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Linda la nerd – Capitolo 13

By 15 Febbraio 2021Maggio 17th, 2021No Comments

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Nelle puntate precedenti:
Dopo un iniziale attimo di stupore e repulsione quando Tania presenta a Tommaso Linda come sua allieva di pompini in vista di una gara in cui la vedrà concorrente e lui come “strumento di esercitazione”, il ragazzo si innamora della nuova arrivata, giungendo al punto di dichiararsi e scoprire che il suo sentimento è ricambiato. Discutendo con lei, Tommaso scopre che Linda non ha alcune intenzione di partecipare alla gara, disgustata all’idea di fare sesso orale con ragazzi che l’hanno sempre derisa e, dopo un pomeriggio passato da soli, a fare l’amore nella cameretta della ragazza, lei lo assicura che non si presenterà alla competizione. Per sua sfortuna, la ragazza, spinta dal comportamento della sua aguzzina, Francesca, non solo decide di partecipare alla gara, ma stravince, inconsapevole che qualcuno la sta filmando.

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Capitolo 13

      Il frastuono dei macchinari che rendevano produttiva la AirCool lasciava basiti i neoassunti, che avevano la sensazione di essere finiti in un film di fantascienza in cui eserciti di robot si scontravano in una Terra post apocalittica per il controllo delle poche risorse rimaste dopo la scomparsa delle creature biologiche che li avevano progettati e costruiti. O almeno questa era stata l’impressione di Tommaso quando aveva avuto inizio la sua avventura nel mondo del lavoro, il suo primo impiego come operaio a tempo determinato in una fabbrica a pochi chilometri da casa sua che produceva componenti e assemblava ventilatori di grandi dimensioni. All’inizio aveva storto il naso all’idea di aver passato anni a studiare ed essere uscito da scuola con un diploma di tecnico elettronico, e poi trovarsi chiuso in un capannone polveroso. Movimentare con un carrello elevatore pezzi di metallo tagliati con un getto d’acqua ad alta pressione non gli piaceva affatto, ma aveva bisogno di soldi, e tre mesi, il tempo previsto dal contratto, gli sembrava un periodo comunque breve, durante il quale trovare un altro impiego per quando avesse finito lì dentro. Ma, in realtà, la paga non era poi pessima come temeva, e i colleghi erano simpatici e con diversi aveva, presto o tardi, stretto un’amicizia molto forte, e Tommaso aveva iniziato, forse, non ad apprezzare il proprio lavoro, ma a non curarsene troppo e ad accettarlo, e non ci aveva pensato due volte prima di firmare il nuovo contratto, questa volta a tempo indeterminato, che gli era stato proposto una volta terminato il periodo di prova. Quando poi il volume di affari della fabbrica era aumentato ed era stato introdotto l’orario a turni per avere più operai senza aumentare le macchine, in breve tempo il ragazzo aveva apprezzato il fatto che, in un giorno, avesse più tempo libero. Tempo libero che prima Sara e poi soprattutto Tania avevano presto capito come occupare, e che gli permetteva di passare delle ore con Linda, la dolce ragazza dai capelli d’oro e gli occhi che imploravano amore e protezione.

Ad essere sinceri, in quel momento Tommaso non sentiva nemmeno il rumore martellante attorno a lui, e non tanto per le cuffie che indossava, quanto proprio per il fatto di avere la mente occupata dal giovane volto della diciottenne, immortalato mentre uno dei vari orgasmi del venerdì precedente l’aveva trasfigurato in una visione di puro piacere, le labbra spalancate in un grido libidinoso, gli occhi rivolti a vedere il paradiso.

