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040 – Debora e Carla con i giovani figli

By 3 Aprile 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

L’esperienza vissuta il giorno di Natale, nei giorni seguenti, fu scomoda e ingombrante da digerire. Nella mia mente, passava di continuo il film di quanto avevo dovuto subire, legata e schiavizzata da tutti i miei parenti in quel giorno, che sarebbe dovuto essere di letizia e di festa religiosa. Era stata una esperienza molto particolare e la mia mente era ancora presa a metabolizzare, la mia nuova sessualità; ovvero quella post vacanze agosto 2012. Prima di quella data fatidica il sesso per me era rappresentato dai rapporti regolari, magari noiosi ma, ancorché soddisfacenti, con il mio dolce maritino. Da quei momenti era iniziata, sessualmente parlando, una nuova vita, fatta di promiscuità e di trasgressioni di rapporti incestuosi, addirittura gay e lesbici. I nostri figli ci avevano visti fare sesso, ma non ne erano stati coinvolti direttamente. Forse dopo Natale, era iniziata la terza fase, gradatamente stavamo rendendo partecipi anche i nostri ragazzi e quelli di Carla e Nicola. Un fotogramma importante dell’ultimo film era quello di Massimiliano, mio figlio, che mi prendeva per i capelli e mi ficcava il suo cazzo in bocca. Con una punta di orgoglio ero soddisfatta del lavoro svolto con i gemelli, li avevo forniti di un bell’attrezzo, diverso da quello del loro padre, più lungo e più largo, molto simile a quello del nonno, ovvero mio padre. Si il mio babbo ce l’aveva uguale a loro; mi ricordai, di averlo visto una volta mentre scopava con mamma e rammentai la scena del suo cazzo, appena estratto dalla figa, che schizzava sul corpo di sua moglie coprendola di sborra. La terza fase era iniziata; già, la schiava, era stata una esperienza devastante, fisicamente e mentalmente, distruggente. I capezzoli del mio seno erano, dopo cinque giorni, ancora doloranti, le scosse elettriche avevano lasciato dei lievi segni rossastri per non parlare delle natiche con striature sporgenti rosse fuoco con delle crosticine affioranti. Poi il buco del culo, la rosetta, era ancora indolenzita per l’ingresso a secco del mastodontico cazzo di Nicola. Mi accorsi che se facevo mente locale e idealizzavo l’immagine tridimensionale del membro di mio cognato, la mia figa rispondeva immediatamente inumidendosi. La troia era lei, la mia vagina maiala, era lei che mi aveva fatta diventare una porca, zoccola e puttana! Certo che un cazzo come quello, avrebbe fatto bagnare qualsiasi femmina eterosessuale del mondo!! Spensi, nella mia fantasia, il proiettore del film porno al quale stavo assistendo e cercai di distrarmi con le faccende domestiche. Accesi poi la tv e tentai di trovare un programma che mi distraesse dalle mie elucubrazioni sessuali. Dopo alcuni minuti, durante i quali lottavo contro il mio essere troia, spensi il televisore e mi sdraiai sulla poltrona, raccolsi dal portariviste un giornale patinato e cercai tra le pagine del gossip qualche notizia interessante. Immersa nella lettura, finalmente stavo calmando i miei bollenti spiriti, mi stavo infine rilassando, stavo vincendo la piccola ma importante battaglia con il mio corpo e con il mio cervello obnubilato dal sesso. Mi accorsi che in più occasioni mi si abbassavano le palpebre e posai la rivista facendomi vincere dalla sonnolenza. Sognai dei prati verdi con tantissimi fiori di campo, poi, le fantastiche immagini svanirono all’improvviso e nelle mie orecchie un acuto disturbo, un suono intenso e continuato; mi svegliai di soprassalto e fui immediatamente consapevole che il suono proveniva dal campanello della porta. A fatica sollevai le mie membra e guardai dal video citofono. Il viso ingrandito e deformato di mia cognata Carla che sorrideva e aspettava che io gli aprissi il cancello.
Lo feci e aprii contemporaneamente la porta di casa, lei comparve, entrò e si chiuse l’uscio alle spalle.

‘Ciao Carla, come mai da queste parti?’

‘Ciao Debby, sono andata a ritirare un pacco alla posta e sono passata a salutarti.

‘Un pacco??? Ti sei fatta mandare lo Champagne per la sera di capodanno?’

‘No, non è Champagne, è una cosa bellissima, un regalo di Nicola per me!’

‘Un anello di brillanti comprato su internet???’

‘Sei curiosa di sapere eh?’

‘Eh si, lo sai che sono curiosa io!’

‘Ma scusa, la sera di capodanno siamo qui da voi vero?’

