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Elena-Luca_Paolo capitolo 1

By 30 Novembre 2022No Comments

Questa storia mi è stata richiesta da una coppia, mi hanno indicato come si sono svolti i fatti, fornito qualche particolare e chiesto di scriverla arricchendola con particolari, fondamentalmente però rispecchia quanto mi è stato detto. Se anche voi desiderate che scriva la vostra contattatemi scrivendo un mail a nadiagang@libero.it
Prima parte
Mi chiamo Paolo e vorrei raccontarvi come è nato il mio rapporto con Elena, rapporto non proprio convenzionale soprattutto per il periodo in cui è nato.
Inizio anni ’80 periodo delle feste di Natale. Sono in montagna in una rinomata località sciistica in Lombardia, la casa dove sto è un piccolo appartamento in un condominio molto grande. In questa casa avevo passato tutti gli anni le vacanze di Natale da quando ero bambino fino ai 19 anni poi l’università fuori sede e nuove amicizie mi avevano portato altrove e la casa la avevo usata molto saltuariamente perdendo un po’ di vista le amicizie invernali (all’epoca i telefonini non c’erano).
Poco prima di Natale avevo ricevuto il benservito da una ragazza con cui mi ero messo, avevamo prenotato per andare a fare capodanno a Taormina, ovviamente tutto saltato e così, senza ragazza e senza voglia di vedere coppie che erano sempre appiccicate, avevo deciso di passare una settimana a cavallo di capodanno in quell’appartamento. La compagnia non sarebbe certo mancata, avevo pensato. Frequentando da ragazzo eravamo un gruppo di quasi una ventina di elementi maschi e femmine con età che, quando avevo 18 anni, andavano dai 14 ai 20.
Arrivo davanti alla porta e mentre apro dalla porta di fianco esce Elena, quasi non la riconosco. E’ la sorella minore di una delle ragazze della compagnia e qualche volta era uscita con noi ma la consideravo poco più che una bambina. L’ultima volta che la avevo vista aveva 15 anni, secca secca e brufolosa. Ora ne ha 18, le sono cresciute le tette (una terza abbondante direi), è cresciuta ancora in altezza 1,70 all’incirca ed è scomparso ogni brufolo. Ha splendidi capelli biondi con le mèche ed un paio di occhi scuri sapientemente truccati. Mi guarda mi butta le braccia al collo e mi bacia sulle guance. “Quanto tempo che non ci vediamo, che bello, ti fermi qualche giorno?” sono le sue parole. Le rispondo che si mi sarei fermato fin dopo capodanno. “Sto scendendo al locale che c’è al piano terra, ci sono diversi della nostra compagnia, ti va di unirti a noi per un aperitivo?”. E’ quello che mi serve per distrarmi e quello che speravo, vedere un po’ di gente fuori dal solito giro. Le rispondo “certo fammi mettere via i bagagli aprire casa e vi raggiungo, tempo 20 minuti e sarò con voi”.
“Bene, ti tengo un posto vicino a me così mi racconti cosa hai fatto in questi anni”. La vedo andare via sculettando, indossa una giacca di piumino, un paio di fuseaux entrambi neri che ne valorizzano il fisico ed un paio di stivaletti con suola di gomma e tacco che la slanciano. Non riesco a toglierle gli occhi dal culo mentre percorre il corridoio. Quando svolta per prendere l’ascensore si gira, si accorge che la stavo guardando e facendomi un bel sorriso mi strizza l’occhio.
L’uccello mi si è parzialmente indurito, però la sorellina come è cresciuta penso fra me e me.
