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153 – Anthology Alessia – Orgia con Lisetta e i due gemelli

By 14 Aprile 2014Febbraio 9th, 2020No Comments

La vita continuava ma per alcuni mesi non trovai nessun uomo che mi piacesse per farmi scopare e così lasciai le cose al caso e mi dedicai allo studio. Eravamo nel periodo pre natalizio e progettai assieme a Lisetta una vacanza in montagna. Con le paghette risparmiate e qualche lezione di matematica ai ragazzini delle medie, riuscii a risparmiare una certa somma che mi permise di prenotare presso un alberghetto al Sestriere una vacanza di una settimana in pensione completa. Appena giunsero le vacanze di Natale, partimmo con la Smart di Lisetta e arrivammo in montagna. Faceva molto freddo ma il cielo era terso e di un azzurro di indescrivibile bellezza. Una volta in Hotel salimmo le scale ed arrivammo alla camera numero sessantanove a noi riservata. Già il numero della camera fu il primo presagio per quanto poi successe durante quella settimana. Lisetta ed io eravamo si amiche ma non ci eravamo mai frequentate così intimamente. Lei a casa sua e io a casa mia, ci vedevamo principalmente a scuola oppure a fare una passeggiata in centro, ma ad esempio, non c’eravamo mai viste nude. Entrammo in camera e vidi che era arredata in modo spartano con mobili di pino chiaro e un enorme letto matrimoniale a due piazze e mezza abbondanti. Posammo i nostri bagagli e pensammo, dato il freddo pungente, di vestirci in modo adeguato per poter fare un bel giro prima del pranzo, senza soffrire troppo le basse temperature.
Vidi lei prendersi il necessario e poi andarsi a chiudere in bagno. Io mi spogliai in camera e quando lei ricomparve io ero già completamente vestita di tutto punto. Uscimmo e percorremmo le strade che erano sgombre dalla neve ed evitando qualche macchia di ghiaccio sparsa qua e là, giungemmo davanti ad un bar che pareva uno chalet, la porta di ingresso in legno marrone scuro, tipo inglesina, l’insegna fuori recitava: Hotel I Cavalieri.
Entrammo e sulla sinistra trovammo il bancone della reception, guardammo più avanti e notammo una grossa sala con molti tavolini, alcuni dei quali occupati da un certo numero di avventori e sulla destra di questa sala il banco del bar. Ci avvicinammo e chiedemmo qualcosa per scaldarci, ci fu subito consigliato un punch al mandarino. La signorina che stava dietro al banco ci invitò a sederci che ci avrebbe servito le consumazioni direttamente al tavolo. Dentro delle tazzine di vetro marrone trasparente, fumanti ci arrivarono i due punch. Bollenti e buonissimi, ci guardammo in giro e quello che colpì particolarmente la mia attenzione fu un gigantesco camino acceso con la legna che crepitava rumorosamente.
Le pareti tutt’attorno era ricoperte fino a circa due metri, da perline di legno color noce chiaro. Nella parte dove i muri erano scoperti, sul bianco del fondo spiccavano una moltitudine di quadretti rappresentanti panorami di montagne.
Dopo un po’ pagammo le consumazioni e con il viso accaldato e paonazzo ce ne ritornammo in Hotel. Erano le undici e mezza, risalimmo in camera e ci togliemmo le pesanti tutte e le giacche a vento per vestirci in modo consono per il pranzo presso il ristorante dell’hotel. Vidi nuovamente Lisetta infilarsi in bagno e allora””.

‘Ehi Lisa!!! Che cazzo fai??? Ogni volta che ti devi cambiare ti nascondi in bagno??? Guarda che più o meno sono fatta come sei fatta tu!!!’

Vidi la porta aprirsi e lei ritornare indietro”.

‘No, ecco, io non sapevo come la pensassi tu e allora”’

‘Ma dai, siamo due donne, per di più amiche, ci confidiamo tutto, persino le volte che andiamo a pisciare durante la giornata e adesso tu, ti imboschi ogni volta che ti devi spogliare???!!!’

‘Va bene, va bene, non t’incazzare, io non ho problemi, lo facevo solo per te”

Per dare l’esempio mi spogliai e rimasi in reggiseno e mutandine, lei fece altrettanto e poi ridendo divertite ci guardammo esaminandoci centimetro dopo centimetro.

‘Ehi, Ale, sei una gran gnocca sai???’

‘Già , perché tu mica scherzi sai, hai le tette più piccole delle mie ma hai inculo che è meglio del mio!!’

