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181 – Valentina, Veronica, i loro figli e la giovane Alice

By 20 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Certo che, Veronica e io, avevamo peccato moltissimo. Per me, in fondo, il ragazzino era un emerito estraneo, ma per lei le cose erano invece molto diverse. Consapevolmente, lo aveva eccitato ed altrettanto volontariamente se l’era “succhiato” e si era fatta anche leccare la figa. Beh, un po’ questa cosa l’avevo provocata e voluta io, insomma, ero stata complice attiva di questo gravissimo delitto.
Alessandro era veramente carino, possedeva pure un bel cazzo, non come quello di mio figlio, ma era comunque dotato di una mazza durissima, lunga almeno una ventina di centimetri. Quando in precedenza gliel’avevo tenuto in mano, mi era sembrato di impugnare un cilindro indeformabile, quasi fosse fatto di ferro. La cappella non era molto grande, ma aveva quella forma a cuneo molto accentuata che facilitava, in special modo, le eventuali inculate. Insomma un pene che ti entrava bene nello stretto buchetto e poi te lo allargava a mano a mano che ti si infilava dentro.
Avevo notato anche due bei coglioni pendenti, lisci e pieni; certo che se lui non fosse venuto così rapidamente, sarei riuscita a divertirmi molto anch’io, e naturalmente, avrei fatto divertire parecchio anche lui.
Quella sera, Veronica e io andammo a letto e, ormai ampiamente appagate, invece di “lesbicare” tra di noi, ci salutammo e ci addormentammo subito.
Il giorno seguente, che era di sabato, mi alzai presto, mi infilai una gonna corta ed una maglietta, non misi nulla sotto, uscii dalla stanza ed entrai in salotto. Sul divano, trasformato in letto, un Dio greco dormiva profondamente, esso era a malapena coperto sulle zone intime dal lenzuolo bianco. Le gambe magre spuntavano fuori e la leggera stoffa di tela chiara era posizionata di traverso a coprirgli appena il pube lasciando a nudo il suo bel torace liscio.
L’inguine appena celato dalle pieghe di quel candido telo, formava una specie di tenda canadese che si notava molto chiaramente. Pareva un ponte arcuato che partendo dal pube gli arrivava fin sotto l’ombelico. Lo fissai a lungo, bello come un Adone, potente ed allo stesso tempo ingenuo e puro. Mi salì dentro, il desiderio di istruirlo, d’insegnargli il sesso in tutte le sue forme, educandolo e donandogli tutto ciò che in materia io sapevo. Assorta in questi lubrici e indecenti pensieri, udii solo all’ultimo momento, lo scatto della serratura della camera da letto. Rapidamente distolsi lo sguardo dall’oggetto dei miei desideri, e, rossa in volto, come una bambina scoperta a rubare la cioccolata, mi voltai e camminai come un automa verso la cucina.

Bisbigliando sottovoce per non svegliare suo figlio, Veronica mi disse’..

‘Ciao Vale, ti sei appena alzata pure tu??’

Mi bloccai sul posto e mi voltai come se fossi stata sorpresa di vederla e”

‘Oh, ciao Veronica, si mi sono appena alzata, sono stata in bagno a fare la pipì e adesso stavo andando a preparare la colazione.’

‘Ah, ok’

‘A proposito, che mangia tuo figlio per colazione???’

‘Credo il caffelatte e dei biscotti”’

‘Va bene, ok; senti volevo poi chiederti una cosa”’

‘Dimmi pure’.’

‘Ecco, è più di quindici giorni che non vedo mio figlio ed ho un po’ di nostalgia, ti spiacerebbe se lo invitassi qui a pranzo domani?’

Lessi nel suo sguardo l’entusiasmo e difatti, senza pensarci due volte, mi rispose affermativamente, dicendomi che sarebbe stato bello far incontrare i due giovani coetanei.

La osservai attentamente con sguardo sospettoso e indagatore, poi le dissi’.

‘Veronica’. mio figlio’ eeemmm’. non è il tuo. Cioè, vorrei solo farti capire che con lui non può succedere niente di’. strano’. Capito bene???’

‘Si, si, tranquilla, non te lo mangio di sicuro!!!’

Insistetti ancora un po”’

‘Non dico che lo mangi, dico solo che tu potresti farti venire in testa certe strane idee. Sai com’è, lui è un bel ragazzo, aitante e, diciamo, che ha anche delle doti’eeemmmm’. nascoste’.’

‘Ah si? Ha delle doti nascoste??? E quali sono??????’

‘Lasciamo stare, come non detto, meglio che lasciamo stare, ok???’

‘Si amore, si, non ti tradisco più con nessun maschietto, stai tranquilla’.’

Stavo per replicare, quando lei, tagliando corto, mi voltò le spalle, se ne andò e si chiuse in bagno’.

Alessandro dormendo, da sotto le lenzuola, si portò una mano sul pene duro, se lo piegò all’indietro e lo lasciò. Il cazzo, sollevando le coltri, come una molla, ritornò in avanti di scatto e batté con un ‘ciac’ contro il suo ventre. Aprì appena gli occhi il giovanotto e quindi si girò dall’altra parte. Mi sentii svenire, quando il suo magnifico culo, completamente nudo si mostrò a me.

Devo ammettere che ho sempre amato fortemente il sedere dei maschietti. D’altro canto, il culo di noi femminucce è un punto di altissimo interesse per gli uomini e non vedo perché anche per le donne il deretano degli uomini non possa essere una zona dove posare i nostri occhi assatanati.

Lo ammirai nuovamente, la forma statuaria del suo sedere, se la giocava ad armi pari con quella di mio figlio.
Fui tentata di sfiorargli con le dita quelle natiche stupendamente sode, ed attratta come da una potente calamita, avvicinai incerta la mano, fin quando, a pochi centimetri dalla meta, agitatissima, mi tirai indietro e, girandomi, me ne andai finalmente in cucina.
Sistemai alcune cose e preparai la colazione anche per Alessandro, poi mi avvicinai a lui gli poggiai una mano sulla spalla e lui subito si girò supino, quindi, ancora insonnolito, mi guardò in faccia.

‘Ale, c’è la colazione pronta, se ti alzi, sono quasi le undici”’

Biascicò’..

‘Ummhh sii, siii, arrivo subito””

Nonostante la mia presenza, il giovanotto non si fece alcun problema a scostare il lenzuolo ed a sedersi nudo sul letto. Il pene svettante fra le sue gambe mi attirava in modo pauroso.
Me ne andai un attimo dopo che lui, con fare stanco, come se avesse su di se tutto il peso del mondo, si sollevasse in piedi e con la sua arma letale puntata dritta verso l’alto, mi mostrasse ancora una volta quel superbo e scultoreo culo e si avviasse pigramente verso il bagno. Veronica ne uscì in quel momento ed incrociò suo figlio; i due si salutarono appena, poi una volta all’interno, il giovane, a scanso d’equivoci, girò la chiave nella toppa e si chiuse dentro. La mia amica rimase immobile, voltata verso l’uscio chiuso, sicuramente con dentro agli occhi, l’immagine di suo figlio e del suo stupendo sedere.

‘Veronica, vieni c’è la colazione pronta”’

Quando mi fu vicina, si sedette al tavolo e ridendo mi disse’.

‘Hai visto quanto è bello il mio bambino???’

‘Già, bambino, ha un cannone lì davanti e un bauletto posteriore che mi fa morire!! Altroché bambino!!!!’

‘Ti è piaciuto ieri sera vero?’

‘Non lo posso negare, avevo la figa fradicia!!’

‘Vieni qui vicino a me, il tuo amore ti consola un po’. Se vuoi stasera ti ficco il super dildo nel culo, vuoi???’

