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Viola e Francesca erano arrivate a Bali con le loro famiglie da un paio di giorni. Erano entrambe in quel posto meraviglioso per un motivo molto importante. Francesca si sarebbe sposata proprio sull’isola, un matrimonio da sogno e Viola, oltre che amica e futura cognata sarebbe stata anche sua testimone di nozze.
Di comune accordo con i compagni le due ragazze si sarebbero prese il giorno prima del fatidico sì per stare un po’ insieme e rilassarsi, mentre i compagni sarebbero andati a fare una gita sull’isola con i rispettivi figli.
Finalmente sole, si stavano godendo la esotica colazione nella fantastica area ristoro del resort dove alloggiavano.
C’era molta confidenza tra le due amiche e ancora di più da quando erano diventate pure cognate. Francesca infatti non nascose a Viola quanto l’organizzazione del matrimonio fosse stata stressante soprattutto dovendo pure gestire una figlia piccola.
Viola capiva perfettamente l’amica ma cercò di sdrammatizzare un po’ scherzando sopra il piatto di frutta mista che aveva preso l’amica.
– Vuoi mangiarti tutto il buffet??
L’amica sorrise, ma al tempo stesso le fece un’altra piccola confessione.
– Sai… il viaggio, lo stress… diciamo che faccio un po’ fatica in bagno….
Disse abbassando lo sguardo.
Viola rimase in silenzio qualche istante, come a fare una pausa di riflessione. Una lampadina si era accesa proprio in quell’istante e non poteva farsi sfuggire quell’occasione…
– Fra’, perché non saliamo in camera da me e ti aiuto un po’ a liberarti e a stare meglio?
Francesca che ben conosceva Viola, aveva capito dove l’amica volesse arrivare e si rimproverò subito di aver parlato!
– Ma no dai non ti preoccupare…
Viola invece non sembrava proprio intenzionata a battere ritirata… Voleva aiutare l’amica, divertirsi lei e in camera guarda caso, aveva tutto il necessario.
Aveva lavorato un po’ di anni come infermiera e svariate volte in passato aveva aiutato le amiche bisognose di cure, con iniezioni o clisteri e parecchie volte questo tipo di situazioni si erano rivelate particolarmente eccitanti.
Francesca ora era davanti a un bivio, dire di no all’amica e tenersi il problema oppure accettare pur non sapendo esattamente a cosa andava incontro?
Sapeva che Viola anni prima, grazie ai suoi studi aveva aiutato molte amiche, con procedure un po’ particolari, a volte piuttosto imbarazzanti, ma mai nessuna si era lamentata… anzi… allo stesso tempo tutte, ed erano parecchie, avevano raccontato l’esperienza come molto piacevole!
Molto timidamente le fece una domanda.
– Ma fai ancora cose da infermiera?
Viola , tranquillissima come sempre, rispose senza problemi, quasi orgogliosa.
– Certo che faccio ancora “cose da infermiera”! Ho appena finito di fare un ciclo di iniezioni a mia sorella e non ti dirò chi è venuta a casa mia per farsi fare un clistere!
Disse sorridendo con tono malizioso.
Vedendo il volto ancora un po’ titubante di Francesca, Viola cercò subito di tranquillizzarla dicendole che avrebbero fatto in fretta e che sicuramente le sarebbe anche piaciuto.
-Abbiamo tutto il giorno per noi… Sbrighiamo sta cosa e dopo facciamo le prove del vestito… Dai!
Francesca non riuscì a dire di no e pur sempre titubante, disse all’amica:
-Andiamo.

