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La prima volta di lui e l´amore di lei

By 20 Novembre 2021No Comments

Ero tornato dopo anni nel mio paese natale. Un piccolo paesino di neanche 60 anime nelle dolomiti bellunesi.
Mi stavo godendo qualche giornata di relax dopo un paio di mesi lavorativi molto intensi. Entrai nella piccola bottega
nella piazza centrale a comprare del pane e prosciutto per pranzare quando la porta si aprí alle mie spalle ed un profumo che non sentivo da piu di 10 anni.
Un profumo indimenticabile che in quella estate del 2006 mi aveva accompagnato per qualche settimana in un estate soleggiata e spensierata.

Un estate in cui mi stavo annoiando in questo paesino senza nulla da fare per un giovane adolescente mentre aspettava che la sua compagnia estiva si ritrovasse.
Ero a spasso col cane quando passando dietro la chiesa vidi lei che usciva di casa per andare chissá dove. Ci fermammo a pochi metri l´uno dall´altra a guardarci.
Sentii come un vuoto allo stomaco simile a quando si salta nel vuoto. Lei fece uno sguardo tra il sorpreso e l´interessato. Rimanemmo fermi neanche qualche secondo per poi continuare i nostri giri senza dirci nulla.
Mi fermai col cane su una panchina da cui si poteva vedere tutto il paese, lui affianco a me si sedette come nostro solito e mi accesi una sigaretta chiedendomi chi fosse quella ragazza bionda alta poco piu di un metro e sessanta
che non avevo mai visto. Mi chiedevo come si chiamava, di dove fosse e per quanto sarebbe rimasta qui. Speravo il piu possibile. Sapevo dove abitava ma non sapevo come fare per parlarle ne cosa dirle.
Finii di fumare la sigaretta e tornai a casa. Sotto casa sua guardai in su ma le finestre erano chiuse ed ero ancora troppo giovane e senza esperienza per sapere anche solo come attaccare bottone. Il suo profumo era ancora leggermente
presente e cercai di memorizzarlo il piu possibile.

“Oddio ma sei te? Proprio te?! Ti avevo visto di sfuggita ma non sapevo se eri veramente te! Come stai? che si dice?” Era proprio come me la ricordavo. Diretta, solare e a modo suo bella. Ovviamente erano passati piu di 15 anni da
quella estate. Apparte i capelli corti e lo stile dei vestiti non era proprio cambiata. “sisi sono io. Da quanto non ci vediamo. Cosa fai qui?” le chiesi. “Son tornata da poco. Ho appena finito l´universita e voglio godermi qualche
settimana di tranquillitá…”

