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094 – Nonna Carlotta e i suoi due nipoti

By 5 Dicembre 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Durante quelle vacanze, si verificò una nuova situazione. Quando mancavano pochi giorni al mio rientro in città, arrivò una telefonata da parte di Marcello, mio cugino e anche mio coetaneo, nella quale telefonata, chiedeva alla nonna il permesso per venire a trascorrere qualche giorno di vacanza in campagna. La nonna accettò di buon grado e così il giorno seguente, Lino, così lo chiamavo io, accompagnato da suo padre, arrivò a tenerci compagnia.
Mio zio rimase solo poche ore e poi fece rientro a casa sua, lasciando il figlio con noi.
A quei tempi Lino era un bel giovane, carino, direi non molto macho, i lineamenti del viso marcatamente effeminati, capelli lunghi come me, ma biondi chiarissimi, occhi azzurri e con un fisico poco muscoloso e liscio come il culetto di un neonato. Appena arrivato, la nonna lo guidò in quella che fino ad allora era camera mia e visto che il letto era di una piazza e mezza ci disse di aggiustarci a dormire assieme nello stesso giaciglio. Lino fu accomodante e accolse la cosa con molto entusiasmo, era infatti felice di condividere lo stesso letto con me. La sera verso le ventitre e trenta, con le sole mutande addosso, sdraiati sul letto, con le finestre aperte e protette solo dalle zanzariere, passammo quella prima notte a parlare e a confidarci le nostre avventure sentimentali. Mi fece vedere alcune foto della sua ragazza in bikini e anche una senza niente addosso. Gli dissi che era veramente una bella figa e poi gli mostrai le foto della mia Lisetta. Un paio di queste immagini erano un po’ particolari, scattate da me mentre facevamo sesso e in particolare una mentre me lo succhiava e un’altra mentre la prendevo ficcandoglielo nel culo.
Lui si complimentò con me per le dimensioni del mio cazzo e nel farlo scese dal letto e si abbassò le mutande e mi fece vedere il suo. Così per non essere da meno feci la stessa cosa anch’io e uno di fronte all’altro ci confrontammo i piselli. Lui era fisicamente bello, molto bello e anche se non ero omosessuale, mi sentii fortemente attratto dal suo corpo così affascinante. Alto circa un metro e ottantacinque, pettorali appena pronunciati con i capezzoli stranamente sporgenti per essere un maschio, completamente depilato persino sul pube, una bella mazza, non come il mio ma quasi e due grosse palle molto più voluminose delle mie. Ce l’avevamo duro entrambi e lui mi chiese se poteva toccarlo e senza attendere la mia risposta già me lo aveva afferrato. Rimasi un attimo stupito e stralunato e poi anch’io impugnai il suo. Lui segava il mio e io il suo fino alla fine, fin quando sborrammo, prima io e poi lui. Io pensavo di essere un grande sborratore ma dovetti ricredermi quando vidi lui venire. I primi schizzi parevano delle fontanelle, poi ne buttò fuori a schizzi abbondanti e potenti una quantità industriale. Sul tappetino poggia piedi, vi erano solo delle macchie riguardanti la mia sborrata mentre la sua era fuoriuscita dal tappeto e un metro più in là si notavano larghe chiazze di sborra sparse un po’ dappertutto. Non avevo mai toccato un altro cazzo in vita mia e devo dire che dopo quella esperienza iniziò una nuova vita da bisessuale convinto. Anche Lino lo era, ne parlammo ancora per un po’ e poi nuovamente eccitati ci dedicammo ad un fantastico sessantanove io sopra e lui sotto. Era la prima volta che facevo un pompino ad un uomo e non mi dispiacque affatto. La maggior goduria fu quando lui tentò di annegarmi con un fiume di sborra che per forza di cose, dovetti ingoiare completamente. Anche lui mandò giù il mio sperma leccandosi poi con avidità i lati della bocca, dove un paio di rivoli erano inopinatamente usciti. Verso le quattro del mattino, esausti, ci addormentammo con in testa mille emozioni, magari anche contrastanti fra loro, ma comunque assolutamente piacevoli e intimamente soddisfacenti.
Al mattino mi svegliai per primo, in testa avevo un pensiero che mi tormentava tantissimo.