Come in tutti i resort di un certo livello la camera era molto grande, con un bel letto matrimoniale un bagno gigante e tutti i confort.
Francesca una volta entrata cercò di rompere il ghiaccio con una battuta.
– Allora dottoressa cosa mi farà?
Viola sorridendo e stando al gioco rispose.
– Signorina, vista la sua costipazione le farò un clistere e una bella iniezione di vitamine che l’aiuterà ad essere bella in forma domani.
Francesca si morse la lingua per aver fatto quella domanda… Non amava troppo le iniezioni.
– Una puntura? Ma hai tutto l’occorrente qui in albergo?
Disse cercando di farla desistere.
– Certo, in situazioni come questa poi… in un paese lontano, con tutta la famiglia… è sempre meglio essere preparati!
— Non avrai mica paura??
Le chiese con un sorrisino malizioso.
Francesca voleva rispondere di sì ma l’amica non la fece parlare e le iniziò a dare subito ordini.
– Inizia a spogliarti casomai.
Francesca mentre sentiva l’amica cercare tra i beauty case in bagno si tolse il vestito estivo facendolo cadere dalle spalline.
Rimasta solo in bikini si fermò, essendo un po’ imbarazzata. Era tantissimo tempo che non si spogliava davanti ad una donna. Viola di ritorno dal bagno con una grande busta in mano le disse di non vergognarsi che l’ha vista nuda mille volte. 
Francesca, rimasta lì ferma in piedi iniziò a sentire un po’ di tensione salire, ma si fece coraggio e tolse le mutandine del costume rimanendo solo con il pezzo di sopra.
Aveva un fisico più che discreto anche dopo la gravidanza, solo qualche piccola smagliatura a lati del sedere. Viola la guardò, un po’ invidiosa del colore ambrato della pelle che risaltava ancora di più col segno del costume. 
Si sarebbe goduta un po’ quello spettacolo, ma vedeva l’imbarazzo nel volto dell’amica che cercava di coprirsi le parti intime con le mani ma non ne volle approfittare per il momento e la fece mettere comoda.
– Ora sdraiati sul letto. Mettiti comoda a pancia in giù.
Francesca non se lo fece ripetere e si sdraiò sul letto lasciando in bella vista il sedere.
Viola si sedette dalla parte opposta del letto e aprendo la sua trousse XXL piena di medicinali, iniziò a tirare fuori il necessario.
Francesca non perdeva una mossa dell’amica e in un secondo si trovò appoggiati sul letto di fianco a lei, lubrificante, guanti, la sacca del clistere e un lungo tubo nero in gomma flessibile.
Fece in fretta a capire cosa le sarebbe toccato e vista la tensione, forse per tranquillizzarsi, iniziò a fare domande all’amica infermiera. 
– Ma serve tutta questa roba?
— Cos’è quel tubo enorme nero??
Viola ovviamente pronta a tutte le domande che le venivano sempre fatte dalle varie pazienti, la tranquillizza dicendole che è sì lunga, ma sottile e serve per liberare bene l’intestino.
– Non preoccuparti tesoro, l’ho già sperimentata e non sentirai nulla.
Cercò di tranquillizzare l’amica strappandole un sorriso sapendo in realtà quanto fosse invasiva avendola provata anche su sé stessa.
Mentre ne spiegava l’utilizzo a Francesca, Viola aveva già collegato la lunga cannula al tubo e una volta preso anche il lubrificante si avviò verso il lato del letto dove era stesa l’amica.
Francesca la seguì con lo sguardo mentre appendeva la sacca ad una lampada da terra posta a fianco del letto, notando con un po’ di stupore quanto facesse tutto con naturalezza, come se l’avesse fatto il giorno prima.
Viola, sicura di sé, prese una bottiglia d’acqua da un litro e mezzo dal comodino e iniziò a versarla dentro la sacca blu che in un attimo fu quasi completamente piena. Un litro e mezzo di acqua a temperatura ambiente sarebbe stato più che sufficiente per liberarla bene.
Era tutto pronto, la paziente doveva solo mettersi in posizione.
– Ora Fra’ piega leggermente la gamba destra verso il petto, così starai più comoda.
Francesca eseguì alla lettera mettendosi leggermente sul fianco con il ginocchio destro leggermente piegato verso il petto. Mentre si muoveva non smetteva mai di guardare l’amica che era intenta a infilarsi i guanti bianchi in lattice, notando proprio quanto fosse professionale.
Il classico schiocco del guanto che si sistema sulla mano, le provocò un brivido lungo la schiena. Sanciva sempre l’inizio di ogni procedura.
Viola prese dal letto il tubetto del gel lubrificante e una volta versata una goccia sul medio del guanto destro, si avvicinò a Francesca, allargandole leggermente le natiche con una mano e iniziando ad applicare sull’ano dell’amica il gel.
Francesca appena sentito il contatto del guanto sulla pelle rimase immobile con lo sguardo rivolto verso il fantastico paesaggio che si vedeva dalla finestra davanti a lei.
Erano anni che non veniva toccata in quel modo. L’ultima volta che si era trovata ad essere la paziente dell’amica era una ragazza, oggi era una madre e una donna.
Viola conosceva benissimo la situazione e a differenza di altre volte si limitò ad un delicato massaggio esterno. Pochi gradevoli movimenti del suo dito medio sullo stretto forellino, che bastarono però a generare non poche sensazioni alla sua nuova paziente.
L’esperienza le aveva insegnato che così come è importante lubrificare la paziente, era altrettanto importante lubrificare la cannula e una volta abbandonata per un secondo Francesca, versò un altro goccio di lubrificante sulla punta della cannula, per poi iniziare a cospargerla attentamente per tutta la sua lunghezza.