‘Il cazzo di Alessandro sarebbe meglio, però se non si può, mi accontenterò ugualmente’..’

Veronica mi disse che sarebbe uscita e che avrebbe pranzato fuori. Lei aveva un appuntamento con un pittore, un certo Lorenzo, che era rimasto affascinato dai suoi quadri e che ne voleva capire la tecnica usata.
Veronica si preparò e, tutta in tiro, uscì da casa, guardai l’ora, era mezzogiorno. Dopo una decina di minuti, finalmente, Alessandro uscì dal bagno. Naturalmente, lui si mostrò a me completamente nudo. In fondo, tra di noi, c’era stato qualcosa che si poteva definire: molto confidenziale e parecchio intimo. Ciò giustificava da parte sua, quel comportamento altamente spregiudicato e disinibito.
Il timidone, si stava svezzando da solo e con quel fisico e quel gran cazzo, poteva in verità anche permetterselo. Pranzammo assieme, e lui, per l’occasione, indossò l’accappatoio.
Entrambi seduti a tavola parlammo amabilmente per qualche minuto, poi io, introdussi un argomento a me tanto caro”.

‘Allora, giovanotto, ti è piaciuto ieri sera???’

‘Beh, si mi è piaciuto tanto. E’ stato molto bello, anche se, fare quelle cose con mia madre inizialmente mi ha un po’ turbato’.’

‘Non l’avrei detto che eri’. turbato. Dal pisellone duro che avevi sembrava proprio di no’..’

‘In quei momenti mi sentivo molto confuso, da una parte l’imbarazzo di fare certe cose con mia madre e dall’altra il mio corpo ed il mio pisello, che quasi mi imponevano di continuare.’

‘Capito, capito’..’

‘Con te invece’ ‘

‘Con me invece cosa???’

‘Beh, tu non sei mia madre e sei pure una bellissima donna’..’

‘Grazie!! Ho notato che ti piacciono tanto le mie tette’.’

‘Si è vero, devono essere molto belle”’

‘Ieri sera mi hai visto la figa e non mi hai visto le poppe’..’

‘Si’..’

‘Vorresti vederle???’

‘Oh si, si certo’..’

Mi alzai in piedi, circumnavigai il tavolo, mi avvicinai a cinquanta centimetri da lui, tirai su la maglietta e gli mostrai le mie grosse mammelle. Con le mani le sollevai da sotto e le feci ballare un po’ , sensualmente mi accarezzai i capezzoli che immediatamente si irrigidirono, la sua mano destra si protese verso la mia tetta sinistra, la sfiorò delicatamente, quasi avesse paura di farmi male. Gli presi anche l’altra mano e la posai sull’altro seno, il ragazzino era rosso paonazzo in viso e notai un certo tremore, che l’intimo contatto con le mie poppe gli stava provocando.
Gli slacciai la cintura dell’accappatoio, e, la bella mazza incappucciata, apparve in tutto il suo splendore. Gliela impugnai, mentre lui si faceva più temerario impastandomi maldestramente le mammelle. Con la mano sinistra calai la zip della gonna e sganciai abilmente il fermetto metallico. L’indumento cadde ai miei piedi e si ammucchiò. Lui si alzò in piedi, era più alto di me; io, con entrambe le mani feci scivolare sulle sue spalle l’unica veste che indossava. Gli accarezzai i pettorali appena accennati, lo abbracciai e lo strinsi a me.
Posai poi le mani sul suo culo nello stesso momento in cui lui posava le sue sul mio. Gli chiesi in un soffio’..

‘Sei capace a baciare??’

‘Si, insomma”’

Compresi da quella risposta che non era poi così tanto capace”

‘Ti insegno io è facile, non occorre nessuna scuola viene tutto da se”.’

Poggiai le mie labbra sulle sue, lo baciai a stampo”

‘Quando ci baciamo apri la bocca ok???’

‘Ok’.’

Lo baciai nuovamente e gli infilai la lingua in bocca, lui esitò giusto qualche secondo, poi seguì il mio esempio. La sua lingua si insinuò nel mio cavo orale e si scontrò con la mia, fu bellissimo, mi eccitai io e si eccitò pure lui. Contro il mio plesso solare, la sua cappella lasciava uscire un abbondante liquido pre eiaculatorio. Scivolai su di lui scendendo verso il basso, e, senza toccare il pene con le mani me lo infilai in bocca. Sentii il glande puntarmi contro il palato. Il cazzone era durissimo, praticamente parallelo al suo ventre e, in quello stato di estrema rigidità, era soprattutto difficile riuscire a piegarlo a novanta gradi. Me lo tolsi dalla bocca, glielo presi in mano e forzando un po’, lo inclinai verso di me, quindi gli ingoiai nuovamente la cappella, scesi giù, fin quasi a toccare con le mie labbra i suoi serici peli biondi, poi risalii lentamente muovendo la lingua contro il suo fusto; ancora accolsi quel meraviglioso membro fino a fargli toccare le mie tonsille ed iniziai a spompinarlo a dovere. Pochi secondi dopo, mi arrivarono fino in gola, un numero infinito di schizzi bollenti, essi mi inondarono abbondantemente la bocca deliziandomi con il loro dolcissimo sapore. Respirai a fatica e deglutii tutto il suo delizioso nettare, quindi ansimante gli liberai il cazzo dalla sua umida prigione……

‘Wowww, Ale, devi riuscire a controllarti meglio” Vieni troppo presto”’

‘Hai ragione, anche quando mi masturbo da solo, vengo sempre troppo rapidamente’..’

‘Adesso te lo prendo nuovamente in bocca e te lo rifaccio diventare duro, cerca di non essere troppo concentrato, pensa a qualcos’altro, che ne so, ad una donna che conosci, magari brutta e vecchia ad esempio”’

Rise e poi mi disse’.

‘Ok ci provo”’

Glielo succhiai per massimo un minuto e me lo ritrovai nuovamente durissimo in bocca.

‘Ummhhh, Ale, pensa alla vecchia!!!’

Aveva il cazzo che pareva marmo, glielo strinsi nel pugno e non cedette di un millesimo di millimetro. Me lo tolsi dalla bocca e gli chiesi se mi voleva scopare. Emozionatissimo parlando quasi a singhiozzi mi disse ”

‘Si, lo voglio, si ti prego, insegnami a scopare”

‘Vieni con me, andiamo a letto”’