Il ragazzo raccoglieva meccanicamente le forme che estraeva dalle lastre di metallo tagliate, lasciandole cadere su pile di forme simili. La sua coscienza era tornata indietro nel tempo di tre giorni, quando aveva amato davvero la biondina, quando le aveva fatto scoprire cosa intendesse veramente lui con “sesso” e lei aveva apprezzato il suo operato passando ogni istante disponibile a baciarlo come se ciò fosse stato l’unico modo per restare in vita. Sorrise alla sua volontà di donargli il suo “dolce culetto” e lui che le dimostrava che anche il bistrattato ano poteva concorrere alla creazione di piacere con il semplice uso della lingua. Oh, lui le aveva detto che non voleva farle del male, possedendola tra le chiappe, ma nel giro di un po’ di tempo e di esercizi il suo cazzo sarebbe scivolato nel retto della ragazzina, e lei avrebbe urlato sì, ma solo di piacere. Sospirò chiudendo gli occhi, godendosi l’immagine di Linda nuda, il suo splendido corpo adagiato di pancia sul letto della sua cameretta, il suo volto di nuovo reso divino da un orgasmo, la sua bocca aperta che lo implorava di non fermarsi, e lui dietro di lei con il suo cazzo che scompariva tra i glutei sodi.

I pantaloni sotto la tuta da operaio iniziarono a stringere all’altezza del cavallo.

Ivano, l’addetto al “laser ad acqua”, come chiamavano colloquialmente in fabbrica il macchinario per il taglio con liquidi ad altissima pressione, si tolse i guanti, gettandoli poco cordialmente accanto alla tastiera della consolle della macchina. Tommaso comprese che il collega stava andando a godersi la mezz’ora di pausa pranzo del turno e decise di approfittarne anche lui: buona parte degli operai la faceva nello stesso momento Notò  in quel momento Paolo che stava uscendo dal suo reparto per raggiungerlo.

Paolo aveva una decina di anni in più di Tommaso, ma prendeva la vita come un sedicenne, indifferente a qualsiasi cosa non potesse essere sotto il suo controllo. Alto una spanna in meno del ragazzo, lui non l’aveva visto che una sola volta senza un barbone, lasciandolo allibito e confuso. Possedeva una passione sfrenata per il porno, le moto, la tecnologia, i videogiochi di strategia a turni e un odio viscerale nei confronti di Tania.

Tommaso si era sempre chiesto il motivo, ma non era mai giunto ad una conclusione. In ogni caso, quando venerdì mattina aveva parlato con Paolo del fatto che aveva in programma di vedere una ragazza che non era Tania, lui era sembrato felice, e lo era stato ancora di più quando il ragazzo gli aveva confidato che aveva bisogno del suo aiuto per farle credere che fosse da un’altra parte mentre, in realtà, si trovava dentro la sua amante. Paolo era stato il padre dell’idea del selfie falso e l’aveva pubblicato all’orario pattuito, mentre stava guardando un programma in tv sul motocross sul televisore a sessanta pollici e, contemporaneamente, conduceva sul monitor del computer i suoi legionari alla conquista di Tokio. Conoscendolo, Tommaso non si sarebbe stupito se, mentre premeva sul computer il pulsante “pubblica” in Facebook, avesse alzato un bicchiere di vodka, che si faceva mandare dalla Russia un paio di volte all’anno da un suo zio, e avesse detto qualcosa del tipo: “a una in figa, all’altra in culo” o “Tommaso, dalle un orgasmo anche da parte mia.”

Tommaso sorrise all’idea, aspettando Paolo che si avvicinava con il suo cellulare in mano, un Samsung che costava quasi quanto tre settimane di paga.

– Oh, Tom. – disse come saluto, nonostante si fossero visti almeno quattro volte nelle altrettante ore che erano in fabbrica dall’inizio del turno. – Mentre stavo navigando nel dark web, o almeno penso sia quello, per trovare codici con cui sbloccare i cellulari, mi è arrivata una e-mail dal mio fratellino Egidio. Gli ho sempre detto che non deve guardare i porno o diventa come me, ma è evidente che non mi dà ascolto. – Paolo lo guardò intensamente. – Anzi, da amici quali siamo, dovresti farmi contento e spiegargli come si scopa bene, così smette di smanettarsi davanti ad un computer e si trova la ragazza.