Avrei dovuto parlare a Lino del mio particolare rapporto con la nonna, oppure era meglio se me ne stavo zitto? Mentre chiuso in bagno mi facevo la doccia e nel contempo mi arrovellavo la mente per trovare la risposta al mio inquietante quesito, sentii bussare alla porta e urlai di aspettare un attimo, udii la voce di Lino che mi rispondeva di muovermi.
Così, ancora mezzo insaponato, con molta cautela per non scivolare sul pavimento bagnato, aprii la porta a mio cugino. Lui entrò e tirò fuori il cazzo dalle mutande e iniziò a pisciare. Mi rammentai della sega reciproca di qualche ora prima e mi infilai di nuovo sotto la doccia per terminare di sciacquarmi, lui si abbassò gli slip lasciandoli sul pavimento e con noncuranza, mi raggiunse e volgendomi le spalle, iniziò a bagnarsi sotto il getto dell’acqua. La doccia non era molto spaziosa e io avevo il suo culo da femmina a pochi centimetri dal mio cazzo mezzo duro. Con un movimento sospetto fece cadere la spugna nel piatto doccia e in modo volutamente provocante si abbassò appoggiandomi le chiappe contro il cazzo. Quando si sollevò, io lo abbracciai sul petto e lo attirai a me, lui era qualche centimetro più alto di me e il mio cazzo stava benissimo fra le sue cosce. Lui si appoggiò a me e piegò il capo all’indietro e mi baciò sulle labbra, poi la sua lingua guizzò fuori e si incrociò con la mia. Non lo avevo mai fatto ma mi parve un gesto assolutamente naturale. Portai le mani più in basso e presi in mano la sua durissima virilità, gli toccai le grosse palle e sotto ad esse trovai la mia cappella che gli fuoriusciva sul davanti. Lino muoveva il culo sinuosamente e implicitamente mi invitava a penetrarlo, a possederlo analmente. Tirai il bacino all’indietro e mi impugnai il cazzo, guidai la mia cappella contro il suo sfintere e spinsi con decisione. Mio cugino non era certamente vergine perché il cazzo si incuneò dentro di lui con estrema facilità. Ora lui stava disteso in avanti e appoggiato con le mani al lavabo esterno alla doccia. Lo presi per i fianchi e glielo sprofondai fino alla radice. Emise un suono prolungato che poteva significare dolore, ma forse anche piacere, Non stetti a sindacare sul significato di quel lamento e iniziai a sbatterlo con forza, tutto dentro e tutto fuori, ad ogni colpo un forte ahhhhh che forse si udiva persino al di fuori del bagno. Mi rammentai in quell’istante dei suoi lunghi e larghi capezzoli e con la mano sinistra ne presi uno fra le dita e glielo strinsi forte. Un altro ahhh e lui che ad ogni mio affondo spingeva all’indietro il culo per farselo entrare il più possibile dentro lo sfintere.
Strinsi fortemente ancora il capezzolo e gli riempii l’intestino di sborra calda. Pareva che lui non aspettasse altro, impugnandosi il cazzo si segò rapidamente e anche questa volta diede luogo ad una vera eruzione vulcanica. Per me fu sempre inspiegabile la abnorme quantità di sperma che mio cugino produceva e soprattutto la lunghissima gittata dei suoi schizzi. Ci abbracciammo e ci baciammo ancora, avvolti dai getti d’acqua tiepida che massaggiavano i nostri corpi appagati. In camera nostra, mi sedetti sul letto e con calma spiegai a Lino di me e della nonna. La sua risposta fu tutta in una sola esclamazione: Cazzo!!! Gli spiegai che non era poi così strana la cosa, se io e lui dopo anni che non ci vedevamo, nel giro di poche ore avevamo fatto sesso tra di noi, si poteva anche giustificare che la nonna e io”
Passarono alcuni giorni dove io e la nonna non avemmo modo di isolarci per poter fare qualche nostro giochino erotico e venne così il sabato, penultimo giorno prima della partenza, mia e di Lino.
