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La mia esperienza con una coppia cuckold – Capitolo 42

By 8 Febbraio 2020Aprile 22nd, 2020No Comments

Capitolo 42

Le settimane successive trascorsero senza particolari accadimenti, Paolo riprese a raggiungerci nei fine settimana, mi incontrai con Roberta un po’ di volte, ultimamente il nostro ritrovo era tornata ad essere la tana, come ai vecchi tempi, erano incontri clandestini, almeno questo credeva lei, in realtà tenevo sempre informata Simona sulle mie scappatelle, raccontandole poi quello che avevamo fatto mentre la scopavo, insomma si eccitava ad essere tradita e voleva successivamente un dettagliato resoconto mentre facevamo sesso. Il campionato di calcio della mia squadra cominciò la seconda settimana di settembre, questa volta partivo titolare fin dalla prima partita e le mie prestazioni migliorarono notevolmente. Il fatto simpatico è che sia Roberta che Simona erano sempre presenti, anche nelle trasferte, a volte una vicina all’altra con il gruppo di amici che mi seguiva abitualmente, ero imbarazzato, mi sarei aspettato a breve una lite tra di loro, invece fortunatamente non successe niente del genere.

Durante la terza settimana di settembre, il mercoledì per la precisione, mi chiamarono dalla concessionaria, era arrivata la mia nuova auto, decisamente in anticipo rispetto al mese e mezzo che avevano previsto, ricordo benissimo quando ricevetti la telefonata ero appena uscito dal lavoro, sarei andato a ritirarla il venerdì successivo, Paolo avrebbe anticipato raggiungendoci il giovedì sera, erano necessarie le sue firme per l’intestazione dell’auto, presi ferie per poter essere presente alla consegna, in fin dei conti l’auto era destinata a me e non avrei mai delegato nessuno a ritirarla.

Giovedì sera Paolo mi parlò anche del lavoro, non mi propose l’ingresso nella sua società, sia per motivi logistici, in quanto mi sarei dovuto traferire, sia per evidenti imbarazzi nel dover lavorare al suo fianco. Quello che mi propose era un posto in un’assicurazione molto importante della mia città, lui collaborava da anni con la sede centrale ed avevano bisogno di un impiegato amministrativo nell’agenzia della mia città, non era necessaria esperienza specifica nel settore, mi avrebbero formato loro, l’unica capacità che richiedevano era l’uso del computer, fortunatamente ho sempre avuto un buon rapporto con la tecnologia ed anche nel supermercato dove lavoravo lo usavo spesso, quindi la cosa non mi preoccupava più di tanto, mi avrebbe accompagnato il venerdì pomeriggio per un colloquio con il responsabile dell’agenzia.

Parlammo a lungo della proposta, era una decisione importante per me, avrei dovuto mollare un lavoro stabile per intraprenderne uno completamente nuovo, pieno di incognite e soprattutto a tempo determinato, almeno all’inizio, sicuramente più prestigioso e che mi garantiva uno stipendio decisamente maggiore, ma la scelta andava ponderata bene. Mi rassicurò, gli accordi erano stati precisi ed il mio periodo di prova era una formalità, avrei dovuto essere totalmente incompatibile con il lavoro per non essere confermato. Da un lato ero attirato per poter avere un miglioramento lavorativo, quello attuale non mi dava molta soddisfazione, dall’altro il fatto di essere raccomandato mi dava fastidio, non avevo mai avuto bisogno di “spintarelle”, però volevo provarci, ero fortemente deciso a rischiare.

Simona ci lasciò parlare senza intervenire, quando i nostri discorsi terminarono si avvicinò a me, si sedette sulle mie ginocchia, mi baciò dolcemente e poi esclamò:

– “Se avete finito con i vostri noiosissimi discorsi io avrei voglia di cazzo, del tuo naturalmente Gianluca”.