Aveva comprato quella cannula su Amazon poco prima di partire, l’aveva scelta per la sua flessibilità e la particolare lunghezza (25cm) faceva sì che potesse decidere quanto infilarla in profondità nel sedere delle sue pazienti o amiche.
Come tanti altri strumenti medici che possedeva l’aveva provata su di lei qualche giorno prima, facendosi un bel clistere rilassante pre-partenza. Se il diametro era assolutamente modesto (1,5cm) la lunghezza, anche per lei che era abituata a clisteri, era un po’ difficile da gestire, soprattutto passata la metà. Bisognava un po’ insistere nell’inserimento, cercando l’angolo giusto, cosa che sapeva avrebbe generato qualche lamentela da parte dell’amica.
Con il dito cosparse attentamente tutta la lunghezza dell’oggetto, dall’alto verso il basso, guardandolo quasi con ammirazione.
Era tutto pronto e una volta impugnata bene la cannula si piegò leggermente sull’amica in maniera da avere una migliore visione.
Con la mano sinistra allargò leggermente le natiche di Francesca per poi impuntare attentamente la punta della cannula contro l’orifizio ormai ben lubrificato. Prima di iniziare a spingerla dentro disse solo una parola:
– Rilassati…
Francesca non rispose e cercò di seguire il consiglio di Viola.
La sensazione che stava provando era molto strana. La sua amica e futura cognata le stava infilando un tubo dentro il sedere e a lei non dispiaceva.
Forse per la maestria della ex infermiera o forse perché’ appunto non era la prima volta per lei, ma la cannula iniziò ad entrare abbastanza facilmente. Il centimetro e mezzo di larghezza era assolutamente fattibile e in primi 15 centimetri di cannula entrarono agilmente nel suo bel sedere, sorprendendo anche Viola che continuò imperterrita con il lento inserimento fino a quando non arrivò la prima lamentela di Francesca.
Sapeva che ad un certo punto la cannula avrebbe incontrato qualche resistenza e infatti non badando troppo alle lamentele di Francesca iniziò a ruotare leggermente la cannula muovendola un po’ dentro e fuori in maniera ca cercare la posizione migliore per l’inserimento.
Pur con qualche lamentela la cannula proseguì il suo viaggio dentro il sedere di Francesca entrando pe tutti i 25 centimetri.
Viola guardò con sguardo soddisfatto la sua amica, semi nuda e con quella grossa cannula infilata nel sedere. Le fece una gentile carezza sul sedere e le sussurrò all’orecchio Brava!
Francesca si sentiva in balia dell’amica, il misto tra eccitazione e imbarazzo era veramente incredibile e ora che Viola le aveva infilato quella lunga cannula nel sedere si stava veramente domandando cos’altro le avrebbe fatto e come avrebbe reagito.
La voce dell’amica la riportò alla realtà.
-Ora apro il rubinetto, farò entrare l’acqua lentamente in maniera che non ti faccia venire i crampi alla pancia.

