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Bisex sempre, la libertà

By 1 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti,
mi chiamo Paolo e sono un ragazzo bisessuale di 28 anni. Quello che segue è il primo di una serie di racconti ‘ o meglio il primo capitolo di un lungo racconto ‘ che intendo pubblicare e condividere con voi. Per gli amanti delle descrizioni sono alto un metro ed ottantuno, capelli biondi ed occhi azzurri ed un corpo gradito sia dagli uomini che dalle donne.

All’età di 25 anni stavo vivendo un periodo particolare della mia vita, durante il quale cercavo di (ri)capire la mia sessualità. In fondo mi sono sempre piaciuti sia i ragazzi che le ragazze e sin da giovanissimo ho avuto esperienze di entrambi i tipi. Tuttavia, avvertivo sempre un senso di insoddisfazione. Mi mancava soprattutto un’amica. Continuavo quindi a cercare sempre nuovi amici e frequentare nuovi giri di persone, fino a che non ho conosciuto Serena. Come fra due innamorati scatta una scintilla, per noi è scattata la scintilla di un’amicizia profondissima, fondata su di una complicità totale che ci faceva sembrare di far parte da sempre l’una della vita dell’altro. Si tratta di una sensazione difficile da spiegare e, visto che non so spiegarlo, tutto quanto posso fare è raccontare come sono andate le cose e come il caso – o come si voglia chiamarlo – mi portò a conoscere Susanna e cosa venne in seguito.

Avevo appena iniziato un nuovo lavoro a Milano e stavo cercando casa ‘ una camera da condividere per la verità ‘ e, dopo circa due settimane di sistemazioni provvisorie e ricerche, ero prossimo alla disperazione ed alla conclusione che una tenda sotto un ponte sarebbe stata preferibile alla prosecuzione di quella ricerca frustrante e fastidiosa. Tutte le stanze che avevo visto o avevano prezzi proibitivi, oppure il padrone di casa o i coinquilini erano strane creature che avevano spaventato tutti i pretendenti al posto letto. In effetti, non potevo aspettarmi di trovare molto a Milano in maggio, cioè quando il secondo semestre dell’anno accademico è nel pieno svolgimento e gli esami si avvicinano ed anche chi si trova male con i compagni di casa tiene duro oppure chi lavora pensa che cambierà dopo le vacanze (per poi regolarmente non farlo conquistato dalla pigrizia che lo aspetta al rientro). Nonostante fossi quindi privo di ogni speranza, mi trascinavo a vedere ancora qualche appartamento raccontandomi, senza crederci troppo, che forse quella volta avrei avuto fortuna.

La fortuna arrivò.

Più propriamente la fortuna si trovava in un appartamento luminoso con due bagni (sempre iniziare dal bagno), due camere, cucina ed un salone. Ci abitavano già due ragazze entrambe di ventitré anni, Giulia e Susanna ed un ragazzo di ventiquattro anni, Stefano, con il quale avrei dovuto condividere la camera e che al telefono mi aveva detto prezzo e qualche informazione di base e che se volevo potevo passare a vedere la casa anche il giorno successivo, che era sabato e per me andava benissimo. Dopo un consueto venerdì sera di devastazione, incredibilmente non mi svegliai troppo tardi ed andai a vedere la mia possibile nuova dimora. Fu Giulia ad aprirmi la porta e fu subito molto carina. è davvero molto carina. Alta circa un metro e settanta, carnagione chiarissima, capelli rossi ed occhi chiari, efelidi sulle gote. Indossava un paio di pantaloncini ed una canottiera, e questa mise lasciava capire che Giulia si prendeva cura del suo corpo con ottimi risultati, che potei apprezzare ancor più mentre la seguivo in cucina. Lì ci aspettava Susanna e lì provai quella sensazione di empatia immediata con la quale ho iniziato il racconto.

