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037 – Debora, il cazzo del cognato e………….

By 28 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Trascorsero alcuni mesi, durante i quali, noi, evitammo accuratamente, qualsiasi tipo di incontro con la famiglia di Nicola e Carla. Dopo quelle vacanze così trasgressive, Luca ed io, cercammo di guardarci dentro, esaminammo minuziosamente la situazione ingarbugliata nella quale ci eravamo andati ad impantanare. Decidemmo poi, di chiudere definitivamente con i rapporti incestuosi e di riprendere possesso della normalità, dentro la quale, fino a prima delle vacanze estive, scorreva la nostra felicissima vita. Parlammo a lungo anche con i figli, ci informammo con loro, delle loro tendenze e abitudini sessuali. Sviscerammo i loro problemi e confessammo a loro i nostri. Alla fine tutti fummo d’accordo, che le esperienze estive, vissute con la famiglia di mio cognato e cognata, erano da considerarsi, un episodio, dovuto all’abbondante alcool ingurgitato quella sera, che aveva ottenebrato fortemente le nostre menti. Avevano poi influito pesantemente i condizionamenti da parte di quel maiale, di Nicola, sicuramente affetto da satiriasi acuta. Melissa e Monica, mi confessarono che mai avrebbero pensato di fare sesso con i loro fratelli. Quella sera, erano in balia dell’atmosfera di lussuria estrema, che coinvolgeva tutti. Arrivarono addirittura a pensare che nei beveraggi fosse stata immessa, proprio da zio Nicola, qualche droga, forse coca o della semplice ‘maria’.
Un giorno di novembre, io ero in casa da sola e sentii suonare al cancello di casa, mi avvicinai alla finestra e spostando lievemente le tendine, sbirciai per vedere chi fosse e lo vidi; ebbene si, era lui, la causa principe delle nostre angosce, colui che portava il nome di Nicola, quello che stava ancora premendo insistentemente il campanello di casa nostra. Lui notò il lieve movimento della tenda e alzò la mano salutandomi, premetti il pulsantino del citofono e di conseguenza udii lo scatto della serratura del cancello. Mi apprestai alla porta di casa e gli aprii l’uscio, lui rimase un attimo titubante sulla soglia e poi entrò. Mi salutò abbracciandomi, ma stranamente, non se ne approfittò per toccarmi le tette”’

‘Ciao Nicola, come mai da queste parti?’

‘Sto lavorando in un cantiere qui vicino e ho pensato di venirvi a trovare. Luca non c’è?’

Io mentii””

‘Dovrebbe arrivare a momenti’.’

‘Scusa, forse ti disturbo”.’

Prima di rispondergli lo guardai incuriosita, non l’avevo mai sentito rivolgersi a me con tanta gentilezza, forse stava male””’..

‘No, no figurati, vieni, accomodati, Carla come sta?

Lui, si tolse il giubbotto di jeans, lo posò sulla spalliera di un sedia e poi si sedette su una delle poltrone””’..

‘Noi stiamo bene tutti, grazie. Sai, io in verità, sono venuto per parlare con voi, per ciò che è successo ad agosto. Forse, siamo andati tutti oltre i limiti. Limiti che dovrebbero esistere nelle famiglie come le nostre.’

Io rimasi in piedi, per evitare che, sedendomi, la mia gonnellina corta salisse ulteriormente mostrandogli le mie micro mutande””.

‘Si Nicola, ci siamo confrontati tra di noi, con Luca e i figli e sinceramente non abbiamo capito il motivo di quelle situazioni. Ti devo confessare che tu, quella prima volta nel bagno dell’Hotel, mi hai dato un piacere immenso e indimenticabile, non ero abituata a simili dimensioni e anche ad essere posseduta con forza e in modo cosi deciso e se vogliamo anche un po’ violento.’

‘Io ho sentito sempre una grande attrazione nei tuoi confronti e prenderti è stata anche per me, una grande emozione e un piacere intenso e irripetibile.’

‘Forse è meglio che parliamo d’altro, non vorrei che, la situazione precipitasse ancora!!’