Si alzò e fece cadere a terra il vestitino che indossava, sotto era completamente nuda, tornò a sedersi sulle mie gambe, stavolta il bacio fu appassionato, il suo meraviglioso corpo era in fremito, sentivo la pelle d’oca alzarsi mentre accarezzavo le sue splendide cosce, cominciai a masturbarla, era bagnata in maniera impressionante, poco dopo si piazzò a quattro zampe davanti a me, prendendosi il mio cazzo in bocca con foga, chiese al marito di dedicarsi ai suoi buchetti, ormai ero abituato a vedere scene del genere, ma ogni volta provavo una serie di sensazioni diverse, ebbe un orgasmo molto in fretta, scalciò via in malo modo Paolo che tornò a sedersi sulla poltrona, rantolando con il mio cazzo in bocca, si strozzava come al solito insalivandolo abbondantemente. Dopo aver preso fiato si sedette sulle mie gambe penetrandosi e cominciando a cavalcarmi con molta frenesia, scopammo a lungo in quella posizione, quando sentì che stavo per venire mi chiese di farlo dentro di lei:

– “Ti prego riempimi con il tuo seme Gianluca!!!”.

Sborrai dentro di lei, si fermò tenendoselo piantato dentro fino in fondo accarezzandomi le palle, sembrava quasi volesse strizzarle per farne uscire di più, mi fece quasi male:

– “Hey, fai piano così mi fai male!”;

– “Scusami tesoro ma sto venendo”.

Ebbe un orgasmo molto intenso, le gambe tremarono, non aveva la forza di scendere e sfilarselo da dentro, la feci quindi scivolare di fianco, restò seduta sul divano per qualche secondo baciandomi, poi si inginocchiò a ripulirmelo, leccò lo sperma che era colato sul divano, poi raccolse con le dita quello all’interno della sua figa ingoiandolo avidamente, sempre guardandomi negli occhi, questa era la cosa che più mi esaltava di lei. Dopo aver terminato il suo show andò dal marito, si sedette sulle sue gambe e lo baciò con passione, gli tirò fuori il cazzo e gli fece un pompino che lo fece venire in due minuti scarsi, ingoiò anche lo sperma di Paolo, infine si alzò visibilmente soddisfatta, ero rimasto seduto a guardarla, ci sorrise e disse:

– “Stasera sono molto soddisfatta, possiamo andare a farci la doccia tesoro…”.

Mi prese per mano e dopo esserci fatti la doccia andammo a dormire.

La mattina successiva andammo alla concessionaria verso le 10,00, dopo aver sbrigato le formalità burocratiche per ritirare l’auto, un meccanico ci accompagnò nel deposito dove era ritirata; era bellissima, uscimmo insieme io e Simona, Paolo tornò a casa con la sua auto. Appena usciti dalla concessionaria Simona mi chiese:

– “Ti piace tesoro?”;

– “Certo che si, uno spettacolo!”;

– “Dobbiamo sverginarla, mi porti a scopare?”.

Si sollevò il vestitino che indossava, sotto non aveva intimo, cominciò a masturbarsi bagnandosi le dita con la saliva, l’eccitazione saliva anche a me nel vederla, la guardai e dissi:

– “Così mi bagnerai tutti i sedili nuovi”;

– “Non mi interessa, al massimo li cambieremo, poi sono di pelle, non si rovineranno”.

Detto questo mi cominciò ad accarezzare il cazzo, era durissimo, sorrise, cominciò a sbottonarmi i jeans, fortunatamente la concessionaria non era in centro ed intuendo cosa volesse fare avevo imboccato una strada provinciale, poco trafficata a quell’ora, mi tirò fuori il cazzo, si abbassò e cominciò a succhiarmelo, presi una stradina di campagna e mi fermai sotto ad un ponte, si poteva stare tranquilli in quel posto, spinsi la testa di Simona facendoglielo prendere in gola fino in fondo, senza opporsi lo faceva entrare accarezzandomi le palle, in quel momento squillò il suo cellulare, infilò la mano nella borsa, era il marito, sorrise e gli rispose:

– “Ciao tesoro, scusa ma stiamo collaudando l’auto nuova, ti saluto perchè ho il cazzo di Gianluca in gola ed è maleducazione parlare con la bocca piena…”.

Chiuse la conversazione ricominciando il suo lavoro, poco dopo scivolammo sui sedili posteriori, mi cavalcò mettendo i piedi sui sedili, penetrandosi in profondità ed aggrappandosi alle mie spalle, poi si girò dandomi la schiena e la inculai a lungo, le sborrai dentro. Ci ripulimmo e tornammo verso casa, facendo un lungo giro per mettere alla prova come si deve la nuova auto.