Tommaso sorrise. – Va bene. Potrebbe essere il mio allievo. Come i Sith in “Guerre Stellari”: il maestro ed il suo apprendista. Insieme domineremo la galassia della fica. – aggiunse, sogghignando.

Lo sguardo di Paolo si fece torvo. – Vaffanculo! Voi due fate i Sith e a me tocca fare Chewbecca? – sbottò, tirandosi il barbone.

Scoppiarono entrambi in una risata che risuonò nel capannone. Qualche operaio ancora al lavoro si girò per guardarli, poi tornò alle sue mansioni.

– No, considerando che, a quanto mi risulta, l’apprendista uccide il maestro per prendere il suo posto, meglio di no. – concluse Tommaso. – Ma cosa mi volevi dire?

– Certo, giusto. – disse Paolo, ancora ilare. – Sì… mio fratello mi ha mandato un messaggio con il collegamento ad un video porno molto amatoriale girato con pochi mezzi. Lo stavo guardando prima, e devo dire che è dannatamente erotico.

– Ah, sì? – chiese il ragazzo. Non avrebbe detto di non amare la pornografia, ma Tania non gli permetteva di vederli semplicemente perché non gliene lasciava né il tempo, né la materia prima per raggiungere un orgasmo. In fondo, sosteneva la ragazza, perché sprecare sperma come omaggio a una donna che non l’avrebbe mai saputo, quando la sua fica l’avrebbe gradito più che volentieri? Tommaso non trovava obiezioni alla sua filosofia.

– Egidio dice che è stato registrato da un suo amico ad una qualche competizione qui vicino. – aggiunse Paolo, risvegliando l’interesse dell’amico. – Ah, dal tuo sorrisetto sembra che la cosa ti interessi.

Tommaso si limitò a continuare a sorridere. Non aveva mai detto a Paolo, nonostante gli sembrasse di tradire la loro amicizia, del fatto che facesse sesso a tre da più di una settimana, e che la terza partecipante al loro rapporto si era iscritta a quella stupida gara. L’idea lo aveva disgustato, ma la curiosità di scoprire come si svolgesse la cosa lo incuriosiva parecchio. In un paio di occasioni, in realtà, si era scoperto a chiedersi come avrebbe gestito lui stesso una competizione basata sui pompini. Linda aveva spiegato quanto aveva capito lei leggendo le regole su Facebook, ma un conto era la teoria, un altro era vedere con i propri occhi la gara, sebbene su uno schermo: un po’ come leggere le regole del calcio e assistere ad una partita di pallone.

– Vuoi che ti mandi il collegamento? – chiese Paolo, alzando lo smartphone. Poi, con un occhiolino, aggiunse: – E scusa lo spoiler, ma c’è una bionda che sembra la dea dei pompini.

Il sorriso di Tommaso si allargò, sapendo che il suo amico avrebbe creduto che fosse stato causato dall’idea del vedere una ragazza fare un ottimo fellatio. Considerando Tania e Linda, vedere una che si metteva in bocca un cazzo e si beveva la sborra lo interessava ben poco: quello che davvero lo incuriosiva era scoprire chi avrebbe sfidato la sua amata, e se, considerando i pompini che la bionda gli aveva donato nel finesettimana, le lezioni di Tania le avrebbero permesso di vincere o meno. Magari lo avrebbe fatto vedere anche alle due ragazze, per sentire i loro commenti a riguardo.

Tommaso accettò e un attimo dopo che Paolo ebbe digitato qualcosa sullo schermo del Samsung il suo telefonino vibrò nella tasca. Lo prese e aprì la e-mail, sostituita da una schermata nera con il triangolo bianco del play. – Vado a vedermelo in bagno. – confidò con un nuovo sorriso.

