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Nikki la tabaccaia di Via Roma

By 11 Gennaio 2024No Comments

La tabaccheria di via Roma della mia città era la mia preferita, non solo per i prodotti venduti, ma soprattutto per poter essere a contatto alcuni minuti con la titolare, la Nikki, stupenda milf di una cinquantina d’anni. La signora in questione, di piccola statura, sul metro e 55, indossa sempre scarpe a tacco alto per sembrare più slanciata, ha due tette che una mano a coppa sotto di esse non riuscirebbe a contenere il seno, spaventosamente provocante, un gran bel culo fasciato sempre da gonne strette corte , oppure da gonnelline a minigonna a balze per far notar meglio lo sculettare un po’ malizioso,Le gambe affusolate, levigate con caviglie strette e polpacci sodi e muscolosi evidenziati sempre da sandali o scarpe a tacco alto. Nikki indossa sempre magliette aderenti che poi quando sono portate senza reggiseno c’è da farselo venir duro immediatamente vedendo i capezzoli tirare da sotto la maglietta. Quando popi la Nikki indossa le camicette scollate tra il solco delle tette non si può staccarle gli occhi da dosso.
Io normalmente vado in tabaccheria verso le 19,15 quando c’è meno lavoro e posso scambiare due parole con lei senza intralciare il servizio fatto da lei ai clienti e inoltre a quell’ora lei si può fermare a cambiare due parole con me ed io posso inebriarmi gli occhi tra tette, culo e gambe. In tutte le seghe che mi faccio e i sogni erotici che popolano la mia fantasia, il soggetto prediletto è sempre lei. Sono riuscito a rubarle qualche upskirt sulla scollatura delle camicette ed una foto fantastica dove lei si abbassa con una gonnellina larga e corta e mette in mostra uno stupendo perizoma che fascia un sedere degno di una dea. Questa foto del cellulare l’ho stampata ed ingrandita e al solo guardarla mi viene il membro duro come il marmo. Una sera d’inverno come al solito mi presento alle 19,20, siamo a dicembre e fuori nevischia, la Nikki e preoccupata per andare a casa in quando la fermata del 68 non è vicinissima alla tabaccheria. Io acquisto le sigarette e il gratta da 5 euro, dopodiché lei dice “Michele stasera chiudo prima perché nevica e non so se i bus rispettano gli orari”. Io con un lampo di genio mi offro di accompagnarla alla fermata in auto, la Nikki accetta e spente le luci e chiusa la saracinesca la invito a salire sulla Golf parcheggiata davanti al negozio. Sedendosi in auto mi regalò subito una visione paradisiaca delle sue gambe avvolte da autoreggenti color fumo di Londra, mi trattenni da non metterle una mano sul culo…..
In pochi minuti arrivammo davanti alla fermata del 68 e fermata la macchina nei giardini antistanti le dissi di non scendere ed aspettare al caldo in auto l’arrivo del bus. Nikki indossata sotto al giaccone nero una camicetta marrone con profonda scollatura e visione dell’incavo delle tette, una gonnellina nera corta e le autoreggenti che avevo già sbirciato salendo in auto, a completare la figura sexy che aveva, portava un paio di stivali a tacco alto, uno schianto di figa. Facendo finta di niente le misi una mano sul ginocchio, con un colpo al cuore lei non rifiutò e fece finta di nulla. A quel punto accecato dall’eccitamento sessuale che lei mi infondeva mi avvicinai al suo sedile e le misi una mano nella scollatura della camicetta cercando di baciarla sul collo, lei si avvicinò a me e io le presi l’enorme seno da sotto il reggiseno, al tatto aveva già i capezzoli rigidi e duri come chiodi, baciando e leccandole il collo le presi i capezzoli, prima uno e poi l’antro con la mano e li massaggia per renderli più turgidi, lei con un rantolo di piacere mi mise una mano sulla cerniera dei jeans e mi disse “Andiamo via che qui se passa qualcuno mi conosce” : Reso pazzo dall’eccitamento riuscii ad abbassarle il reggiseno e dalla camicetta sbottonata uscirono due tette da sogno. Misi in moto la Golf e piazzandole una mano tra le gambe sentii oltre le mutandine una fighetta stupendamente depilata. Le dissi che avremmo trovato un posto tranquillo e sicuro, infatti a poche centinaia di metri da li c’era il capannone dove io lavoro e del quale avevo le chiavi sia del cortile che dei portoni dell’officina. In un attimo raggiungemmo la zona industriale, aprii il cancello automatico, disinserii l’antifurto col telecomando e aprii i portoni. Entrai con la macchina richiudendoli subito e mi buttai con bramosia su Nikki il mio oggetto dei desideri sessuali da anni. La guardai, finalmente alla mia portata. Capelli corti biondi un filo di trucco agli occhi e rossetto sulle labbra sensuali. La ammirai in tutta la sua sensualità come se lei fosse solo un sogno e non reale ed infine mi lancia su di lei come Ulisse dopo 10 anni di astinenza, La baciai sul collo e con le mani le alzai la gonna, la vista delle autoreggenti e del perizoma colo nocciola ebbero l’effetto di moltiplicare le mie voglie ed il mio desiderio , spostando il perizoma dal davanti le ficcai due dita in figa e mi misi a stantuffarla mentre col viso sui suoi seni cercai con la bocca i suoi capezzoli e presi a succhiarli avidamente. Riuscii a farfugliare “Nikki sei stupenda è da una vita che ti guardo e mangio con gli occhi quando vengo da te in negozio”, Lei replicò “Me ne sono accorta Michele