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Alla fine avevamo concordato l’incontro.
Max e Marina vennero insieme ad aprirmi la porta con aria gioviale, accogliendomi all’interno della loro casa dove mi trovai immediatamente a mio agio.
Stiamo parlando di una coppia bella e affiatata. Lei molto carina nonostante un abbigliamento semplice e informale, con quei capelli corti a conferirle un’aria da ragazzina monella, lui più sul classico.
Seduti sul divano scambiamo quattro chiacchiere sorseggiando un drink, lei amorevolmente seduta sulle ginocchia del suo uomo che non manca di accarezzarle le belle gambe con noncuranza.
A un certo punto lei con aria impaziente si alza in piedi e dice “vado di là a prepararmi… quando sono pronta vi chiamo.”
Le era subito piaciuta la proposta che avevo fatto giorni prima, ovvero di sottoporsi ad un massaggio e lasciarsi cullare dalle mie mani.
Premetto che non sono un esperto di massaggi, tuttavia mi galvanizza la sensazione della morbida pelle di una bella donna sotto le mie dita, la possibilità di esplorare un corpo rilassato e desideroso del mio contatto.
Io e Max attendemmo alcuni minuti discutendo delle nostre esperienze relative ad incontri “proibiti” prima che Marina ci chiamasse dall’altra camera.
La trovammo distesa prona sul letto, con una salvietta che le copriva il fondo schiena e la braccia distese lungo il suo corpo.
L’atmosfera era esattamente come mi ero raccomandato che fosse, la luce delle candele si diffondeva tenuamente sul suo corpo, un filo di fumo proveniente da una bacchetta di incenso, delicata musica di sottofondo.
Max si sedette immediatamente su una poltrona con aria incuriosita ed allegra, lasciandomi solo davanti alla sua donna completamente disponibile a ricevere attenzioni.
Sul comodino di fianco al letto vidi una bottiglietta di olio per massaggi alle mandorle che mi indusse a spogliarmi preventivamente onde evitare di macchiare i miei vestiti lasciando addosso solo i miei boxer aderenti.
Mi inginocchiai sopra di lei ponendo le mie gambe all’altezza del suo sedere coperto dalla salvietta, versai una dose consistente di olio sul palmo della mano sinistra racchiusa leggermente a cucchiaio strofinandola subito dopo con l’altra mano.
Poi posi delicatamente le mie mani sui suoi fianchi facendo seguire un lento movimento circolare delle stesse e salendo man mano verso l’alto.
La sua pelle era soffice ed elastica, delicatamente calda e profumata.
La sentii rilassarsi al mio tocco anche quando le mie dita si spostarono sulla schiena mantenendo costante quel movimento, poi la nuca in corrispondenza dell’attaccatura dei capelli, una zona che alle donne piace tanto… i lobi delle orecchie, le spalle, le braccia, le mani.
Ogni tocco delle mie mani sembrava procurarle benessere, e quando mi sollevai per poi dispormi all’altezza dei suoi piedi non riuscì a tradire un cenno di impazienza nell’attesa che le mie mani riprendessero il massaggio questa volta nella parte inferiore del suo bel corpo.
Ripresi a massaggiare ripartendo dai piedi, sempre con addosso lo sguardo interessato di Max che non perdeva d’occhio ogni mia singola mossa, orgoglioso di esibire la sua bella donna ed eccitato nel vederla manipolata da un estraneo.
Dai piedi passai ai polpacci, poi alle cosce. Ad un certo punto tolsi delicatamente la salvietta che copriva il suo posteriore potendo così ammirare il bel culo sodo ed invitante.
Lei aprì leggermente e maliziosamente le cosce lasciandomi intravedere la sua fighetta priva di peli ma ancora ben chiusa fra le gambe.
Ora le mie mani scivolavano lentamente su quei glutei morbidi che venivano divaricati ad ogni movimento circolare, mettendo in mostra il suo succulento buco posteriore.
