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AMAND(ol)A

Amai Amanda’ o forse no, la ‘amai’ nel senso erotico del termine’ sentimenti non credo ce ne fossero, però è vero che la nostra attrazione andò ben oltre il ‘solito sesso’.

Conobbi Amanda a Siena, in una sera di tardo inverno 2009. Non tornavo a Siena dagli anni ’90, cioè da quando mi ero laureato, e ci ero tornato perché Aurelio, un ex-compagno di facoltà, mi aveva invitato per alcuni giorni a casa sua, con la scusa di andare a un concerto di Giulia, una nostra ex-compagna di corso, la quale aveva messo insieme un gruppo rock (in bilico tra il grunge dei ’90 e il blues più tradizionale). Amanda era il ‘pezzo forte’ del gruppo. Sorella del bassista, danzatrice e stilista, si era ritagliata un ruolo da ‘soubrette’ nella band. Il suo compito era quello di danzare sul palco durante alcune canzoni’ avvolta in un body aderente bianco e argento che contrastava con le calze a rete, aveva già turbato i sogni erotici di molte persone e causato notevoli pruriti in altri’ naturalmente anche tanta invidia da parte di chi non aveva un corpo come il suo’ e cioè Il Club delle Se(i)Cesse (come io le avevo soprannominate ai tempi dell’Università), ovvero sei donne una più cessa dell’altra’ e passi il fatto che fossero brutte, ma erano pure arroganti e razziste!
Maurizia (detta Maurziona per la sua mole), una versione ingrassata di Nicole Kidman, purtroppo senza il suo sguardo magnetico, Rosa (che di roseo non aveva alcunché) grassa con sguardo perso e occhiali con pessima montatura, Betta (una specie di frisbee, più larga che alta), Franca con occhiali fondo di bottiglia, una zazzeretta acconciata pessimamente di capelli biondicci e peso oltre i 120 chili, Silvia (detta Silviona per le stesse ragioni di cui sopra si accennava a Maurizia, della quale era inseparabile amica), e infine Daiana (deplorevole trascrizione del nome Diana pronunciato alla britannica), una ninfomane grassoccia che amava gli abiti leopardati e profumarsi con essenze invasive, quella sera si era leopardata pure i capelli.
Tutto il Club stava seduto attorno allo stesso tavolo a spettegolare sugli abiti dei presenti, sulle loro città di provenienza (come se essere nati in un posto o in un altro facesse poi tutta ‘sta differenza!), per fortuna la musica alta impediva di sentire e le luci basse mi impedivano di leggere i loro labiali.
Poi il mio sguardo fu rapito da Amanda, dai suoi splendidi boccoli neri di donna mediterranea, dalle sue gambe scolpite che si muovevano sul palco con perfette movenze, dal suo sguardo felino, dalle sue movenze aggraziate e decise al tempo stesso’ dopo qualche minuto mi accorsi di avere un’erezione. Con la scusa di andare al bagno mi alzai e giunto alla toilette, orientai il mio getto verso il vespasiano e lasciai partire un fiotto di urina, al termine del quale, anche l’erezione era passata.
Tornai al mio posto, ma in quel momento, Amanda stava esibendosi a testa in giù con le gambe avvolte attorno un palo’ l’erezione tornò! A quel punto mi toccò tornare al bagno, ma lo trovai occupato, così uscii all’aria aperta e mi sparai una sega.
L’aria fredda di quella notte di marzo prometteva neve, ma il mio organo non ne sembrava minimamente intimidito, così me lo menai in su e in giù e quando venni, mi pulii con una foglia di magnolia custodita gelosamente nel giardino del locale. Rientrai che il numero di Amanda era terminato, il concerto invece continuava. Amanda si sedette vicino a me.
-Tu sei l’amico di Aurelio’ quello che ha pubblicato il libro di poesie!
-Ti ha parlato di me?
-Un po” più che altro ho letto il tuo libro’ e mi è piaciuto molto! Quando pubblicherai il prossimo?
