Skip to main content

Non si conoscevano, ma fu chiaro fin dal primo momento, così chiaro che anche un cieco poteva vederlo: quei due si stavano già scopando con lo sguardo.

Era una calda sera di inizio agosto, il lungomare di Napoli era pieno, ovunque si sentiva il mormorio di voci che si incrociavano come le onde del mare.
Loro, gli sconosciuti, erano seduti su due tavoli di un ristorante a Mergellina, di fronte al mare, a pochi metri di distanza, ognuno con il suo partner. Lei, capelli neri,
occhi seducenti da gitana che spiccavano neri, nerissimi sulla pelle bianca, quasi lunare. I capelli sciolti piovevano sulle spalle nude e sul vestito rosso rubino perfettamente abbinato al rossetto, ai tacchi, allo smalto… alla passione che si poteva leggere nei suoi dannati occhi.
Lui, un uomo elegante dagli occhi verdi e dalle spalle larghe, un giovane e affascinante imprenditore con un’intensa vita interiore che nessuna delle sue amanti era in grado di soddisfare. Quando la sensuale bruna si alzò per prendere aria, fu completamente ipnotizzato dalla folgorante scia che lasciava dietro di sé il movimento del suo fianco. Non poteva perdere l’occasione, evitò abilmente di guardarla; vestita con quel vestito rosso che evidenziava ognuna delle sue spettacolari curve, muovendosi sinuosamente verso l’uscita del locale. Sua moglie chiacchierava con un’amica; la guardò negli occhi e tirò fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca destra dei suoi pantaloni.
-Vado a fumare, torno subito.
Le disse in modo diretto, senza ricevere risposta. Uscì, si guardò intorno… poteva annusarla, anche se non la vedeva, seguì come un segugio la sua preda, la traccia del suo profumo… Non riusciva a contenere l’eccitazione vedendola, l’erezione, il battito cardiaco accelerato. Voleva possederla. Lì. In quell’istante. Le si avvicinò lentamente. Lei osservava il sensuale ondeggiare del mare, perdendosi nel paesaggio, al tramonto che di che dipingeva il Vesuvio di porpora e cobalto.
-Ti stavo aspettando. Le sussurrò.
-Ti cercavo. Le sussurrò.

Era profondamente eccitante, sensuale ed erotico stare a pochi metri dal tuo partner desiderando di scopare uno sconosciuto.
Lui la strinse con forza sul suo corpo, infilandole tra le gambe il suo membro eretto; lei tremò, e non poté fare a meno di bagnarsi.
-Dove andiamo? – Gli chiese.
Verso io cielo. Rispose lui.

In paradiso o all’inferno? Chi poteva saperlo? L’unica cosa reale in quel momento è che dovevano trovare un angolo di intimità dove lasciarsi andare. Lui la baciò appassionatamente e lei non poté fare a meno di accogliere la morbidezza delle sue labbra carnose, la furia della sua lingua nella sua bocca. La ruvidità della barba sfregata sulla sua pelle la eccitò ancora di più. Si guardarono, pieni di desiderio, ardenti.
Lui la afferrò per mano e, sorridendo, corsero lungo la costa, corrotti da un folle desiderio di cadere nel peccato. Pochi minuti dopo, lontani dal caos, si ritrovarono scalzi sulla spiaggia, sotto un cielo ocra che si rifletteva nelle acque trasparenti, trasformando quel luogo in uno scenario sensuale e perfetto. Mentre lui baciava e le mordeva il collo, la mascella, la clavicola e i capezzoli, stringendo entrambi i seni con le sue mani grandi e forti, lei tremava, palpandole il membro durissimo nei pantaloni. Sudore e gemiti sussurrati si mescolarono alla leggera brezza marina. La spinse contro una roccia, le sollevò il vestito giusto per toglierle le mutandine, mentre la lingua aveva finalmente il piacere di assaporare quei capezzoli rosa e turgidi, e la sua mano libera per afferrare l’impugnatura della spada estremamente dura, pronta a compiacerla. Gettarono i vestiti lontano dalle onde spumeggianti, dove le loro scarpe giacevano senza passi al chiaro di luna. Assaporando i suoi gustosi baci, cercando le sue iridi, lo guidò dentro la vulva che fu felice di riceverlo.
Lei splendeva, con il seno già nudo davanti alle onde che si infrangevano contro i suoi piedi, osservava come ogni centimetro della sua pelle tremava al tocco di quella lingua che scorreva dolce e appassionata sul suo corpo. Il collo, la clavicola, il petto, i capezzoli… scendeva fino all’ombelico, saliva fino alla bocca… scendeva di nuovo, totalmente impazzita, in un rituale infinito che preannunciava cosa sarebbe successo di lì a poco…

7
2

Leave a Reply