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Quando arrivò la notizia dello stage, Federico nemmeno riusciva a pensare alla svolta che ciò rappresentava per la sua carriera. Nonostante la scelta di Firenze per la richiesta di stage retribuito non fosse esclusivamente legata alla zia Cristina, in parte aveva considerato anche questa evenienza. Finalmente poteva ritrovarsi, con un po’ di organizzazione, da solo con la sua zia dei sogni, così non sarebbe potuta finire in altro modo che non scopando. Fu infatti la prima a ricevere la notizia. “Sono stato preso per uno stage a Firenze. Voglio prendere casa vicino a te.” La zia non era online e Federico non aspettava altro che la sua risposta. Aveva ancora paura che da un momento all’altro la zia potesse rispondergli male, dire basta a quella trasgressione, rinsavire tutto d’un tratto. D’altronde, ancora non capiva se la zia era una troia navigata come nei suoi peggiori sogni o era nuova come lui a quella perversione zia-nipote e al tradimento. Quando rispose, fu con un secco ma essenziale “ti aspetto”. Non poteva sentire la sua voce ma Federico leggeva i messaggi con la stessa voce che aveva quella mattina in doccia. Alessia sarebbe rimasta in città, mentre Federico era in stage; la ragazza aiutò anche il fidanzato a cercare l’appartamento, non notando che lui furbescamente saltava ogni stanza e ogni via troppo lontana da quella zia; si sarebbe comunque dovuto spostare con i mezzi. Le due famiglie non erano così legate tanto da chiedere alla zia di essere direttamente ospitato, era il cugino Alessandro a fare da ponte. Però la ricerca fu breve; lo stage era retribuito e questo avrebbe coperto l’affitto. Agli inizi di Ottobre Federico partì e arrivò a Firenze.

Quando fu lì, Cristina lo invitò a cenare. Ci sarebbe stato anche il marito e la figlia Martina, quindi niente strane idee. Martina aveva compiuto 18 anni, ma Federico non la vedeva da molto, almeno 4-5 anni. L’ultima volta era una ragazzina; aveva visto però sui social diverse foto ed aveva notato l’eredità della madre nelle sue forme generose. Federico aveva però occhi solo per zia Cristina, ormai non più una fantasia ma una realtà da vivere. Quando arrivò a casa per cena, bussò e aprì proprio Martina, che salutò il suo cugino. Anche lei era abbastanza stranita dal vederlo cresciuto e più in forma del solito. Aveva un leggins grigio che esaltava le cosce e un top molto stretto. Era in mise da palestra, pensò Federico che fosse tornata da poco proprio da lì, così chiese, per fare conversazione. Martina confermò; dopo qualche convenevole, la ragazza chiamò la madre che era in cucina a finire di preparare la cena e si avviò nella sua camera. “Vieni qui, vieni, sto finendo di preparare”. Federico entrò in cucina seguendo la voce di Cristina e la ritrovò ai fornelli. Aveva dei tacchi con la zeppa di media altezza, un leggins nero ed in reggiseno, con un grembiulino bianco che non riusciva a racchiudere i suoi seni prosperosi. “Scusami per gli abiti, ho fatto un po’ tardi”. Federico si avvicinò per salutarla, mirando dritto alla guancia. Un po’ sorpreso, fu invece incontrato da zia Cristina direttamente sulle labbra per un bacio a stampo. “Non ti emozionare, ho baciato più delle tue labbra, o no?” disse lei ammiccando con lo sguardo. Interdetto, Federico asserì col capo. Dopotutto, è vero, zia Cristina aveva preso il suo pene in bocca e aveva accolto la sua sborra sui suoi seni, ed aveva anche inviato qualche foto osè, ma era pur sempre sua zia e ancora stentava a credere a tutto ciò che stava succedendo.

