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LETTERE DA COPENAGHEN – XXXVII IL VALZER MALEDETTO

By 4 Dicembre 2008Giugno 28th, 2021No Comments

Africa Coloniale Tedesca, 7 gennaio 1918.

Amavo ammirare due giovani, mentre si baciavano sulla bocca. Se ne incontravo lungo il mio cammino, mi fermavo per contemplarli, mentre sospiravano sotto un lampione dalle luci scarlatte. Alcuni si scambiavano delle parole affettuose, colme di tenerezza e di desiderio. C’erano delle ragazze dai lunghi capelli biondi, morbidi, vaporosi, che sembravano dei dolci mantelli, fatti soltanto per accarezzare il pensiero. Un sentimento d’amore volava nell’aria tranquilla, era come se nessuno soffrisse più, nessuno piangesse più, nessuno si lamentasse più e tutti i volti brillassero di felicità. L’amore avvolgeva i miei sentimenti e i miei pensieri, l’animo mio volava in esso; passeggiando per i viottoli del quartiere a luci rosse saltellavo per la gioia, canticchiavo e sembrava che ballassi, bella, ricca e innamorata com’ero allora.
Avevo sempre vent’anni, avevo sempre vent’anni, vent’anni’ Che felicità!
Una notte ero in libera uscita, in cerca di clienti. La signora mi aveva raccomandato di non fare tardi, altrimenti mi avrebbe sculacciata a dovere, come era solita dirmi. Lungo i viottoli c’era la nebbia ed io intonavo delle canzoncine a tema amoroso, ripetendo a gran voce il mio nome, dicendo al vento che ero bella e cercavo chi mi sapesse amare. Era un modo per trovare clienti, che comperassero il mio affetto. E pensare che lo facevo soltanto per ingelosire Friedrich!
All’improvviso, nella bruma vaga mi apparve una figura di giovane uomo. Era vestito come un ricco zingaro, portava una casacca verde dai bottoni dorati, degli stivali di cuoio, dei calzoni grigi, ornati di frange, sul capo portava un cappello a punta, decorato con una penna d’airone grigio.
– Siete uno zingaro, signore? ‘ gli chiesi, con voce affettuosa. ‘ Siete in cerca d’avventure, se non sbaglio?
Le sirene del porto risuonavano forte, un’eco di navi e di marinai mi impediva di riconoscere il suono di quella voce, pur udendola.
– Guardate! ‘ seguitai. – Una piccola orchestra suona davanti al caff&egrave. In mezzo a due ragazzi, c’&egrave una giovane donna bionda, che indossa un lungo abito scarlatto’ Suonano un valzer, li sentite?
– Sì, signorina, li sento, li sento’ – mi mormorò lui. – Ma voi’
– Ma io? Volete farmi un complimento? Ascoltatemi e vi farò innamorare di me. Sono brava, in questo’ La giovane donna dai capelli d’oro suona una dolce melodia con loro’ E’ affettuosa, felice’ Manda dei baci a destra e a manca’ Ama tutti, fa innamorare tutti’
Le mie parole d’amore si spegnevano nel profumo e nel vento del quartiere a luci rosse. Erano parole magiche, sussurrate per inebriare e suscitare affetto.
– Ascoltate questa musica, signore zingaro’ Ascoltate! Suonano per noi, per farci innamorare’ Lasciate che vi prenda la mano! Chiamatemi Mirabelle’ Sono la vostra Mirabelle, per servirvi’
A quel punto, lo abbracciai teneramente, lo strinsi al seno, lo accarezzai.
– Ballate con me’ E’ un valzer appassionato, affettuoso, suonato apposta per noi’ – mormorai.
– La donna che voi dite suona la fisarmonica’ E’ uno strumento bruttissimo! E’ il peggiore strumento musicale che esista! Nessuno dovrebbe suonarlo’ L’ha inventato il diavolo, il suo timbro &egrave la voce del diavolo, sapete? Non studiatelo mai’ Non lasciatevi tentare dal desiderio di suonarlo’
– Sì, avete ragione, c’&egrave qualcosa di diabolico in quel suono, così come nel nostro amore e in questa vita’ Così come in questo valzer!
Le note della fisarmonica ci parvero talmente cupe e fatali, mentre ballavamo follemente, tra quelle nebbie appassionate, sotto delle case dai muri rossastri, dalle imposte e dai tetti dipinti di nero!
Mi accorsi che lo zingaro aveva il volto celato da una maschera. Mentre eravamo rapiti dalla danza, gliela strappai, con un gesto di passione.
– Ma voi siete’ Friedrich! ‘ esclamai. ‘ Perdonatemi’
– Ti perdonerò solo dopo averti castigata per il brutto scherzo che mi hai giocato! ‘ mi disse, con voce minacciosa e affettuosa a un tempo.
– Che cosa vuoi farmi? Che cosa vuoi farmi? Vuoi violentarmi qui, davanti al mondo? Fallo, vediamo se ne sei capace!
Egli aveva posato la mano sulla sua Mirabelle, l’aveva stretta forte, ma io continuavo a sfidarlo, senza paura.
– Ascolta’ – mormorava il mio amato. ‘ La fisarmonica maledetta suona sempre intorno a noi’ Sono note di passione, note di desiderio e di follia, note d’illusione! Tu volevi farmi picchiare dallo scaricatore ed io mi vendicherò stanotte! Sì, mi vendicherò per le tue gelosie!
Egli mi baciò sulla bocca, più e più volte, malgrado io non volessi, o almeno fingessi di non volerlo.
L’accoppiamento sessuale avvenne al suono della fisarmonica, suonata dalla giovane donna bionda, simbolo della malizia, del desiderio carnale sfrenato, del piacere e dell’amore mescolato al sangue. Era uno strumento musicale bruttissimo’ Uno strumento musicale bruttissimo, sì’ Era diabolico. Così sussurravo, gemendo e lamentandomi per l’orgasmo, come fanno le donne più belle. Sembrava che mi mangiasse, che mi mangiasse, che mi mangiasse’
Lo zingaro era il mio Friedrich e’
– Tu! Tu sei diabolico! ‘ gli dissi alla fine, quasi piangendo per le gioie proibite della carne, che egli mi regalava in quell’istante.
Fu così che le forze mi mancarono e svenni. Il mio tesoro mi diede una spinta ed io ruzzolai giù per una scalinata, fortunatamente senza farmi male. Era come se l’amore, con le sue braccia tenere, mi avesse salvata dalla collera affettuosa del mio Friedrich.

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