‘Non avevamo combinato ancora nulla di preciso, ma credo proprio di si. Natale da voi capodanno da noi !’

‘Natale indimenticabile vero cognatina?’

‘Lascia perdere, ho ancora male dappertutto, la figa mi fa male per le sferzate, le natiche per le frustate con le punte metalliche, il buco del culo per il cazzo di quella bestia di tuo marito, le tette per le mollette e la macchinetta infernale’..’

‘Si ma vedrai, ti passerà tutto prima del trentuno!!’

‘Comunque chiedevo se eravamo tutti qui, perché evito di portare il pacco a casa e poi riportarlo da voi. Lo voglio aprire alla mezzanotte dell’ultimo dell’anno.’

‘Ah, capito, per me se vuoi lo puoi lasciare qui. Ma scusa, è una sorpresa o sai cosa c’è dentro?’

‘No, non è una sorpresa, so cosa contiene, ma per tutti sarà una sorpresa. Solo che lo dovrei confezionare bene, con la carta regalo che ho comprato in cartoleria’

‘Vuoi che ti do una mano?’

‘Ok lo vado a prendere in macchina’

Si allontanò e dopo pochi minuti rientrò con un grosso pacco ingombrante e voluminoso”’.

‘Ti ha regalato una barca a vela in kit???’

‘Ma no dai, dove lo posso mettere?’

‘Appoggiati un attimo sulla sedia che libero il tavolo’

Tolsi il grosso vaso dal tavolo e lo liberai dalle altre cianfrusaglie, poi aiutai Carla ad appoggiare sul ripiano il pesante fardello. Era avvolto con della carta colore nocciola e notai sullìetichetta dell’indirizzo un marchio a me molto conosciuto ‘BEATE UHSE”’..

‘Dal marchio mi sa che ho capito di cosa si tratta, almeno del genere di regalo che ti ha fatto tuo marito!!’

‘Vedrai, sarà una sorpresa anche per te’

Una volta eliminato l’involucro esterno, tagliai il nastro che sigillava la scatola e la aprimmo.
Estrassi la scatola più grande e la porsi a Carla, lei la aprì e tiro fuori un ‘vestito’ . Ecco, il capo era formato da un collare di cuoio nero con degli inserti che si evidenziavano all’esterno come delle capocchie di grossi chiodi e all’interno avevano delle punte aguzze. Questo collare terminava con una fibbia e dalla parte opposta una sezione più stretta con i classici buchi delle normali cinture. Una volta indossato e chiuso dietro, attorno al collo, pendeva sul davanti, nella parte centrale, agganciato ad un anello metallico, un guinzaglio, sempre in cuoio, lungo un metro abbondante, alla quale estremità vi era una impugnatura fallica. A destra e a sinistra del guinzaglio due lacci, ancora in cuoio, scendevano in basso e si agganciavano a loro volta ad un piccolissimo perizoma di pelle nera. Carla provò ad indossare il tutto e dopo vari tentativi riuscì a stabilire cosa infilare prima e cosa dopo. Prima cosa da indossare era il perizoma, una volta infilato, si sistemava il collare attorno al collo e lo si chiudeva tirandolo dietro. I laccetti che collegavano il collare e il tanga si tendevano e il filo interdentale delle mutandine si intrufolava dolorosamente a forza fra le labbra della figa e contemporaneamente le punte metalliche del collare si piantavano superficialmente nella pelle del collo provocando altro acuto dolore.
Carla volle rimanere così e aprimmo un’altra scatola; con mia grande sorpresa vidi uno strano oggetto. Era una paletta, nera di plastica dura con un manico e un laccetto di pelle dentro al quale inserire il polso; nella parte della paletta vi erano degli inserti metallici esattamente identici a quelli del collare. Vidi l’immagine e l’esemplificazione su un foglietto di istruzioni, serviva per battere sul sedere, ‘sculacciando’ la schiava. Mi appropriai dell’oggetto e colpii lievemente, quattro o cinque volte, Carla sulle chiappe”.

‘Cavoli, fa malissimo, porca vacca che dolore!!’

‘Sono cavoli tuoi, io la mia parte l’ho già fatta a Natale!!!’

Nelle scatole successive trovammo delle manette simili a quelle regalate a me, ma queste avevano tutt’attorno un specie di pelliccia sintetica color azzurro pallido. Una strana pinza con le ganasce sottili completamente dentate all’interno. Anche in questo caso vidi la foto dimostrativa e la applicai sui capezzoli di Carla. La pinza si chiudeva attorno al capezzolo e si poteva bloccare con un elastico spesso che la stringeva. Provai e Carla urlò. La tolsi immediatamente e aprimmo l’ultima scatola. All’interno due catenelle abbastanza robuste alle quali estremità vi erano, da una parte delle mollette regolabili e dall’altra dei perni dentro ai quali vi erano infilati dei pesi di forma circolare sfilabili. Segui ancora le istruzioni e collegai le pinzette ai capezzoli, poi presi dalla scatola i pesi, otto in tutto, e ne infilai uno per parte fermandoli con due coppiglie di acciaio infilate nei perni. Carla iniziò a sudare e mi implorò di smettere. Io, fui condiscendente e sganciai subito le mollette dai capezzoli martoriati.