Tempo di mettere via tutto e scendo, nel bar ristorante al piano terra c’è una bella atmosfera, nel camino arde un ceppo di legno di grosse dimensioni e la tavolata della compagnia è sempre la stessa, hanno unito tre tavoli e ci sono una decina di persone, Elena è in mezzo ed ha un posto libero di fianco a lei. Quando mi vede entrare mi fa cenno di andare a sedersi di fianco a lei cosa che ovviamente faccio. Mentre mi siedo saluto tutti quanti, li conosco uno per uno, con un paio di ragazze, compresa Monica, la sorella maggiore di Elena, ho anche pomiciato una volta a capodanno. L’atmosfera è rilassata. La giornata di sci è finita da poco una fetta di torta con un te è quello che va per la maggiore, mi adeguo, passando dal bancone chiedo di portarmi una fetta di torta di mele ed un tè natalizio speziato come facevo anni prima. Nulla è cambiato e questo mondo mi fa un po’ da guscio. Mi siedo e quando arrivano torta e tè me li gusto. A tavola la compagnia sembra la stessa di tanti anni prima, qualche dinamica è cambiata, un paio di coppie storiche sono scoppiate ma in allegria. Qualcuno ha portato il nuovo ragazzo/a che in mezzo a tanta armonia è un po’ in difficoltà ma viene messo a proprio agio facendolo parlare. Elena mi mette una mano sulla gamba in modo apparentemente casuale e mi sorride. La mano comincia a carezzarmi lentamente salendo sempre più. Il cazzo mi diventa di marmo, la mano di Elena lo raggiunge, gli fa una piccola carezza sopra i jeans che indosso poi si ritrae e continua a parlare ridere e scherzare come se niente fosse successo. Dopo un’ora qualcuno comincia ad andarsene per mettersi a preparare cena. Elena ed io risaliamo insieme, l’ascensore è abbastanza piccolo per cui siamo faccia a faccia molto vicini. Avrei voglia di saltarle addosso, i segnali sono stati chiari ma qualcosa mi trattiene. Lo fa lei, mi mette la lingua in bocca e mi bacia con passione che ricambio. I nostri corpi si intrecciano per i pochi secondi della durata del viaggio in ascensore. Il quarto piano viene raggiunto troppo velocemente. Tenendola per mano apro la porta. Lei si libera, va alla soglia di casa sua, mette dentro la testa e dice alla sorella che era salita prima “Ho invitato Paolo a cena, adesso vado da lui, quando è pronto ci venite a suonare per favore?”
Sento la voce di Monica che risponde da dentro l’appartamento “Ok, ci vorrà un’ora, a dopo”. Io sono fermo come un baccalà sulla porta, Elena mi spinge dentro e quindi sul divano. Si mette in ginocchio, mi slaccia i pantaloni, me li abbassa così come gli slip e comincia a leccarmi il cazzo dalle palle salendo con una maestria che non avevo mai provato. L’uccello che era già duro si pietrifica. Dopo avermelo leccato e succhiato per un paio di minuti si stacca, si toglie tutto, faccio lo stesso, siamo entrambi nudi. Questa volta sono io a spingerla sul divano le faccio allargare le cosce e mi tuffo sul suo sesso leccandolo con passione e voluttà. Ha un buon sapore ed è profumata, non smetterei di leccarla, mi interrompe lei. “Ti voglio dentro, mettiti un preservativo”. Non ne ho con me, mannaggia, le dico la cosa. Mi guarda stupita, si rimette il maglione, prende le chiavi dalla borsetta, prende la porta ed entra in casa sua. La sento confabulare con la sorella ed un minuto dopo è di nuovo in casa mia con una scatola di preservativi da tre. “Ce ne sono solo due, vediamo di farli bastare per questa ora poi però li compri tu” mi dice ridendo. Mi spinge sul divano, apre una bustina e me lo infila con una naturalezza che denuncia la pratica assoluta nel farlo.
Il cazzo è duro e svettante, io sono seduto e lei mi monta sopra dandomi la faccia ed il ritmo, ho il suo splendido seno davanti alla faccia, comincio a palpeggiarlo, a mordicchiarlo ed a succhiarlo. Lei inizia a gemere. Il cazzo è scivolato dentro tutto nella sua figa senza fatica, Elena era bagnatissima. Cinque minuti e sento che contrae le pareti della vagina e gode con un rantolo non trattenuto ed un si si che dichiara la sua soddisfazione. La stretta sul cazzo lo sollecita così come i versi animaleschi di Elena e così vengo pure io poco dopo di lei. Si toglie da sopra e si siede di fianco, riprendiamo fiato.
“E’ da quando avevo 15 anni che volevo farlo” mi confessa. “Allora però non mi guardavi proprio. Ci avevo anche provato ad una festa di capodanno ma tu ti eri fatto Monica”.
“Beh a parte che sei diventata una donna splendida e non ti si può non notare ma ho 4 anni più di te e sarebbe stato da codice penale se ci fossi stato all’epoca”.