Rientrammo a casa verso le 13, Paolo aveva preparato il pranzo e discutemmo delle impressioni che mi aveva lasciato l’auto, oltre a quello che avevamo combinato sui sedili posteriori.

Verso le 15 andammo all’appuntamento per il nuovo lavoro; l’agenzia era in pieno centro, in uno stabile storico e molto ampio, ci accompagnarono nell’ufficio del direttore dell’agenzia, un ometto fisicamente molto simile a Paolo e pressappoco della stessa età, ci accolse in maniera molto cordiale e dopo un lungo colloquio, durante il quale volle testare le mie capacità nell’utilizzo del computer e mi spiegò di cosa mi sarei dovuto occupare, al termine confermò il suo interesse alla mia assunzione. La mia reazione fu molto decisa e spontanea, accettai immediatamente la proposta, riservandomi solo di comunicare la data precisa in cui mi sarei potuto liberare dal mio vecchio impiego, non volevo creare problemi, si erano sempre comportati correttamente con me e mi sembrava brutto andarmene senza dar loro il tempo di cercare un sostituto. Mi risposero che avrei dovuto fare in modo di liberarmi in fretta, volevano farmi iniziare al più presto, considerando che avrei avuto bisogno di un periodo di formazione, partendo praticamente da zero.

Quando uscimmo dall’agenzia accompagnai Paolo a casa, per poi andare subito a comunicare la notizia al supermercato: il direttore non la prese benissimo, ma capì l’opportunità che mi avevano concesso, disse che avrebbe immediatamente contattato la direzione centrale per venirmi incontro e liberarmi al più presto possibile, contrattualmente avrebbero potuto liberarmi non prima di tre mesi. Telefonò davanti a me ed alla fine della discussione mi comunicò che mi potevano liberare entro 15 giorni, avevano una richiesta di trasferimento nel nostro punto vendita di un ragazzo che lavorava in un’altra sede e voleva avvinarsi a casa sua, era perfetto, lo ringraziai e telefonai per comunicarlo all’assicurazione.

La mia vita stava prendendo una nuova strada, anche lavorativa, l’incontro con Simona e Paolo stava segnando sempre di più questo periodo, stravolgendolo sotto tutti i punti di vista. Andai anche dai miei genitori, anche loro furono molto sorpresi e dubbiosi per la notizia, poi mi fecero gli auguri, in fin dei conti era una possibilità da non lasciarsi sfuggire, mio padre soprattutto fu molto orgoglioso che mi avessero scelto, gli dissi che era stato Paolo a raccomandarmi e mi chiesero di ringraziarlo da parte loro.

Tornai a casa che erano ormai le 19, Simona e Paolo erano entrambi in salone a chiacchierare, mi dissero che avevano prenotato un tavolo in un ristorante molto famoso per festeggiare auto e nuovo lavoro, mi sentivo eccitato per tutti questi cambiamenti ed anche un po’ imbarazzato, ero riconoscente ma non volevo sentirmi in debito con loro. Simona si avvicinò sorridente, sedendosi sulle mie gambe:

– “Tesoro sei felice? Mi sembri tanto pensieroso”;

– “Certo che sono felice, insomma come potrei non esserlo, però non sono abituato a sentirmi in debito con gli altri, insomma quel poco che ho ottenuto nella vita me lo sono sempre guadagnato con le mie forze, vi sono grato sia per l’auto che per il lavoro, però non so come sdebitarmi e nemmeno cosa ho fatto per essermelo meritato, la cosa mi fa sentire a disagio”.

Rispose Paolo:

– “Non devi sentirti a disagio Gianluca, per la persona che sei ti avrei raccomandato indipendentemente dal tuo rapporto con Simona; ti confido che solitamente non spingo mai la candidatura di nessuno, difficilmente mi espongo, nel tuo caso è diverso, sei una persona troppo intelligente per il lavoro che stai facendo, te lo dico con sincerità, hai solo bisogno che qualcuno creda nelle tue potenzialità, in fin dei conti per emergere a volte non bastano le sole capacità, devi trovare qualcuno che ti inserisca in certi ambienti. Sono sicuro che in breve tempo il direttore dell’agenzia mi telefonerà per ringraziarmi, te lo ripeto, meritavi un’opportunità e sono stato io a dartela, il fatto che ti senti a disagio è l’ulteriore dimostrazione di quanto tu sia una ragazzo con la testa sul collo”;

– “Ti ringrazio Paolo, soprattutto per quello che hai detto”.

Simona mi sorrise, mi baciò e disse:

– “Per l’auto invece è stata un’idea mia, tra poco sarà inverno, non potevamo continuare a girare in moto e nemmeno far conto su quella di tua madre, sapevo che ti piaceva e non ho resistito”;

– “Vabbè, vi ringrazio di nuovo”.

Cenammo e poi andammo al bar, c’era parecchia gente, Roberta compresa, fui costretto a pagare da bere per l’auto nuova, poi andai a fare un giro di prova con Marco, piaceva moltissimo anche a lui e volle provarla. Approfittai del giro per confidargli che era un loro regalo e pure del cambio di lavoro, restò nuovamente sbalordito:

– “Certo che hai un culo, ti scopi una figa esagerata davanti al marito, ti fanno regali costosi ed in più ti trovano un lavoro nuovo, non ti sembra di esagerare?”;

– “Sono d’accordo con te amico, non so davvero cosa dire, ricorda che solo tu sai tutto, devi mantenere il segreto”;

– “Non dirlo nemmeno per scherzo, lo sai che non ti tradirei mai, e di Roberta cosa mi dici?”;

– “In che senso scusa, cosa c’entra Roberta?”;

– “So che scopate, non fare il finto tonto”;

– “E tu come fai a saperlo?”;

– “A parte che si vede che vi scambiate occhiate in continuazione, poi se andate a scopare in lavanderia al campo non puoi pretendere di non essere notato”;

– “Cazzo chi mi ha visto?”;

– “Si dice il peccato ma non il peccatore.”;

– “Ma niente, è stato un piccolo peccatuccio, niente di che…”;

Evitai di approfondire il discorso ed anche lui rispettò la mia volontà di non sbottonarmi troppo, concluso il giro tornammo dagli altri, continuando la serata fino verso le 2 del mattino, sabato avrei dovuto lavorare al mattino, tornammo a casa e ci addormentammo in fretta.

La mattina successiva al supermercato fu davvero imbarazzante, la voce delle mie dimissioni si era sparsa in fretta, passai il tempo a raccontare a tutti dove sarei andato a lavorare, erano tutti dispiaciuti che me ne andassi, ma felici dell’opportunità che mi era capitata.

A pranzo Simona mi disse che quella sera sarebbe voluta andare in un locale in Svizzera, vicino a Lugano, me ne aveva già parlato tempo prima; si trattava di un posto dove si faceva scambio di coppie, voyeurismo, sesso di gruppo e tutte le possibili deviazioni sessuali. Non mi ero mai convinto della proposta, ma ormai non mi spaventava più niente, partimmo per Lugano appena terminato di mangiare, dista un centinaio di chilometri dalla mia città ed arrivammo nel pomeriggio, passammo il resto della giornata visitando la città. Considerando che la serata sarebbe finita molto tardi riservammo due camere in un hotel, una matrimoniale per noi ed una singola per Paolo, cenammo in un ristorante ed arrivammo al locale intorno alle 23. Il posto si trovava appena fuori città, un enorme cancello conduceva in una vecchia ed enorme villa, ben ristrutturata e curata, erano soci di questo esclusivo club da parecchi anni, ci erano stati altre volte da soli e con Massimo, il ragazzo con cui stava Simona prima di me, mi avevano spiegato come funzionava e cosa avrei potuto vedere. In base alle auto parcheggiate non credo che ci fossero più di un centinaio di persone all’interno, dopo aver pagato l’ingresso entrammo nel salone principale: l’illuminazione era scarsa, era presente un grosso bancone bar, l’arredamento era antico, alcune persone indossavano delle mascherine per non farsi riconoscere, tutto intorno erano presenti una serie di divanetti con relativi tavolini, alcune coppie si baciavano, dei singoli guardavano mentre altri parlavano con loro, probabilmente accordandosi per il “dopo”. Ero molto curioso, non avevo mai frequentato posti simili, mi spiegarono che le coppie potevano entrare in contatto con un singolo da coinvolgere nei loro giochi, oppure semplicemente concordarsi per esibirsi davanti a loro mentre facevano sesso, altre coppie invece preferivano farlo davanti a tante persone, insomma ognuno poteva trovare libero sfogo ai propri desideri. Il locale era frequentato da coppie e singoli selezionatissimi, nessuno avrebbe mai creato problemi ne disordini, era tutto ben gestito e controllato dal personale, sempre presente e vigile ma discreto con i clienti.

