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La Notte di San Lorenzo – Capitolo 3

By 18 Settembre 2021No Comments

Questo racconto è scritto a 4 mani. Ci alterneremo io e Claudia Menestrella, un capitolo io e uno lei. Questo, il terzo, spetta a lei.

11 Agosto 2021

L’alba vista dal ponte di una nave in mezzo al mare era uno spettacolo incantevole che per fortuna non mi persi, a causa della scomodità del nostro accampamento quella notte. Non conoscevo neanche il nome del posto dove stavamo andando, tanta era stata la mia voglia di partire per quella vacanza, ma ora che il sole cominciava ad accendersi e ovunque mi girassi vedevo un mare di un blu così intenso come mai lo avevo visto, mi stavo decisamente rilassando. Fantasticavo di spiagge deserte dove avrei potuto correre nuda verso l’acqua e mi sentivo in pace, libera, se non fosse stato per quello straccetto fradicio e tagliente che erano diventate le mie mutandine dopo la notte appena trascorsa che mi riportarono alla realtà. E la realtà era che mi ero presentata in maniera indecente ai miei sconosciuti compagni di viaggio, a cui avevo raccontato persino i miei desideri da puttana mangiacazzi e, peggio di tutto, mi ero eccitata, e poi ci avevo pure goduto, spiando mio fratello inculare la donna del mio migliore amico Daniele. E fu proprio Daniele a trovarmi in quello stato tra il beato e il frastornato, quando carinamente venne da noi a portarci l’orribile colazione presa all’orribile bar della nave.

“Sono arrivati i cornetti!” lo sentii esclamare tutto soddisfatto.

Già, sono proprio arrivati i cornetti caro amico, pensai indecisa se dirglielo o meno. Daniele è il mio più grande amico dai tempi della sua festa di laurea, il mio cervello spingeva affinché fossi sincera con lui, la mia figa invece no. E dannazione si stava nuovamente facendo sentire: “Non vorrai mica rovinare a tutti le vacanze? E soprattutto dovresti dirgli anche che ti sei toccata pensando a sua moglie che lo prendeva nel culo, sei sicura? Ti conviene?” No, non mi conveniva affatto.

“Grazie per averceli portati!” dissi a nome mio e di Mario che ancora dormiva.

“E’ un piacere per me portarli, credimi! E poi sono così contento che Mario ti abbia convinta, se li merita”.

Un cornuto contento, continuava a suggerirmi la figa sempre più calda e divertita dalla situazione.

Ancora albeggiava ma la famosa isoletta compariva all’orizzonte mentre Mario dormiva pesantemente ai nostri piedi.

“Ma come cazzo fa?” chiesi a Daniele guardandolo.

“E’ quello che mi domando ogni volta” ammise lui ambiguamente. “Ma alla fine è un bene per tutti”.

“Almeno quando dorme non rompe le palle” confermai ma, guardandolo meglio, pensai che forse non era proprio così. In quello che era diventato un dormiveglia a causa delle nostre voci, mi resi conto che stava avendo varie, classiche, erezioni mattutine. Quello di cui non si rese conto lui subito, ma solo quando aprì del tutto gli occhi, era che quell’erezione era molto ben visibile a causa della sua posizione a gambe aperte e dei suoi pantaloncini corti. Alzando gli occhi si accorse di dividere quella consapevolezza con me, sua sorella. Non sapendo che era già la seconda volta in poche ore che il mio sguardo finiva sul suo cazzo, mi sorrise quando ne incrociai lo sguardo e mi diede anche il buon giorno sorridendo.

“Uno alla marmellata per te se ricordo ancora i tuoi gusti” mi disse porgendomelo “e l’altro alla crema per te”

Corna farcite alla crema, ricordare quale crema fu troppo anche per la mia martoriata figa che riprese a pulsare senza motivo e soprattutto senza il mio controllo.