‘No dai, e poi, non potrebbe precipitare, se non sbaglio mi hai detto che Luca sta per arrivare no?’

‘Si te l’ho detto, ma solo così per proteggermi da te, in effetti lui arriva fra un paio d’ore’

Lui si guardò le mani, erano sporche di cemento e gesso e aveva il dito medio della mano destra che sanguinava per un taglietto sul polpastrello””.

‘Nic, vuoi lavarti le mani? Cosi magari ti metto un cerotto su quel dito sanguinante’.’

‘Si grazie, te ne sono grato”.’

Lo accompagnai in bagno e andai in cucina a prendere dall’armadietto delle medicine la scatoletta dei cerotti. Ripercorsi il corridoio e una volta giunta davanti alla porta aperta del bagno, lo vidi di profilo con il cazzone in mano che stava pisciando. Una vampata di calore percorse il mio corpo inondandomi il viso. Per fortuna lui mi dava parzialmente le spalle e cosi riuscii a tirarmi indietro e a nascondermi dietro lo stipite della porta. Attesi di sentire lo sciacquone in funzione e finsi di essere arrivata in quel preciso istante. Il manganello era sparito dentro le sue mutande e lui si stava tirando su la zip. Si rilavò per bene le mani e se le asciugò con cura. Io mi avvicinai a lui con il cerotto pronto in mano, glielo appoggiai sul dito ferito e lo applicai facendolo aderire per bene alle pelle. Non so se fosse la vicinanza, o forse il suo odore di maschio selvaggio, oppure il sudore che emanava la sua maglia, o ancora i suoi jeans strappati e sporchi di calce, fatto sta che percepii dei brividi intensi percorrermi la pelle e le mie mutandine inumidirsi seduta stante. Era un animale da sesso, il torace villoso e pieno di muscoli, le cosce che riempivano i suoi jeans aderenti, fasciando il suo bel culo sporgente ed evidenziando il grosso pacco anteriore. Fisicamente era come Luca, ma molto più muscoloso e virile del fratello. Mi allontanai rapidamente da Nicola e lui mi seguì in salotto. Si accomodò ancora sulla stessa poltrona e io, distrattamente, mi sedetti davanti a lui”..

‘Forse è meglio che vado, non vorrei che succedesse qualcosa””’

‘Non aspetti tuo fratello? Hai fatto trenta”’..’

Da quel momento il dottor Jekyll si trasformò rapidamente in mister Hyde””

‘Sei una gran figa Debby, io ho cercato di comportarmi bene, ma tu mi fai vedere le mutandine, mi ecciti in modo pazzesco!!’

‘Calmati Nic, dai non ricominciamo, ti prego!!’

Si alzò in piedi e con poche mosse fece scendere i jeans, vidi dentro lo slip bianco il grosso cilindro che spingeva il tessuto provocando un bozzo verso sinistra formando un promontorio oltre il bacino. Liberò dalla tessile prigione la bestia, che dotata di vita propria, scattò verso il centro puntando il suo occhio verticale contro di me. Il grosso cazzo vibrava come il ramo in mano al rabdomante, quando scopre una vena d’acqua. Mi trovai distesa all’indietro sulla poltrona con le cosce, anch’esse dotate di vita propria, che si erano spalancate autonomamente.
Lo vidi sfilarsi completamente i jeans e le mutande, poi si tolse la maglia rimanendo nudo, a parte i calzini bianchi che gli coprivano i piedi. Pensai che gli uomini, quando sono nudi con i calzini nei piedi sono veramente ridicoli. Forse lui di questa cosa ne era cosciente e sollevando un piede alla volta se li sfilò. Madonna mia!!!! Quanta roba tutta assieme!!!! Un carro armato con il cannone puntato su di me!!! Le sue mani mi sollevarono la camicetta e senza sbottonarla me la sfilò dalla testa, mi sollevò con facilità, come fossi stata una piuma e mi mise in piedi sulla poltrona. Mi tenne a vita cingendomi con il braccio sinistro, mentre con la mano destra provvide a far scendere la zip laterale della mia gonnellina. Il bottone che ancora teneva il mio indumento ancorato a me, fu fatto saltare tirando in basso con violenza la gonna. Infilò un dito nella parte bassa del perizoma e lo tirò via lacerandolo.