‘Anche tu hai un gran bel culo cosa dici!!!’

‘Il tuo è più sporgente’.’

‘Va beh, bazzecole, io cambierei il mio culo con le tue tette sai!!???’

Ci rivestimmo e verso le dodici scendemmo in sala ristorante. Ci servirono come antipasto, alcune fette di salame di cinghiale distribuite su un tagliere di legno, poi, come primo ci portarono due piatti di ottimi agnolotti fumanti e quindi una abbondante porzione di polenta e fonduta. Buonissima, specie la fonduta. Un altro tagliere con dei formaggi di montagna assortiti, la frutta, e come dolce la panna cotta. Bagnammo il tutto con del buon barbera, quindi sorbimmo uno schifosissimo caffè e per annullare il cattivo gusto ci facemmo portare un amaro alle erbe che loro chiamavano amaro della casa. Mentre terminato il pranzo, parlavo con Lisetta, notai che lei biascicava un po’ le parole e aveva le palpebre degli occhi che spesso si abbassavano. Così pensai, che dopo una simile abboffata sarebbe stato meglio andare a farci una bella passeggiata, per meglio digerire e al contempo smaltire i fumi dell’alcool, ma la mia amica non ne volle sapere. Mi disse che in pratica era alquanto brilla e che faticava parecchio a rimanere in piedi. La presi sottobraccio e assieme salimmo la scricchiolante scala di legno ed arrivammo infine nella nostra camera. L’ambiente con le pareti rivestite in legno manteneva il calore al suo interno e le finestre con i tripli vetri sigillavano fortemente il tutto. Vicino alla porta del bagno trovai il timer per regolare la temperatura, lessi i gradi, erano ventisette, ecco perchè mi sentivo soffocare. Un biglietto scritto con il computer affisso sopra al timer diceva di non modificare manualmente la temperatura interna della camera. Aprii appena una finestra e sentii subito un refolo di aria gelida entrare nella camera. Lisetta intanto si era sdraiata vestita sul letto ed io le chiesi”.

‘Lisa, ma non hai caldo???’

Lei con la voce un po’ falsata dal troppo alcool”..

‘Si, sto morendo dal caldo’..’

‘E anche dal vino e dall’amaro della casa vero???’

‘Già, ma stasera niente vino e niente amari’..’

‘Prima che sia sera hai tempo a cambiare idea”’

‘Si, va bene, ma comunque fa caldo”’

‘Ho aperto appena la finestra, magari fra un po’ si sta meglio’..’

Lei si alzò seduta sul letto, e cercò senza riuscirci di sfilarsi il pesante maglione”

‘Uffa, non riesco, Ale, dammi una mano per favore’..’

Mi avvicinai e le presi il maglione sfilandoglielo dal capo. Con la voce degli ubriachi mi disse’..

‘Toglimi anche i pantaloni”’

Lo feci e poi’.

‘I collant te li lascio???’

‘No togli anche quelli, eh, eh, eh, devo andare a fare la pipì’..’

Si alzò in piedi, era in mutandine e reggiseno, barcollò e si tenne in piedi per miracolo tenendosi al pomello dorato del letto”..

‘Ale, eh, eh, eh, è meglio che.. mi accompagni tu in bagno eh, eh”.. ‘

La sostenni per un braccio e lei appoggiandosi qua e là guadagnò la porta del bagno.

‘Fai da sola adesso???’

‘Ehhmmm, è meglio che stai qui’.’

Si abbassò le mutandine e si sedette sul water, sentii lo scroscio dell’urina cadere dentro all’acqua contenuta nella tazza, infine un ahhhhh liberatorio e poi lei tentò di alzarsi, si appoggiò con l’avambraccio destro alla parete di fronte e rimase con il culetto ben in vista e il perizoma calato alle caviglie”..