“I SIGNORI PASSEGGERI SONO PREGATI DI PREPARARSI ALLO SBARCO”

Stefano e Marina stavano lasciando la cabina, Claudia faceva altrettanto, mentre noi accompagnavamo Daniele a recuperare l’auto ai garage. Una sola auto per sei persone non era la soluzione più agevole, ma “valeva la pena arrangiarsi” continuava a sostenere Claudia.

Claudia la traditrice. No proprio la troia. Claudia che ama dare il culo a mio fratello. Non riuscivo più a guardarla senza pensare a come le fosse indolenzito il culo dopo quella notte, con tutta l’invidia della mia figa che continuava a dispensare umori con il timore che diventassero visibili perfino da quell’inadeguato pantaloncino.

Claudia la troia ci guidò al bar più buono dell’isola per la prima colazione decente durante la quale avremmo organizzato la giornata e un po’ anche quelle a seguire.

Davanti a brioches e altre specialità locali fatte a mano la compagnia si rivelò subito nuovamente loquace, ma mentre Claudia parlava, raccontandoci qualcosa del posto, non potevo fare a meno di chiedermi se anche lei avesse notato l’erezione di Mario che aveva ripreso corpo o era solo uno scherzo della mia mente ormai deviata da quella notte. Tra l’altro questo pensiero e il fatto che si trattava di una donna molto bella, ben vestita e che se lo era fatto sbattere nel culo in modo così naturale, facevano sì che la mia figa non smettesse di tormentarmi rendendomi impossibile seguire la conversazione.

Dopo colazione Claudia ci fece subito la proposta per l’organizzazione: “La casa non è una villa come vi dicevo, ma abbiamo giusto tre camere da letto, due matrimoniali e una con due letti singoli un po’ più piccola, ma con il bagno privato. Era la camera della mia infanzia”

“Quando ancora non lo prendevi nel culo” mi scappò.

“Come scusa?”

“Ma no era per collegarmi al discorso di ieri” giustificai.

“Ah…si esatto quando ancora non lo prendevo nel culo, e non sapevo cosa mi perdevo”.

Scoppiarono tutti a ridere, Mario e Daniele un po’ più forte.

“Dicevo, le camere matrimoniali saranno per le coppie, mentre tu e Mario potrete dividere l’altra e avere il bagno tutto per voi, anche se è piccolo e non ha la doccia”.

Il pensiero di dormire ancora con mio fratello e soprattutto così vicina al suo cazzo fu la goccia che fece traboccare la mia povera figa in un orgasmo non voluto che dovetti camuffare tossendo.

“Per la doccia non è un problema, ne abbiamo una in terrazza, che poi vi mostrerò. Noi invece il bagno lo divideremo con Stefano e Marina, so che è scomodo ma”

“Vale la pena arrangiarci” completammo praticamente in coro.

“Esatto. Per l’organizzazione invece direi di affidare la cucina a Stefano e Sabrina che lo fanno di professione, Marina potrebbe occuparsi di lavare i piatti, a Daniele e Mario lasciamo la spesa e i lavori da maschi”

Solo a me parve che l’accento sulla parola maschi fosse un po’ troppo calcato? E di scorgere un sorrisetto beato sul viso di Stefano? Ah no, a giudicare dall’espressione di Marina non solo a me. Le corna dovevano essere genetiche in quella famiglia.

“E tu cara?”

“Beh io sarò la vostra guida turistica e la vostra animatrice, ho un sacco di posti da farvi vedere e altri giochi da fare. Quindi ora se siete d’accordo, passiamo a casa, posiamo le valigie, ci mettiamo il costume e a mare. Sistemeremo dopo”.

Trovai un certo entusiasmo da parte di tutti che si scontrava con la mia stanchezza per la notte insonne e tutta quella eccitazione, ma dovetti adeguarmi.

Facile per loro essere pronti in pochi minuti potendosi cambiare in camera senza doverla dividere con il fratello. La stanza era davvero piccola, evitare mio fratello sarebbe stato impossibile.

“E sbrigati, stanno aspettando solo noi, come al solito!”