Mi sollevò ancora, come un fuscello, prendendomi con entrambe le mani per i fianchi e capii allora che mi voleva prendere nella stessa posizione che mi aveva posseduta Luca in quello spiazzo al mare. Le mie gambe si avvinghiarono attorno ai suoi fianchi e la mia fighetta si spalancò come le valve di un ostrica e per la seconda volta accolse la grossa mazza dentro di se. Eccole le sensazioni di Agosto, le meravigliose percezioni di piacere in fondo alla mia vagina. Lui mi possedeva con spinte violente, i suoi addominali si contraevano ritraendo il cazzo fin quasi a farlo fuoriuscire completamente all’esterno, poi con movimento inverso, proiettavano il suo enorme dardo a scivolare rapidamente contro le pareti della mia vagina infuocata, fino a colpire con il glande la radice del mio utero. Era un piacere selvaggio, maleducato, invadente, violento, primordiale, ma era un piacere straordinario, meravigliosamente maschio. Ecco, in quei momenti mi sentivo una troia, una vera grande troia, una puttana al servizio del cazzo, una cagna, una lurida schiava, con le cosce spalancate a soddisfare il piacere del suo padrone. Lui mi sollevò ancora e mi fece girare a pecorina, poi lo spinse ancora nella mia figa fradicia. I colpi ora, data la posizione, erano anche dolorosi, mi stava spaccando la vagina, mi stava sfondando l’utero. In quel momento sentii arrivare l’orgasmo, con gli occhi chiusi vidi le stelle in cielo, sentii la figa sciogliersi e riempirsi di liquidi e venni gridando il mio piacere”””’.

‘Godoooooooo, vengooooooo, bastardooooo, che cazzone che haiiiiiii, Nicolaaaa fottimiiiiii, sbattimi forteeeee, siiiiiii cosiiiiiiiiii cosiiiiiiii, ahhhhhhhhh, ahhhhhhhhh, ahhhhhhhh, uuummmhhhhhh, siiiiiiiiiiiiiiiiiii”””’

Non ebbi subito la percezione del fatto che lui lo aveva sfilato da dentro, quando realizzai quelle che erano le sue intenzioni, non riuscii ad evitare che il suo pene mi allargasse a dismisura lo sfintere anale e che vi penetrasse fino a farsi stringere la cappella dal mio roseo anello dilatato.

‘Te l’ho ficcato in culoooo, troiaaaaa!!!!’

‘Figlio di puttanaaaaaa!!!! Togliloooooo, mi spacchi il culoooo, mi fai maleeeeee!!!’

‘Siiiiii, ti rompo per bene il culoooo!!!! Toh! Prendilo fino in fondooo!!!!! Voglio che ti sanguini sto buchetto mezzo vergine, voglio sfondarti il culo come tu quest’estate l’hai sfondato a me con il vibratore!!!’

‘Figlio di troiaaaaa, mi fai malissimoooo, ti pregooooo Nic, ti prego mi spacchi!!!’

Lui, non sentiva ragioni, lo spingeva brutalmente dentro al mio povero buco; il suo cazzone si inabissò fin quando sentii i suoi pesanti coglioni cozzare contro la mia figa. Mi sembrava che il buco del culo fosse anestetizzato, sentivo si il dolore per la lacerazione ma psicologicamente provavo piacere per essere l’oggetto dei desideri di quel macho bastardo di mio cognato.