‘Ale, che ridere!!! Eemm’ devo farmi il bidet”’

La sostenni e la feci sedere sul bidet, lei si chinò in avanti e per poco non cadde per terra. Iniziò a ridere come una matta, le chiesi cosa volesse fare e lei continuando a ridere mi rispose semplicemente che voleva solo farsi il bidet. Presi la spugna e la inzuppai con del ‘Licya intimo’ e gliela passai fra le gambe, la sfregai un po’ poi posai la spugnetta e con la mano la sciacquai. Era depilata completamente e sotto le mie dita percepii chiaramente le pieghe della sua implume fighetta. Imbarazzata più dalla mia reazione e dalle sensazioni che quel contatto mi trasmetteva, ritirai rapidamente la mano e la aiutai a sollevarsi le mutande, Quindi l’accompagnai vicino al letto e la feci sdraiare, la coprii con la pesante trapunta e lei dopo pochi secondi si addormentò pesantemente.
Come spiegare a me stessa quella innaturale reazione al seppur intimo contatto con una ragazza? Andai in bagno e mi toccai la vagina, ero bagnata. Mi ero eccitata con una femmina. Eppure non ero lesbica, il cazzo mi piaceva fin troppo!! Bisessuale? Già forse ero uno di quegli esseri che fanno tutto con tutti, maschi o femmine che siano!! Chiusi la porta anche se ero certa che Lisetta non si sarebbe svegliata prima di sera, mi tirai giù i pantaloni e le mutandine e cominciai un lento e gustosissimo ditalino, venni in silenzio e poi mi lavai, frustrata come sempre dopo la masturbazione, entrai in camera, l’aria si era intanto rinfrescata e così chiusi la finestra mi spogliai rimanendo in reggiseno e mutandine e quindi mi infilai anch’io sotto le coperte. Mi addormentai e mi risvegliai che erano le diciassette. Al mio fianco Lisetta ancora dormiva beatamente. Mi alzai e mi feci la doccia, poi rientrai in camera, buttai l’accappatoio sul letto e in quel preciso istante la mia dolce amica si svegliò.

‘Ciao Ale, che ore sono???’

‘Sono le cinque e mezza”

‘Madonna!! Ma quanto ho dormito? Ho un mal di testa terribile!!…’

‘Eri ubriaca fradicia’.’

‘Si mi ricordo, madre che figura!!!’

‘Beh siamo tra di noi”

‘Mi ricordo che per poco non cadevo dal bidet!!’

‘Per fortuna che non volevi farti vedere nuda da me, ho addirittura dovuto lavarti la patata!!!’

‘Che libidine eh?? Ti ha fatto schifo??’

‘No, è stato come lavare e sciacquare la mia”

‘Tu hai i peli, mentre io non li ho”

‘Si è vero, difatti un po’ di effetto me l’ha fatto a toccarla così nuda e cruda!!’

‘Io una volta ho fatto delle cosine con una mia amica”

‘Cioè tu sei lesbica???’

‘No, ma che dici, no lesbica no, però non è stato brutto, mi è anche piaciuto parecchio, è una cosa totalmente diversa, più delicata insomma.’

‘Questa cosa non la sapevo di te’.’

‘Anche oggi non sei vissuta invano!!!’

‘Già’..’

‘Che ci fai tutta nuda?’

‘Mi sono fatta la doccia e sono entrata in camera, ho posato l’accappatoio e tu ti sei svegliata”

‘Ale, hai due poppe che viene voglia di stropicciarle un po”.’

‘Dai smettila e poi, anche tu hai un sedere che viene voglia di sculacciare!!’

‘Ma tu vorresti provare il brivido di fare sesso con un’altra donna??’

‘Non lo so, mi ci dovrei trovare’.’

‘Cioè??’

‘Beh, conosci il detto che recita: E’ l’occasione che fa l’uomo ladro..’

‘Quindi vuoi dire che se trovassi l’occasione di farlo lo faresti?’

‘Si, più o meno è così..’

‘Se vuoi l’occasione ce l’hai a portata di mano’.’

‘Con te?? Ma no dai, mi verrebbe da ridere”

‘Con la mia amica all’inizio abbiamo giocato ridendo moltissimo ma poi”’

‘Ma cosa avete fatto di preciso scusa?’

‘Vieni qui nel lettuccio con me e io ti spiego meglio’..’

‘Sei una porcellina pure tu come lo sono io”’

‘Io non mi sono mai beccata un biscottane come quello di Mandalà..’

‘Si hai ragione un manganello come quello non credo che possa più esistere sulla faccia della terra!!’.