Tranquillitá… ecco cosa mi mancava quel giorno. Un sms mi fa tornare alla realtá. “Siamo arrivati. Ci vediamo solito alle 8 alla panchina? Porto pizza tu porta birra”. Porto su dalla cantina una decina di bottiglie di birra
e le metto in frigo. Mia madre mi guarda e mi fa “son arrivati si?” Ovvio Madre!
Poco prima delle 8 mi vesto per uscire. Sneakers, pantaloncini corti che fa caldo, maglia larga e felpa leggera che comunque siamo sopra i mille metri e col buio scende comunque un pochino di freddo.
Le birre son giá nel cestino belle fresche dentro un sacchetto della spesa con del ghiaccio. Arrivo alla panchina che loro son giá li. La “Pazza”, il “figo” e “Peoci” son giá li che ridono parlando in veneto stretto mangiando la pizza
ancora calda ed appena mi vedono da veneti profondi é un coro di insulti e bestemmie goliardici come solo tra amici si fa. La pazza e peoci sono una coppia ormai da anni. Cosa strana visto la giovane etá adolescenziale che abbiamo.
Il figo é il fratello della pazza. Mai capito perché avessimo questi soprannomi ma ormai erano qui e li usavamo senza problemi. Seppi anni dopo che Peoci si chiama Luca.
Le bottiglie vengono aperte e mentre ci raccontiamo del piu e del meno Pazza mi dice che arriva anche una sua amica. Chiunque é ben accetto in questo paesello che apparte la chiesa, la nostra panchina ed un parco giochi con uno scivolo
e 2 altalene ha ben poco da offrire a dei giovani come noi. Quando di colpo mi arriva quel profumo. Il SUO profumo! Mi giro piano mentre pazza salta su urlando e correndole incontro.
Maglietta leggera a righe nere e bianche, jeans aderenti e sneakers nike bianche. Capelli biondi lunghi fin sotto le spalle e raccolti con un elastico. Labbra sottili, poco trucco, sguardo curioso e sorpreso di trovarmi li. “Ciao sono
Ale”… “Dio é bellissima!” penso dentro di me! “Ciao piacere di conoscerti. Vuoi un pochino di pizza? una birra?” “birra” e birra sia! Tra una risata e racconti vari la serata continua tranquilla quando di colpo un lampo squarcia il
cielo e di colpo inizia a piovere. Ci rifugiamo sotto la tettoia della chiesa appena in tempo per non bagnarci. “Ragazzi la serata é andata mi sa. Noi andiamo a casa” esclama Peoci. “si perché volete far le vostre cose” penso io.
Prendono 2 birre e se ne vanno lasciando me ed Ale li da soli. Che fare? vado anche io o sto qui con lei? “potremmo prendere la panchina e metterla qui sotto ad aspettare smetta di piovere che ne dici?” esclama lei. Portiamo la panchina
sotto la tettoia ed iniziamo a parlare del piu e del meno. Piano piano ci avviciniamo sempre di piu quasi senza rendercene conto. Un altro lampo attraversa il cielo seguito da un tuono che fa tremare l´aria intorno a noi.
Lei quasi presa alla sprovvista, salta sul posto e si stringe a me. Di colpo scende il silenzio. La pioggia continua a scendere ma noi non la sentiamo piu. Siamo persi nei nostri occhi. E quasi senza rendercene conto ci baciamo.
Era il mio terzo bacio e non sapevo di preciso cosa fare. Lei invece aveva molta piu esperienza. Si stacca e mi fa “piano. lasciati guidare.” Non me lo faccio ripetere e lascio che mi insegni. Sono il tuo umile stundente.
Mi prende una mano e lentamente la infila sotto la sua maglietta salendo fino a metterla su un tuo seno. Non ne ho mai toccato uno ne visto dal vivo. Il mio cuore batte che sembra voglia uscire. É calda e morbida. Una seconda quasi terza.
Le alzo il reggiseno e le mie mani sembrano saper cosa fanno senza che io lo sappia. Il suo respiro si fa piu profondo. Con la detra le tengo la testa dolcemente premuta contro le mie labbra. L´altra é impegnata a scoprire ogni centimentro
di quel seno giovane. Una sua mano é tra i miei capelli mentre l´altra mi sta salendo tra le gambe. Quando di colpo si accende la luce ed esce il prete con una scopa urlando che siam depravati e che queste cose non si fanno sul suolo
sacro della chiesa. Scappiamo via ridendo felici.