Forse, non erano trascorse due ore, ma di sicuro, di fianco a me e a Nicola si materializzò improvvisamente mio marito!!!!
Lo vidi mettersi le mani nei capelli e voltarsi camminando a passi veloci. Entrò in camera nostra e sbatté con violenza l’uscio. Nicola si ritirò dal mio culo e notai che era sporco di sangue misto a sperma. Mi aveva rotto il culo e aveva pure sborrato dentro. Ci rivestimmo e assieme raggiungemmo la camera da letto. La porta non era chiusa a chiave ed entrammo. Luca stava sdraiato a pancia in giù sul letto ed ebbi l’impressione che stesse piangendo. Mi avvicinai, seguito da Nicola, gli sfiorai la schiena e lui mi allontanò la mano con rabbia. Fu mio cognato a parlare per primo””

‘Luca, non ti incazzare, Debby ti ama, il nostro è stato un rapporto di solo sesso, è stata la continuazione di quanto è avvenuto questa estate. Tu, allora, giocasti con Carla, è successo che io e tua moglie ci sentiamo fortemente attratti. Ti devo confessare che Carla invece si sente attratta da te, ma lei ama me. Me lo ha detto, se avrà l’occasione, dice che farà sesso con te. Per favore girati, ragioniamo ti prego.’

Le parole di Nicola sortirono l’effetto desiderato e Luca si girò, poi mi guardò fissa negli occhi e mi fece sedere vicino a lui””’

‘E’ vero quello che ha detto Nicola adesso?’

‘Si è vero, io amo te, non è stata una cosa premeditata. Lui è venuto a trovare te, poi non ti ha trovato e poi forse i nostri cervelli si sono disconnessi e la mia figa e il suo cazzo hanno iniziato a comandare i nostri corpi.!!’

Luca allora””

‘Adesso Nicola, chiama Carla e dirgli di venire qui da noi, facciamo cena assieme stasera’.’

‘Non so se può, credo che abbia già predisposto per la cena e poi ci sono i ragazzi ”.’

‘Anche noi stasera abbiamo i ragazzi, cosa vuol dire? Fai venire pure loro!!’

Nicola uscì dalla camera e cercò il suo telefonino nelle tasche del giubbotto, poi compose il numero di casa e attese”..

‘Ciao Carla, senti io sono qui da Luca e Debby, loro vorrebbero che tu venissi qui, per cenare tutti assieme”’

‘No Nic, non è possibile, ho già preparato anche per i ragazzi’.’

‘Ok non importa, fai venire anche loro, ci hanno invitati e non ci possiamo rifiutare. Quello che hai preparato lo mangiamo domani’..’

‘Va bene Nic, non ti incazzare, mi preparo, una mezz’oretta e siamo lì’..’

‘Ok dai vi aspetto, ciao’

Gridò direttamente dal salotto””’..

‘Il tempo di prepararsi e arrivano”

Ci raggiunse in camera, mentre io coccolavo Luca e mi lamentavo per il culo rotto. Luca volle constatare il danno da me subito e così mi sollevai la gonnellina e entrambi i miei maschi mi esaminarono il buco dell’ano.
Luca ci infilò un dito e lo estrasse pulito, non sanguinava più. Nicola chiese di andare in bagno e io lo seguii. Anche Luca, a scanso di equivoci, ci accompagnò in bagno. Ci spogliammo del tutto e io per prima mi infilai sotto la doccia. Mi lavai accuratamente e poi cedetti il mio posto a Nicola e a Luca che entrarono assieme. Dal vetro trasparente, vedevo i miei due maschi, e li confrontavo. Anche Luca non era niente male, ma io lo vedevo meno macho di suo fratello. Presi dall’armadietto del bagno, una cremina per la cura delle emorroidi e me la spalmai dentro e fuori il buco del culo. Poi, nuda, uscii dal bagno e entrai in camera, indossai un altro perizoma e un’altra gonna corta. Presi poi una maglietta con le maniche lunghe e la infilai. Mi guardai allo specchio e notai i miei capezzoli che puntavano contro la stoffa elasticizzata della maglia. Ok, pensai, sei la solita santarellina troia!
Quando anche i maschi arrivarono in sala, il campanello di casa suonò ed io mi affrettai ad aprire la porta per dar modo a Carla e ai suoi ‘bambini’ di entrare. Mia cognata mi aiutò ad apparecchiare e quando fu pronto si accomodarono tutti e io mi preoccupai di servire le varie portate.
Durante la cena, chiacchierammo amabilmente, evitando di portare la conversazione sul tema scottante e delicato che ci riguardava molto da vicino. A cena terminata, i giovani si dileguarono salendo al piano mansardato, dove loro potevano ridere e scherzare liberamente, senza disturbare in alcun modo noi adulti. Estrassi dal frigorifero una bottiglia di Sambuca e una di Mirto, che andavano serviti freddi, poi portai un secchiello con il ghiaccio e misi in tavola una bottiglia di grappa invecchiata, una di Cognac francese e una di Whisky Glen Grant.
Carla osservando l’assortimento di liquori”’..