Mi sdraiai nuda sotto le coperte e lei subito si liberò del reggiseno e delle mutandine e incollò
Il suo corpo al mio. Le mani prima e la bocca poi si dedicarono ai miei grossi e sensibilissimi capezzoli. Poi scese con la manina delicata fra le mie cosce e con le dita scivolò fra le labbra e risalì facendosi strada all’interno del mio bagnato buchetto anteriore. Le spinsi delicatamente il capo verso il basso, lei seguì il mio chiaro ‘consiglio’ e si piazzò inginocchiata fra le mie gambe, la vidi arretrare ancora, poi la sua lingua prese a succhiarmi l’alluce del piede destro, si infilò quindi fra le dita dei piedi e mi cosparse di saliva. Lo stesso trattamento lo riservò al piede sinistro, poi lentamente, molto lentamente, risalì sui polpacci, io sentivo il desiderio di sentire la sua lingua sul clitoride. Non so dove prendesse tutta quella saliva, ma mi stava inumidendo completamente le gambe, delirai quando iniziò a leccare l’interno delle cosce, passò poi vicinissima alla mia figa, ma non la sfiorò nemmeno, cercai di farle spostare il capo, lei si divincolò e continuò a umettarmi di saliva tutt’attorno alle grandi labbra. Stavo impazzendo, ma mi stavo contemporaneamente allagando la vagina. Poi, finalmente, il suo dito pollice, premette con forza sul mio sensibilissimo bottoncino forzando il glande verso l’alto. La lingua sfiorò il mio piccolo glande scappucciato, sentii dei fortissimo brividi che per qualche secondo, mi squassarono il corpo. Lei smise un attimo di leccare e mi disse”’.

‘Come ce l’hai lungo!! Sembra un piccolo cazzo!!!’

‘Leccalo, ti prego leccamelooo”’

Riprese a lavorarmi il grilletto, mentre le sue dita si intrufolavano dentro la mia figa allagata.
Credo che fossero due o forse anche tre dita che iniziarono a stantuffarmi la vagina.
Impazzii quando prese fra le labbra il clitoride e me lo succhiò come una aspirapolvere.
Sollevai le gambe e gliele appoggiai sulla schiena attirandola ancora più contro di me.

‘Mettimi un dito nel culo”.’

‘Ummmhhh, ma..ia’li’naaaaa, uuummhhhh”..’

Mi penetrava ritmicamente con due dita in figa e uno in culo, mentre la sua bocca avida si adoperava a darmi piacere leccando e succhiando il clitoride.
Di solito, con i maschi, l’orgasmo giungeva quasi di sorpresa, invece con lei, arrivò gradatamente, me lo gustai come mai mi era successo, fu un piacere intenso e molto prolungato, tra un sobbalzo del bacino e l’altro, durò qualche minuto, tenevo il suo capo premuto contro la mia fradicia vagina e venni, in modo fantasmagorico, mi parve di vedere le stelle e quando terminai, mi abbandonai esausta e inarticolata sul letto. Lisetta si sollevò rimanendo inginocchiata fra le mie gambe, le guardai il viso era quasi totalmente imbrattato dai miei umori.

‘Madonna Ale, sei venuta??? ‘

‘Emmhh, siiii””

‘Me ne sono accorta sai???’

‘Sei stata proprio brava, mi hai fatta impazzire, non credevo che sarebbe stato così bello’..’

‘Si ma mica te la puoi cavare così sai?? Anch’io voglio la mia parte adesso!!!’

‘Non l’ho mai fatto con una donna, mi sa che mi fa schifo leccartela!!!’

‘Non puoi tirarti indietro, prima io a te e adesso tu a me, non è difficile magari poi ti piace pure!!!’

‘Ok, non voglio fare la merda, ci provo”’

Si sdraiò sul letto supina ma io le dissi”

‘Girati, hai il culo più bello del mondo, voglio iniziare da lì’..’

Ubbidiente si voltò e lo spettacolo fu veramente esaltante”.

‘Mettiti a pecorina e stai giù con la schiena, voglio il tuo bel culetto ben esposto”.’

Lei eseguì ed io mi trovai la sua spaccatella nuda e cruda con sopra il bruno forellino anale.
Leccai dapprima il buco del culo, glielo insalivai per bene, poi ci infilai un dito, mi giunse alle orecchie un gemito insistito, poi mi balenò in mente un’idea e”..

‘Lisa, aspetta un attimo, arrivo subito”

Andai in bagno e presi il mio spazzolino da denti elettrico, mi avvicinai a lei e lo azionai”’

‘Tranquilla non ti muovere, a me è piaciuto, forse piacerà anche a te’..’

Le aprii la fighetta e trovai il piccolo clitoride, avvicinai lo spazzolino e lui cominciò a vibrare sopra il suo minuscolo glande. Sospesi un attimo quella operazione e infilai nel culetto il grosso manico dello spazzolino”.

