Skip to main content

Disteso, supino, attendo fremente che tu mi prenda
con rapida mossa di rapina. Avverto il calore del fiato
affaticato sul collo; sussurra mozze frasi che sanno
di sesso, che sanno di umori sospesi, dell’affanno
che il raptus amoroso induce. Pulsa, turgido,
il sensore dei miei sentimenti, mentre anelo provare
al mio interno la tua invasiva, virile presenza.

Lo struggimento si accresce, si fa intenso; ed ecco, inquieto,
si fa strada il timore di venire maciullato, travolto, frantumato,
sorpreso dalla violenza dell’atto di possesso sul capo sospeso,
ma lo voglio ugualmente. Voglio che tu offenda le mie membra,
le disperda in uno con l’anima che indomita vibra
per te; vibra aspettando che il colmo raggiunga e travasi
la mia sopportazione. che s’avanzi ben oltre;
quello mi darà il senso del tuo amore profondo.

Il tremore, intenso, sopravviene, mi agita, mi squassa,
mi devasta – tu procedi, indifferente, crudele, insensibile;
lento, sforzi e violenti il mio accesso, mentre io dilato
le tumide labbra, lo sfintere rilasso, sgrego il turgido, umido
attrezzo che accresce in potenza ogni istante che preme
sulle povere, dolenti, arrossate mie crespe. Rinunciare
non intendo e verso di te protendo le tenere curve
che plastiche si fanno sotto le forti mani che attanagliano
le anche e tengono stretto il prefisso obiettivo cruciale.

Ed ecco, d’improvviso l’elastica tensione si allenta;
a ventosa si estende la mucosa, come piovra ingloba
il corpo estraneo; poi ricompatta i tessuti come nulla fosse,
…e lo splendido siluro scorre veloce all’interno del tunnel.
Il moto è continuo, alterno lo snodo violento; s’accresce l’orgasmo.
Accelera, ora, prende il tempo, regge il passo; parte la testa a mille giri.
Vuota, mi sembra che voli per vaporose nuvole ardite,
[che si perda in mille colori.

Scivola la mano sull’asta del mio godimento, completa l’estremo piacere
che, nel retro, da te proviene; mi empie la tua carne, come serpe
che penetra nella tana in cerca di prede; e trova e morde la tenera,
molle, concupita spoglia che cede alla violenza. Che piacere mi dai;
che intenso godere procuri alla mente, ogni fibra del mio corpo
si sfalda per poi, ricomposto, affannarsi nello straordinario gioco
che i sensi mi toglie e mi porta, d’un colpo sulle soglie del Nirvana.

.

Nina Dorotea

Disponibile

2 Comments

Leave a Reply