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Federico era il tipico universitario. Si divideva tra uni, palestra, qualche hobby come la musica, ed il tempo restante era per amici e fidanzate varie. Spesso però, per il suo carattere non proprio incline a fare il primo passo, restava per lunghi periodi senza una compagna, e come tutti, si dedicava ampiamente a segarsi. Erano passati tantissimi anni dalla sua prima sega ed erano state dedicate a tante persone: prof, compagne di scuola, conoscenti… ma c’era stata una costante: sua Zia Cristina. Aveva 37 anni, ma era ancora uno splendore. Federico non ricordava fosse cambiata granché da quando lui era un ragazzino, se non che fosse leggermente più in carne, ma la cosa l’aveva resa ancora più bombastica, visto il suo fisico da amazzone. Era una donna dai capelli biondo scuro e dai tratti forti ma armoniosi, molto alta, quanto Federico, e soprattutto molto formosa. Le sue rotondità contraddistinguevano sia il fondoschiena ma ancor di più il seno, una quinta abbondante, che anche quando i vestiti erano poco parsimoniosi nel mostrare il suo corpo, era più che evidente. Era una zia acquisita: viveva nel palazzo di famiglia dove Federico incontrava spesso suo cugino. Diciamo che da quando capì l’amore per le donne, era il principale motivo per andare lì. Federico l’aveva immaginata in ogni situazione, ma le sue fantasie finivano tutte nello stesso modo, scopando.
In un’estate come un’altra, Federico era andato a trovare suo cugino e sapeva che sua zia era lì; in realtà era questo il motivo principale per cui ero così ansioso di andare. In estate poi, con la piscina, era l’occasione per vederla più scoperta del solito, dato che con quel corpo, si vestiva decisamente casta, quasi impaurita che la sua formosità potesse scoprirsi più del solito. Ormai in realtà, era divenuta una delle poche occasioni durante l’anno per vederla, visto che si era trasferita a Firenze con il marito, allenatore di calcio. Anche le foto, che avevano tenuto compagnia a Federico, scarseggiavano. Insomma, era una occasione d’oro.

Così quando arrivò in piscina e si tuffò, la zia ancora non c’era, ma arrivò non molto dopo. Era scesa con un pantaloncino bianco da cui già si vedeva il costume rosso, le infradito, i capelli legati ed una maglietta anch’essa bianca. In poco tempo però, restò subito in costume, per mettersi al sole dopo una doccia, senza tuffarsi. Ma le occhiate fugaci che Federico le riservava, fugaci perché aveva il costante timore di essere beccato a guardare un po’ troppo (alla fine anche il marito ed i suoi parenti erano presenti!), erano state sufficienti a procurargli un’erezione che per fortuna, in acqua, non destava sospetti.
Dopo un po’, il cugino di Federico, Alessandro, che si stava bagnando con lui, uscì, e così tutti gli altri che erano lì presenti ed entrarono in casa, nell’attesa si preparasse il pranzo. Federico furbescamente disse di voler stare un altro po’, giusto per scrutare un altro po’ la zia. Quando c’erano solo loro due, uscì, nascondendo l’erezione ed andò in doccia, dove si calmò.
Appena uscito dalla cabina doccia, Federico si appoggiò sulla ringhiera per mostrarsi al sole ed asciugarsi. In quel momento la zia si alzò dalla sedia sdraio dove era stesa e dove già Federico aveva posato gli occhi. Era ormai asciutta ma dal costume rosso ancora umido si potevano vedere i capezzoli duri nel loro splendore. Iniziò ad incamminarsi verso la doccia e Federico cercava di guardare, senza essere indiscreto, il suo seno prosperoso che era libero di ondeggiare. Zia Cristina afferrò un asciugamano e poggiò una mano sul dorso di Federico, esclamando per farsi sentire dagli altri “io vado in doccia!”
Nella piscina non c’era più nessuno ed erano tutti dentro che attendevano il pranzo. Federico pensò che avesse aspettato proprio lui per restare da soli. Poi si disse da solo quanto stesse inutilmente fantasticando. Ma continuò a farlo, e pensava a sua zia nuda in doccia che si toccava e magari si masturbava sotto l’acqua che scorreva. “Federico” sentì chiamarsi dalla cabina. Si aprì la porta e sporse la testa la zia. Federico notò subito l’assenza della spallina e tanto bastava per far scomparire la porta e immaginarsela completamente nuda, ma zia Cristina facilitò l’opera: “mi prendi quell’asciugamano?”, disse, e mentre con il braccio la indicava un seno si mostrò completamente. Era rotondo, enorme, perfetto. Ormai Federico aveva una erezione visibile e con un riflesso incondizionato si toccò per ricomporsi. Si girò per prendere l’asciugamano, senza nemmeno accorgersi di quanto fosse palesemente una scusa, visto che la zia ne aveva già presa una, e quando torno a rivolgere lo sguardo verso la doccia la porta si era chiusa. “Zia l’ho presa, sta qua” disse. “Me la puoi portare per favore?”.
Federico non capiva tanto, era abbastanza sorpreso e non riusciva ad essere completamente lucido. “Devo dartela lì?” chiese per conferma. Sarebbe entrato senza convenevoli, ma era troppo realista e si aspettava un urlo e un’accusa di molestie. Aprì la porta e vide zia Cristina completamente nuda, con la doccia aperta, di spalle. “Te la metto qui”, disse Federico poggiando l’asciugamano sulla sedia lì nella cabina. Cristina si girò e mostrò le sue tettone a Federico, che cercava di guardarla negli occhi. Questa volta le vedeva per intero: grosse ma proporzionate, sorprendentemente alte e con una larga areola ed i capezzoli sempre turgidi. Chiuse il sifone e sfilò con un gesto netto l’asciugamano di Federico che era stretta in vita. Federico rimase impietrito con il cazzo duro ed eretto che puntava verso la figa della zia. Lei fece con una inedita voce da troia “Cosa vuoi fare?” e nel mentre afferrò il cazzo di Federico iniziando a masturbarlo. A quel gesto Federico perse un po’ di inibizione e ricambiò il favore, iniziando a strofinare la figa e con l’altra mano afferrò il collo e la baciò passionalmente, mentre un dito si faceva spazio più in basso. La figa era depilata ma non completamente ed era completamente bagnata. Federico stava impazzendo e puntò con la cappella verso la figa. Zia Cristina lo fermò “No no, questo no.” Deluso ma eccitato e disinibito, Federico disse “Allora cosa?” e a quelle parole appoggiando le mani sui fianchi la zia scese lentamente e si inginocchiò.

