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L’ Autunno – Capitolo 9 – Sdraio e lettini

By 22 Luglio 2021No Comments

Claudia si svegliò, percependo chiari i sintomi del post sbornia. Assetata si attaccò alla bottiglia dell’acqua. Reggeva poco l’alcool e quasi per nulla i superalcolici e si maledì per averne bevuti in quella quantità. Mentre si cambiava sentì mamma che le diceva che sarebbero andati in spiaggia.
”Ok, vi raggiungo tra mezz’oretta” gridò dalla sua camera Claudia.
Non se la sentiva di andare in spiaggia e passò buona parte della mattinata a letto a dormire in uno stato di malessere diffuso. Inoltre il suo timore principale era quello di poter rincontrare i due uomini di ieri. Arrossì mentre ripensava alla situazione assurda della sera precedente ma bastarono pochi attimi per farle salire di nuovo tutta l’eccitazione che aveva provato. Coi genitori in spiaggia aveva tutta la libertà di cui necessitava. Appoggiò i cuscini alla testiera del letto e vi si sedette appoggiando su di essi la schiena. Aprì le gambe quanto più potè e cominciò a sfiorarsi la fighetta da sopra le mutandine. In breve tempo si sentì bagnare, guardandosi la manina e riprese massaggiarsi le mutandine. Prese poi a toccarsi le tette con entrambe le mani, schiacciandole l’una contro l’altra e abbassando il bordino del reggiseno fino a farne uscire i due capezzoli, già turgidi. Si prese le tette da sotto e le avvicinò alla bocca,cominciando a leccare entrambi i capezzoli, mentre apriva sempre più le gambe. Eccitatissima, si sfilò le mutandine e si mise sdraiata su un fianco. Allargò leggermente le gambe, e cominciò a sfiorarsi la fighetta con le dita, per poi passare a stuzzicare il buchino del culo. Allargò le chiappette e,col dito umido dei suoi umori vaginali, lo infilò nel buchino del sedere,spingendo a fondo. Adorava sentirsi riempire lì ma, dopo qualche secondo, capì che il dito non le bastava così riprese a sditalinarsi la fighetta, facendone entrare due dita per volta e aumentando decisamente la velocità dei movimenti. Rossa in volta e desiderosa ardentemente di sentire qualcosa di più grosso penetrarla, corse in bagno e frugò nel beauty case di mamma. Trovo subito una spazzola che faceva al caso suo, con un manico di plastica lungo, grosso e liscio. Tornò in camera e,riposizionatasi nella stessa posizione di prima, si solleticò la fighetta con la punta della spazzola, per poi cominciare a spingerla dentro. Senti il manico penetrarla,le labbra aprirsi e iniziò con brevi movimenti, facendola scivolare dentro e fuori, sentendo il clitoride che si gonfiava grazie a quello strusciamento.

Prese a scoparsi la fighetta sempre più velocemente, ripensando ai due uomini che la palpeggiavano a lungo , a lei che massaggiava entrambi i loro uccelli sul divanetto e all’aiuto che aveva donato al nonno di Matteo, il suo cazzo che sborrava copiosamente. Ogni tanto strusciava il manico della spazzola sul buchetto del culo, sentendo ardente il desiderio di sentirselo scopato da un uomo. Poi si rimise appoggiata alla testiera e aprì ancora le cosce. Riprese a scoparsi la fighetta col manico della spazzola, la voglia stava diventando insostenibile. Immaginò con una punta di vergogna di venire scopata duramente,senza sosta,e poi fantasticò di venire girata e scopata ancora con forza nel sederino, fin quasi a sentirselo sfondato. Fu proprio in quell’attimo che venne raggiunta da un intenso orgasmo e si fermò, ansimando e gemendo mentre estraeva la spazzola dalla fighetta arrossata, gonfia e zuppa dei suoi umori.
Richiuse le gambe e rimase in quella posizione per qualche secondo, godendo al massimo di quell’orgasmo mentre il respiro tornava lentamente regolare.
Si rivestì, indossando un piccolo bikini verde. Quel godimento le aveva placato per un attimo i bollenti spiriti che le bruciavano dentro.
Prese il suo borsone e raggiunse quindi i suoi in spiaggia.