Ci sedemmo ad un tavolino, Simona indossava un abito nero cortissimo molto elegante, una generosa scollatura metteva in mostra i suoi rotondi seni, da sotto il vestitino spuntavano le balze delle calze autoreggenti che portava, tacchi altissimi con i soliti nastri legati sulle caviglie, i lunghi capelli erano sciolti sulle spalle ed era truccata in maniera abbastanza evidente, bellissima e sensuale come poche altre. Dopo pochi minuti si avvicinò un’altra coppia, intorno alla quarantina, lui alto e dall’aria molto distinta, lei bellissima e vestita in maniera molto provocante:

– “Scusate, possiamo sederci accanto a voi?”.

Rispose Simona in modo molto cordiale:

– “Prego, accomodatevi.”.

Dopo una serie di convenevoli la tipa, parlando con Simona, che aveva intrattenuto la maggior parte dei dialoghi, arrivò al sodo:

– “Posso chiedervi cosa cercate di preciso?”;

– “Niente di particolare, il mio compagno non era mai stato in posti come questo e volevo farglielo conoscere, mio marito ci accompagna, invece voi?”;

– “Il tuo compagno mi piace molto e volevo sapere se c’era la possibilità di conoscerlo meglio, mio marito è passivo, non ci interessa lo scambio di coppia, sono io che sono interessata a lui”.

La cosa era curiosa, pensavo fossero li per Simona, invece la tipa era interessata a me, da una parte ne ero lusingato, era davvero molto bella, nonostante fosse parecchio più grande di me, dall’altra mi sembrava di essere al mercato, Simona mi guardò come a chiedere cosa ne pensassi, le feci segno con la mano che ci avrei pensato io e risposi:

– “Siamo qui per dare un’occhiata, non siamo interessati a nient’altro”;

– “Ti chiedo scusa se mi sono permessa, credevo di poter approfondire la tua conoscenza, tutto qui, se ti ho offeso o disturbato non era mia intenzione.”;

– “Nessuno si è offeso, semplicemente non sono interessato e la prossima volta se devi chiedere qualcosa parla con me”;

– “Ok, capisco, togliamo il disturbo allora, è un vero peccato però”.

Prese la mano del marito, si alzarono e si allontanarono, guardai Simona e Paolo e dissi:

– “Ma pensa te, credevo che voi foste una strana coppia ma loro vi battono 10 a 0, cazzo che coraggio la tipa, manco sapeva chi fossi e già voleva portarmi a letto, ho capito bene vero?”.

Simona sorrise, mettendosi la mano davanti alla bocca, poi rispose:

– “Certo che voleva portarti a letto, hai fatto colpo, non sei contento?”;

– “Mah, sinceramente sono più imbarazzato che contento”;

– “Era molto bella lei, dovresti esserne orgoglioso”.

Mi cominciò ad accarezzare una gamba, si spostò sulle palle per poi salire lungo la lunghezza del cazzo, che era naturalmente diventato duro come il marmo, ci baciammo, mi infilò una mano nei pantaloni cominciando a segarmelo, la guardai e sussurrai:

– “Non ho intenzione di dare spettacolo davanti a tutti, lo sai che non sono il tipo”;

– “Ok, ci sono anche delle camere dove possiamo stare tranquilli e soli se vuoi, volevo solo stuzzicarti un po’, tutto quì.”;

– “Ti conosco bene Simona, sono sicuro che se fossi d’accordo faresti sesso con me su questo divanetto davanti a tutti.”;

– “Davanti a tutti lo farei volentieri, non qui però, ci sono delle camere apposta per farlo, qui non si può”;

– “In che senso?”;

– “Vieni, ti faccio vedere.”.