-Beh’ contento che ti sia piaciuto, ma’ non ho proprio idea di quando pubblicherò il prossimo’ scrivo quando sono ispirato e mi pubblicano quando ciò che scrivo piace!
-Però un autografo sulla mia copia del libro me lo puoi fare lo stesso’
-Lo hai qui?
-No, è al ‘Casone” dove abbiamo lo studio di registrazione’ è diventato un cohausing artistico’ cioè viviamo lì e registriamo lì i pezzi da suonare’ io disegno i vestiti che progetto e nella palestrina ginnica che abbiamo recuperato ci teniamo in forma come possiamo’
-Quindi? Mi stai dicendo che dopo il concerto andremo tutti a casa vostra?
-Non sapevi nulla?
-Lo imparo ora, ma mi fa piacere’ fuori fa freddo e stare un po’ al calduccio non farà certo male!

Il concerto terminò dieci minuti dopo, nell’auto in cui stavamo (un po’ stretti a dire il vero), Amanda, mi si strinse addosso e di nuovo mi accorsi che il suo corpo accanto al mio, mi procurava erezioni.

Più tardi, ce ne stavamo seduti in un soggiorno ricavato da un fienile restaurato e arredato in stile tra il mutoid e il post-moderno. La stanza era larga appena tre metri quadri, ma lunga almeno quei trenta, a metà sul lato che dava di fronte alla lunga vetrata, c’era la porta, una piccola porticciola in legno restaurata e risalente ai primi proprietari del posto. Giulia prese fuori dallo scaffale di una libreria, un album di foto e iniziò a far scorrere le pagine davanti ai nostri occhi.
-Ecco, guardate qua la nostra Amanda al concorso di Lucca Comix! Qui aveva vinto il primo premio!
Una sequenza di foto di Amanda nei panni di Sailor Moon catturò i nostri sguardi.
-Così mi imbarazzi!- disse un po’ rossa in viso Amanda
-Sei pure cosplay?-le chiesi
-è un hobby’ ma un hobby che mi sta fruttando molto!
-…e qui era fuori concorso’ ma avrebbe meritato ampiamente!- ci disse Giulia mostrando un’altra sequenza di foto dove Amanda appariva nei panni di Lamù- e questa è stata la sua prima performance’ sono anni che le chiedo un abito per me’ ma temporeggia’ scherzo, eh!- e così dicendo Giulia mostrò una singola foto di Amanda nei panni di Cammy, ripresa da dietro con un perfetto fondoschiena in mostra.
Non mi partì un commento per puro caso (o forse per decenza), ma sentii le SeiCesse mormorare tra di loro.
-Beh’ insomma’ non è proprio perfetto’
-Ma i vestiti da dove li ricavi’ dalle tende della doccia?
-Beh’ però Lamù è un po’ più in carne!
-Davvero Cammy è vestita così da zoccola?
-Ma sei stilista o sei solo modella?
-Come fai a vestirti così senza sentirti stupida?
In quel momento pensai che se quelle sei fossero state le uniche donne al mondo, avrei sicuramente ingrossato le fila dei gay’
Amanda, dal canto suo non raccolse le provocazioni, almeno in apparenza sembrò far buon viso. Sorrise cortesemente alle sei stronzone, ma dentro di lei iniziava a ribollire qualcosa’
-Hai qualche progetto ora?-le chiesi cercando di mettere fine alle chiacchiere delle sei di cui sopra.
-Sì’ Wonder Woman!
-Non hai ancora foto?
-No, ma ho finito il costume proprio questo pomeriggio’
-Si può vedere?
-Beh’ sì!-sulle prime un po’ titubante, Amanda mostrò di colpo una contraddittoria sicurezza. Uscì dalla stanza, che di colpo notai nella sua lunghezza e strettezza’ mi sembrò vuota’ ma forse era l’effetto delle luci soffuse, che creavano altresì atmosfera, ma ora facevano sembrare il tutto alquanto cupo.
