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solita mattina, solito treno

By 1 Febbraio 2021No Comments

non un posto per rilassarmi un pò 30 minuti per arrivare al lavoro pigiati come sardine uno appiccicati all’altro, solita mattinata, solito treno attaccato al tubo mi tengo per non finire steso sul pavimento. altra fermata, qualcuno scende e molti salgono, pigiati peggio della famosa scatola di pesci sposto la borsa tra il tubo e le mie ginocchia per stare un pochino più comodo d’innanzi a me un omone che non si ricorda l’ultima volta che ha fatto la doccia mi piazza la sua ascella pelosa per non finire lui stesso sdraiato alla prossima frenata del treno almeno la mia maglietta profuma del deodorante che uso quotidianamente e i miei pantaloni corti mi rinfescano i boxer puliti una frenata un pò brusca e sento due seni che si appiccicano alla mia schiena e due capezzoli irti che sfregano le mie spalle una mano sfiora i miei pantaloni alla ricerca del palo dove sono avvinchiato per non rotolare per la frena e manca il palo ma si aggrappa ai miei pantaloncini subito penso al portafoglio ma la catenella non la sento tirare quindi non stanno tentando di scipparmelo la mano si attacca ai gioielli di famiglia e non li molla, mano con unghie ben curate, femminili che mi solleticato con la fortuna che ho stamattina potrebbe essere la mano di un trans ma dal collo che sfiora il mio orecchio si sprigiona un profumo di iris che mi riempie le narici e mi manda in un universo parallelo labbra sottili si avvicinano al mio orecchio e mi sussurrano “non ti muovere se nò finisco a gambe all’aria” tante parole mi frullano in mente ma riesco solo a mormorare un mugolio strozzato in gola penso “se continua a strizzarmelo gli vengo nella mano” la mano lascia la presa per un attimo e la frena inaspettata la fà guizzare tra la pelle e i boxer e si ferma come un artiglio al centro tra quello destro e quello sinistro inizio a pensare che alla prossima fermata gli vengo tra le dita mentre i seni continuano a schiacciarsi sulla mia maglietta sento il mio culo che viene strusciato dal suo pube morbido che si strofina schiacciato tra il palo e il corpo che profuma di iris i miei sensi sono su una galassia lontana lontana le labbra sottili si schiudono in leggeri baci sul mio collo chlle non mi permettono di voltarmi per osservare il volto di quel profumo e di quelle labbra le dita scorrono sulla mia asta e le labbra pronunciano una frase che mi raggela il sangue nelle vene “non è grosso nè lungo, ma a me piace così ” altra frenata e mi ritrovo una chioma rossa e due labbra sottili che incorniciano un visetto giovanile con due occhi chiari con pagliuzze verdi celesti mai visti prima una mano sulla mia asta che pulsa, l’altra che si avvinghia alla mia chiappa sinistra e in mezzo tra noi il tubo che si incastona tra due seni taglia terza abbondante fasciati da una maglietta rosa aderente che non lascia nulla alla mia fantasia di navigare tra i suoi capezzoli belli irti sono suo punto di lasciarmi andare a liberare il contenuto dei miei testicoli sulle dita avvinchiate alla mia mazza, lei se ne accorge e con uno strattone alza una gamba liscia e soffice e si aggrappa alla mia chiappa destra lasciando intravedere un cespuglio di peli soffici rossi fasciati da una gonnellina appena sopra alle sue ginocchia con un movimento rapido la mano tira fuori la mia asta e nella confusione del pigiarsi gli uni all’altri vengo sul suo soffice monte di venere l’omone che non si ricorda l’ultima volta che si é fatta la doccia non si accorge di nulla come le persone che mi pigiano da tutte le parti mentre svuoto tutto sul perizoma striminzito della rossa d’innanzi a me sento l’altra mano che mi pulisce l’asta con un fazzolettino di stoffa che magicamente si è materializzato dal nulla “la prossima fermata è la mia, grazie di tutto, ci vediamo domani”, si sistema la gonna senza pulirsi con disinvoltura mi rimette l’asta nei boxer, scioglie la presa della sua gamba sulla mia chiappa, si gira e viene trascinata dalla folla verso le porte del treno ritorno sul pianeta terra, controllo borsa e portafoglio, tutto in ordine e seguo la chioma rossa perdersi tra la folla che la sospinge verso la scala mobile lei si gira e con un sorriso leggo sulle sue labbra un grazie a domani e si lecca due dita assaporando la crema che gli ho riversato sulla mano pochi minuti prima le porte del treno si chiudo e penso che se esiste un angelo del paradiso porta una terza abbondante con una chioma rossa e con due occhi chiari con pagliuzze verdi celesti la giornata è iniziata molto bene vediamo domani cosa accadrà

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