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Diario di E – 1 – Il macchinone tedesco

By 14 Marzo 2020Novembre 29th, 20202 Comments
3000€, e spicci, questa era la cifra scritta sul bollettino da pagare, poche storie. Quel coglione di mio padre anni prima si era buttato in una delle sue stronzate, aveva perso tutto ma, scoprii, mi aveva messo dentro come garante (o quello che era) e dovevo essere io a coprire, almeno in parte.
Poi ci si chiede perché non volevo avere più a che fare con la mia famiglia, mi veniva da piangere.
Uscii a fare una passeggiata, era una sera di inizio giugno, camminavo lenta lungo il viale, ero sola, giubotto, un piccolo zainetto, leggins, a un certo punto sentii un ronzio e un finestrino si aprì, la macchina era grigia, il tipo al volante avrà avuto un 35 anni, portati male.
“Quanto?” Solo questo disse.
Ci misi un attimo a capire, stavo per mandarlo a cagare, poi mi scattò qualcosa, non saprei dire cosa: “Tu, cosa vorresti?”, dissi sporgendomi verso di lui e facendogli vedere la scollatura della mia maglietta.
“Ho fretta, 50 e mi fai un pompino”
Era una settimana in cui giravo con 4 o 5 monete in tasca, non mi potevo permettere nemmeno un caffé, primo anno di università e sempre al verde.
Decisi velocemente, d’istinto.

“OK” e girando davanti all’auto salii sul posto del passeggero, lui partì, poco più avanti entrò in un piccolo parcheggio vuoto.
Prese il portafoglio, lo aprì e tirò fuori un foglio arancio, lo presi mentre pensavo “Sto facendo la troia? Gli vado a ciucciare il cazzo per soldi? Si, ma quei soldi mi servono”
Intanto lui aveva già arretrato il suo sedile mi sfilai il giubotto e la maglietta, restando in reggiseno, non che mi servisse molto, le mie tette erano piccole e restavano benissimo su da sole ma mi andava bene così.
Allungai le mani, slacciai la cintura abbassai le sue mutande.
Era depilato, aveva delle palle mosce il cazzo non era minimamente eccitato.
Lo massaggiai e iniziò a indurirsi.
Decisi che per 50€ poteva anche vedere qualcosa, mi slacciai il reggiseno che fini sul pavimento, sopra la maglia.
Ero dritta, che gli tenevo le due mani sul cazzo a masturbarlo e gli facevo vedere i miei seni eretti, allungò la mano per sfiorarli, glie lo lasciai fare.
Scesi su di lui, gli giravo attorno, con la lingua, il suo cazzo era sotto la media, anzi un decisamente piccolo.
In netto contrasto con il macchinone che odorava di cuoio nuovo, il grosso orologio d’oro che gli avevo intravisto al polso, il vestito fatto su misura che gli nascondeva abilmente la pancia.
Mi venne quasi da ridere, faceva di tutto per mostrarsi forte e potente e poi aveva la pancia e il cazzetto di un bambino di 8 anni.
Feci finta di nulla, non è che ci fosse molto da spompinare, tra la pancia e il fatto che era piccolo, il pene eretto sarà stato 8/10 centimetri.
Adesso capisco perché abbordava le tipe per strada, se si fosse saputo nella sua compagnia di amici sarebbe diventato lo zimbello di tutti.
Probabile che non facesse palestra per paura che lo vedessero sotto la doccia.
Ma mi aveva dato dei soldi e un poco mi spaventai, so che ridere di cazzi piccoli non conviene e che i proprietari non la prendono affatto  bene, non avevo voglia di rischiare nulla.
Mi applicai con più energia, come se fosse stato il cazzo più grande che avessi visto in vita mia.
Mi aveva messo le mani sulla testa e mi spingeva verso il basso, è una cosa che odio, fossi stata con un altro mi sarei incazzata, ma lo lasciai fare.
Faceva anche fatica stare eretto, nonostante i miei sforzi con la lingua, un paio di volte ho dovuto menarglielo con la mano.
Meno di cinque minuti e si e irrigidito, mi ha spinto ancora di più la testa contro di lui ed è venuto.
Venuto, esattamente come era il suo cazzo, pure lo sperma era pochissimo, quasi non me ne accorsi che aveva sborrato, lo capii solo dal fatto che aveva tolto le mani dalla mia testa e si era abbandonato sul sedile.
Mi rimisi la maglia e il giubotto, il reggiseno finì in tasca, dissi un “ciao” e velocissima uscii da quell’auto.
Appena fuori vista sputai quel poco che aveva eiaculato, lo disprezzavo e mi odiavo.
Tornai alla stanza, mi buttai sotto una doccia calda.
Mi sentivo sporca e insieme esaltata.

continua https://raccontimilu.com/sensazioni/diario-di-e-2-i-pensieri/

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