Francesca non riuscì a replicare se non con un timido OK, grazie.
Vide solo l’amica aprire un po’ il piccolo rubinetto bianco attaccato alla cannula vicino al suo sedere e un attimo dopo sentì il liquido entrare dolcemente dentro il suo intestino.
Anche se era passato parecchio tempo dall’ultimo clistere, quella sensazione se la ricordava bene e le continuava a piacere! Quel clistere era appena iniziato e lei stava già iniziando ad eccitarsi e oltre a domandarsi come sarebbe andato il resto della improvvista visita, si domandava in quale strana situazione si era messa!
Viola invece sempre molto professionale, una volta essersi accertatasi che il liquido defluisse, si avvicinò alla valigia e iniziò a rovistare, cercando il materiale che le sarebbe poi servito per preparare l’iniezione.
Francesca ferma nella stessa posizione intenta a ricevere il tiepido liquido all’interno della sacca, vide l’amica posare sulla cassettiera di fronte al letto un paio di siringhe, aghi e disinfettante.
La vista di quel materiale le fece immediatamente tornare alla mente il suo rapporto con le iniezioni. Le aveva sempre un po’ temute, sapeva che potevano bruciare parecchio e lasciarle il sedere indolenzito a volte pure per qualche giorno, ma soprattutto le ultime che aveva ricevuto, non sapendosi spiegare come l’avevano anche un po’ eccitata!
Sapeva benissimo che gliela avrebbe fatta, non si sarebbe di certo fermata davanti a qualche sua protesta, da quanto raccontato da alcune sue amiche Viola era piuttosto inflessibile, soprattutto quando si trattava di iniezioni.
– La prepari subito?
Le chiese con un po’ di ansia mista a curiosità.
Viola proprio mentre stava disponendo il tutto ordinatamente sulla cassettiera le rispose che l’avrebbe preparata da lì a poco, mentre si sarebbe liberata del clistere.
Parlando proprio dell’enteroclisma, notò che il liquido era ormai a metà della sacca…
– Forse è meglio che cambiamo un po’ posizione, così da distribuire meglio il liquido nella pancia!
Francesca, iniziando a sentire qualche crampo, accettò l’idea dell’amica e seppure un po’ titubante le chiese come si sarebbe dovuta mettere.
Viola piegandosi verso di lei le disse di girarsi lentamente e di mettersi a pancia in su.
Sempre con molta attenzione e professionalità Viola afferrò la cannula ancora inserita nel sedere dell’amica in maniera che non si sfilasse e aiutandola a girarsi sulla schiena.
Con un movimento continuo, dopo averle fatto flettere leggermente le ginocchia ed essersi assicurata che la cannula fosse ben inserita, Viola iniziò ad allargarle lentamente le cosce, aiutandosi con le mani in maniera da battere la resistenza di Francesca estremamente imbarazzata nel mostrarsi.
Viola con tono sempre più professionale, guardando dritta l’amica negli occhi le disse di rilassarsi e di fidarsi di lei.

Francesca sapeva che l’amica non avrebbe desistito e cercando di controllare le emozioni non oppose più resistenza e aprendo lentamente le gambe, offrì la vista dei suoi genitali a Viola.
Viola ora aveva Francesca alla sua mercé e con fare gentile iniziò ad accarezzarle l’interno coscia cercando di fare rilassare l’amica.
La mano ancora protetta dal guanto in lattice si muoveva lentamente sulla pelle liscia della ragazza avvicinandosi sempre di più alle parti intime che Viola notò subito essere assolutamente ben curate. Probabilmente a causa dell’imminente matrimonio Francesca, solita tenere il pelo piuttosto naturale, si era depilata quasi completamente, lasciando solo una piccola striscia sul monte di venere.
Chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi il più possibile, ma se quella lunga cannula nel sedere l’aveva già fatta un po’ eccitare, quelle carezze così intime di Viola iniziarono a rendere la sua eccitazione sempre più evidente, si sentiva completamente bagnata e il respiro si stava facendo sempre più intenso.
Le sapienti mani della ragazza le massaggiavano la pancia in maniera da distribuire al meglio il liquido, quei lenti movimenti circolari le andavano a toccarle il pube, arrivando sempre più in basso.
La mano che le massaggiava le cosce ormai completamente aperte sfiorava ad ogni carezza le grandi labbra.
Viola ormai certa dell’eccitazione dell’amica, con voce soave ma decise le disse di stare tranquilla e rilassarsi. Voleva divertirsi un po’ a vedere quanto avrebbe resistito e dopo aver abbandonato le cosce per un istante con la mano iniziò a muoverle lentamente dentro e fuori dal sedere la lunga cannula.
Non contenta di questa dolce tortura, iniziò a spostare sempre più in basso quella mano che accarezzava il ventre di Francesca
Le lunghe dita di viola iniziarono a toccare sempre più intensamente le labbra iniziando a farsi strada tra di loro, liberando così gli umori dell’amica.
Francesca era completamente in preda al piacere. Cercava di non pensare a nulla e di godersi quelle sensazioni che non provava da così tanto tempo.