‘Carla, ma sto regalo, secondo te sarà un bel regalo oppure tu soffrirai per tutta la notte del trentuno dicembre???’

‘Tu hai dimostrato che si può soffrire e godere allo stesso tempo, ci voglio provare anche io!!’

‘Rivestiti dai e rimettiamo tutto dentro, poi lo confezioniamo per bene”

Ma Carla, eccitata per le sollecitazioni che aveva appena subito””..

‘Visto che siamo sole, invece di rivestirmi io, potresti spogliarti tu, che ne dici?’

‘Non so ma ho paura che rientrano i gemelli fra poco”

‘Dai facciamo veloci, pochi minutini’. Dai ti prego”’

‘Ok, ma andiamo in camera mia però!’

Entrammo in camera e subito lei mi aiutò a spogliarmi, tutte e due nude, il suo corpo contro il mio, il suo seno prosperoso e duro contro le mie tettine…….

‘Carletta, mi piaci troppo, sei bbbonaaa!!! Andiamo sul letto vieni’.’

Fui subito fra le sue cosce spalancate, la mia lingua esplorò a lungo la sua figa, passai poi al clitoride e lo leccai cercando di succhiarlo. Non ce l’aveva sporgente come il mio, era duro ma piccolino e non riuscivo a tenerlo fra le labbra della mia famelica bocca. Infilai allora, dapprima un dito nella figa, poi ne inserii due, quindi la penetrai con tre dita e iniziai a stantuffarla velocemente. Le mie dita scivolavano della sua apertura con estrema facilità e lei rispondeva alle mie sollecitazioni, muovendo ritmicamente il bacino. La penetravo e gli leccavo il clitoride, lei godeva e si stringeva con entrambe le mani i capezzoli, tirandoseli e girandoli fra le dita”’..

‘Ummmm, infilami il pollice nella figa e il medio nel culooooo”’

‘Siiii. Così va bene??? Ti piace??’

‘Ummmmmm, siiiiiiii, continuaaaaa, leccamelaaaa”’

‘Uuuummmmmmm’..’

La sentivo sull’orlo dell’orgasmo, ma un rumore sospetto mi fece girare la testa verso la porta della camera, che Carla non aveva chiuso a chiave. Massimiliano e Manuele erano sulla soglia e ci stavano guardando soddisfatti dello spettacolo che gli stavamo offrendo’……

‘Brave!! Mamma sei proprio una gran troia!! Anche tu zia sei proprio una vacca!!’

‘Scusate ragazzi, avete ragione, ecco, noi, eemmmm, giocavamo e adesso ci rivestiamo’.’

Mi alzai per rivestirmi e anche Carla si sollevò da letto e volle uscire dalla camera per tornare in salotto a raccogliere i propri indumenti. I ragazzi, a questo punto fecero un passo avanti e Manuele chiuse velocemente l’uscio a chiave, poi la sfilò dalla toppa e se la mise in tasca. Avanzarono entrambi verso di noi. Manuele si occupò di me mentre Massimiliano prese in consegna sua zia;
Ci buttarono prepotentemente a pancia in su, di traverso sul letto e furono immediatamente fra le nostre cosce aperte, litigarono con le zip dei pantaloni, fin quando le loro dure mazze si mostrarono libere ai nostri occhi.
Manuele”’

‘Adesso te lo ficco nella figa, mamma maiala!!! ‘

E Massimiliano””

‘Ziuccia bella, ti piaceva fartela leccare da mamma eh? Vediamo se ti piace di più il mio giovane cazzone!!!’

Iniziarono a scoparci assieme, poi dopo alcuni colpi, vidi Lele guardare Massi e dopo un cenno di intesa compresi il significato dell’occhiata che si erano scambiati. Invertirono posizione e Massi penetrò me mentre Lele lo infilò a sua zia. Questa situazione durò a lungo”’..

‘Fratellooo, cambioooo!!!’

‘Okkeyyyyyy, cambioooo!!!’

‘Leleeee, andiamo????’

‘Si Massi, cambioooo!!!’

Per me e credo per Carla non cambiava nulla, era in pratica lo stesso cazzo che ci penetrava a fondo e sinceramente mi faceva godere da morire.