La nostra nonnina decise che quella sera si sarebbe mangiato pesce alla griglia e così accendemmo il barbecue e verso le venti iniziammo a cucinare. Mentre aspettavamo che il pesce cuocesse, la nonna tirò fuori mezzo metro di un grosso salame crudo e dopo averlo parzialmente spellato e tagliata una buona parte a fette spesse, lo dispose su di un tagliere assieme a dei grissini sfiziosi e versò nei bicchieri del buon vinello fresco. Dopo alcuni bicchieri, la nonna, che poco sopportava il vino, iniziò a ridere senza un giustificato motivo, mentre parlava allegramente aveva preso il salame in mano e ci giocava maliziosamente. Lino mi guardava allibito e io gli strizzai l’occhio per fargli capire che la serata si stava bellamente animando. La nonna, nel frattempo, si era seduta a tavola e aveva preso in mano un bel branzino ancora da cuocere e portandoselo alla bocca mimava un pompino. Glielo presi dalle mani e lei si lamentò dicendomi che ero cattivo, io non l’ascoltai e lo posai sulla griglia. Si consolò ficcandosi in bocca una fetta di salame e mandando giù una ricca golata di vino. Subito appresso impugnò il pezzo di salame intero e se lo mise dritto fra le gambe lasciate ampiamente scoperte dal corto vestito.
Prese ancora il bottiglione del vino e se ne versò nuovamente tracannandolo tutto in un sol colpo. Allontanai la bottiglia dalla sua portata e la guardai. Io l’amavo, era una vera porca, con il salame a mo di cazzo fra le cosce aperte, in prossimità dell’inguine peloso e non coperto da indumento alcuno. Se lo teneva fra le gambe con entrambe le mani, simulando una lentissima sega. Tolsi il pesce dal fuoco e lo depositai dentro ad una teglia metallica, lo posai poi sul tavolo e quindi mi sedetti alla destra della nonna, Lino si accomodò dall’altra parte. Lei, rideva, era ormai ubriaca fradicia, le piaceva il vino ma non lo sopportava, sbattè il salame sul tavolo e sganasciandosi sguaiatamente mise le mani sui nostri cazzi. Ce li sfregò da sopra i pantaloni fin quando non furono duri come il marmo, poi mi guardò negli occhi e ormai persa nell’oblio, biascicò di tirarlo fuori, la stessa cosa fece con Lino. Mio cugino era titubante, non si osava, si trattava pur sempre di sua nonna.
Io, nipote incestuoso ormai navigato, diedi l’esempio e mi aprii la patta, mi alzai in piedi e in men che non si dica fui nudo con il cazzo sguainato, duro pronto. Dicono che l’esempio è la miglior legge di vita ed è appunto con l’esempio che si suggerisce ai giovani il giusto e retto cammino. In effetti Lino si alzò in piedi e a sua volta si svestì rapidamente. Ci sedemmo proprio mentre la nonna tentava di alzarsi dalla sedia, voleva probabilmente mettersi anche lei a suo agio, ma dovette sedersi nuovamente. Lei seduta e noi in piedi, uno a destra e uno a sinistra, io le porsi il cazzo e lei lo accolse nella bocca. Era bravissima a fare pompini, una vera artista!! Non so come faceva ma nonostante che la mia bestia fosse parecchio lunga lei riusciva a ingoiarlo tutto, me lo faceva scomparire del tutto ficcandoselo fino in gola. Lino invece si segava e glielo spingeva contro la guancia. Lui intanto mi teneva con l’altra mano i coglioni e me li stringeva, io contraccambiai prendendogli le grosse palle in mano e strizzandogliele quasi a voler pompare la sborra per farla fuoriuscire. Ero troppo eccitato e tenendo il capo della nonna da dietro la nuca glielo spinsi fino in fondo e le sborrai direttamente in gola. Contemporaneamente vidi che dal cazzo di Lino cominciò ad uscire sborra a fontanella e poi un numero incredibile di schizzi colpirono il mio ventre e il viso della nonna. Entrambi con il cazzo in mano, guardammo la nonna, il suo viso era coperto da una maschera di sperma che le era rimasto appiccicato alla pelle. Mi sorprese mio cugino che con le dita le ripulì la faccia raccogliendo i lacci tremuli e se li ficcò tutti in bocca leccandosi con cura le dita intrise dai nostri abbondanti succhi. La nonnina ci supplicò di farla godere, ci disse di spogliarla e di fotterla e noi, nipotini comprensivi, altruisti e generosi, tirando di qua e di là riuscimmo a toglierle il vestito denudandola completamente. Mio cugino la guardò dapprima con un che di ammirazione mista a libidine sfrenata, poi le mise le mani sulle poppe, mentre io mi davo da fare con la figa. Fu allora che spostai con una mano un pezzo di tovaglia liberando la superficie del tavolo, poi sollevai come un fuscello la nonna e ve la feci sedere sopra. Lei si sedette e poi si lasciò andare all’indietro fino a sdraiarsi con la schiena sul tavolo ora la sua figa e il suo culo erano lì sul bordo del tavolo stesso. La figa pelosa era a portata di cazzo e Lino, ormai liberatosi da qualsiasi tabù si mise a leccargliela. Mentre lui le lambiva la patata, io mi diedi da fare a succhiarle e mordicchiarle i capezzoli.
Con una mano dietro la nuca mi teneva il capo stretto contro il seno, mentre con l’altra mano aveva afferrato i capelli di Lino e lo spingeva contro la figa. Dopo qualche attimo mi liberai dalla morsa della nonna e vidi mio cugino che nel frattempo si era alzato e stava scopando la nostra troia stantuffandole la figa. Mi posizionai dietro di lui, ammirai ancora una volta il suo splendido culetto poi gli sputai un po’ di saliva in mezzo alle meravigliose chiappe e appoggiai la cappella alla rosetta anale, quindi, sprofondai dentro al suo caldo e morbido culo.
Che magnifiche sensazioni!! Io sodomizzavo mio cugino e lui si scopava quella porca della nonna. Lei ansimava e godeva, incitava Lino a sbatterla più forte e mi spingeva a inculare fino in fondo il mio caro cugino. Non volli sborrare ancora e lo estrassi dalla caverna di Lino, lui si lamentò, ci restò male, ma io gli dissi che volevo inculare la nonna.
Sfilò allora il suo pene dalla figa di lei e facendomi aiutare da lui la girai sul tavolo piegata con le gambe a penzoloni. Leccai per qualche minuto il buco del culo della nonna e quando lo giudicai ben lubrificato mi posizionai dietro e spinsi. Era entrato meglio nel sedere di mio cugino, ma comunque, dopo le prime difficoltà, il mio voluminoso cazzo si fece strada nelle viscere della mia maialissima nonnina.
Quando sentii il cazzo di Lino appoggiarsi al mio vergine buchetto, non fui più in tempo per sottrarmi alla penetrazione. Mi fece malissimo, il bastardo me lo ficcò dentro a secco e non ebbe alcuna pietà nemmeno quando la sua grossa cappella separando le pareti del mio intestino mi entrò fino in fondo. Percepii i suoi coglioni contro le chiappe e poi il grosso cilindro fece il percorso inverso, scivolando quasi del tutto fuori dal mio sfintere. Ad ogni passaggio, un sottile piacere prendeva il posto dell’intenso dolore e cominciai così a muovermi nel culo di nonna, accompagnando i suoi movimenti nel mio. Poi lui di colpo si sfilò e sborrò fin sulla schiena della nonna, ricoprì anche la mia di schiena con fiotti densi e caldi. Sentii che la nonna stava per venire e affondai con violenza nel suo culo finché, non resistetti più e con il cazzo interamente dentro di lei le riversai la mia sborra nelle viscere.
Che serata!! Fu purtroppo l’ultima e forse anche la più bella. Certo che da quando ero arrivato a casa della nonna avevo vissuto delle esperienze nuovissime e parecchio esaltanti. Avevo fatto sesso completo con la mia cara nonnina e l’avevo pure inculata.
Per la prima volta me l’ero preso in culo, l’avevo succhiato ad un uomo, avevo ingoiato la sua più che copiosa sborra, me l’ero fatto anche spompinare da mio cugino ed ero riuscito, respingendo un impulso di repulsione, a baciarlo in bocca L’avevo altresì inculato ed ero certo di aver provato un piacere intenso, sia nel dare, sia nel ricevere. Tutti questi indizi portavano ad una consistentissima prova: Ero sicuramente bisessuale!!

Buon sesso a tutti da parte di Ombrachecammina
Mia e-mail: Alexlaura2620@libero.it

Se i miei lettori vogliono che a rispondere sia la mia compagna Laura, possono richiederlo.
Nei ritagli di tempo lei vi risponderà

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