Skip to main content

I giorni che sono seguiti non sono stati dei migliori, in ogni momento non facevo altro che pensare allo sfregio delle mie più intime convenzioni sulla figura di materna … non riuscivo più a concentrarmi su niente … ero entrato in una sorta di stato di apatia e rassegnazione disperata.

Mia madre invece mi sembrava aver ripreso poco a poco la sua normale routine … i suoi atteggiamenti da perfetta donna di casa, come se non fosse mai accaduto nulla … tant’è che col passare delle settimane si era fatta forza dentro me l’ingenua convinzione che forse si fosse trattato davvero di un episodio isolato … unico ed irripetibile, dovuto ad una sorta di crisi di mezz’età ed ad una passeggera infatuazione per quell’idiota di Filippo.
Anche questa mia fragile costruzione interiore era però destinata a crollare ben presto come un castello di sabbia al sole.
Ancora una volta è mio padre il messaggere della ferale notizia, infatti rientrando in casa dopo essere andato a ritirare la posta ci annuncia: “Vi comunico che siamo stati invitati alla festa di compleanno di mio fratello che si terrà in villa, a bordo piscina … il prossimo sabato sera” e poi continuando a leggere il biglietto che tiene tra le mani ” … di rigore … abito da sera e cravatta nera”.
Mia madre non riesce proprio a trattenersi: “che bello …, finalmente una festa elegante”: è raggiante.
Mio padre invece con l’aria del condannato si volta verso di me e con sguardo complice mi fa: “io sono incastrato  ma tu Paolo… questa volta non sentirti obbligato a venire … se preferisci uscire coi tuoi amici fai pure … vero Viviana?”
“Sì sì, faccia pure come crede … non voglio costringere nessuno io …” quasi a rimproverare lo scarso entusiasmo mostrato da mio padre ” … se proprio vi fa schifo andare ad una festa vorrà dire che ci andrò da sola …!!”.
“No no mi fa piacer venire stavolta … e poi con gli altri non ho alcun programma interessante per sabato ..” rispondo io, ponendo termine alla discussione.
I giorni precedenti la festa hanno riportato con sé tutto il carico di tensioni, dubbi ed incertezze sui reali propositi di mia madre, una sorte di quiete prima della tempesta.
E così è arrivata la fatidica data della festa ed alle ore 20.30 io, mio padre e mia madre saliamo in macchina diretti in villa per festeggiare il compleanno di mio zio.
Ancora una volta non posso che rimanere allibito dal look di mia madre: un altro paio di scarpe nere aperte con laccietto alla caviglia, ma questa ancora più eleganti e raffinate e con un tacco ancora più alto e sottile che la slanciano ben oltre il suo metro e sessantotto … un vestito nero elegantissimo ma piuttosto audace con spalle scoperte, un ampio decolté e un generosissimo spacco sulla gonna  … i capelli raccolti in maniera ricercata (sarà stata 5 ore dalla parrucchiera!!!) per fare notare un paio di orecchini con diamante che mio padre le ha regalato per l’anniversario di matrimonio, e poi il solito trucco da “grande occasione” particolarmente accentuato nel dosaggio del rossetto e nella definizione del bordolabbra.
La villa già strabocca di signorotti e giovani rampolli in smoking  e di signore più o meno attraenti tutte agghindate a dovere … si respira l’aria degli eventi mondani che contano … mia madre è sempre più raggiante, saluta, chiacchera, intavola discorsi … insomma si da un gran da fare per sentirsi parte integrante di questo branco di stupidi pavoni.
“quanta bella gente, vero?” … rivolgendosi a me … “dai Paolo datti da fare, chissà quante belle ragazze puoi conoscere …” e poi dandomi un colpetto sulla spalla ” … e guarda che sono tutti dei gran bei partiti …” oramai non la riconosco più.
Non mi sento affatto a mio agio, mi sento goffo ed impacciato come un bisonte dentro un negozio di cristalleria, ma sono parzialmente rasserenato dal fatto che mia madre non si sia mai avvicinata a Filippo, circondato al solito da un crocchio di fighette della Treviso bene che lo contemplano adoranti, ma che si disperdono abilmente non appena la balena di mia cugina Daniela si ripresenta nei paraggi per vigilare sulla sua “proprietà”.