Mamma leggeva una rivista sdraiata sul lettino, papà invece, a pochi metri, aveva formato un capannello con altri 3-4 uomini. Probabilmente ,si disse Claudia, stavano parlando di politica.
Decise di concedersi un bagno rinfrescante e si rimise sulla sdraio a godere di un attimo di relax.
Mezz’oretta dopo , semi addormentata sotto il sole, si sentì improvvisamene ridestare dalla voce di mamma.
“Ma che bel bambino” la sentì gridare. Girò di scatto lo sguardo e la vide seduta sul lettino alla prese con un bimbo. Era di nuovo Matteo, e con lui c’era ancora il nonno.
”Buongiorno” disse il nonno rivolgendosi alla mamma di Claudia.
”Buongiorno” rispose “E’ il suo nipotino?” chiese la donna.
”SI,si chiama Matteo” disse l’uomo
”Hai visto che bel bimbo , Claudia?” chiese la mamma alla ragazza, girandosi verso di lei.
”Si mamma.” Rispose Claudia, in estremo imbarazzo.
L’uomo salutò Claudia con la mano e si rivolse alla madre “Ci conosciamo già. Sua figlia mi ha dato un gentilissimo aiuto l’altro giorno con Matteo”.
”Si mamma. L’ho aiutato a metterlo a dormire l’altra mattina perché era scatenato” disse la ragazza alla madre arrossendo visibilmente.
” Davvero? Non mi hai detto nulla” le disse la mamma guardandola un po’ stupita.
Claudia avvampò,se possibile, ancora di più.
Poi la mamma, rivolgendosi al nonno , osservò: “E’ proprio un bambino vivace”.
”Sua figlia invece è proprio una ragazza gentile” disse il nonno guardando prima la madre e poi Claudia, che abbassò lo sguardo.
La madre si girò orgogliosa verso la figlia e le fece un sorriso.
”Oh lo so che è proprio brava” disse con orgoglio materno.
Il nonno e la madre di Claudia chiacchierarono per qualche minuto mentre Claudia osservava in silenzio, seduta anch’essa ora sul bordo del lettino.
”Si è fatto tardi” disse il nonno “Devo ancora recuperare un lettino dalle cabine”.
La mamma guardò il bimbo. “Ma..e Matteo? Dove lo lascia?” chiese preoccupata.
”Lo devo portare con me, non posso certo lasciarlo qui da solo”
A mamma venne subito una delle sue idee geniali.
”Ma si figuri, lo tengo d’occhio io questi 5 minuti” disse.
”E’ molto gentile da parte sua” disse il nonno sorridendole.
Poi la madre si girò verso Claudia “Su Claudia, dai una mano al signore a portare il lettino. Lo chiederei a tuo padre ma quello è scomparso un’altra volta!”. Il vecchio intanto si era allontanato di qualche passo a recuperare Matteo,che, come al solito, era fuggito verso il mare.
Claudia sobbalzò, si avvicinò all’orecchio della madre e le disse ”Ma Mamma , avevo intenzione di rifare il bagno adesso” disse Claudia, assicurandosi che il nonno non potesse sentirla.
”Dai Claudia, non fare la maleducata. Vuoi rifiutare un aiuto a quel signore? Già pare in difficoltà a gestire quel bambino, è il minimo che possiam fare.” Le disse in tono che non ammetteva repliche.
Claudia annuì, non c’era verso di discutere con sua madre.
L’uomo in quel momento ritornò col bimbo. “Lasci pure qui Matteo. Mia figlia le darà una mano con il lettino”.
IL nonno sorrise alla madre “La ringrazio ancora. Ci metteremo 5 minuti” disse, guardando poi la ragazza.
”Su su andate” replicò mamma, che si alzò per controllare meglio Matteo.
All’uomo non parve vero di poter passare qualche altro minuto con quel piccolo sogno. Si avviarono l’uno di fianco all’altra.
“Devo solo prendere il lettino da mare, mio figlio lo ha messo in una di quelle cabine laggiù”.
Claudia annuì mentre il nonno diede più di uno sguardo alla scollatura del bikini. Claudia indossava un bikini verde molto appariscente. Di fronte a quell’uomo perdeva la sua spavalderia e una sorta di strana soggezione si impadroniva di lei.