Susanna ha iniziato a raccontarmi le regole della casa alle quali non prestavo molta attenzione perché più concentrato prima sui suoi occhi azzurrissimi, poi sul suo seno su cui cadevano i suoi capelli color camomilla e su come muoveva le mani e sul suono della sua voce. Insomma, era davvero bella e mi piaceva da ogni punto di vista. Mi ha mostrato tutte le stanze ad eccezione di quella che avrei diviso con Stefano, perché stava ancora dormendo e lo avremmo chiamato più tardi. Ad un certo punto però si fermo.

‘Ma Stefano ti ha detto la cosa più importante?’ mi chiese come chi si accorge di essersi dimenticato il biglietto aereo quando è già in aeroporto. Pensai che sembrava tutto troppo perfetto.

‘Cosa doveva dirmi?’ tentennai a mia volta un po’ preoccupato.

‘Vedi, tu hai trovato questo posto libero perché per molte persone purtroppo i nostri gusti, diciamo, sono un problema.. e noi abbiamo bisogno di trovare un coinquilino perché per tre l’affitto è troppo alto. Vedi.. ..sia Giulia che Stefano che io siamo bisessuali e Giulia è la mia ragazza da circa due anni. Stefano al momento è single, ma fino ad un paio di mesi fa stava assieme ad un ragazzo di Torino, che viveva con noi’ si fermò ancora un istante e continuò ‘spero che tu abbia una mentalità aperta..’ mentre entrambe mi guardavano interrogative. Sorrisi mentre rispondevo che proprio per me non poteva essere affatto un problema.

‘Sono anche io bisessuale’ dissi ‘e sono davvero meravigliato che non abbiate trovato ancora nessuno, perché la casa è davvero molto bella e poi voi siete simpaticissime’ (ed uno schianto aggiunsi nel mio pensiero).

‘Meno male! Finalmente!’ esultarono entrambe quasi contemporaneamente ‘Sembrava venissero a vedere la casa solo dei bacchettoni!” si sfogò Giulia.

‘Calma, però, prima di prendere la camera, vorrei vedere la camera in cui devo stare e conoscere Stefano.’

‘OK, ora vado a chiamarlo’ rispose Susanna alzandosi.

Dopo qualche minuto e dopo aver sentito Susanna chiamare Stefano più volte, mi stavo un po’ innervosendo. In fondo, mi aveva dato lui l’appuntamento. Mentre Giulia ed io eravamo in salotto ad aspettare sentii una voce assonnata dietro di me ‘Scusa sono tornato tardi ieri sera, benvenuto a bordo’ mi girai e rimasi a bocca aperta. Stefano mi guardava con due occhi nocciola dolcissimi.

Ora anche io lo guardavo. Meglio. Lo mordicchiavo con i miei occhi. Prima i suoi capelli castani che avrei voluto scompigliare, poi le sue labbra che avrei voluto subito incollare alle mie, poi.. ..essendosi appena alzato dal letto indossava solo i boxer e mi lasciava quindi vedere il suo corpo, che iniziava ad eccitarmi..

Nel poco credibile e forse ridicolo tentativo di non essere beccato a leccarlo con lo sguardo ‘ in effetti mi sembrava che Giulia e Susanna stessero ridendo sotto i baffi per la scena ‘ iniziai a fare una serie di domande sciocche sulle abitudini della casa e sui servizi presenti in zona.

Mentre Stefano tentava di rispondermi cercando di estrarre le risposte dal mondo dei sogni in cui ancora si trovavano assieme a lui, Giulia intervenne ‘Ste come al solito ti eri dimenticato di dirgli la cosa più importante, comunque questa volta sembra che abbiamo interrotto la serie di puritani! Paolo è bi come noi’. Finalmente Stefano si svegliò. La sua reazione non fu però come quella delle ragazze, contente per aver trovato un coinquilino con il quale dividere l’affitto. Fu più silenziosa ed interessata, perché anche lui iniziò ad osservarmi come prima stavo facendo io con lui ed iniziò a mettere insieme frasi senza moltissimo senso. Forse gli piacevo.

Susanna e Giulia decisamente stavano ridendo. ‘Vi lasciamo soli?’ chiesero quasi all’unisono.
‘Dai Ste, aiuta Paolo a sistemarsi’ continuò Susanna. Praticamente ci infilarono in camera e si chiusero la porta alle spalle sghignazzando.