– Ottima idea. – convenne l’amico barbuto. – Venire nella tuta da lavoro è parecchio squallido, lo so per esperienza. Ah, e se qualcuno te lo domanda, digli che devi fare la caccona, perché il video dura almeno un quarto d’ora. – spiegò mentre Tommaso cominciava a muoversi verso i servizi igienici. Lo sentì aggiungere con un misto di incredulità e sconforto nelle parole: – Quella troietta bionda spompina quel poveraccio per quindici minuti… Non so se invidiarlo o meno.

Tommaso attraversò il capannone accompagnato dai rimbombi dei vari macchinari, superando la piccola mensa piena di operai e infilandosi nello spogliatoio. Scelse uno dei gabinetti liberi e si chiuse dentro. Appoggiò il cellulare sul porta carta igienica, abbassò la zip della tuta blu, la fece scivolare sul pavimento, seguita un attimo dopo dai pantaloni e dalle mutande. Si sedette sul water, prese il cellulare sbloccandolo con il volto e le immagini cominciavano a scorrere sullo schermo, con l’audio disattivato.

Strinse il cellulare nella mano sinistra e con la destra si afferrò il cazzo in parziale erezione. Tania sarebbe stata contraria al donare il proprio sperma in onore delle compagne di classe di Linda, ma Tania era dalla madre in quel momento.

Riconobbe subito la vecchia segheria, essendoci passato un paio di volte o tre mentre era diretto in montagna per delle escursioni. Non era certo un posto dove lui avrebbe organizzato una competizione di qualsiasi tipo, a parte una in cui il tetano avrebbe avuto un ruolo importante nella scelta del vincitore, ma suppose che per dei ragazzi che dovevano trovare un luogo isolato dove poter fare del sesso orale senza adulti tra i piedi quel rudere sarebbe stato come la manna dal cielo.

Il video sembrava fare delle panoramiche, ma l’operatore non si allontanava dal posto che aveva occupato in prima linea tra il pubblico. Zoomò un paio di volte sui volti delle ragazze presenti, intente a mettersi in bocca i cazzi di altrettanti ragazzi, quelli che Linda aveva definito “i giudici”. Come nelle migliori fantasie maschili, le ragazze coprivano praticamente tutti i colori dei capelli naturali: due bionde, una mora e, giustamente, una rossa.

La bionda di spalle, che stava spompinando uno dei ragazzi più brutti e dalla faccia più antipatica che Tommaso avesse mai visto, non poteva giudicarla perché non ne vedeva mai il volto, ma l’altra bionda non era poi da buttare via. La mora aveva un viso ed un corpo da schianto, ma la rossa… beh, nonostante sembrava si fosse vestita alla Caritas o al buio, era comunque una rossa e spillava erotismo da ogni poro; in più, sembrava la più brava del gruppo. A parte la bionda, si corresse Tommaso, ricordando le parole di Paolo.

Ma non era di certo quella di cui vedeva il volto: fu la prima a finire e, a giudicare dall’espressione facciale e dal linguaggio del corpo del suo giudice, avrebbe fatto meglio a starsene a casa a prepararsi per gli esami. Tania ne avrebbe deriso l’esecuzione, sostenendo che sarebbe stato tanto che non avesse morso il cazzo del tipo a cui lo stava succhiando.

La mora, invece, era davvero bella, quella a cui si sarebbe consigliato di tentare con il lavoro di modella, o di attrice nel porno, sia per il corpo che per il viso. Aveva un gran bel seno e pure il sedere riempiva davvero bene i pantaloni. Ma dopo pochi minuti anche lei ebbe finito, e sputare la sborra dei rovi alle spalle del giudice… beh, tanto avrebbe valso dargli una sberla sulla cappella, pensò Tommaso. Non aveva ben compreso come venissero assegnate le vittorie o eventuali punti, ma la mora, di certo, la finale l’avrebbe vista dalla stessa prospettiva della telecamera.