Giunti alla cabina il nonno cedette il passo alla giovane che entrò, passando dalla luce assordante della mattina caraibica all’oscurità tipica delle cabine da mare. Il nonno ebbe così modo di dare una lunga occhiata a quel giovane sederino che gli si parava davanti agli occhi e ripensò a ciò che era accaduto al bungalow.
Trovarono subito il lettino, appoggiato in verticale su una delle pareti della cabina. Con l’aiuto di Claudia lo sollevarono e lo misero a terra. L’uomo si fermò, leggermente affaticato.
“Tutto bene?” gli chiese Claudia.
“Si grazie. Sono solo un po’ stanco, questo lettino sembrava più leggero di quel che è realmente.”rispose.
”Sai” le disse di punto in bianco “ tra poco si ritorna a casa al solito tran tran. Mi mancherà molto questo posto”.
Claudia annuì. “Si sta davvero bene su quest’isola” gli rispose.
”E poi a casa non troverò certo ragazze educate come te” le disse avvicinandosi e sfiorandole la guancia. Claudia arrossì.
”Mi toccherà di nuovo stare tutto solo” continuò, col solito atteggiamento mesto e dimesso.
”Mi spiace” cercò di rincuorarlo Claudia che ogni volta che immaginava la situazione dell’uomo provava una forte solidarietà con lui.
”Sai, mi chiedevo…se tu potessi darmi ancora in aiutino, solo per questa volta” disse l’uomo.
Claudia non si aspettava ancora una richiesta del genere.
“Non avrò altre occasioni. E mi terrorizzano i giorni che mi aspettano a casa” continuò il nonno, con fare quasi teatrale.
La ragazza notò la sincera tristezza dell’uomo, tangibile e quasi materiale.
”Ma..cioè intende qui? Adesso?” chiese Claudia con imbarazzo.
“Se tu volessi…ancora una cosina veloce. Ho visto che l’altro giorno sei stata così brava, era tanto tempo che non ero così felice” le disse, accarezzandole la testa.
Come poteva rifiutare? Si disse Claudia. Quel tono, quegli occhi tristi che chiedevano semplicemente un aiuto per lui così difficile da ottenere….sarebbe stata ancora una volta una cosa veloce,senza alcuna conseguenza.
Annuì col capo guardando l’uomo che le sorrise.
“Però in fretta perché mamma ci sta aspettando” disse Claudia preoccupata che la mamma potesse sospettare qualcosa in caso di un evidente ritardo.
”Certo piccola. Ci metteremo davvero poco, promesso” e nel dirlo pose con forza la mano sulla testa della ragazza spingendola verso il basso. Claudia si fece portare giù docilmente e si inginocchiò sulle assi della cabina guardando l’uomo dal basso verso l’altro con i suoi dolci occhietti.
Il nonno sorrise compiaciuto guardando la giovane in ginocchio ai suoi piedi. Con gesto rapido si sfilò gli slip da bagno rivelando ancora una volta il suo uccello, che penzolava ora moscio verso il basso. Claudia lo guardò a pochi centimetri dal suo viso, un po’ intimidita. Il vecchio le afferrò una mano e se la portò sul cazzo. Claudia cominciò a massaggiarlo lentamente mentre l’uomo le accarezzava i capelli guardandole le tette strette nella scollatura del bikini. Pochi attimi dopo il cazzo dell’uomo cominciò lentamente a salire, sfidando la forza di gravità. Claudia lo sentì indurirsi proprio sotto la sua manina, il palmo che lo accarezza in tutta la sua lunghezza. Guardò l’uomo negli occhi mentre, afferratolo dolcemente, iniziò a menarlo lentamente. Il nonno le afferrò la testa da dietro e la spinse leggermente in avanti, portando il viso della giovane a pochi millimetri dal suo uccello, ora sempre più duro.
Claudia tirò fuori la sua piccola e sensuale lingua e iniziò timidamente a leccare i testicoli dell’uomo che penzolavano al di sotto dell’uccello. Li esplorò entrambi con la lingua, gettando di tanto in tanto uno sguardo verso l’uomo, per capire se stava facendo bene, mentre con la mano continuava molto lentamente a segare.