‘Non badarci troppo’ tentò di alleggerire Stefano ‘fanno sempre un po’ le sceme’ ed iniziò ad aiutarmi ad aprire il mio trolley, che avevo portato in quanto avevo appena lasciato l’albergo dove mi trovavo, lasciando lì i bagagli più voluminosi che sarei passato a riprendere nel pomeriggio. Poi, avevo visto le foto su internet e le informazioni che avevo ricevuto sulla casa erano le più complete avute fra tutti gli appartamenti visti. Sulla casa, sui coinquilini no, ma era stata una sorpresa gradita questa volta.

Mentre Stefano mi aiutava con la valigia, mi stava sempre più vicino. Io sentivo il suo calore ed il profumo della sua pelle, e mi stava dando alla testa, e riprendevo così ad eccitarmi ‘ aveva indosso sempre e solo i boxer – ed i miei jeans iniziarono a gonfiarsi davanti. Stefano se ne accorse quasi subito ed anche io notai di avergli fatto lo stesso effetto. Ci fu un solo istante di imbarazzo. Poi sorridemmo e subito ci baciammo. Se sapeva fare l’amore come baciava, avrei avuto senza dubbio un infarto e sarei morto felice.

Senza smettere un istante di baciarmi, mi stava sfilando la maglietta e togliendo i jeans e palpando ovunque. Restai anche io in boxer e mi fece fare un giro su me stesso per guardami meglio. Sembrò soddisfatto della caramella appena scartata. Mi prese per mano con dolcezza e poi a tradimento mi spinse deciso sul letto e mi saltò sopra. Iniziò a baciarmi dappertutto ed a leccarmi i capezzoli mentre con una mano mi tastava il pacco.

‘Ti voglio’ mi sussurrò all’orecchio. ‘Non l’avevo capito’ scherzai mentre gli sfilavo i boxer e gli toccavo il suo culo meraviglioso e lo leccavo dietro l’orecchio.

Avevamo un po’ lo stesso stile di fare l’amore e lo stesso ritmo e pensai che era fantastico.

Anche io lo leccavo e baciavo e mordicchiavo dappertutto; ma che bagnoschiuma usava? Cannella? Comunque era da sballo ed io continuavo ad esplorare il suo corpo fino ad arrivare al suo cazzo. Semplicemente divino. 20 divini centimetri.

Glielo presi in bocca ed iniziai ad alternare leccate ad una lenta sega, poi una pompa lenta e poi più veloce: era buonissimo! Intanto, naturalmente, continuavo a palparlo ovunque, e, mentre continuavo a masturbarlo, gli feci sollevare le cosce ed affondai la mia faccia nel suo delizioso culetto, leccandogli il buchino. Normalmente non lo faccio, ma Stefano era così bello che non capivo più nulla ed avrei fatto qualunque cosa con lui. Infatti, ogni parte del suo corpo mi meravigliava per la sua bellezza e subito volevo assaggiarla. Era completamente depilato, come me, e questo rendeva più facile leccarlo e gustare la sua pelle. Anche i suoi piedi erano bellissimi e non potei trattenermi dall’iniziare a baciarli ed a leccarli. Stefano sembrava gradire ed iniziò a fare lo stesso con me. Ero al settimo cielo perché avevo trovato un ragazzo bellissimo e porco come me.

Ci sdraiammo su di un fianco ed iniziammo una 69. Volevo proprio sentirmi una troia quella sera, così gli presi una mano e l’accompagnai sopra la mia testa, facendomi spingere su e giù sul suo cazzo. Stefano rispose al mio gioco di simmetria portando anche lui una mia mano sulla sua testa e facendosi anche lui scopare in bocca e poco dopo rilanciò, quasi fosse una partita a poker, infilandomi un dito della mano libera nel mio buchetto, dopo averci giocato un po’. Poco dopo anche io lo imitai.

La stanza era ormai piena dei nostri gemiti e dell’odore della nostra eccitazione.

Quando eravamo ormai entrambi al limite, mi staccai, perché non volevo che finisse troppo presto: volevo non finisse mai.