Una volta aperte completamente le labbra ed esposto oscenamente il clitoride della futura sposa, Viola iniziò a massaggiarlo delicatamente continuando inoltre a muovere quella lunga cannula dentro e fuori dal sedere.
Il respiro di Francesca si trasformò rapidamente in gemiti sempre più forti che venivano solo leggermente attutiti dalla sensazione di pienezza che stava provando a causa del clisma.
I crampi e il bisogno di liberarsi si mischiavano al piacere mitigandosi a vicenda. Sarebbe voluta correre in bagno ma allo stesso tempo desiderava liberarsi in un fantastico orgasmo.
Il clistere però era ormai finito e Viola pur presa nell’intento di portare al limite l’amica se ne accorse e sapendo che non sarebbe finita così in fretta la sua particolare cura, fermò quel sensuale massaggio lasciando l’amica ad un passo dal piacere.
Anche lei non vedeva l’ora di vedere Francesca urlare di piacere, ma allo stesso tempo non voleva farsi scappare l’occasione di farle una bella iniezione.
Sapendo che per l’orgasmo sarebbe stata solo una questione di tempo decise di prolungare un po’ l’attesa, smettendo lentamente di stimolare l’ormai gonfissimo clitoride.

– Ora è il momento di liberarti!
Le disse con tono professionale. E con un movimento lento le tolse la lunga cannula dal sedere.
Francesca, nuda e ancora mezza sconvolta da quanto provato non perse un secondo e senza nemmeno dire nulla all’amica corse in bagno.
Raccolse la cannula appena tolta dal sedere dell’amica e ancora lucida di lubrificante e umori vaginali la infilò dentro la sacca ormai vuota appesa alla lampada.
Finalmente si sarebbe potuta dedicare a una delle pratiche mediche che più la eccitavano. L’iniezione.

Senza perdere altro tempo si avvicinò al mini frigo della sua camera e con fare sicuro triò fuori una classica confezione di fialette per iniezioni e una bottiglietta trasparente senza particolari indicazioni se non un laconico “acqua bidistillata per soluzioni iniettabili”.
Se con il clistere era stata meno sadica, con l’iniezione si sarebbe divertita.
La siringa preparata in precedenza era pronta per essere riempita per tutti i suoi 10ml.
Infatti oltre alle due fialette da 2ml di vitamina B12 appena estratte dalla scatola, avrebbe riempito il resto della siringa fino a 10 ml con della soluzione fisiologica per iniezioni.
Se già la vitamina bruciava parecchio se mischiata con della soluzione sterile fredda sarebbe stata dolorosissima! Era tutto pronto davanti a lei e come ciliegina sulla torta avrebbe sostituito l’ago originale con uno più grosso e lungo, il terribile 21G, un ago da quasi 4cm di lunghezza spesso un millimetro.

Con fare preciso e professionale iniziò ad aspirare il liquido dai vari recipienti, riempiendo lentamente la grande siringa per tutti i suoi 10 millilitri.
Come altre volte però nel prepararla sente una strana sensazione di eccitazione. Era l’unica del gruppo di amiche a saper fare le iniezioni anche grazie al suo passato da tirocinante infermiera. Fino dalle prime iniezioni fatte o ricevute le aveva trovata subito interessanti, scoprendo pian piano una sorta di passione. Trovava eccitante riceverle, ma purtroppo l’unico modo per divertirsi era farsele da sola.
Da qualche anno aveva scoperto un lato sadico in lei e ogni volta che aveva l’occasione suggeriva alle amiche di farsi fare delle iniezioni anziché usare altri medicinali, convincendo spesso le malcapitate a subire dolorose punture!
Come successe non più di un mese prima quando la sua migliore amica era rimasta bloccata con la schiena forse a causa di un colpo di freddo mentre era andata a correre e Viola ovviamente colse immediatamente la palla al balzo facendole una bella iniezione con un mix di voltaren e muscoril. Come avrebbe fatto di lì a poco con Francesca, aveva però usato un ago molto più lungo del solito e pur sapendo quanto fossero più dolorosi aveva trovato una validissima scusa per convincere le varie pazienti che avrebbe sicuramente usato anche con l’amica che da lì a breve sarebbe uscita dal bagno.
Si ricordava benissimo le lamentele della ragazza, solitamente piuttosto coraggiosa, durante l’iniezione. Quelle lamentele che la eccitarono così tanto che appena rimasta sola dovette masturbarsi!
Di quella confezioni di aghi “speciali” ne erano rimasti parecchi e alcuni li aveva portati proprio a Bali ed ora uno era montato sulla siringa che avrebbe da lì a poco forato il sedere della futura cognata.