Lo feci distendere supino e lo guardai ammirata. Bello come un Dio, adagiato sul letto, con quel magnifico pennone che, rigido come l’acciaio, gli stava teso a pochi centimetri dal ventre. Aveva una folta peluria biondissima sul pube mentre il resto del corpo era totalmente glabro e liscio. Il mio sguardo scannerizzò il suo fisico partendo dai piedi e risalendo pian piano, fino a raggiungere il suo bellissimo viso. Mi gustai gradatamente l’intero incantevole spettacolo. Le gambe magre, ma con i quadricipiti muscolosi il giusto, i grossi testicoli, che nonostante l’eiaculazione precedente, parevano non essersi svuotati; il ventre piatto e liscio, l’addome scavato ed i pettorali sufficientemente pronunciati facevano da antipasto, in attesa di gustarsi il piatto forte. Il viso. Esso pareva veramente quello di un putto, i tratti morbidi effeminati, incorniciati dai folti capelli lunghi e biondi. Incastonati in questo affascinante quadro d’autore, due preziose e trasparentissime acquemarine; i suoi occhi, di un azzurro chiarissimo. A completare l’ovale, il piccolo naso all’insù e la bocca di media grandezza con le labbra carnose ed incredibilmente desiderabili. I suoi occhi mi osservavano con attenzione, bramavano che io mi dedicassi a lui fisicamente. Colsi il suo muto invito ed allungai una mano, gli sfiorai le cosce e risalii lentamente verso il suo punto nevralgico. Sfiorai le sue palle, esse, al contatto, si ritrassero, modificando l’aspetto dello scroto, da liscio e rilassato a rugoso e raggrinzito. La mia mano destra strinse delicatamente i testicoli ed il suo cazzo rispose muovendosi autonomamente, sollevandosi di qualche centimetro ed abbassandosi nuovamente. Salii ancora con i polpastrelli delle dita e percorsi l’intera lunghezza del membro solleticandogli la sporgente uretra. Giunsi al filetto, mi bagnai le dita con la saliva e poi le feci scorrere sul frenulo, avanti e indietro, avanti e indietro’. Ancora il cazzo si mosse a scatti, sfiorai allora la cappella vellutata e tesa, raccolsi alcune stille di liquido che gli uscivano dal meato, me le portai alla bocca e me ne nutrii. Lui, ad occhi chiusi si stava godendo beatamente il mio intimo trattamento. La mia figa era veramente gocciolante, i miei abbondanti umori scendevano copiosi lungo le mie cosce. Proseguii il mio appassionante viaggio e gli infilai lievemente un dito nell’ombelico, mi abbassai e glielo leccai con la punta della lingua, in quel mentre sfiorai appena la cappella umida, poi, sempre con la lingua, scivolai sul suo addome lambendolo appena, risalii ancora, incontrai i suoi piccoli capezzoli, li titillai a lungo e li succhiai. Quindi li abbandonai e lasciando sul suo collo una scia di saliva, giunsi nei pressi delle orecchie, le avvolsi, prima una e poi l’altra dentro la mia bocca e gliele leccai all’interno, lo sentii mugolare di piacere. Le nostre bocche si incontrarono, si aprirono ingorde ed avide, accolsero le nostre lingue desiderose di incrociarsi e lottare tra di loro. Mentre lo baciavo, salii sul letto e mi misi a cavallo sopra di lui, strusciai la mia allagatissima figa, sul dorso del suo cazzo; meraviglia delle meraviglie sentir scorrere quella indeformabile durlindana fra le labbra della mia vagina. Il frenulo cozzava contro il mio clitoride eretto, me lo spingeva verso l’alto, la sua gonfia cappella contro il mio minuscolo glande scappucciato. Era un piacere fisico, ma anche, e soprattutto, un delizioso piacere mentale. Del mio meraviglioso amante, tutto mi eccitava. La sua giovane età, la sua ingenua innocenza, il suo corpo armonioso, i suoi occhi dolcissimi, quei capelli biondi, le mani affusolate e morbide, i muscoli appena accennati……….. Affogai i miei occhi nei suoi, dentro a quell’azzurro cielo di primavera, vi lessi il suo folle desiderio di me, del mio corpo maturo e della mia figa fradicia di umori.
Seduta sopra di lui sollevai la mia intimità staccandola momentaneamente dalla sua, gli presi il cazzo in mano e lo guidai contro la mia apertura. Mi scivolò dentro fino alla radice, sarei potuta rimanere in quella posizione per ore. Mi sentivo trafitta, il suo lungo fulcro, infilato profondamente dentro di me, mi faceva perdere la ragione, in quei momenti ebbi la certezza che per quel ragazzino io avrei potuto anche vendermi l’anima. Sapevo che se lui, avesse solo voluto approfittare di questa mia debolezza, io l’avrei seguito, come fa una schiava con il proprio padrone, completamente e pedissequamente sarei stata sua a vita, integralmente ai suoi ordini, facendo tutto ciò che lui avrebbe voluto ch’io facessi. Gli presi le mani e me le portai sulle mammelle, lui me le accarezzò, mentre io cominciavo a muovermi salendo e scendendo lentamente. Anche lui iniziò a muoversi, ad ogni mia discesa lui rispondeva sollevando il bacino ed affondandomi il cazzo completamente dentro. Non riuscii a resistere per molto tempo e ad un certo punto, eccitatissima, venni una prima volta. Mi abbandonai su di lui, lo baciai e poi mi rialzai e mi sdraiai al suo fianco. Aveva il cazzo lucido e bagnatissimo, aprii le gambe e lo invitai a mettersi sopra di me, lui, lo fece ed io glielo presi in mano e me lo ficcai ancora nella figa. Allungai le braccia prendendolo per le natiche. Solo toccargli il culo fu per me fonte di goduria immensa. Lo attirai a me e sentii le sue palle gonfie sbattere nei pressi del mio buco del culo. Lo lasciai libero di muoversi in autonomia e lui continuò a scoparmi con esuberante e giovane violenza.
Era inesperto e lo si capiva benissimo, ma questo suo muoversi in modo maldestro, mi eccitava ancora di più. Mio figlio aveva la sua stessa età e per me farlo con uno così giovane era come rinascere dopo il lungo digiuno di cazzo che ero stata obbligata ad affrontare dopo la separazione da mio marito. Mi pesava un po’ addosso, ma sentire la sua pelle così aderente alla mia, mi dava sensazioni fino ad allora sconosciute ed irraggiungibili. Poi compresi dai suoi affondi più violenti che stava per venire, lo incitai dicendogli”..

‘Dai Ale, dai ‘ sborrami dentrooo, sborraaaa, angelo mioooo, sborramiiii dentro’. allagami la figaaaaa”..’

Quasi in silenzio religioso, soffiando un po’ ed ansimando rapidamente, mi riempì la vagina di sperma caldissimo. Mentre dentro di me il suo cazzo si contraeva ed espelleva il suo seme, io arrivai all’orgasmo per la seconda volta. Non lo feci in religioso silenzio come lui, anzi, come sempre, non riuscii a controllarmi ed urlai al mondo il mio fantastico piacere’

Ci stavamo alzando dal letto, ancora un po’ ansimanti e sudaticci, quando vedemmo comparire sulla soglia della porta della stanza da letto, la mia amica Veronica, che poi era anche la mamma del giovanotto”.

‘Ma”. che cazzo stavate facendo????’

‘Veronica, Ale ed io, abbiamooo”. scopato, si, scopato””

‘Cavoli, non hai di certo perso tempo eh???’

‘Dopo ieri sera, ci è venuta voglia e così”.’

‘Già, c’era da immaginarselo’.’

‘D’altra parte, mami, hai cominciato tu ieri sera e”’

‘Si, si, non mi sono mica scandalizzata sai!!! E’ chee’. pensavo.. insomma’. che, tu essendo mio figlio, mi appartenessi almeno un po’!!!’

‘Sei gelosa Veronica???’

‘Ma no, figurati!!! Beh, si, forse si, un po’ lo sono, insomma Ale è mio figlio ee’ va beh, d’altra parte è giusto che lui si faccia le sue esperienze con una donna che non sia sua madre. L’errore non è quello che avete fatto voi, in fondo siete entrambi maggiorenni e vaccinati, quindi, meglio che scopiate voi due piuttosto che io e lui’..’

‘Ecco, brava Veronica, hai detto giusto’..’

‘Mami e Vale, ascoltatemi, io dico che non ci sono stati errori, l’abbiamo fatto e basta. E poi io non sono in esclusiva, sono libero quindi mami’.. se tu vorrai iooo”.’

‘Va bene, va bene, andatevi a dare una lavata’ Vale, ti sta colando la sborra lungo le cosce è meglio che vai in bagno se no sporchi i pavimenti’.’

‘Ok, ok, andiamo, andiamo’.’

Verso le diciassette, presi in mano il cellulare e chiamai Massimiliano. Mi rispose stranamente al secondo trillo’..

‘Ciao mamma, come stai????’

‘Bene e tu? Tutto bene???’