Mi prese per mano, uscimmo dal salone percorrendo un corridoio.

– “Qui ed al terzo piano ci sono delle camere dove si può fare sesso in tranquillità, se vuoi dopo possiamo andarci.”.

Il corridoio conduceva in un altro salone, più piccolo del precedente, al centro si stavano esibendo delle ragazze facendo la lap dance, tutto intorno alcune coppie e singoli guardavano lo spettacolo chiacchierando, lasciammo il salone percorrendo un altro corridoio.

– “In queste stanze si può fare sesso di gruppo in maniera privata, se ascolti sentirai probabilmente i gemiti provenire dal loro interno, sempre se sono occupate.”.

Ci fermammo lungo il corridoio ed in effetti si sentivano chiaramente voci e gemiti, sorrise e disse:

– “Cosa ti avevo detto?”;

– “Certo che tu qui sei di casa.”;

– “Ci siamo venuti spesso, te l’avevo detto.”;

– “Le hai frequentate anche tu queste stanze?”;

– “Non ho mai fatto sesso di gruppo, non lo farei mai, in realtà la mia fantasia sarebbe farlo davanti a tutti ma solo con il mio uomo, quindi con te.”;

– “Non accadrà mai!”;

– “Lo, so, anche Massimo non ha mai accettato, non insisterò perché so come sei fatto, però mi piacerebbe davvero tanto.”;

– “Scordatelo!”.

Alla fine del corridoio entrammo in un altro salone, in mezzo alla stanza c’era una specie di enorme teca di vetro, non riuscii a capire esattamente cosa ci fosse all’interno perché c’era tanta gente attorno, man mano che ci avvicinammo vidi che un uomo ed una donna, entrambi con una mascherina, stavano allegramente facendo sesso su un letto. In quel momento lui la stava scopando a pecorina, la ragazza aveva il volto rivolto verso di noi e si passava la lingua sulle labbra sorridendo, altre coppie che assistevano si baciavano mentre i singoli si accarezzavano il cazzo da sopra i pantaloni, Simona mi appoggiò la mano sul cazzo, era chiaramente duro, sussurrò all’orecchio:

– “Immagina noi due li dentro, li lasceremmo tutti a bocca aperta…”.

Non le risposi, nel frattempo la ragazza si era girata cominciando a fare un pompino al tipo, era in piedi davanti al letto mentre lei era a quattro zampe su di esso, aveva un gran bel culo ed i suoi buchetti erano rivolti verso di noi, la gente intorno commentava ad alta voce quello che vedeva ed incitava il tipo a ricominciare a scoparla. Una coppia esattamente di fronte a noi si stava strusciando con molta passione, ad un certo punto la ragazza si inginocchiò e cominciò a fargli un pompino, attorno a loro gli apprezzamenti ed i commenti la incitavano a non fermarsi, lei sorrideva continuando il suo lavoro, Simona sussurrò:

– “Sei scioccato?”;

– “Beh, insomma, ma quella all’interno della teca è una coppia oppure due messi li dalla direzione del locale?”;

– “Sono una coppia reale, li conosco entrambi, anche se hanno la mascherina li ho riconosciuti, lui tempo fa aveva cercato di approcciarmi ma a lei non piaceva Paolo, quindi non combinammo niente.”;

– “Volevano fare uno scambio di coppia?”;

– “In realtà volevano fare sesso a quattro, però ero sola con Paolo, sai quanto è scarso a letto, sarebbe stato comunque impossibile, anche se fosse stata disposta lei”;

– “Non pensavano esistessero posti simili. Invece la tizia che sta spompinando quel ragazzo la conosci?”;

– “No, non so chi siano, saranno una coppia nuova, lui ha un cazzo enorme, hai visto?”.