La bionda rimasta, invece, teneva duro, e soprattutto lo faceva tenere duro al suo giudice. Tommaso, comunque, non aveva modo di giudicare il suo operato, essendo l’unica completamente di spalle. Giustamente, ironizzò, il tipo con la telecamera si metteva alle spalle di quella che avrebbe vinto la gara. Gli unici movimenti che scorgeva erano il movimento della testa, che variava da un su e giù, per poi interrompersi con quelli che Tommaso interpretò con passaggi della bocca alle palle o alla base del pene del giudice. A dire il vero, gli indizi su come la ragazza lavorasse di labbra e di mano erano dati esclusivamente dall’espressione del brutto muso del ragazzo, che era passato da quello che sembrava disprezzo a derisione, cosa che a Tommaso sembrò ben poco professionale, anche per un giudice di una gara di pompini organizzata da giovani arrapati, a sconcerto misto a piacere profondo, soprattutto quando la testa della bionda si alzava e sembrava parlargli.

Tommaso si chiese quale fosse stato il giudice che Linda avrebbe dovuto deliziare con le sue magnifiche doti recentemente acquisite e, per quanto nessuno di quei bastardi se le sarebbe meritate, quello che aveva ai piedi la bionda sarebbe stato l’ultimo che le avrebbe augurato. Anzi, gli avrebbe migliorato la faccia a sberle se solo avesse rivolto la parola alla sua amata con quell’espressione sul suo brutto muso.

E in quel momento anche la bionda, nonostante quanto gli aveva spifferato Paolo, finì la sua gara, costringendo Tommaso ad ammirare il brutto ceffo mostrare i segni di un violento orgasmo sulla faccia. Quindi era la rossa la vin…

Ma poi ci fu un alterco tra Brutto Muso e il giudice insoddisfatto, con quest’ultimo che quasi veniva mandato con le gambe all’aria dal primo. Il pompino si fermò un attimo, la ragazza sembrò dire qualcosa a quello che stava per ricevere una batosta, e riprendere il suo operato.

Tommaso, sebbene avesse ancora in mano il cazzo eretto se n’era dimenticato completamente. Aveva sperato in qualcosa di più eccitante da una gara di pompini, ma la telecamera era ferma nella posizione del pubblico, che si limitava a puntare, una alla volta, le varie partecipanti, a caso, zoomando. Un video davvero deludente, se non vedere un paio di ragazze che si alzavano sconfitte e se ne andavano sotto lo sguardo deluso di giudici e spettatori. Tommaso pensò che, una volta tornato al lavoro dalla pausa pranzo, avrebbe pregato Paolo di chiedere a suo fratello di scrivere una lettera per consigliare, in occasione dell’edizione successiva, di dotare ogni giudice di una GoPro con cui riprendere direttamente l’operato delle rispettive ragazze. Ma era questo che succedeva quando le cose le facevano i dilettanti, pensò sorridendo il ragazzo.

Il tipo che stava godendo della bocca della rossa godette letteralmente, sebbene nemmeno lui sembrò avvicinarsi lontanamente al livello che sembrava aver potuto apprezzare Brutto Muso. Apparve quasi più deluso della ragazza, che fino a quel momento aveva ammirato come se fosse stata la creatura più bella al mondo, la quale se ne andò con la coda tra le gambe. Un po’ dispiacque anche a Tommaso.

Ora che avrebbero fatto? L’ultima ragazza rimasta in gara avrebbe smesso o continuato fino a far venire Brutto Muso di nuovo? Tommaso vide in effetti uno dei giudici, quello spintonato, avvicinarsi alla coppia, ma il tipo che si stava facendo fare una pompa lo aggredì verbalmente, facendolo retrocedere. Gli altri due giudici, quello della mora e quello della rossa, che aveva appena messo a riposo l’uccello, guardavano la bionda con un quella che era palesemente invidia, e poi il loro amico, che sembrava urlare continuamente di piacere in modo sguaiato, e qui l’emozione che suscitava la ragazza veniva sostituita da una profonda vergogna, notò Tommaso.