”Su, che mamma starà in pensiero” le disse l’uomo quasi in estasi.
Claudia annuì. Tirò su un po’ il busto salendo con le labbra all’altezza della cappella. Sentì l’odore di salsedine sul cazzo dell’uomo e, scappellatolo bene, appoggiò su di esso le sue labbra e iniziò un lento pompino. Si senti subito la bocca riempita da quel cazzo generoso e,dopo un iniziale titubanza, iniziò a spompinare più veloce, guardando la reazione dell’uomo.
Il nonno chiuse gli occhi, come in estasi, e lasciò che la ragazza continuasse quel pompino a lungo sempre tenendole la testa con la mano. Poi aprì gli occhi e vide , in basso, la testa della giovane andare avanti e indietro, con movimenti sempre più regolari. La vide risucchiargli l’intera asta fino alle palle e tornare indietro, dandogli la perfetta visuale,nel movimento di ritorno, del visino dolce e curato intento a spompinare.
Poi il nonno le prese le mani e gliele abbassò lasciando che la ragazza continuasse il pompino aiutandosi solo con la testa. Claudia si infilò le mani tra le cosce e continuò a succhiare usando solo la testa,ogni tanto guardando l’uomo dritto negli occhi. Pompando, riusciva quasi a vedere materialmente tutta la felicità che stava donando a quell’uomo così solo e abbattuto.
Si staccò per un secondo e si rivolse all’uomo.
“Va bene così?” chiese timidamente. Come al bungalow,anche in quell’occasione Claudia voleva fare bene il suo lavoro.
L’uomo sorriso e le accarezzò di nuovo la testolina.
”Si certo, sei bravissima.”le rispose l’uomo prendendosi il cazzo in mano e rispingendolo nella bocca della ragazza. Claudia riprese il pompino. Vedeva la pelle raggrinzita della pancia dell’uomo ogni volta che muoveva la testa avanti e indietro e sentiva la mano dell’uomo che le accarezzava la testa, come se fosse una cagnolina intenta a nutrirsi. Quasi istintivamente sentì la dita della sua mano destra, stretta tra le sue cosce, scivolare sul tessuto del bikini a ridosso della fighetta. Con esse cominciò lentamente a sfiorarsi, sentendosi inspiegabilmente eccitata. Continuò a succhiare come meglio sapeva fare muovendo solo la testa avanti e indietro mentre infilava le dita tra le mutandine del bikini, sentendosi la fighetta sempre più bagnata. IL nonno non si accorse del suoi giochino,ma improvvisamente appoggiò entrambe le mani sulla testa della ragazza e la tenne saldamente ferma. Claudia lo guardò titubante. Poi il vecchio cominciò a muovere lentamente il bacino avanti e indietro percependo la resistenza della testa di Claudia, bloccata dalle sue mani. L’uccello scivolava dentro e fuori quella splendida bocca, l’uomo prese a scoparle la bocca come se la stessa inculando. Claudia era nuova a quella pratica , i primi colpi la fecero quasi lacrimare,il cazzo le arrivava quasi in gola e all’inizio le sembrò di soffocare. Ma poi cominciò ad abituarsi , l’uomo continuò con colpi secchi e decisi mentre con la mano infilata negli slip Claudia si masturbava il clitoride, che sentiva sempre più gonfio.

Dopo qualche minuto l’uomo staccò la testa della giovane. Vide un misto di sperma e saliva colare fuori dalla bocca della ragazza e ricaderle sul bikini. Le lasciò un minuto di pausa durante il quale Claudia prese fiato. Poi avvicinò ancora il cazzo alle labbra e lo spinse nella bocca della giovane che non fece resistenza. Si fece scopare in bocca ancora qualche minuto. L’uomo assestò altri colpi forti e secchi spingendo il bacino sempre più avanti. Poi si fermò e ,accarezzandole la testa ,le chiese:
”Un ultimo regalino me lo fai vero?” –
“Che regalino?” chiese Claudia con un filo di voce.
L’uomo non attese neanche la risposta. Si prese il cazzo in mano e cominciò a segarsi lentamente, a pochi centimetri dal viso della giovane.