La serata sembra scorrere via tranquilla, ed anch’io col passare del tempo sembro sciogliermi un po’ ed anzi inizio a parlare con Francesca, la moglie di mio cugino Alessio, che si rivela, ancor più di quanto gia pensassi, un’autentica cretina, ma poco mi importa dal momento che tutte le mie attenzioni sono calamitate dalle sue artificiali boccie magnetiche.
Proprio mentre sono nel mezzo di un discorso di politica in cui la sto prendendo per il culo senza che lei se ne accorga, vedo in un angolo un po’ appartato mia madre che gesticola e discute con Filippo il quale ogni tanto allarga le braccia e fa smorfie come a dire. “… e io che ci posso fare? Non mi stressare!!!” … poi lui prende e se ne va rientrando in villa … mia madre invece resta lì ancora per qualche istante poi va a salutare mio zio parlandogli e probabilmente chiedendogli un’indicazione e quindi entra anche lei in villa.
Senza pensarci su due volte, tronco brutalmente il discorso con Francesca, ed, in fretta e furia, mi metto ad inseguire mia madre, facendomi largo tra la folla degli invitati altolocati.
Una volta entrato ho ormai perso le sue traccie e così comincio a girovagare per la casa come un cane randagio in cerca di un osso, notando appena il via vai continuo di camerieri con vassoi imbanditi e stracolmi di ricercate prelibatezze e coppe di champagne … improvvisamente noto che la porta delle scale che porta in taverna è socchiusa e le luci sono accese … mi fiondo giù in preda al solito stato di agitazione mista ad eccitazione … mi avvicino alla porta della taverna e, come al solito, mi metto a spiare … questa volta dal buco della serratura … i rumori della festa che si sta svolgendo di sopra giungono lontani come echi di un sogno interrotto.
“Guarda Viviana, che mi stai davvero rompendo i coglioni adesso, fosse stato per me non ti avrei nemmeno invitato … è che mio suocero non poteva certo non chiamare quello sfigato di tuo marito … e poi te lo ripeto … non provo un cazzo per te … anzi mi pento pure di averti dato il mio uccello … sei stata una delle peggiori scopate della mia vita” il suo tono saccente trasuda come al solito di studiata  perfidia.
“hai capito sì o no? E adesso per favore levati dalle palle e fammi ritornare alla festa che c’ho un paio di puttanelle per le mani che mi devo lavorare per bene!”: Filippo sta infierendo senza pietà.
Mia madre sta lì davanti a lui, bella come non mai, ad ascoltarlo in silenzio e poi  interviene dicendo: “No, ti prego, ho bisogno che tu mi scopi … ho bisogno del tuo uccello … fammelo sentire … ti prego …” e dicendo ciò si è subito inginocchiata implorante di fronte a lui cominciando ad armeggiare con la zip dei suoi pantaloni.
“Ma sei proprio un cazzo di troia ninfomane eh?? … vabbè dai … una sveltina te la posso anche concedere … ma stavolta non ti pago un cazzo hai capito puttana?”.
Ma mia madre non è stata nemmeno a sentirlo presa com’è a succhiargli l’uccello, vogliosa come non mai.
La sua lingua inumidisce per bene tutta l’asta per preparare gli affondi bestiali che come al solito arrivano fino alle palle … vedo il cazzo di Filippo che entra nella bella bocca di mia madre e, premendo contro le guancie, le deforma il volto facendole assumere espressioni grottesche.
“troia, vacca, pompinara … succhia … succhia … puttana bastarda”
“uhm … uhm … che buono … uhm che buono … sono la tua troia da monta … inculami … voglio il tuo cazzo in culo … lo voglio …”.
“Ah … lo vuole in culo la signora, … lo vuole in culo la nobil donna … e noi la accontentiamo subito la troia” Filippo si cala del tutto i pantaloni, alza la gonna di mia madre strappandole con forza le mutande di pizzo nero ricamate che le saranno costate una fortuna “… via ste mutande da bifolca arricchita …” e prende ad incularla con foga appoggiandole le mani ai fianchi … mia madre ha disteso il busto sul tavolone della taverna e dimena la testa come un’ossessa.