‘Ahhhaaahhhhh’.. mi rompi il culo se fai così!!!’

‘No dai è piccolino, poi vibra anche un po”..’

Continuai così, usando lo spazzolino sul clitoride, fui anch’io un po’ crudele con lei, la portavo fin sull’orlo dell’orgasmo poi smettevo e gli infilavo il manico nel culo. Ormai le entrava tutto, rimanevano fuori solo le setole vibranti dello spazzolino che gli solleticavano il grinzoso anello anale. Poi, le infilai due dita in figa, ci entravano con difficoltà, la lavorai cercando di allargargliela riuscii ad infilarne tre ma lei si lamentò dicendo che le facevo male. Premetti le setole pungenti contro il grilletto e la sentii gemere fortemente.

‘Ahhhhhhaahhh’.. siiiiiiii Aleeeee’.. non smettereeeee, non smettereeee” daiii, daiii, daiii, ooohhhh, ooohhh’. Vengooooo’ vengoooooo, continuaaaaa, continauuuuu’ vengo, vengoooo’ahhhhaaaaahhh”.. aaaahhhhaaaahhhhh”’ahahhh”ahahaaaa””uuummmhhhhhhhh’.uuuummmhhhhhhhhh”’.’

‘Brava la mia porcellina, sei venuta eh!!!!’

‘Vigliacca, non l’avevo mai provato lo spazzolino elettrico’. E adesso lo usi ancora per lavarti i denti????’

‘UUmmmhhhh, siii, certo che si, sarà ancora più gustoso e il mio alito saprà di figa!!!!’

‘Certo che tu cara Ale, non ti fai mancare proprio niente, prima cazzi a volontà e adesso l’hai fatto anche con me quindi’.. tutta vitaaa!!!!’

‘Ma scusa Lisetta, ma a proposito, tu cazzi niente??? Sei vergine davanti e dietro???’

‘Si, cazzi per ora niente. Beh dietro mi ci hai infilato tu un dito e lo spazzolino’..’

‘Comunque dietro sono vergine anch’io, qualche dito me lo ha messo Daniele, ma nient’altro. Mica potevo farmi inculare da quel mostro di Mandalà!!!!’

Ridemmo a crepapelle, poi con calma ci preparammo per la serata e verso le venti e trenta scendemmo giù per la cena. Dopo la solita abboffata, uscimmo e andammo in un bar dove c’era un gruppo che suonava e cantava. Assistemmo allo spettacolo con addosso gli sguardi di una moltitudine di ragazzi più o meno allupati e verso le ventitre rientrammo in Hotel. Nella hall, due ragazzi di colore, parlavano fra di loro, comodamente seduti in poltrona. Pensai che fossero di origine Etiope, così da seduti non parevano altissimi, ma il loro fisico sembrava molto tonico e muscoloso. Entrami indossavano un maglioncino bianco a coste, con il collo dolce vita che gli arrivava sotto il viso. Ci accomodammo anche noi occupando le due poltrone rimaste, poi mi avvicinai all’orecchio di Lisetta e le bisbigliai’.

‘Lisa, ma secondo te sono gemelli quei due???’

‘Mah, non so, lo sai che gli uomini e le donne di colore si assomigliano tutti’.’

‘Già, sono come i cinesi’.’

‘Però guardandoli bene, questi sono proprio identici’..’

‘Anche carini vero???’

‘Si proprio due bei maschietti”.’

Chiamai il cameriere del bar e ordinai due punch al mandarino, dopo qualche minuto, su un vassoio di legno ci furono servite le due bevande. Uno dei due ragazzi, mi sorrise e in perfetto italiano mi chiese”..

‘Scusa, ma cos’è quella roba che state bevendo?’

‘E’ un punch al mandarino’ E’ buono e poi riscalda”’

‘Grazie, quasi, quasi lo ordiniamo anche noi’..’

Quando glieli portarono, sempre lui, lo assaggiò per primo e ci disse”’

‘Ummhhh, buono, non l’avevo mai bevuto, proprio buono!!!’