In effetti il tipo aveva davvero un cazzo molto grosso e lungo, la tipa se lo gustava davanti agli occhi di tutti, la sua performance aveva attirato l’interesse dei presenti, distraendoli dalla coppia all’interno della teca. Poco dopo tornammo tutti quanti a rivolgere il nostro interesse su di loro, attirati dalle urla della ragazza, il tipo aveva cominciato ad incularla, si era messa a quattro zampe su letto e lui la cavalcava con forza, i suoi seni prosperosi danzavano sotto le martellate sempre più energiche del suo compagno, il volto era un misto di dolore e piacere, gemeva forte guardando negli occhi le persone al di fuori e lo incitava a scoparla più forte. Simona tornò ad accarezzarmi il cazzo.

– “Mmm adesso faccio difficoltà a mantenere la calma, lo sai quanto mi piace quando mi inculi in quel modo.”;

– “Hehehe, se vuoi ci appartiamo per un po’…”;

– “Oh si, mi è venuta tanta voglia, posso guardare ancora un po’ prima, ti spiace?”;

– “Non ho fretta, poi sono curioso anch’io.”;

– “Hai il cazzo durissimo, ti sei eccitato vero?”;

– “Credo che sia normale, poi se continui ad accarezzarlo…”;

– “Se vuoi te lo succhio subito un po’, che ne dici? Ho una voglia matta di sentire il sapore del tuo cazzo…”;

– “Non insistere, qui no!”;

– “Ti prego…”;

– “Ti ho detto di no Simona, piantala!”.

Mi guardò con aria dispiaciuta, non me la sentivo proprio di esibirmi davanti a tutta quella gente, mi abbracciò restandomi alle spalle, infilò una mano dentro ai pantaloni toccandomelo, intanto sussurrava all’orecchio:

– “E’ un dilettante, tu quando mi inculi mi spacchi in due, se solo vedessero come mi monti resterebbero a bocca aperta…”.

Evitai di risponderle, la lasciai fare, i suoi movimenti all’interno dei miei pantaloni avevano attirato l’attenzione delle persone vicine a noi, era già imbarazzante così, non posso immaginare se si fosse messa a farmi un pompino, capì poco dopo il mio disagio e che non le avrei mai permesso di andare oltre, tornò quindi a guardare la coppia restandomi a fianco. Poco dopo il tipo venne in faccia alla sua donna riempiendola di sperma, un applauso di tutti i presenti salutò la coppia, senza rivestirsi uscirono dalla teca, dirigendosi verso una porta nell’angolo a sinistra del salone per poi entrarci chiudendosela alle spalle.

Lo spettacolo era terminato, quindi la gente pian piano uscì dal salone, Simona mi prese per mano portandomi in un altro corridoio, ci fermammo davanti ad un bancone:

– “Qui si va alla piscina, però non abbiamo preso i costumi stasera, se vuoi ci possiamo tornare un’altra volta, oppure comprarli qui.”;

– “Dipende, cosa intendi per piscina? Non credo che sia una come tutte le altre…”;

– “In effetti non ti sbagli: c’è una piscina coperta dove ci si può fare il bagno in costume oppure nudi, un paio di vasche idromassaggio dove si può entrare in dieci per volta e giocare tutti insieme, cose di questo tipo.”;

– “Ok, allora magari ci facciamo un giro la prossima volta, non mi sembra molto interessante.”.

Al secondo piano della struttura si poteva accedere tramite delle scale, sia vicino alla piscina che dall’ingresso principale, erano presenti un’altra serie di saloni, dalla parte della piscina si trovavano delle stanze adibite a massaggi, eseguiti da personale professionista del club, alcune di esse erano a disposizione di clienti che lo eseguivano ad altri oppure al proprio compagno. Proseguendo c’erano delle stanze alle quali si poteva accedere inserendo dei gettoni, all’interno c’erano ragazze o coppie che si esibivano per i clienti, l’ultimo salone del secondo piano era ad ingresso riservato, Simona disse:

– “Questa stanza non l’abbiamo mai vista, entrano solo le persone che vogliono partecipare ad un’orgia, singoli o coppie, non essendo interessati ti so dire ben poco, mi hanno solo detto che ci sono dei tappeti e dei cuscini, luce bassissima e libertà totale, però mi risulta che sia poco frequentata. Al terzo piano sono presenti una serie di camere dove intimità e tranquillità permettono a chiunque di fare sesso distante dagli occhi degli altri, se vuoi ne possiamo prendere una…”;

– “Come vuoi, però possiamo andare in hotel, la nostra camera ci aspetta.”;

– “Tutto questo tour mi ha messo una gran voglia, che ne dici se ci appartiamo io e te, soli soletti?”;

– “Come vuoi.”.