‘Massi, che ne dici le sborriamo in figa a ste due troie????

‘Dai Lele, inondiamoleeeee!!!’

‘Siete mattiiii!!! Noooo in figa nooooo!!! Siete scemi, ci mettete incinte tutte e due!!!!!

‘Massi , fai girare la mamma che io penso alla zia!!’

‘Capito tutto Lele, ok dai troia giratiiiii!!’

‘Zietta cagna maiala, girati fammi vedere il culooo!!!’

Ci fecero girare a forza e ci misero piegate sul letto, poi sentii, il canale delle natiche, colpito dalla saliva calda, che la mia creatura, Massimiliano, mi aveva sputato fra le chiappe. Le sue dita mi spalmarono la sua bava lubrificante fuori e dentro il buco del culo, poi sentii la sua verga rigida sprofondare con un sol colpo nel mio intestino.

‘Ohhhhh, amore miooo, figlio miooo, siiiii, incula la tua mammaaaaa!!!’

‘Ti piace eh mamma troia??? Godi con il cazzo in culo vero???? Sei una gran baldracca!!!’

‘Siiii, sono una troiaaaaa, la tua mamma zoccolaaaa, bagascia, maiala, sono una vacca porcaaaa, inculamiii forteeee, sbattimiiiiiii, siiiiiiiiii’

Anche Lele si dava da fare e inculava sua zia e pure Carla non si lamentava, anzi pareva godesse come godevo io e forse pure di più!!

‘Che sgualdrina che sei ziaaa!!! Godi con il cazzo in culo vero???? Sei una troia!! Dillo che sei una troiaaaa!!!’

‘Siiiiii, sono una troiaaaaa, sgualdrinaaa, siiiiiiii, una cagna schifosaaaa. Fottimiiiii il culooooo!!’

Io, coinvolta fisicamente ed emotivamente in questa eccitante situazione ebbi un orgasmo violento, prepotente, rabbioso. Contrassi il culo stritolando il cazzo a mio figlio e sentii dentro di me arrivare fiumi di sborra bollente. Lui non parlava e non si muoveva più, stava piantato e sprofondato nel mio culo e sborrava, sborrava, pareva non finire mai, percepivo i fiotti di sperma e contemporaneamente le contrazioni del cazzo. Mi diede due pacche sulle chiappe e si sfilò, lasciandomi libera di muovermi. Quando mi alzai in piedi, lui, così duro e volgare prima, mi guardò con estrema dolcezza e mi accarezzò il viso dicendomi””’.

‘Scusami mamma per le parole di prima, ma ero troppo eccitato e tu sei troppo una bella femmina!
La mamma più porcella e più bella del mondo.’

Mentre succedeva questo, Lele inculava ancora la zia e io compresi che lei, da come stava ansimando, stava per arrivare”””

‘Fottimi, fottimiiiiiii, continuaaa, non smettere adessooooo, aspetta a sborrareeee!!!’

‘Toh, prendi, prendiii, tohhhh, tohhhh. ‘

‘Siiiiii, sono una vaccaaaaa, godoooooooo, vengooooo, oooohhh siiii vengooooooo, siiiiiiii, wowwwwwwwwww, siiiiiiiiii, ahhhhhhh, ahhhhhhh”.’

‘Sborrooooo, ziettaaaaa, sborrroooooo, sborrroooooo!!!’

Lele contrariamente a suo fratello gemello non stava fermo ma continuava a muoversi dentro il culo di Carla, fin quando esausto si lasciò cadere su di lei e ci rimase per un paio di lunghi minuti.
Poi si sollevò e anche sua zia si mise in piedi. Lei più troia di me vide che dal cazzo di suo nipote fuoriusciva ancora un filamento di sborra e si accucciò davanti a lui succhiandolo e pulendolo per bene.

‘Ummmm ziucciaaaa, sei proprio una vera zoccolaaa!!’

Così prima dell’arrivo del resto della famiglia ci lavammo e rivestimmo tutti. Poi i ragazzi ci aiutarono a confezionare i pacchi regalo e quindi li sistemammo nel ripostiglio. Carla ci salutò e ci ringraziò per tutto quanto e poi, se ne andò dal suo Nicola che la aspettava a casa. Quando Luca e le ragazze rientrarono, ci trovarono seduti a tavola ad aspettarli per pranzare. Per tutto il pranzo Lele, Massi ed io ci scambiammo occhiate e sorrisi complici, insospettendo per il nostro atteggiamento, persino Luca e le due femminucce.

Quanto accaduto con i miei figli maschi e con mia cognata fu un leggero preludio, a quanto sarebbe successo la notte di capodanno, dove sicuramente, si sarebbero verificate delle situazioni molto coinvolgenti e fortemente eccitanti.

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

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