Spinsi Stefano sulla schiena e ripresi a leccargli il culo e subito dopo mi misi le sue gambe sulle spalle e appoggiai il mio cazzo al suo buchetto. Attendevo. I suoi occhi mi imploravano di scoparlo, ma volevo sentirglielo dire.

‘Dai, scopami!’ esplose.

Iniziai a spingere lentamente e poi, una volta entrata la cappella, un ultimo colpo secco.
‘Si scopami come una troia!!’ mi disse digrignando i denti.

‘Sìi! Sei la mia puttana e ti inculo.. ..sii.. ..mi stai facendo un pompino con il culo!!’ continuavo a sospirare mentre lo scopavo e lui continuava ad incitarmi ‘Dai amore, fottimi, sono la tua puttana!’ ‘Sì amore, ti fotto per bene, ti inculo, sì amore!’

Non capivamo davvero più nulla. Ci eravamo appena conosciuti, stavamo scopando come animali e ci chiamavamo amore. Stefano mi piaceva da morire ed ero sicuro di fargli lo stesso effetto. Che non fosse solo la passione del momento.

Anche io però volevo il suo cazzo dentro di me e non volevo quindi venire, ma, mentre stavo per ritirarmi, Stefano capendo mi bloccò ‘No, ti prego non fermarti, poi scopiamo ancora, ma ora fottimi fino in fondo, vienimi dentro’

‘OK, ma quando stai per venire dimmelo’ e ripresi a incularlo, con spinte sempre più profonde, prima lento, poi veloce, poi di nuovo lento, poi mi piegavo sopra di lui baciandolo e lo chiamavo puttana. Volevo farlo eccitare all’inverosimile e stavo raggiungendo il mio obiettivo.

‘Dai segati mentre ti inculo’

Obbedì immediatamente, toccandosi anche i capezzoli e sospirando forte. Era vicino, e me lo disse ‘Sì, ci sono, sto per venire, sìì’ godo’ sborro!!’ esplose con un grido e con un getto che gli inondò il petto, ed un istante dopo anch’io mi lasciai andare riempiendolo e urlando. Uscii dal suo culetto delizioso e mi accasciai su di lui, baciandolo ed appiccicandomi con il suo sperma al suo torace.

Sorrideva. Sorridevo anch’io.

Continuammo a baciarci a lungo come due ragazzini dopo che hanno fatto l’amore per la prima volta e ci facemmo le coccole e recuperammo energie. Avevamo entrambi bisogno di andare in bagno e poi di bere, così ci alzammo.

Uscendo in corridoio sentimmo rumori dalla camera di Susanna e Giulia. Rumori? Che ‘rumori’?! Stavano chiaramente scopando. Ridendo feci a Stefano ‘Le avremo fatto venire l’idea con i nostri di movimenti?’

‘No, guarda, quelle due di suggerimenti non ne hanno proprio bisogno.’ se la rise anche lui.
Però, a nessuno dei due interessava più di tanto, perché volevamo tornare in camera nostra. Volevamo ancora precipitarci nella lussuria. Anche io volevo la mia parte dopotutto!

Appena richiusa la porta ci togliemmo in un lampo i vestiti che ci eravamo infilati per uscire e ci trascinammo sul letto baciandoci, toccandoci ovunque.

Riprendemmo il nostro gioco di reciproca eccitazione, ancora una 69, e poi questa volta iniziammo un gioco appena un po’ più forte, prima graffiandoci la schiena a vicenda, affondando le unghie uno nella carne dell’altro; poi iniziammo a fare un po’ di spanking, e poi di nuovo a 69, di nuovo spingendoci la testa sul cazzo l’uno dell’altro e trattandoci come due puttane.

Poi mi rivoltò e iniziò a prepararmi all’inculata che aspettavo. Appoggiò le mie gambe sulle sue spalle, esattamente come avevo fatto prima io con lui e mi spinse dentro il suo cazzo. Quando era tutto dentro si fermò un istante ‘Ora’ e diede una spinta ‘ora quella che prima era la tua puttana ti incula’ ed iniziò a stantuffarmi e a riservarmi lo stesso trattamento che avevo riservato a lui prima, facendomi godere; e gli dimostravo come godevo stringendolo a me e sospirando e dicendo ancora ‘Sì scopami amore, scopa la tua puttana!’