Elena mi toglie il preservativo e lo butta nella spazzatura quindi si accovaccia davanti a me e comincia a leccarmelo di nuovo alternando la bocca alle tette. E’ una spagnola come mai ne avevo provate. Per la mia esperienza le donne di solito non amano farlo e la pratica viene eseguita per compiacere il maschio di turno. Elena invece sembra apprezzare quello che sta facendo. Prende l’uccello rigido e bagnato ancora di sperma e se lo strofina sui capezzoli facendoli inturgidire di nuovo. Poi se lo mette fra i seni e lo fa spuntare leccando la cappella per bene. Il trattamento dura un paio di minuti ed il mio cazzo è di nuovo pronto per prenderla. Elena si stacca, si mette con la faccia verso il divano ed il culo per aria. E’ spettacolare viene voglia di prenderlo ma non oso. E’ lei che rompe ogni indugio. “Ti ho visto come me lo guardavi oggi quando sono scesa, se lo vuoi prenditelo, leccamelo ed insalivalo un po’ però prima”. Non credo alle mie orecchie, mi metto in ginocchio per avere il suo culo all’altezza della faccia, la lecco all’esterno insalivandola abbondantemente. Non è una pratica in cui son ferratissimo ma qualche culo mi è stato concesso. Provo a fare del mio meglio. Una volta ben lubrificato infilo un dito poi due poi tre mentre con l’altra mano la sgrilletto, Elena geme. Il culo si apre come un fiore a questo punto mi alzo in piedi cercando la posizione migliore. Infilo la cappella senza sforzo, un piccolo lamento di Elena che poi però mi dice “Mettimelo dentro tutto e pompami per bene”.
Mi domando da dove salti fuori ma ovviamente eseguo quanto richiesto, la pompo con vigore e le schiaffeggio il culo, e lei gemendo si lascia andare al turpiloquio. “Sfondami porco, sono la tua vacca, mettimelo dentro tutto. Sculacciami fammi diventare il culo rosso”. L’eccitazione monta ancora di più, smetto di sculacciarla e con una mano la sgrilletto mentre con l’altra le strizzo le tettone pizzicando i capezzoli. Ogni volta che le stringo il capezzolo e lo strofino sento un gemito ed affondo ancora di più. Il mio cazzo è tutto dentro il suo culo, faccio pompate lunghe, l’essere appena venuto aiuta, se non avessi appena sborrato lo avrei fatto in tre minuti di quel trattamento in quella situazione. Elena gode ancora ma mi esorta a non levarlo di li. Dopo 10 minuti di questo trattamento posso levare il cazzo ed il buco per qualche secondo resta spalancato e posso quindi reinserirlo senza fatica. Ad un certo punto Elena si sposta, afferra la scatola dei preservativi e me ne mette uno poi si rimette in posizione, “Scopami a pecorina” mi dice.
Ovviamente non me lo faccio dire due volte. Le strofino la cappella sulle grandi labbra facendole desiderare il cazzo per un po’e lei con uno scatto felino muove il culo all’indietro ed inghiottisce nella passera il mio uccello. E’ ora di trombarla come si deve. Visto che le parolacce sembrano eccitarla la prendo per i fianchi e sbattendola con colpi lunghi e secchi le dico: “sei una gran vacca, una mignotta come non ne ho mai trombate, prenditi tutto il mio cazzo ma non credo che ti basterà ce ne vorrebbero due o tre per te”. La cosa la fa sbrodolare sento un fiotto dentro la figa che aumenta la scivolosità del mio cazzo dentro di lei e viene con una sequenza di gemiti e versi. “Ancora mi dice dammene ancora”. Non mi ritraggo, il trattamento la ha resa fin troppo scivolosa, l’aver già sborrato contribuisce a non farmi venire. Lei invece dopo 10 minuti viene di nuovo. Si ritira mi fa sedere sul divano e toglie il preservativo e comincia a succhiarmelo. La stimolazione è molto forte nel giro di un paio di minuti erutto la seconda sborrata che lei si fa andare in parte in bocca ed in parte sul viso. E’ in bagno a lavarsi la faccia quando suona il campanello. Mi metto pantaloni e maglia e vado ad aprire.
“Se avete finito sarebbe pronto, avremmo fame” mi dice Monica ridendo e facendomi l’occhiolino.
“Veniamo subito” le dico. “Ancora?” mi risponde ridendo. “Che conigli”.

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