Francesca uscì dal bagno ancora leggermente incredula di quello che le era appena successo.
Dopo essersi liberata di tutto il liquido del clistere si era lavata le parti intime con il getto della doccia che, non appena sfiorato i genitali le fece quasi raggiungere nuovamente l’orgasmo.
Appena ritornata in camera sentì subito quell’odore inconfondibile di disinfettante e capì subito le intenzioni dell’amica.
Viola che nel frattempo aveva preparato tutto il necessario, la guardò sorridente, sapendo quanto Francesca a questo punto si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa pur di raggiungere il piacere!
Cercò di rompere il ghiaccio e di riportarla subito sotto le proprie cure.
– Allora come stai? Sarai un po’ stanca…
L’amica sapeva che Viola sarebbe stata dura da far desistere, quell’iniezione promessa sarebbe stata quasi impossibile da evitare, ma allo stesso tempo si sentiva ancora terribilmente eccitata e sperava che dopo quella dolorosa procedura arrivasse il piacere.
Rispose timidamente, ancora nuda dalla vita in giù, quasi vergognandosi di ammettere ciò che aveva provato.
– Bene, è stata una sensazione molto strana!
– – Ma serve proprio quella puntura?
Disse sperando di farla desistere.
Viola invece avendo le idee ben chiare, cercò subito di procedere senza perdere altro tempo.
– Stai tranquilla, vedrai che ti farà bene!
– – Ora sdraiati sul letto a pancia in giù e rilassati!

Francesca timidamente si avvicinò al letto e si sdraiò lasciando in bella vista il suo giunonico sedere, rimanendo così in attesa di quella temuta iniezione. Un mix di sensazioni che andavano dalla paura all’eccitazione, si stava scatenando dentro di lei.

Si sarebbe sposata il giorno dopo e si vergognava di provare quelle sensazioni procuratele da una donna, ma ormai non sarebbe più riuscita a tirarsi indietro e il desiderio di piacere era troppo grande.

Viola rimase quasi stupita dell’ubbidienza dell’amica e senza perdere un attimo prese la siringa e il batuffolo già imbevuto e si avvicinò al letto.

Francesca già particolarmente tesa ebbe un brivido lungo la schiena quando vide apparire sul comodino di fianco a lei il cotone imbevuto del classico disinfettante rosa e una siringa enorme, molto più grande di quelle che lei conosceva, sulla quale l’amica infermiera aveva montato un enorme ago.

– Viola ma perché quella siringa enorme?
– – Sarà dolorosissima!

Chiese quasi piagnucolando.

Viola che nel frattempo si era seduta sul bordo del letto a fianco della sua paziente, appoggiò delicatamente una mano sulla natica e iniziò a spiegarle con molta professionalità il motivo della sua scelta.
– Ho pensato che avresti avuto bisogno di un mix vitaminico e l’ho diluito con un po’ di soluzione fisiologica per fargli avere maggiore effetto.

-Sì ma quell’ago?
Ribatté Francesca, preoccupata.
L’amica, quasi spazientita di tutte quelle domande le spiegò che l’uso di aghi più grandi favoriva la penetrazione del liquido dentro il muscolo.
Era una scusa che utilizzava molto spesso e che in effetti le amiche o le pazienti accettavano sempre di buon grado.
Dal canto suo riteneva che quell’ago fosse molto più eccitante da utilizzare e cercava infatti ogni volta di convincere la malcapitata a cui toccava l’iniezione.

Ormai parecchio eccitata anche lei dalla situazione, cercò di tranquillizzare Francesca sapendo come sarebbe finita!

