Skip to main content

A questo racconto tengo molto e spero che anche altri lettori sapranno apprezzarlo. L’ho scritto qualche anno fa, prendendo molti spunti da una serie di eventi realmente accaduti. Fino ad oggi lo avevo tenuto per me per non perdere mai il ricordo di certi momenti. Oggi ho deciso di condividerlo.
Buona lettura.

Era il compleanno di mio cognato e come ogni anno la famiglia si era riunita per una cena nel ristorante gestito dai genitori di mia cognata. Solitamente era una bella serata anche se resa confusa dalla presenza dei figli del festeggiato e di quelli di suo fratello. Per un totale di quattro bambini scatenati tra i 4 ed i 7 anni. Poi c’erano i miei suoceri ed ovviamente io e mia moglie Silvia, con il nostro bambino di 12 mesi.
Io avevo 32 anni ed in quelle serate mi divertivo sempre perché la compagnia era molto piacevole ed il cibo ottimo.
Quella volta, però, mio cognato invitò anche altri suoi amici, i Pardi, una coppia sui 50 anni che conosceva da tempo e che raramente riusciva a frequentare a causa dei numerosi impegni.
Loro erano molto simpatici, ma quello che rese la serata così speciale fu la loro figlia, Marta. Aveva da poco compiuto 18 anni, aveva lunghi capelli biondi che le arrivavano fino al sedere e le forme di una teen ager non ancora del tutto sviluppata.
Era l’orgoglio dei genitori, ottima studentessa, contegno irreprensibile. Ma soprattutto era una gioia per gli occhi.
Non potei parlare molto con lei al momento dell’aperitivo ma feci in modo di sedere accanto a lei a tavola. E prima di sedermi mi offrii di cedere il posto a mia moglie per occuparmi della cena di mio figlio ma lei si era posizionata accanto a nostra cognata Antonella e sapevo che, contrariamente a ciò che accade solitamente, non avrebbe cambiato posto perché si trovava molto bene con lei.
Durante la cena le occasioni di dialogo non mancarono e non tardai a capire che, in realtà, si trattava di una ragazza nel periodo della ribellione.
“I miei danno tanta importanza ai voti – mi disse senza farsi sentire dagli altri – ma io credo sia solo per la classica mentalità borghese del cazzo che hanno”.
“Senza contare le migliaia di persone che hanno preso il massimo negli studi per tutta la vita per poi trovarsi un lavoro di merda”, le dissi spalleggiandola. Ma fu quando le confessai di essere stato una vera capra negli anni di liceo che lei mi prese davvero in simpatia.
Passammo la serata sparlando di amici comuni dei suoi genitori e di mio cognato, mentre io cercavo di non dare troppo nell’occhio. Non volevo che si notasse troppo che stavo passando una serata fantastica.
Ogni tanto lei prendeva il suo cellulare e controllava le notifiche di Facebook e dando un’occhiata vidi qualche foto del suo profilo. Tra queste una foto in bikini scattata un paio di settimane prima a bordo piscina: Marta indossava un bikini nero che rivelava un fisico snello con un seno di seconda misura e dei fianchi davvero perfetti.
La serata proseguì in maniera molto piacevole ed io continuai a presentarmi a lei come una sorta di diavolo travestito da angelo. “Sono le persone che adoro di più”, confessò.
In effetti era il ritratto che mi aveva dipinto dei ragazzi con cui era andata a letto nella sua esperienza che non era così poca come faceva credere ai genitori.
Verso fine serata le andai vicino approfittando dell’approvvigionamento al buffet dei dolci. Mentre sceglievamo cosa mettere nel piatto, senza guardare nella sua direzione, ma quasi sfiorando il suo gomito con il mio le sussurrai: “Mi piacerebbe restare in contatto con te senza sperare di rivederti il prossimo anno per una cena come questa”.
“Hai Facebook?”, mi chiese come avrebbe fatto qualsiasi ragazza della sua età.
“Sì, ma se mia moglie vede che stringo amicizia con ragazze come te…”
Lei sorrise: “Ti taglia le palle eh?”
“Esatto”.
“Ok, non ti preoccupare”, chiuse il discorso, allontanandosi dal buffet.
Tornammo a tavola e dopo poco sentii la sua mano infilarsi nella mia tasca. La ritrasse ma avvertivo la presenza di qualcosa.
Finimmo la cena, ci salutammo, poi io mi assentai per andare al bagno e subito controllai cosa mi avesse scritto.
Su un pezzetto di carta c’era il suo numero di cellulare con scritto “Whatsapp”.
Aggiunsi immediatamente il numero in rubrica sotto falso nome e le scrissi un semplice “Grazie per la serata”.
Il display mi mostrò che era online ed immediatamente aveva letto il messaggio. In cuor mio, ma anche tra le mie gambe, sperai che stesse aspettando un mio messaggio.
“Grazie a te per avermi aiutata a sopportare questa serata – rispose. Stai tornando a casa?”
“No, non potrei scriverti con mia moglie presente – risposi – A dir la verità ti sto scrivendo dal bagno”.
“Non credevo di averti fatto questo effetto” commentò aggiungendo una faccina che rideva con le lacrime agli occhi.
Le risposi con una linguaccia e le augurai la buonanotte.

Tornai dagli altri, ci salutammo, poi ognuno prese la propria auto per rientrare a casa.
“Mi spiace che tu ti sia dovuto sorbire la figlia dei Pardi”, mi disse, “solo che avevo un sacco di cose di cui parlare con Antonella”.
“Non è un problema, è una ragazza simpatica. Anche se… sì, è una ragazzina”.
“Magari a casa affrontiamo un discorso fra adulti”, mi sussurrò lei allungando la mano tra le mie gambe e trovando il cazzo già duro. “Mmmm, adoro quando è così”, ed abbassata la zip infilò la mano per massaggiarlo.
Fu il preludio ad una bellissima scopata che concluse una serata che prometteva sviluppi molto interessanti.

15
1

Leave a Reply