che quando stai in negozio da me ce l’hai sempre duro, noi donne lo capiamo subito”. Quindi Nikki mi sbottonò la lampo dei miei jeans e lo fece uscire. Era già enormemente duro e rigido come il marmo, lei lo prese in mano e si abbassò per accoglierlo in bocca tra le sue labbra rosse e profumate di rossetto. Io estasiato abbassa il mio schienale per renderle più comodo farmi l’adorato pompino. Appena sentii le sue labbra prendere in bocca tutta la cappella dovetti fare uno sforzo enorme per non sborrare subito. Le allontanai le mani dal cazzo e lei capì subito che doveva lavorare solo di bocca. Dopo alcuni minuti non ce la feci più e le dissi di salirmi in braccio sul mio sedile. Lei alzò la testa dal mio membro e disse “Lo sento che stai per venire, ma cerca di resistere perché anche io voglio la mia parte”. Allargò le cosce sopra di me ed io senza neanche spostarle il perizoma la penetrai inarcando la schiena. Lei lo prese tutto fino alla radice al primo colpo, evidentemente era già bagnata e pronta a farsi scopare. Succhiandole le tette sentivo la sua figa entrare cavalcare il mio cazzo sempre più velocemente. Le tolsi la camicetta e presi con entrambe le mani quelle tette stupende succhiandone avidamente i capezzoli. Lei inarcò la schiena e butto la testa indietro e con mugolii di piacere disse “Dammelo tutto dentro, è da molto che lo desideravo”. Quindi con un rantolo godette estasiata. Io a quel punto le piantai ancora una nervata selvaggia di cazzo nella fighetta con tanta violenza da farla sobbalzare dal sedile. Con un urlo disumano e gutturale le sborrai in figa come un porco. Sentivo lo sperma uscire ed uscire in continuazione in maniera mai provata prima, Litri di sborra repressi per decenni desiderosi del corpo di Lei.
Con il perizoma completamente fradicio di sperma lei si spostò sul suo sedile ed io non ancora sazio di piacere le dissi di uscire dall’auto e di salire in ufficio dove c’era il riscaldamento ancora acceso. La vidi scendere mezza nuda dalla macchina ed ebbi una erezione bestiale, salimmo in ufficio ed io accese le luci le saltai di nuovo addosso come una bestia in calore, la portai vicino alla scrivania e con un gesto spazzai tutto da sopra, quindi adagiai Nikki completamente nuda tranne il perizoma e gli stivali sul tavolo aprendole le cosce. Mi inginocchiai davanti a lei e presi a succhiarle la figa e baciarle avidamente l’incavo delle cosce, le feci alzare le gambe in modo che avesse i piedi con gli stivali sul tavolo le succhiai il clitoride fino a portarla per la seconda volta vicina all’orgasmo. Con violenza inaudita la presi sopra alla scrivania ficcandole il cazzo in figa fino alla radice, i miei colpi erano talmente violenti che lei dovette afferrare ambo i lati del tavolo per non cadere, la bersagliai col colpi violenti facendole ballare alche le tette che erano libere dal reggiseno e si muovevano ai colpi che io le davo, nel vederle muoversi così mi divenne il cazzo ancora più duro e osai con Nikki l’ultima mia carta…IL MIO DESIDERIO REPRESSO PER ANNI. Uscii da dentro di lei, velocemente la rigirai su se stessa in modo da avere il culo davanti al mio cazzo, con un movimento svelto la coricai prona sul tavolo a gambe larghe e aperte in piedi. La visione mi diede alla testa e con un colpo bestiale la penetrai da dietro sena neanche lubrificarla. Nikki urlò dal dolore ma io preso dal desiderio la assalii di colpi sempre più potenti facendo spostare la scrivania sulla quale era piegata prona la Nikki. Passato il dolore dei primi colpi la sentii ansimare” Dai porco dammelo tutto, ti piace incularmi eh??? Da quanto tempo lo desideravi”. A sentire quelle parole rauche uscite dalla sua bocca la tenni con unamano per i capelli sulla nuca e con l’altra mano le fermai la spalla e con un ultimo colpo inarcai la schiena per penetrarla meglio e le sborrai in culo. Mi sentii svuotato e sfinito. Nikki grondava sborra davanti e dietro e mi disse con un fil di voce che un trattamento così non lo aveva mai avuto. Con il cazzo ancora gocciolante di sperma la feci inginocchiare davanti a me e glielo misi davanti alla bocca, Lei stupita mi disse “Ma non sei ancora sazio di me, da quanto mi desideravi?? Cosa vuoi ancora??” Senza neanche farle finire la frase le ficcai il cazzo in bocca dicendole di succhiare fino a farmelo scoppiare. Senza neanche farla respirare le affondai il membro in gola e dopo un paio di minuti, tenendole la testa bloccata contro il pene le sborrai in gola,rigagnoli di sborra le fuoriuscirono dalle labbra, aveva in trucco sfatto ed ero riuscito a riempirla di sborra in tutti i buchi. Lei soddisfatta disse che un porco come me per fortuna non lo aveva mai conosciuto. In bilico sui tacchi degli stivali si infilo il perizoma, indossò il reggiseno la camicetta e la gonna, entrò nel bagno dell’ufficio con la borsa e dopo una decina di minuti ne uscì truccata, bella ed irraggiungibile come sempre. Una dea, la dea dei miei sogni era fisicamente stata mia.
Lei mi disse che i nostri rapporti padrona tabaccheria e cliente non sarebbero cambiati e che tutto sarebbe stato dimenticato come un sogno.
La riaccompagnai con la Golf alla fermata del bus e lei uscì dall’auto senza neanche un bacio, imperturbabile come era sempre stata.

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