“Ho capito ma se non mi lasci il bagno come faccio?”

“Dio che palle, guarda che possiamo cambiarci qua, quante storie ti fai? Come se avessi ancora qualcosa da vedere dopo come eri conciata ieri e anche io non ho più molto da nasconderti o sbaglio?”

“Che cosa intendi, scusa?”

“Il tuo abbigliamento di ieri ci ha praticamente descritto come sei fatta. Che razza di tette hai! Me le fai vedere?”

Rimasi spiazzata. Istintivamente cercai il suo sguardo per capire se non mi stesse coglionando come al solito, vedendo questa mia esitazione mio fratello continuò: “Non ti preoccupare. Non lo dirò a nessuno, ci cambiamo, andiamo un attimo in bagno e via.”

“Ma tu sei pazzo o semplicemente un maniaco?”

“E tu sei sempre così noiosa? Davvero preferisci masturbarti di notte come ieri? Guarda che ti ho sentita benissimo e non è mica un problema per me. Prendi il costume, ti aspetto in bagno. Però sbrigati che ci stanno chiamando”

Se ne andò in bagno sorridendomi malizioso e lasciandomi molto combattuta sul da farsi. Avrei potuto cambiarmi in camera mentre lui era in bagno e avremmo risolto, ma la cosa mi stuzzicava non poco, era parecchio esibizionista, ormai era chiaro, e la dotazione che avevo intravisto di notte giustificava questa sua vanità.

Per non dargliela vinta mi cambiai in camera, senza però preoccuparmi di chiudere la porta del bagno.

“Vabbè, io l’occasione te l’ho data, ora mi cambio” disse dal bagno mentre si slacciava i pantaloncini. Sforzandomi di non farmene accorgere, girai lo sguardo di nascosto proprio mentre si stava abbassando i boxer dai quali spuntò il suo cazzone, già un po’ in tiro anche se non del tutto. Mi stampai nella mente quel fotogramma e la sua espressione piacevolmente stupita. Rimase a guardarselo compiaciuto prima di infilare uno slip da mare di una taglia in meno, a giudicare dalla fatica che fece a contenerlo tutto.

“Non so se sia grande quanto quello degli spagnoli che dovrai cercare, ma effettivamente è proprio bello e… tuo fratello ha proprio un bel cazzo” lo sentii ridere come un ragazzino imbecille che ha appena vinto la stupida gara con i suoi amici a chi lo ha più grosso.

Il problema fu quando uscì dal bagno, trovandomi con il costume messo alla peggio da cui sporgevano lembi di capezzoli perchè il suo uccello acquistò la durezza totale ed ora svettava verso l’elastico dello slip.

“Non dirmi che ora vorresti toccarlo sorellona!?” chiese, guardandomi negli occhi.

“Te lo ripeto, tu sei pazzo e pure maniaco, non ti è bastato ier….?.”

“Bastato cosa? Non ti seguo” disse accarezzandoselo, sfiorandolo leggermente, per poi afferrarlo con decisione e stringerlo da sopra al costume.

“Ora basta, dobbiamo andare” ed uscii dalla stanza per unirmi agli altri

“Ma…” mio fratello rimase con l’ennesima erezione vistosa, del tutto più interdetto.

Il mare era veramente un incanto da cartolina anche se la spiaggia non era decisamente delle più comode, tutta sassi e molto lontana dalle cartoline del Valtur.

“Ricordatevi la crema solare” ci avvertiva Claudia nel suo ruolo di organizzatrice.

“Cavolo, lo sapevo, io non la ho!” dovetti ammettere dandola vinta ancora una volta a mio fratello. “Claudia mi presti la tua?”

“Mi spiace ma noi non la usiamo, andiamo a mare da un po’ e non ci serve”

“Prendi la mia, svampita di una sorella. Vedi cosa succede quando hai la testa piena di pensieri zozzi?”

“Oppure la nostra” si affrettò Stefano. “E’ di gradazione più alta, te la consiglio”

“Grazie, tu si che sei un gentiluomo, non come quel coglione di mio fratello. Anzi già che ci sei, potresti pure spalmarmela?

