alla follia ed alla lussuria più intensa che esista.
La stupenda bionda oramai persa nell’estasi di quegli momenti si affiancò all’amica lasciandosi toccare sia da me che da lei, concedendosi ed invitandoci con ogni sua movenza a fare di lei ciò che volevamo, qualsiasi cosa fosse, qualunque fosse la nostra volontà. Le mie dita la penetrarono la figa, quelle dell’amica si insinuarono tra le sue natiche e nel suo sfintere lanciandole così emettere grida e grugniti di piacere. La ragazza si chinò in avanti, così come fece Patrizia e le due mi invitarono a succhiare dai loro capezzoli, a mungerle ed a godere, poi, risollevatesi, con Martina che ancora mi cavalcava con furia e passione, mi strinsero e baciarono toccandosi e stimolandomi fino alla perdizione.
“Amore, sto venendo…godo!” Disse Patrizia, stringendosi alla compagna e porgendo le mani dietro di lei, dove potevo sentirle carezzarle il perineo per poi aprirle il culo “Ah! Vengo!”
“Scopatemi…fottetemi sono vostra!” si unì all’orgasmo Martina, stringendo i seni dell’amica tra le mani ed accelerando ancor più i suoi movimenti “Dio godo come una troia! Vengo!”
Le due vennero, una subito dopo l’altra, insieme, condividendo ogni loro sensazione. L’orgasmo fece si che ogni loro movimento, ogni sguardo ed ogni suono accrescessero esponenzialmente il mio piacere. Ero oramai anche io al limite, desideravo solo godere e venire avendo il tanto agognato orgasmo con relativa sborrata. Vedendole avvinghiate con i loro corpi caldi intrecciati pensai che avrei potuto svenire per il piacere.
Martina mi sentì pulsare. Ero pronto, stavo per venire anche io, stavo per eiaculare. La rossa mi lasciò scivolare fuori da se, assicurandosi che io guardassi ogni mio centimetro nell’uscire da lei e che guardassi le sue labbra chiudersi dopo il mio passaggio accompagnando il suo movimento sinuoso con un gemito lungo e audace, poi invitò l’amica ad unirsi a lei nel banchettare su di me assaporandomi e dandomi piacere fino a quando non avrei donato loro il seme che con tanta passione avevano generato e munto.
Non avevo mai avuto due donne prima, non potevo essere pronto per la sensazione che mi diedero due paia di labbra e due lingue che si attorcigliavano intorno a me salendo e scendendo sulla mia asta solo per fermarsi ogni tanto sulla cima e baciarsi intensamente. Non potevo conoscere il tocco di quattro mani su di me, ne l’abbraccio di quattro seni così morbidi, caldi e piacevoli da annichilire ogni mio precedente concetto di piacere. Stando tra due corpi iniziai presto a sentire la mia volontà che mi abbandonava ed un tremito irresistibile risalirmi dal perineo allo scroto fin nei testicoli ed alla base del pene, una sensazione incoraggiata da quelle dita, da quelle bocche, dalle loro mammelle intorno a me.
“Vengoo! vengoooooo!!!” dissi e le loro mani presero a mungermi mentre le loro lingue raccoglievano il frutto del mio piacere.
“Dai tesoro, dacci la tua sborra” disse sorridendo Martina mentre mi stringeva nel suo petto.
“Amore, faccela bere tutta!” Aggiunse Patrizia assaporandomi il glande e succhiando.
Diedi tutto a loro fino all’ultima goccia di me stesso prima di rilassarmi e godermi del meritato riposo immerso in quella sensazione che subito dopo l’orgasmo riempie la mente e regna la pace dei sensi. Le guardai ancora crogiolandomi in quelle sensazioni guardandole baciarsi scambiandosi lo sperma appena ricevuto scambiandolo di bocca in bocca e toccandosi l’un l’altra finché il dolce momento non fu finito. Qualcosa di paradisiaco era avvenuto ed ora tutto era diverso. Io ero loro e loro, erano mie.
Non uscimmo dalla stanza per un po’. Le ore seguenti furono fatte di abbracci, carezze e baci che in quella occasione mi vennero naturali. Giocammo teneramente con i nostri corpi nudi scherzando sull’avvenuto e scambiandoci piacevoli effusioni fino a quando non fu buio. Allora uscendo dalla stanza fummo accolti dal frastuono degli amici di Patrizia che con un fragoroso quanto poco gradito applauso accolsero la nostra apparizione.  Ricevetti i complimenti sarcastici dei ragazzi così come Martina ed Patrizia si sorbirono con imbarazzo i commenti sicuramente velenosi ed invidiosi delle amiche. L’invidia era dovuta al fatto che quel pomeriggio io e le mie due femmine avevamo trovato un piacere che molti di loro nella vita non avevano mai avuto e forse mai avranno.
Quella notte prima di chiudere gli occhi abbracciai le mie due compagne. I mesi che seguirono mi avrebbero dato prova di come la vita possa essere bizzarra ed allo tempo stesso infinitamente piacevole.

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