“senti come entra bene stavolta … la maiala si è tenuta in allenamento a quanto pare … non dirmi che il marito impotente ha comprato un po’ di viagra finalmente”.
“quel mona non mi tocca nemmeno … è un frocio di merda … un cornuto … mi inculo da sola col vibratore … ma ho voglia di cazzi … mi piace l’uccello … inculami senza pietà … inculami … inculamiii … inculamiiiiii!!!”
“stronza a me tu non dai ordini capito deficiente” Filippo smette di trapanarla da dietro e comincia a limonarla di brutto frugando con le mani nella sua scollatura, allargandola a dismisura fino a far uscire le due tettone  … le succhia e le risucchia e poi inizia a strusciarci l’uccello.
“siii sono una stronza …faccio quello che vuoi … ti faccio tutto quello che vuoi …”.
“ah tutto quello che voglio … ahh … bene … bene”… Filippo, come al solito, non perde tempo si scioglie la cravatta e la lega attorno agli occhi di mia madre … adesso ancor più in balia del suo dominatore.
“Adesso si gioca un po’ a mosca cieca  … ehhe … ehe …ehe … mettiti a quattro zampe sul tavolo,  tirati su la gonna  e apri il culo”.
“sii che bello che bello … di nuovo in culo …mi piace …mi piace tanto in culo”.
Io da dietro alla porta continuo a godermi, si fa per dire, lo spettacolo, ma le sorprese non sono finite perché da un’altra porta entra all’improvviso mio cugino Alessio che, col cazzo già fuori, si avvicina famelico alle chiappe di mia madre.
Filippo fa cenno ad Alessio di stare zitto ma di salire sul tavolo e di iniziare pure ad inculare la zia … Alessio dal canto suo non se lo fa ripetere due volte e inizia a stantuffarla come un martello pneumatico.
“ahhh … siii ….siii amoree…senza pietà  …. In culo … lo voglio tutto nel culoooo!!!” continua ad urlare mia madre, ma le sue parole si strozzano all’improvviso in quanto Filippo, salito anch’egli sul tavole di quercia massiccia, le ha infilato il suo uccello in bocca.
Per un attimo mia madre non riesce nemmeno a realizzare cosa le sta succedendo e continua imperterrita a prenderlo nel culo dal nipote ed a spompinare Filippo, il quale però ben presto le leva la cravatta dagli occhi dicendo “oh thò !?! guarda chi ci è venuto a trovare … il tuo caro nipotino Alessio”.
Mia madre liberatasi la bocca comincia a protestare violentemente “Bastardi … siete impazziti … sei un bastardo Filippo … smettetela … smettetela …” ma la morsa in cui è prigioniera non ammette vie di fuga, o, forse, non ha alcuna intenzione di liberarsene.
“Ah mi ero dimenticato di dirtelo Ale …ma  la santa donna che stai inculando si è follemente innamorata di me …ah ahhaa ahha” Filippo e Alessio si mettono a ridere.
“eh sii Pippo… immagino lo choc poverina … lei che è una signora così per bene … mi sa che devo presentarmi in maniera più conveniente” continua Alessio … sempre ridacchiando ed allentando un poco il ritmo delle inculate.
“ciao zietta … ti andrebbe mica di prendermelo un po’ in bocca???”.
“No Alessio … ti prego … sono tua zia … ti prego, lasciami andare … ho sbagliato a venire qua … scusatemi … voglio andarmene …”
“Eh no stronzona … per colpa tua ho perso una scommessa … ed ho pure dovuto filmare quel troione di mia moglie che si faceva sbattere da Filippo … adesso mi ripaghi … e con gli interessi … puttana!” la voce di quell’idiota di mio cugino era carica di rabbia e di disprezzo … e senza battere ciglio, estratto il cazzo dal culo di mia madre, l’ha fa inginocchiare ai suoi piedi  obbligandola a spompinarlo.