-Ti piace, eh?- chiese Mauriziona con la sua voce profonda e perennemente strafottente
-Beh’- fu tutto ciò riuscii a dire con un po’ d’imbarazzo.
-Ti piace!!!?- chiese invece con tono completamente diverso Betta, quasi come se il fatto che mi piacesse fosse sinonimo di cattivo gusto.
-Sì’- risposi con tono di sfida
-Non ci posso credere’ non ho parole’ come fa a piacerti una così? Ma hai visto com’è magra?
-Ma tu hai visto quanto sei grassa, piuttosto? Ti sei mai guardata allo specchio?
-Beh’ a me non sembra che quella là sia poi così bella’
-Meglio di te comunque’ non che ci voglia molto!
-Se devo essere sincera- aggiunse con tono polemico Daiana ‘ se una così vincesse un concorso di bellezza, protesterei’ vestita come una pezzente, magra da far paura, tematiche infantili, balla come una troia’ e secondo me non sa neppure fare il suo mestiere’
-Certo che detta da te’ ha un gran valore!- disse Giulia intervenendo-inoltre è la mia migliore amica…
-Perché? Che avrei di scarso valore? Ho file di uomini che mi tempestano di messaggi telefonici perché vogliono che vada a letto con loro!
-Fiero di non essere tra quelle fila!- dissi
-Non sai che ti perdi!
Prima che Giulia o io potessimo ribattere, la porta della stanza si spalancò, e Amanda con una tenuta da Wonder Woman che le valorizzava il corpo in maniera a dir poco perfetta, entrò.
Fece due giri su se stessa sventolando il mantello e poi lo tolse gettandolo con stile su di una sedia.
Il bolerino rosso le scopriva leggermente l’ombelico (il che era un suo tocco personale, dato che il ventre di Wonder Woman era castamente coperto), i calzoncini-mutandina blu le scoprivano le cosce e quando si girava di spalle, le chiappe erano abbondantemente scoperte, gli stivali rossi con il risvolto bianco le arrivavano sotto il ginocchio (un po’ troppo alti), mentre a dir poco perfetta era la coroncina dorata con stella rossa, avrebbe potuto passare per quella del telefilm anni ’70-’80.
-Perfetta!- dissi applaudendo, ai miei applausi si aggiunsero quelli di Giulia.
Un grido si levò dal piano di sotto:
-NEVICAAA!!!
Tutti corsero a vedere, tranne il sottoscritto e Amanda.
-Non vai?- mi chiese
-Per questo inverno ne ho già vista abbastanza di neve’ e sapere che a marzo sta ancora nevicando mi sta un po’ di traverso.
Mi si avvicinò.
-Davvero mi trovi perfetta?
-Quasi’ lo saresti se ti togliessi gli abiti’
-Porcello!- mi disse avvicinandosi di più e baciandomi.
Fu più forte di me: un’altra erezione che si fece largo tra le mie gambe. Amanda se ne accorse e abbassò una mano per toccare’ aprì la cerniera dei pantaloni e infilò la mano all’interno, afferrò l’oggetto dei suoi desideri con sicurezza e trascinandomi aggrappata al mio coso, mi guidò fino al divano.
Mentre tutti gli altri stavano in strada a guardare la neve, Amanda ed io iniziammo il nostro giro di danza.
Fui rapido a togliermi pantaloni e boxer, lei si scoprì appena i seni e dopo avervi strusciato un paio di volte il mio uccello, se lo ficcò in bocca e iniziò a menare colpi di lingua che mai avrei pensato di subire.
Il mio organo sessuale, si scontrava con il suo organo di gusto in un match in cui doveva svolgere un ruolo passivo, ma una passività in cui regnava da monarca indisturbato. In punta di cappella provavo brividi, e di tanto in tanto mi partiva un sussulto.
Lungo le scale avvertimmo il rumore dei passi e il vociare, che ci indicavano l’arrivo degli altri, ma la voglia era troppo forte e continuammo’ anzi, la circostanza era particolarmente eccitante’ talmente eccitante che venni di colpo con un fiotto di sperma dritto in faccia ad Amanda.