Usciamo dalla bottega parlando del piu e del meno quando a metá piazza mi accorgo di non aver preso quello che avevo comprato. Ridendo torno indietro a prendere il sacchetto che la cassiera mi porge. Ci ha visto crescere e ride sapendo
senza esser mai stata presente. Stando vicini ci incamminiamo verso casa nostra che son sulla stessa strada. Ci raccontiamo di cosa é successo in questi anni. Mi prende il braccio e ridendo continua a raccontarmi dell universitá, dei
suoi viaggi e dei suoi piani futuri. Sotto casa tua apre la porta, fa per entrare ma si ferma, si gira e fa “vuoi un caffe?”. La seguo su per le scale guardando quel sedere che negli anni non é cambiato. Le sue gambe corte ma
ben allenate dopo anni in palestra. Mi siedo sul divano mentre lei accende la macchinetta del caffe. É stranamente attraente. Indossa una gonna lunga floreale che lascia intravedere le cavigliesopra le stesse sneakers che
aveva quell´estate. La maglia nera che indossa lascia intravedere il suo ventre piatto ed il suo seno rimasto uguale senza reggiseno. I capelli son corti e sfiorano appena le spalle. Il trucco ovviamente é ridotto la minimo.
Si gira verso di me tranquilla e senza dir nulla mi si siede sopra. Mi guarda senza dir nulla e mi bacia. Quelle labbra sembra di averle sempre conosciute. Si stacca e guardanomi intensamente mi dice “il tuo gusto é rimasto uguale.
Mi sei mancato”. Mi tira via la maglia e piano, molto piano quasi gondendosi il momento, si toglie la sua lasciando in bella vista il suo seno tondo e la sua pancia piatta. Le prendo i seni ed inizio a succhiarglieli ed a mordicchiarli.
Lei mi prende la testa ed la preme contro di se.

Ogni giorno ci incontravamo ed andavamo in giro per la valle col cane fermandoci sempre in un fienile a mangiare il pranzo ed a guardare la valle davanti a noi. Ci baciavamo e giorno dopo giorno imparavo sempre qualcosa di nuovo.
Ero innamorato di lei. La chiamavo “regina di cuori” visto che ogni sera con la compagnia giocavamo a poker e lei aveva sempre la regina di cuori come mano vincente. “lo hai mai fatto?” mi chiese a bruciapelo. Diventai rosso e le dissi
che no. Ero ancora vergine e lei era la prima con cui avevo queste esperienze. Si alza piano, va verso la porta del fienile e la apre. Torna verso di me e prendendomi la mano mi tira a se e mi porta dentro.
Il fienile é pieno di balle su chui é difficile salire ma una volta sopra si ha spazio in abbondanza e si sta pure comodi. Prende la mia felpa e la stende per poi sedercisi sopra. Con la mano mi fa segno di sedermi affianco a lei.
Mi siedo con un pochino di imbarazzo. Mi bacia e ci sdraiamo. Un mio braccio é sotto la sua testa per farla stare comoda. L´altra mano inizia come solito a salire sotto la maglietta. Lei mi ferma e fa “questa volta scendi”.
Sono sorpreso ed abbastanza in ansia. Non son mai stato li sotto e non so cosa fare. Lei si slaccia i jeans e mi fa scivolare la mano sopra le mutandine. È calda ed umida. Con le dita sento che se seguo la fessura lei diventa ancora
piu umida. Mi bacia con frenesia dicendo di non fermarmi. Preso dalla curiositá mi infilo sotto le mutandine. Ha una piccola foresta bionda. Curata ed a forma di triangolo. Scendo con le dita e sento che non é umida ma proprio bagnata.
Lei si eccita ancora di piu e mi dice di entrare. Le infilo un dito dentro e lei fa un sussulto. Esco subito pensando di farle male. “Idiota…rimettilo li ed entrando ed uscendo piano premi sopra”. Seguo le sue parole e lei inizia
a respirare ancora piu profondo. Lei infila una mano nei miei pantaloni ed inizia a massaggiarmi. Non so quanto possa durare. Glielo dico. “Dimmelo quando vieni che voglio vedere”. Io sto per venire e lei guarda proprio mentre dei getti
di sperma escono andando a sporcarle la mano. Lei ride e ci gioca mentre io continuo a masturbarla. Chiude gli occhi e “continua che ci son quasi”. Ha un orgasmo intenso mentre inarca la schiena e stringe le gambe. Sento un liquido uscire
e premere contro la mia mano. Io estasiato guardo la mia mano nei suoi pantaloni che piano piano stanno diventando sempre piu bagnati. Si rilassa e mi bacia ridendo brillando di una luce sua.
Dalla tasca dello zaino tira fuori un pacco di fazzoletti e si asciuga la mano dal mio sperma. Le chiedo scusa e lei ridendo mi dice che son scemo. Sempre ridendo e guardandomi felice. La mia mano é totalmente bagnata cosi come
le sue mutandine e pantaloni. Vedendo quanto é bagnata tira giu un santo seguito da “mio padre mi uccide se torno cosi!”. Senza pensarci mi levo pantaloni e boxer e dandoglieli visto che sono asciutti. Mi rimetto i pantaloni ed
esco per darle intimitá nel cambiarsi. Lei ride ma dice nulla. Mi siedo sulla panchina fuori dal fienile e mi accendo una sigaretta. Lei esce, si siede affianco a me, mi prende la sigaretta dalle labbra e fa un tiro. Mi dice che son
stato gentile ad uscire senza star li a guardarla. Lei é solo con i miei boxer addosso e mette i pantaloni sulla panchina affianco a noi ad asciugare al sole. Mi bacia gentile sulla guancia e passiamo il resto del pomeriggio a
guardare il panorama. Quando torniamo a casa per cenare prima di rivederci al parco mi bacia e mi mette le sue mutandine in mano “un piccolo pensiero di oggi”