‘Si, bene, anche se un po’ mi manchi’.’

Rimasi allibita, mio figlio che mi diceva che gli mancavo’

‘Anche tu mi manchi, io ti ho telefonato per invitarti qui a casa della mia amica Veronica, domani a pranzo’.’

‘Si verrei volentieri, ma non sono eemmm’. soloo”.’

‘Ah, non sei solo?? Eee’ chi ci sarebbe.. con.. te”

‘Ci sarebbe’ Alice’. la mia.. eeemmmm.. ragazza.’

‘Ah, quante novità, tu che mi dici che ti manco e poi’ la fidanzatina’. belle, belle novità”

‘E’ successo tutto così in fretta che non ho fatto in tempo ad avvertirti’.’

‘Va beh dai, non importa. Naturalmente è invitata anche Alice’ maaaa’. lei, quanti anni ha???’

‘Ne ha compiuti diciotto sei mesi or sono’ è carina sai????’

‘Innamorato cotto???’

‘Si, mamma, credo proprio di si’..’

‘Bene, bene’ ah, volevo dirti che conoscerai anche Alessandro, il figlio di Veronica, tuo coetaneo..’

‘Ok va bene, mi dai l’indirizzo per favoree’ e poi.. dimmi, a che ora dobbiamo essere lì??’

Rimasi ancora stupita, da quel ‘per favore’ inaspettato e dalla sua cortesia incredibile.
L’avevo lasciato cafoncello anziché no e, dopo nemmeno un mese, me lo ritrovavo gentile ed educato. Gli diedi l’indirizzo e gli dissi anche che li aspettavamo per le dodici e trenta massimo tredici. Mi salutò affettuosamente e quindi chiudemmo la telefonata.
Comunicai alla mia amica/amante che ci sarebbe stato un’ospite in più, anzi, una ospite in più e Veronica ne fu felice’
Una femmina carina a casa sua”

Era come la pecorella a casa della lupa, scommisi con me stessa che già se la immaginava nuda con le cosce aperte e lei che le leccava la tenera fighetta’.

La domenica mattina, mi alzai elettrizzata ed anche un pochino agitata. Avrei conosciuto mia ‘nuora’ . Beh, piuttosto la prima di una lunga serie di possibili nuore.
Mi diedi da fare per sistemare la casa ed in verità, fui coadiuvata in questo, anche da Veronica e da Alessandro.
La mattina presto, in bagno, c’era stato intanto, un piccante siparietto tra me ed il giovanotto.
L’avevo semplicemente aiutato a fare la pipì tenendogli il cazzo piegato verso il basso.
Poi gliel’avevo pulito per bene con la lingua e, quando lui già si stava mentalmente assaporando un bel pompino, l’avevo rimandato di brutto in salotto a sistemarsi il divano-letto.

Erano le dodici e trentacinque quando il campanello di casa trillò. Agitatissima mi precipitai al citofono e mio figlio mi rispose il classico’..

‘Siamo noi’.’

Aprii ed irrequieta li attesi sulla porta. L’ascensore si aprì e comparve prima lei e poi subito appresso il mio ometto.
Abbracciai Max e poi salutai e baciai sulle guance la sua Alice. Lui mi aveva detto che era carina, ma il suo giudizio era stato veramente molto riduttivo. Bellissima era l’aggettivo che meglio le si attagliava. Brunetta, capelli lunghissimi che le cadevano sull’attaccatura delle natiche, mossi in fondo con dei boccoli naturali.
Visino con gli occhi verde scuro, le ciglia nere, il naso piccolino, regolare; la bocca era ben disegnata, con le labbra tumide e carnose, di color rosa scuro, senza ombra di rossetto.
Indossava un vestitino scampanato corto, color panna, con una scollatura a ‘V’ non troppo profonda. Si indovinava sotto al corpetto un seno sbarazzino massimo di seconda misura e, più in basso, un fisico acerbo ma molto ben formato. Dimostrava non più di sedici anni, abbassava gli occhi quando le parlavi e quando rispondeva lo faceva con una vocina sottile ed ancora fanciullesca. Le gambe erano molto ben tornite e, quando mi precedette per entrare in casa, notai la sporgenza e la perfetta rotondità, di quello che sembrava essere un gran bel sederino. Mi complimentai con lei per la sua bellezza e con mio figlio per la scelta azzeccata, quindi li introdussi in casa. Feci le presentazioni e vidi Alessandro squadrare dalla testa ai piedi la giovin fanciulla. Veronica poi elargì ad entrambi i nuovi venuti complimenti a profusione e, da perfetta padrona di casa, li fece accomodare in salotto, offrendo poi a tutti un fresco aperitivo.
Fu un pranzo allegro e gioioso, tutta quella gioventù nello stesso momento fu per me come respirare aria nuova. Sentirli parlare usando quei termini coniati dalle nuove generazioni, mi fece tornare indietro nel tempo, quando alla loro età, anche noi ragazzi e ragazze, parlavamo in modo incomprensibile ai più ed i nostri vecchi ci guardavano come se fossimo degli alieni appena sbarcati sulla Terra.
Dopo pranzo, ci sedemmo tutti e cinque in salotto e ciarlammo di tante cose, poi, all’improvviso, mio figlio mi rivolse una domanda nemmeno troppo inaspettata”’.

‘Mamma, ma tu e Veronica’. eemmm’. siete’ solo amiche.. oppureee”’

Mio figlio era sicuramente un ragazzo intelligente ed anche perspicace, lui, viste determinate effusioni di Veronica nei miei confronti, aveva senza dubbio capito, che tra me e lei c’era del tenero’

‘Beh, si, siamo amiche, certo, siamo solo amiche’..’

‘Uuummhhh, capito, maaa’ se Alessandro dorme sul divanoo’ voi due ‘ dormite’ eemmmm’ nello stesso letto?’

Dissi di si e lui mi guardò con un sorriso sardonico stampato sul viso. Il cattivello aveva capito tutto. Per togliermi dall’impasse tentai di cambiare discorso, ma lui ormai s’era intestardito e mi disse’.

‘Dai mà, l’ho capito che siete qualcosa di più che amiche’.’

Veronica, senza troppi peli sulla lingua, ruppe gli indugi”.

‘Caro Max, tua madre ed io, siamoo…, come dici tu, qualcosa di più che amiche. Ci piacciono gli uomini ma anche un pochino le donne. Quindi, a buon intenditor”’

Alice era paonazza in volto, teneva il capo chino come se fosse stata lei ad essere lesbica.

Veronica, rivolgendosi proprio alla ragazzina, proseguì imperterrita nel suo discorso’..

‘Alice, tu hai mai fatto’ sesso con una ragazza???’

Le labbra della ragazzina si mossero per parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Impacciata, esitante e confusa, si schiarì la gola, e, senza alzare il capo, sussurrò appena’.

‘Una volta sola’.’

Per spiarne le eventuali reazioni, guardò poi di sottecchi Massimiliano.
Lui sorpreso, le mise due dita sotto il mento e le sollevò lo splendido visino, poi con tono indagatore le chiese’.

‘Tu, tu hai fatto l’amore con una femmina????’

‘Si, è stato poco prima di conoscere te, in vacanza con la mia amica Genny”

Veronica intervenne nuovamente”

‘Beh, che c’è di male??? Max, ti devi svegliare, quasi tutte noi donne, specie da giovanissime, abbiamo ‘giocato’, con delle nostre amichette.’

‘Anche tu, mamma hai giocato con delle tue amiche da ragazza?’

‘Si, anche io, a scuola con la mia migliore amica, lo facevamo spesso”

‘Oh Gesù, non sapevo sta cosa. Io non lo farei mai con un altro maschio!!!’

Ancora Veronica’.