“Beh…” balbettò Stefano “Ma…ma certo! Se poi mi ricambi il favore”

“Ci mancherebbe, tra cuochi ci si aiuta”

“Tra cuochi ci si aiuta” non mancò di farmi il verso Marina, sottovoce.

La mani di Stefano, sotto gli occhi feroci della sua donna, rischiavano di eccitarmi ancora, cosa che non mi potevo assolutamente permettere, perciò gli lasciai completare il lavoro e mi tuffai subito in acqua. Quando tornai a riva, spossata dalla nuotata, mi distesi su quelle scomode pietre per asciugarmi, grazie al vento e agli ormai cocenti raggi solari. Non avendo neanche un asciugamano, non potei fare diversamente. Fui raggiunta da Stefano che approfittò del sonno di Marina per stendersi vicino a me. A guardarlo bene non era nemmeno così male come la sua apparenza da tontarello poteva far sembrare. Era più giovane di me, carino e, tutto sommato, ben messo fisicamente. Mi intrigava quella sua leggera esitazione ogni volta che doveva rivolgermi la parola, era la mia rivincita su mio fratello e la cosa mi piaceva. Cercavo di essere cordiale e capì che per me non era un problema fare amicizia, parlammo di cosa preparare per cena e il suo sguardo praticamente non si staccò dalle mie tette.

Quando Marina si svegliò e lo richiamò all’ordine, il suo posto fu preso, mio malgrado, da mio fratello che con la sua crema solare troppo bassa aveva già raggiunto il colorito di un’aragosta.

“Cosa aspettavi a fargli un pompino?” mi provocò vedendo che io ero un po’ rimasta male dell’allontanamento.

“Senti… in tutta sincerità… penso che tu debba farti curare. Ma per chi mi hai presa? Non vado mica in giro a fare pompini al primo che incontro.” Anche se il mio tono stava dicendo il contrario.

“Scusa, hai ragione. Non è spagnolo lui ed era uno solo. Hai sentito Claudia no? Ci sono un sacco di giochi in serbo per noi, e questo è il mio per te” mi disse con il viso a pochi centimetri dal mio, con uno sguardo molto deciso. E troppo sensuale per essere mio fratello.

“Io con te non faccio proprio nessun gioco. Se sei tanto eccitato e ti vuoi sfogare fatti una sega” gli sussurrai all’orecchio.

“Però il mio cazzo ti è piaciuto assai, ammettilo! E non ti dispiacerebbe provarlo… Sorellona”

“Mi ha stufata. Ti prometto che succhierò e mi farò scopare fino a fare chiedere pietà da chiunque, ma non da te. Poi rispetto alla tua predilezione particolare, non mi farò mancare neanche quella. Non vedo l’ora di sentire un bel bastone su per il mio culetto e ti assicuro che non sarà il tuo cazzetto”

“Forse è meglio, con me sarebbe come farlo di nuovo per la prima volta.”

Effettivamente seguì il mio consiglio e andò a farsi un bagno lasciandomi in pace, e pure una sega in mare, lontano ma non troppo da non farlo capire a me e credo anche a Claudia che lo guardava sorridendo sotto gli occhiali da sole.

Il cielo cominciava a scurirsi, il sole si stava abbassando quando ci rendemmo conto che era ora di rientrare e che non avremmo fatto in tempo a fare la spesa per quella sera. Puntuale arrivò la decisione di Claudia: pizza e birre sulla spiaggia.

Ma che hanno le Duracell nel culo questi? Ah no, lo so io cosa prende nel culo Claudia, deve essere vero che ti riempie di energia e non solo!