Il video sembrava non finire più, diventando noioso oltre ogni idea. Il ragazzo l’aveva sempre sostenuto: un buon cunnilingus o un pompino devono durare il più possibile, fino all’orgasmo di chi lo riceveva, ma nei porno vedere qualcuno per cinque minuti muovere la testa avanti e indietro su un cazzo o mulinare la lingua per dieci su un clitoride l’aveva sempre annoiato. Quella bionda, che sarebbe stata in realtà una sfidante davvero tosta anche per Linda e Tania, sembrava davvero capace in quello che stava facendo, almeno a giudicare la reazione di brutto Muso. Probabilmente avrebbe potuto scambiare consigli con le sue due ragazze, pensò sogghignando.

In ogni caso, stanco di avere in mano il cazzo, che non aveva avuto la possibilità di sfruttare in occasione della conclusione del pompino della rossa che si era dimostrata, in fase finale, poco capace, Tommaso controllò a che punto fosse il video. Undici minuti. Tommaso fece una smorfia: il sedere iniziava a dolergli, e una gamba si stava addormentando, avendoci poggiato sopra il braccio che sorreggeva il cellulare. Anzi, si sarebbe probabilmente consumata la batteria dello stesso telefonino…

Cliccò con il pollice sullo schermo, facendo apparire la barra di avanzamento del video, e trascinò il pallino che indicava la posizione temporale fino a pochi centimetri dalla fine. Calcolò che il video durava in totale sedici minuti… Quindi quattordici o quindici minuti di pompino, pensò allibito, considerando che la ragazza non aveva attaccato dal primo istante ma dopo qualche attimo: come sarebbe stato farsi succhiare per tutto quel tempo, e sborrare solo alla fine? Tania non glielo aveva mai fatto scoprire. Quella bionda lo stava dimostrando a Brutto Muso, a quanto pareva. Oppure lo aveva appena evirato con i denti, a giudicare da come stava urlando al cielo.

“Per fortuna ho tolto l’audio…” pensò, chiedendosi come avrebbe potuto giustificare quelle grida belluine se ci fosse stato qualcun altro nello spogliatoio, in quel momento.

Osservò Brutto Muso diventare la versione ridicola di un lupo mannaro che ululava alla luna, poi barcollare all’indietro e finire in mezzo alla sterpaglia che copriva il fondo del muro della vecchia segheria, probabilmente svenendo o colto da un calo della pressione del sangue. Osservando allibito la scena, Tommaso si chiese chi fosse quella ragazza così capace. Il desiderio di conoscerla crebbe dentro di lui, più forte dell’eccitazione che quel video avrebbe dovuto provocargli: non aveva intensione di portarla a letto, solo chiederle come riuscisse a fare qualcosa del genere. Avrebbe potuto benissimo spiegare qualche trucchetto a Tania, che già era una campionessa, e magari, e questo lo avrebbe reso più felice, alla sua adorata…

– Linda! – esclamò, sbarrando gli occhi: la protagonista del video si era alzata dalla sua posizione in ginocchio e, prima che uno dei giudici potesse afferrare il suo braccio, si era girata pulendosi le labbra dalla sborra e si era esibita in un profondo inchino a favore del pubblico, il quale sembrava essere esploso in un’ovazione da stadio. Il video operatore aveva zoomato sul viso della ragazza ed il cuore di Tommaso sembrava essersi dimenticato un battito.

A bocca aperta, il ragazzo fissò il video finire senza nemmeno vederlo. Non si era mai sentito così tradito in vita sua, così preso in giro da una persona che amava veramente. In quel momento, provò una profonda empatia verso Sara e la sua ingestibile gelosia che aveva animato ed incrinato gli ultimi mesi del loro rapporto.

Continua…

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