‘E’ una cosa molto diversa. Tra di voi, spesso c’è penetrazione anale, è un rapporto più invasivo, noi sovente ci limitiamo a toccarci, a qualche bacio qua e là. Per noi l’apice del godimento è leccarci la figa’.’

‘Non riesco a immaginare la mia mamma mentre te la lecca sai Veronica???’

‘Eh,eh, eh, eppure la lecca e la lecca pure bene!!!’

Spiai Alessandro e compresi che era eccitato, si teneva una mano appoggiata sull’inguine per coprire l’evidente erezione.

Tentai ancora di sviare il discorso parlando d’altro’..

‘Va beh, volete bere qualcosa?? Abbiamo delle bibite fresche e anche qualche liquore”

‘Vale, ci dovrebbero essere ancora un paio di bottiglie di Champagne in frigo, magari stappane una, così festeggiamo i nuovi incontri’.’

Andai in cucina e tirai fuori dal frigorifero una, delle tre bottiglie di Moet &Chandon, la stappai e la poggiai sul tavolino del salotto. Quindi presi cinque flute e li distribuii attorno alla bottiglia. Versai le ‘ bollicine’ e ne consegnai un bicchiere a testa prendendo poi in mano il mio. Veronica allora’..

‘Brindiamo alla nostra conoscenza!!!!’

Lo Champagne fresco scendeva giù come se fosse acqua di sorgente, e parlando, mi accorsi che ero un po’ brilla. Anche Alice ed i maschietti sembravano un attimino alticci.
L’unica che teneva bene era Veronica. Parlava in pratica sempre lei, ma non la si sentiva assolutamente biascicare le parole. Massimiliano era molto allegro, aveva smaltito in breve la sorpresa che gli aveva fatto Alice, confessandogli che si era intrattenuta carnalmente con una sua simile. Guardai la ragazzina, nonostante i suoi diciotto anni compiuti da un pezzo, sembrava realmente una ‘lolita’ minorenne. Forse erano le sue forme non esuberanti, quelle curve appena sbocciate nascoste sotto quel vestitino da barbie, il seno piccolo, le gambe ben fatte ma esili, quella sua vocina da bambina, il suo modo incerto ed ingenuo di comportarsi a far si che dimostrasse due o tre anni di meno, ma, era comunque, proprio per tutte queste cose, molto attraente ed eccitante. Alessandro, ormai quello più svezzato dei tre, guardava ora le mie cosce scoperte, ora quelle di sua madre e spesso i suoi ‘raggi laser’ penetravano anche fra le gambe appena dischiuse di Alice. Massimiliano era invece più attratto da Veronica. Lei, che per l’occasione si era infilata una gonna cortissima, si muoveva liberamente accavallando e ‘scavallando’ le gambe. Nel fare questo mostrava le mutandine a mio figlio che sembrava gradire moltissimo.

La bottiglia di Moet &Chandon si svuotò e Veronica si incaricò di andarne a prendere rapidamente un’altra. Riempì poi i bicchieri e, da quel momento, la situazione iniziò decisamente a precipitare. I discorsi si fecero più intimi e le frasi sempre più scurrili, Alice, strascicando alquanto le parole, stranamente, cominciò a divenire più loquace. Mio figlio l’abbracciò e le disse’.

‘Vieni qui, fatti abbracciare mia bella lesbichetta’..’

Lui, le cinse le spalle e l’attirò a se, l’abbracciò più strettamente e la baciò sulla bocca. Vidi la sua mano sinistra infilarsi tra le cosce di lei. La ragazzina lo respinse una prima volta, poi, forse vinta dall’alcool, lo lasciò fare. Lui si staccò e le accarezzò il viso dolcemente. Veronica che della scena non s’era persa nemmeno una frazione di secondo”

‘Che teneri piccioncini”. Alice poi è proprio una bella fighetta”’

La guardai con aria di rimprovero e per non darle troppa corda, le dissi solamente’.

‘Già’..’

‘Max, ma è vero quello che mi ha detto la tua mamma???’

‘Che ti ha detto mia madre???’

‘Beh, mi ha detto che hai” un bel.. cosone tra le gambe eh, eh, eh’..’

Il mio bel maschietto, ormai ubriaco fradicio, non si stupì più di tanto e le rispose’..

‘Così dicono, pare proprio di si” Lo vuoi vedere eh????’

‘Se vuoi, uno sguardo glielo darei più che volentieri’

Max, guardò me e poi la sua dolce ragazzina’.

‘Alicetta bella, vuoi che lo tiro fuori???’

‘No dai Max, no, meglio di no”’

Veronica ormai assatanata e ubriaca, semisdraiata sulla poltrona con le cosce un po’ aperte ”.

‘Ma, voi due scopate già oppure ‘..’

‘No, vero Alice? No, non scopiamo ancora, lei ci tiene alla sua verginità”

‘Alice maaaa…. non gliel’hai nemmeno maiii” preso in bocca????’

Rispose ancora una volta mio figlio’..

‘Solo seghe e ditalini per adesso’..’

‘Capito, sai Max che anche Ale ha un bel cazzone!!!’

‘Le nuove generazioni sono tutte cazzute ah, ah,ah”’

‘Faglielo vedere Ale’..’

‘No dai mami, non mi oso così davanti a tutti’..’

‘Che c’è di male? Facciamo che tu lo fai vedere a lui e lui lo fa vedere a te’.’

Ale, si fece coraggio ed un po’ barcollante si alzò in piedi, tirò giù la zip ed estrasse il pene dalle mutande, gli diede un paio di scrollate e se lo scappellò”

‘Eccolo quii’ eh,eh,eh,eh.. vi piace????’

Io che già lo conoscevo bene lo guardai comunque con interesse, poi ridendo mi rivolsi a Max incitandolo a mostrare il suo”

‘Dai Max, tiralo fuori””

Lui mi guardò e quindi si mise in piedi, anche lui pareva parecchio instabile sulle gambe, a fatica riuscì a far scendere la cerniera dei pantaloni, si slacciò la cintura e lasciò cadere l’indumento ai suoi piedi. Infine si abbassò le mutande e mostrò tutto il suo grosso pacco.
Alessandro, che era al suo fianco, rimase colpito dalla grossa dotazione del suo coetaneo’..

‘Madonna mia Max!!! Io sto bene ma tu sei veramente esagerato!!! Che bestia che hai!! Ma da duro quant’è???’

‘E’ qualche millimetro in più di venticinque centimetri’.’

‘Cinque centimetri più del mio!! Mai visto un cazzo così in vita mia!!!’

Entrambi con i loro pitoni penzolanti ed inerti, se ne stavano lì fermi come ad una mostra del bestiame di qualità. Due stalloni che mostravano orgogliosi la propria dotazione.
Veronica era estasiata a bocca aperta, essa fissava allibita il membro di Massimiliano. Fui io a svegliarla dalla catalessi’

‘Ehi Veronica, sveglia!!!!’

‘Scusami Vale ma una mazza così fa venire l’acquolina in bocca’..’

‘Porca, sei la solita maialina, vorresti succhiarglielo vero???’

Lei non mi rispose, ed invece si avvicinò a mio figlio”..

‘Eeemm, possoo ‘. toccarlo????’

Intervenne Alice in difesa di ciò che riteneva essere una sua esclusiva proprietà”

‘E no, toccarlo no, scusami ma non mi va che tu tocchi il coso al mio ragazzo’.’

‘Allora toccaglielo tu, facci vedere com’è da duro”’

‘No dai, scusate ma qui si sta degenerando!!! Max, forse è meglio che ce ne andiamo’..’