“Il sole da queste parti non perdona” ci aveva ripetuto mia cognata ma quel siparietto tra Stefano e quella Sabrina mi aveva innervosita al punto che per dispetto rifiutai l’offerta della crema e ora ne pagavo le conseguenze. Mario che aveva fatto tanto lo sbruffone sembrava nelle mie stesse condizioni, perciò rifiutai di proseguire la serata e mi feci portare a casa da Stefano, sperando di rovinargli la serata. A noi si accodò Mario e tornammo a casa mentre gli altri tre accettarono la proposta.

Una volta a casa ci organizzammo per le docce, io potevo usare il nostro bagno comodamente e ne approfittai per una lunga doccia in compagnia di Stefano per riportarlo al suo posto. Mario invece dovette usare quella del terrazzo e la fece praticamente in contemporanea. Quello che Claudia aveva omesso di dire, però, era che la finestra del bagno affacciava proprio in corrispondenza di quella doccia, per cui praticamente sarebbe stato possibile guardare da dentro cosa accadeva fuori, senza essere visti a propria volta. Me ne accorsi mentre Stefano mi stava insaponando la schiena. Vidi Mario, inconsapevole di essere visto, che cominciava la sua doccia con ancora il costume addosso. Se quel provolone di Stefano voleva fare il galletto con quella sciacquetta io almeno potevo rifarmi gli occhi sul fratello. Proprio quando però le sue mani scesero sul mio culo con la scusa del sapone anche Mario, evidentemente convinto che nessuno lo avrebbe potuto vedere, si tolse di scatto il costume. Fortunatamente era di spalle, ma lo spettacolo del suo culo non mi fece affatto rimpiangere il resto tanto da protendere il mio sperando di ricevere almeno un dito. E invece niente. Non avevo alternative a quanto pare e, inoltre, ero tremendamente affascinata da quello spettacolo. Mario aveva decisamente un fare seduttivo che non capivo se fosse il suo modo di essere naturale o se, invece, poteva avere anche lui qualche interesse su di me. Nella mia testa si accavallavano le fantasie, ma cercavo di non farmi troppe illusioni. Le manovre di Stefano nella doccia si rivelavano sempre più espansive ma mai abbastanza, e in più dovevo mantenere quella posizione per evitare che scoprisse cosa stavo guardando, guidai una sua mano tra le mie cosce, con la scusa che era l’unica parte non arrostita dal sole e finalmente mi sembrò che le sue dita ricordassero la strada verso il il mio piacere che arrivò e in abbondanza.

Non facemmo molta fatica a convincere Stefano che avrebbe potuto tornare dagli altri in spiaggia, lui non si era bruciato, io sarei andata a letto subito. E così fece, una volta vestitosi. Soli, in una casa sconosciuta, potevamo usufruire di tutte le comodità ma non avevamo ancora la giusta confidenza per sapere come e ce ne andammo a letto, ognuno nella sua stanza. Un paio di ore dopo mi svegliai, guardai l’orologio ed erano appena le 22.00, gli altri non credo sarebbero tornati a breve, mi alzai in cerca di qualcosa da bere, ma prima di andare in cucina, non so perché, decisi di passare davanti alla sua camera per sentire se dormiva davvero. Udii dei rumori provenire dalla stanza, la cui porta era aperta. Mi avvicinai in silenzio. Erano, inequivocabilmente, i rumori di una persona che ansimava, intervallati solo dai tasti di un cellulare da cui stava mandando un messaggio. La sentii godere. Dopo lo sentii parlare, ma non riuscivo a comprendere le parole. L’unica cosa che mi sembrò di capire era che stava leggendo un messaggio: “Ora puoi fare a meno delle mutandine. Anzi da ora DEVI per tutto il resto della vacanza, poi penseremo al costume”.

Tornai in camera mia, questa volta lasciando a mia volta la porta aperta e mi stesi sul letto nuda. Quando sentii i suoi passi non volli farmi trovare addormentata perché in fondo non lo conoscevo e la paura stava prendendo il posto di quelle stupide fantasie.

“Scusami, mi ero alzato per andare a bere ma devo aver sbagliato porta”

“Si la cucina è quella in fondo, ma non c’è problema, non serve scusarsi, siamo tutti nuovi qui” dissi, prima di rendermi conto di quanto potesse sembrare audace e fuori luogo quel mio tacito invito a entrare.