Claudia guardava l’uomo masturbarsi davanti al suo viso,ormai disposta a qualsiasi cosa.
Il nonno fissava eccitato quel viso giovane e delicato segandosi lentamente, le mani della giovane serrate timidamente tra le cosce, gli occhietti dolci che lo guardavano.
Poi aumentò l’intensità della sega avvicinando la cappella alla fronte di Claudia finchè quasi l’appoggiò su di essa. Si segò ancora per qualche secondo mentre Claudia,immobile, rimaneva in attesa di qualcosa che aveva immaginato solo nelle sue più intime fantasie,che non aveva mai raccontato a nessuno.
Con la cappella appoggiata alla fronte di Claudia improvvisamente iniziò a sborrare. Era, evidentemente, una fantasia che covava da anni.
Claudia si tirò un pochino indietro impaurita, non appena i primi schizzi di sborra cominciarono a riempirle la fronte. Ma l’uomo prontamente le tenne la testa ferma, con gesto deciso , e continuò a sborrarci sopra. Ben presto Claudia si sentì la fronte riempirsi del caldo liquido seminale dell’uomo e lo sentì colarle verso gli occhi. Portò una manina verso le sopracciglia cercando di impedire che lo sperma le scivolasse sugli occhi mentre con l’altra continuava in segreto a sfiorarsi la fighetta. L’uomo abbassò la cappella indirizzando gli ultimi schizzi sulle labbra, che la ragazza teneva serrate e strette. Sentì il liquido caldo riempirle anche le labbra e colarle velocemente verso il mento.
Rimase ancora immobile mentre l’uomo finiva di sborrarle sul viso emettendo dei gemiti di piacere sommessi. Era la prima volta che qualcuno le sborrava addosso in quel modo , Claudia aveva sentito un brivido percorrerla per intero mentre quel liquido bianco e cremoso le imbrattava la fronte. Era stupita di quanta sborra era ancora dotato quel nonnino,dopo la sega di qualche giorno prima. Il vecchio le accarezzò i capelli osservando ancora a lungo la fronte della giovane ricoperta del suo sperma mentre il cazzo tornò a penzolare davanti agli occhi di Claudia.
Si ritirò su gli slip da bagno e guardò la giovane in ginocchio davanti a lui.
”Hai visto? Abbiamo fatto in fretta” le disse il nonno.
Claudia annuì timidamente.
”Grazie a te. Sei stata bravissima. Ora pulisciti.” le disse porgendole una salviettina.
“ Sai, avrei tanti amici che potresti rendere tanto felici?”
Claudia sorrise imbarazzata, non sapeva che pensare.
”Tanti uomini che gradirebbero ricevere questo genere di aiutino” continuò l’uomo, portandole i capelli dietro la testa.
Claudia abbassò lo sguardo. Ma quella frase,e ciò che sottintendeva , la colpì. Si immaginò per un momento dedicarsi ad aiutare anche altri…si eccitò violentemente e quasi ne ebbe paura, scacciò quel pensiero così forte.
Il nonno ruppe i suoi pensieri.
”Non tireremo su questo lettino, è troppo pesante”
Claudia fu sorpresa dalla decisione dell’uomo. “Ma cosa diremo a mia mamma?”
”Le diremo che non siamo riusciti a trovarlo nonostante gli sforzi” le ripose.
“Su andiamo”
Uscirono dalla cabina e tornarono verso l’ombrellone. Mamma era intenta a osservare Matteo che giocava con la sabbia. Non appena li vide esclamò:
”Eccovi. Ma..il lettino?”
“Non lo abbiamo trovato” rispose il vecchio,sorridendo.
Claudia si rese conto che non riusciva a guardare mamma negli occhi, dopo ciò che aveva fatto in cabina.
La mamma salutò Matteo e il nonno, che si allontanarono rapidamente, con l’uomo che lanciò un’ultima complice occhiata alla ragazza.
Claudia invece si sedette sulla sdraio pensierosa e ancora imbarazzata ,ma rendendosi conto che quello che era appena successo l’aveva eccitata terribilmente. Si guardò in giro riflettendo ancora su quell’ultima frase dell’uomo, che tanto l’aveva colpita.

Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti o consigli scrivere a : psychedelicat1@yahoo.it

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