Mia madre appare restia … tiene la bocca chiusa nonostante l’uccello di Alessio, che ha oramai raggiunto notevoli dimensioni, prema con insistenza contro le sue labbra alla ricerca di un varco improvviso.
“Ah la mignotta fa resistenza …mi sa che dobbiamo rinfrescarle un po’ la memoria …” quasi contemporaneamente nella stanza rimbomba la voce di mia madre che implora di essere inculata … Filippo ridacchia con in mano un registratore che ha estratto da una mensola … ed Alessio continua: “sarebbe davvero spiacevole se questo nastro dovesse giunger nelle mani di quel coglione di mio zio Alvise, non convieni?”.
“no per carità … mio marito non c’entra … lasciatelo fuori da questa storia … è una brava persona lui …” supplica mia madre.
“Una brava persona ?? un minuto fa’ a me era parso di capire che è un: … mona … un frocio di merda … un cornuto …” la voce registrata è sempre quella di mia madre.
“E poi dai, lo so che ti piace il mio uccello, mi sono accorto sai che continui a fissarlo … bello vero??” e così dicendo fa sobbalzare il suo pene tutto tronfio di fronte al viso di mia madre che, effettivamente, sta fissando la bestia con crescente attenzione.
“Dai cazzo, finiamola con sta solita commedia” prorompe Filippo che, presa la nuca di mia madre, la spinge verso il cazzo di Alessio.
Questa volta la bocca di mia madre si spalanca prontamente per accogliere con la solita voracità l’uccello del nipote.
“Uhhh … fantastico … cazzo se avevi ragione Pippo … sta troia sì che sa fare le pompe … dai troia continua … sii … sii … non ti fermare … uhh….”.
“te l’ho detto, io ho sempre ragione in fatto di maiale ciucciacazzi … sta qui poi non ha proprio limiti … ha sorpreso un po’ anche me ad essere onesto!!!”.
“E poi mi fa ingrifare ancora di più … con sta faccia da brava mammina del cazzo, mentre in realtà è una grandissima maiala … chissà quanti cazzi si è presa già sta troia!!”.
“no no, guarda che quando me la sono fatta era vergine in culo … quel mona di tuo zio ce l’ha conservata bella intatta e pronta ad esplodere come una bomba!”.
Parlano di mia madre come se lei non fosse presente … ed in effetti lei, assolutamente non curante delle raffinate disquisizioni sul suo conto, sta continuando a spompinare mio cugino con grande maestria alternando gli ingoi con le leccate alle palle.
“Ehi Ale … ma ti stai divertendo solo tu adesso … dai passa qua che mi diverto anch’io” … Filippo afferra mia madre per i capelli (la sua raffinata e costosa pettinatura è andata oramai in malora!!) facendoselo prendere prontamente in bocca … continuano così per un po’ con i due bastardi che si contendono la bocca di mia madre, e lei che alterna il suo talento orale tra il cazzo del nipote e quello dell’amante.
“dai troia dicci quale uccello ti piace di più? Il mio o quello di Filippo?”: domanda Alessio.
“uhm … uhmmm.. non soo … non soo … mi piacciano tutti e due … avete due gran cazzi …”: risponde mia madre con la bocca oramai impiastricciata di saliva e di liquido seminale.
“ah tutti e due pari merito … bene … bene … e allora te li prendi tutti e due in bocca puttana bocchinara”: esclama Filippo che come al solito dimostra di volere avere sempre il comando della situazione … ed in men che non si dica la bocca di mia madre, allargata sino all’inverosimile,  si riempie di quei due enormi uccelli.
Mia madre emette oramai solo urletti e grugniti, in preda com’è ad un orgasmo delirante … poi una volta liberatasi la bocca, infoiata come non mai, prende ad incitarli a scoparla :”dai maiali scopate sta troia succhiacazzi … sono la vostra puttana … ho voglia di due cazzi insieme … ho voglia di cazzi … dai bastardi … ne voglio due nel culo …muovetevi a scoparmi … ahhh …”.