“E’ che con tutto quel sole è difficile pure trovare una posizione giusta per dormire. Ma anche tu mi sembravi bella cotta, ho del doposole se vuoi”

E io volevo, non lo dissi così ma volevo.

Fu decisamente rilassante, Mario non si limitò alle gambe, ma mi unse anche la schiena e me la massaggiò con mani esperte, riempiendomi di complimenti per il fisico. Fu molto gentile anche quando chiese il permesso di massaggiarmi anche i glutei: “A mio parere sarebbe opportuno, ma essendo una zona particolare chiedo sempre il permesso prima di farlo”.

Fu ancora più piacevole sentire le sue mani che scivolavano sulle mie chiappe e a lui venne spontanea un’erezione.

“Lo vuoi un massaggio veramente rilassante?” mi chiese ad un certo punto, a quel certo punto in cui era diventato impossibile dire qualunque no. Notai una inflessione strana nella sua voce, quasi eccitata. Io ormai eccitata lo ero e non riuscii a tirarmi indietro, qualunque cosa avesse in mente di fare non ero nelle condizioni di dire di no.

Mi spalmò dell’ulteriore crema in mezzo alle chiappe, anche se probabilmente non ce ne era bisogno. Poi lentamente, ma inesorabilmente, i massaggi si avvicinavano sempre di più al mio ano, fino a cominciare a premervi con la punta delle dita.

In breve mi ritrovai prima con uno, poi con due delle sue dita infilate su per il buco del culo, mi stimolò talmente da farmi venire senza che quasi me ne accorgessi. Mi addormentai e mi risvegliai solo più tardi, da sola, nella stanza.

Le pizze non erano un gran chè ma era il posto più vicino alla spiaggia e alla fine la fame ebbe la meglio, mangiammo di buon grado quelle pizze abbrustolite che avevamo a disposizione. Stefano era tornato a casa a cambiarsi e ora indossava i pantaloni lunghi e una camicia e, infatti, era l’unico a non iniziare a sentire freddo. Tra pizza e chiacchiere ormai si era fatto buio e in un eccesso di premura vidi Stefano offrire la sua camicia a Sabrina. Il risultato era a metà tra il comico e l’erotico: il suo seno eccessivo contenuto a stento in una camicia maschile che le arrivava a coprire a malapena il pezzo di sotto del costume.

“Sei molto bella” si sbilanciò mio cognato con un timore quasi adolescenziale. La guardai, aveva i capelli spettinati, era struccata, più vecchia di lui e indossava soltanto una camicia non sua. Però aveva ragione, per certi versi anche io la trovavo bellissima, molto più che se fosse stata tutta preparata. In questo clima adolescenziale, complice il mare, la luna e il buio, li vidi baciarsi. Sabrina con la mano gli accarezzava i pettorali, gli addominali e poi la infilò a fatica nei pantaloni in cerca di qualcosa di ancora più duro.

Trascinai Daniele più lontano per lasciare loro la giusta privacy, ma soprattutto perché questo intrigo iniziava ad eccitarmi e volevo essere scopata sotto le stelle, con il rumore delle onde in sottofondo. Lo tradivo, lo sapeva, Daniele aveva ormai più corna di un branco di cervi, ma ciò non mi impediva di desiderarlo come se fossi solo sua. E, soprattutto, era molto tempo che non scopavamo. Molto tempo che non lo facevo in quel modo con il mio uomo ufficiale, che ristabilì l’ordine naturale delle cose e mi fece nuovamente sua. In quel momento non pensavamo a nient’altro che godere e far godere e proprio il fatto di non avere più barriere nel nostro rapporto, più convenzioni da non superare, rendeva il nostro piacere così naturale, istintivo, animale. Tanto che non mi resi conto subito di come mi avesse fatta girare per penetrarmi là, dove nemmeno 24 ore prima era stato un altro uomo. Mi accorsi di avere il suo cazzo piantato nel culo e quasi non mi ero accorta di quando era entrato. E in più mi stava piacendo, mi stava piacendo da matti. Venni due volte, una più forte dell’altra. Pensai a Mario, è vero, ma anche a Stefano, sognando di prenderli di dietro. Lo ammisi a Daniele, con il risultato di farglielo tornare duro, e di sentirmelo di nuovo dentro la pancia.