Veronica si alzò dalla poltrona e riempì tutti i bicchieri vuoti che trovava, ne porse uno ad Alice, poi si risedette e, sollevando il suo calice, con voce roca, che testimoniava il suo stato di ubriachezza avanzata, disse”

‘Ragazzi, brindiamo alla saluteee di Massimiliano e di Alessandro, che Dio li benedica!!!’

I due maschietti, con il cazzo ancora fuori, innalzarono i flute e, barcollando un po’, brindarono a loro volta.
Anche io ed Alice ci unimmo al gruppetto e, a nostra volta, trangugiammo in un sol colpo, un calice di ottimo champagne.
Veronica, testarda e determinata a voler vedere il cazzo duro di Massimiliano’..

‘Dai Alice, toccagli il cazzo al tuo fidanzatino, cosa ti costa?? Su, se non lo fai tu lo faccio io”.’

Massimiliano allora si avvicinò alla sua ragazza, ora lei, da seduta, aveva la grossa mazza proprio davanti alla bocca, lui se lo prese in mano e le porse la cappella. Non seppe resistere la candida ragazzina e glielo impugnò cominciando a masturbarlo lentamente. In pochissimi secondi la grossa alabarda si sollevò e si mostrò in tutto il suo splendore. Mio figlio aveva un cazzo incredibile. Mio marito, mi aveva sempre detto che suo padre era superdotato e, forse, il mio bambino aveva ereditato quella incredibile dotazione proprio da suo nonno.
Vidi Alessandro avvicinarsi ed affiancare Max, il pene già duro e pronto all’uso. Alice ora aveva dinnanzi a se due grossi cazzi eretti. Il figlio di Veronica tirò su la manina di Alice e se la portò sul membro. Max guardò la scena, ma parve non provare alcuna gelosia per quel gesto del suo amico. La dolcissima bimba non ritrasse la mano, anzi, impugnò il grosso fusto del suo novello amico ed iniziò a segare pure lui. Veronica eccitatissima teneva ormai le gambe spalancate e con la mano destra si stava adoperando a toccarsi la figa. Fui io che, presa dall’eccitazione estrema, incoraggiai la ragazza a fare qualcosa di più per i due maschietti”..

‘Alice, prendili in bocca”.’

Lei mi guardò negli occhi ed io lessi in quello sguardo velato e torbido, la perdizione, la voluttà ed il sommo desiderio. Le sue cosce erano aperte e fra di esse, le gambe dei due giovanotti in piedi. Mi avvicinai a Veronica e mi sedetti alla sua destra, sul bracciolo della poltrona.
Le ficcai una mano fra le gambe e lei prontamente tolse la sua lasciandomi fare. Le mutandine erano fradice, allora mi inginocchiai davanti a lei, le spostai di lato il perizoma e misi a nudo la sua bella figa. Le aprii le grandi labbra e letteralmente scivolai nei suoi anfratti nascosti. Nemmeno nei momenti di maggior passione fra di noi, la sua vagina era stata così allagata. Lei, per un po’ mi lasciò fare, poi, prendendomi per il volto, mi fece alzare in piedi, e, con la sua mano sinistra, si fece spazio fra le mie cosce ed arrivò a sua volta alla mia intimità’.. Mentre Alice continuava a masturbare manualmente i due giovani, noi due femmine adulte, ci sditalinavamo lentamente. Si udivano solo sospiri, mugolii ed il classico rumore delle dita che scorrono dentro ad una figa fradicia di umori.
Veronica, ubriacata dal vino e dalla passione, godeva del nostro profondo contatto ed anche dello spettacolo che i ragazzini ci stavano proponendo. La maiala incitò nuovamente Alice ‘..

‘Aliceee succhia, succhiagli il cazzooo!!!!!’

Alessandro, pose una mano sul capo di Alice e prendendola per i capelli le sollevò il viso, poi spinse il suo cazzo a stretto contatto con le labbra della ragazza. Lei guardò negli occhi Max, ponendogli in pratica una muta domanda; voleva da lui l’assenso a prendere in bocca il pene di Alessandro. Lui le sorrise e lei comprese. Aprì le labbra ed accolse il bel pisellone del giovane dentro la sua bocca. La mano del fidanzato, le si appoggiò dietro la nuca e la spinse ad ingoiare ancor di più il membro dell’amico. C’era in quel gesto una specie di complicità maschile ed anche di desiderio da parte del fidanzato, di vedere la sua ragazza alle prese con il cazzo di un altro. Massimiliano, tenendoselo in mano, strusciava la cappella sulla fronte, sugli occhi e sulla guancia di lei, lasciandole sulla pelle una sorta di bava trasparente e limacciosa . Poi, con dolce violenza, usando il cazzo come un batacchio, la colpì alcune volte sulle guance, poi accostò il glande al fusto del pene di Ale. Quest’ultimo, in vena di generosità, lo sfilò dalla bocca di Alice lasciando al suo amico la cavità calda e umida. Max lo infilò in bocca alla sua ragazza, lei faticò parecchio a farlo entrare. Le labbra che circondavano la cappella sembravano essersi assottigliate da tanto che erano tese. Lui glielo spinse dentro, poi, inaspettatamente impugnò il cazzo del suo amico e cominciò a segarlo. Dalla cappella tumida e gonfia di Alessandro, fuoriusciva copioso il liquido pre spermatico, che si depositava sulla guancia sinistra di Alice. Ingolfata da quell’enorme stanga lei respirava a fatica dal naso e teneva una mano appoggiata al pube di Max per limitarne la profondità di penetrazione.
Avvinte dallo spettacolo del trio, noi tardone, continuavamo a sditalinarci a vicenda ed eravamo sempre più bagnate ed eccitate. Udii Alessandro mugolare e respirare velocemente, compresi che stava per venire, ed infatti lui, sotto l’effetto della sega del suo amico, sborrò copiosamente sulla fronte di Alice. I numerosi getti cominciarono a colare verso il basso coprendo completamente l’occhio sinistro e scendendo poi verso la bocca della giovinetta. Max spinse dentro la bocca della sua ragazza ancora qualche centimetro di cazzo. Lei, sembrò strabuzzare gli occhi e respirare a fatica, poi lui cominciò letteralmente a scoparla in bocca, andava ora velocemente avanti e indietro, fin quando Veronica ed io comprendemmo che le avrebbe riempita la bocca di sperma. Per un interminabile attimo il gigantesco pitone rimase piantato nella gola di Alice, poi un lunghissimo ahhhhh gutturale ci fece capire che Max stava sborrandole in bocca. Quando lui tolse il grosso tappo lei ebbe un rigurgito di sborra che fuoriuscì e si mescolò con quella di Alessandro. Alice, con il viso così ricoperto di seme maschile ed il mento carico di filamenti colanti, aveva perso quell’aria da ingenua bambina ed aveva acquistato invece quella della troia incallita.
I due maschietti, si pulirono il cazzo strusciandoglielo sulle guance, poi, con le dita, raccolsero i coaguli grumosi, ovunque si fossero spiaccicati, e li depositarono all’interno della bocca di lei. Max il più maiale dei due disse poi alla ragazzina’

‘Ingoiala tutta bella zoccoletta, ti è piaciuto ciucciare due bei cazzoni come i nostri eh????’

Alice si sollevò dalla poltrona, parecchio instabile sulle gambe chiese dov’era il bagno e si avviò ciondolando qua e là. La seguirono d’appresso i suoi due amanti, si udì solo la voce di Alessandro che diceva al suo amico”

‘Grazie, sei bravo a segare, mi hai fatto sborrare quasi subito’..’

Entrarono in bagno tutti e tre e si chiusero la porta alle spalle, così, non si ebbe modo di sentire la risposta di Max.

Il ghiaccio era ormai rotto e molto probabilmente la situazione avrebbe potuto evolversi con ulteriori magnifici e piacevolissimi risvolti.