I due che certo non hanno bisogno di inviti formali, all’udire quelle parole paiono acquistare ancora maggiore foga  “Adesso la spacchiamo sta vacca!!!” … Alessio si distende e mia madre si siede prontamente sopra il suo cazzo che la infilza prontamente nella vagina … mia madre fa su è giù mentre Filippo gli struscia il cazzo tra le tette e poi glielo infila in bocca con rabbia “Puttana … Puttana … sei una puttana …troia …maiala …mignottaaaa!!!”.
Poi i due si alternano nelle diverse posizioni … finchè Filippo propone “Dai dai …double penetration per la signora ….” … e così, mentre lui continua a fotterla  in figa, mio cugino inizia a penetrarla analmente.
“ahhhh … Ahhhh … goodooo … godoooo … siiii … voglio un cazzo in bocca … voglio anche un cazzo in boccaaa !!!”.
“Ma è insaziabile sta vacca!!!” riesce appena a dire mio cugino Alessio, stremato dalla scopata.
“Si dai andiamo a chiamare suo marito … o suo figlio se non è frocio pure lui!!! … eh lo vorresti il cazzo di tuo figlio in gola ehh troiana lo vorresti vero???”: continua Filippo.
“siii siii voglio un cazzo … voglio un cazzoooo …. Portatemi un cazzooo!!!”.
All’udire ciò il mio uccello esplode tra le mutande in una sborrata incontenibile … appena tamponata da qualche fazzoletto di carta … non sono sicuro che mia madre abbia capito la domanda di Filippo, partita com’è, ma la sua risposta affermativa … non so perché ma mi ha fatto sbroccare.
Intanto anche i due bastardi sono stremati  e così, terminata la doppia penetrazione, hanno preso a menarsi gli uccelli desiderosi di sborrare in faccia a mia madre che aspetta a bocca aperta.
Il primo a venire è Alessio il cui fiotto di sperma va a colpire mia madre in faccia e nei capelli  … poi è la volta di Filippo che con la precisione di un tiratore scelto, le spara tutto direttamente in gola.
Vedo mia madre deglutire e tossire un po’ … poi prendere a leccarsi la bocca ed a pulirsi il viso con le mani succhiandosi le dita appiccicose di sperma, neanche fosse una bambina con le mani nella marmellata … i due intanto si stanno pulendo i rispettivi uccelli con quel che resta delle costose mutande di mia madre.
Tutti e tre iniziano  a rivestirsi velocemente, e io, come al solito, batto in ritirata attento a non farmi scoprire.
Vedo risalire prima Alessio e Filippo con un sorriso ebete stampato in faccia, poi dopo un po’ mia madre, con i capelli ancora un po’ arruffati, che avvicinatasi mi chiede con aria innocente “Ma dove eravate finiti?? È da un’ora che vi cerco… non sono stata molto bene … mi sa che ho preso un po’ di freddo … che ne dite di ritornare?”
Nel frattempo anche mio padre si è materializzato e non appena sentita la domanda della moglie risponde prontamente “Si si … mi sa che anch’io devo aver mangiato qualche ostrica di troppo” … come al solito non si è accorto di nulla!
Stiamo per andarcene quando vedo Filippo ed Alessio, un po’ distanti da noi,  che indicano furtivamente mia madre trattenendo a stento le risate … guardo mia madre che mi cammina davanti ed in effetti non posso fare a meno di notare un gocciolone bianco che le pende ancora tra i capelli … persino mio padre se ne accorge “Cara, guarda che hai qualcosa nei capelli … fermati un attimo che te la tolgo” dentro di me penso che adesso se ne accorgerà anche lui e si scatenerà un putiferio proprio qui davanti a tutti … che sputtanamento … ma mia madre, forse intuendo il pericolo, è lestissima a tastarsi i capelli afferrando con un dito il gocciolone e portandoselo prontomante alla bocca.
“Ah … budino alla vaniglia … quell’idiota incompetente di un camerire me ne ha rovesciato un po’ addosso prima” … e poi leccandosi il dito per bene “… eh si proprio budino alla vaniglia”.
“Viviana, per fortuna che non l’ho assaggiato io che sono allergico alla vaniglia” : le risponde mio padre ingenuamente.
“Eh si amore, per fortuna che non l’hai assaggiato tu!”.

Leave a Reply