La situazione rendeva necessario un bagno a mare, fui la prima a tuffarmi, completamente nuda così come ero e dall’acqua più calda del previsto, una volta ripulita da tutto lo sperma di mio marito, chiamai gli altri a raggiungermi. Daniele infilato il costume non esitò, Sabrina ci mise di più, ma alla fine valutò che era il caso staccarsi da Stefano per non spingersi troppo oltre e entrò in acqua così come era, in costume, con la camicia e tremendamente eccitata. Solo Stefano rinunciò, con la scusa di non avere il costume.

“A quanto pare non è un requisito necessario” lo informò Sabrina quando in acqua si rese conto che io non lo avevo, ma niente, non riuscì a tentare il mio riservato cognato.

12 Agosto 2021

Gli unici ad aver risposato decentemente eravamo io e Mario e, infatti, fummo anche i primi a trovarci nuovamente faccia a faccia in cucina per preparare la colazione. Fu ovviamente lui a rompere il silenzio chiedendomi, con molta naturalezza:

“Ti è piaciuto ieri il massaggio?”

Mi limitai ad annuire affermativamente, prima di uscire quasi di corsa dalla cucina. Solo imbattendomi in sua sorella che si preparava per unirsi, e con la paura di dover affrontare una conversazione ancora più difficile, feci marcia indietro e non potei più sottrarmi alle sue domande.

Sempre con molta scioltezza mi domandò: “E il trattamento speciale? L’hai gradito?” Dicendo trattamento speciale, Mario fece il gesto delle virgolette, sorridendo.

“Che trattamento speciale?” finsi di non capire.

“Quando ti ho infilato le dita nel culo e ti ho fatta venire” disse, con il tono di chi mi chiedeva se volevo latte o caffè per colazione.

Deglutii e non risposi.

“Non hai nulla di cui vergognarti, non ti preoccupare. Non lo avevi mai fatto prima?”

Io scossi la testa. Mario uscì in terrazza, portando sul tavolo la colazione per tutti, lasciandomi sconvolta e imbarazzata.

Quando si alzarono gli altri iniziammo la colazione e non ne fece più cenno. La parola fu presa da Claudia che ci spiegò i programmi che aveva per quella giornata, sembrava una che si divertiva a comandare e non so perché ma ogni suo programma sembrava nascondere evidenti intenzioni a carattere sessuale.

“Ho pensato che oggi potremmo anche dividerci, siamo su un’isola, le spiagge sono l’unica cosa che non manca e io ho voglia di trascorrere un po’ di tempo senza voi maschi tra i piedi”.

Tirai un evidente sospiro di sollievo e approvai per prima la proposta, a dispetto dello sguardo contrariato di Sabrina e Stefano e dell’alzata di spalle indifferente di Daniele e Mario.

“Avremo modo di spettacolare un po’ su di voi, Stefano e Daniele di trascorrere un po’ di tempo tra fratelli e Mario di andare in giro a fare conquiste così lo teniamo buono per un po’. Ci possiamo rivedere quando ci siamo stufati o comunque in tempo per una cena decente questa volta”.

In un tempo più breve del loro, io e Claudia ci eravamo messe in costume e avevamo aspettato Sabrina che era andata a cambiarsi.