– Ora Fra’ rilassa il sedere e allarga un po’ le gambe, vedrai che faremo presto… Fino ad ora ti sei divertita no?
Francesca ubbidì e allargò le gambe mostrando così all’amica i genitali chiedendole solo di essere delicata.
Viola in un attimo aveva impugnato la siringa e il cotone ed era pronta a farle l’iniezione.
Appoggiò il cotone sulla natica di Francesca, facendole un energico massaggio nell’area dove avrebbe inserito l’ago.

Il freddo sulla pelle le provocò un brivido lungo la schiena. Le dita di Viola le palparono leggermente la parte alta della natica destra.

Tolse il cappuccio di protezione e dopo aver verificato un’ultima volta che non ci fosse aria nella siringa, con un colpo deciso l’infermiera fece entrare tutti i 5cm nel sedere dell’amica.
Ma a differenza dei normali aghi, il 21g si faceva sentire per ogni suo millimetro di lunghezza, generando non poche lamentele nelle pazienti.

Un dolore intenso, mai provato per una puntura, fece emettere il primo verso di dolore a Francesca che avendo però allargato le natiche come da consiglio di Viola non poté opporre nessuna resistenza, se non aspettare che il liquido iniziasse ad entrare.

Il trucchetto di far allargare le gambe alle pazienti era davvero furbo e oltre a evitare che stringessero le natiche contraendo i muscoli, come reazione al dolore, rischiando pericolose situazioni, consentiva a Viola di praticare altre procedure come mettere termometri rettali o supposte, subito dopo, se non durante l’iniezione, quando appunto la paziente non si sarebbe potuta muovere.

Questa volta però a Francesca sarebbe capitato qualcosa di diverso…
Impugnato bene lo stantuffo iniziò a spingere dentro i dieci millilitri di quel liquido rosastro, scatenando immediatamente la reazione prevista nell’amica.
– MMMM Oddio Viola brucia da morire!
– – Ti prego basta!

Iniziò a pregarla di smetterla quasi piangendo.
Ma Viola abituata a tali reazioni continuò imperterrita a far entrare il liquido, fermandosi solo raggiunta la metà della siringa.

Francesca ormai in lacrime pensò che la tortura fosse finita ma Viola la fece subito ricredere dicendo di non muoversi che l’ago era ancora piantato nel sedere.

– Viola toglila ti prego, fa malissimo!
Non fece nemmeno in tempo a continuare le proteste che sentì la mano dell’amica scivolare tra le natiche, sfiorandole delicatamente l’ano fino a scendere lungo la vagina, allargandole delicatamente le grandi labbra.

Chiuse gli occhi, completamente sconvolta dalla situazione.
L’amica la stava iniziando a masturbare mentre aveva piantata nel sedere quell’enorme siringa!

Viola si stava godendo quella scena, ormai eccitatissima anche lei e assecondando il respiro dell’amica, muovendo delicatamente le dita tra le labbra ormai fradicie di umori, portandola nuovamente al limite dell’orgasmo.
Non poteva ancora farla venire, non prima di aver finito l’iniezione.

Francesca completamente travolta dalla situazione, iniziò a sentire di nuovo quel dolore terribile del liquido che entrava, ma questa volta però quel dolore, non fece altro che aumentare ancora la sua eccitazione.

I secondi 5 millilitri di quel terribile mix entrarono senza problemi e finalmente Viola poté togliere lentamente l’ago dal sedere della ragazza.

Con fare deciso riprese in mano il batuffolo di cotone idrofilo ancora bagnato di alcol e senza dare un attimo di tregua all’amica iniziò un lento ma efficace massaggio sul punto dell’iniezione in maniera da distribuire bene il liquido.

Questa volta il dolore del liquido che si spargeva all’interno della natica fece inarcare la schiena a Francesca che involontariamente o meno offrì ancora di più i suoi genitali alle attenzioni di Viola, ormai completamente senza pudore.

L’amica non tardò a capire cosa Francesca stesse cercando e una volta lasciato il cotone iniziò ad accarezzarla gentilmente tra le cosce, toccando e allargando sempre di più le grandi labbra e iniziando lentamente a raggiungere il clitoride ormai oscenamente gonfio.

Ad ogni carezza di Viola Francesca apriva sempre di più le gambe innalzando il sedere, in maniera da mostrare all’amica la visione più sconcia e vogliosa di lei.