Io non capisco piu nulla. Il suo seno é premuto contro il mio viso. Lei sente la mia erezione nei pantaloni ed inizia a strofinarsi premendo sempre di piu. Si ferma e si toglie le scarpe e calzini stando a piedi scalzi.
Con una mano ne prendo uno e le passo le mie dita tra le sue. So che a lei piace ed infatti riinizia astrofinarsi su di me. Il caffe inizia a salire. Lei si stacca svogliata, va a spegnere la macchinetta e girandosi si toglie le
mutandine lasciandole li sul tappeto. Mi guarda e mi fa segno di spogliarmi. Mi svesto davanti a lei. Il suo sguardo mi scruta quasi a studiar ogni piccola parte del mio corpo. Ora son seduto nudo sopra il divano.
Lei si avvicina piano, quasi danzando sulle punta dei piedi. Si mette a cavalcioni sopra di me e prende il mio pene dentro di se. É calda, bagnata ed ha tanta voglia. Inizia a cavalcarmi inarcando la schiena e lasciando qualche
grido di piacere. Ho una mano sul suo piede mentre con l´altra inizio a massaggiarle il culo infilando un dito nel suo ano. A lei questo piace ed aumenta il ritmo. Sento che sta per venire quando si ferma, il mio pene pulsante é
dentro di lei. Lei piano si alza facendolo uscire per poi spostarsi leggermente in avanti. Sento la mia punta premere contro il suo ano. Lei piano piano scende. Sento che stringe ma lentamente si rilassa prendendo il mio pene nel suo
culo. Lo infila tutto dentro e si ferma. Ha il respiro pesante e sento che sta rilassando lo sfintere.