Poi d’un tratto uscì dal mio culo e si chinò sul mio cazzo prendendo a succhiarmelo forsennatamente facendomi eccitare ancora di più se possibile e poi subito, quando ero sul punto di venire, mi inculò nuovamente e dopo poco venni sborrandomi addosso senza toccarmi e poi, con le mie contrazioni, anche lui mi inondò il culo.

Ancora una volta abbracciati a baciarsi sotto le coperte, ancora una volta coccole dopo la passione sfrenata.

Ci addormentammo.

Sorridevamo.

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Per commenti (non aggressivi o due righe volgari, please), suggerimenti, o scambiare le nostre esperienze, scrivetemi: ksms8181@gmail.com Stefano e io iniziammo così la nostra relazione, subito vivendo insieme. Un po’ mi sconvolgeva avere trovato così all’improvviso un compagno perfetto per me come Stefano. All’inizio ero proprio disorientato per la velocità con cui tutto stava accadendo. Ero innamorato cotto, e vedevo che anche per Stefano era lo stesso, ma avevo sempre paura di farmi male ed essere ferito. Poi, dopo un paio di mesi, mi tranquillizzai, ed iniziai a vivere appieno la nostra storia.

Passavamo sempre più tempo insieme; avevamo iniziato anche ad andare insieme a nuotare (e avevo notato che un paio di ragazzi in piscina, probabilmente anche loro gay, ci osservano spesso; forse avevano capito che stavamo insieme).

Mese dopo mese, fra Stefano e me cresceva sempre più l’intimità e la complicità, e pian piano stavamo condividendo i nostri pensieri più profondi; quelli che alcune coppie riescono a condividere dopo molti anni di matrimonio (stando a quanto mi dicono alcuni amici etero).
Quasi respiravamo insieme.

La complicità fra noi ‘ quello che più cerco in una relazione di coppia ‘ ci legava e ci faceva sentire completi. Anche a letto, soprattutto a letto facevamo quasi a gara a soddisfare i desideri dell’altro, scoprendo poi che avevamo quasi le stesse fantasie.

Iniziammo quindi a sperimentare qualunque gioco: legarci l’uno all’altro, l’uso di ogni tipo di dildo, anche a scoparci indossando dei tacchi a spillo. Tutto purché fosse reciproco. Perché amiamo essere allo stesso livello, pari, amanti perfetti.

Un giorno però vi fu una svolta nel nostro modo di vivere il sesso (l’amore rimarrà sempre lo stesso).

Un venerdì sera di maggio Susanna e Giulia uscirono di casa dirette verso la stazione, perché volevano passare il fine settimana a Firenze. Ci raccomandarono di non sfasciare la casa. Loro pensavano a feste con amici, noi in realtà pensavamo a divertirci e a goderci la casa per noi due soli. In fondo, vivevamo con due ragazze, anche se bisex, ed era sempre come essere un po’ in albergo con il bagno non in camera.

Dopo dieci minuti che furono uscite, infatti, Stefano ed io ci guardammo e decidemmo che potevamo iniziare a dare sfogo a una nostra fantasia: il tavolo della cucina, qualche gioco con panna e fragole. Dopo non molto ci trasferimmo in salotto e iniziammo a farlo in ogni posizione, con un po’ di rock a darci il ritmo.

Quello che non sapevamo, e non sapevano nemmeno Susanna e Giulia che non controllano mai nulla prima di partire, era che quel giorno dalle dodici sino a mezzogiorno del giorno successivo c’era un simpatico sciopero dei treni. Così, mentre Stefano e io ce la stavamo spassando in salotto, Susanna e Giulia rientrarono in casa, senza che noi le sentissimo, e senza che loro sentissero la ‘nostra musica’, coperta da un assolo di chitarra elettrica di Hendrix. Noi non le sentimmo dire nemmeno ‘sciopero dei treni, cazzo!!’ (ci dissero poi di averlo detto appena entrate), e non le sentimmo passare in corridoio e dirigersi in camera loro.