Le aprì ancora di più e questa volta riuscii a scorgere meglio la sua natura più intima, di un colore rosa acceso che non attendeva altro che di essere esplorata.
Le mie dita si insinuarono là in mezzo cogliendo il calore di quell’anfratto umido… prima le carezze sulle sue piccole labbra alle quali lei reagì con lievi mugolii, poi le mie dita la penetrarono dolcemente provocandole questa volta un gemito soffocato.
Sollevò leggermente il suo bel culo per facilitarmi l’opera ed io non mi lasciai sfuggire l’occasione per immergere il mio viso in mezzo a quelle colline morbide assaporando la sua figa densa di umori.
Lei perse ogni ritegno mettendosi sulle ginocchia ed appoggiando il busto al materasso… ora i suoi sospiri ed i suoi semiti riempivano la stanza surclassando la musica di sottofondo, mentre la mia lingua stimolava velocemente il suo clitoride oppure la penetrava dolcemente nel buco del culo.
“Scopami… ora!” disse in maniera perentoria. Mi sfilai velocemente i boxer liberando il mio cazzo già duro e pronto all’uso. Appoggiai la cappella gonfia fra le sue piccole labbra e lasciai scivolare dentro il mio cazzo, dolcemente, quasi fosse risucchiato dalla sua natura.
Poi con lentezza cominciai a scoparla penetrandola a fondo. I miei movimenti alternativi le strappavano gemiti di piacere.
Fu a quel punto che mi accorsi di Max… preso dall’entusiasmo mi ero quasi dimenticato di lui. Era nudo e sfoderava il suo cazzo turgido alla ricerca anch’egli di soddisfazione.
Lo vidi posizionarsi sulle ginocchia a busto eretto davanti al viso di Marina la quale prese avidamente il suo membro in bocca cominciando a sbocchinarglielo in maniera egregia.
Ora eravamo tutti e tre a gemere e sospirare di piacere, sebbene Marina emettesse un suono nasale dato che la bocca era occupata.
Eravamo una macchina perfetta! Tanto più io aumentavo il ritmo dei miei colpi, altrettanto lei incrementava la velocità con la quale lasciava scivolare le sue labbra sull’asta eretta di Max.
Desideravo anch’io sentire la sua lingua sulla mia cappella, la sua bocca che me lo inglobava fino alla radice, ma continuai a chiavarla in un ritmo che era diventato frenetico.
Sentivo il sangue ribollirmi dentro mentre lei, come impazzita e muovendo il bacino in maniera forsennata, sembrava voler divorare il cazzo di Max tenendolo saldamente con una mano e facendolo sparire alternativamente nella sua bocca.
Non so quanto tempo passammo così, fino a quando, al culmine del piacere, estrassi il mio cazzo dalla figa di Marina e le spruzzai fiotti di sperma caldo sulla schiena.
Poi, come svuotato, mi misi in disparte ammirando quella bella coppia continuare la propria opera di piacere.
Max, dopo avere estratto il suo membro dalla bocca golosa di Marina, la ribaltò con impeto sul letto ed iniziò a chiavarla faccia a faccia.
Vedevo lei che si dimenava come in preda ad una furia incontrollabile, i bei seni che sobbalzavano ad ogni colpo del suo uomo. Era uno spettacolo.
Sentii Marina gridare una volta raggiunto l’orgasmo seguito poco dopo da Max che le sborrò sulla pancia e sui seni. Poi si rilassarono distesi uno al fianco dell’altra accarezzandosi reciprocamente con un sorriso complice, quasi dimenticandosi della mia presenza.
Questa volta ero io ad ammirarli in silenzio, compiaciuto, seduto sulla sedia dove stazionava Max mentre io la massaggiavo.
Ed è stato un onore aver partecipato ai loro giochi… spero ce ne possano essere presto altri ed ancora più intriganti.

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