Cristina aveva le labbra carnose, ma non eccessivamente. Il pene di Federico si irrigidì ancor di più e iniziò ad allungarsi, raggiugendo quasi al massimo l’erezione, ma aveva ancora qualcosa da dare. La Zia però era già più che impressionata e iniziò a segarlo con dei movimenti lenti. Lo scrutava con gli occhi e mentre il glande veniva scoperto e poi ricoperto, scoperto e poi ricoperto, non alzava mai lo sguardo, ma iniziò a provocare Federico. “Secondo te non l’ho notato che ti gonfi tutto quando ti faccio i complimenti? E che ti metti sempre a guardare le mie tette?” Federico voleva incrociare il suo sguardo ma continuava solo a guardare la testa della zia ed i grossi seni che sbucavano sotto al suo pene eretto. “Quando so che ci sei mi metto sempre un po’ più scollata… così magari ti regalo qualche bel momento da solo”. Il cazzo di Federico stava esplodendo da quanto era duro. “Non so se leccartelo… non lo so se te lo meriti”. All’idea di non riuscire nemmeno ad ottenere un pompino, Federico impazziva. Disse “sì che puoi, anzi devi, altrimenti impazzisco. Quanto ho sognato di scoparti”. Cristina alzò finalmente lo sguardo e si appoggiò sulle gambe indietreggiando, per guardare meglio Federico, ma senza mai smettere di segare il suo pene. Le sue tette ora erano completamente in vista e con la mano non impegnata iniziò a carezzarsele, stringendosi i capezzoli, e disse “No, perché sei poco intraprendente. Io qualche segnale te l’ho mandato, ma a noi donne piace essere corteggiate”. Fu quello il segnale che fece perdere ogni inibizione a Federico, e a fargli capire di dover prendere il controllo. Senza nemmeno dire una parola, afferrò i capelli bagnati della zia, piegandosi leggermente sulle gambe, e poi la sua mano aperta si poggiò sulla nuca e spinse la sua testa sul suo pene. Con un verso che si trasformò subito in un mugolio Cristina prese tutto l’arnese in bocca ed iniziò a lavorarlo di lingua. Iniziò a tossire ma Federico fermava la sua testa dall’andare indietro, poi sottraendo le mani alla nuca le poggiò ai lati della testa ed iniziò ad andare avanti e indietro, scopando la faccia della zia, che si manteneva sulle cosce del nipote acquisito. Federico ansimava e godeva, ma senza esagerare, visto che nella casa poco distante la piscina c’erano i parenti. “Guardami” le ordinò, notando che aveva distolto lo sguardo per concentrarsi sul pene. La Zia aveva gli occhi spalancati e continuava a lavorare di lingua e a succhiare, estasiata, emettendo continui mugolii. Poi Federico staccò le mani e lei prima continuò ancora, poi fece uscire il pene dalla bocca, e la sua bocca era piena di umori e saliva. “Aaaaahhhh… allora lo sai fare…” disse mentre si leccava le labbra e si spalmava tutto sulle tette. Poi mirò dritta alle palle, mentre il pene si appoggiava ancora durissimo sulla sua faccia. Federico si era depilato accuratamente, come sempre faceva prima di andare a trovarla, nella fino ad allora vana speranza che accadesse qualcosa. “Mettitelo tra le tette” disse con voce decisa. La Zia cinse le sue grosse tette e incastrò il cazzo di Federico all’interno. Anche se certo non era piccolo, erano così grandi che inizialmente sparì. La bocca di Cristina lo aveva ben inumidito e scivolava magnificamente tra quei morbidi cuscini. “Più veloce, vai, più veloce…” diceva Federico mentre Cristina continuava a sputare sul pene e ad allungare la lingua sulla cappella che usciva fuori un attimo sì ed un attimo no. “Per ora dobbiamo andare di fretta. Fammi finire il lavoro” e dicendo così la zia riprese il cazzo in mano ed iniziò a segarlo e spompinarlo, con una maestria incredibile e una foga altrettanto stupefacente. “Aaaah, aaaah”, Federico si tratteneva il più possibile finché un verso rude e animalesco non gli uscì quando venì dritto in bocca alla zia, e ricadde sulla sedia presente in cabina, mentre lei asciugava e leccava tutta la sborra, che aveva messo al riparo dalla sua faccia non staccando mai le labbra dal pene. Ancora duro, Zia Cristina si alzò e lo appoggiò vicino alla figa, strofinandoselo ma senza mai infilarlo dentro. “Forse te la sei meritata…”, ma detto questo si avvolse l’asciugamano attorno al corpo ed uscì dalla doccia, senza dire altro. Federico rimase qualche minuto lì, col cazzo ancora in tiro, ancora sconvolto da quanto accaduto.

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