Quella giornata si concluse poi con un riposino generale, Veronica ed io nella nostra stanza ed i tre ragazzi in salotto, abbandonati esausti sulle poltrone.
Una volta in camera, entrambe ancora eccitate ed inappagate, ci accarezzammo un po’, poi lei indossò il gigantesco fallo e mi ordinò di girarmi, facendomi mettere a pecorina, quindi raccolse dalla mia figa i miei abbondanti umori e ne distribuì una buona quantità sul mio foro anale. Quindi appoggiò la mostruosa cappella al mio sfintere e me lo ficcò dentro senza pietà.

Non comprenderò mai perché io, da sempre, goda di più a prenderlo nel culo che a farmelo ficcare nella figa. Beh, mica siamo tutte uguali noi donne!!!

Lei poi, mi scopava magistralmente, muoveva il bacino con quella enorme appendice rigida davanti e mi andava a toccare in certi punti remoti facendomi totalmente delirare.
Forse la stretta vicinanza con la vagina era importante, più mi inculava e più mi si bagnava la patata. Mi fece venire ed io come al solito urlai fortissimamente il mio piacere, poi Veronica si slacciò l’apparecchiatura e mi chiese di leccargliela. Lo feci per qualche minuto, poi, indossai a mia volta il fallo finto, le sollevai le gambe in alto, quindi, le appoggiai la cappella in lattice contro il suo stretto orifizio ed iniziai a spingere. Lei mi supplicò di metterglielo nella figa, ma io non ne volli sapere e spinsi con maggior decisione. Il culo si dilatò e il dildo scivolò all’interno del suo intestino”.

‘Voglio che godi con il culo!!!! Mi piace vederti venire con il cazzone ficcato nel tuo bel sederino!!!’

‘Ficcamelo nella figa, lo voglio in figaaaa’..’

‘Noooo, noooo, te lo sbatto tutto nel culooooo!!!’

La sodomizzai per almeno una quindicina di minuti, poi scoppiò l’universo, lei si agitò in modo indemoniato, muovendo in alto le chiappe ed abbassandole in modo forsennato, mugolò a lungo, e, spingendo il culo all’indietro, venne come una vera ed inguaribile zoccola.

Spossate e sfiancate ci addormentammo subito. Fui io la prima a svegliarmi, di soprassalto, mentre un incubo mi stava facendo vivere una brutta situazione. Sognavo in effetti che il membro gigante del mio Massimiliano, unito a quello di Alessandro, mi stessero spaccando simultaneamente e dolorosamente il culo.

Ci ritrovammo tutti in salotto, in coma profondo, il viso assonnato e segnato dai postumi della sbornia e dalle performance sessuali del pomeriggio. Verso le ventuno mi misi in cucina, apparecchiai la tavola e quindi preparai degli spaghetti al pomodoro, li sistemai fumanti in una grossa terrina e chiamai tutti gli altri affinché venissero a cenare. Poco alla volta, l’imbarazzo per ciò che era successo poche ore prima si dissolse come neve al sole ed i ragazzi cominciarono gradatamente a scherzare ed a scambiarsi battute. Alice era il bersaglio degli scherzi dei due maschi, ma lei sembrava non esserne particolarmente disturbata. Rispondeva alle loro battute con altrettante battute. Ormai la incerta ragazzina era stata svezzata ed istruita al meglio.
Così si riuscì a sdrammatizzare poco alla volta gli avvenimenti pomeridiani. Veronica, che non era mai completamente appagata e soddisfatta, ad un certo punto pose ad Alice la domanda che io, fin dal primo momento che la fanciulla era entrata in quella casa, mi aspettavo le facesse…..

‘Alice, scusa, maaa’ tu’ faresti sesso anche con una donna come me???’

‘Te l’ho detto, io ho fatto solo una piccola esperienza con una mia coetanea, e non posso sapere come sarebbe farlo con te.’

‘Ma vorrestii’. provare???’

‘Dopo quello che è successo nel pomeriggio di oggi, ho capito che non si deve mai dire mai”. Quindii”.. Per la verità non lo so””

‘Capito, insommaa’ mi hai lasciato uno spiraglio aperto”

‘Già’..’

Insistette ancora Veronica”

‘Sai, come avrai potuto capire, io sono bisex e tu sei proprio bellissima, mi piacerebbe un sacco ‘giocare’ con te”’

‘Anche tu sei una bellissima donna’..’

‘Poi tu, oggi, sei stata l’unica che’.. insomma’. che non sei ‘venuta’.

‘Si è vero’..’

‘Va beh, finiamo di cenare, poi in frigo, una bottiglia di Champagne c’è ancora, magari serve a scioglierci nuovamente”.’

Ridemmo tutti, ma nessuno seppe o volle, dire basta. Mi alzai da tavola per servire una fetta di torta al cioccolato e mi accorsi che le mani dei due ragazzi, erano appoggiate, una per parte, sulle cosce di Alice. Pensai che ormai avevano deciso di dividersela equamente.

Dopo cena, ci risistemammo sulle poltrone di quel fatal salotto ed iniziammo a guardare un programma in tv. Verso la mezzanotte, Alice disse che era stanca e che voleva andare a casa. Massimiliano ed Ale si scambiarono uno sguardo complice, poi Max disse’..

‘Sei stanca? Capisco che tutto ‘sto cazzo in un solo giorno ti abbia esaurita, ma restiamo ancora un po’, mezzoretta, poi ce ne andiamo va bene??’

Ancora una volta ci fu una risata generale seguita da battute salaci. Veronica allora si alzò dalla sua poltrona e”

‘Cavoli, ci siamo dimenticati dell’ultima bottiglia di Moet &Chandon’..’

Prese la bottiglia dal frigo ed i calici, quindi depositò il tutto sul tavolino centrale. Stappò lo Champagne e lo versò nei flute”..

‘Alla nostra nuova amicizia!!!’