‘Debby, ci vuoi ubriacare come quest’estate?..’

‘Meglio di no dai’.’

‘Cognata mia, quella è stata comunque una serata indimenticabile!!’

Luca si fece avanti””’.

‘Ecco, appunto. Il motivo di questa cena, è quello di capire quali strascichi abbia lasciato quella indimenticabile esperienza!’

Nicola prese la parola e come sempre dimostrò il suo livello culturale”’..

‘L’unico strascico che ha lasciato in me, sono le emorroidi al culo!! Eh, eh, eh ‘.’

‘Anche a me ha lasciato l’ano dilatato, ma io non parlavo di conseguenze fisiche, parlavo di quelle psicologiche!’

Pareva che la famiglia di Nicola, non avesse accusato alcun problema psichico e che la cosa fosse stata assorbita con la massima tranquillità d’animo.
Ma, Luca, aveva un tarlo nella testa che lo divorava. La scena di me a pecorina e suo fratello che me lo sbatteva dentro al culo non l’aveva digerita e incazzatissimo, parlò ancora”’..

‘Porca puttana! Carla, quando sono rientrato tre ora fa, tuo marito e mia moglie stavano scopando!! Anzi, Nicola se la stava inculando e lei godeva come una troia!!!’

Carla, con fare disarmante, guardò Luca e poi candidamente gli rispose””’

‘Luca, non è il caso che ti incazzi, tu e io abbiamo solo da rendergli pan per focaccia!!’

‘Carla, ma tu’ lo vorresti davvero??’

‘Si, Nic lo sa, gliel’ho confessato, ho voglia di te, di essere scopata delicatamente. Debby mi ha rivelato, come fai l’amore tu e io sono stufa di essere sbattuta di brutto!! Voglio delicatezza e stile!!’

Ci guardammo tutti e quattro in faccia; sui nostri visi, era comparso un sorriso appena accennato che, dopo pochi secondi, sbocciò in una risata contagiosa che ci unì tutti in un caloroso e affettuoso abbraccio.
Versai nel mio bicchiere una dose abbondante di Cognac e gli altri seguirono il mio esempio a ruota; Carla si servì, come di consueto, la Sambuca, mentre Luca versò nel suo bicchiere la Grappa, infine Nic riempì il suo calice con il Glen aggiungendoci del ghiaccio.
Ci guardavamo e sorseggiavamo i nostri liquorini, senza parlare; occorreva che qualcuno di noi, facesse il primo passo. Ad un certo punto, aiutata dal primo bicchiere di Cognac appena ingurgitato, io, ormai troia conclamata, presi il coraggio e mi alzai dalla poltrona, poi mi inginocchiai sul tappeto e a quattro zampe mi trascinai verso Nicola. Lui mi vide e aprì le cosce per accogliermi fra di esse; gli aprii la fibbia della cintura, poi feci uscire il bottone metallico dall’asola in cui si trovava prigioniero, la zip scese scivolando veloce e io posai la bocca sul pacco celato ormai solo più dai candidi slip. Lo addentai dolcemente scivolando con la bocca lungo l’asta, raggiunsi la cappella che fuoriusciva dall’elastico mostrando il frenulo teso e una parte della superficie vellutata e lucida del glande. Mentre io mi adoperavo con Nicola, sulla poltrona a fianco della nostra, Luca, semi sdraiato, era già completamente nudo, e teneva in mano il bicchiere della Grappa, mentre Carla gli leccava il cazzo, partendo dalle palle, poi saliva e giunta all’apice del membro gli succhiava la cappella e scendendo lentamente gli ingoiava tutto il cazzo fino alla radice. In pochi attimi tutti e quattro fummo completamente nudi, mentre Carla ed io succhiavamo il cazzo ai nostri partner loro si sporgevano e si sfioravano lingua contro lingua. Proseguii il mio pompino al cazzone di Nicola, cercando di ingoiarglielo tutto; ma date le enormi dimensioni, l’impresa era di difficile realizzazione.
Presa com’ero in questo intento, fui sorpresa dal grido animale di Carla; lei volgeva la schiena a Luca e si era impalata sul suo cazzo piantandoselo nella figa””’..