Da quel momento cominciammo a scambiarci parole e discorsi che si concatenarono uno dentro l’altro. Poi loro ci chiesero se potevano avvicinarsi e noi gli rispondemmo che lo potevano fare. Formammo così un gruppetto e venimmo a sapere che loro erano nati in Italia e che ci stavano da ventun’anni, i loro genitori erano etiopi e che si erano trasferiti da noi seguendo i genitori. Si chiamavano Alem e Brehan ed erano gemelli monozigoti.
Ci presentammo a nostra volta e ordinammo altri quattro punch. Guardai Lisetta ma sembrava non avere problemi, la massiccia dose d’alcool del pranzo le era servita da vaccino contro l’ubriachezza. Verso l’una, ci accorgemmo che il cameriere cominciava a spegnere gradatamente le luci, attorno a noi, a parte le scale in fondo, c’era solo le luci d’emergenza che davano all’ambiente circostante un ché di lugubre e sinistro.
I due gemelli ci proposero allora di continuare la serata nella loro camera, oppure potevamo andare nella nostra.
Guardai Lisetta e lei mi fece cenno di si con il capo, così li guidammo davanti alla nostra porta della camera, entrammo da sole per sistemare il casino che avevamo lasciato e poi gli riaprii l’uscio facendoli entrare. Tirai fuori dal frigo bar le due lattine di Sprite e le altre due di Coca Cola e gliele servii senza usare alcun bicchiere. Ci fu inizialmente qualche minuto di imbarazzo reciproco, poi a poco a poco ritrovammo il filo del discorso interrotto in precedenza e iniziammo a scambiarci battute e risate molto contagiose. Alem che si riconosceva per una piccola cicatrice sul lato destro del collo, si spostò dalla poltroncina dove stava seduto a fianco di suo fratello e venne a sedersi sul bordo del letto vicino a me.
Lisetta, occupò così il posto lasciato libero da Alem accomodandosi vicina a Brehan.
Parlando lui mi mise un braccio sulla spalla e quindi tra una risata e l’altra fissò sempre di più i suoi occhi nei miei, io, come sempre sensibilissima ai bei maschietti, ricambiai il suo sguardo intenso con il mio carico di erotismo. La sua bocca era ormai vicinissima alla mia, mi voltai verso Lisetta e vidi che anche lei si era avvicinata a Brehan. Quando mi voltai nuovamente la bocca di Alem era a pochi millimetri dalla mia, piegai il viso verso destra, lui lo piegò verso sinistra e le nostre bocche avide si incontrarono. La sua bocca era meravigliosamente spessa e morbida allo stesso tempo, che labbra da baciare, fu il miglior bacio della mia sia pur breve vita. Sentii calde le sue mani sotto il maglioncino e vidi lui guardarmi stupito e assatanato quando si accorse che il reggiseno non c’era. Come potevo io pensare un giorno di sposarmi e vivere con un solo uomo per tutta la vita finché la morte non ci avesse separato??? Ero troppo libidinosa e vogliosa, troppo maialina e così quando lui mi rovesciò sul letto continuando incessantemente a baciarmi, mi lasciai andare e non mi preoccupai della presenza seppure inquietante degli altri due. Mi aiutò a sfilarmi il maglione, quindi gli scarponcini, poi mi calò giù i calzoni e mi tolse anche le mutandine. Lui in un attimo si tolse a sua volta il maglione a dolce vita e i pantaloni. Sotto intravidi un paio di boxer neri molto ampi. Chissà cosa sarebbe sbucato da quelle braghette intime!! Beh, cosa, lo immaginavo, era il quanto che non potevo sapere” Vidi in piedi suo fratello e compresi anche che sberla che mi sarebbe toccato prendere!!! Se era uguale anche in quello mi sarei gustata una signora minchia, un gran pezzo di cazzo. Mi palpò qua e là mi bacio il seno come un ossesso, poi si tolse i boxer” Madonnina che obelisco!!!!! Immaginai la Lisetta verginella’.