Così, le nostre amiche erano decise a non farsi rovinare la serata dalle care Ferrovie dello Stato, e avevano pensato di trascorrerla un po’ come noi, divertendosi e giocando fra loro e consumando un po’ il letto. Il problema, che poi si rivelò una svolta, venne quando decisero di sgattaiolare in cucina per approvvigionarsi e recuperare energie. In quel momento, il CD era già finito e ci sentirono i nostri mugolii provenire dal salotto. Curiose come sono arrivarono in punta di piedi e iniziarono a sbirciarci da dietro lo stipite. A sbirciarci mentre ci divertivamo con una gioiosa 69 sul tappeto.

(Noi sempre ignari.)

Mentre ci guardavano iniziarono a stuzzicarsi l’un l’altra e si strizzavano i capezzoli e si sfioravano, spogliandosi dei pigiama che avevano rimesso per andare in cucina, restando nude, e infilandosi le dita una nella fighetta dell’altra.

D’improvviso, sentendo il rumore di un bacio, mi girai e così anche Stefano e le vedemmo nello specchio del corridoio. Ci prese un colpo. Un centesimo di secondo dopo mi vergognai come un ladro a essermi fatto beccare con Stefano a fare sesso in salotto, e mi sentii le gote rosse come un ragazzino. Sempre nel tempo di un battito di ciglia, però, la situazione mi eccitò da morire: essere visto dalla mia migliore amica e dalla sua ragazza mentre scopavo con il mio ragazzo.

Dopo un paio di secondi Susanna e Giulia si accorsero di essere state scoperte e scapparono via in camera loro quasi piangendo e ripetendo ‘scusate scusate scusate’.

Ormai la frittata era fatta.

Stefano e io ci guardammo e ci confessammo le nostre sensazioni, e di aver provato entrambi un fortissimo imbarazzo prima, ma poi anche eccitazione. Certo le ragazze si erano eccitate a guardarci. Così decidemmo di andare a bussare alla loro porta. Dopo mezz’ora di trattative le convincemmo ad aprire.

Decidemmo di affrontare l’argomento con amicizia e affetto.

‘Ci dispiace, credevamo foste già verso Firenze’ dissi.
‘Scusateci noi… abbiamo detto che eravamo tornate perché c’è lo sciopero dei treni… ma non ci avete sentito. Che vergogna’ rispose Giulia tenendo la mano di Susanna.
‘Però non vi dovete vergognare’ ripresi ‘abbiamo visto che vi siete eccitate a guardarci, e da parte nostra ci siamo resi conto che ci piaceva essere guardati da voi’.

Ecco l’avevo detto. Ora però non sapevo come andare avanti.

Per fortuna ci pensò Stefano ‘Vogliamo dire, siamo tutti amici e ci vogliamo bene, e siamo tutti capaci di capire che abbiamo tutti delle fantasie che vorremmo realizzare e che vedere certe cose ci eccita’

‘Come è per voi, così è anche per noi’ aggiunsi, mentre Giulia e Susanna ci guardavano un po’ sollevate, ma non capendo bene.

Decisi di giocare il tutto per tutto. Iniziai a baciare Stefano, sempre con maggiore passione, mentre le ragazze ci guardavano interdette. Pian piano iniziavo ad accarezzarlo e gli tolsi la maglietta, e iniziai a leccargli i capezzoli.

Vidi che le ragazze iniziarono anche loro ad accarezzarsi, spogliandosi.

Stavamo iniziando un meraviglioso gioco di specchi: quello che facevamo Stefano e io si rifletteva in Susanna e Giulia.

Iniziai a fare un pompino a Stefano, e Susanna iniziò a leccarla a Giulia. Giulia e Stefano stavano seduti sul letto, mentre Susanna ed io eravamo in ginocchio di fronte a loro, a donare amore e attenzioni ai loro sessi.

