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Fare le vacanze con la famiglia a 18 anni è uno strazio il più delle volte.

Mi sentivo sempre osservata, non è che potessi fare granché, poi. Anche perché nel paese tutti sapevano chi ero e la prima cosa che ho imparato è stata di tenere le mie avventure ben staccate dalla mia vita.
Nessuno sapeva delle mie scopate, tutti pensavano che fossi una mezza suora e forse anche ancora vergine.
Devo dire che per questa ultima faccenda mi andava bene così, nessuno dei tipi del luogo veniva a rompermi le palle, pensando che non gli avrei concesso nemmeno una sega lasciavano perdere ancora prima di chiederla.
La casa era grande, fatta da più appartamenti, in uno io e i miei, stabili, mio fratello e un suo amico che erano di passaggio per andare da amici che avevano una barca, in un altro alloggio c’era un’altra coppia, Alessandro e moglie, Rita, con due bambini piccoli, lui, medico, usciva la mattina per non tornare prima delle 5/6 di sera, lei ogni tanto usciva per fare la spesa o a trovare i genitori ma il più delle volte si divideva tra casa e spiaggia, io, quando aveva bisogno le davo un occhio ai bambini.
Lei era una bella mora mediterranea sui 35anni, occhi scuri. pelle ambrata, spesso aveva dei costumi che facevano fatica a contenere il suo seno,  provavo invidia, io, che invece devo ricorrere agli imbottiti.
È un martedì di quell’agosto, dopo pranzo, quelle due ore consacrate al riposino, io ho poca voglia di dormire, me ne sto in giardino all’ombra di un albero a leggere, mia madre dorme, sarà tutto tranquillo fino alle 16, bene così.
Non so perché un’ombra o una tenda che si muove nell’appartamento del medico attrae la mia attenzione, poso il libro e mi alzo dalla sdraio restando nello scuro.
Un altro movimento delle tende, mi avvicino, stando bassa guardo dalla finestra.
Resto di merda, la sposina innamorata è seduta sul letto, mio fratello e l’altro tipo sono in piedi, cazzo duro, lei li sta spompinando alla grande.
La signora per bene del sud, mi viene da sorridere, è lì che succhia due cazzi, li alterna, ma a volte se li mette entrambi davanti alla bocca, con le cappelle ce si toccano e ci passa la lingua, la avvolge, sale e scende.
Mi trovo accovacciata schiena contro il muro, stupita, eccitata, sorpresa.
Come abbia fatto mio fratello a convincere Rita a scopare non lo so, con due cazzi insieme, poi…
Mi rialzo, sono attratta da quella finestra, mi rimetto a guardare. il pareo che le avvolgeva i fianchi deve essere finito da qualche parte, è rimasta con solo il top del costume che comunque fa fatica a tenere le sue tette di una buona quarta, le mutandine devono essere volate anche loro chissà dove.
La vedo, è distesa sul letto, sta succhiando mio fratello con foga, l’amico le ha aperto le gambe e ha preso a stuzzicarle la figa prima con le mani e poi di bocca, lei gli guida la testa tra le gambe intanto succhia e succhia e succhia, vedo il segno del costume sul suo corpo, le lineette dei laccetti, lei, tanto per bene che non si slaccia il costume nemmeno quando prende il sole sulla schiena adesso si fa montare da due poco più che ventenni.
Beh, sembrava che i due ci sapessero fare, chissà se mio fratello si era scopato qualche mia compagna di classe, probabilmente più di una.
Intanto continuavo a guardare, e mi stavo eccitando.
Aveva fatto stendere mio fratello e se lo stava scopando, lo stava cavalcando mentre si teneva l’altro cazzo in bocca, i suoi seni pieni si muovevano in sincronia con il suo impalarsi.
Io ogni tanto dovevo lasciare la finestra, con la mano mi stavo masturbando, tenendo le gambe strette per provare più piacere, mi trovai con la mano fradicia e, le tette gonfie i capezzoli duri che spuntavano dal tessuto.
Vedevo quella scopata come fossero scene differenti, ogni volta che mi affacciavo erano messi in una maniera differente, vedevo Rita a pecora mentre aveva il cazzo di mio fratello in fondo alla gola e l’altro nella figa che la trapanava.
A un certo punto l’ho vista sorridere di riflesso nello specchio da quella scopata con due cazzi giovani, io stavo impazzendo, mi sarei lanciata in quella stanza per rubarle le nerchie, mi ero infilata tre dita nella figa e mi stavo scopando con quella.
Li ho sentiti concludere mentre le venivano in faccia, io, senza nemmeno avere il tempo di finirmi, sono corsa, piena di voglia e con la passera gonfia, sotto gli alberi a fingere di leggere.

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