Le dita di Viola le avevano ormai scoperto completamente il clitoride e lo massaggiavano lentamente lasciandolo di tanto in tanto per penetrante la vagina.
L’altra mano continuava ad accarezzare le natiche di Francesca ancora indolenzite per l’iniezione, stringendole e sculacciandole leggermente.

Il gemiti della futura cognata si facevano sempre più rumorosi e frequenti, il piacere era tanto da farle stringere il cuscino con le mani e da farle alzare sempre di più il sedere come a chiedere di essere nuovamente penetrato dopo quella lunga cannula!

Questa richiesta mai detta fu subito accolta da Viola. 
Era sicura di cosa volesse Francesca e non esitò a infilarle lentamente il dito indice nel sedere trovando solo una leggera resistenza dovuta al fatto che il lubrificante dal precedente clistere fosse ormai sparito.
La sua futura cognata però era ormai a sua completa disposizione e pur gemendo un po’ per il dolore ora si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa pur di godere.
Senza nessun pudore aveva completamente aperto le gambe e sollevato il sedere, come a facilitare la penetrazione, mentre l’amica seduta sul letto al suo fianco la stava masturbando davanti e dietro come nessuno aveva mai fatto.
Se con una mano continuava a penetrarla con l’altra mano iniziava a trasformare quelle che erano carezze sui generosi glutei in sculacciate.
Francesca iniziò così a gemere senza vergogna domandandosi come l’amica sapesse di quanto amasse essere sculacciata e mentre le dita la penetravano davanti e dietro con una mano iniziò a massaggiarsi selvaggiamente il clitoride.
Viola quasi sorpresa della positiva reazione infatti non esitò a trasformare quelle che erano delle sensuali e innocenti sculacciatine in vere e proprie sculacciate, proprio come quelle che le era a volte capitato di impartire durante le punizioni alla sorella diciottenne per le sue varie marachelle.
I colpi inferti con la mano sinistra erano forti e regolari uno per natica e salivano di intensità insieme alla masturbazione.
Se c’era una cosa che amava era portare le pazienti o le amiche al limite sia del dolore che del piacere.
Francesca ormai senza nessun ritegno iniziò ad urlare all’amica:
– PIU’ FORTE! SIIII PIU’ FORTEEE!!!

Così come era stato per il dolore della puntura appena fatta ora era il momento del piacere.
Viola sapeva che Francesca era al limite dell’orgasmo e senza perdere un secondo rincarò la dose per il gran finale.
Senza trovare alcuna resistenza infilò indice e medio nell’ano dell’amica mentre l’anulare e il mignolo continuavano a penetrare la vagina ormai completamente aperta e fradicia; iniziando così una doppia penetrazione che mai aveva provato su nessuna paziente.
Francesca ormai in preda al piacere più estremo iniziava a muoversi in maniera quasi scomposta ma la sapiente amica la bloccò abbracciandole il bacino in maniera da poter prolungare al massimo l’orgasmo che di lì a breve sarebbe esploso.

Viola infatti era intenzionata a farle provare quello che veniva chiamato orgasmo multiplo. Quel piacere incredibile che aveva visto succedere solo in alcuni video porno.
Teneva infatti bloccata l’amica continuando a penetrarla in entrambi i buchi aumentando sempre di più l’intensità.
La masturbazione era ormai selvaggia così come la reazione di Francesca che urlava di piacere come non mai. Era come se un orgasmo arrivasse subito dopo l’altro e sempre più potente, talmente forte che iniziò a tremare dal piacere e le contrazioni muscolari le percorrevano tutto il corpo dal collo fino alle dita dei piedi.
Viola soddisfatta di quanto appena visto e ormai altrettanto eccitata, liberò l’amica dalla presa e lentamente sfilò le dita completamente fradice di umori.
Francesca rimase inerme a pancia in giù sul letto ansimando senza dire nulla come a cercare di recuperare le energie.

Viola la guardò per qualche istante mentre era ancora con le gambe ancora divaricate e le natiche ancora rosse dalle sculacciate ricevute.
L’occhio le cadde su quella siringa ormai vuota appena usata su Francesca.
Sotto il costume era anche lei completamente fradicia e desiderosa di masturbarsi.
Sussurrò all’amica di rilassarsi mentre lei si sarebbe fatta una doccia.
Si alzò dal letto e mentre si avviava verso il bagno, si fermò un istante e prese la trousse con dentro tutto il necessario per le iniezioni…

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