‘Aaaaaahhhhhhhhhhh, wowwwwwwwww, che durooooo!!!!! Siiiiiiiiii, sei un grandeeee!!! Scopi da Diooooo!!!!!! Tu non mi fai maleeeeeee, siiiiiiiiiiiii, godo come una vaccaaaa , fottimiiiii, siiiiiiiiiiii’

Lui da dietro gli aveva afferrato entrambe le grosse tette e gliele spremeva con forza, lei saltava sul cazzo di mio marito e si lasciava cadere ficcandoselo dentro fino alle palle. Ad ogni ricaduta si sentiva il ‘ciac’ delle chiappe di lei che sbattevano contro le cosce di lui.
Nicola mi prese selvaggiamente per i capelli e si liberò il cazzo dalla mia bocca vorace, poi si alzò in piedi e mi rimise nella stessa posizione di poche ore prima. Ormai certa, attesi di sentire la grossa cappella dilatarmi il buco del culo e difatti non mi sbagliai; il dardo, che avevo insalivato per bene, si fece largo nel mio intestino e scivolò nel mio ventre provocandomi, nello stesso tempo, dolore atroce e piacere intenso. Lui mi inculava e mi tirava per i capelli, usandoli come si usa una briglia per i cavalli.

‘Troiaaa, ti spaccooooo! Ti cavalco come una zoccola puttana!!!!’

‘Inculamiiiii, siiiii, sono la tua troiaaaaa!!! Che nerchia che haiiiii!!! Spaccami il culoooooo!!!!’

Avevo la mano destra fra le cosce e mi sditalinavo furiosamente, mentre il cilindro di carne dura e calda mi stantuffava il culo. Senza remore alcuna, tutti e quattro, ci lasciavamo andare a frasi zozze e ingiuriose.

‘Dai Carla, scopami ancora il cazzoooo! Voglio sborrarti dentro la figaaaaa!!!’

‘Siiii Lucaaaaa, hai il cazzo più duro che ho mai provatoooo!!!! Daiiiii fammi venireeee!! Sei il meglioooooo!!

‘Dai troia, muovi il culoooo, te lo sto allargando al massimoooo!!! Da domani più niente stitichezza!!!!!! Farai dei grossi stronzoni da sta caverna di culo che hai!!!!!’

‘Inculami ancoraaaaaa, fottimiiiii, spaccami il culoooo!!! Fammi godere maschione porco!!!!’

Carla fu la prima a venire, poi Nicola mi scaricò la sua lava bollente nell’intestino e io gli risposi venendo con urla e grida da zoccola incallita; l’ultimo fu Luca, con il solito autocontrollo, sfilò il cazzo dalla figa di Carla e prendendola per i fianchi centrò per bene il cazzo contro il suo sfintere anale e vi sprofondò dentro. Qualche gridolino di Carla e poi anche lui si svuotò i testicoli nel culo della cognata.

Aprimmo gli occhi e la scena che si presentò ai nostri sguardi ci lasciò esterrefatti; i nostri sette figli erano a pochi metri da noi, in semicerchio; ci guardavano sbalorditi e stupefatti; poi, con nostra grande sorpresa, uno di loro iniziò a batterci le mani e via, via, tutti gli altri, si accodarono e un applauso scrosciante e spontaneo, scaturì dalle loro mani, dalle loro menti e sicuramente dai loro cuori.

Dopo questa volta ci furono altre situazioni bellissime e coinvolgenti che mi riservo di raccontarvi in una prossima occasione.

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

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