Arrivate sulla spiaggia solo donne, Claudia non aveva perso tempo nel mettersi nuda, non più nascosta dal buio ma in pieno giorno, in una spiaggia poco affollata ma dove almeno un paio di cazzi poterono apprezzare il suo culo al vento. Fu una visione sconvolgente vedere con quanta naturalezza si godeva il sole in quel modo. Il turbamento era amplificato dal fatto che temevo che poi sarebbe toccata a me la stessa richiesta e dal fatto che questa consapevolezza non mi spaventava ma anzi ero impaziente di essere spinta a imitarla. Fino ad allora non avevo neanche mai concepito che si potesse fare una cosa del genere, eppure mi intrigava come poche altre cose. Se lei mi avesse chiesto di imitarla non avevo dubbi su cosa avrei risposto.

“Oh scusate se non vi ho chiesto il permesso, il vero motivo per cui ho preferito essere tra noi era proprio perché pensavo non fosse un problema. Per me fare il bagno nuda è ormai un’abitudine”. E infatti non presentava alcun segno bianco del costume. Sabrina non sembrava preoccupata quanto me ma si limitò a un topless, che comunque valeva tutto il prezzo del biglietto per gli unici due uomini presenti in spiaggia. Io rinunciai, lo desideravo ma non mi sentivo pronta e rimasi in costume.

Più pratica di noi di queste situazioni, Claudia ci fece notare con discrezione che i due uomini avevano preso a masturbarsi, eccitati da tre donne sole.

“Mi sembra un chiaro invito” ci spiegò Claudia. “Sta a noi decidere, io sono sposata è vero, ma ho sempre pensato che baci e sesso orale non si possano definire vero e proprio tradimento”

“Teoria bizzarra ma interessante” commentò Sabrina, lasciando solo me in silenzio sull’argomento. “Quindi io che tecnicamente sono l’unica single?”

“A te è concesso scopare e più in culo che in figa” rise Claudia scherzando, forse non troppo.

“A parte gli scherzi, come sta andando ragazze? Ve la state spassando? Dai almeno tra noi possiamo dirci tutto e quello che ci diremo resterà solo qui, su questo taccuino”

Aveva estratto un block notes giallo, segno che qualcos’altro bolliva in pentola.

“Ma tutto cosa? Cioè intendi proprio tutto tutto? Sei sicura?”

“Sicurissima. Tutto tutto tutto. Ora vi spiego. Sul taccuino ognuna di noi metterà una crocetta accanto al nome dell’uomo che le ha procurato un orgasmo. Solo una crocetta, così resterà tutto anonimo. E a fine vacanza potremo eleggere la donna più soddisfatta e il maschio più valoroso della compagnia. Ovviamente è solo un gioco ed è solo tra noi, nessuna se la prenderà”.

Sul taccuino aveva dedicato una pagina per ogni componente maschile della comitiva, più una dedicata agli eventuali mister X che avremmo conosciuto.

“E se una fa da sola?”

“Beh quello vale doppio! Può mettere due crocette sul nome del maschio che l’ha ispirata o a tutti se è stata la situazione”.

Ridemmo come tre cretine, il gioco era stupido e pericoloso al tempo stesso, ma se riuscivamo a non farlo arrivare ai maschi sarebbe stato anche divertente. Durante la giornata, tra un bagno e l’altro, tenevamo d’occhio il taccuino, per beccare il momento giusto per compilarlo di nascosto dalle altre.

Claudia assegnò la sua crocetta a Mario per l’inculata sulla nave e due al marito per il doppio orgasmo in spiaggia la sera prima.

Marina le sue crocette barcollanti a Stefano per la scopata sulla nave e il ditalino nella doccia e una più calcata a Mario per le dita in culo della sera precedente.

Solo Sabrina, facendo mente locale, si accorse che non aveva ancora veramente scopato ed era decisa a porvi rimedio ma segnò ugualmente le sue quattro crocette al fratello per la masturbazione che gli aveva dedicato, ancora una volta per l’inculata di Claudia sulla nave, e l’orgasmo improvviso suscitato dal pensiero ossessivo del suo cazzo:

Daniele X X

Mario X X X X X X

Stefano X X

Il prossimo capitolo è già pubblicato su https://lenottidisanlorenzo.wordpress.com/ leggilo subito!

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