Gli altri entrarono pochi istanti dopo, Amanda fece in tempo a coprirsi i seni, e a rialzarsi dal divano, ma non a togliersi dal viso quel rivolo di sperma che le colava tra il labbro inferiore e il mento.
-Non avete perso tempo!- sentenziò Giulia entrando. Ad Amanda scappò una risatina, non so se d’imbarazzo o se di compiacimento.
Le Se(i)Cesse quando videro la scena, ebbero tutte quante un’espressione di disgusto mista a stupore.
-Non ci credo! Ci allontaniamo un attimo, e questa qui già si fionda sull’uccello del primo che trova’
-Confessa che ti sarebbe piaciuto’- le disse con malizia Aurelio.
-Ma che stai dicendo!?
-Non ti ricordi la scritta che facesti sul muro dell’università?
Pensai un attimo a quale poteva essere la scritta di cui Aurelio parlava, poi ricordai’ una grafia femminile mi aveva dedicato una scritta piuttosto esplicita. C’era il mio nome e di seguito queste parole: ho voglia di farmi chiavare, fottere, sbattere, scopare, trombare, ciulare a più non posso dal tuo bel cazzone lungo, duro, turgido, e voglioso di una figa esperta’ la mia lo è!
Scandii le parole man mano che mi venivano in mente’ poi terminata la frase mi espressi.
-Eri stata tu? La tua figa sarebbe una figa esperta? Andiamo bene!
-E va bene! Ero stata io, e lo rifarei, mi sei sempre piaciuto, ti sbirciavo sotto i pantaloni e promettevi di avere un attrezzo niente male, e ora lo vedo pure’ ma sapere che l’hai dato a questa troia mi fa imbestialire!- detto ciò, Daiana si affiancò ad Amanda e senza dire nulla le mollò una spinta facendola cadere a terra.
-Così impari, puttana!
Ci muovemmo un po’ tutti, chi per impedire che si scatenasse la rissa, chi per aiutare Amanda ad alzarsi.
-Se proprio ci tiene tanto a menare le mani -scandì Amanda- quella ciccionaaa!- marcò l’ultima parola con foga- giù in palestra abbiamo pure dei materassi adatti alla lotta!
-Non ho certo paura di uno stecchino come te!- ribatté Daiana con tono sicuro
-Quand’è così’ accomodiamoci al piano di sotto!- e così dicendo raccolse il suo mantello e se lo sistemò sulle spalle, inforcò la porta e scese le scale avviandosi verso la palestrina.
-Che fai Amanda, sei impazzita?!- le gridò Giulia
-Lasciala fare- le disse Aurelio-se qualcuno può dare una lezione a quella spocchiosa di Daiana, male non fa!
-Ma hai visto la differenza di mole’ se solo Daiana le cade addosso la schiaccia!
Io cercai di correre appresso ad Amanda per fermarla’ ma ormai era presa dall’idea di affrontare Daiana in un match. Onestamente non sapevo né quanto fosse forte l’una, né quanto lo fosse l’altra, tuttavia, temevo per Amanda, che in quel momento avrei voluto proteggere da ogni possibile guaio.
-Non cercare di farmi cambiare idea’ quella stronza se l’è voluta, la umilierò davanti a tutti, così la smetterà di fare la stronza!
-Ma Amanda’
-Niente ‘ma”
-Quella è il doppio di te!
-Vorrà dire che quando cadrà farà molto rumore!
Così dicendo, Amanda guadagnò la porta della palestra, si sistemò all’angolo del ring e si tolse il mantello con l’aria di una professionista del wrestling, gettandolo fuori dal ring.
Daiana, senza indugio si accomodò all’angolo opposto togliendosi il cappotto e restando con quell’orribile completo leopardato’ Wonder Woman che affrontava la sua mortale nemica, la sua nemesi: Cheetah’ solo che questa volta, Cheetah era molto più grossa di lei!