Ci baciammo con passione, Simona ordinò a Paolo di andare a riservarci una camera, lo aspettammo avvinghiati lungo il corridoio, incuranti del passaggio di altre persone. Il marito tornò pochi minuti dopo con la chiave di una camera, ci congedammo e salimmo al terzo piano da soli. Appena arrivati al pianerottolo un tizio ci accolse, si poteva entrare solo se in possesso delle chiavi di una camera, pochi secondi dopo entrammo nella nostra, mi saltò letteralmente al collo, dopo pochi secondi eravamo completamente nudi ed avvinghiati uno all’altra sul letto, prima di cominciare a fare sul serio prese il cellulare, chiamò il marito e gli disse:

– “Non ti vogliamo tra le palle Paolo, però lascerò il cellulare acceso, così potrai ascoltare ed immaginare cosa stiamo facendo, se vuoi segarti fallo pure tesoro…”.

Sorrise e mi invitò ad un lungo e intensissimo “69”, grondava come una fontana e gemeva come una pazza, era evidente come volesse farsi sentire da Paolo, si infilava il cazzo in gola con una violenza inaudita, la sentivo tossire quando esagerava con gli affondi, ebbe un orgasmo in pochi minuti, fortunatamente non arrivò a squirtarmi in faccia, ma la quantità di umori che colarono dalla sua figa fu impressionante, scivolò leggermente verso il basso, un fremito lungo le sue gambe mi fece intuire quanto le stesse piacendo.

– “Ohhh sììì vengo!!!”.

Si girò appena riprese il controllo delle gambe, si piazzò in mezzo alle mie ricominciando a leccarmelo e succhiarmelo, intanto continuava a commentare quanto le fosse piaciuto e quanto avesse voglia di essere scopata, non appena avesse ripreso fiato. Pochi minuti dopo mi cavalcò, penetrandosi in profondità, il rumore della sua figa bagnata si alternava ai suoi gemiti, poco dopo la feci mettere a pecorina, il volto era rivolto verso il cellulare, in quel modo poteva commentare e farsi sentire meglio dal marito, stringeva forte le lenzuola con le mani e le mordeva con la bocca, le piaceva molto, era evidente, passai ad incularla, mi piazzai in piedi sul letto dietro di lei, mi abbassai e lo infilai fino in fondo con decisione, aumentando immediatamente ritmo ed affondi.

– “Ohhh sììì che bello sììì!!! Mi stai letteralmente spaccando il culo Gianluca, così così!!!”.

I miei piedi erano all’altezza del suo viso, si allungò cominciando a leccarmeli, era bellissimo vederglielo fare, sborrai poco dopo nel suo intestino.

– “Ohhh sììì cazzo, sono piena del tuo sperma, lo sento dentro di me Gianluca, è caldo!!!”.

Stremato mi coricai sul letto, ero sudatissimo, la stanza era molto calda, si fiondò a ripulirmelo leccandomi palle e buco del culo, lo fece a lungo, infine si avvicino al cellulare, lo prese e disse:

– “Dovresti vedere come sono ridotta Paolo, ho il culo in fiamme e la bocca piena di sperma, se fossi qui con me te la farei assaggiare, anche se conosci benissimo il suo sapore vecchio schifoso!!!”.

Riagganciò il telefono, mi aveva stremato, restammo abbracciati per un po’ per poi andare a farci la doccia, ci rivestimmo, la aspettai mentre si truccava, poi tornammo da Paolo, ci stava aspettando al nostro tavolo al piano di sotto, accanto a lui c’era una coppia, ebbi l’impressione che avessero ascoltato quello che avevamo fatto, lei mi guardava e sembrava decisamente eccitata, inoltre si scambiavano segni d’intesa, ci presentò e poco dopo se ne andarono, non indagai per avere conferma delle mie impressioni in quanto non mi interessava un granché.

Terminammo la serata poco dopo, andammo in hotel e ci addormentammo velocemente.

 

Continua…

 

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