Scena prima.
Sala mensa
Carla e Alessia siedono insieme.
Alessia:- ancora arrabbiata con me?
Carla:- no, no, anche se dovrei… sei proprio una stronza.
E Dino l’ho dovuto punire…
Alessia:- l’hai sculacciato,poverino?
Carla:- seee..quella è la sua routine. Gli ho dimezzato lo stipendio per i prossimi tre mesi.
Alessia:- ma dai!! Già guadagna pochissimo…sei crudele. Colpa mia che te l’ho detto.
Carla:-Però alla fine grazie a te mi si è aperto un mondo.
Ovvero si è aperto Dino, anche con me, e molto in profondità anche.-
Alessia:- bene, quindi sono perdonata.
Carla:- ora invece sono preoccupata per tutt’altro problema. Cioè, per un problema collegato.Sono 20 giorni che Dino non va in bagno, insomma che non fa la sua popo’….
Alessia allarmata:- E quindi?
Carla:- sembra sia una reazione psicologica.
Mi hanno spiegato dei colleghi che la cacca è simbolo del dare, un regalo che il bambino fa alla mamma, roba inconscia insomma…che Dino è arrabbiato con me, e lo dimostra così.
Alessia:- non ti vuole dare più nulla…del suo tesoro interiore.
Carla:- già.
Carla allarga le braccia.
Alessia:- magari ne parlo a Lucilla( la responsabile settore benessere del personale) che è esperta di queste cose. Pratica la terapia ipnotica.Ed è una persona veramente squisita, di mentalità aperta. Vedrai che tutto si risolve.
Scena 2
Lucilla è una bruna formosa, un po’ fata e un po’ strega.
È insieme a Carla e Alessia, che la ascoltano con espressione apprensiva.
Dino è sdraiato su un lettino, ad occhi chiusi,sembra addormentato.
Lucilla:- ecco, ora è in stato di trance molto profonda,
pronto ad accettare tutte le suggestioni ipnotiche che adesso noi gli daremo.
Bene Dino, adesso concentrati sulla mia voce… solo sulla mia voce e rispondi, sei arrabbiato con Carla?
Dino:- hummmm…si.. perché mi ha fatto la multa.
Lucilla:- ti ha fatto la multa perché ti vuole bene. Per insegnarti a non fare il porcellino in giro. Per proteggerti. –
Lucilla impiega vari minuti a elencare le virtù di Carla e a descriverne la bontà.
Lucilla:-bene Dino,
Ora ti sentirai, contento, in pace e pieno di gratitudine.-
Dino:- si.
Le tre donne lo alzano, seguendo un piano già prestabilito e lo piazzano con il popò nudo ben in mostra, aperto in posizione squat, sopra un vasetto rosa a forma di ippopotamo ( scelto da Lucilla per favorire la regressione ipnotica).
Lucilla:- bene, tesoro,ora senti il desiderio di farci pervenire un bel regalo grande, grande, vero?….ti viene? Se ti viene lascialo andare.
Dino:- hum…. sì.-
Lucilla:- sta venendo?
Dino:- si-
E inizia a produrre uno stronzo gigantesco, che cala piano piano,lento e sinuoso e nodoso come un grosso serpente boa. Le tre spettatrici sono in visibilio, si guardano, ridono, si tappano platealmente il naso disapprovando l’odore, in un misto di disgusto e eccitazione, di raccapriccio e trionfo.
Luciana:- bravissimo Dino! Bene, ora fai ancora attenzione.
Hai fatto un bel regalone alle tue tre brave padroncine. E ora ti senti molto buono e ubbidiente. Da ora ubbidirai sempre a quello che loro tre ti chiederanno.Senza protestare, d’accordo?
Ora svegliati. Dino si sveglia.-
Scena 3
Carla, Alessia e Lucilla insieme al banco del bar.
Prendono un aperitivo.
Carla:- sei stata grande Lucilla!
Lucilla:- grazie, è stata una bella esperienza. Strana ma veramente bella.
Carla:- ..non mi è piaciuta questa storia delle tre padroncine…Dino è la mia segretaria. Mica la vostra! Ora devo dividere il potere?
Alessia:- ormai è così, cara.Non si può cambiare. È scritto nel suo inconscio profondo. Uff io cerco sempre di fargli tirare fuori un po di grinta.
Invece lui ti tira fuori un’enorme popò. Ora è diventato uno schiavetto integrale.
Carla:- hai forse contribuito un po’ anche tu a tutto questo, stronzetta. Non credi?
Ci sono altre storie se siete interessati
Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono