Skip to main content
Racconti 69Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'IncestoTrio

097 – Samantha, Marco e la sua famiglia incestuosa (2a parte)

By 10 Dicembre 2013Febbraio 9th, 2020No Comments

Così il dieci di Luglio, alle sette del mattino, con la mia macchina, partimmo tutti e cinque verso la riviera. Samantha, per l’occasione, aveva indossato un vestitino scollato e molto corto, a fiori stampati multicolori. Mentre saliva in macchina sul sedile posteriore, sistemandosi al centro, ebbi la fugace visione di una mutandina gialla di un costume tipo bikini. Mia moglie si era infilata dei pantaloncini di jeans parecchio inguinali e una maglietta a canottiera che lasciava poco spazio all’immaginazione.
Mio figlio Renato con t-shirt e jeans azzurro scolorito, mentre Melissa si era messa addosso una camicetta blue con bordi bianchi di tela leggera con pochi bottoncini davanti e una gonnellina corta a piegoline di colore bianco. Il sottoscritto jeans e polo azzurra a maniche corte. Quasi ci fossimo messi d’accordo in precedenza calzavamo tutti delle comode scarpe da ginnastica. Durante il percorso la mia famiglia socializzò rapidamente con la mia segretaria-amante e così il viaggio trascorse molto piacevolmente. Io avevo sistemato lo specchietto per sbirciare fra le gambe di Samantha che con la corta gonna che era ulteriormente risalita, mi mostrava generosamente il costumino giallo, che riusciva a celare misteriosamente, quella sua poderosa mazza da baseball. Mentre sbirciavo lei, devo ammettere che, senza comprenderne le recondite motivazioni, ogni tanto adocchiavo le cosce aperte della mia bambina Melissa e il vederle quel piccolo perizoma candido, che le fasciava la fessurina, lasciando al centro una linea infossata fra le labbra della vagina, beh, devo confessare che mi dava delle intense vibrazioni alle mie parti basse. Non avevo mai guardato mia figlia, stavo diventando veramente troppo trasgressivo e soprattutto mi accorgevo di aver tirato fuori dal mio più profondo imo, una perversione che fino a poco tempo addietro non pensavo potesse in qualche modo appartenermi. Mia moglie poi a peggiorare le cose, da qualche minuto mi accarezzava la coscia destra risalendo con la mano fino all’inguine. Mentre mi carezzava, mi guardava in faccia e spiava le mie reazioni, che non tardarono a mostrarsi sotto forma di una potente erezione che si andava sviluppando a pieno, nonostante la stretta prigione dei jeans in cui l’oggetto in questione era obbligato a rimanere. Giungemmo dopo un paio d’ore finalmente a destinazione e appena arrivati sotto l’abitazione di Samantha compresi quanto poteva essere redditizio fare il suo mestiere. Una villa, in stile liberty a pochi metri dal mare. Sopraelevata in confronto alla strada statale e interamente recintata da una massicciata costituita da pietre irregolari sovrapposte e cementate fra di loro. Sopra a detta massicciata vi erano delle inferriate verniciate di verde scuro che percorrevano tutto il perimetro della villa. Entrammo a livello strada superando un cancelletto in ferro e salimmo una decina di scalini, ci trovammo così su un ampio piazzale lastricato con piastrelle autobloccanti rosse e grigie. Samantha ci fece posare le valigie a terra e poi ci condusse a visitare la parte posteriore della casa. In quella parte si trovava un parco costituito da alberi secolari, pini marittimi e palme altissime. Il tutto sparso qua e là su di un prato verde all’inglese molto curato, sicuramente da mani esperte e capaci. In fondo al parco uno spiazzo con delle panchine pavimentato con lastroni di pietra di forma diversa uno dall’altro. Un muretto alto circa un metro in mattoni a vista, fungeva da balconata con la veduta incantevole del mare. Sul lato destro di questo spiazzo un cancelletto dava accesso ad una scalinata che portava direttamente su di una spiaggetta privata appartenente alla villa. Ritornammo indietro, recuperammo i bagagli ed entrammo in casa. A pian terreno,entrando, sulla destra, una cucina ben arredata, immersa nell’ombra e quindi molto fresca.
Sulla sinistra invece un grande salone arredato alla marinara con poltrone Luigi Filippo ricoperte di stoffa a strisce grigie e bianche intramezzate da filetti dorati. Parquet in terra in legno molto chiaro e tendoni alle finestre coordinate con la tappezzeria delle poltrone. Le pareti erano interamente bianche soffitto compreso. Samantha ci invitò a seguirla e il suo culo ondeggiante ci condusse fino al piano superiore, ci indicò le nostre camere e ci lasciò affinché sistemassimo il contenuto delle valigie negli armadi. La nostra era una camera con il letto matrimoniale in ferro battuto con un leggero copriletto bianchissimo. Tendaggi rosa pallido coordinati con il colore delle pareti anch’esso rosa leggermente più scuro.
Un armadio stile veneziano e due comodini nello stesso stile. Anche qui il pavimento era in parquet in legno chiaro. In fondo alla camera sulla destra la stanza da bagno privata.
Lisa ed io, come sempre, fummo i primi a terminare la sistemazione e a cambiarci per la spiaggia. Uscimmo quindi ed entrammo nella camera dei nostri figli. Era la esatta fotocopia di quella riservata a me e a mia moglie. Renato si stava cambiando mentre Melissa si trovava ancora dentro al bagno. Lui, si stavano cambiando e incurante della nostra presenza continuò a farlo in tutta tranquillità.
Renato si tolse gli slip e poi aprì un cassetto del mobile e scelse un costume tipo boxer a quadroni di molti colori. Si girò quindi verso di noi e lo vidi. Cavoli, mia moglie gli aveva regalato una gran bella minchia!!! Una spanna abbondante di cazzo molle e parzialmente incappucciato, parecchio largo alla base, con due discreti coglioni a fare da eccellente riempitivo. Stavo diventando un vero intenditore di cazzi!! Sempre più scelleratamente perverso !!! In quel momento, indossando un accappatoio rosa, Melissa uscì dal bagno e con estrema naturalezza se lo sfilò e lo buttò sul letto, quindi, nudissima, aprì l’anta del mobile dove aveva sistemato le sue cose e scelse un bikini color carne, che in tutto sarà stato non di più di qualche centimetro quadrato. Era veramente una gran bella fighetta, biondina naturale, capelli lunghi sulle spalle, visino da barby, occhi azzurro chiaro e nasino all’insù, due tettine di seconda misura, sodissime la pelle bianca e il ventre teso e liscio.
Sul pube una lieve peluria bionda che non riusciva a coprire l’inizio della feritoia che si tuffava fra le sue ben tornite gambe. Ginocchia puntute e caviglie fini con i piedini morbidi e ben curati. La vidi poi voltarsi e mostrare il culetto, si chinò in avanti per infilarsi il tanga, e credetti di morire; un vero capolavoro, due chiappette tonde e sporgenti, avrei potuto tenerle quasi interamente nelle mie mani. Uscii dalla camera, eccitato, con dentro ai pantaloncini, l’altro essere, eretto e duro, che ormai senza alcun controllo, viveva di vita propria. Tutto e tutti mi eccitavano, li avrei scopati tutti, forse mi sarei fatto penetrare da tutti i maschi, stavo diventando una troia, ma dove cazzo era finita la personcina gentile ed educata, rispettosa dei valori morali ed etici della vita? Uscimmo poi tutti e usando la scalinata interna arrivammo in spiaggia. Era una caletta lunga circa una ventina di metri e larga una decina, lambita dall’acqua chiara e trasparente del mare. La sabbia era bianca e soprattutto bollente. Samantha aprì una delle due cabine e prese tre ombrelloni che infilò dentro gli appositi supporti in cemento già esistenti sulla spiaggia. La aiutai e tirar fuori dalla stessa cabina cinque lettini che distribuimmo sotto al riparo degli ombrelloni.
Mi sfilai i pantaloncini e poi, mi sdraiai sul lettino e mi concentrai su Samantha. Volevo vedere cosa si sarebbe notato appena si fosse messa in costume. Rimase in bikini, la osservai attentamente ma era veramente incredibile, più la guardavo e più ero incredulo, sembrava una donna, nulla avrebbe potuto far capire a chicchessia che lei era un trans!!
Non mi spiegavo dove teneva quel grosso cazzo che possedeva! L’avevo toccato con mano e non lo avevo fatto in modo metaforico, l’avevo proprio stretto nel mio pugno, lo avevo sentito aprirmi il culo e sfondarmelo dolorosamente, eppure sotto a quel costume non lo si notava assolutamente! Spostai lo sguardo e a riva vidi Melissa che in pratica con quel filo interdentale che le si tuffava fra le natiche, mostrava interamente le sue bianchissime chiappe. Presi, dalla borsa da spiaggia di mia moglie una rivista e fingendo di leggere coprii come meglio potevo la mia ingombrate erezione. Trascorremmo oziando la mattinata e verso le tredici rientrammo in casa. Doccia e poi a pranzo presso una trattoria situata a pochi metri dalla casa della mia amica. Mangiammo prevalentemente pesce e alla fine nonostante mi fossi offerto per pagare, volle pagare lei e così ringraziammo e ritornammo a casa. Il pomeriggio trascorse tra il riposino e la spiaggia e poi la sera, ancora in trattoria. Si mangiava proprio bene in quel posticino affacciato sul mare ed era gradevole restare a parlare lungamente su quella terrazza solcata da un lieve e piacevole venticello estivo. Il fresco vino bianco, lievemente frizzante, era veramente buono e scendeva in gola come se fosse acqua fresca. Tornammo a casa verso la mezzanotte e Samantha propose di fare qualche gioco di società. Lei ne aveva quattro o cinque a disposizione, ma non riuscimmo a metterci d’accordo su quale usare. Alla fine accantonammo tutte le scatole e lei propose il vecchio e intramontabile gioco della bottiglia. In realtà eravamo tutti un po’ brilli ed io proposi di andare tutti a dormire, fui tacciato da tutti e così dovetti assoggettarmi al voler della maggioranza. Samantha disse che le altre volte che aveva giocato con degli amici avevano fatto, come penitenza lo spogliarello. Per farlo bene però era meglio se ci fossimo andati a vestire di più ad esempio con due paia di mutande una maglia, un accappatoio, insomma dei capi supplementari per rendere il gioco più lungo e interessante. Dopo una decina di minuti eravamo tutti vestiti in modo quasi grottesco, addirittura i ragazzi avevano trovato dei cappelli da uomo di paglia e se li erano infilati in testa. Poi Samantha prese il bandolo del gioco e iniziò a far girare la bottiglia. Toccò a Melissa fare penitenza e si tolse il cappello, un po’ per volta ci liberammo delle scarpe dei calzini e dopo circa un ora eravamo tutti con le sole mutande e le femmine con ancora addosso anche il reggiseno. La bottiglia girò ancora e Renato dovette togliersi le mutande. Io sapevo cosa sarebbe apparso e guardai Samantha per spiarne le reazioni. Non mi sbagliai, la vidi rimanere a bocca aperta, e senza farsi problemi si complimentò con il mio giovane pargolo. Mia moglie poi si slacciò il reggiseno e quindi toccò a me togliermi le mutande. Si percepiva un silenzio più pesante e pareva che si potesse tagliare l’aria con un coltello. Anche il reggiseno di Samantha fu slacciato e le sue magnifiche poppe comparvero prepotenti. Guardai Renato e vidi che si teneva una mano sul pube per contenere la sua incontrollabile erezione. Io non fui da meno ma poi decisi di non coprirmi e lo lasciai libero di svettare palesemente. Di fronte e me Melissa mi guardava il cazzo con malcelata curiosità. Poi fu la sua volta a sfilarsi le mutande e quindi toccò a Lisa rimanere completamente nuda. Samantha alzò le braccia al cielo in segno di vittoria. In effetti l’unica a non rimanere nuda fu proprio lei.
Io però le dissi che non era giusto e che andava bene per la vittoria finale ma comunque anche lei avrebbe dovuto denudarsi completamente come avevamo fatto noi. Lei ci guardò tutti uno per uno e poi ci chiese se ci piacevano le sorprese. Tutti rispondemmo di si e lei volle ancora una conferma chiedendoci ancora se volevamo veramente vedere una grossa sorpresa. Ancora tutti a dire di si, allora lei si alzò in piedi si voltò mostrandoci il sedere parzialmente coperto da un paio di mutande nere, tenendo le gambe chiuse si abbassò e fece scendere lentamente l’indumento fino alle caviglie, poi con altrettanta lentezza si voltò, teneva una mano a conchiglia sul pube, poi contò fino a tre e alzò entrambe le mani al cielo. Comparve la mazza da baseball, mezza dura incurvata sensibilmente verso il basso, lo prese fra le dita e lo scrollò alcune volte. Chiese se ora eravamo soddisfatti ci fu solo silenzio, nessuno rispose, poi Renato si fece coraggio e chiese se era un cazzo vero o era finto e lei gli disse di toccarlo, lui lo fece e da quel momento le cose precipitarono rapidamente. Lui lo toccava a Samantha e lei impugnava quello di mio figlio, anche Melissa volle toccare con mano e la mia meravigliosa trans mise una mano fra le cosce di lei. Fummo attratti tutti come una calamita da quell’essere strano, figa pazzesca con un cazzo altrettanto pazzesco. Tutti in piedi in cerchio attorno a lei o forse lui, la toccavano e si facevano toccare, anche mia moglie glielo prese in mano, io non so perché ma afferrai il pene di mio figlio, lui insperatamente abbrancò il mio. Samantha si accucciò davanti a noi due e si impossessò con la bocca del cazzone di Renato, poi succhiò anche il mio, da brava professionista alternava, spompinando ora uno ora l’altro. Melissa e sua mamma si divertivano fra di loro entrambe con le mani fra le cosce dell’altra. Poi Samantha si sollevò e si mosse, noi come automi la seguimmo, ci portò in camera sua e lì, con il letto a disposizione avvenne tutto ciò che si può immaginare. Volevo che Samantha mi possedesse a fondo e mi sdraiai sul letto prono con le gambe divaricate e il culo in bella vista e infatti lei mi fu sopra mi mise prepotentemente a pecorina e mi ficcò il suo voluminoso cazzo nelle mie avide viscere. Mi sbattè come una vacca, me lo ficcava a fondo, io godevo come un matto, mi piaceva tremendamente, lo prendevo con gusto e desiderio irrefrenabile. Mi sborrò dentro fino all’ultima goccia e si sfilò, feci per girarmi ma delle mani mi presero per i fianchi e compresi che la mia giovane creatura desiderava suo padre e poi lo sentii entrare nel culo ormai sfondato, possedendomi ed usandomi come una troia, gli gridai se lo voleva anche lui in culo e lui si sfilò e si mise a sua volta a pecora, mi misi dietro di lui e glielo ficcai dentro. Mio figlio non era più vergine, il suo buco era bello slabbrato e allora spinsi deciso e glielo sprofondai dentro fino ai coglioni. Lo stantuffai per bene, era una vera troietta in calore, diceva sempre siii, siii, di continuo, le annunciai gridando che stavo per sborrargli in culo e lui non cambiò risposta sempre solo un lungo e interminabile siii. Mi buttai al suo fianco sul letto e lui con il cazzo gocciolante di mise a cavallo del mio torace e con la cappella vicinissima alla mia bocca si masturbò eiaculandomi sul viso e sulla mia lingua protesa alla ricerca del suo delizioso nettare. Dopo, lui ed io ci baciammo a lungo, gli restituii la sua sborra e infine la ingoiammo un po’ per uno. Sulla poltrona Lisa stava semisdraiata a cosce aperte mentre inginocchiata, con il culo in aria, Melissa gli leccava golosamente la figa. Vidi Samantha mettersi dietro alla mia giovanissima bambina e appoggiarle il cazzone nuovamente duro sulla rosetta anale. Lei tentò di sottrarsi ma la mia trans la colpì con alcune sculacciate vigorose sulle chiappe, che subito si arrossarono. Le urlò poi di fare la brava che ora lui l’avrebbe stuprata in culo che lo volesse o no. Poi la tenne ben ferma e la violentò selvaggiamente ficcandoglielo nel culo. Melissa aveva smesso di leccare sua madre e gridava lamentandosi per il forte dolore. Senza muovermi dal letto la consigliai di aspettare che poi le sarebbe piaciuto. Mi apostrofò duramente dandomi del bastardo fottuto!!
Più il grosso randello penetrava e forzava lo stretto anello e più Melissa urlava, poi vidi Samantha affondare ancora e arrivare all’elsa della sua lunga spada. Era la stessa scena della mia prima volta e capivo i lamenti di Melissa dovuti certamente al forte dolore che anche io avevo provato. Prendersi in culo quel palo mostruoso non era semplice, ma intanto guardando quella scena il mio cazzo e anche quello di Renato erano tornati spavaldamente duri ed eretti. Ci guardammo poi io mi chinai e glielo imboccai iniziando un sapiente pompino. Lui mi accarezzava la nuca e mi chiedeva continuamente se mi piaceva il suo cazzone. Io mugolavo e succhiavo strizzandogli delicatamente i coglioni. Passai con un dito sotto le palle e glielo infilai nel culo. Da parte sua ancora un siii prolungato, poi decisi di cambiare posizione e mi piazzai sotto e lui comprese al volo e si mise sopra, iniziammo un bellissimo sessantanove. In quel modo lui praticamente mi scopava profondamente in bocca e io lo pompavo facendomi entrare il suo grosso e lungo palo fino in gola. Forse perché eravamo padre e figlio ma sborrammo praticamente all’unisono lui in bocca a me e io nella sua. Entrambi ingoiammo tutto e ancora ci baciammo soddisfatti. Guardammo ancora la scena e vedemmo che ora Melissa muoveva il culo setacciandolo qua e là mentre il suo sfintere ormai sfondato assorbiva comodamente il cazzo di Samantha. Lei ora presa dal piacere si era naturalmente calmata e aveva iniziato ancora a leccare al figa di sua madre. Compresi che la mia figliola godeva come una matta, un orgasmo dopo l’altro fin quando il trans si sfilò dal suo culo e si mise in piedi a fianco della poltrona, portò il bacino in avanti e trovò la bocca di mia moglie che lo aspettava golosa. Lei lo imboccò e con le mani le prese le tette in mano stringendole fortemente, anche Samantha prese fra le dita i capezzoli di Lisa e iniziarono a torturarglieli stringendoli e girandoli fra i polpastrelli. Quando la mezza donna sborrò la mia tenera e dolce mogliettina ingoiò tutto e poi posò una mano sulla nuca di sua figlia che continuò a leccare fin quando per entrambe esplose un violento e devastante orgasmo. Gridavano parole sconce e si muovevano come fantocci disarticolati, fin quando si afflosciarono e si udirono solo più gli ansimi continui di tutti noi che faticavamo a recuperare il respiro regolare.
La settimana proseguì ancora e un giorno arrivò un amico di Samantha a farci compagnia’.

Buon sesso a tutti da Ombrachecammina
Scrivete a: alexlaura2620@libero.it

Leave a Reply