Le due settimane successive son passate quasi sempre identiche. Sveglia presto, in stalla a dar da mangiare alle capre, andare a prendere pane e formaggio per il pranzo, passare a prendere lei sotto casa ed andare al nostro fienile.
Solo che quel giorno lei era strana. Si stringeva piu spesso a me. Mi baciava con piu foga. Dopo aver mangiato mi prende la mano e mi porta dentro il fienile come nostro solito. Solo che questa volta mi fa “ti senti pronto?”. Mi
ha preso totalmente inaspettatamente. Non so che dirle. Le sorrido. Non so proprio cosa fare ne cosa aspettarmi. Lei si sdraia tirandomi con lei. Iniziamo a baciarci quando inizia a spogliarmi. Rimango solo in boxer.
“Non vuoi spogliarmi?” Cavolo si che lo voglio. Con fare gentile ma deciso inizio a spogliarla lasciandola solo in mutande. “Togli anche loro. Non mordono!” io fino a quel momento non ero mai arrivato qui.
Le tolgo le mutandine lasciando scoperto dove non ero mai stato se non solo con la mano. É rosa, ha quel triangolo di peli biondo tenuto veramente bene ed é leggermente aperta. Mi tira a se buttandomi sulla schiena.
Inizia a baciarmi il collo per poi scendere prima sul petto fino ai boxer. Me li toglie ed esclama “finalmente liberi!”. Torna su e dallo zaino tira fuori un preservativo. “Non sai come si mettono vero?” scuoto la testa vergognandomi.
Lo apre e me lo infila. Torna a guardarmi e mi richiede di nuovo se son pronto. “Non pensavo le ragazze fossero cosi premurose” penso. Le annuisco. Lei prende il mio pene e lentamente lo infila dentro. Entra facilmente grazie al
preservativo lubrificato. Inizia a cavalcare prima piano poi sempre piu veloce. Io non capisco cosa stia succedendo ma mi piace. Sto per venire quasi subito ma non glielo dico. Non voglio rovinare questo momento.
Inizio a venire nel preservativo quando lei inarca la schiena e lasciando un grido inizia a bagnarmi la pancia. Alla vista di lei sopra di me che sta venendo capisco piu nulla elascio che l´orgasmo mi trasporti.
Lei si piega sopra di me abbracciandomi e baciandomi il collo avendo ancora il mio pene dentro di lei. Le mie mani le accarezzano la schiena. “GRazie di esserti fidato di me. SAper di esser la tua prima volta mi lusinga. grazie!”
Non so cosa risponderle. Son pieno di emozioni che non riesco a mettere in riga ed a capire. La abbraccio forte. Lei capisce e mi abbraccia a sua volta.

E stretto quasi da far male. Lei inizia a salire e scendere sempre piu veloce. Ma non é abbastanza per me. Inizio a spingere il mio pene nel suo culo sempre piu veloce e sempre piu profondo. Lei inizia ad urlare dal piacere. Sento
che sta quasi per venire. Inarca la schiena e di colpo urlando inizia a bagnarmi la pancia con i suoi liquidi. Io non resisto piu e dicendole “vengo” le riempio il culo di sborra. Lei presa dall´orgasmo urla “riempimi. riempimi tutta!”.
Ci fermiamo lasciando i nostri corpi uniti a godersi l´orgasmo avuto contemporaneamente. Sono tutto bagnato ma non mi interessa. La sua gonna é bagnata a sua volta. Lentamente lei si alza lasciando che il mio pene esca da lei.
Si porta una mano tra le gambe per prendere i suoi umori e la porta alla bocca leccandola.

“Ho avuto altri ragazzi prima di te ma mai un vergine. Spero siano tutti come te.” Si gira per prendere la sigaretta dalle mie labbra e fa un tiro. Io prendo lo zaino e le porgo una busta chiusa con dentro una lettera che le ho scritto
la notte prima. “Aprila quando vuoi. Ma leggila solo te. É solo per te”. Il suo sguardo é intenso e sembra trapassarmi. Si gira e dal suo zaino tira fuori un mazzo di carte e me lo porge. “É solo per te. Ho tolto la regina di cuori
affinché tu ti ricordi di me”. Mai una ragazza mi aveva regalato qualcosa di cosi particolare. Ancora preso dalle emozioni della giornata la bacio e passiamo il pomeriggio a guardare le nuvole passare. Quella sera alla nostra panchina
Pazza e peoci ci guardano e ridendo sbottano “ora si che siete una coppia seria! Finalmente!”

“Pensare che eri totalmente nuovo in materia e che non avevi mai fatto sesso devo dire che questi anni ti han fatto bene!”. Eccola che torna a ridere. Prende le mutandine dal tappeto, me le mette in mano e “tienile. Come ai vecchi tempi!”
GRazie Ale. Lei va in camera a vestirsi mentre io rivestendomi mi verso il caffe. Ci sediamo su quel divano ancora caldo a bere il caffe ed a parlare come se nulla fosse successo. “Settimana prossima cosa fai?” le chiedo.
“Mi sposo Lunedi!”

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