Chissà se se lo sarebbe preso o no??? Io non ebbi dubbi, sicuramente me lo sarei preso e poi che lei facesse tutto ciò che voleva!! Si mise a cavalcioni del mio petto e spinse la sua spingarda fra le mie tette. Gli piacevano sicuramente, mi sembrava che fosse fortemente ossessionato dalle mie grosse poppe. Avvicinò il palmo della mano alla sua bocca e ci fece colare sopra della saliva, quindi mi spalmò per bene il canale del seno e ci ficcò il cazzone in mezzo. Mi prese le tette e me le chiuse attorno al suo cazzo quindi iniziò a farmelo scivolare avanti e indietro. Il pene era circonciso e la grossa cappella di colore rosa chiaro che contrastava sensibilmente con il fusto che era invece completamente nero d’ebano. Quando lo spingeva in avanti il glande intero mi si infilava in bocca, era una specie di pompino alla spagnola. Continuò così per un po’, tenendo sempre unite le poppe e usando l’altra mano per torturarmi ora il capezzolo destro ora il sinistro. La sborrata mi allagò la bocca e mi colpì con tante frustate il viso, coprendomelo con una maschera di densa sborra. Poi se lo pulì con le dita, mi disse di non muovermi e se ne andò in bagno, sulla poltrona intanto Lisetta spompinava Brehan che, viste le enormi dimensioni, glielo spingeva forse fin nello stomaco. Alem ritornò e mi sembrò stranissimo che avesse ancora il cazzo duro esattamente come poco prima. Mi sistemò meglio sul letto e poi mi fece girare a pecorina, sentii che mi sfiorava il buco del culo e gli dissi che quella porta era chiusa. Lui prese il suo pesante randello in mano e me lo ficcò nella figa allagata. Lo presi tutto dentro al primo affondo e fu veramente meraviglioso, era bravo a fottere, lo ficcava dentro fino alla radice e lo estraeva praticamente tutto, quindi affondava ancora…….. Alem ce l’aveva meno grosso del professor Mandalà, ma ce l’aveva però molto più duro, sembrava veramente fosse di marmo talmente lo sentivo rigido e solido dentro di me!! Sentii Lisetta dire alcune volte no, poi un urlo e compresi che la verginità se n’era andata. Mentre mi scopava con un dito mi lavorava il buco del culo, lo infilava dentro e ci girava tentando di allargarmelo un po’.
Lo lasciai fare, perché compresi che stavo quasi per venire. Wow quel bestione così teso e compatto, mi fece venire come una vera gran troia, urlai e pensai che i vicini di camera si sarebbero svegliati, ma poi me ne fregai e continuai a dire al mondo quanto ero goduta e felice di quel gran cazzo che mi stava trivellando a fondo la figa!!! Esausta, sperai che si togliesse ma invece lui non fece una piega, mi agitai muovendo il culo per sollecitare così la sua seconda sborrata, ma lui aveva altre intenzioni. Lo sfilò dalla figa e in men che non si dica mi sbattè la sua grossa susina nello sfintere. Non riuscii a togliermi mi stava violentando e spaccando il culo. Non compresi mai come quel cazzo fosse così duro, era un corpo unico, più lo spingeva dentro più io sentivo un dolore acuto. Ma quanto cazzo era lungo??? Non finiva più di entrami nell’intestino. Compresi che era tutto dentro quando sentii le sue palle sbattermi ripetutamente contro la figa. Lo pregai di toglierlo ma lui mi disse che mi avrebbe rotto il culo, che ce l’avevo troppo bello per non prendermelo. Lui continuò fino a quando io non cominciai a gradire la cosa. Che troia che ero, sarei venuta anche con il culo!!!! Quel cilindro di carne nera e dura mi stava facendo godere ancora, mi sbatteva nel vero senso della parola, facendomi ballonzolare le poppe avanti e indietro come un’altalena. Gridai ancora, ma questa volta fu per l’intenso e insolito piacere che quel nuovo tipo di rapporto mi stava dando. Poi arrivò un orgasmo che mi fece delirare dalla forte eccitazione. Lui contemporaneamente mi sborrò in culo e quando con due schiaffetti sulle natiche uscì dal mio martoriato intestino, io mi voltai e lo attirai a me baciandolo e ringraziandolo per l’immenso piacere che mi aveva donato. Ci sedemmo sul letto, lui con il cazzo ancora mezzo duro e parecchio gocciolante, io con il culo rotto e la sborra che uscendo andava a macchiare il lenzuolo. I due giovani amanti davanti a noi, se ne fregavano del fatto che li stessimo guardando e lei seduta in poltrona con le cosce sollevate verso l’alto e lui che la fotteva profondamente. Vidi sui capelli di lei, alcuni lacci di sperma che le colavano fin sopra al viso. Anche lui aveva sborrato una prima volta e ora come se niente fosse, da vero stallone se la stava scopando senza pietà. Lei lo abbrancò e lo attirò a se e quindi venne facendo sapere anche all’altra metà dei clienti dell’albergo che ancora non s’era svegliata che anche lei era venuta con grande soddisfazione.
Dormimmo in quattro in quell’enorme lettone e forse per la stanchezza, riuscimmo comunque, bene o male, a dormire riposandoci.