La nottata iniziò così. Poi successe che nuovamente un po’ cotti dall’alcool cambiassimo postazione andando a finire in camera da letto. Io ed i due ragazzi ci sedemmo sul divanetto contro la parete, mentre Veronica, prendendo per mano Alice, la trascinò sul morbido giaciglio.
Delicatamente, la fece distendere supina, poi, come si sfoglia una margherita, la donna adulta spogliò la ragazzina. Alice era bellissima veramente. Non l’avevo ancora vista completamente nuda e l’impressione che avevo avuto vedendola vestita, ovvero che fosse ancora una giovanissima adolescente, si accentuò ancora di più nel momento in cui tutti i veli caddero all’improvviso.
Le curve c’erano, ma appena accennate, il seno era piccolo e sormontato da due boccioli di una tonalità più scuri delle aureole. La fighetta completamente implume, che sicuramente lei si depilava accuratamente. I capelli lunghi neri, ora sparpagliati disordinatamente sul cuscino candido, le davano un aria romantica e sensuale al tempo stesso. Vidi Veronica inginocchiarsi fra le gambe di Alice e guardarla con grande desiderio ed anche con infinita ammirazione. La mia amante/amica si spogliò a sua volta. Notai la grande, immensa differenza, tra il suo corpo adulto e quello ancora immaturo della ragazzina.
Quando anche Veronica fu nuda, poggiò le mani sui seni di Alice e le sfiorò i capezzoli. Percepii quasi fisicamente, un brivido repentino percorrere rapidamente il corpo della giovane, vidi i suoi occhi chiusi e la boccuccia semiaperta, compresi allora l’intimo ed intenso piacere che stava provando. I palmi delle mani di Veronica lasciarono le tettine di Alice e lasciarono pure due capezzoli duri ed eretti; le mani scesero verso il basso, vellicarono la morbida pelle dell’addome, scivolarono lungo i fianchi per poi ricongiungersi sul ventre, lentamente, molto lentamente, carezzarono il monte di Venere, i pollici uniti premettero lievemente sull’inizio della piccola fenditura, poi le dita passarono senza soffermarsi su quell’incantevole feritoia chiusa e proseguirono lungo l’interno coscia. Sentii fra le mie gambe posarsi una mano, era quella di Alessandro, lo guardai e poi spostai il mio sguardo su Massimiliano. I suoi occhi penetrarono dentro ai miei, quindi, timidamente, anche la sua mano, si posò sul mio ginocchio e risalì lentamente verso l’alto accarezzandomi quasi impercettibilmente l’altra coscia.
Le mie gambe si dischiusero automaticamente, rendendo la mia intimità disponibile ai loro toccamenti; rovesciai il capo all’indietro e li lasciai fare. Udii dei gemiti provenire dal letto, aprii ancora gli occhi e vidi Veronica con il viso immerso tra le cosce di Alice. Le stava leccando la figa, eccitata ancora di più, mi bagnai copiosamente. Le mani di mio figlio e del suo nuovo amico si incontrarono al vertice delle mie gambe spalancate. Mi tirarono le mutandine verso il basso ed io li aiutai a togliermele sollevando le natiche dalla poltrona. Non vedevo chi dei due mi stesse infilando le dita dentro, ma vidi chiaramente mio figlio inginocchiarsi davanti a me, lo sentii aprirmi la figa con le dita e poi la sua spessa lingua lavorare sul clitoride. Alessandro, a sua volta, mi sfilò il vestito dal capo e fui totalmente nuda e alla loro mercé. La bocca del giovane sulle mie tette, non capivo più nulla, le sensazioni di piacere mi arrivavano da tutte le parti. Aprii ancora gli occhi proprio mentre il mio bambino si sollevava in piedi fra le mie cosce; lui eccitato al massimo, mi porse il cazzo da succhiare. Lo presi nel mio cavo orale mentre la bocca di Alessandro si avvicinò lateralmente alla mia. Egli cominciò a leccare il fusto dell’interminabile cazzone di Max. Io me lo feci entrare ancora un po’ in bocca, in quel momento topico, pensai d’avere esagerato con lui in fase di progettazione e di realizzazione. Decisamente gliel’avevo fatto troppo abbondante. Era difficile da tenere in bocca, mi dovetti sforzare parecchio per accogliere quel palo enorme. Lui era in estasi, con metà cazzo nella mia bocca e la lingua di Alessandro che glielo leccava incessantemente.
Con la mia mano destra volli prendergli in mano le palle, ma trovai che il buon Alessandro se ne stava già preoccupando fattivamente. Allora, infilai due dita nella mia figa e me le inumidii , quindi passai il braccio attorno a Max e con le dita così lubrificate scivolai verso il suo forellino anale. Un mugolio rispose a questo mio tentativo di penetrazione. Lo interpretai come un segno di piacere e proseguii. Ora lui mi stava scopando praticamente in bocca. Io ero intanto riuscita a penetrare con un dito nel suo anello grinzoso. Fui sorpresa quando il suo obice si sfilò dalla mia bocca e si infilò direttamente in quella di Alessandro. L’amico, sicuramente con la bocca più larga della mia, ospitò meglio di me il gigantesco bazooka di Max, e, nel contempo, ne accolse anche la copiosa sborrata che ne seguì. Rimasi così letteralmente a bocca asciutta, le cosce spalancate e le dita che si muovevano tra le pieghe della mia figa. Intanto, sul letto, a pecorina, Alice era immersa fra le gambe di Veronica, e contraccambiava il piacere ricevuto in precedenza, leccando la figa alla sua matura partner. Alessandro si disinteressò di me, salì sul letto e si mise dietro alla fanciulla. Poggiò il suo cazzo contro la tenera fighetta della giovine e spinse la cappella all’interno. Un urletto di lei che subito si mise in posizione eretta sottraendosi così alla penetrazione, mi confermò la sua illibatezza. Max, seduto al mio fianco con il cazzone a penzoloni disse ad Alessandro”.

‘Dai Ale, sverginala, ficcaglielo dentro, del mio ha paura, il tuo è un po’ più piccolo, forse le va meglio. Vero troietta mia!!!’

Vidi Ale prendere per i fianchi Alice e metterla nuovamente in posizione poi lo sentii dire’.

‘Dai Alice, lecca la figa a Veronica, è li che freme, dai non te ne accorgerai nemmeno vedrai!!!’

Detto fatto, mentre la ragazzina si rimetteva a lappare la vagina di Veronica lui lo riappoggiò all’apertura vermiglia di Alice e glielo spinse dentro. Questa volta l’urlo fu un poco più forte ed anche più prolungato. Ma ormai la ‘frittata’ era fatta, lui lo spinse ancora più in profondità e terminò così di deflorarla. La ragazza si lamentava, ma era come un coro a bocca chiusa. La mano di Veronica che le teneva il capo contro la sua figa, ed Alessandro che le bloccava strettamente i fianchi, non consentivano ad Alice che pochi e limitati movimenti. Eccitata allungai una mano ed afferrai il cazzo di mio figlio, lo segai scappellandoglielo lentamente. Dal suo meato fuoriuscivano ancora madreperlacee stille di sperma, le asportai con il pollice che poi mi infilai in bocca, lo succhiai come fa un neonato con il suo biberon, ne gustai il sapore, ed infine, ingoiai, assieme alla mia saliva, anche quel suo giovane e gustosissimo nettare. Il suo pene si indurì in breve tempo, sperai che volesse ficcarmelo magari nel culo, ma lui improvvisamente si alzò dal divanetto, preceduto dal suo membro rigido, e si avvicinò al letto, poi fece cenno al suo amico di spostarsi. Alessandro accondiscendente si fece da parte, e subito il mostruoso cazzo di mio figlio prese il posto di quello di Ale. Urlò ancora un po’ più forte la povera Alice, ma ormai era in ballo e doveva per forza di cose continuare a ballare. Vedevo sparire dentro a quella strettissima fighetta il palo di Max, che millimetro dopo millimetro, proseguiva inesorabilmente la sua strada. Veronica, proprio in quel momento venne, e dopo i soliti fuochi d’artificio, si alzò soddisfatta dal letto e venne a sedersi vicino a me.
Assieme vedemmo Alessandro inginocchiarsi davanti ad Alice e prendendola per i lunghi capelli neri sollevarle il viso dal materasso e ficcarle in bocca il cazzo duro.
Che spettacolo di gioventù tutta assieme. Lei in mezzo a loro rappresentava un’immagine di grande armonia, dove non c’era nulla che fosse mal fatto o fuori posto. Una femmina in mezzo a due maschi. Posizione quella che faceva godere lei e che dava un grande piacere pure a loro. I due stalloni dimostrarono poi, d’essere anche molto resistenti e dopo una ventina di minuti, Veronica ed io, che intanto ci stavamo toccando la figa a vicenda, comprendemmo che la ragazzina, dopo la dolorosa deflorazione, cominciava a provare piacere. La sentivamo mugolare in modo continuativo, poi avvenne una delle cose più difficili da ottenere nel sesso. Ovvero l’orgasmo simultaneo. Venne per primo Alessandro che ingolfò la gola di Alice, poi dopo una frazione di secondi anche lei arrivò all’orgasmo e contemporaneamente Massimiliano le sborrò nella figa inondandogliela.
Eccitate, sditalinandoci furiosamente a vicenda, arrivammo anche io e Veronica all’apice del godimento. Quindi”. tutto si acquietò e cadde il silenzio, interrotto solo dalla respirazione rumorosa di tutti noi.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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