Corsi di nuovo sotto al ring chiedendo alle due ragazze di fermarsi, ma venni immobilizzato da altre paia di braccia. Le altre cinque delle Se(i)cesse che mi ripetevano, ognuna alla sua maniera di lasciar perdere, che l’avevano voluto loro e che dovevo farmi gli affari miei, e ci si mise pure Giulia, dicendomi invece che se conosceva abbastanza Amanda (e sicuramente la conosceva), la cicciona, se la sarebbe vista brutta.
Pochi minuti dopo, le due ragazze si battevano al centro del ring. Amanda con mosse e salti degni di una lottatrice che avevano tuttavia più forma estetica che sostanza dolorifica, mentre Daiana, più goffa, dava colpi che sarebbe stato meglio evitare.
-Dagliele sode a quella puttana!- gridò Maurizia aggiungendo una parola dispregiativa nei confronti del meridione che la decenza mi impedisce di trascrivere, marcando il suo solito razzismo , ma superiore a certe battute, Amanda non si scompose.
Ad un tratto Daiana sferrò un pugno che colpì Amanda in pieno petto. In realtà, nell’intenzione di Daiana, c’era il mento di Amanda, ma quest’ultima, assai più agile riuscì a schivare, ma per poco, dato che il pugno comunque la colpì. La bella mora, indietreggiò reggendosi a malapena in piedi e fortunatamente trovò le corde a reggerla. Incoraggiata da questo momentaneo ed effimero successo, Daiana si gettò contro all’avversaria con tutto il corpo, decisa a schiacciarla, ma con inaspettata abilità, Amanda si scansò facendo rimbalzare Daiana contro le corde per rovinare a terra.
La ‘Wonder Woman de noartri’ le si scagliò addosso saltandole sulla schiena a ginocchia pari. Poi tirandola per i capelli la costrinse a rialzarsi quel poco che poteva consentirle di mollarle un montante dritto al mento.
Daiana crollò sul pavimento parzialmente tramortita, ma non abbastanza da tentare un ultima volta un colpo di mano’ o meglio’ di unghie, che strappò in parte il top del costume di Amanda, la quale restò a seno scoperto.
Qualche mormorio di approvazione si levò tra i presenti, e qualche altro di invidia o disappunto tra quello femminile. Amanda aveva il seno piatto, ma ben fatto e in una bella donna del genere, non si stava certo a guardare le dimensioni dei seni.
-Il mio costume!!!- sbraitò Amanda con la voce piena di collera ‘ ci ho messo una settimana di duro lavoro per farlo!! E tu me lo strappi?! Schifosa!!!
Così dicendo (o meglio urlando) Amanda si gettò su Daiana che ancora non si era resa conto della situazione e cominciò a tempestarla di sberle e pugni a tutto braccio.
Daiana, che avevo conosciuto come una tizia un po’ stupidella, ma poco incline alla lacrima e alla compassione, iniziò a singhiozzare come una vitella, con un atteggiamento remissivo e lontanissimo dalle sue consuete spacconate’ non l’avevo mai vista così! Ma Amanda continuò con i suoi colpi, e fu solo quando Daiana la implorò di smettere che si ritrasse, ma come a volersi vendicare del costume danneggiato, le strappò una grossa parte del completo leopardato. Daiana continuò a singhiozzare e a lamentarsi del suo completo.
-Ma che ti frega?- le disse Maurizia ‘ tanto faceva cagare!
-Mi era costato tanto!!- gridò tra le lacrime
-Infatti’ si era sacrificata tanto per comprarlo, e quella lì glielo ha rotto! – disse Betta indicando Amanda
-Per me è matta!- completò Rosa
Amanda nel frattempo aveva recuperato il suo ‘top’ e lo stava studiando’ non era irreparabile, ma il lavoro per rimetterlo a nuovo sarebbe stato intenso.
-Se volete botte, ce ne sono anche per voi!- gridò quindi alle due del club Se(i)cesse.
Le due per tutta risposta si voltarono verso Daiana e la aiutarono a reggersi.
Amanda, con addosso soltanto il perizoma, scese dal ring raccogliendo il top e il mantello poi mi venne incontro.