“Hai visto Martina?”. Federico confermò. Poi Cristina proseguì “Non la vedi da molto tempo. La trovi cresciuta immagino.” Ancora una volta Federico non potè che confermare. “E dimmi, è una bella ragazza? Hai visto che seno che ha?” Ed ancora una volta rimase spiazzato perché parlare in questi termini della sua “cuginetta”, anche se ormai cuginetta non era, gli faceva un po’ strano. Poi, in questo caso c’era un legame di sangue, a differenza del legame di parentela acquisita che aveva con la zia; ma non poteva mentire, Martina era davvero una ragazza prosperosa e di bella presenza. “Sì, è molto bella, zia. Ti somiglia.” disse lui. “Più fisicamente che di viso, devo dire. E’ anche più alta di me” notò lei. “Sì, infatti è più alta di me. E’ strano che si sia invertita l’altezza”. Nel mentre zia Cristina continuava a cucinare e le sue tette erano abbastanza libere di muoversi anche se contenuta dal reggiseno. “E zio? E’ al lavoro” chiese curioso Federico, anche se sapeva la risposta. “Sì, tornerà verso mezzanotte, come al solito” e mentre diceva ciò, Cristina si chinò per infornare una teglia di lasagne. Dal leggins nero Federico potè vedere tutte le sue beltà. “Okay, questo va in forno per una 30ina di minuti. Cosa riusciamo a fare in 30 minuti?” disse appoggiata al tavolo della cucina toccandosi i fianchi. “Non lo so, cosa possiamo fare?” chiese Federico. “Dai, stai ancora a fare il timido dopo quello che abbiamo fatto?” lo rimproverò Cristina. “Sai, zia, io non ho fatto altro che pensare a te in questo tempo… però ho paura che stiamo facendo qualcosa di sbagliato. Tu sei la moglie di zio e io mi sento un po’ in colpa, anche se ti desidero tantissimo.” rivelò i suoi dubbi Federico, prendendo coraggio. “Non ti devi preoccupare di questo. Mio marito, perdona la franchezza, ma è pessimo. Non facciamo sesso da troppo tempo e il nostro rapporto è pessimo, stiamo praticamente insieme solo per Martina. Io non l’ho mai tradito, se è questo che stai pensando. Anche io ho sempre fantasticato sul mio nipote più giovane… e non so cosa mi è preso, ma ho deciso di dar sfogo alla mia fantasia.” Poi togliendosi il grembiule e rimanendo in reggipetto continuò: “Le mie colleghe a scuola così giovani mi parlano dei loro fidanzati, del sesso, delle fantasie ed io mi sento così esclusa… quando ancora ho voglia di dare. Ma non voglio andare col primo che capita. E così perché non far vivere un sogno al mio nipote?” Federico si alzò e le si avvicinò. Senza dire altro iniziò a toccarle la figa. Sentì le sue mani bagnarsi a contatto con il leggins. Si preoccupò: “E Martina? Se viene di qua?” E con una voce da troia che avrebbe fatto impallidire la più sfrontata pornostar lei disse “Impara qualcosa, o al massimo si unisce.” toccando il pacco di Federico ormai ingrossato.

Federico infilò la mano all’interno del leggins ed iniziò ad infilare prima una, poi due, poi tre dita nella figa di zia Cristina. Nel frattempo lei fece lo stesso nei jeans di Federico fino a tirare fuori il cazzo, iniziando a masturbarlo. “Sei una puttana, zia. Ammettilo” si lasciò andare Federico. “Sì, sono una puttana. Dammi il tuo cazzo in bocca”. Si chinò subito sulle ginocchia e con il reggiseno ancora attaccato iniziò a spompinare Federico. Lavorava di bocca con maestria. Sicuramente anche se in passato si era allenata per bene. Iniziò a leccare la cappella di Federico come un ghiacciolo freddo, e poi arrivava fino alle palle spalancando le fauci. Federico era in estati e lo fu ancora di più quando con la mano iniziò a massaggiare le sue palle, sempre mentre succhiava come una dannata il pisello. Federico le afferrò la testa per i capelli e tirò fuori il cazzo dalla bocca. Iniziò a usarlo per schiaffeggiarla sulla lingua e sulle guance inumidendo tutta la sua faccia. Zia Cristina gemeva ma senza alzare troppo la voce, per non farsi sentire dalla figlia solo qualche stanza più in là. “Ti voglio scopare, zia, basta con queste cazzate.” La Zia si alzò di nuovo in piedi e si abbassò il leggins, poi si girò e disse “Ti va bene così, porco?” Federico non le disse nulla, puntò dritto il cazzo alla fessa e iniziò a penetrarla mentre tratteneva il godimento, anch’egli per non farsi troppo sentire. Iniziò ad aumentare gradualmente la velocità. Alla zia scappò un gemito un po’ troppo rumoroso ed istintivamente Federico le infilò due dita in bocca, che lei incominciò subito a succhiare e mordere. Con l’altra mano le afferrava le tette sfilandole dal reggipetto e continuava a battere sulla sua figa sempre più forte. “Vai, vai, vai…” diceva lei con qualche difficoltà viste le dita in bocca. Poi con entrambe le mani Federico le afferrò i capelli biondi e la mise dritta. Le sue tette andavano su già ed erano così grosse e importanti che Federico le percepiva anche stando dietro. Andò avanti per un bel po’, finché non si sentì scattare il timer del forno. Quasi come se gli fosse stato ordinato Federico riferì “sto venendo”. “Vienimi addosso, non venire dentro” disse subito lei. Detto fatto, Federico uscì dalla sua figa e la fece inchinare di nuovo davanti a lui, pronto a sborrarle sul seno. Lei ancora una volta gli accarezzava le palle e lo masturbava, ma potè farlo per poco perché subito Federico esplose inondandole le tette di bianco. “Dio mio… che troia…” disse esausto. Zia Cristina si alzò tenendo la mano ben salda sul pene di Federico e iniziò a baciarlo sul collo, mentre continuava a trastullare pene e palle. Mentre riprendeva fiato, Federico scambiava anch’egli dei baci alla zia e toccava il culo con delle energiche palpate. Rimasero qualche minuto così, scambiandosi effusioni e dei baci che prima erano un po’ mancati, perché si era andati subito al sodo. Poi si sentì urlare dalla camera “Mamma, è pronto?” Era Martina. Di corsa, i due andarono in bagno portandosi appresso i vestiti. “Ancora una mezz’oretta!” disse per allontanarla Cristina. Ma quando i due furono in bagno, già era iniziata la seconda parte.

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