Susanna ogni tanto mi guardava, e io guardavo lei. Poi ci stringemmo la mano. Fu dolcissimo poter condividere quel momento con la mia migliore amica. La stavo rendendo partecipe dell’amore per il mio uomo, mentre lei mi rendeva partecipe dell’amore per la sua donna. Allo stesso modo vidi che anche Giulia e Stefano si tenevano per mano.

Poi ci scambiammo i ruoli; Stefano si dedicava a me, e Giulia a Susanna. Così Susanna e io avevamo modo di guardarci meglio negli occhi e di vedere il piacere che i nostri amanti ci donavano.

Poi, sempre senza dire una parola, ci stendemmo una coppia a fianco dell’altra, iniziando a giocare a 69.

Ero eccitato da morire, ma anche attraversato da una muta di altre emozioni: imbarazzo (che mi eccitava ancora di più), affetto per la mia migliore amica, amore per il mio ragazzo, felicità per poter condividere l’amore con le persone che amo, e felicità perché loro potevano condividere tutto questo assieme a me.

Susanna finalmente disse qualcosa vincendo il timore di esprimere un proprio desiderio ‘Vogliamo vedere’ che vi inculate’

‘Solo se lo fate anche voi’ rispose pronto Stefano.

Susanna rispose prendendo uno strap-on da un cassetto e indossandolo con aria quasi di sfida, e facendo mettere Giulia a quattro zampe davanti a lei.

Non aspettando altro, feci sdraiare Stefano sulla schiena e mi misi le sue gambe sulle spalle, appoggiandogli il cazzo al buchino.

Iniziammo quasi insieme, prima piano e poi sempre con maggiore forza, trattando i nostri amanti come due cagne. Poi, poco prima di venire, mi staccai da Stefano, e feci cenno a Susanna di fare altrettanto.

‘Tocca a noi farci inculare’ le dissi.

‘Sì’ rispose con il fiatone per la cavalcata ‘ci facciamo montare e sottomettere come due cagne’.

Fu bellissimo essere aperto in due dal mio uomo, mentre la mia migliore amica subiva la stessa sorte dalla sua donna. Susanna e io eravamo entrambi con le gambe sulle spalle delle nostre dolci e forti metà che ci stavano spaccando il culo. Vederla con gli occhi sbarrati e quasi rovesciati all’indietro dal piacere mi faceva sentire perso nel godimento.

Giulia però non voleva che la compagna godesse subito, e si staccò facendo segno a Stefano di ritrarsi anche lui. Prese due dildo a doppia punta, e quattro morsi da pony (ma quanti giochetti avevano in casa queste due?), e ce li fece indossare.

Così ci disponemmo, a due a due, Stefano e io, e Giulia e Susanna, culo contro culo e ci appoggiamo i due dildo sui nostri buchetti, e iniziammo a spingere. Stefano e io ci inculavamo a vicenda, e così anche Susanna e Giulia, e per via dei morsi che avevamo in bocca non potevamo parlare, ma solo mugolare e sbavare come animali.

Eravamo proprio quattro animali che si montavano a vicenda.

Penso sia stato il momento più eccitante di tutta la mia vita. Non ce la facevo più, dovevo venire, ma non volevo farlo così, ma nella bocca del mio amore. Allora ci staccammo, e ci disponemmo nuovamente a 69, dopo esserci levati i morsi da cavalli, infilandoci due dita in culo.

Anche le ragazze ci imitarono, e poco dopo Stefano e io ci riempimmo le bocche di sborra, bevendola tutta, e deglutendo sentivamo le nostre amiche raggiungere l’orgasmo e quasi ruggire, e poi leccarsi.

Eravamo tutti esausti. Stefano e io ci facemmo un po’ di coccole. Poi mi girai e abbracciai Susanna, e poi Giulia, e così anche Stefano con loro. Fu molto dolce abbracciarci; fu come se fossimo finalmente noi stessi dopo mille esistenze di finzioni, e quella notte dormimmo tutti nello stesso letto.

Se volete contattarmi, sarò felice di scambiare opinioni con voi ksms8181@gmail.com

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