-Hai visto? O meglio’ hai sentito che il rumore lo ha fatto davvero quella cicciona?
-Ho visto’ e ho sentito’ ma hai rischiato tanto! Lo sai che se avessi perso, ora tutte e sei quelle stronze starebbero abusando di te?
-Può darsi’ ma non è successo! E adesso avrei voglia che abusassi tu di me’ oppure se vuoi abuso io di te!- così dicendo mi prese per mano e allungò un ginocchio verso le mie basse zone, e subito me lo sentii tornare in tiro’ a parte che solo il vederla battersi su di un ring con pochi abiti era già di per sé eccitante, ma in quel momento avvertii che la mia erezione, se non fosse stata sfogata per bene mi avrebbe fatto esplodere tutto l’apparato genitale.
Quindi lasciammo la palestra e salimmo le scale. A metà della rampa, la presi in braccio e la accompagnai verso la stanza dove poco prima eravamo stati interrotti sul più bello.
-No, non qui’ di là!- mi indicò muovendo la testa verso destra.
-Dietro quella porta?
-Sì, caro’
Con una spinta di spalla scostai la porta, dietro c’era una camera da letto matrimoniale.
-Dormi qui?
-Questa notte mi sa che non ci dormo soltanto’
Mai una previsione fu più profetica.
In pochissimi minuti eravamo già sotto le lenzuola in piena attività. Amanda partì più o meno da dove aveva dovuto interrompersi, cioè lavorandosi di bocca il mio membro che sembrava sul punto di esplodere’ ed esplose’ nel senso buoni! Un fiotto di sperma caldo e candido inondò il bel viso di Amanda, che dopo esserselo sparso un po’ dove capitava e dopo essersi asciugata con un kleenex, riprese a lavorarselo per farlo indurire di nuovo. Le sue mani si muovevano amorevolmente e la sua bocca faceva il resto, ma nel momento in cui me lo sentii di nuovo diventare di marmo, Amanda si scostò dal mio affare e mi guardò negli occhi con fare volitivo:
-Ora tocca a te!
-Cioè?
-Vediamo cosa sai fare tu con la mia cosina’
Le sue parole suonarono come il migliore degli inviti, mi buttai a pesce tra le gambe di Amanda e iniziai a lavorare con mani e lingua’ lei quasi ululava di piacere mentre leccavo quel suo frutto delizioso, e i suoni da lei pronunciati mi facevano eccitare ancora di più.
Quando finalmente la penetrai, ebbi paura di venire in pochi istanti da quanto la faccenda mi stava prendendo’ per fortuna non avvenne e continuai a pompare, ora stando di sopra, ora di sotto, a seconda di come i nostri attorcigliamenti ci permettevano. Quando venni, ebbi la sensazione di aver vinto la guerra. Amanda ed io ci stringemmo l’uno all’altra e coperti da coltri su coltri, ci addormentammo.
Durante la notte ci svegliammo più volte, e ogni volta ci scappò pure di fare qualcosina di aggiunto al discorso di poche ore prima’ a volte era lei, a volte io’ poi arrivò il sole e fui costretto dagli eventi ad abbandonare la casa, in mezzo alla neve che andava sciogliendosi, appena un quarto d’ora dopo la colazione.
Da allora, Amanda ed io ci siamo visti poche volte (e quelle poche sono state pure buone!), so che ora si è sposata con un pianista ed è una stilista piuttosto ricercata nel suo genere.
Le Se(i)Cesse le ho viste poche volte, Daiàna fatica ancora a salutarmi dopo la figuraccia di quella notte, ma so che si è sposata e ha una bambina’ sembrerà incredibile, ma sono felice per lei. Betta purtroppo non se la passa affatto bene, affetta da un male fisico non curabile (per fortuna non gravissimo e non mortale), ha ridotto le sue uscite. Maurizia ha tentato di candidarsi alla guida di un partito xenofobo e razzista, ma l’hanno buttata fuori perché a tutto c’è un limite…

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