Al mattino ci svegliammo quasi contemporaneamente, Lisetta ed io guardammo i due maschietti sfilare in bagno con i loro alzabandiera ben esposti. Udimmo lo sciacquone e poi l’acqua del bidet scorrere e comprendemmo che si trattava di ragazzi puliti. Ritornarono a letto e guardandolo in viso notai che colui che mi stava abbracciando non era Alem ma bensì Brehan. Glielo dissi e lui mi rispose che tanto loro erano uguali e quindi per noi cosa sarebbe cambiato? Al centro del letto Lisetta e io, dietro di me Brehan e dietro a lei Alem.
Feci l’occhiolino a Lisetta e da sotto le coperte le infilai una mano fra le cosce, lei le aprì meglio e iniziai a sditalinarla. Lei fece altrettanto con me e dopo pochi minuti buttammo via le coperte scoprendo i nostri corpi. Lisetta si mise a pecorina sopra di me e io da sotto iniziai a leccarle la figa, lei fece altrettanto con me e i due maschi si trovarono abbastanza spiazzati. Poi con nostra grande sorpresa, vidi che i due ragazzi ci imitavano. Cavoli, i gemelli si stavano succhiando il cazzo a vicenda!!! Noi da una parte e loro dall’altra, ero eccitatissima mai visto uno spettacolo del genere, due stalloni superdotati che si stavano spompinando le loro grosse mazze. Poi vidi Alem inginocchiarsi e mettersi a pecorina con il culo marmoreo in aria, suo fratello da dietro gli fece passare una mano davanti e gli afferrò il cazzo, quindi puntò il suo contro lo sfintere di Alem e glielo infilò dentro come se nulla fosse.
I due baldi giovani, nonché fratelli, erano abituati a incularsi fra di loro!! Difatti, mentre noi femmine un po’ ci leccavamo e un po’ stavamo a guardare, Brehan sborrò nella pancia di suo fratello e poi si ripulì il cazzo sulle di lui chiappe, quindi si mise a pecora a sua volta e subì la penetrazione del manganello di suo fratello.
Per le leccate di Lisetta e per l’eccitantissimo spettacolo che stavo seguendo, io venni come sempre in modo alquanto spettacolare e subito appresso, quasi in contemporanea con Alem, anche Lisetta arrivò all’orgasmo.
Erano le dodici quando ci salutammo e lasciammo andar via i nostri due stalloni.
Certo che dopo soli così pochi giorni già avevamo avuto le nostre belle esperienze. Per la mia prima volta avevo avuto rapporti lesbici e per di più mi ero fatta rompere il culo da un ragazzo di colore con un manganello da mille e una notte!! Lisetta finalmente l’aveva preso in figa e si era fatta pure sborrare in bocca. E magari, prima della fine delle vacanze, per la mia amica Lisetta, una bella inculata ci sarebbe stata anche bene!!!
Trascorsero un paio di giorni dove sia io sia Lisetta fummo occupate a metabolizzare le avventure fino ad allora vissute. Lei, che nel profondo del suo animo aveva sempre pensato che avrebbe donato la sua verginità all’uomo di cui si sarebbe pazzamente innamorata, si era fatta tranquillamente deflorare da un ragazzo conosciuto da poco e pure molto dotato.
Io poi, che avevo sempre sostenuto d’essere al cento per cento etero mi ero abbandonata fra le braccia di Lisetta confrontandomi fisicamente con lei in un rapporto fortemente lesbico. Non solo quello, mi ero fatta pure inculare, anche io da quel ragazzo di colore con quel magnifico grosso bastone fra le gambe. Entrambe non eravamo riuscite ad opporci alla passione dei sensi e ci eravamo fatte coinvolgere e anche completamente travolgere dagli avvenimenti, senza riuscire ad opporre una sia pur minima resistenza. Certo che i due ragazzi etiopi erano proprio belli e fisicamente irresistibili. E’ anche vero che in fondo la carne è debole e che bisogna trovarsi in determinate circostanze per comprendere a fondo le reali situazioni che noi avevamo invece vissuto direttamente.
Fummo quindi tutte e due d’accordo che ormai ciò che era fatto era fatto e che ci conveniva incamerare il tutto nelle esperienze della vita, esperienze, tra l’altro, nemmeno poi così sgradevoli, anzi direi, molto, molto gradevoli ed estremamente appaganti.
Terminarono così le vacanze, noi due giocammo diverse volte nel lettone tra di noi, affinando la conoscenza sessuale reciproca e cercando di adoperarci per il piacere della nostra amica e compagna di letto.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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